Alla Camera dei deputati
Approvato con una forzatura l'inciucio Renzi-Berlusconi sulla legge elettorale
La fiducia conferma che il governo Gentiloni è un governo neofascista

Disprezzo delle norme costituzionali, piglio autoritario nell'imporre una legge importante come quella elettorale a colpi di fiducia e una buona dose di mussoliniano menefreghismo delle proteste di piazza: così è andato in scena lo squallido teatrino dell'approvazione del “Rosatellum”, la nuova legge elettorale mista proporziale e maggioritario (ce ne siamo occupati sul numero scorso del “Bolscevico”), imposta alla Camera il 12 ottobre dal PD con il voto di fiducia.

Un atto fascista
Così facendo, il governo Gentiloni ha forzato deliberatamente la normativa istituzionale: l'articolo 116 del Regolamento della Camera, infatti, vieta la fiducia su tutte le votazioni per le quali è prescritto il voto segreto. L'articolo 49 del medesimo regolamento stabilisce che le leggi elettorali devono essere votate, su richiesta, a scrutinio segreto. Grazie anche alla lavata di mani della Boldrini, che in quanto presidente della Camera avrebbe dovuto far rispettare alla lettera il regolamento e si è invece nascosta dietro la “terzietà” imposta dalla sua carica, il governo ha avanzato un'interpretazione palesemente campata in aria dell'articolo 116, sostenendo che valesse solo in caso di votazioni in cui lo scrutinio segreto fosse già previsto, non richiesto, come è stato invece il caso del voto sul “Rosatellum” in quanto il PD avrebbe voluto un voto palese per stanare eventuali disertori fra le sue fila, ma per il quale MDP ha chiesto e ottenuto il voto segreto.
Soprattutto, però, con il voto di fiduca e la forzatura delle norme regolamentarie il governo e il PD hanno compiuto un atto fascista, avente due obiettivi: soffocare il dibattito parlamentare e blindare l'approvazione della legge voluta da Renzi. Ha quindi ragione da vendere il direttore de “Il Fatto Quotidiano” Marco Travaglio a definirla “Fascistellum”, anche se va detto per onestà intellettuale che noi denunciamo da tempo il carattere di fatto neofascista dell'attuale governo e più in generale del regime vigente, spesso ignorati dai principali mass media compreso “Il Fatto”. Questo fatto dimostra che la nostra denuncia è autentica, perché cos'è un governo che può arrogarsi il diritto di fare e disfare leggi, regolamenti e persino norme costituzionali come gli pare e piace, se non fascismo puro?

Il vergognoso inciucio del voto
La stessa compagine parlamentare che ha votato il “Rosatellum” non fa che dimostrare quanto questa legge rispecchi solo le attuali esigenze elettorali del PD, verso le quali convergono Forza Italia, in cerca di ribalta, e chiunque aspiri a ritagliarsi un posticino nel governo all'ombra di Renzi, senza contare le regalie ai politicanti di professione. Oltre al fatto che la maggioranza è di fatto cambiata e condizionata non più solo da Verdini ma anche da Berlusconi.
Hanno votato a favore 375 deputati di PD, Forza Italia, AP, Lega, Scelta civica-ALA di Verdini, Centro democratico di Tabacci, Direzione Italia di Fitto, Civici e innovatori, SVP, UDC e PSI. Insomma la destra quasi al gran completo, se si esclude Fratelli d'Italia che ha dato voto contrario perché teme di restare esclusa dai giochi di coalizione.
Contro hanno votato 215 deputati, fra cui i gruppi di MDP, Sinistra Italiana, M5S e “Alternativa libera” composto da ex pentastellati.
Ma i numeri non tornano e nel PD ci sono sicuramente stati i cosiddetti “franchi tiratori”, deputati che si sono sfilati dalla linea maggioritaria e votato contro. Secondo il capogruppo piddino Ettore Rosato, tra l'altro firmatario della legge elettorale che da lui prende il nome, non sono stati più di 35, ma Di Maio, che è anche vicepresidente della Camera, ne ha contati ben 66. Poco cambia. Il concetto è che il PD ha perso la maggioranza e benché l'intesa con FI venga giustificata dietro la necessità di battere i “franchi tiratori” in partenza, in realtà anticipa quell'alleanza post-elettorale che oggi tutti negano ma che sarà resa di fatto necessaria dal “Rosatellum”, replicando quel patto del Nazareno che Renzi e Berlusconi non hanno mai veramente sconfessato avendo gli stessi identici programmi piduisti di riassetto istituzionale.
Rosato si vanta per aver “dimostrato che è una legge scritta con la forte volontà del PD ma con una maggioranza larga”. Peccato sia una maggioranza berlusconiana, totalmente sorda alle proteste che si svolgevano in più piazze di Roma durante il voto. Tra l'altro Rosato si è lasciato sfuggire una punta di stizza e disprezzo verso le masse popolari dicendo che “avevamo fatto l'Italicum, ma c'è stata la bocciatura del popolo italiano”.
Tanto grave è stata la forzatura che persino un alleato di ferro di Renzi come Giorgio Napolitano ha annunciato che prenderà la parola al Senato per esprimere la sua contrarietà. MDP paga invece care le illusioni circa una presunta “discontinuità” di Gentiloni rispetto a Renzi e si trova così fuori dalla maggioranza, nonché probabilmente fuori dal parlamento se alle prossime elezioni non si attaccherà nuovamente al carro del PD.

La norma “salva Verdini”
A completare il quadro c'è poi il vergognoso emendamento Lupi, o “salva Verdini”, che introduce nella legge una norma che consente agli italiani residenti in Italia di candidarsi in circoscrizioni estere. Ciò permetterebbe loro di sfuggire ai partiti parlamentari di spostare gli impresentabili in Europa, togliendosi così dall'imbarazzo di riproporgli agli elettori ma in spregio della legalità e della decenza politica.
La norma è stata approvata con 337 voti favorevoli e difesa strenuamente persino dai piddini Fiano e Rosato, con la Santanchè che invece fa lo scaricabarile sostenendo che l'emendamento favorirebbe non Verdini ma Alfano. Poco cambia, sicuramente in questo parlamento di nominati e corrotti sarebbe ben più di uno squallido personaggio a guadagnarci, ma comunque la norma non fa che aggiungere un ulteriore ragione per opporsi a questa legge.

Come opporsi?
Il vergognoso inciucio e la condotta fascista del governo e del PD per imporre la loro legge elettorale rendono ancora più valida e potente l'arma dell'astensionismo elettorale tattico, che è tra l'altro ormai l'unico strumento a disposizione di chi voglia far sentire forte e chiaro il proprio NO ai giochini di palazzo fatti unicamente per perpetuare la sopravvivenza dei politicanti borghesi corrotti, comprati e venduti. E ci dà un'altra prova che la via parlamentare non porta al vero cambiamento, per arrivarci occorre seguire la via rivoluzionaria dell'Ottobre e della lotta di classe.

18 ottobre 2017