Per supersfruttarli in Sila i negrieri minacciavano e ricettavano i rifugiati
Migranti nei campi pagati 1 euro l'ora
14 arresti tra caporali, imprenditori e gestori del centro di accoglienza

La Procura di Cosenza, guidata da Mario Spagnuolo, ha emesso 14 ordini di custodia cautelare per reati quali intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (reato introdotto nella normativa nel 2011, con modifiche approvate a fine 2016), abuso d'ufficio, truffa aggravata per l'erogazione di fondi pubblici, nei confronti di persone che gestiscono i due centri di accoglienza straordinaria di Camigliatello Silano (Cosenza), imprenditori e caporali.
Gli imputati intascavano 35 euro al giorno a migrante dallo Stato per poi deportare una trentina di loro, in gran parte somali, nigeriani e senegalesi, nelle campagne della Sila presso aziende agricole compiacenti, obbligando i migranti a lavorare con paghe da fame, circa 15 euro al giorno, in nero, costringendoli a lavorare nei campi o come pastori fino a 10 ore al giorno in condizioni disumane.
L'inchiesta, partita da una denuncia effettuata nel settembre scorso da Uyi Ekogiawa, ospite del centro “Villa Letizia” di Camigliatello, ha messo in luce le terribili condizioni di vita cui sono stati sottoposti i migranti, picchiati, lasciati al freddo, con poco cibo, peraltro scadente e minacciati anche grazie alla manipolazione dei loro fogli di presenza, come compare in alcune intercettazioni di Giorgio Morrone, uno dei responsabili del centro “Santa Lucia”.
Così Morrone al telefono parlava con alcuni imprenditori agricoli a proposito dei migranti: “dovete fare come dico io… e non state firmando verrete cacciati fuori perché le leggi sono ca’… li ho fatti spaventare, io i documenti li ho già mandati e si sono spaventati, si sono proprio morti...”.
Il colonnello dei carabinieri Fabio Ottaviani ha dichiarato: “Dalle intercettazioni abbiamo appreso che veniva fatta una selezione tra i migranti, cercando d’individuare quelli dal carattere più mite e nello stesso tempo fisicamente più forti, che venivano trattati come schiavi, ai quali davano al massimo 15 euro al giorno. Cifre che per queste persone rappresentano tanto rispetto ai luoghi da dove provengono, ma che ovviamente sono impensabili per un Paese civile”.
Ennesimo triste spaccato delle terribili condizioni di vita dei migranti e dei profitti ricavati dai pescecani capitalisti sulle loro spalle, nella regione più povera d'Italia governata dal filomafioso Mario Oliverio del PD da sempre sodale del calabrese ministro dell'interno, il nuovo Scelba Marco Minniti.
Urge abrogare l'infame “Minniti-Orlando”, chiudere gli inumani lager, spalancare le porte e riconoscere pari diritti ai migranti.

12 luglio 2017