Assenti i paesi Nato, tra cui l’Italia, e i paesi nucleari
L'Onu adotta un trattato che proibisce l'uso delle armi nucleari
Stati Uniti, Regno Unito e Francia “non intendono firmare, ratificare o mai far parte di esso”
La RPD di Corea non ha aderito

Nella sua riunione del 7 luglio a New York l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato un Trattato che proibisce l’uso delle armi nucleari, il primo strumento multilaterale in materia, che dovrebbe essere giuridicamente vincolante, da oltre 20 anni a questa parte. Le armi nucleari infatti, a differenza delle armi chimiche, di quelle biologiche, delle mine antiuomo e delle munizioni a grappolo, non sono ancora giuridicamente proibite, mentre il Trattato di non proliferazione del 1968 contiene solo divieti parziali.
Con 122 voti a favore, uno contrario (Olanda) e una astensione (Singapore), 69 Stati non hanno partecipato ai colloqui, il Trattato adottato vieta una gamma completa di attività legate all’arma nucleare, tra cui l’impegno a sviluppare, testare, produrre, possedere, acquisire o conservare armi nucleari o altri dispositivi esplosivi nucleari (Art. 1), imponendo agli Stati di dichiarare “se ci sono armi nucleari sul proprio territorio o in qualsiasi luogo sotto la propria giurisdizione o controllo che siano possedute o controllate da un altro Stato (Art. 2), nonché l’uso o la minaccia di utilizzo di queste armi. Il Trattato dovrebbe essere firmato a New York dal 20 settembre ed entrare in vigore 90 giorni dopo che sarà ratificato da almeno 50 paesi.
“Il Trattato rappresenta un passo importante e il contributo verso le aspirazioni comuni di un mondo senza armi nucleari”, ha affermato Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres; “Il Segretario generale spera che questo nuovo trattato promuoverà un dialogo inclusivo e una rinnovata cooperazione internazionale volta a raggiungere l’obiettivo a lungo disdetto del disarmo nucleare” ha aggiunto. Mentre per l’ambasciatrice del Costarica, Elayne Whyte Gomez, che fungeva da presidente della conferenza che ha negoziato il trattato su mandato dell’Onu, “Sentiamo emozioni perché rispondiamo alle speranze e ai sogni delle generazioni presenti e future… Il mondo è un passo più vicino alla totale eliminazione delle armi nucleari”.
Un ottimismo, quello delle Nazioni Unite, che cozza con i voleri dell’imperialismo mondiale. I paesi della Nato, tra cui l’Italia, e i paesi nucleari non hanno neppure partecipato ai negoziati, addirittura Stati Uniti, Regno Unito e Francia hanno ribadito a chiare lettere, in una dichiarazione congiunta, che “non intendono firmare, ratificare o mai far parte di esso. L’adesione al trattato è incompatibile con la politica di deterrenza nucleare, che è stata essenziale per mantenere la pace in Europa e nel Nord dell’Asia per oltre 70 anni”. In spregio anche alle richieste di migliaia di scienziati di tutto il mondo che hanno pubblicato una lettera aperta a sostegno dei negoziati, nonché a quelle della società civile tra cui un movimento internazionale contro le armi nucleari promosso dalla Croce Rossa e dalla Mezzaluna Rossa.
Di fronte alla spregiudicatezza ingannevole e guerrafondaia degli imperialisti la RPD di Corea non ha partecipato ai colloqui, né aderirà al trattato.
Se da una parte l’amministrazione USA del fascista e guerrafondaio Trump attacca il legittimo sviluppo di difesa nucleare della Corea del Nord, dall’altra boicotta e svuota di importanza il nuovo trattato dell’Onu, rifacendosi esclusivamente al Trattato di non proliferazione (TNP) entrato in vigore nel 1970 e che tra l’altro prevedeva all’articolo 6 “trattative in buona fede per arrivare al disarmo nucleare, generale e totale”. Negoziati da allora mai avviati. Di più, sotto il regime del TNP la consistenza degli arsenali nucleari è più che raddoppiata da 30mila a 70mila e gli Stati nucleari aumentati da 6 a 10, altro che “non proliferazione”.
In questo quadro gli USA hanno posto addirittura, dalla metà di luglio, la secretazione delle ispezioni alle sue atomiche nel nostro Paese, lo ha deciso il Pentagono dichiarando che in tal modo “si impedisce agli avversari di conoscere troppo riguardo alla vulnerabilità delle armi nucleari USA”. Gli Stati Uniti schierano in Italia (in altri paesi europei in misura minore) bombe termonucleari B-61 a gravità, che stanno ammodernando con lo sviluppo della testata B-61-12 con un programma da 10 miliardi di dollari, in aperta violazione del diritto internazionale scritto da loro stessi. Con la gravissima responsabilità diretta del governo Gentiloni (che fa orecchie da mercante alle seppur flebili voci della “sinistra” di regime che chiedono al ministro della Difesa Pinotti un dibattito parlamentare sulla mancata adesione dell’Italia al nuovo trattato, senza però mettere in discussione la centralità degli accordi con la Nato e il TNP), che non solo non ha mai messo in discussione la concessione delle basi militari agli USA nel nostro Paese con la procedura semplificata non prevista dalla Costituzione ma continua ad esporci al rischio di una guerra senza ritorno ospitando terribili ordigni come le testate termonucleari.
 
 

13 settembre 2017