Che tutti gli antifascisti si uniscano per impedire la marcia su Roma di Forza Nuova
Chiediamo al governo Gentiloni di mettere fuori legge i gruppi neofascisti e neonazisti applicando la XII disposizione transitoria, primo comma, della Costituzione e le relative leggi Scelba e Mancino

Sentendosi ormai sdoganati dal regime neofascista e razzista imperante, e resi sempre più audaci e protervi dall'appoggio della destra fascioleghista e dall'indifferenza e finanche tolleranza compiacente del governo, delle istituzioni e dei partiti della “sinistra” borghese, i nazifascisti di Forza Nuova (FN) hanno lanciato una gravissima e intollerabile provocazione a tutti gli antifascisti e ai democratici e alla memoria dei caduti della Resistenza: hanno indetto una marcia su Roma per il prossimo 28 ottobre, 95° anniversario della marcia su Roma di 25 mila camicie nere con la quale Mussolini conquistò con la forza il potere, travestendola con il nome di “marcia dei patrioti” e motivandola con obiettivi di esplicito carattere razzista, xenofobo e fascista.
“Il 28 ottobre Roma ospiterà la grande marcia forzanovista contro un governo illegittimo, per dire definitivamente no allo ius soli e per fermare violenze e stupri da parte degli immigrati che hanno preso d'assalto la nostra Patria”, recita infatti il loro sconcio manifesto pubblicato su Facebook lo scorso 5 settembre, con tanto di appello ai “patrioti” a inviare una donazione per sostenere “la macchina organizzativa in moto”. Appello che ha subito ricevuto migliaia di adesioni entusiaste, stimolando l'uscita dalle fogne del solito rigurgito di schiumaglia fascista piena di slogan nostalgici, gagliardetti e saluti romani.

Silenzio e sottovalutazione da governo e istituzioni
Nel definirla furbescamente “una manifestazione patriottica, non filo-fascista o nostalgica”, il caporione di FN Roberto Fiore non ne ha chiarito i dettagli organizzativi, né se sia stata richiesta, ed eventualmente concessa, un' autorizzazione da parte della questura e del prefetto di Roma. Ma il fatto che ne sia stata data notizia ufficiale su Fb autorizza a pensarlo. D'altra parte il governo Gentiloni, e segnatamente il ministro dell'Interno Minniti, continuano scandalosamente a latitare e osservare un assordante silenzio sul proditorio annuncio, autorizzando i peggiori sospetti.
Ufficiosamente essi si nascondono dietro le ipocrite motivazioni suggerite in loro vece dal capo della polizia Gabrielli: “Come al solito in questo Paese si parla del nulla. In questi giorni si chiede al ministro Minniti di intervenire, ma su che cosa? Non c'è un atto sul quale noi siamo chiamati a decidere. Se vi posso dire la mia, la marcia su Roma non ci sarà”. Ma la sua è un'opinione, non l'annuncio di una decisione presa. E infatti, “ragioneremo quando avremo le carte”, ha precisato. Ma quali carte c'è ancora bisogno di aspettare affinché il governo e le sue istituzioni prendano finalmente atto di questo sfacciato e provocatorio insulto alla Resistenza e alla Costituzione antifascista, e non annuncino subito e pubblicamente il veto alla sua realizzazione?
Atteggiamenti di deliberata sottovalutazione della grave provocazione fascista si ritrovano anche nelle dichiarazioni di altri rappresentanti di istituzioni direttamente chiamate in causa dall'annuncio di FN: come per esempio da parte del governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che nel corso del suo intervento al Parco della Resistenza, in occasione dell'8 settembre, ha chiesto sì di impedire la manifestazione fascista, ma rivolgendosi genericamente alle “istituzioni democratiche”, e non specificamente al governo e a Minniti, e definendo la nuova marcia su Roma una riproposizione “macchiettistica” di quella del 1922. O come la sindaca M5S della capitale, Virginia Raggi, che lungi dall'insorgere e chiedere al governo di vietare subito questa nuova e più grave onta che i fascisti vogliono infliggere a Roma, si è limitata a twittare un banale e sbrigativo “la marcia su Roma non può e non deve ripetersi”.

Le reazioni dell'Anpi e della sinistra parlamentare
Eppure voci ben più allarmate e coscienti della gravità del pericolo non mancavano e non dovevano essere ignorate da chi ha il potere di prevenirlo. Prima fra tutte quella della Segreteria nazionale dell'ANPI, che in un comunicato dell'8 settembre, nel definire la marcia fascista del 28 ottobre una “gravissima provocazione” e un'“evidente manifestazione di apologia di fascismo”, rivolgeva un “appello alle istituzioni pubbliche competenti affinché assumano i provvedimenti necessari a proibire la preannunciata manifestazione, rilevando che è loro compito e dovere primario quello di pretendere e assicurare il rispetto della Costituzione nei suoi contenuti profondamente democratici e antifascisti”. E assumeva l'“impegno con tutta l'ANPI di contrastare con forza una simile iniziativa, qualora essa non venga impedita dalle autorità pubbliche, non solo con la presenza nelle piazze di Roma il 28 ottobre, ma in tutte le piazze d'Italia”.
La richiesta a Minniti di proibire la manifestazione del 28 ottobre è stata avanzata ufficialmente anche da MDP e da SI, nonché da Possibile di Civati, che ha chiesto anche lo scioglimento di FN ai sensi delle leggi Scelba e Mancino. Un gruppo di 45 parlamentari del PD hanno presentato un'interrogazione a Minniti chiedendogli “qual è la sua opinione sulla legittimità giuridica di un movimento come Forza Nuova”, e definendo “assai discutibile, per i toni e i contenuti utilizzati, la legittimità di una simile `manifestazione' in base alla normativa vigente, ed in particolare alla luce dei divieti posti dalle leggi Scelba e Mancino”.
Ma c'è da dire che questa flebile e solo interlocutoria voce è tutto ciò che è venuto e che probabilmente verrà dal PD, visto che il suo segretario, Matteo Renzi, al pari di Gentiloni e Minniti, mantiene su questo argomento un vergognoso quanto eloquente silenzio. D'altronde è ben nota la sua viscerale insofferenza per tutto ciò che ha a che vedere con l'antifascismo e la Resistenza.
Un'omertà gravissima e ingiustificabile, specie se si considera che questa marcia su Roma è solo il punto culminante di una lunga e impressionante sequenza di manifestazioni, violenze, aggressioni e pestaggi, contro immigrati, studenti, centri sociali, sedi di partiti di sinistra, da parte dei mazzieri di Forza Nuova, di Casapound e della varia teppaglia fascista, che imperversano sempre più frequentemente e impunemente nelle piazze e nei quartieri. Senza contare che ormai hanno anche l'impudenza di presentarsi alle elezioni, spalleggiati e utilizzati come procacciatori di voti razzisti, xenofobi e nostalgici dai fascioleghisti di Salvini e Meloni e da Forza Italia di Berlusconi.

Dilagano sempre più impuniti i gruppi neofascisti
Soltanto dall'inizio di quest'anno si contano a centinaia le provocazioni, le aggressioni e i pestaggi che i gruppi nazifascisti hanno compiuto a Roma, Milano, Genova, in Toscana e in molte altre parti d'Italia. Solo per citarne alcuni, basti pensare alle ripetute incursioni di Forza nuova contro centri di accoglienza di migranti e campi Rom a Roma e le manifestazioni e le ronde antimigranti in alcuni quartieri della capitale ad alta tensione sociale, la più recente delle quali è la “passeggiata per la sicurezza” al Tiburtino III compiuta nonostante il divieto della questura; la manifestazione non autorizzata di FN del 15 giugno davanti al Senato contro la legge sullo ius soli, culminata con uno scontro con la polizia e successiva marcia per la città con saluti al duce e inni fascisti; il recente appello di Fiore su Fb agli ultras del calcio, ai tassisti romani e ai pugili a partecipare alle “passeggiate per la sicurezza” nei quartieri romani, ossia alle ronde fasciste antimmigrati; come quelle organizzate da Casapond questa estate a Ostia per cacciare i venditori ambulanti dalle spiagge.
A Milano ricordiamo l'adunata il 29 aprile, in spregio alle celebrazioni del 72° della Liberazione, di un migliaio di fascisti e reduci repubblichini al cimitero Maggiore di Milano per omaggiare i caduti della cosiddetta “repubblica sociale italiana”, e l'incursione a giugno dei fascisti di Casapound a Palazzo Marino dove hanno interrotto il Consiglio comunale gridando slogan fascisti. In Toscana, solo per citare i casi più recenti, ricordiamo la provocazione del professore fascista Manfredo Bianchi che ha pubblicato su Fb la sua foto con la bandiera repubblichina sulla vetta del monte sovrastante il paese di Vinca, in provincia di Massa Carrara, che fu teatro di un eccidio nazifascista, e la recente provocazione di Forza Nuova contro un prete della provincia di Pistoia colpevole di aver portato in piscina un gruppo di immigrati da lui ospitati e di aver fatto dichiarazioni contro il fascismo e il razzismo. E così via.

Stroncare il nero disegno neofascista
Adesso, con questa nuova marcia su Roma, i fascisti vogliono fare un salto di qualità: dopo essere riusciti ad ottenere una legittimazione di fatto nelle città e nelle province, scorazzando impunemente con le loro squadracce, aprendo sedi ed entrando perfino nelle istituzioni locali, ora tentano la prova di forza nazionale, seguendo le orme di Mussolini, quando dal suo quartier generale di Milano radunò tutte le camicie nere d'Italia facendole marciare su Roma per prendere il potere. Forza nuova punta evidentemente a replicare in forma simbolica quell'evento per legittimare politicamente il fascismo in tutta la sua interezza storica, fino a comprendere il suo stesso atto di nascita e il suo duce Mussolini.
Di fronte a questo grave pericolo gli antifascisti non possono stare a guardare. Questo nero disegno deve essere risolutamente stroncato, la nuova marcia su Roma non deve passare! Facciamo appello a tutti gli antifascisti, i democratici e i progressisti affinché si uniscano in un grande fronte unito antifascista per impedire la marcia su Roma di Forza Nuova. Dobbiamo chiedere con forza al governo Gentiloni di uscire dal suo silenzio compiacente e annunciare subito il divieto alla manifestazione, e se non lo fa e intende continuare a far finta di dormire, occorre costringerlo a svegliarsi con la mobilitazione e le manifestazioni di piazza.
E oltre a ciò bisogna chiedergli di mettere fuori legge Forza Nuova, Casapound e tutti gli altri gruppi neofascisti e neonazisti, applicando loro, com'è appropriato e doveroso, le leggi Scelba e Mancino. Così attuando concretamente e una volta per tutte la XII disposizione transitoria, primo comma, della Costituzione che vieta “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”.
 
 
 
 

13 settembre 2017