All'Assemblea generale della FILCTEM-CGIL di Firenze
I lavoratori invocano lo sciopero generale contro la pensione a 67 anni e la Legge di bilancio
Il Segretario regionale toscano Fabio Berni nella replica ignora la richiesta

Martedì 21 novembre si è svolta l
l’Assemblea generale della FILCTEM-CGIL di Firenze, avente all’ordine del giorno, fra l’altro, le proposte del sindacato di modifica alla Legge di bilancio 2018 sul capitolo riguardante il sistema pensionistico.
Davanti a 40 delegate e delegati della categoria dei calzaturieri, tessili, energia, chimici e manifatturieri e alla presenza del Segretario regionale toscano FILCTEM Fabio Berni, l’Assemblea generale è iniziata con la discussione e votazione della proposta di integrazione nella Segreteria fiorentina della categoria di due funzionari sindacali.
Esauritesi discussione e votazione si è passati al punto all’ordine del giorno riguardante le pensioni con la relazione del Segretario fiorentino FILCTEM Bernardo Marasco.
Egli ha esordito denunciando la drammatica situazione della disoccupazione giovanile e si è detto preoccupato sul futuro del pensionamento di detti giovani, prendendo a riferimento la discontinuità delle loro prestazioni lavorative e dei versamenti contributivi per accedere alla pensione. Ha continuato dicendo che oggi la famiglia (nonni e genitori) si è sostituita allo Stato per quanto riguarda la protezione sociale dei propri figli e nipoti e che, per queste ragioni, la battaglia sulle pensioni riguarda il futuro dell’Italia. Sulla trattativa governo-sindacati, aggiornata alla data dell’incontro di sabato 18 novembre, ha detto che le risposte del governo alle richieste sindacali per quanto riguardava la CGIL non erano sicuramente soddisfacenti. Ha concluso affermando: “Sarà molto importante marcare il significato strategico della nostra battaglia, anche perché CISL e UIL sono pronte a firmare. Quindi ci sarà una mobilitazione della sola CGIL!”.
Si è passati agli interventi, per la maggior parte significativi ed interessanti.
Una combattiva funzionaria ha detto che il governo ha già da tempo pensato alle imprese abolendo l’articolo 18 e imponendo il Jobs Act, che la battaglia sulle pensioni è importante e che era sicura del fatto che tanti iscritti CISL e UIL e lavoratori in generale non saranno sicuramente d’accordo con la posizione espressa dai vertici stessi di CISL e UIL.
Un delegato di un'azienda farmaceutica del Valdarno fiorentino ha detto che la Camusso non si può svegliare ora e ha criticato con forza il perseguire l’unità a tutti i costi con le dirigenze di CISL e UIL, concludendo l’intervento: “Qui ci vuole non una manifestazione ma lo sciopero!”.
Così un delegato di un'azienda farmaceutica della Piana fiorentina ha affermato che la CGIL ha purtroppo ormai perso troppo tempo e che adesso è difficile parlare ai giovani, che i lavori sono tutti usuranti e che non si può richiamare ogni tanto ad una manifestazione (alludendo al fatto che ci vuole lo sciopero).
Un delegato di un'azienda chimica di Sesto Fiorentino ha dichiarato che la tessera del PD non può stare in tasca ai sindacalisti perché quel partito è contro i lavoratori e che per fare il bene dei lavoratori stessi bisogna star loro accanto.
Un funzionario sindacale ha richiamato allo sciopero generale, così come un delegato del settore energia.
Sono intervenuto anch’io e avendolo fatto tra i primi le parole che ho detto hanno avuto l’effetto dirompente di far aumentare le richieste di intervento.
Ho esordito denunciando la grave situazione venutasi a creare alla “RIFLE” di Barberino del Mugello dove l’arroganza padronale ha raggiunto livelli inaccettabili, con 5 licenziamenti in pochi giorni e il crearsi di un clima terroristico in fabbrica dove i padroni costringono le lavoratrici e i lavoratori alla riduzione dell’orario di lavoro pena il licenziamento. Ho detto: “Quei lavoratori non vanno lasciati soli e la tracotanza padronale va fermata. Si deve invertire la tendenza e se si riuscirà a respingere i licenziamenti ne trarrà beneficio tutto il movimento dei lavoratori!”. Ho proseguito criticando in toto la Legge di bilancio reputandolo come l’ennesimo regalo miliardario ai padroni, ai ricchi, agli speculatori. Poi ho denunciato l’atteggiamento tenuto dal governo Gentiloni e dai sindacati complici sul tema delle pensioni concludendo così: “La risposta di CGIL e lavoratori deve essere forte e decisa, lo sciopero non deve essere usato come una minaccia a vuoto. Lo sciopero ci vuole subito, generale e di otto ore, con manifestazione nazionale a Roma per affossare una Legge di bilancio che va contro gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori!”.
L’intervento è stato largamente e sinceramente applaudito dai presenti, alcuni mi hanno rivolto gesti convinti di sostegno.
Finiti gli interventi si è passati alle conclusioni tenute da Berni, il quale, facendo ben trasparire la linea della destra maggioritaria della CGIL, non ha tenuto assolutamente di conto delle richieste di tanti delegati che chiedevano con forza lo sciopero generale. Anzi ha ribadito che ci si deve impegnare per garantire la massima presenza alla manifestazione del 2 dicembre (era arrivata nel frattempo da Roma la notizia della rottura governo/CGIL).
Reputo la riunione svoltasi molto indicativa e utile per capire la reale volontà della dirigenza sindacale CGIL. Credo che sia venuta davvero l’ora di pigiare sull’acceleratore per costruire dal basso il Sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati.
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
Andrea, operaio del Mugello (Firenze)

29 novembre 2017