A Vittoria (Ragusa) patti mafiosi per i voti. La Stidda decideva appalti e assunzioni
Arrestato ex sindaco PD Indagato il successore di “centro-destra”
L'arrestato Giuseppe Nicosia accusato di scambio elettorale politico-mafioso. L'indagato Moscato è accusato di corruzione elettorale
Il sindaco Moscato deve dimettersi

Con l'accusa pesantissima di voto di scambio con la mafia, il 21 settembre l'ex sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia, boss di primo piano del PD nel ragusano, è stato arrestato dai finanzieri del Comando Provinciale di Catania.
Nell'inchiesta della procura di Catania denominata “Exit pool” risulta indagato anche l'attuale sindaco di “centro-destra” Giovanni Moscato accusato di corruzione elettorale.
Il lavoro degli inquirenti si basa sulle documentate promesse di favori e assunzioni fatte da Nicosia durante le ultime elezioni amministrative ad alcuni affiliati appartenenti alla mafia in cambio di consistenti pacchetti di voti.
In manette è finito anche Fabio Nicosia, fratello dell'ex sindaco, attuale consigliere comunale candidato alle regionali nella lista con Rosario Crocetta.
Agli arresti domiciliari sono finiti invece Giambattista Puccio detto "Titta u ballerinu", ritenuto affiliato a Cosa Nostra e alla Stidda, Venerando Lauretta, condannato per l'appartenenza al clan Dominante - Carbonaro, Raffaele Di Pietro e Raffaele Giunta, "entrambi gravati - scrivono gli inquirenti nel mandato di arresto - da vari precedenti penali; i due risultano aver svolto un ruolo di intermediazione attiva nell’accordo criminale stretto tra politica e mafia".
L'intreccio politico-mafioso descritto dalla Dda di Catania guidata dal procuratore Carmelo Zuccaro è a dir poco inquietante in quanto coinvolge sia le vecchie amministrazioni di centro “sinistra” che quella attuale di centro destra guidata appunto da Moscato.
Secondo gli inquirenti i fratelli Nicosia tenevano contatti diretti con esponenti della Stidda, gruppo attivo nella gestione economica di interi settori del Vittoriese come la raccolta della plastica e la produzione degli imballaggi per i prodotti ortofrutticoli. Ai lavoratori della ditta incaricata dello smaltimento dei rifiuti, Nicosia avrebbe assicurato in assemblea la stabilizzazione. E, pur rimanendo fuori dal ballottaggio, l'ex sindaco PD, pur di tenere fede al suo patto con i clan, sarebbe riuscito ad ottenere l'assunzione al Comune di 60 netturbini facendo convergere i suoi voti, al ballottaggio, sul candidato del “centro-destra” Moscato poi risultato eletto a discapito della candidata PD Lisa Pisani.
Segno evidente che ormai non esiste più alcuna differenza politica e tantomeno ideologica fra i boss politici dei due schieramenti che da decenni si contendono la guida del comune. Le indagini ora confermano che anche l'attuale sindaco Mancuso è gravemente colluso con la mafia e quindi deve immediatamente dimettersi e l'attuale amministrazione di “centro-destra” deve essere sciolta per mafia.
Al centro delle indagini ci sono i verbali delle intercettazioni effettuati dagli inquirenti durante gli appuntamenti elettorali suffragate dalle dichiarazioni del pentito Biagio Gravina che fra l'altro ha dichiarato di essere stato assunto da Giuseppe Nicosia in persona nell’Amiu, azienda che in passato si occupava della raccolta dei rifiuti solidi urbani. Secondo gli uomini del Gico e della Tributaria sarebbe "emerso con chiarezza l’intreccio affaristico- politico-mafioso che, nella città di Vittoria, ha condizionato e orientato le scelte elettorali anche prima delle elezioni amministrative del 2016".
Secondo quanto risulta dagli atti, quando Gravina si è recato dall'allora sindaco PD di Vittoria, a introdurlo nell'ufficio sarebbe stato Raffaele Di Pietro, “che a sua volta favorì la latitanza di Gino Di Stefano, già reggente del clan Dominante”. E ancora, mentre lo stesso Gravina lavorava per l’Amiu, Giuseppe Nicosia e un responsabile dell’azienda, “tale Sussenti”, furono minacciati “dai ragazzi del quartiere San Giovanni di Vittoria”, guidati dai fratelli Campailla, poiché i posti di lavoro disponibili presso il Comune di Vittoria erano affidati sempre ai medesimi soggetti; quindi Marco Gambino, genero del presidente dell’Amiu, Gino Puccia, si rivolgeva a Biagio Gravina per intercedere presso i ragazzi di San Giovanni poiché Maurizio Di Stefano e Raffaele Di Pietro non erano riusciti a raggiungere un accordo con i Campailla. Gravina, invece, sarebbe riuscito a trovare un accordo con Davide Campailla per far cessare le ritorsioni nei confronti del sindaco e dei vertici dell’Amiu, inserendo i nominativi dei ragazzi del quartiere nelle liste di collocamento. A quel punto il sindaco Giuseppe Nicosia e suo fratello Fabio si sarebbero congratulati con lui per la mediazione ottenuta promettendo che per queste faccende non si sarebbero rivolti più a Paolo Cannizzo, ma allo stesso Gravina.
E ancora, nel periodo in cui lavorava nella discarica dell’Amiu, tale Di Martino si lamentava del fatto che Raffaele Di Pietro, per l’appoggio elettorale fornito a Fabio Nicosia durante le elezioni che avevano portato Rosario Crocetta alla presidenza della Regione, aveva ricevuto la somma di 10mila euro nonostante la moglie lavorasse nel Comune di Vittoria.
Le dichiarazioni di Biagio Gravina sono state confermate anche da un altro pentito, Rosario Avila, che ha iniziato a collaborare nell’ottobre 2015, sottolinenando come Giuseppe Nicosia, durante la campagna elettorale del 2006, ha avuto rapporti con il clan Dominante-Carbonaro, e in particolare con Raffaele Giunta, Raffaele Di Pietro, Salvatore Di Stefano detto “Turi u lupu” e Maurizio Di Stefano. Questi ultimi due, dopo le elezioni, furono assunti dal sindaco. Un episodio che aveva creato scandalo e una vasta eco mediatica, tanto che il sindaco era stato costretto a licenziarli, per poi subire ritorsioni e la momentanea rottura dei rapporti con il clan.
Giuseppe Nicosia è stato sindaco dell’importante comune ragusano per due mandati ed è tra i fondatori del Partito Democratico, come vanta lui stesso nella biografia pubblicata sul suo sito personale in cui si legge: “Avvocato civilista, patrocinante in Cassazione, ha tra l’altro patrocinato la difesa delle vittime di mafia, in processi di grande rilievo quali quello della strage di Vittoria o di Pizzolungo, anche attraverso l’assistenza presso il Ministero dell’Interno Fondo di Solidarietà per le vittime, per il riconoscimento dei loro diritti. Esponente del Partito Democratico, sin dalla sua costituzione, ha iniziato l’attività politica nel 1993 ne La Rete di Leoluca Orlando ed è stato presidente del consiglio provinciale di Ragusa prima di far parte dell’Amministrazione comunale di Vittoria con la carica di assessore e quindi dal 2002 di vicesindaco. Nel novembre 2002, è stato vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico, Associazione di Enti Locali impegnati contro la Criminalità. È al suo secondo mandato di sindaco di Vittoria. Candidato del PD, ha battuto il 13 giugno 2011, al ballottaggio, il candidato della destra Carmelo Incardona, ottenendo 16.684 voti.”

18 ottobre 2017