Denunciato lo “sfruttamento del lavoro a costo zero”
70 cortei contro l'”alternanza scuola-lavoro”
Le studentesse in prima fila. A Palermo la polizia carica un sit-in. A Milano lancio di uova contro McDonald's. A Napoli uno striscione contro il G7 dei ministri degli interni a ischia
Abolire l'“alternanza” e la “buona scuola”

Il 13 ottobre le masse studentesche hanno interrotto le lezioni e sono scese in sciopero invadendo le città e le piazze d'Italia per far sentire tutta la rabbia contro lo sfruttamento dell'“alternanza scuola-lavoro” e lo sfascio in cui versa la scuola pubblica italiana. Le studentesse in prima fila.
In oltre 70 città ( tra cui Roma, Milano, Bari, Bologna, Firenze, Genova, Napoli, Palermo) migliaia di studentesse e studenti hanno organizzato cortei e presidi di protesta, con slogan, cartelli e striscioni contro l'alternanza, la legge 107, il governo Gentiloni e la sua ministra dell'istruzione, Fedeli.
A Milano hanno sfilato oltre 5mila studenti per le vie della città. Ci sono stati lanci di uova e imbrattamenti contro la Camera di Commercio, un McDonald's, ed una sede del Partito Democratico.
Chiaro era l'intento degli studenti di colpire i mandanti (il Partito Democratico che ha introdotto la legge sull'alternanza) ed esecutori (aziende multinazionali come McDonald's e Zara che hanno sottoscritto col Miur l'accordo sull'alternanza) del loro sfruttamento.
A Roma si è concluso con un presidio e un breve comizio sulla scalinata esterna del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca il corteo organizzato dagli studenti medi per protestare contro i metodi di svolgimento dei progetti di alternanza scuola-lavoro. Molti di loro indossavano le tute blu, come quelle degli operai in fabbrica per denunciare che i progetti di “alternanza scuola-lavoro” "sono spesso forme di sfruttamento del lavoro a costo zero".
Da segnalare, sempre a Roma, davanti al Liceo Russell una grave aggressione squadristica da parte di elementi di Lotta Studentesca contro gli studenti che si stavano raggruppando per partecipare alla manifestazione insieme a tanti altri studenti romani. Lotta Studentesca, la struttura giovanile della formazione neofascista Forza Nuova, si è scagliata con violenza contro i giovani, strappando i manifesti e lo striscione usati dagli studenti, causando a uno di loro lesioni al volto. Ancora una volta, si dimostra la natura antipopolare e in questo caso anti studentesca degli elementi fascisti, mercenari della borghesia.
Da parte del PMLI e de “Il Bolscevico” la solidarietà militante alle ragazze e ai ragazzi aggrediti dai fascisti.
A Napoli il corteo degli studenti ha esposto uno striscione contro il G7 dei ministri dell'Interno in programma nei prossimi giorni a Ischia con scritto “Minniti, Napoli non ti vuole”.
A Palermo, nel tentativo organizzare un sit-in di protesta davanti un McDonald's, gli studenti sono stati attaccati a colpi di manganello dagli sgherri in divisa di Gentiloni e Minniti.
Le mobilitazioni organizzate da varie sigle studentesche (Rete Studenti Medi, Udu, Unione degli Studenti, Link-Coordimamento universitario, collettivi, ecc.) sono state un'importante prova di forza delle masse studentesche nei confronti del governo Gentiloni e della sua ministra dell'istruzione, Valeria Fedeli che continua a difendere la validità dell'“alternanza scuola-lavoro”, sostenendo e portando avanti le politiche neofasciste in campo scolastico dei suoi predecessori, tentando iprocritamente al tempo stesso, di tendere la mano agli studenti e alle loro associazioni annunciando un suo impegno concreto per chiedere un alternanza più “etica” e metodi di sostegno alle problematiche degli studenti, più efficaci, agli “Stati generali” sull'“alternanza scuola-lavoro” che si terranno a dicembre tra il governo, i maggiori rappresentati della rapace borghesia e “forse” se invitate, alcune organizzazioni studentesche.
Parole ingannevoli quelle della ministra, alle quali le masse studentesche non devono assolutamente abboccare, rivendicando non qualche aggiustatura ma la completa abolizione dell'alternanza e nel suo insieme della legge sulla “Buona scuola” che l'ha partorita.
In questa direzione sembrano marciare alcune delle organizzazioni studentesche promotrici della mobilitazione, e in questa direzione marcia anche il PMLI che da sempre rivendica l'abrogazione della 107 e la pratica sfruttatrice dell'alternanza. In questa lotta, rilanciamo ancora una volta con forza la necessità di tutte le studentesse e studenti di organizzarsi in un unico forte movimento studentesco.
Che l'“alternanza scuola-lavoro” non sia altro che una fucina di sfruttamento se non di vera e propria schiavitù lo possiamo vedere portando a comprova le decine di testimonianze di studentesse e studenti di licei e istituti professionali finiti nei suoi ingranaggi.
È recente la notizia di uno studente di La Spezia che si è rotto una tibia guidando un muletto, i ragazzi di Viterbo cooptati per servire a una festa del Pd; le ragazze violentate in un centro estetico a Monza, gli studenti di Avellino a cui è stato chiesto di versare 200 euro per coprire le spese dei trasporti. Questi sono solo alcuni esempi della vasta opera di sfruttamento, soprusi e ricatti che il governo ha messo in piedi con l'alternanza. Calcolando che sono circa 1,5 milioni le ragazze ed i ragazzi interessati possiamo solo immaginare quanti di questi casi, spesso non denunciati, per paura o ricatto non stati resi pubblici. Inoltre uno studente su due che ha provato l'alternanza si è detto profondamente deluso dall'esperienza, assolutamente non formativa, spesso senza l'affiancamento del tutor che dovrebbe insegnar loro il lavoro, o addirittura ridotti a semplici porta caffè o passacarte.
Il PMLI non è contrario alla partecipazione degli studenti al lavoro produttivo, ma la sostiene quando ha come obiettivo quello di consentir loro di conoscere la realtà della società e di ridurre il divario fra lavoro intellettuale e lavoro manuale. A ben pensare, ciò potrà avvenire dopo esserci liberati del capitalismo. Siamo invece totalmente e incondizionatamente contrari a regalare gli studenti alle imprese come manodopera gratuita da sfruttare per il profitto dei padroni, com'è il caso dell'“alternanza scuola-lavoro”. Questo è nei fatti concreti il futuro che si prospetta alle masse studentesche con l'introduzione dell'“alternanza scuola-lavoro” attuata in un Paese capitalistico marcio e corrotto fino al midollo qual è l'Italia di Renzi e Gentiloni.

18 ottobre 2017