Al vertice di Lione
Gentiloni e Macron d'accordo per “rifondare l'Europa”
Compromesso sul controllo dei cantieri Stx. Accordo sulla difesa, sulla TAV Torino-Lione e per creare “un'industria leader a livello mondiale” della cantieristica navale militare

L'inizio del comunicato finale del vertice di Lione del 27 settembre tra il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente del consiglio italiano Paolo Gentiloni è esplicito: “Il Presidente della Repubblica francese e il Presidente del Consiglio italiano, con i Ministri dei due Governi presenti oggi a Lione, hanno deciso d’imprimere un nuovo impulso alle relazioni tra l’Italia e la Francia, in nome dei loro valori e interessi condivisi e della loro forte ambizione europea. Sono stati adottati congiuntamente dai Ministri progetti comuni, che costituiranno le loro 'tabelle di
marcia' per i prossimi mesi. I due paesi s’impegnano a sviluppare ulteriormente un riflesso di coordinamento tra l’Italia e la Francia sulle posizioni europee ed internazionali”.
La “rifondazione dell'Europa”, uno dei principali obiettivi in politica estera annunciati da Macron due giorni prima in un discorso alla Sorbona, può fare passi avanti se sostenuta da “due paesi ambiziosi come i nostri” affermava al termine del vertice il presidente francese, trovando una immediata sponda in Gentiloni che ribatteva “ora è il momento dell'ambizione perché non avremo molte altre occasioni per questa rifondazione e ora invece le abbiamo”, a partire da “qualche vuoto geopolitico e Brexit”; come dire che con gli Usa di Trump che fanno passi indietro sugli accordi multilaterali l'imperialismo europeo ha uno spazio di azione maggiore per contro proprio, una volta tra l'altro libero dalla “zavorra” filoatlantica di Londra.
Il rilancio dell'imperialismo europeo può avvenire sulla base delle dichiarate ambizioni di Parigi e Roma. Macron ha stretto l'asse con Berlino per una guida a due del treno europeo con la Francia accanto alla potenza tedesca, indubbiamente la più più forte. Dalle recenti elezioni politiche la Merkel è uscita vincitrice ma ha perso consensi e deve trovare nuove alleanze per governare; Macron si è congratulato con la cancelliera per la sua rielezione assicurandole di voler proseguire con determinazione “la loro essenziale cooperazione”. E intanto costruiva una alleanza altrettanto stretta con la terza potenza, l'Italia. Che non deve prendere il treno guidato da Macron per non essere tagliata fuori dalla leadership dell'imperialismo europeo.
Macron a Lione ha calato senza indugi il carico da novanta: definire con l'Italia un “trattato del Quirinale, come quello dell'Eliseo”, un trattato strategico del tipo di quello sottoscritto all'Eliseo nel 1963 tra la Francia e l'allora Germania Ovest che nel disegno di De Gaulle apriva alla larga collaborazione tra i due paesi per tentare anche di slegare la Germania del cancelliere Adenauer dalla subordinazione nei confronti degli Usa. Una proposta accolta da Gentiloni che, seppur non ancora definita in diversi dettagli, trovava una prima applicazione nel ponderoso documento sottoscritto dai due a Lione, dove ai ripetuti richiami all'impegno dei due governi a lavorare per il rafforzamento della Ue in tutti i settori seguivano i primi accordi bilaterali e la sanatoria di recenti divergenze.
“L'Italia e la Francia confermano l'importanza strategica della tratta transfrontaliera della linea ferroviaria Torino-Lione, che fa parte delle reti transeuropee di trasporto e la cui realizzazione si basa su accordi internazionali. (...)
L'Italia e la Francia affermano la loro volontà di rafforzare la cooperazione in materia navale, nel campo sia civile che militare”, in due brevi paragrafi del comunicato finale sono sistemati due aspetti di non poco conto. Uno, la riaffermazione che la Tav si farà. Punto. Due che sarà sviluppata la cooperazione nel settore navale, soprattutto in quello militare.
“In tale spirito – prosegue il documento - è stato raggiunto un accordo tra l'Italia e la Francia sull'azionariato di STX France dettagliato nell'accordo quadro concluso tra i due Governi. Questo accordo equilibrato, che comprende un raggruppamento d'imprese locali, permetterà di preservare e sviluppare l'attività dei Cantieri di Saint-Nazaire e del loro tessuto industriale. Forte del suo know-how, Fincantieri sarà l'operatore industriale in seno all'azionariato”, sanando con un accordo a parte il contenzioso aperto da Macron che si era opposto al passaggio della società francese STX France dai proprietari sudcoreani all'italiana Fincantieri.
Messa una pietra sulle recenti divergenze in campo navale “in parallelo, l'Italia e la Francia hanno deciso di approfondire la loro cooperazione navale militare, avviando i lavori in vista della costituzione di un'alleanza tra Fincantieri e Naval Group”. Il primo passaggio sarà la costituzione di “un comitato di alto livello composto da rappresentanti dei due governi e da dirigenti delle due imprese” che entro giugno 2018 predisporrà il progetto che definirà assetti societari, quadro finanziario e dirigenti del nuovo gruppo.
L'obiettivo dichiarato nel comunicato finale del vertice è quello di creare “un'industria leader a livello mondiale” della cantieristica navale militare, che già è un obiettivo ambizioso per i due paesi imperialisti che non sono gli ultimi arrivati ma ancora lontani dalle principali potenze marittime. Il progetto è comunque ancora più ampio e ambizioso, come cita il documento nella parte che sottolinea che “l’Italia e la Francia s’impegneranno nel contempo a dare corpo all’Europa della Difesa. Continueranno a lavorare per varare, entro la fine dell’anno, la Cooperazione Permanente Strutturata, sulla base di una visione comune, al contempo ambiziosa e inclusiva, e a far progredire rapidamente il Fondo europeo di difesa”.
Nel capitolo del comunicato finale dedicato all'argomento “Difesa” Macron e Gentiloni, una volta sottolineato che “ci troviamo a dover affrontare sfide quali quelle del terrorismo in aree vicine e nei nostri Paesi, dei conflitti nell’area del Mediterraneo e le altre minacce che caratterizzano questo mondo instabile”, precisano che “concordiamo di perseguire l’ampia prospettiva di una partnership industriale sulla cantieristica navale militare al fine di creare un’industria leader a livello mondiale, in particolare per quanto riguarda unità navali complesse e con alto valore aggiunto, con un ventaglio di tecnologie di eccellenza relativamente a sistemi, equipaggiamenti e piattaforme, con una forte presenza internazionale, e con migliori capacità di espansione in un mercato globale altamente concorrenziale”. Si tratta di unità navali di primo livello, tipo portaerei e incrociatori, non dragamine o mezzi da guardia costiera, ovvero di navi necessarie per interventi offensivi nel Mediterraneo e nel mondo.
La cooperazione navale tra i due paesi riguarderà anche il “campo della Guerra Elettronica e Subacquea (Siluri e Contromisure)”, “il settore missilistico al fine di sviluppare una capacità strategica per la UE”, il progetto “sulla Nave di Sostegno Logistico” e “la nostra cooperazione spaziale a lungo termine”, che comprende anzitutto sviluppo e gestione delle reti satellitari militari, i satelliti meteorologici e i satelliti spia per la rete autonoma che già si è costruito l'imperialismo europeo.
Nel capitolo riassuntivo iniziale del documento finale, Macron e Gentiloni avevano sottolineato che “l’Italia e la Francia esprimono la loro condanna forte e senza equivoci del terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni e s’impegnano ad approfondire la collaborazione in corso per prevenire e combattere le violenze estremiste”, in linea con quanto deciso allo scorso G7 di Taormina. Un argomento immediatamente seguito, non a caso, dal tema del controllo dei flussi migratori. Assieme Francia e Italia “rafforzeranno le iniziative volte ad interrompere le rotte dei trafficanti, in particolare nel Sahel e in Libia. A tale fine sosterranno progetti finalizzati allo sviluppo dei Paesi africani di origine e di transito e a rafforzare le capacità delle autorità libiche, nigerine e ciadiane nella lotta contro i trafficanti di esseri umani e nel controllo delle frontiere”, ovvero a pagare i paesi africani affinché si accollino il lavoro sporco di bloccare i migranti e nel contempo di sfruttare la scusa del “contrasto all'immigrazione illegale” per mandare soldati intanto nei paesi del Sahel a “supporto alle forze locali”. Vedi l’operazione Barkhane dei legionari francesi nella regione delle ex colonie.
L'Europa “rifondata” di Macron e Gentiloni avrà anzitutto solide basi militari, cui non mancherà il contributo della Germania, a supporto delle ambizioni imperialiste della Ue.
 

4 ottobre 2017