A Barcellona
Grande manifestazione per la libertà ai prigionieri politici
La settimana di mobilitazione era iniziata con lo sciopero generale in Catalogna. La prossima iniziativa si terrà a Bruxelles

L'11 novembre almeno 750 mila manifestanti sono scesi in piazza a Barcellona per chiedere il rilascio dei dirigenti della Generalitat catalana e delle organizzazioni indipendentiste messi in carcere dalla magistratura spagnola con le accuse di malversazione, sedizione e ribellione per aver organizzato il referendum illegale dell'1 ottobre per la secessione da Madrid e per la successiva dichiarazione d'indipendenza dell'autoproclamata Repubblica di Catalogna; l'ex presidente Carles Puigdemont e altri 4 ministri sono rifugiati in Belgio, in libertà condizionale in attesa del processo di esame del mandato di cattura europeo spiccato dalla giustizia spagnola. In realtà gli incarcerati sono prigionieri politici, ai quali i manifestanti di Barcellona hanno voluto dire “no esteu sols”, non siete soli.
Il fiume di manifestanti ha riempito i tre chilometri del grande viale nel centro della capitale catalana, dall'incrocio tra Carrer Pujades con Marina fino all'incrocio di Travessera de Gràcia. Alla testa della manifestazione erano schierati i parenti degli arrestati che hanno gridato “Libertà per i prigionieri politici” e “Siamo una Repubblica indipendente”. Fra i messaggi letti durante la manifestazione quello dell'ex vice presidente Oriol Junqueras che denunciava di essere stato messo in carcere dal governo di Mariano Rajoy, dagli “eredi del franchismo e la complicità del Psoe”, dei socialisti che di fatto tengono in piedi il governo di minoranza della destra.
Dopo il successo di questa manifestazione, le due organizzazioni indipendentiste Assemblea Nazionale Catalana (ANC) e Òmnium, i cui leader sono in carcere, hanno deciso di tenere la prossima manifestazione per la libertà dei prigionieri politici e per l'indipendenza della Catalogna a Bruxelles, nel cuore dell'Unione europea che ha avallato la repressione del governo spagnolo.
La manifestazione di Barcellona era stata preceduta da quelle per lo sciopero generale, convocato l'8 novembre in Catalogna dai sindacati locali indipendentisti per protestare contro l'arresto dei dirigenti indipendentisti e chiedere la libertà dei prigionieri politici. Uno sciopero che ha avuto successo in particolare in vari settori del pubblico impiego; lavoratori in sciopero e manifestanti hanno bloccato per diverse ore tutte le autostrade e molte strade e linee ferroviarie, in molti casi i manifestanti che bloccavano le strade erano presi e spostati di peso dagli agenti.
A Barcellona i manifestanti si riunivano nella piazza Sant Jaume, davanti al Comune e all’edificio della Generalitat, bloccavano le strade e nella serata anche la centrale stazione di Sants.
Sul palco della manifestazione di Barcellona dell'11 novembre erano fianco a fianco vari dirigenti dei partiti indipendentisti e della coalizione della sindaca della città Ada Colau, di cui fa parte l'organizzazione locale di Podemos. Si presenteranno però divisi alle prossime elezioni del 21 dicembre; ciascuno separato i due partiti della coalizione che reggeva il governo della Generalitat, il PDECat con Carles Puigdemont capolista e l'ERC con il lista Oriol Junqueras, così come l'organizzazione della sinistra indipendentista CUP che appoggiava il governo catalano. Per conto proprio anche la coalizione Catalunya en comú di Ada Colau che ha appena rotto il patto di governo di Barcellona con il PSC, i socialisti catalani che hanno appoggiato la repressione di Madrid. Da ricordare però che Podemos difendeva il diritto di voto nel referendum ma non la secessione e ha fatto fuori i dirigenti locali che appoggiavano l'indipendenza.
 
 

15 novembre 2017