Marx su Marx
Citazioni tratte dal Carteggio di Marx

Tra parentesi quadre […] compaiono le note dei curatori.
 
1844
 
Le sarei molto obbligato, se al massimo entro martedì volesse informarsi se Frank vuole assumersi la pubblicazione dell'opuscolo contro Bauer [“La sacra famiglia”] oppure no.
Mi è completamente indifferente, in che modo vorrà decidersi.
Io sono in grado di avere in ogni momento un editore straniero. Solo, proprio questo opuscolo, per il quale anche la singola parola è importante, mi piacerebbe vederlo stampare sotto i miei occhi e poterlo correggere io stesso.
(Marx, Lettera a Heinrich Börnstein, autunno 1844, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 430)
 
1845
 
Ho appreso da fonti sicure che alla Prefettura di polizia esistono ordinanze contro di Lei, me e alcuni altri, secondo le quali dobbiamo lasciare Parigi e la Francia tra ventiquattro ore, entro il lasso di tempo più breve possibile.
(Marx, Lettera a Arnold Ruge, gennaio 1845, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 433)
 
L'editore Leske è stato da me poco fa. Egli pubblica a Darmstadt una rivista trimestrale esente da censura. Io, Engels, Hess, Herwegh, Jung, ecc. collaboreremo. Mi ha pregato di chiederLe la Sua collaborazione, in poesia o in prosa. Ella certamente non rifiuterà, giacché bisogna che sfruttiamo ogni occasione di arrivare anche in Germania.
Tra tutte le persone che io lascio qui, lasciare Heine è la cosa che più mi dispiace. Se potessi La impacchetterei, per portarLa via con me.
(Marx, Lettera a Heinrich Heine, 12 gennaio 1845, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 434)
 
Mia moglie manda a Lei e alla Sua consorte molti saluti. Ieri l'altro sono stato all'Administration de la sûreté publique [pubblica sicurezza (polizia)] di qui, e ho dovuto dichiarare per iscritto di non pubblicare nulla su questioni di politica attuale nel Belgio.
(Marx, Lettera a Heinrich Heine, 24 marzo 1845, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 435)
 
La prego di inviare – sul mio conto, Lei potrà spiccare una tratta su di me comprendente anche l'importo di questa lettera, - tre esemplari della “Sacra Famiglia” a mio nome immediatamente a Parigi al Signor Herwegh, rue Barbet-Jouy, Faub. St. Germain, al Signor Heine rue du Faub. Poissonnière Nr. 46, e al Signor Bernays, 12, rue de Navarin. Da molte parti mi sono giunte lamentele per lettera sul fatto che a Parigi non si trovino esemplari.
(Marx, Lettera a Löwenthal, 9 maggio 1845, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 436)
 
1846
 
Da quando ho lasciato Parigi, mi sono proposto più volte di scriverLe; circostanze indipendenti dalla mia volontà me lo hanno tuttavia impedito fino ad ora; La prego di credere che gli unici motivi del mio silenzio sono il troppo daffare, fastidi collegati a un cambiamento di domicilio ecc.
E ora entriamo subito in medias res [in argomento]. Insieme ai miei due amci, Friedrich Engels e Philippe Gigot (ambedue a Bruxelles), ho organizzato una corrispondenza regolare con i comunisti e socialisti tedeschi, la quale si occuperà sia della discussione di questioni scientifiche, sia di fornire un panorama critico degli scritti popolari, sia – infine – della propaganda socialista che è possibile svolgere in Germania con questo mezzo. Lo scopo principale della nostra corrispondenza sarà, tuttavia, quello di stabilire il collegamento dei socialisti tedeschi con i socialisti francesi e inglesi, di tenere al corrente gli stranieri sui movimenti socialisti che si svilupperanno in Germania e informare i tedeschi in Germania sul progresso del socialismo in Francia e in Inghilterra. In questo modo potranno venire alla luce le divergenze di opinioni, e si giungerà ad uno scambio di idee e ad una critica imparziale. Questo è il passo che il movimento sociale deve fare nella sua forma di espressione letteraria onde liberarsi della limitatezza nazionale . E nel momento dell'azione è sicuramente di grande utilità per tutti l'essere informati sullo stato delle cose all'estero con la stessa esattezza che su quello nel proprio paese.
La nostra corrispondenza abbraccerà, oltre i comunisti in Germania, anche i socialisti tedeschi a Parigi e a Londra. I nostri collegamenti con l'Inghilterra sono già stabiliti; per quanto riguarda la Francia, noi crediamo tutti che non potremmo avere costà un corrispondente migliore di Lei: Lei sa che gli inglesi e i tedeschi hanno saputo finora apprezzarLa meglio dei Suoi concittadini.
Lei vede dunque che si tratta solo di stabilire una corrispondenza regolare e di garantirle i mezzi per seguire il movimento sociale nei vari paesi, onde giungere a risultati ricchi e molteplici, quali il lavoro di un singolo individuo mai sarebbe in grado di ottenere.
Nel caso che Ella voglia accettare la nostra proposta, le spese postali delle lettere che Lei riceverà, come pure di quelle che Lei ci invierà, saranno sostenute da noi, poiché le collette organizzate in Germania sono destinate a coprire le spese di corrispondenza.
L'indirizzo di qui a cui dovrebbe scrivere è: Signor Philippe Gigot, 8, rue Bodenbroek. Questi firmerà anche le lettere da Bruxelles.
Non ho bisogno di aggiungere che tutta quanta la corrispondenza richiede il massimo segreto da parte Sua, giacché i nostri amici in Germania debbono agire con la massima circospezione per non compromettersi.
Ci risponda presto e creda alla sincera amicizia del Suo devotissimo Karl Marx.
(Marx, Lettera a Pierre-Joseph Proudhon, 5 maggio 1846, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 444-445)
 
Il secondo volume [dell'“Ideologia tedesca”] è quasi finito. Sarebbe estremamente opportuno che la stampa cominciasse, non appena arrivano i manoscritti del primo volume (la cosa migliore è spedirli in due mandate). (…)
Per quanto riguarda la parte in comune, Engels – qui vicino a me – sta rispondendoti. Ti confesso francamente che le notizie che mi dai mi hanno colpito assai sgradevolmente.
Tu sai che io mi trovo in gravi difficoltà finanziarie. Per tirare avanti qui negli ultimi tempi, ho venduto le ultime cose d'oro e d'argento e una gran parte della biancheria di lino. Per risparmiare ho rinunciato, per il momento, anche ad avere casa per conto mio e mi sono trasferito qui nel Bois Sauvage. Altrimenti avrei dovuto trovare una nuova domestica, perché l'ultima bambina viene ora svezzata.
Inutilmente ho cercato a Treviri (presso mia madre) e a Colonia da uno dei suoi amici in commercio di ottenere 1.500 franchi, che mi sono necessari per rimettermi a posto. Le notizie editoriali sono per me tanto più sgradevoli, in quanto speravo di ottenere questa somma come anticipo sull'Economia.
Certo, a Colonia esistono altri borghesi, che forse mi anticiperebbero il denaro a una certa scadenza. Solo che questa gente, da un bel pezzo, ha preso un indirizzo che è esattamente opposto ai miei princípi, e io non vorrei esser loro obbligato in alcun modo.
Quanto all'onorario di questa pubblicazione, come sai, a me spetta solo la metà per il primo volume.
Come se non bastassero i miei fastidi personali, sono bombardato, nella mia veste di curatore della pubblicazione, di lettere di sollecito da tutte le parti ecc. (…)
Come vedi, da tutte le parti miseria! In questo momento non so che fare.
Un'altra volta ti scriverò una lettera di risposta. Scusami per il mio silenzio, considerando che alla massa di lavoro, ai doveri familiari ecc. si è aggiunta anche tutta questa pressione finanziaria.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 14 maggio 1846, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 447-448- 449-450)
 
Alla lettera, nella quale Ella mi spiegava le Sue riserve a proposito della pubblicazione [“Critica della politica e dell'economia politica”], Lei ha ricevuto risposta a giro di posta. Per quanto riguarda la Sua domanda a proposito della “scientificità”, io Le rispondevo: il libro è scientifico, ma non scientifico nel senso del governo prussiano ecc. Se ha la bontà di ricordarsi della Sua prima lettera, ricorderà anche di avere scritto molto impaurito a causa della diffida prussiana e della perquisizione poliziesca che da poco era avvenuta a casa Sua. Al tempo stesso io Le scrissi che mi sarei occupato di trovare un altro editore.
Io ho ricevuto da Lei una seconda lettera, nella quale Ella da un lato annullava il contratto editoriale, dall'altro era d'accordo che l'anticipo fosse rimborsato sotto la forma di un pagamento all'eventuale nuovo editore.
A questa lettera Ella non ha ricevuto una ulteriore risposta, perché credevo di poterLe dare in breve tempo una risposta positiva, cioè l'annuncio che si era trovato un altro editore. Come tutto ciò sia andato per le lunghe, verrà a saperlo subito. Che io abbia accettato la Sua proposta riguardante il rimborso dell'anticipo come cosa del tutto naturale , lo può desumere dalla circostanza che, nell'unica sede dove ho fatto dei passi per la pubblicazione, ho fatto dichiarare al tempo stesso che, alla consegna del manoscritto, a Lei avrebbero dovuto essere rimborsati 1.500 franchi. La prova di tutto ciò può essere fornita in ogni momento . Del resto ne sono testimoni anche Engels e Hess.
D'altro lato, Ella ricorderà che, vuoi a Parigi vuoi nel contratto scritto, nulla era stato stabilito sulla forma più o meno rivoluzionaria del mio scritto. Che al contrario allora io ritenevo di dover pubblicare contemporaneamente i due volumi, perché la pubblicazione del primo volume avrebbe comportato il divieto o la confisca del secondo. Heinrich Bürgers di Colonia era presente e può testimoniarlo. Parlando giuridicamente , dunque, Lei non aveva il diritto di porre nuove condizioni o di rifiutare l'edizione, allo stesso modo che io, dal punto di vista giuridico, non sono obbligato né a rimborsare l'anticipo, né ad accettare le Sue nuove proposte, né a modificare il mio lavoro. Ma sul fatto che io non potrei pensare neppure per un momento di comportarmi con Lei secondo il punto di vista giuridico , in particolare perché Ella non era affatto obbligata contrattualmente a pagarmi un anticipo che io piuttosto dovevo considerare ed ho considerato come un atto di pura amicizia: su questo fatto mi pare non sia necessario intrattenersi. Come finora io ho liberato degli editori (per esempio Wigand e Fröbel, quando si stampavano i “Deutsch-Französische Jahrbücher”, ed altri editori come presto Le dirò) dagli obblighi assunti contrattualmente e giuridicamente esigibili senza fare storie e nonostante gravi perdite pecunarie, così non mi è mai passato per la testa di togliere un centesimo a un editore qualsiasi, anche quando lo potevo fare dal punto di vista giuridico. Non si vede assolutamente per qual ragione avrei dovuto fare un'eccezione con Lei, che mi ha reso un favore particolare.
Per quanto riguarda il ritardo della risposta, ho da dirLe quanto segue:
Alcuni capitalisti in Germania avevano accettato di pubblicare vari scritti miei, di Engels e di Hess. Vi era perfino la prospettiva di un vasto accordo formale editoriale, che doveva essere esente da ogni riguardo verso la polizia. Attraverso un amico di quei signori, mi era inoltre stata praticamente assicurata la pubblicazione della mia “Critica dell'economia” ecc. Lo stesso amico si è trattenuto a Bruxelles fino a maggio per portare al sicuro oltre confine il manoscritto del primo volume della pubblicazione [“L'ideologia tedesca”] curata sotto la mia redazione e con la collaborazione di Engels ecc.. Una volta in Germania, egli avrebbe dovuto inoltre scrivere definitivamente se l'“Economia politica” fosse stata accettata oppure no. Giunsero invece notizie indefinite o nessuna notizia e, dopo che la maggior parte del manoscritto del secondo volume di quella pubblicazione era già stato inviato in Germania, quei signori hanno scritto finalmente, da pochissimo tempo, che tutta la faccenda è finita nel nulla , poiché essi hanno impegnato altrove il loro capitale. Da ciò la risposta definitiva a Lei è stata ritardata. Una volta che tutto era stato deciso, mi misi d'accordo con il signor Pirscher di Darmstadt, che si trovava qui, per fargli trasmettere una mia lettera per Lei.
A causa di quella pubblicazione combinata con i capitalisti tedeschi io avevo rimandato l'elaborazione della “economia”. Mi sembrava infatti molto importante far precedere alla mia argomentazione positiva uno scritto polemico contro la filosofia tedesca e contro il socialismo tedesco fino ad oggi. Questo è necessario per preparare il pubblico al punto di vista della mia economia, la quale si contrappone risolutamente a tutta quanta la scienza tedesca fino ad oggi. Si tratta del resto dello stesso scritto polemico di cui Le avevo scritto, in una delle mie lettere, che avrebbe dovuto essere terminato prima di pubblicare l'“economia”.
Tanto di tutto ciò.
Alla Sua lettera di questi giorni rispondo come segue:
I. Nel caso che Ella non pubblichi l'opera, dichiaro che Ella riceverà senza discussioni l'anticipo nel modo che vorrà indicare.
Altrettanto indiscutibile è però che, nel caso io ricevessi da un altro editore una somma inferiore all'onorario stipulato con Lei, Ella dovrebbe partecipare alla perdita nella stessa misura di me, poiché il ricorso ad un altro editore è stato provocato da Lei, non da me.
II. Vi sono prospettive per la pubblicazione del mio libro. Ieri l'altro ho ricevuto una lettera dalla Germania, nella quale mi si annuncia che si vuole fondare una casa editrice per azioni destinata alla pubblicazione di opere comuniste, la quale volentieri aprirebbe le pubblicazioni con la mia opera. Tuttavia io considero la faccenda ancora così indeterminata che, in caso di necessità, mi rivolgerò anche ad altri editori.
III. Poiché il manoscritto quasi concluso del primo volume della mia opera è rimasto qui da tanto tempo, non lo farò stampare senza sottoporlo ancora una volta ad una revisione di contenuto e di stile. Si capisce che un autore, il quale continua a lavorare, non può più lasciare stampare letteralmente dopo sei mesi ciò che ha scritto sei mesi prima.
A ciò si aggiunga che i “Fisiocrati”, due volumi in folio, sono apparsi solo alla fine di luglio e arriveranno qui solo tra alcuni giorni, sebbene la pubblicazione ne fosse stata annunciata già durante il mio soggiorno a Parigi. A questo punto è necessario tenerne assolutamente conto.
Il libro ora verrà rielaborato in modo tale, da potere essere pubblicato anche nella Sua casa editrice. Del resto, presa visione del manoscritto, Lei è libero di farlo pubblicare sotto il nome di un'altra casa.
IV. Per quanto riguarda il tempo, ho da dire quanto segue: a causa della mia salute assai malandata, sono costretto a prendere dei bagni di mare a Ostenda durante il mese di agosto e inoltre sono occupato dalla preparazione dei due volumi della pubblicazione suddetta. Nel mese di agosto dunque non potrà accadere gran che.
La revisione del primo volume sarà pronta per la stampa alla fine di novembre . Il secondo volume, che ha un carattere più storico, potrà seguire immediatamente.
V. In una delle mie lettere passate Le ho già scritto che il manoscritto aumenterà di 20 sedicesimi rispetto a quelli stabiliti, sia a causa del materiale aggiunto in Inghilterra, sia per le esigenze derivate dalla rielaborazione.
Poiché tuttavia il contratto era concluso, ero deciso, come Lei si ricorderà da una delle mie lettere passate, a contentarmi dell'onorario già stabilito, nonostante che il numero dei sedicesimi fosse aumentato di circa un terzo. Avrebbe nociuto al libro, se io avessi pubblicato a parte il materiale nuovo. Neppure avrei esitato a sopportare lo svantaggio commerciale nell'interesse dell'opera. Io non volevo né rompere il contratto né nuocere al successo del libro.
Poiché invece, secondo la Sua scorsa lettera, sono io a dover decidere di riprendere il contratto, dovrei aggiungere come nuova condizione che i sedicesimi in più di quelli stabiliti mi vengano compensati in proporzione. Io credo che questa richiesta sia tanto più equa, in quanto il mio guadagno sarà già di per sé assai scarso, sia a causa del viaggio e del soggiorno in Inghilterra richiesti dalla mia opera, sia perché ho dovuto procurami un gran numero di pubblicazioni molto care.
Per concludere: io desidero che la mia opera appaia presso di Lei, purché ciò avvenga a condizioni in qualche modo ragionevoli e perché Ella ha sempre dimostrato liberalità e amicizia nei miei riguardi.
Se ce ne fosse bisogno, potrei dimostrarLe, in base a numerose lettere giuntemi dalla Germania e dalla Francia, che questa opera è attesa con grande curiosità dal pubblico.
(Marx, Lettera a Carl Wilhelm Leske, 1° agosto 1846, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 453-454-455-456-457)
 
Avrei risposto già da molto tempo alla Sua lettera del 1° novembre, se il mio libraio non mi avesse inviato il libro di Proudhon “Philosophie de la misère” solo la settimana scorsa. L'ho scorso in due giorni, onde poterLe comunicare immediatamente la mia opinione. Siccome ho letto il libro molto in fretta, non sono in grado di scendere in particolari e non posso che comunicarLe l'impressione generale che mi ha fatto. Se Lei lo desidera, potrei addentrarmi in particolari in una seconda lettera.
Le confesserò apertamente che, in generale, trovo questo libro cattivo, anzi pessimo. (…)
L'unico punto nel quale io mi trovo completamente d'accordo con Proudhon, è il suo disgusto per il sentimentalismo socialista. Già prima di lui, io mi sono attirato molte inimicizie per aver preso in giro il socialismo imbecille, sentimentale, utopistico. Ma Proudhon, a sua volta, non è preda di illusioni singolari, quando contrappone il suo sentimentalismo di piccolo borghese, intendo dire le sue smancerie sulla vita familiare, l'amore coniugale e tutte queste banalità al sentimentalismo socialista, che, per esempio in Fourier, ha molta più profondità delle banalità presuntuose del nostro buon Proudhon? (…)
Proudhon è dalla testa ai piedi filosofo, economista della piccola borghesia. (…)
Avrei voluto poterLe mandare, insieme a questa lettera, il mio libro sull'economia politica [“Critica della politica e dell'economia politica”], ma finora non mi è stato possibile fare stampare questa opera né le critiche ai filosofi e ai socialisti tedeschi, di cui Le avevo parlato a Bruxelles. Ella non può immaginarsi quali difficoltà incontri in Germania una pubblicazione simile, da parte della polizia da un lato, dall'altro da parte degli editori, i quali sono poi i rappresentanti interessati di tutte le correnti che io combatto. E per quanto riguarda il nostro partito, non solo esso è povero, ma un gruppo assai forte all'interno del partito comunista tedesco me ne vuole, perché io mi oppongo alle sue utopie e declamazioni.
(Marx, Lettera a Pavel Vasilevič Annenkov, 28 dicembre 1846, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 458-468-469-470)
 
1847

Tu sai che Vogler dal principio di maggio è in prigione ad Aquisgrana. Ciò ha reso per ora impossibile la stampa dell'opuscolo [“Lo status quo in Germania”] che tu ci hai spedito. Il primo terzo di esso mi è piaciuto molto. Agli altri due bisogna in ogni caso apportare mutamenti. Su questo punto sarò più dettagliato la prossima volta. (…)
Per il momento sono in tali strettezze finanziarie che devo ricorrere a spiccar cambiali. (…)
Circa dodici giorni fa Breyer mi fece un salasso, ma al braccio destro invece che al sinistro . Siccome ho seguitato a lavorare come se nulla fosse, la ferita, invece di cicatrizzarsi, è andata in suppurazione. La cosa avrebbe potuto divenir pericolosa e costarmi il braccio. Adesso è quasi guarita. Ma il braccio è ancora debole. Non devo affaticarlo.
(Marx, Lettera a Engels, 15 maggio 1847, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 91-92)
 
Mi affretto a confermarti l'arrivo della tua lettera. Da essa non ricevo altro che la conferma di ciò che sapevo già in anticipo, che cioè tutta la faccenda è un pettegolezzo miserabile. Volevo solo un paio di righe da parte tua, onde poter far vedere a Engels nero su bianco di qual natura sono le chiacchiere tedesche piccolo-borghesi a Parigi. Ti assicuro che da quando ho lasciato Parigi, nonostante tutte le mie precauzioni per rendermi introvabile e inaccessibile, queste vecchie comari mi hanno continuamente perseguitato con insulsaggini del genere. Solo con la massima sgarbatezza è possibile tenere a distanza questi imbecilli.
Mi dispiace solo di averti importunato nel tuo ritiro con questa roba. (…)
Ai miei manoscritti succede pressappoco ciò che capita alla “Brϋsseler-Zeitung”, e questi asini hanno anche il coraggio di scrivermi tutti i giorni, chiedendomi come mai non stampo nulla e addirittura rimproverandomi di aver preferito scrivere in francese piuttosto che non scrivere nulla. Dovremo ancora per lungo tempo espiare la colpa di essere nati teutoni.
Addio. Saluta tua moglie e te stesso cordialmente da parte di mia moglie e mia.
A Parigi troverai ancora un elenco degli errori di stampa nella mia roba francese [“Miseria della filosofia”]. Certi passi sono incomprensibili senza questo elenco.
Appena hai un'ora libera e niente di meglio da fare scrivi al tuo Marx.
(Marx, Lettera a Georg Herwegh, 8 agosto 1847, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 473-474-475)
 
Avrei dovuto dare a Engels una lettera per te, ma prima della tua partenza ci sono state tante di quelle cose da sbrigare, che questa fu trascurata e dimenticata.
La contessa Hatzfeldt mi aveva inoltre pregato di scriverti alcune righe di raccomandazione per lei. Credo che nel frattempo ne avrai già fatto la conoscenza. Per essere una tedesca, questa donna ha dimostrato molta energia nel duello con suo marito.
Qui a Bruxelles abbiamo fondato due associazioni democratiche pubbliche.
1. Una Associazione operaia tedesca che conta già circa 100 iscritti. Le discussioni sono in questa associazione del tutto parlamentari e ci si dedica anche a trattenimenti in società come canto, declamazione, teatro e altre cose del genere.
2. Una associazione più piccola di carattere cosmopolitico-democratico, di cui fanno parte belgi, francesi, polacchi, svizzeri e tedeschi. Se verrai qua, vedrai che nel piccolo Belgio si può fare di più per la propaganda immediata che nella grande Francia. Inoltre credo che, per quanto piccola, l'attività abbia su tutti un effetto assai vivificante.
3. È possibile che ci attendano vessazioni poliziesche, dato che ora il governo liberale è al timone dello Stato e i liberali sono sempre gli stessi.
Ma verremo a capo anche di loro. Qui non è come a Parigi dove gli stranieri si trovano isolati davanti al governo.
Data l'impossibilità di utilizzare in un modo qualsiasi il commercio librario in Germania nelle condizioni attuali, ho fatto i primi passi, d'accordo con alcuni tedeschi di Germania, onde fondare una rivista mensile sostenuta mediante contributi azionari. Nella provincia renana e nel Baden si è già messo insieme un certo numero di azioni. Cominceremmo immediatamente, appena raccolto il denaro necessario per tre mesi.
Se i contributi lo permettessero in qualche modo, si stabilirebbe qui una tipografia in proprio da utilizzare anche per la stampa di opere separate.
Da te vorrei sapere:
1. Se anche tu hai intenzione di raccogliere qualche azione per conto tuo (ogni azione è di 25 talleri).
2. Se vuoi collaborare e figurare come collaboratore sulla testata.
Ma ti scongiuro, dato che già mi sei debitore di una lettera da un bel pezzo, di superare questa volta la tua ripugnanza verso lo scrivere e di rispondere presto. Vorrei inoltre pregarti di chiedere a Bakunin per quale via, sotto quale indirizzo e in che modo, io possa far giungere una lettera a Tolstoi.
(Marx, Lettera a Georg Herwegh, 26 ottobre 1847, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 478-479)
 
Ragioni di partito, che qui non posso spiegare, mi hanno indotto a partire per Londra. Ho utilizzato questo viaggio anche per stabilire contatti tra l'Associazione democratica di Bruxelles e i cartisti inglesi, e arringare questi ultimi in un comizio pubblico. Forse ne ha letto qualche notizia nei giornali inglesi e francesi.
Ma quando partii, - e io sono costretto a rimanere ancora alcuni giorni qui, - la mia famiglia si trovava nella situazione più difficile e disperata. Non solo, mia moglie e i bambini sono malati. La mia situazione economica in questo momento è talmente critica, che mia moglie viene sottoposta dai creditori a una vera e propria persecuzione e si trova in miserevoli ristrettezze finanziarie.
La spiegazione di questa crisi è semplice. I manoscritti tedeschi [“L'ideologia tedesca”] non vengono stampati per intero. Ciò che se ne stampa, io lo cedo gratis solo per renderlo noto. Il mio opuscolo contro Proudhon [“Miseria della filosofia”] si è venduto assai bene. Ma riceverò una parte delle entrate solo a Pasqua.
Le entrate di mia moglie non bastano da sole, e da un certo tempo io sono in trattative con mia madre per ottenere almeno una parte del mio patrimonio. Sembra che ciò possa avvenire tra poco. Ma tutte queste cose sul momento non servono a nulla.
In questa situazione, che non mi vergogno di svelarLe apertamente, Lei mi salverebbe davvero dal peggio, se potesse fare avere a mia moglie una somma tra i 100 e 200 franchi. Naturalmente potrò restituirla, non appena le questioni finanziarie con la mia famiglia saranno regolate.
(Marx, Lettera a Pavel Vasilevič Annenkov, 9 dicembre 1847, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 480)
 
1848
 
Qui si è costituito un Comitato centrale, [della Lega dei comunisti a Parigi] dato che Jones, Harney, Schapper, Bauer, Moll si trovano qui. Io sono stato nominato presidente, e Schapper segretario. Sono membri Wallau, Lupus, Moll, Bauer ed Engels.
(Marx, Lettera a Engels, circa 12 marzo 1848, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 126)
 
In questi giorni non ho un momento di tempo per scrivere più dettagliatamente. Mi limito al necessario.
Flocon è molto ben disposto verso di te.
I “vagabondi” di qui ti dedicano tutti più o meno le loro ire. (Rissa con Scherzer ecc.)
Per quanto riguarda le mie cose, prendile con te fino a Valenciennes e là falle sigillare. Riceverò tutto franco di porto. Per quanto riguarda l'argento, ha già avuto il bollo qui a Parigi. Ma tu devi ad ogni modo andare a Valenciennes dalla persona che abita all'indirizzo che ti accludo. Per consiglio di Vogler mia moglie le ha mandato le chiavi dei bauli (che sono a Bruxelles), ma senza bollettino di spedizione. Queste chiavi devi andarle a prendere da lui, perché se no alla dogana di qui ci forzano tutte le serrature.
Per quanto riguarda i denari, spiega a Cassel che ti deve restituire la cambiale se non la vuole pagare. Poi forse Baillut la pagherà.
Fa fare i conti a Gigot e fagli pagare almeno il resto.
Per quanto riguarda Breyer, devi andare ancora una volta da lui e mostrargli che volgarità sia sfruttare la mia iattura per non pagarmi. Almeno una parte te la deve procurare. La rivoluzione non gli è costata un soldo.
Qui la borghesia torna ad essere terribilmente sfacciata e reazionaria, mais elle verra [ma ne vedrà delle belle].
Bornstedt e Herwegh si comportano da mascalzoni. Hanno fondato qui un'associazione nero-rosso-oro contre nous [contro di noi]. Il primo sarà cacciato oggi dalla Lega.
(Marx, Lettera a Engels, 16 marzo 1848, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 127-128)
 
Alla nota presentata dai signori Bornstedt ecc. stamattina, serva di risposta quanto segue:
1. A Marx non passa neppure per la testa di rispondere a chicchessia per un qualsiasi articolo di giornale tedesco.
2. A Marx non passa neppure per la testa di rispondere per un comitato o una deputazione dell'Associazione democratica tedesca, con cui egli non ha nulla a che fare.
3. Se i signori Bornstedt e Herwegh pretendono dichiarazioni, a titolo personale e non come membri di un comitato o di una associazione quale che sia, allora bisogna dire che già una volta in via privata e un'altra pubblicamente è stato detto al signor Bornstedt a chi deve rivolgersi.
(Marx e Engels, Lettera a Adalbert von Bornstedt e altri (copia scritta da Engels), 1º aprile 1848, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 487)
 
Qui abbiamo già sottoscritto parecchio [Si riferisce alle azioni della “Neue Rheinische Zeitung”] , e quindi potremo cominciare presto. Ma ora è necessario che tu avanzi delle richieste al tuo vecchio e che in generale tu spieghi definitivamente quel che c'è da fare a Barmen e a Elberfeld. (…)
Quasi quasi verrei costà, se da voi non ci fosse tutta questa paura.
(Marx, Lettera a Engels, prima del 25 aprile 1848, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 132)
 
Siccome la tua lettera arriva solo ora ch'è sera, non c'è più tempo di mettersi in giro per delle cambiali. Non c'è neanche più tempo di andare a casa mia. Ti mando quanto accludo, che è per l'appunto quello di cui dispongo, e inoltre un assegno di 50 talleri di Schulz a nome di un cittadino di Ginevra, dove tu puoi anche trovare altri aiuti.
Già da lungo tempo ho mandato a te e a Dronke a Parigi 50 talleri, e contemporaneamente il tuo passaporto a Gigot a Bruxelles.
Il giornale torna ad uscire, tale quale, dall'11 ottobre. Non è ora il momento di scriverti più in particolare, perché è necessario affrettarsi. Appena in qualche modo potrai, scrivi corrispondenze e articoli di una certa lunghezza. Ora, siccome sono tutti via eccetto Weerth, e Freiligrath è entrato solo da qualche giorno, io sono immerso nel lavoro fin sopra gli occhi, non arrivo a fare lavori più dettagliati, e oltre a ciò il tribunale fa di tutto per rubarmi il mio tempo.
Del resto il tuo vecchio ha scritto a Gigot chiedendo dove sei. A quel che dice ti vuole spedire del denaro. Io gli ho mandato il tuo indirizzo.
(Marx, Lettera a Engels, circa il 26 ottobre 1848, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 137)
 
Sono veramente sorpreso che tu non abbia ancora ricevuto denaro da me. Ti ho spedito io (non l'amministrazione) 61 talleri da tempo incalcolabile, 11 in moneta, 50 in cambiali a Ginevra, in busta all'indirizzo dato. Informati dunque e scrivi subito. Ho la ricevuta della posta e posso reclamare per riavere il denaro.
Inoltre avevo spedito 20 talleri a Gigot e più tardi 50 a Dronke per voi, sempre dalla mia cassa. Totale : 130 talleri circa.
Domani ti spedirò di nuovo qualcosa. Ma informati del denaro. Nella cambiale c'era insieme una raccomandazione per te ad un ricco filisteo di Losanna.
Io sono a corto di denaro. 1.850 talleri li avevo portati con me dal mio viaggio; 1.950 li ho ricevuti dai polacchi. 100 li ho consumati nel viaggio stesso. 1.000 talleri li ho anticipati al giornale (con quelli a te e agli altri profughi). 500 da pagare ancora per la macchina entro questa settimana. Restano 350. E inoltre non ho ancora ricevuto neppure un centesimo dal giornale.
Per quanto riguarda voi come redattori, io 1) ho comunicato subito fin dal primo numero che il comitato rimane lo stesso, 2) ho dichiarato a quegli scemi degli azionisti reazionari che restavano liberi di non considerarvi più come appartenenti al personale di redazione, ma che io restavo libero di pagare onorari tanto alti quanto io volessi, e che perciò loro dal punto di vista finanziario non avrebbero guadagnato nulla.
Sarebbe stato più ragionevole che io non avessi anticipato la grossa somma per il giornale, perché posso avere sulle spalle da tre a quattro processi per violazione della legge sulla stampa, posso essere imprigionato da un giorno all'altro e poi posso strillare per aver denaro come il cervo per aver l'acqua fresca. Ma si trattava di mantenere a tutti i costi questa fortezza e di non mollare la nostra posizione politica.
La cosa migliore – dopo che avrai sistemato a Losanna i tuoi affari pecuniari – è di andare a Berna e di eseguire il piano prestabilito. Inoltre puoi scrivere per tutto ciò che vuoi. Le tue lettere arrivano sempre abbastanza presto.
Che io abbia potuto piantarti in asso sia pure per un momento, è pura fantasia. Resti sempre il mio intimo, come spero di restare io per te.
Il tuo vecchio è un porco, a cui scriveremo una letteraccia degna di lui. K. Marx
(Marx, Lettera a Engels, metà novembre 1848, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 138-139)
 
Nel vostro Club democratico-monarchico [cioè l'Assemblea permanente di Düsseldorf, nella quale si trovavano membri del Club democratico popolare, dell'Associazione per una monarchia democratica e della Guardia civica] prendete queste decisioni:
1) Rifiuto generale di pagare le tasse – da propagandare specialmente nelle campagne;
2) gruppi di volontari a Berlino;
3) invio di denaro al Comitato centrale democratico di Berlino.
A nome del Comitato democratico della provincia di Renania [fondato nel luglio 1848 e presieduto da Marx] K. Marx
(privatamente)
Caro Lassalle,
se puoi mandarmi del denaro, siano i 200 telleri o anche il denaro per i buoni di prestito, te ne sarò molto obbligato. Mandalo a mia moglie, Cecilienstrasse 7. Oggi ho ricevuto un mandato di comparizione, è opinione generale che domani verrò arrestato. [Il 14 novembre 1848 Marx fu interrogato dal giudice istruttore per un articolo comparso nella “Neue Rheinische Zeitung”, ma non fu arrestato].
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 13 novembre 1848, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 493)
 
I giornali ti sono stati spediti. Se non è stato fatto prima, la colpa è tutta di quel somaro di Korff che, essendo io affaccendatissimo, cosa che viene ancora aggravata da continui mandati di comparizioni, non aveva fino ad ora eseguito i miei ordini. Per ora rimani a Berna. Appena puoi venire, te lo scriverò. Sigilla meglio le tue lettere. Una era stata aperta, come ho segnalato nel giornale (naturalmente senza nominarti).
Scrivi in modo esauriente su Proudhon , e dato che sei un buon geografo, sulla merda ungherese (questo sciame di popoli). Nel Proudhon non dimenticarmi, poiché ora i nostri articoli passano in moltissimi giornali francesi.
Scrivi anche contro la repubblica federale, per il che la Svizzera offre l'occasione migliore.
K. Heinzen ha pubblicato la sua vecchia robaccia contro di noi.
Il nostro giornale si muove sempre sul piano della sommossa, ma malgrado tutti i mandati di comparizione evita nella sua rotta il code penal [codice penale]. Ora è molto en vouge [in voga]. Pubblichiamo anche tutti i giorni dei manifesti. La révolution marche [la rivoluzione va avanti]. Scrivi regolarmente.
Ho progettato un piano sicuro per spremere denaro dal tuo vecchio, poiché ora non ne abbiamo affatto. Scrivi una lettera bussando a denari (il più disperatamente possibile, a me), raccontando i casi che ti sono capitati fino ad ora, ma in modo che io la possa comunicare a tua madre. Il vecchio comincia ad aver paura.
Spero di rivederti presto.
(Marx, Lettera a Engels, 29 novembre 1848, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 140-141)
 
Il nostro giornale in questo momento è sans sou [senza un soldo]. Ma gli abbonati. [… parola non decifrata]. Quei somari si accorgono finalmente che le nostre profezie erano sempre giuste; se il governo non ci sopprime, ai primi di gennaio saremo a posto, e allora farò di tutto per ricompensarLa delle Sue collaborazioni. Le Sue corrispondenze sono indiscutibilmente le migliori che riceviamo, esse rispondono in pieno alla nostra tendenza, e poiché dal nostro giornale sono passate in giornali francesi, italiani o inglesi, Ella ha contribuito molto ad illuminare il pubblico europeo.
Non posso neppure descriverLe i sacrifici di denaro e di pazienza che ho dovuto sopportare per tenere in piedi il giornale. I tedeschi sono dei somari scriteriati.
(Marx, Lettera a Eduard Müller-Tellering, 5 dicembre 1848), Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 494)

1849

Egregio Signore,
ieri l'altro due sottufficiali dell'8ª compagnia del 16º reggimento di fanteria sono venuti a casa mia per parlarmi in privato. Io ero partito per Düsseldorf. Perciò non furono ricevuti. Ieri pomeriggio sono venuti di nuovo due di questi signori chiedendo un colloquio privato.
Li feci entrare in una stanza nella quale li seguii immediatamente. Pregai i signori di accomodarsi e chiesi loro che cosa desideravano. Essi dichiararono di desiderare il nome dell'autore dell'articolo (n. 233 della “Neue Rheinische Zeitung” in data 28 febbraio) contro il signor capitano von Uttenhoven. Ai signori risposi: 1) che l'articolo in questione non mi riguardava, perché si trattava di una inserzione; 2) che essi erano liberi di pubblicare una controdichiarazione gratis; 3) che essi erano liberi di procedere legalmente contro il giornale. All'osservazione di questi signori, secondo cui l'intera ottava compagnia si riteneva offesa da quella inserzione, io replicai che solo le firme di tutti gli appartenenti dell'ottava compagnia avrebbero potuto convincermi dell'esattezza di questa affermazione, la quale del resto era irrilevante.
I signori sottufficiali mi dichiararono a questo punto che, se non avessi “consegnato” quell'uomo, essi non avrebbero potuto “trattenere i loro uomini”, e “sarebbe capitato un guaio”.
Replicai a quei signori che l'uso di minacce e intimidazioni era il meno adatto per ottenere qualcosa da me. Al che essi se ne andarono borbottando tra i denti.
(Marx, Lettera al Colonnello Engels, 3 marzo 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 505)
 
In questa lettera non ti scrivo per esteso. Prima mi devi rispondere se è arrivata intatta. Credo che le lettere vengano di nuovo aperte con amore.
Qui imperversa una reazione monarchica più sfacciata che sotto Guizot, paragonabile soltanto con quella dopo il 1815. Parigi è morne [cupa]. Inoltre il colera che infuria straordinariamente. Ciononostante mai a Parigi è stata più vicina di ora una colossale eruzione del cratere rivoluzionario. I particolari su di ciò più tardi. Sono a contatto con tutto il partito rivoluzionario e tra qualche giorno avrò a mia disposizione tutti quanti i giornali rivoluzionari. (…)
Da parte mia debbo chiedere che tu mi scriva almeno due volte la settimana regolarmente, e poi non appena accade qualche cosa d'importante.
Nella pagina letteraria della “Kölnische Zeitung” sul movimento del Palatinato, datato Dürkheim sulla Hardt, si dice tra l'altro:
“Il signor Marx, redattore della “Neue Rheinische Zeitung”, non è visto di buon occhio. Pare che egli stesso abbia dichiarato al Governo provvisorio che non è ancora venuto il momento suo, e che per ora si terrà in disparte”. Come va la faccenda? Questi disgraziati tedeschi di qui, coi quali del resto evito ogni incontro, cercheranno di diffondere la cosa a Parigi. Ritengo perciò opportuno che voi diciate addirittura in una corrispondenza sulla “Karlsruher” o sulla “Mannheimer Abendzeitung” che io sono a Parigi in qualità di rappresentante del Comitato centrale democratico . Lo ritengo utile anche perché per il momento, finché non è possibile raggiungere alcun risultato immediato, bisogna far credere ai prussiani che qui si macchinino terribili intrighi. Il faut faire peur aux aristocrates [bisogna far paura agli aristocratici].
Ruge qui è uno zero.
Che fa Dronke?
Del resto tu devi cercare di scovare in qualche parte del denaro per me. Tu sai che io ho dato via le ultime somme incassate, pour faire honneur aux obligations de la “Nouvelle Gazette Rhénane”, [per rispettare gli impegni della “Neue Rheinische Zeitung”], e nelle circostances [circostanze] attuali non posso né vivere del tutto ritirato, né tanto meno trovarmi in ristrettezze finanziarie.
Se ti è in qualche modo possibile, mandami un articolo in francese in cui riassumi tutta la faccenda ungherese.
(Marx, Lettera a Engels, 7 giugno 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 147-148-149)
 
Sono qui con la mia famille sans le sou [famiglia senza un soldo]. Eppure mi si è offerta una occasione con cui in un paio di settimane potrei fare dai 3 ai 4 mila franchi. Il mio opuscolo contro Proudhon, [“Miseria della filosofia”] che egli ha cercato di fare ignorare con tutti i mezzi, comincia infatti ad essere venduto qui, e dipende da me far pubblicare recensioni nei giornali più importanti, tanto da rendere necessaria una seconda edizione. Ma, perché questo mi sia utile, bisognerebbe che io comprassi gli esemplari ancora giacenti a Bruxelles e a Parigi e ne divenissi l'unico propriétaire [proprietario].
Con 3 o 400 talleri potrei fare questa operazione e contemporaneamente mantenermi qui per i primi tempi. Forse tu potresti aiutarmi in questo senso. (…)
Se da qualche parte non mi viene aiuto, sono perdu [perduto], perché anche la mia famiglia è qui, e gli ultimi gioielli di mia moglie hanno già preso la via del monte dei pegni.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 13 luglio 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 509-510)
 
Ti confesso che il comportamento di Lassalle desta il mio massimo stupore; mi ero rivolto personalmente a lui, e poiché io avevo prestato ad un dato momento del denaro alla contessa, e d'altra parte conosco la simpatia di Lassalle per me, ero ben lontano dal prevedere che sarei stato compromesso in questo modo. Al contrario, io gli avevo raccomandato la massima discrezione. Preferisco trovarmi nelle peggiori difficoltà che mendicare in pubblico. Gli ho scritto in proposito.
Questa faccenda mi fa andare su tutte le furie.
Parlons de politique, [parliamo di politica] perché così si dimenticano le porcherie private. In Svizzera la situazione si fa sempre più complicata, e adesso si aggiunge da parte italiana anche la Savoia. Sembra che l'Austria abbia il piano di ricuperare alla peggio in Italia ciò che ha perso con l'Ungheria. L'annessione austriaca del regno di Savoia costerebbe all'attuale governo francese la sua esistenza, se esso la tollerasse.
(Marx, Lettera a Ferdinand Freiligrath, 31 luglio 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 513)
Sono stato molto in pena per te e mi sono proprio rallegrato nel ricevere ieri una lettera di tua mano. Avevo fatto scrivere da Dronke (che è qui) a tuo cognato per avere informazioni. Naturalmente non sapeva nulla.
Tutta la mia famiglia è qui, il governo ha tentato di confinarmi nel Morbihan, le paludi pontine della Bretagna. Finora ho evitato l'esecuzione della sentenza. Ma se devo scriverti con maggior precisione sia sulla situazione in cui mi trovo qui che sulla situazione generale, devi mandarmi un indirizzo più sicuro, perché qui le cose vanno molto male.
Ora tu hai l'occasione migliore per scrivere una storia o un pamphlet sulla rivoluzione del Baden-Palatinato. Senza la tua partecipazione alla guerra stessa noi non avremmo potuto farci avanti con le nostre opinioni su questa buffonata. Nel far ciò puoi sostenere brillantemente la posizione della “Neue Rheinische Zeitung” di fronte al partito democratico in generale. Io sono convinto che la cosa andrebbe e ti frutterebbe del denaro.
Ho avviato delle trattative per metter su a Berlino un periodico (mensile) di economia politica, che dovrebbe essere scritto principalmente da noi due.
Anche Lupus è in Svizzera, credo a Berna. Weerth è stato qui ieri, impianterà una agenzia a Liverpool. Il rosso Wolff abita qui da me.
La situazione finanziaria è naturalmente dissestatissima.
Freiligrath è ancora a Colonia. Se mia moglie non fosse in un état par trop intèressant, [stato troppo interessante] lascerei volentieri Parigi, appena mi fosse finanziariamente possibile.
Addio. I migliori saluti a Willich e scrivi a giro di posta all'indirizzo: M. Ramboz, rue de Lille 45.
(Marx, Lettera a Engels, (circa il 1° agosto) 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 150-151)
 
Da Engels ho ricevuto ieri una lettera; si trova in Svizzera ed ha partecipato come aiutante di Willich a quattro scontri.
La spada di Damocle pende ancora sulla mia testa: la mia espulsione non è stata annullata, né per ora essa viene eseguita.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, (intorno al il 1° agosto) 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 516)
 
Accetto volentieri la proposta di Rühl, se egli si assume tutto l'aspetto commerciale, del quale io non capisco nulla e per il quale riceverà provvigioni. (…)
Avresti già potuto ricevere l'articolo, se la malattia di mia moglie e di tutti i miei figli non mi avesse ridotto per otto giorni ad una specie di infermiere.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, (metà agosto) 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 518)
 
Non so se tu abbia regolarmente ricevuto la mia prima lettera – risposta alla tua prima lettera inviata a mia moglie – dato che il tuo indirizzo era molto approssimativo. Avrei anche già risposto alla tua seconda, se tutta la mia famiglia qui presente non fosse stata malata ed io perciò nell'impossibilità di farlo. Ti ripeto ancora una volta che pena mia moglie ed io abbiamo passato per causa tua e con che gioia e sorpresa abbiamo ricevuto notizie sicure da te.
Dalla data vedrai che il ministro degli interni, in seguito al mio reclamo, per il momento mi ha lasciato in pace a Parigi. Il dipartimento Morbihan, che mi era stato assegnato, in questa stagione è letale: le paludi pontine della Bretagna. Darti comunicazione scritta sull'affare del 13 giugno, non sarebbe prudente in questo momento. Io non credo, o almeno non so, se il segreto epistolare venga rispettato.
(Marx, Lettera a Engels, 17 agosto 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 152)
 
Sono stato relegato nel dipartimento del Morbihan, le paludi pontine della Bretagna. Capirai che non mi presto a questo mascherato tentativo di omicidio. Perciò lascio la Francia.
Per la Svizzera non mi danno il passaporto, perciò debbo partire per Londra, e precisamente domani. Intanto la Svizzera sarà presto chiusa ermeticamente, i topi sarebbero presi in trappola con un sol colpo.
Oltre a ciò: a Londra ho prospettive c o n c r e t e di fondare un giornale tedesco. Una parte del denaro è sicura.
Tu dovrai dunque venire subito a Londra. Lo esige inoltre la tua sicurezza. I prussiani ti fucilerebbero due volte: 1) per il Baden, 2) per Elberfeld. Che stai a fare in quella Svizzera in cui non puoi far nulla?
Non hai alcuna difficoltà a venire a Londra, sia sotto il nome di Engels che sotto il nome di Mayer. Appena dichiarerai di voler venire in Inghilterra, otterrai dall'ambasciata francese un foglio di via per Londra.
Ci conto come cosa certa. Tu non puoi restare in Svizzera. A Londra faremo affari.
Per ora mia moglie resta qui. Scrivile sempre allo stesso indirizzo: 45, rue de Lille, M. Ramboz.
Ma ancora una volta, io conto con sicurezza che tu non mi pianterai in asso.
(Marx, Lettera a Engels, 23 agosto 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 155)
 
Posso scriverti solo alcune righe, perché da quattro-cinque giorni ho una specie di colerina e sono terribilmente indebolito.
Mia moglie mi ha scritto di accusare ricevuta della tua lettera con i 100 franchi. Pensa quanto è infame la polizia parigina; hanno infastidito perfino mia moglie, e solo con difficoltà le è riuscito ottenere il permesso di rimanere a Parigi fino al quindici settembre, la data fino a cui avevamo affittato là la nostra abitazione.
Adesso mi trovo veramente in una situazione difficile. Mia moglie è in stato di avanzata gravidanza, il quindici deve lasciare Parigi e io non so dove trovare i soldi necessari per la sua partenza e il suo trasferimento qui.
(Marx, Lettera a Ferdinand Freiligrath, 5 settembre 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 522)
 
Ti scrivo dopo un mucchio di tempo. Vessazioni borghesi di ogni genere, molte cose da sbrigare e infine la difficoltà con cui in generale scrivo lettere, debbono spiegarti il lungo silenzio. Finalmente sono riuscito a mettere in piedi la mia “Revue” post tot discrimina rerum, [dopo tante vicende di cose, Virgilio, Eneide] cioè ho uno stampatore e speditore ad Amburgo. Per il resto tutto viene fatto in conto privato. Il male è che in Germania passa sempre tanto tempo prima che si riesca a stampare.(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 19 dicembre 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 525)
 
1850
 
Engels, Seiler, Weerth, Willich ed io non verremo all'assemblea stabilita per il 3 gennaio, e ciò tra l'altro per i motivi seguenti:
1. La lista dei profughi politici invitati è stata fatta in modo arbitrario. Così mancano per esempio C. Schramm e F. Wolff.
2. Non è stato invitato neppure uno degli operai che da anni sono alla testa della democrazia tedesca a Londra.
(Marx, Lettera a Eduard Müller-Tellering, 1º gennaio 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 530)
 
Sia per la nostra “Revue”, come anche per la sua trasformazione graduale in rivista bisettimanale e poi settimanale e quindi, secondo le circostanze, in un giornale quotidiano – e parimenti per gli altri nostri interessi di propaganda – abbiamo bisogno di denaro. Denaro lo si può avere solo in America, dove adesso tutti i rivoluzionari a metà – per esempio un certo Anneke che nel Palatinato se l'è data vergognosamente a gambe ed ha dimostrato di non essere neppure un soldato – fanno mèsse di pomi d'oro.
Perciò abbiamo deciso di mandare immediatamente C. Schramm in America come emissario. Per questo viaggio, nell'estensione in cui lo progettiamo, abbiamo bisogno di almeno 150 talleri.
(Marx, Lettera a Ferdinand Freiligrath, 10 gennaio 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 531)
 
Dopo la lettera che Ella ha scritto ieri all'Associazione operaia, dovrei sfidarLa a duello, se Ella fosse ancora all'altezza di dare soddisfazione dopo le vergognose calunnie contro Engels e dopo il fondato verdetto di espulsione del comitato operaio. Io La attendo su di un altro terreno, per strapparLe dal viso l'ipocrita maschera del fanatismo rivoluzionario, dietro la quale Ella fino ad oggi è riuscita a nascondere abilmente i Suoi interessi meschini, la Sua invidia, la Sua vanità insoddisfatta e la Sua rabbia biliosa per il misconoscimento della Sua grande genialità da parte del mondo: un misconoscimento che ebbe inizio quando Ella fu bocciata all'esame di laurea.
Se avesse riflettuto un po', avrebbe dovuto presumere che, costretto in quanto testimone a comunicare una circostanza aggravante contro di Lei, nulla avrei tralasciato da parte mia per evitare uno scandalo che doveva compromettermi doppiamente: agli occhi dell'Associazione operaia, cui Ella fu raccomandata da me , agli occhi del pubblico per il quale Ella esiste solo grazie alla Sua collaborazione al mio giornale [“Neue Rheinische Zeitung”].
Le lettere che Lei mi ha scritto e che sono a disposizione per la pubblicazione, dimostrano che Ella ha tentato di tutto per impormi la parte del “Dalai-Lama democratico e proprietario del futuro”. Come può Ella provare che io abbia mai accettato una simile parte disgustosa? L'unica cosa che Lei poteva rimproverarmi era di non aver rotto immediatamente i rapporti con Lei e di non averLa denunciata agli altri dopo l'affare Klapka, sul cui carattere compromettente io Le dissi immediatamente e senza ambagi la mia opinione in presenza di testimoni. Confesso la mia debolezza. Solo la dichiarazione di Becker, secondo cui Ella quattro settimane prima dell'uscita del Suo opuscolo contro la “Westdeutsche Zeitung” sarebbe tornato a fargli profferte di collaborazione a quel giornale, questa dichiarazione, appoggiata dalle testimonianze di Freiligrath e Hagen, e solo le Sue calunnie contro Engels, inventate di sana pianta, mi hanno convinto del fatto che ciò che io avevo considerato come isolata sconsideratezza, era invece parte integrante di tutto un sistema. Del resto è stata una accortezza da parte Sua che Ella ieri abbia finito per non presentarsi alla data ultima, fissata da Willich su Sua richiesta. Ella sapeva che cosa aveva da attendersi da un confronto con me.
(Marx, Lettera a Eduard Müller-Tellering, 12 marzo 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 537-538)
 
Anche il Comitato dei profughi mi incarica di fare appello al vostro comitato. Noi abbiamo ora 60 profughi sulle spalle; alcune centinaia di espulsi dalla Svizzera sono già annunciati. Ben presto ci troveremo perciò ad avere esaurito la cassa per i profughi fino all'ultimo centesimo, e allora quella gente si troverà di nuovo in mezzo alla strada.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 9 aprile 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 539)
 
Come va la nostra “Revue”? E in particolare che fanno i soldi? La questione diventa tanto più urgente in quanto qui si fanno, da parte prussiana, tutti i passi presso il governo inglese per esiliarmi anche dall'Inghilterra. Se non mi trovassi senza un soldo, mi sarei già ritirato nell'interno dell'Inghilterra e il governo mi avrebbe perso d'occhio.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 8 giugno (nell'originale:maggio) 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 547)
 
Manda il denaro a Naut. Costui è un ingenuo somaro. Ti spiegherò la faccenda un'altra volta. Non prendertela per le lettere agitate di mia moglie; essa allatta e la nostra situazione qui è di una miseria talmente eccezionale, che perdere la pazienza diventa qualcosa di perdonabile.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 27 giugno 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 548)
 
Quando la rivoluzione di Giugno [insurrezione del proletariato parigino 23-26 giugno 1848] era attaccata da tutti i botoli ringhiosi della classe borghese, io ho difeso pubblicamente quei giorni terribili, che sono per me la manifestazione massima della lotta che la classe operaia conduce contro la classe dei capitalisti.
Se oggi non sarò presente a questa festa di emigrati, ciò avviene perché un malessere mi impedisce assolutamente di venire; ma il mio cuore è con voi.
(Marx, Lettera al presidente di una assemblea di profughi a Londra, 30 giugno 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 549)
 
Sulle mie vicende private e le svariate avventure che […] [Il margine destro del foglio è danneggiato e in parte strappato] un'altra volta.
Questa volta mi rivolgo a te per una questione privata […] [Il margine destro del foglio è danneggiato e in parte strappato], che se ti è possibile, non mi negherai il tuo appoggio. Con la mia famiglia avevo stabilito di regolare le mie questioni finanziarie […] [Il margine destro del foglio è danneggiato e in parte strappato] settimane in Olanda con mio zio Philips, e a questo scopo dovevo partire per l'Olanda. Una […] [Il margine destro del foglio è danneggiato e in parte strappato] malattia di mia moglie ha reso il mio viaggio sempre […] [Il margine destro del foglio è danneggiato e in parte strappato]. Ora io potrò recarmi laggiù solo tra qualche settimana, perché due figlie di mio zio si sposano a brevi intervalli presso di lui, sicché le questioni finanziarie possono essere regolate solo qualche settimana più tardi.
Nel frattempo, confidando in questa faccenda, io avevo fatto una cambiale di 20 sterline (500 franchi), sulla base di questo arrangiamento, a una casa commerciale qui a Londra. La cambiale scade lunedì o mercoledì. Se non potessi pagarla avrei da aspettarmi un pubblico […] [Il margine destro del foglio è danneggiato e in parte strappato], che, data la situazione dei partiti quaggiù e dati i miei rapporti con la legazione prussiana e il governo inglese, potrebbe avere conseguenze assai sgradevoli.
Ora vengo a sapere che in questo momento Goegg dispone a Parigi di un notevole capitale. Vuoi scrivergli a giro di posta, spiegargli la situazione e chiedergli se può anticiparmi il denaro contro un impegno scritto o una cambiale. Periculum in mora [pericolo nel ritardo].
Fino alla sistemazione delle mie cose in Olanda sono letteralmente sprovvisto di un centesimo.
(Marx, Lettera a Karl Blind, 17 luglio 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 550-551)
 
Ti prego di sbrigare per conto mio il seguente affare:
Prendi in prestito da Schuster o da qualcun altro il denaro necessario per ritirare il mio argento al monte dei pegni di Francoforte, vendi poi l'argento a un orefice o a chiunque altro possa essere venduto a Francoforte, restituisci il denaro a colui che te lo avrà prestato per ritiralo e mandami il resto qua.
Tu e l'altra persona non correrete alcun rischio, perché se tu non potessi vendere la roba a un prezzo superiore, basta che tu la riporti al monte dei pegni.
D'altra parte la mia situazione adesso è tale, che io devo trovare denaro a tutti i costi, persino per poter continuare a lavorare.
Gli unici oggetti che ti prego di riportare al monte dei pegni, poiché non hanno un valore di vendita, sono 1. un piccolo bicchiere d'argento, 2. un piatto d'argento, 3. una piccola forchetta e coltello che si trovano in un astuccio – tutte cose della piccola Jenny.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 29 ottobre 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 552)
 
Ti scrivo solo due righe. Stamattina alle dieci il nostro piccolo congiurato delle polveri, il piccolo Fox, [figlio di Marx] è morto . Improvvisamente, per una delle convulsioni che aveva avuto spesso. Pochi minuti prima ancora rideva e scherzava. La cosa avvenne in modo del tutto inaspettato. Puoi immaginarti il nostro stato. A causa della tua lontananza, proprio in questo momento siamo molto soli.
(Marx, Lettera a Engels, 19 novembre 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 157)
 
La tua lettera ha fatto molto bene a mia moglie. Si trova in uno stato davvero pericoloso di agitazione e di deperimento. Aveva allattato lei stessa il bambino e se l'era tenuto in vita nelle condizioni più difficili e coi più grandi sacrifici. Inoltre il pensiero che il povero piccolo è stato una vittima della miseria borghese, sebbene non sia mancata a lui particolarmente nessuna cura.
Il signor Schramm si è del tutto inseilerito [allusione a Sebastian Seiler] e si trova in uno dei suoi periodi più schifosi. Per due giorni, cioè il 19 e il 20 novembre non si è fatto vedere per niente da noi, poi venne un minuto e subito riscomparve dopo alcune frasi insulse. Nel giorno dei funerali aveva annunciato che ci avrebbe accompagnato, viene un momento prima dell'ora stabilita, non dice una parola dei funerali, ma racconta a mia moglie che ha molta fretta di andarsene per non arrivare troppo tardi a pranzo da suo fratello. Capirai come con l'attuale stato d'irritazione di mia moglie il comportamento di quest'uomo, che ha goduto di tanta amicizia in casa nostra, debba offenderla.
(Marx, Lettera a Engels, 23 novembre 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 158)
 
Per alcuni giorni sono stato seriamente malato, e così ricevi questa lettera con l'avviso che ho ricevuto i due post office orders [vaglia postali] più tardi di quanto fosse nei miei desideri. A Seiler ho fatto arrivare i 7 scellini e mezzo. Per quanto riguarda l'“Indépendance”, per il momento noi due non siamo in debito di nulla con lui, perché lui a tempo opportuno s'è fatto cacciar fuori dal suo padron di casa, e in compenso delle 10 sterline che gli deve, non gli ha lasciato altro che l'“Indépendance” non pagata, 18 pence di beni mobili e due o tre libri cha ha avuto in prestito da me e da altri. Lui possiede veramente in a high degree [alto grado] il talento di liquidare all'americana l'eccedenza delle sue uscite sulle sue entrate.
Il grande Heilberg è arrivato qui con una soi-disant [sedicente] giovane moglie. Non ho ancora avuto l'onore di vedere questo favoloso personaggio, che naturalmente ci è stato restituito dal di là dell'oceano molto ingrandito: un concorrente pericoloso per Seiler. Ha completamente messo sotto sequestro Bamberger, lo chiama “fratellino” e chiama “zietta” la vecchia Amschel.
Della nostra “Revue” non ho ancora né visto né sentito nulla. Sto in trattative con Colonia per la pubblicazione della rivista trimestrale.
In parte per la mia indisposizione, in parte di proposito mi trovo nei Pulteney stores [magazzini Pulteney] con gli altri ormai soltanto nei giorni di riunione ufficiale. Siccome i signori hanno tanto discusso se questa compagnia sia fastidiosa o no, lascio naturalmente a loro stessi il mettersi d'accordo l'uno con l'altro sulle gradevolezze della loro conversazione. Ma io mi rendo prezioso. Noi due abbiamo fatto l'esperienza che con queste persone si diminuisce di valore nella stessa misura in cui ci si accosta a loro liberamente. Inoltre io sono stanco di loro e voglio impiegare il mio tempo nel modo più produttivo possibile. (…)
Quando lessi il manifesto Ledru-Rollin, Mazzini, Ruge ecc. ai tedeschi, nel quale li si invita a cantare i canti del Bardo e si ricorda loro che i loro antenati si chiamavano “Franchi”, e in cui il re di Prussia aveva già convenuto di lasciarsele suonare dall'Austria, credetti che non fosse possibile niente di più stupido. (…)
Devi riflettere seriamente su che cosa vuoi scrivere. L'Inghilterra non va, perché ci sono già due lavori in proposito, forse tre con quello di Eccarius. Anche sulla Francia non c'è molto da dire. Non potresti magari prendere una buona volta di petto i pidocchiosi italiani con la loro rivoluzione, riallacciandoti alle ultime cose di Mazzini? (il suo “Repubblica e monarchia ecc.” ; e la sua religione, il papa ecc.).
[Poscritto di Jenny Marx]
Caro Signor Engels,
la Sua affettuosa partecipazione alla sorte che ci ha così gravemente colpito con la perdita del nostro caro piccino, la mia povera creaturina, mi ha fatto molto bene, tanto più che nelle ultime dolorose giornate ebbi motivo di lamentarmi molto amaramente del nostro amico Schramm. Mio marito e noi tutti abbiamo sentito molto la Sua mancanza e abbiamo tanto desiderato di averLa tra noi. Tuttavia mi rallegro molto che Lei sia lontano di qui e sulla via di diventare un grande Cotton-lord [magnate del cotone]. (...)
Speriamo di vederLa a Natale.
Sua Jenny Marx
(Marx, Lettera a Engels, 2 dicembre 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 162-163-166-167-168)
 
1851
 
Ti sarò molto obbligato se tu, s'il est possible [se è possibile], mi spedirai subito il denaro. La mia padrona di casa è very poor [molto povera]; sono già due settimane che non la pago, e lei insiste in modo terribilmente energico.
Ieri nella riunione del circolo è comparso Wolff; ma non Liebknecht e Scharmm. Accolti i nuovi statuti [della Lega dei Comunisti formulati da Marx ed Engels], ho aggiornato questa merda a tempo indeterminato.
La nostra “Revue” probabilmente uscirà in una nuova edizione in Svizzera. Prepara dunque something [qualcosa], affinché in caso di necessità io abbia ready [pronto] il manoscritto.
(Marx, Lettera a Engels, 6 gennaio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 173)
 
Ti scrivo oggi per sottoporti una quaestiuncula theoretica, naturalmente naturae politico-economicae [questioncina teorica, naturalmente di natura politico-economica].
Tu sai, per cominciare ab ovo [dalle origini], che secondo la teoria di Ricardo sulla rendita, questa non è altro che la differenza tra i costi di produzione e il prezzo del prodotto del terreno, o, come anche egli si esprime, la differenza tra il prezzo a cui la terra peggiore deve vendere per rifarsi le spese (calcolando sempre nelle spese il profitto e gli interessi dell'affittuario), e quello a cui può vendere la terra migliore.
Secondo lui il salire della rendita, stando all'esposizione che lui stesso fa della sua teoria, dimostra:
1) Che si fa ricorso a terreni di qualità sempre peggiore, oppure che la stessa quantità di capitale, investita successivamente nello stesso terreno, non dà lo stesso prodotto. In una parola: la terra peggiora nella stessa misura in cui la popolazione è costretta a chiederle di più. Diventa relativamente meno fertile. Nel che Malthus ha poi trovato la base concreta per la sua teoria della popolazione, e i suoi scolari cercano ora la loro ultima ancora di salvezza.
2) Che la rendita può salire soltanto quando sale il prezzo dei cereali (almeno restando nella legalità economica ); deve calare quando questo cala.
3) Che quando la rendita totale di tutto un paese sale, la cosa si può spiegare soltanto col fatto che si sia messa a coltura una grandissima estensione di terreno relativamente peggiore.
Ora, la storia contraddice dappertutto a queste tre propositions [affermazioni].
1) Non vi è dubbio che col progresso della civiltà vengano messi a coltura terreni di qualità sempre peggiore. Ma non vi è neanche dubbio che, in seguito al progresso della scienza e dell'industria, questi terreni di qualità peggiore siano relativamente buoni in confronto a quelli buoni di prima.
2) Dal 1815 il prezzo dei cereali è calato in modo irregolare, ma costante, da 90 a 50 scellini e anche meno, prima dell'abolizione delle leggi sul grano. La rendita è salita in modo costante. Questo in Inghilterra. Mutatis mutandis [fatte le dovute differenze] in ogni paese del continente.
3) In tutti i paesi troviamo, come già notò Petty, che, quando il prezzo dei cereali calava, la rendita totale del paese saliva.
Ciò che maggiormente importa in tutta questa faccenda è che si compensi la legge della rendita col progresso della produttività dell'agricoltura in generale, e questo è l'unico modo con cui si possano in primo luogo spiegare i fatti storici, e in secondo luogo si possa scartare la teoria di Malthus del peggioramento non solo delle braccia, ma anche della terra.
Credo che la cosa sia semplicemente da spiegare nel modo seguente.
Poniamo che a un dato grado di sviluppo dell'agricoltura il prezzo del quarter di grano sia di 7 scellini e che un acro di terra, della migliore qualità, che dà una rendita di 10 scellini, produca 20 bushels [misure di capacità inglesi]. Il reddito dell'acro è dunque = 20x7, cioè 140 scellini. I costi di produzione comportano in questo caso 130 scellini, 130 scellini è dunque il prezzo del prodotto del peggiore dei terreni messi a coltura.
Poniamo ora che abbia luogo un generale miglioramento dell'agricoltura. Presupponendo questo, ammettiamo contemporaneamente che la scienza, l'industria e la popolazione siano in fase di sviluppo. Una produttività del terreno, generalmente accresciuta attraverso miglioramenti, presuppone queste condizioni, a differenza di una produttività dovuta soltanto al caso di una stagione favorevole.
Il prezzo dei cereali cali da 7 a 5 scellini per quarter. Il terreno migliore, n. 1, che prima produceva 20 bushels, produca ora 30 bushels. Adesso frutta dunque, invece di 20x7, cioè 140 scellini, 30x5, cioè 150 scellini. Cioè una rendita di 20 scellini invece della rendita di 10 scellini di prima. Il terreno peggiore, che non dà nessuna rendita, deve produrre 26 bushels, perché, secondo la nostra precedente supposizione, il prezzo necessario per esso è di 130 scellini e 26x5 = 130. Se il miglioramento, cioè il generale progresso della scienza che va di pari passo col progresso complessivo della società, della popolazione ecc., non è tanto generale che il terreno peggiore che si debba mettere a coltura possa produrre 26 bushels, allora il prezzo dei cereali non può calare a 5 scellini per quarter.
I 20 scellini di rendita esprimono, come prima, la differenza tra i costi di produzione e il prezzo dei cereali sul terreno migliore oppure quella tra i costi di produzione del terreno peggiore e quelli del terreno migliore. Il primo terreno rimane – relativamente – sempre altrettanto poco produttivo, in confronto al secondo, quanto lo era prima. Ma la produttività generale è aumentata.
Supponiamo semplicemente che, se il prezzo dei cereali cala da 7 a 5 scellini, il consumo – cioè la domanda – cresca in misura corrispondente, cioè che la produzione non superi la domanda che è lecito attendersi dato il prezzo di 5 scellini. Quanto questa supposizione sarebbe falsa, nel caso che il prezzo fosse calato da 7 a 5 in seguito a un raccolto eccezionalmente rigoglioso, tanto essa è necessaria nel caso di un aumento di produttività graduale e realizzato dai produttori stessi. In tutti i casi si tratta soltanto della possibilità economica di questa ipotesi.
Ne segue:
1) Che la rendita può salire, sebbene il prezzo del prodotto del terreno cali, e che tuttavia la legge di Ricardo rimane giusta.
2) Che la legge della rendita, come Ricardo la presenta in una formula semplicissima, a prescindere da come la sviluppa, non presuppone la diminuzione della produttività del terreno, ma soltanto, malgrado la produttività del terreno generalmente crescente con lo sviluppo della società, una differente produttività dei terreni o un differente risultato del capitale successivamente investito nello stesso terreno.
3) Che quanto più generale è il miglioramento del suolo, tanto più numerose qualità di terreni abbraccerà, e la rendita totale di tutto il paese può salire, sebbene il prezzo dei cereali in generale cali. Posto p. es. l'esempio su riferito, quel che conta è soltanto il numero dei terreni che producono più di 26 bushels a 5 scellini senza doverne per l'appunto produrre 30, cioè la maggiore o minore varietà della qualità dei terreni che stanno tra il migliore e il peggiore. Ciò non riguarda la ratio [l'ammontare] della rendita del terreno migliore. Non riguarda affatto direttamente la ratio della rendita.
Tu sai che tutto il segreto della rendita sta nel fatto che essa è generata dall'equiparazione del prezzo per risultati di differenti costi di produzione, ma che questa legge del prezzo del mercato non è altro che una legge della concorrenza borghese. Rimarrebbe tuttavia, anche dopo l'abolizione della produzione borghese, il punto nero, che la terra diverrebbe relativamente meno produttiva, che con lo stesso lavoro si produrrebbe successivamente di meno, anche se il terreno migliore non producesse più, come in regime borghese, prodotti così vari come il terreno peggiore. Questa difficoltà cadrebbe con quanto s'è detto sopra.
Ti prego di dirmi la tua opinione su questo punto.
Poiché ti ho annoiato con questa merda, ti mando come refrigerio il seguente pacco di lettere del dott. Magnus Gross (o due volte grande Gross! Gross grande tra i grandi!) [gioco di parole con l'aggettivo “gross”] da Cincinnati. Troverai che se Monsieur Gross non è grand, è in ogni caso gros [grand francese = grande; gros (francese) = grasso)]. Tellering II in nuce [in piccolo]. Davvero tutti i coblenzesi si assomigliano. Rimandami questa roba e se vuoi e ne hai tempo e voglia, con una riga per Dronke.
(Marx, Lettera a Engels, 6 gennaio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 174-175-176-177)
 

Tu sei taciturne comme la mort [taciturno come la morte]. Ti mando qui acclusa 1) una dichiarazione di Oswald Dietz contro Pfänder e Bauer nella “Nationalzeitung” di Basilea, 2) un pettegolezzo che il signor A. Ruge ha confezionato contro di noi insieme con Struve e Willich. Mi devi rimandare questo sudiciume al massimo fra due giorni, e dirmi che cosa dobbiamo fare contro il n. 2. Se vuoi stendere una specie di dichiarazione, mandami anche quella.
(Marx, Lettera a Engels, 22 gennaio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 181)
Studi fisiologia sulla Mary o su altri testi? Nel primo caso capisco che questo n'est pas de l'hébreux [non è ebraico ] e neanche russo.
Per ora la mia nuova teoria della rendita mi ha soltanto procurato quella fiera coscienza di sé a cui ogni galantuomo necessariamente aspira. Comunque, sono contento che tu ne sia contento. Il rapporto inversamente proporzionale tra la fecondità della terra e la fecondità umana doveva impressionare profondamente un padre di famiglia dalle reni gagliarde com'io sono, e tanto più che mon mariage est plus productif que mon industrie [il mio matrimonio è più produttivo della mia professione].
Ora ti presento soltanto una illustrazione della teoria della currency [circolazione monetaria], il cui studio da parte mia potrebbe essere caratterizzato dagli hegeliani come studio dell' “altro da sé” dell' “estraneo”, in breve del “sacro”.
La teoria del signor Loyd e tutti frutti [tutti gli altri] da Ricardo in poi consiste in quanto segue:
Poniamo di avere una currency puramente metallica. Se all'interno fosse esuberante, i prezzi salirebbero, e quindi l'esportazione di merci diminuirebbe. La loro importazione dall'estero aumenterebbe. Così le importazioni supererebbero le esportazioni. Quindi bilancia commerciale sfavorevole. Cambio sfavorevole. Si esporterebbe denaro contante, la currency si contrarrebbe, i prezzi delle merci cadrebbero, le importazioni diminuirebbero, le esportazioni aumenterebbero, riaffluirebbe denaro, in breve, la situazione tornerebbe all'antico equilibrio.
Altrettanto, mutatis mutandis [fatte le dovute differenze], nel caso contrario.
Morale: poiché la carta moneta deve seguire il movimento della metallic currency, poiché qui deve intervenire una regolamentazione artificiale al posto di quella che nell'altro caso è legge naturale, la Bank of England deve aumentare l'emissione di carta moneta quando affluisce il bullion [oro e argento in verghe] (p. es. con l'acquisto di government securities, Exchequer bills [titoli di Stato, Buoni del tesoro] ecc.) e diminuirla quando il bullion cala, riducendo il suo sconto o vendendo titoli di Stato. Ora io affermo che la banca deve agire, al contrario, aumentare il suo sconto quando il bullion diminuisce, e lasciarlo andare per la sua strada quando quello cresce. Sotto pena di intensificare senza necessità la crisi commerciale che si sta sviluppando. Ma tornerò sull'argomento une autre fois [un'altra volta].
Quello che io voglio qui spiegare riguarda i fondamenti elementari della questione. Io affermo infatti che, anche in caso di una currency puramente metallica, l'ammontare della stessa, la sua estensione e contrazione non hanno niente a che fare con l'afflusso e il deflusso dei metalli preziosi, con la favorevole o sfavorevole bilancia commerciale, col cambio favorevole o sfavorevole eccetto che in casi estremi, i quali praticamente non si verificano mai, ma che sono determinabili in teoria. Tooke fa la stessa affermazione; ma io non ne ho trovato alcuna prova nella sua “History of prices” per il 1843-1847.
Vedi che la cosa è importante. In primo luogo tutta la teoria della circolazione ne resta invalidata nei suoi fondamenti. In secondo luogo resta dimostrato come il corso delle crisi, per quanto il sistema creditizio ne sia una condizione, ha a che fare con la currency solo in quanto pazzi interventi del potere statale per regolarla possono aggravare, come nel 1847, la crisi già esistente.
(Marx, Lettera a Engels, 3 febbraio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 191-192)
 
Quando scrivevi che sarebbe venuto presto il momento di attaccare Louis Blanc, eri a dir poco clairvoyant [chiaroveggente].
(Marx, Lettera a Engels, 10 febbraio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 201)
 
Proprio adesso vengo a sapere che questa sera ha avuto luogo un comizio nella Tottenham Court Road per la morte di Bem . Alla tribuna sedevano: Presidente: Schapper ecc., Louis Blanc e gli altri membri del nuovo comitato della Lega fra i popoli. Nelle prime file dell'uditorio sedevano Harney e signora. La Great Windmill Street formava il grosso dell'uditorio stesso. Schapper tenne tra gli applausi, in lingua inglese, il suo inevitabile discorso: war to the knife! [guerra al coltello!] Louis Blanc non parlò meglio. Vive la guerre! [Viva la guerra!] Tausenau, anche lui presente, parlò di Bem. Harney tenne una lunga e a quanto si dice buona chiacchierata, a conclusione della quale gridò evviva a Blanqui, Barbès e per buon ultimo a Louis Blanc, come al messia socialista.
Qu'en dis-tu? [Che ne dici]
Se tu intervenissi a un comizio presieduto da Th. Clark Esq., e se dessi veramente peso con la tua presenza e i tuoi discorsi al comizio, l'amico Harney riterrebbe ciò cosa leale?
Non basta dunque ch'egli amoreggi nel suo “Friend of the People” con Ruge, deve amoreggiare indirettamente anche con gli Schapper-Willich.
Domenica scorsa mi aveva fatto chiamare. Lo scopo era di indurre Jones ad accettare il titolo di “Friend of the People”. Io non ci sono andato. Per questo scopo si può rivolgere a L. Blanc, Landolphe, Schapper o Willich. Io sono fatigué [stanco] di questo incenso con cui Harney non si stanca di aspergere pubblicamente les petits grands hommes [i piccoli grandi uomini].
A prescindere da questo incidente che anche tu Brute [tu Bruto] (Harney), se non prendi partito contro di noi, almeno reciti la parte dell'apartitico, mentre Engels lavora per te a Manchester, Eccarius scrive sul tuo giornale ed io all'occasione mi lavoro Jones per te; a prescindere da questo, mi piace molto il pubblico autentico isolamento in cui ci troviamo ora noi due, tu ed io. Corrisponde del tutto alla nostra posizione e ai nostri princìpi. Il sistema delle reciproche concessioni, dei mezzi termini tollerati per correttezza, e il dovere di assumersi davanti al pubblico la propria parte di ridicolaggine nel partito insieme con tutti quei somari, son cose finite.
Ebbene, ti prego di rispondere presto anche a queste righe. Qui mi incontro quasi soltanto con Pieper, e vivo in assoluto ritiro. Capirai dunque che sento tanto più la tua mancanza e che ho il bisogno di aprirmi con te.
(Marx, Lettera a Engels, 11 febbraio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 203-204)
 
Da una settimana non hai avuto nessuna mia notizia, in primo luogo perché aspettavo i documenti da Colonia e te li volevo comunicare, poi perché dovevo aspettare particolari più precisi sul nostro ex friend [ex amico: Harney]. Gli uni non sono ancora arrivati. Sull'altro ora sono informato più esattamente.
Harney ha ricevuto puntualmente la tua lettera.
A quanto mi racconta Tessier du Mothay, che ora è qui, la storia di Louis Blanc ha avuto questa origine:
La società della Church Street si fece passare per una società filantropica per l'aiuto ai réfugiés [profughi] politici francesi. Ledru-Rollin, L. Blanc, Adam, in breve ognuno vi prese parte con questo pretesto. La politica ne era esclusa in base agli statuti. Si aprì poi la prospettiva del 24 febbraio. Sai che una simile occasione di rendersi importante viene considerata dai francesi con tanto margine di tempo e con tanta solennità quanto, putacaso, il parto di una donna incinta. Anche se la società è solo una società filantropica, si disse, però i membri di essa nella loro qualità di francesi dovevano festeggiare il 24 febbraio. Fu stabilita una serata per il dibattito di questa grossa faccenda. Ledru-Rollin e Blanc erano presenti tutti e due a questa serata. Quest'ultimo tenne un lungo discorso gesuitico, preparato da tempo, combinato secondo le regole dell'arte, nel quale cercò di dimostrare che un banchetto politico contrastava con gli statuti della società, avrebbe mostrato alla Francia soltanto i dissensi di essa, ecc. E tra molti gemiti sulla fraternité [fratellanza] questo gnomo còrso diede sfogo alla sua rabbia per non essere stato ammesso nel Governo provvisorio da Ledru-Rollin e Mazzini. Gli fu risposto. Malgrado il suo discorso, di cui il più schietto ammiratore fu lui stesso, fu deciso di tenere il banchetto.
(Marx, Lettera a Engels, 23 febbraio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 211-212)
 
Devi avere degli specialissimi ronzini alla posta, poiché tutte le mie lettere arrivano tardi.
Saprai benissimo, se hai letto per bene tutte le lettere che hai ricevuto, che tutto quello che tu consigli è già avvenuto; ad eccezione dello schiaffo a Landolphe, che io non approvo. Se c'è uno che deve essere offeso, questi dev'essere il piccolo scozzese-hip-hip-hip-hurrà George Julian Harney e nessun altro, e poi è Harney che deve imparare a tirar con la pistola.
Avevo davanti a me le tue due lettere per Harney; ho spedito la prima , perché secondo la mia opinione era scritta meglio ed era più adatta della seconda edizione riveduta e corretta.
Tanto a Harney che a Landolphe si è già minacciato abbastanza un'azione legale. Il tuo timore che Landolphe testimoni contro Schramm è infondato. Piuttosto giurerà che Schramm si è rivolto a lui, membro del comitato, prima dello scandalo, per mettere ordine tra la masnada.
Poiché dunque la “minaccia” dell'azione legale è vana, que faire [che fare], se non incassare tranquillamente bastonate, il titolo di spia e il trionfo di Schapper e Willich?
Tutti i tuoi timori di uno scandalo sono giusti. Ma si avrà un avvocato sharp [cavilloso] anche dalla parte nostra. Un po' meno o un po' più di discredito può essere del tutto indifferente per Schramm. Ma se lascia stare la cosa ora, dopo che i francesi della Church Street vi si sono immischiati, è perdu [perduto], a meno che non ottenga pubblicamente soddisfazione dai cartisti o che non porti la cosa in tribunale. Una delle due.
Jones, come ti ho scritto, non era al comizio di lunedì. Avevo fissato con lui un incontro a casa mia, ma già martedì mi precipitai da lui, non lo trovai, gli lasciai un biglietto, che per carità venisse mercoledì. Non venne. Andai giovedì. Non fui introdotto. Lasciai un biglietto con cui lo invitavo. Non venne. Giovedì sera gli scrissi una lettera dettagliata, nella quale gli narravo, in modo pacato, semplice, chiaro, tutta questa merda a cominciare dalle origini, gli davo una visione prospettica di quel succedersi di eventi nauseabondi, gli chiedevo pubblica soddisfazione e infine lo invitavo a venirmi a trovare per parlarne. Non viene, sebbene fosse in città, e non arriva neanche risposta da parte sua. Dunque Jones è stato palesemente lavorato dal piccolo intrigante scozzese [Harney], che teme di farlo incontrare con me. Vedi dunque: da parte dei cartisti nessuna prospettiva di avere pubblicamente soddisfazione. Resta soltanto l'azione legale. Adviendra qui pourra [Avvenga qualunque cosa]. Soltanto, la cosa è spiacevole, perché con questa storia Pieper ci rimette il posto, e noi forse ci troviamo addosso plus ou moins [più o meno] la plebaglia cartista.
L'introduzione della legge per gli stranieri sarebbe l'avvenimento più gradevole per noi. Che sono quegli asini senza dimostrazioni pubbliche quotidiane?
C'è soltanto un mezzo ancora per sistemare la faccenda, senza spingerla all'estremo dello scandalo, ed è che tu venga qui immediatamente , ma senza indugi. Potresti alloggiare da me, poiché adesso ho affittato due stanze in più. Altro mezzo, te lo dichiaro una volta per tutte, non c'è.
Le lettere confondono, mandano per le lunghe, non combinano nulla.
(Marx, Lettera a Engels, sabato 1° marzo 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 232-233)

Mentre tu ti dai alla storia militare, io conduco una piccola guerra nella quale rischio di soccombere by and by [a poco a poco] e nella quale né Napoleone né lo stesso Willich – il Cromwell comunista – avrebbero trovato una via d'uscita.
Tu sai che il 23 marzo dovevo pagare 31 sterline e 10 scellini al vecchio Bamberger, e il 16 altre 10 sterline all'ebreo Stiebel, tutto per cambiali in corso. Per prima cosa avevo fatto chiedere a mia suocera direttamente da Jenny. La risposta fu che il signor Edgar è stato di nuovo spedito nel Messico col resto dei denari di Jenny e che io non potevo spremere neanche un centesimo.
Poi scrissi a mia madre, le minacciai di spiccare una tratta su di lei e in caso di mancato pagamento di andare in Prussia e farmi mettere in gattabuia. Quest'ultima cosa l'avevo davvero in mente per questa eventualità, ma questa risorsa veniva naturalmente a mancare dal momento in cui i somari cominciarono a ragliare sui giornali sull'allontanamento degli operai da me, sul crollo della mia popolarità e su cose del genere. Altrimenti la cosa avrebbe avuto l'apparenza di un colpo di scena politico, come una più o meno premeditata imitazione di Gesù Cristo-Kinkel. A mia madre avevo notificato come termine il 20 marzo.
Il 10 marzo mi scrisse che avrebbero scritto ai parenti; il 18 marzo scrive che i parenti non avevano scritto, il che doveva significare: la faccenda è chiusa. Le risposi subito che si restava alla mia prima lettera.
A Stiebel pagai il 16 marzo le sue 10 sterline con l'aiuto di Pieper. Il 23 marzo, dopo che ebbi fatto una quantità di passi inutili, la cambiale del vecchio Bamberger dovette esser protestata. Ebbi una scena orribile col vecchio, che oltre a ciò ha inveito orribilmente contro di me dal degno Seiler. Quel somaro aveva chiesto informazioni su di me dal banchiere Lautz per mezzo del suo banker [banchiere] di Treviri. Questo tipo, banchiere della mia vecchia e mio nemico personale, scrisse naturalmente le più grosse sciocchezze su di me e inoltre montò la mia vecchia contro di me.
Di fronte al vecchio Bamberger non mi restava altro che rilasciargli due cambiali, una a nome suo a Londra, con la scadenza quattro settimane dopo il 24 marzo, l'altra a nome della mia vecchia a Treviri con scadenza a tre settimane, per coprire la prima. Ne detti subito comunicazione alla mia vecchia. Oggi ricevo insieme alla sua lettera una della mia vecchia, nella quale essa si scaglia contro di me in modo impertinentissimo e per di più pieno di indignazione morale, e mi dichiara positivamente che protesterà ogni cambiale fatta da me a suo nome.
Così dunque per il 21 aprile devo aspettarmi le cose peggiori dal vecchio Simon Bamberger inferocito.
Nello stesso tempo, il 28 marzo, mia moglie ha partorito. Il parto è stato facile, però lei ora sta molto male, per motivi più borghesi che fisici. Inoltre non ho in casa, verbalement [letteralmente], neanche un farthing [quattrino], ma tanto più ho conti col piccolo commercio, dal macellaio, dal fornaio, and so forth [e così via].
Dalla Scozia avrò una copia del testamento fra sette o otto giorni. Se c'è qualche cosa da fare in questo senso, il piccolo Bamberger la farà, nel suo proprio interesse. Ma io non ci posso fare assegnamento.
Concederai che tutta questa merda è passablement [discretamente] gradevole e che io sto immerso fino alla cima dei capelli nello schifo piccolo-borghese.
E inoltre avremmo anche sfruttato gli operai! e tenderemmo alla dittatura! Quelle horreur! [Che orrore!]
Mais ce n'est pas tout! [Ma non è tutto!] L'industriale che da Treviri mi prestò denaro quando ero a Bruxelles, mi sta alle costole e lo rivuole indietro, perché la sua ferriera andrebbe male. Tant pis pour lui [Tanto peggio per lui]. Non posso far niente per lui.
Ma infine, per dare alla vicenda una punta tragicomica, ci si aggiunge anche un mystère [mistero], che ora ti svelerò en très peu de mots [in pochissime parole]. Ma proprio ora mi interrompono e debbo andare da mia moglie per far l'infermiere. Sicché l'altra cosa, nella quale anche tu hai una parte, per la prossima volta.
A proposito! Come calcolano i commercianti, fabricants [industriali] ecc. la parte del loro introito che consumano loro stessi? Anche questo denaro lo si prende dal banker o come ci si regola? Ti prego di rispondermi sull'argomento.
(Marx, Lettera a Engels, 31 marzo 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 246-247-248)
 
Il tuo vaglia mi è arrivato proprio a proposito. E questa volta la rapidità ha decuplicato il capitale, come le rendite ferroviarie du Signore [del Signore] Proudhon.
Puoi immaginarti che io non sto ozioso. E con gli anticipi che tu fai, spero di mettere insieme da diverse parti del mondo quanto manca.
Sul mystère [mistero] non ti scrivo, perché, coûte que coûte [costi quel che costi], alla fine di aprile verrò in ogni caso da te. Debbo uscire di qua per otto giorni.
La cosa peggiore è che ora sono improvvisamente ostacolato nei miei studi in biblioteca. Sono tanto avanti che entro cinque settimane sarò pronto con tutta la merda economica. Et cela fait [E fatto ciò], porterò a termine a casa il lavoro sull'Economia e nel British Museum mi butterò su di un'altra scienza. Ça commence à m'ennuyer. Au fond [Questa roba comincia ad annoiarmi. In fondo] questa scienza da A. Smith e D. Ricardo in poi non ha più fatto progressi, per quanto molto anche si sia fatto in singole ricerche, spesso prelibatissime.
Rispondimi alla domanda che ti ho posto nella mia ultima lettera.
Poiché ora ti occupi di scienza militare, non potresti studiare di nuovo le campagne ungheresi, con l'aiuto della “Neu Rheinische Zeitung”, del blue book di Palmerston ecc? Ça serait très utile [Ciò sarebbe utilissimo]. Entro un tempo più o meno breve pubblicherò due volumi di 60 fogli di stampa, e allora questo starebbe proprio al posto suo. Se vuoi sapere particolari su intrighi, battaglie, personalità, non hai bisogno d'altro che di mandarmi le lettere – aperte – con l'indirizzo: Alla signora Baronessa von Beck. Ho stretto relazione con lei. Era una spia di Kossuth. Ed è una vera cronaca per le porcherie ungheresi. Il faut l'exploiter [Bisogna sfruttarla].
È troppo stupida per saper nascondere la verità. Ho fatto esperimenti in questo senso.
(Marx, Lettera a Engels, 2 aprile 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 249-250)
 
… I comunisti debbono far vedere che le verità tecnologiche già raggiunte possono diventare pratiche solo nelle condizioni del comunismo...
(Marx, Lettera a Roland Daniels, maggio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 565)
 
Ti mando qui sotto una copia dell'articolo sull'impiego dell'elettricità nell'agricoltura, in inglese, parola per parola. Abbi la bontà di scrivermene a giro di posta:
1) Che cosa ne pensi.
2) Spiegami la faccenda, perché non riesco a capirla bene, in plain German [spiegandoti bene] (...)
In questo momento Tupman porta una lettera di Miquel, dalla quale risulta che i democratici tedeschi – anche alcuni comunisti – con a capo il merdoso giornale bremese di Ruge sono instancabili nelle loro calunnie contro di me, e una cosa del genere va naturalmente a ruba tra i filistei e i “vagabondi” tedeschi. Questi bei tipi devono avere proprio una paura birbona di me, dal momento che impiegano fin d'ora ogni mezzo per rendermi impossibile il soggiorno in Germania.
(Marx, Lettera a Engels, 5 maggio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 268-270)
 
La tua lettera che arrivò l'altro ieri sera, la ricevetti troppo tardi per risponderle. Infatti ero già al Museum, prima che si facesse vedere il postman [postino], e tornai a casa soltanto alle sette di sera. Ieri poi, con tutta la buona volontà, non ti ho potuto scrivere, perché ho avuto tali imbarazzi intestinali che quasi mi scoppiava la testa, come il tamburo al negro di Freiligrath.
La confusione di cui sopra deriva semplicemente dal fatto che io avevo dato ad uno dei due girandoloni (Schramm), appena ricevuta la tua prima lettera, un biglietto per te da consegnare alla posta. Lui se l'era portato a spasso, e ancora ieri quelle poche righe si trovavano ancora nel suo portafoglio.
Per quanto riguarda l'electricity [elettricità], la notizia in proposito si trova nell'“Economist” del 1845. Del resto non vi si trova altro che quello che ti ho comunicato, col racconto che l'esperimento è stato fatto col più grande successo in Scozia. (…)
Per l'intervento del mio degno cognato-ministro la stampa dei miei manoscritti, come anche quella della “Revue”, ha subito un intoppo.
(Marx, Lettera a Engels, 16 maggio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 280-281)
 
Io me ne sto dalla mattina alle dieci fino alla sera alle sette in biblioteca e riserbo l'Esposizione industriale per il tuo arrivo
(Marx, Lettera a Engels, 21 maggio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 287)
 
È stata fatta una perquisizione in casa di Daniels, e lui è stato arrestato. Non credo che si sia trovato qualche cosa da lui.
Stamattina ho ricevuto una lettera, evidentemente scritta da Daniels, ma senza firma, nella quale mi si comunica quanto sopra e nello stesso tempo mi si invita a mettere al sicuro tutte le lettere, perché si saprebbe da fonte “sicura” (così nell'originale) che avrebbero luogo perquisizioni anche qui in Inghilterra.
Se questo sia legalmente possibile, non lo so. In ogni caso metterò tutto al sicuro. Anche tu farai bene se, di tutte le lettere che hai, quelle irrilevanti le bruciassi e le altre, che contengono qualche dato di fatto, le sistemassi sigillate dalla Mary o dal vostro commesso.
(Marx, Lettera a Engels, 16 giugno 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 296)
 
Per lo più io sono dalle 9 del mattino alle 7 della sera al British Museum. Il materiale a cui sto lavorando è così maledettamente ramificato, che nonostante tutto l'impegno non riuscirò a concludere prima di 6-8 settimane. A ciò si aggiungono continui disturbi pratici, inevitabili data la situazione miserabile in cui qui si vegeta. Nonostante tutto la cosa si avvicina alla conclusione.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 27 giugno 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 572)
 
Ho rimandato di giorno in giorno la mia lettera, per darti in forma completa i documenti che ti vengono comunicati qui sotto. Poiché però la completezza sarà possibile soltanto tra qualche giorno, ti scrivo oggi per non farti aspettare ancora più a lungo la risposta.
D'abord [Prima di tutto]. Mi sembra che dalla tua lettera risulti che durante la presenza del vecchio a Manchester tu non hai potuto sapere che nella “Kölnische Zeitung” era stato riprodotto un secondo documento, dal titolo: “La Lega dei comunisti”. Era il messaggio alla Lega compilato da noi due [nel marzo 1850]: au fond [in fondo] nient'altro che un piano di guerra contro la democrazia. Da una parte la pubblicazione di esso era un bene, in contrapposizione al documento di Bürgers plus ou moins [più o meno] assurdo quanto alla forma e poco confortante quanto al contenuto. (…)
La cosa più buffa in tutta la faccenda è e rimane lo sforzo immenso di Ruge e della sua cricca per imporsi al pubblico con sempre nuove combinazioni. Se non va come ABCDEF, andrà sicuramente come FEDCBA. Calcola un po' quante variazioni e permutazioni del genere sono ancora possibili. Si è mai vista una cricca di somari più impotente e ridicolmente piena di pretensione?
A proposito, ho ricevuto le 5 sterline. Sono arrivate come un deus ex machina [evento inaspettato e risolutivo di una situazione difficile], perché le circumstances [circostanze] sono “schifose” ed è difficile prevedere come se ne potrà uscire.
(Marx, Lettera a Engels, 13 luglio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 301-305)
 

Ricevo in questo momento la tua lettera, che apre prospettive molto gradevoli per la crisi commerciale.
Da circa due settimane non ho scritto nulla, perché tutto il tempo che non passavo in biblioteca avevo sempre qualcuno alle costole e così, nonostante la buona volontà, venivo sempre distolto dallo scrivere.
Dopoché i due Bamberger, padre e figlio, mi ebbero tirato la cosa per le lunghe, da una settimana all'altra – prima da un mese all'altro – con la promessa di scontarmi una cambiale, dopoché finalmente sabato scorso ero stato invitato ad andare nella baracca di quegli ebrei e avevo già portato con me lo stamped paper [carta bollata], il giovane mi rivelò che il vecchio, il quale anche era presente, non poteva ecc. ecc.
Rimpiango moltissimo di non aver potuto schiaffeggiare questi due ebrei per questo loro infame tirar per le lunghe, per questa perdita di tempo, e per avermi messo in una fausse position [posizione falsa] di fronte a terzi.
Del resto debbo al signor Conrad Schramm, se non il fatto , certo il principio di queste fregature veramente alla Sancho, che ho prese prima per mesi e poi di nuovo nelle ultime sei settimane.
Tu sai che questo bel soggetto se ne è andato a Parigi da quattro o cinque settimane. Come sempre con questi nostri nobili amici di qua, soltanto ora si viene a sapere da loro, p. es. da quel babbeo di Hain, ciò che loro sapevano già da tempo intorno a quel mascalzone. Ora però proibisco loro di “strillare”, perché ormai non può che danneggiarci e non può più giovarci a nulla. Sicché – non so se te l'ho già scritto – una sera vengo a sapere che il signor Schramm aveva l'intenzione di partire entro quarantott'ore. Decisi dunque di prendere le misure necessarie per le carte della Lega e per le altre che si trovassero ancora in possesso del signor Conrad. La stessa sera vengo a sapere da Liebknecht che il signor Conrad non vuole tirar fuori queste carte, ma che le ha consegnate sigillate al signor Louis Bamberger. E, ciò che rendeva ancor più necessario di operare prontamente: quando il giorno seguente uscii dal Museum, si venne a sapere che il signor vagabondo non sarebbe partito nel temine di quarantott'ore ma già entro le prime ventiquattro, cioè proprio alle due di notte dello stesso giorno. Il nobile Conrad mi aveva chiesto un appuntamento privato per la sera stessa, cosa che io però evitai prendendo con me Lupus, Liebknecht, Pieper.
C'eravamo appena settlati [accomodati] in una insulated [solitaria] birreria, quando chiesi al signor Conrad di dare una spiegazione su quello che stava combinando con le carte ecc. Come sempre quando ha fatto un passo falso, il tipo va su tutte le furie, dichiara di non voler tirar fuori le carte, perché ne ha bisogno lui per giustificarsi, ed altre sciocchezze. Lui era la Lega così come tu ed io, anche lui poteva compiere atti di salvataggio. Lui non sapeva affatto se io fossi direttore del circolo di Londra. Poi aggiunse cose da Stirner sulla sua unicità nel partito. Gli altri, soprattutto Lupus, montarono su tutte le furie, lui minaccia di andarsene, grida, strepita: tutto connu [conosciuto]. Sedai di nuovo il tumulto, e poiché so come trattare il giovanotto, dal momento che tutti gli scandali non servivano a nulla, ma si trattava di avere le carte, specialmente in questo momento, indussi con le minacce e con le parole melliflue il signor Conrad a rilasciarmi un biglietto per Bamberger con cui incaricarlo di consegnarmi il pacchetto sigillato.
E lo ebbi il giorno seguente. Dentro vi si trovava tutto. Tra l'altro perfino la tua e la mia dichiarzione contro A. Ruge, che il nobile Conrad non aveva dunque mandato alla “Staatszeitung”, probabilmente perché aveva detto tanto bugie a suo fratello che temeva ogni dichiarazione pubblica.
Sicché nello stesso tempo questo mascalzone – credeva di poter così far meglio i suoi affari – ha messo in guardia i Bamberger contro di me, ha detto loro che avevo dato fondo alle mie ultime risorse per pagare la mia ultima cambiale ecc. ecc. In generale ha intrigato contro di noi e ha mentito in ogni maniera, nella maniera più canagliesca.
Ora – dato che tutto ciò è un fait accompli [fatto compiuto] – non si deve strillare e indignarsi come dei bravi galantuomini, come volevano e come facevano i babbei di qui, ma lasciar che per ora, il vagabondo continui a credere alle sue buone relazioni con noi, finché non si abbia la forza e l'occasione per levarselo dai piedi, d'une manière ou de l'autre [in un modo o nell'altro]. In questo momento il giovanotto potrebbe divenire molto pericoloso per i nostri compagni tedeschi, se ci si comportasse in qualche modo con lui come gente che è a conoscenza della sua disonestà.
Mi crederai del resto, senza che io ci aggiunga parole, che sono maledettamente stanco della mia situazione. Ho scritto in America se è possibile fare di qui insieme con Lupus il corrispondente per qualche dozzina di giornali, poiché è impossible [impossibile] seguitare a vivere così.
Per quanto riguarda le trattative con Ebner a Francoforte, lui scrive che Cotta probabilmente prenderà la mia Economia – di cui gli ho mandato lo schema – e che in caso contrario scoverà un altro libraio. Da tempo avrei finito con la biblioteca. Ma le interruzioni e i disturbi sono troppo grandi, e a casa, dove tutto è sempre in stato d'assedio e rivoli di lacrime mi infastidiscono e mi rendono furente per notti intere, naturalmente non posso far molto. Mia moglie mi fa pena. Su lei ricade il peso principale, e au fond [in fondo] ha ragione. Il faut que l'industrie soit plus productive que le mariage [Bisogna che il lavoro sia più produttivo del matrimonio]. Nonostante tutto ti ricorderai che io sono per natura très peu endurant [assai poco paziente] e perfino quelque peu dur [un po' duro], sì che di tanto in tanto la mia impassibilità se ne va.
Julius è stato sepolto circa una settimana fa. Fui presente alla sepoltura. Il nobile Kinkel sbrodolò un suo sproloquio sulla tomba. Julius era il solo nell'emigrazione che studiasse e passasse sempre più dall'idealismo al campo nostro.
Il nobile Dulon si trova qui.
Heinzen e Ruge proseguono a strepitare contro i comunisti e soprattutto contro di noi, nella “Schnellpost” di New York. Ma son cose talmente stupide, che è impossibile rispondere altrimenti che raccogliendo a tempo opportuno le cose più ridicole dei pasticci di Ruge, per rivelare ai tedeschi chi ora li dirige, malgré eux [malgrado loro].
Hai letto forse l'ultimo scritto di Proudhon?
Weydemeyer mi ha scritto da Zurigo. Karstens è in gattabuia a Magonza. Aveva fatto un vano tentativo di fuga.
Vale faveque [Addio e voglimi bene].
(Marx, Lettera a Engels, 31 luglio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 316-317-318-319)
 
Il signor Heinzen, insieme al degno Ruge, suona tutte le settimane la fanfara sulla “Schnellpost” di New York contro i comunisti, in modo particolare contro di me, Engels, ecc. Tutta quanta la marmaglia democratica di qui mantiene la fossa in cui deposita il suo guano, che se non fa fiorire abbondantemente semi e frutti, certo lo fa per l'erbaccia. (…)
Puoi immaginarti che la mia situazione è molto grigia. Mia moglie si rovinerà, se le cose continuano a lungo in questo modo. Le preoccupazioni continue, la lotta più meschina nelle condizioni borghesi la logorano. E a ciò si aggiungano le infamie dei miei nemici, che fino ad ora non hanno mai neppure tentato di attaccarmi oggettivamente, e cercano di vendicarsi per la loro impotenza gettando su di me sospetti e diffondendo le infamie più indicibili sul mio conto. Willich, Schapper, Ruge e una massa di altre canaglie democratiche hanno fatto di ciò un affare. Basta che qualcuno venga dal Continente, che subito viene preso e lavorato, affinché partecipi a questa stessa attività.
Alcuni giorni fa il “famoso” referendario Schramm incontra per strada un conoscente e subito gli sussurra: qualunque sia l'esito della rivoluzione tutti sono d'accordo su di un fatto: Marx è perdu [perduto]. Rodbertus, che ha le migliori prospettive, lo fa subito fucilare – e così sono tutti. Naturalmente, quanto a me, potrei ridermela di tutto questo pattume; del resto non mi lascio turbare da ciò un solo momento nei miei lavori, ma capirai che mia moglie, che è sofferente e vive nella peggiore angustia privata, dalla mattina alla sera, mentre il suo sistema nervoso è già intaccato, non è certo incoraggiata dal fatto che ogni giorno stupidi mediatori le raccontino le emanazioni pestilenziali della cloaca democratica. La mancanza di tatto di certa gente è talora colossale. (…)
Quando sarai a New York, va da A. Dana della “New York Tribune” e salutalo da parte mia e di Freiligrath. Forse potrà esserti utile. Appena arrivi scrivimi, ma sempre all'indirizzo di Engels, poiché di noi due è lui quello che può meglio sopportare le spese postali.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 2 agosto 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 577-578)
 
Scuserai se non ti ho scritto prima e se non ho contemporaneamente accusato ricevuta delle 5 sterline. La pressure from without [pressione dall'esterno] è stata così forte questa settimana, che non sono riuscito a scrivere. Per il momento ho evitato d'esser cacciato fuori di casa firmando un bill al landlord [cambiale al padrone di casa].
Con questa lettera ti mando un numero della “Schnellpost”, dove potrai vedere lo stupido ed infame armeggío e lo spettegolare di quella bagascia di Ruge & Co. Appena avrai letto questo sudiciume, rimandamelo. Per spiegarti quella lettera della quale quel villanzone di Heinzen dà degli estratti – proveniente in ogni caso da Fickler – ti dico brevemente: già da due o tre settimane quei somari – gli emigrati – tengono riunioni, comizi, per “venire a un accomodamento”, per arrivare a formare una intera “dozzina” e per “organizzarsi” a vicenda come i grandi uomini del futuro. Oggi c'era la loro seduta definitiva. Sentirò il risultato e te lo comunicherò. Il seme della discordia prospera però già così abbondantemente, che il signor Sigel mi ha fatto annunciare una sua visita da Schabelitz, che è ora qui per l'Esposizione.
La “New York Tribune” ha invitato me e Freiligrath a collaborare a pagamento. È il giornale più diffuso del Nord-America. Se ti è possibile farmi avere un articolo scritto in inglese sulla situazione tedesca entro venerdì mattina (15 agosto), sarebbe un inizio stupendo.
Di Schramm sappiamo che è in continua corrispondenza con suo fratello. Ha scritto a Bamberger di non comunicarci il suo indirizzo.
Giornalmente arrivano nuove notizie sul modo infame in cui si è comportato quando era qui.
Il rosso Wolff è di nuovo diventato “irlandese”.
E ora alla “Idée générale de la Rèvolution au XIX siècle” par J.-J. Proudhon. Quando ti ho scritto la prima volta su questo libro, ne avevo letto soltanto degli estratti spesso anche inesatti. Ora te ne posso mandare lo σӽԑλԑʈόѵ [scheletro]. Per ora. Il libro contiene attacchi bene scritti contro Rousseau, Robespierre, la Montagna ecc. (…)
Scrivimi dettagliatamente che cosa pensi di questa ricetta.
(Marx, Lettera a Engels, 8 agosto 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 322-323-331)


Tra uno o due giorni ti manderò proprio il Proudhon, che però mi restituirai appena lo avrai letto. Voglio infatti – per far denaro – pubblicare due o tre fogli di stampa su questo libro. Perciò mi comunicherai le tue opinioni più dettagliatamente di quanto tu non soglia fare quando scrivi in fretta .
Tutto lo spirito di Proudhon – e l'insieme è soprattutto una polemica contro il comunismo, per quanto egli ne rubi e per quanto esso gli appaia nella trasfigurazione operata da Cabet e Blanc – si riassume a parer mio nel ragionamento seguente:
Il vero nemico, quello da combattere, è il capitale. La pura affermazione economica del capitale è l'interesse. Il cosiddetto profitto non è altro che una forma particolare di salario. L'interesse lo eliminiamo trasformandolo in una annuité, cioè in un annuo acconto del capitale. Così alla classe operaia – leggi la classe industriale – viene assicurato per sempre la preminenza, e la vera e propria classe capitalistica viene condannata a una esistenza che tende progressivamente a scomparire. Le differenti forme dell'interesse sono l'interesse per un capitale liquido, la pigione, l'affitto. Così la società borghese viene conservata, giustificata e soltanto privata della sua mauvaise tendance [cattiva tendenza].
La liquidation sociale [liquidazione sociale] è semplicemente il mezzo per poter ricominciare da capo la “sana” società borghese. Presto o tardi, peu nous importe [poco ci importa]. Sulle contraddizioni, le incertezze e le oscurità di questa liquidation stessa voglio prima sentire il tuo giudizio. Ma il vero balsamo salutare della società ricominciata da capo consiste nell'abolizione dell'interesse, cioè nella perenne trasformazione dell'interesse in una annuité. Posto ciò non come mezzo, ma come legge economica della società borghese riformata, risultano naturalmente due conseguenze:
1) Trasformazione dei piccoli capitalisti non industriali in capitalisti industriali; 2) costituzione per l'eternità della classe dei grandi capitalisti, poiché au fond [in fondo], se si prende quel che avviene in media, la società in generale – detratto il profitto industriale - non paga mai altro che l'annuité. Se fosse vero il contrario, il calcolo dell'interesse-degli-interessi del dott. Price sarebbe una realtà, e il globo intero non basterebbe a pagare gli interessi del più piccolo capitale che datasse dall'età di Cristo.
Nella realtà però si può affermare con sicurezza che p. es. in Inghilterra – quindi nel paese più beatamente borghese – da 50 a 100 anni in qua il capitale investito o in terreni o comunque sia non è stato ancora mai ammortizzato, perlomeno secondo il prezzo, che è quanto qui ci interessa. Si prenda p. es. la più alta valutazione della ricchezza nazionale dell'Inghilterra, p. es. 5 miliardi. Sicché l'Inghilterra produce annualmente 500 milioni. Sicché tutta la ricchezza dell'Inghilterra è soltanto = al lavoro annuo dell'Inghilterra moltipicato per 10. Sicché non soltanto il capitale non paga i propri interessi, ma neanche si riproduce, quanto al valore. E per questa semplice legge. Il valore è originariamente determinato dai costi di produzione originari, secondo il tempo di lavoro che era originariamente necessario per produrre l'oggetto. Ma una volta prodotto questo, il prezzo del prodotto viene determinato dai costi che sono necessari per riprodurlo . E i costi della riproduzione cadono costantemente e tanto più rapidamente quanto più l'epoca è industrializzata. Sicché legge della costante svalutazione del valore stesso del capitale, con la quale si dà scacco alla legge delle rendite e dell'interesse, che se no porterebbe all'assurdo. Questa è anche la spiegazione della tesi da te avanzata, che nessuna fabbrica copre i suoi costi di produzione. Sicché Proudhon non può rinnovare la società, introducendo una legge che essa au fond [in fondo] segue già ora senza il suo consiglio.
Il mezzo con cui Proudhon realizza tutto è la banca. Il y a ici un qui pro quo [Qui vi è un equivoco]. L'attività bancaria la si può risolvere in due parti: 1) La conversione del capitale in denaro. Qui io dò semplicemente denaro in cambio del capitale, e questo può comunque accadere ai semplici costi di produzione, sicché a ½ o a ¼%. 2) Anticipo di capitale sotto forma di denaro, e qui l'interesse si regolerà sulla quantità del capitale. Quello che il credito può fare qui è soltanto di trasformare ricchezza esistente ma improduttiva in capitale reale e attivo per mezzo della concentrazione ecc. ecc. Proudon ritiene che il n. 2 sia tanto facile quanto il n. 1, e au bout du compte [in fin dei conti] toverà che, assegnando un'illusoria massa di capitale sotto forma di denaro, nel caso migliore non ha fatto che ridurre l'interesse del capitale, per alzarne il prezzo nella stessa proporzione. Col che non si è guadagnato altro che il discredito della propria carta moneta.
Che relazione ci sia tra la dogana e l'interesse te lo lascio gustare nell'originale. La cosa era troppo gustosa per sciuparla con delle mutilazioni. Il signor Proudhon non spiega esattamente né come va la faccenda della partecipazione del comune alle case e ai terreni – e proprio questo avrebbe dovuto fare di fronte ai comunisti – né come gli operai vengano in possesso delle fabbriche. In ogni caso lui vuole “des compagnies ouvrières puissantes” [compagnie operaie potenti], ma ha però una tale paura di queste “corporazioni” industriali, che riserva non propriamente allo Stato, ma alla sociétè, il diritto di scioglierle. Da perfetto francese limita l'association alla fabbrica, perché non conosce né un Moses and son [grossa ditta di confezioni per uomo a Londra] né un midlothian farmer [agricoltore del Midlothian (contea della Scozia medidionale)]. Il contadino francese, il calzolaio, il sarto, il merchant [commerciante] francesi gli appaiono come des données éternelles et qu'il faut accepter [dati eterni che bisogna accettare].
Ma quanto più mi occupo di questo sudiciume, tanto più mi convinco che la riforma dell'agricoltura, e dunque anche questa merda della proprietà che si fonda su di essa, è l'alfa e l'omega della futura rivoluzione. Senza questo il padre Malthus ha ragione.
Nei confronti di Louis Blanc ecc. lo scritto è gustoso, particolarmente per gli sfoghi impertinenti contro Rousseau, Robespierre, Dio, la fraternité [fratellanza] e simili scipitaggini.
Per quel che riguarda poi la “New York Tribune”, tu mi devi aiutare, ora che sono tutto preso dall'Economia. Scrivi una serie di articoli sulla Tedescheria dal 1848 in poi. Spiritosi e disinvolti . I signori sono molto sfacciati nel dipartimento degli esteri.
Fra qualche giorno ti manderò due volumi su Roma. Cioè “Economie politique des Romains”, par Dureau de la Malle. Ho fatto venire il volume (eruditissimo) da Parigi. Ti si farà luce anche sul sostrato economico delle guerre dei Romani, che non era altro che il catasto . Qual è il modo più economico per spedirteli? I due volumi sono grossi. L'articolo della “Lithographische Korrespondenz” devi procurartelo, o cercare di averne una copia. Non appena Weydemeyer sarà là, bisognerà mettere alla gogna quei somari a New York. A ciò serviranno tutti i documenti. Faucher è corrispondente della “Neue Preussische Zeitung”. Sigel non si è ancora fatto vedere. Willich è naturalmente membro unificatore dell'affratellamento dell'emigrazione. Venerdì avevano la loro prima assemblea generale. Noi vi avevamo una spia. La seduta fu aperta con la lettura (fatta dal generale Haug) dell'articolo contro di noi della “Lithographische Korrespondenz”. Loro infatti vivono, si muovono e sono soltanto intorno a noi. Poi si decisero una quantità di noiose relazioni su beghe interne. Per la Prussia si annunciò il signor Meyen, per l'Inghilterra Oppenheim, per la Francia Ruge, Kinkel per l'America... e l'avvenire. Del resto sarò molto contento di sentire il tuo parere su tutta la faccenda.
(Marx, Lettera a Engels, 14 agosto 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 339-340-341-342)
 
Se l'emigrazione affratellata ha un punto qualsiasi di concordia, questo è il suo odio fanatico comune contro Marx, un odio che non rinuncia ad alcuna scempiagginie, bassezza, ad alcun intrigo per sfogare la rabbia contro questa loro bête noire [bestia nera]. E infatti costoro non hanno esitato a mettersi in collegamento persino con Beta ovvero Bettziech, un vecchio collaboratore del “Gesellschafter” di Gubitz, per gettare il sospetto di spionaggio su Marx a causa della sua parentela con il ministro prussiano von Westphalen, servendosi di questo grande scrittore e patriota sull'organo del gaio oste Louis Drucker. L'unico contatto che il signor von Westphalen ebbe con Marx fu quello di impedire, mettendo sotto sequestro la tipografia di Becker e cacciando in prigione A. Becker a Colonia, la pubblicazione di una raccolta di articoli di Marx, che Becker si era assunta e di cui era già uscito un primo fascicolo, e in pari tempo di impedire la pubblicazione di una rivista che era già in stampa. L'odio contro Marx venne ancora accresciuto con la pubblicazione del messaggio comunista da parte del governo sassone, poiché egli ne fu ritenuto l'autore. Marx, che del resto si occupava esclusivamente del lavoro, iniziato da anni, alla critica e storia dell'economia politica, non aveva né tempo né voglia – proprio come Freiligath e i comuni amici – di dare importanza alle chiacchere dell'emigrazione affratellata.
(Marx, Lettera a Hermann Ebner, (seconda metà di agosto) 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 590)
 
Farai bene a leggerti presto il Proudhon, perché ho bisogno di riaverlo presto. Del Dureau ho fatto tutti gli estratti di cui avevo bisogno.
A proposito! Scrivi dunque una buona volta a Fischer a New Orleans . (Ora Liebknecht è suo corrispondente fisso). Questo è tanto più importante, in quanto i Kinkel, Ruge ecc. hanno in mente di spillar sussidi proprio a New Orleans. Non dimendicare dunque di scrivere a questo signore, che in una lettera a Liebknecht si lamenta del tuo silenzio.
(Marx, Lettera a Engels, circa il 20 agosto 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 343)
 
D'abord mes remercîments pour ton article [prima di tutto i miei ringraziamenti per il tuo articolo]. Nonostante il male che ne hai detto, era stupendo e ha alzato le vele per New York così com'era. Hai azzeccato in pieno il tono per la “Tribune”. Appena ne avremo il primo numero, te la manderò e da allora in poi seguiterò regolarmente.
Maintenant [Ora] ho un carico intero di letame dell'emigrazione da spedirti, e se conosci nei dintorni un agricoltore che abbia bisogno per concime del guano di questi begli uccelli, puoi fare un affare. (…)
Quello che tu devi far subito è di scrivere a Fischer a New Orleans, spiegargli tutto questo sudiciume e fargli sapere che ormai deve raccogliere denaro soltanto presentandosi come ditta “Freiligrath ”, che è popolarissima. Il nostro partito ne ha assoluto bisogno. È l'unico partito attivo, l'unico che sta in lotta con la Dieta e con dio e col diavolo, e non abbiamo un soldo per l'agitazione. D'altra parte bisogna procurare denaro per i nostri che sono in carcere, che in gran parte sono assolutamente senza mezzi. Questi due punti di vista mi pare che si possano facilmente chiarirglieli. Se può, deve del resto far le collette in segreto , poiché ogni indiscrezione giornalistica non fa che danneggiare l'efficacia della nostra azione.
Vale faveque [Addio e voglimi bene].
(Marx, Lettera a Engels, 25 agosto 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 347-354)
 
Ritengo che la politica di Mazzini sia fondamentalmente sbagliata. Col suo insistere affinché l'Italia si metta ora in movimento, egli fa il giuoco dell'Austria. D'altra parte, trascura di rivolgersi a quella parte dell'Italia che è oppressa da secoli, ai contadini, e in tal modo prepara nuove riserve alla controrivoluzione. Il signor Mazzini conosce soltanto le città con la loro nobiltà liberale e i loro citoyens éclairés [cittadini illuminati]. Naturalmente i bisogni materiali delle popolazioni agricole italiane – dissanguate e sistematicamente snervate e incretinite come quelle irlandesi – sono troppo al di sotto del firmamento retorico dei suoi manifesti cosmpolitico-neocattolico-ideologici. Certo ci vorrebbe del coraggio, per dichiarare ai borghesi e alla nobiltà che il primo passo, per fare l'indipendenza d'Italia, è la completa emancipazione dei contadini e la trasformazione del loro sistema di mezzadria in libera proprietà borghese.
A quanto pare per Mazzini un prestito di 10 milioni di franchi è più rivoluzionario che conquistare 10 milioni di uomini.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 11 settembre 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 592)

Hai ricevuto la mia lettera durante la presenza di tuo fratello? Lo domando perché tu non la citi, non per quel che contiene. Contiene soltanto pettegolezzi, quantunque sia bene che questi vengano archiviati. Ma non vorrei saperli finiti in mano d'estranei.
Le tue diverse lettere, compresa quella delle cinque sterline, sono arrivate qui puntualmente. (…)
Anche il comitato italiano si è scisso. Una notevole minoranza è uscita. Mazzini racconta con dolore questo avvenimento nella “Voix du Peuple” [Marx intende dire probabilmente “Voix du Proscrit”]. I motivi principali dovrebbero essere: d'abord Dio. Ils ne veulent pas de Dieu. Ensuite, et c'est plus grave, ils reprochent à Maître Mazzini de travailler dans l'intérêt autrichien en prêchant l'insurrection, cioè en la précipitant. Enfin: ils insistent sur un appel direct aux interérêts matériels des paysans italiens, ce qui ne peut se faire sans attaquer de l'autre côté les intérêts matèriels des bourgeois et de la noblesse libérale, qui forme la grande phalange mazzinienne [Prima di tutto Dio (in italiano nel testo). Essi non vogliono Dio. Inoltre, ed è la cosa più grave, rimproverano al maestro Mazzini di lavorare nell'interesse degli austriaci predicando l'insurrezione, cioè facendola precipitare. Infine: essi insistono su di un appello diretto agli interessi materiali dei contadini italiani, ciò che non può avvenire senza, d'altro canto, intaccare gli interessi materiali dei borghesi e della nobiltà liberale, che formano la grande falange mazziniana]. Quest'ultima cosa è di enorme importanza. Se Mazzini, o chiunque si metta alla testa dell'agitazione italiana, non trasforma questa volta franchement e immédiatement [francamente e immediatamente] i contadini da métaires [mezzadri] in liberi proprietari – la situazione dei contadini italiani è spaventosa, ora ho sgobbato a fondo su questa merda – allora il governo austriaco in caso di rivoluzione farà ricorso a mezzi galiziani. Ha già minacciato nel “Lloyd” una “completa trasformazione della proprietà” e “l'annientamento della irrequieta nobiltà”. Se a Mazzini non si aprono ancora gli occhi, è un bestione. Senza dubbio c'entrano gli interessi dell'agitazione. Da dove prendere i 10 milioni di franchi, se egli si mette contro i borghesi? Come conservare la nobiltà ai suoi servizi, se le deve annunziare che si tratta anzitutto della sua espropriazione? Queste sono difficoltà per siffatti demagoghi della vecchia scuola.
(Marx, Lettera a Engels, 13 settembre 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 368-369)
 
Col documento parigino succede una cosa cretinissima. I giornali tedeschi, la “Kölnische” e l' “Augsburger”, come ci si può aspettare da questi cani sprovvisti di senso critico, ce lo affibbiano a noi. Dall'altra parte quel miserabile di Willich & Co. diffonde la voce che noi avremmo fatto denunciare per mezzo di nostri conoscenti tutto quel sudiciume di Pargi. Qu'en dis-tu? [che ne dici?].
Anche C. Schramm è stato messo dentro. Habeat sibi [Gli sta bene]. La prossima volta - dopo che avrò ricevuto qualche altra notizia – ti scriverò dell'altro sul sudiciume di qui. Per oggi ti faccio il regalo del seguente riassunto delle molte colonne di un manifesto del cittadino Techow nella “New Yorker Staatszeitung” intitolato: “Lineamenti della guerra dell'avvenire. Londra, 7 agosto” . (Scritto male, in modo dottrinario, con reminiscenze d'ogni genere dalla nostra “Revue” e in apparenza svolto intelligentemente, ma piatto nel contenuto, senza movimento nella forma, niente che colpisca.) Ti faccio grazia di quanto Techow snocciola, per cominciare, sulla rivoluzione del 1849.
(Marx, Lettera a Engels, 23 settembre 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 376)
 
Avrai visto dalla “Kölnische Zeitun” che ho fatto una dichiarazione contro i pettegolezzi della “Allgemeine Zeitung” di Augusta. Le chiacchere passavano i limiti. Quello che quei mascalzoni avevano di mira con gli ultimi continui attacchi che scagliavano da tutti i giornali tedeschi, era, come so con certezza, di mettermi di fronte a un dilemma. Io avrei dovuto o sconfessare pubblicamente la cospirazione e così i nostri amici di partito, o riconoscerla apertamente, e così commettere un tradimento “giuridico”. Tuttavia questi signori sono troppo goffi per prenderci in castagna. (…)
Anche Edgar Bauer dicon che sia qui. Non l'ho ancora visto. Una settimana fa Blind arrivò qui con signora (Madame Cohen), otto giorni fa, per visitare l'Esposizione, sabato scorso è ripartito. Da lunedì non l'ho più rivisto e per l'appunto per il seguente sciocco incidente, che ti dimostrerà quanto quel disgraziato sia tenuto a bacchetta dalla moglie. Oggi ho ricevuto una lettera per città, in cui mi annuncia la sua partenza. Lunedì scorso – di questo si tratta – era stato da me con la signora. Presenti oltre a loro: Freiligrath, il rosso Wolff (che, sia detto di passaggio, si è di nuovo riaccostato quatto quatto, e che per di più si è anche sposato con una saccentona inglese), Liebknecht e quel disgraziato di Pieper. La moglie è una vivace ebrea, e noi ridemmo e chiacchierammo proprio di buon umore, quando lo spirito del male portò il discorso sulla religione. Lei si dette delle arie con l'ateismo, Feuerbach ecc. Io attaccai Feuerbach, ma naturalmente con molto garbo e amichevolmente. Al principio mi sembrò che l'ebrea prendesse gusto alla discussione, e questo naturalmente fu il solo motivo per cui io mi indussi a parlare di questo argomento per me noioso. Nel frattempo la mia eco dottrinaria e saccente, il signor Pieper, sentenziava, bisogna dirlo, con non troppo tatto.
D'improvviso vedo che la donna è in un mare di lacrime. Blind mi lancia delle malinconiche occhiate espressive, lei se ne va: e non la si vide più, ni lui non plus [e tanto meno lui]. Un'avventura simile non l'avevo ancora vissuta pur con la mia lunga esperienza. (…)
Il signor Ewerbeck pubblica un'opera immortale: “L'Allemagne et les Allemands”. Va da Arminio il Cherusco (così mi scrive testualmente) fino all'anno del Signore 1850. Mi chiede notizie biografiche, letterarie e storiche sui tre personaggi: F. Engels, K. Marx e B. Bauer.
È già cominciata la stampa di questa merda. Que faire! [Che fare!] Io temo che, se non gli si risponde per niente, lui diffonda per il mondo le più grandi sciocchezze sul conto nostro. Scrivimi che cosa ne pensi. (…)
Tu mi devi finalmente comunicare le tue vues [idee] su Proudhon, sia pur brevemente. Mi interessano tanto più, in quanto ora sto lavorando all'Economia. Del resto negli ultimi tempi ho sgobbato nella biblioteca, che seguito a frequentare, soprattutto sulla tecnologia e la sua storia, e sulla agronomia, per avere almeno una specie di idea di queste porcherie.
(Marx, Lettera a Engels, 13 ottobre 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 386- 387-388- 389)
 
Hai ricevuto la mia lettera di lunedì scorso? Data la tua grande esattezza nello scrivere, il tuo silenzio mi inquieta.
(Marx, Lettera a Engels, 25 ottobre 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 398)
 
Capirai che, dato che la situazione familiare è molto imbrogliata, ti mando qualche riga soltanto ora.
Ti ricorderai che Pieper scriveva nella sua ultima lettera che il contratto per il mio Anti-Proudhon sarebbe stato vicino alla conclusione. Dalla sua lettera acclusa vedrai che di questo manoscritto non si parla più per niente. Questa è la solita maniera con cui da sei mesi i nostri cari fedeli mi portano per le lunghe. D'altra parte Ebner mi ha scritto che Löwenthal vorrebbe fare il tentativo con un solo volume, ma non ricordava neanche il fatto che io dovrei cominciare con la “Storia dell'economia”. Questo sarebbe un capovolgimento di tutto il mio piano. Poi Ebner scrisse che Löwenthal poteva dare soltanto un compenso “scarso”. Io ne sono contento, se lui pubblica quello che io voglio pubblicare per prima cosa. Ma se mi costringe a disfare tutto il mio piano, mi deve pagare come se io scrivessi direttamente per incarico suo. Tuttavia per ora lascio che faccia Ebner. Mi ha comunicato che non concluderà senza il mio beneplacito. Qu'en penses-tu? [Che ne pensi?] (…)
Io so che ora tu stesso sei in bolletta e che la mia irruzione e la mia razzia a Manchester ti ci hanno ficcato ancor più profondamente, almeno per questo mese. Tuttavia ti devo chiedere se in caso di necessità mi puoi procacciare ancora 2 sterline. Infatti prima della mia partenza da Londra ho preso in prestito 2 sterline e nello stesso tempo ho dichiarato per iscritto che le avrei rimborsate prima di dicembre. In ogni caso ti prego di scrivermi a giro di posta se la cosa va o no. (…)
Qualche giorno fa ho letto in biblioteca le elucubrazioni del signor Proudhon sulla gratuité du crédit contro Bastiat. Supera ogni altra opera di quest'uomo, per ciarlataneria, millanteria, fracassoneria e inconsistenza. (…)
Ho qui letto ancora una volta la tua critica. È un peccato qu'il n'y a pas moyen [che non vi sia mezzo] di farla stampare. Quando io ci avessi aggiunto anche una pisciatina di mio, potrebbe del resto uscire coi nostri due nomi, supposto che ciò non procuri seccature alla tua ditta commerciale.
(Marx, Lettera a Engels, 24 novembre 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 403-404-405)
 
1852
 
Auguri per l'anno nuovo. Falli anche a tua moglie da parte mia e di mia moglie.
Ti ho potuto mandare l'articolo [“Il18 Brumaio di Luigi Bonaparte”] solo ora, interrotto come ero non solo dal susseguirsi tumultuoso degli avvenimenti, ma ancor più da questioni personali. D'ora in poi, regolarità.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 1° gennaio 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 497)
 
Oggi, per la prima volta dopo quattordici giorni, mi sono alzato dal letto. Di qui puoi vedere che il mio malessere – ancora non del tutto superato – era una cosa seria. Questa settimana perciò non ti ho potuto mandare, nonostante i migliori propositi, il numero III del mio articolo su Bonaparte [“Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte”].
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 16 gennaio 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 502)
 
Purtroppo il mio malessere non mi ha ancora permesso questa settimana di scrivere a te, vale a dire per il tuo giornale. A fatica ho messo insieme alla meglio un articolo per Dana, che da sei settimane e forse di più non aveva ricevuto nulla da me. Da alcuni anni a questa parte nulla mi ha così abbattuto come questa dannata malattia di emorroidi, neppure il recente fatto inglorioso in Francia. Enfin [insomma], d'ora in poi mi sentirò meglio, per quanto fosse duro essere costretto a non andare in biblioteca per quattro settimane.
Adesso riceverai sul 18 Brumaio altri 2 articoli [“Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte”, capitoli III e V], il primo dei quali partirà in tutti i modi venerdì prossimo, seguito immediatamente dall'altro, nel caso che non lo mandi insieme.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 23 gennaio 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 504)
 
Il tuo articolo per Dana [“Rivoluzione e controrivoluzione in Germania, art. VII] è stupendo.
Da quando te ne sei andato ho potuto spedire al poor [povero] Weydemeyer soltanto un articolo ancora. Questa volta le emorroidi mi hanno assillato più della rivoluzione francese. Starò a vedere che cosa riuscirò a fare la settimana prossima. Gli impedimenti posteriori non mi consentono ancora di andare in biblioteca.
(Marx, Lettera a Engels, 24 gennaio 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 12-13)
 
La colpa principale è di tutta quanta la miserabile “stampa” che non dice una sillaba. Alcuni articoli nella “Kölnische Zeitung”, nella “National-Zeitung”, nella Breslauer Zeitung” - e il Senato di accusa a Colonia non avrebbe mai rischiato uyna cosa del genere. Ma quei cani di democratici e liberali sono giubilanti, perché i loro avversari comunisti vengono in tal modo liquidati. E noi non siamo forse intervenuti a favore dei Temme e di tutti gli straccioni democratici di questo mondo, tutte le volte che si trovavano in conflitto con la polizia e i tribunali?
(Marx, Lettera a Ferdinand Freiligrath, 26 gennaio 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 512)


Per quanto riguarda la situazione del commercio, non ci capisco più niente. Ora sembra che la crisi sia alle porte e che la City sia a terra, ora tutto va di nuovo a gonfie vele. Io so che tutto questo non impedisce affatto la catastrofe. Ma, per seguire il movimento attuale, Londra non è in questo momento il posto migliore.
(Marx, Lettera a Engels, 4 febbraio 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 21)
 
Accludo la continuazione del mio articolo [Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte, capitolo IV]. La cosa mi si sviluppa sotto le mani, adesso riceverai altri 2 articoli in proposito. Inoltre ti manderò col massimo invito postale qualcosa sul signore Mazzini. (…)
I nostri amici stanno in celle, separati l'uno dall'altro e dal mondo, non possono ricevere né lettere né visite e nemmeno libri, cosa che in Prussia non viene mai negata nemmeno ai delinquenti comuni.
La vergognosa sentenza del Senato di accusa sarebbe stata impossibile, se la stampa si fosse occupata sia pure minimamente della faccenda. Ma i fogli liberali come la “Kölnische” hanno taciuto per vigliaccheria e quelli “democratici” (anche la “Lithographierte Correspondenz”, che Kinkel fa stampare con quattrini americani) per odio contro i comunisti, per paura di perdere importanza, per rivalità contro i “nuovi” martiri. Questo è il ringraziamento dei cani verso la “Neue Rheinische Zeitung” che ha sempre difeso il canagliume democratico nei suoi conflitti col governo (per esempio Temme, ecc.). Questo è il ringraziamento del signor Kinkel alla “Westdeutsche Zeitung”, su cui Becker lo ha lodato e Bürges difeso. Les canailles! Il faut les attaquer à mort [Quelle canaglie! Bisogna attaccarle a morte].
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 13 febbraio 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 517-518)
 
Questa settimana non posso mandarti nulla, per la semplice ragione che da 8 giorni sono in difficoltà tali col maledetto denaro, che non posso continuare i miei studi in biblioteca e ancor meno scrivere articoli.
Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 20 febbraio 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 522)
 
Da una settimana sono nella piacevole condizione di non potere più uscire per mancanza degli abiti impegnati al Monte di Pietà e di non potere più mangiare carne per mancanza di credito. Tutto questo è una merda, ma temo che questo sudiciume vada a finire in uno scandalo. L'unica buona notizia l'abbiamo ricevuta dalla cognata ministeriale, la notizia della malattia dell'indistruttibile zio di mia moglie. Se questo cane adesso muore sarò fuori dei pasticci.
(Marx, Lettera a Engels, 27 febbraio 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 30)
 
Per quanto mi riguarda, non a me compete il merito di aver scoperto l'esistenza delle classi nella società moderna e la loro lotta reciproca. Molto tempo prima di me, storiografi borghesi hanno descritto lo sviluppo storico di questa lotta delle classi ed economisti borghesi la loro anatomia economica. Ciò che io ho fatto di nuovo è stato: 1) dimostrare che l'esistenza delle classi è legata puramente a determinate fasi storiche di sviluppo della produzione ; 2) che la lotta delle classi conduce necessariamente alla dittatura del proletariato ; 3) che questa dittatura medesima non costituisce se non il passaggio all'abolizione di tutte le classi e a una società senza classi . Mascalzoni ignoranti come Heinzen, i quali non solo negano la lotta, ma persino l'esistenza delle classi, dimostrano soltanto, nonostante i loro latrati sanguinari e le loro pose umanistiche, di ritenere le condizioni sociali nelle quali la borghesia domina come il prodotto ultimo, come il non plus ultra della storia, di non essere che servi della borghesia, una servitù che è tanto più ripugnante, quanto meno questi straccioni riescono a capire anche solo la grandezza e la necessità transitoria del regime borghese stesso.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 5 marzo 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 537)
 
Evviva il nuovo cittadino del mondo! Non è possibile venire al mondo in un'epoca più formidabile che oggigiorno. Quando si viaggerà in sette giorni da Londra a Calcutta ci avranno tagliato la testa a tutti e due da moltissimo tempo o avremo delle teste tremanti. E Australia e California e l'oceano Pacifico! I nuovi cittadini del mondo non riusciranno più a capire quanto piccolo era il nostro mondo.
Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 25 marzo 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 539)
 
Il signor Mazzini infatti, da due anni papa della chiesa democratica in partibus, ritenne che fosse finalmente venuto il tempo di dare sfogo in lingua francese ai suoi veleni contro il socialismo e la Francia, ed esattamente nella “Nation” di Bruxelles, che ha comprato, d'accordo con Ledru-Rollin, per 10.000 franchi dei fondi italiani. Là riversa sui socialisti la colpa del 2 dicembre, della presa di Roma, in breve di tutta la controrivoluzione, e nella sua altisonante maniera da domenicano strepita contro gli eritici, le sètte, il materialismo, lo scetticismo, la babele francese, con altrettanta decisione con quanta qui a Londra lecca il sedere ai borghesi liberali.
(Marx, Lettera a Engels, 30 marzo 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 43-44)
 
Louis Blanc, come prevedevo, cerca di sfruttare la dichiarazione comune contro Mazzini per formare un nuovo “réseau d'action” [“rete d'azione”] e per imporsi come capo del partito rivoluzionario. Voleva attrarre perfino me nella sua fusione di tutti i socialisti “francesi” e mi ha fatto invitare a una riunione. Naturalmente non l'ho nemmeno degnato d'una risposta, ma ho soltanto manifestato all'intermédiaire il mio stupore per questa indelicatezza. Dato che arriva Proudhon, un'alleanza con me sarebbe molto comoda al piccolo.
(Marx, Lettera a Engels, 5 aprile 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 48)
 
Nella settimana scorsa ho avuto a che fare con uno schifo di cui non puoi farti un'idea. Il giorno del funerale [della figlioletta Franziska, nota dei curatori] i denari promessimi da tutte le parti non vennero, sicché alla fine fui costretto a correre da alcuni miei vicini francesi per pagare i beccamorti inglesi.
Marx, Lettera a Engels, 24 aprile 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 54)
 
Avevo dato a Bangya, per Szemere, alcune brevi biografie dei grandi uomini tedeschi di Londra. Questa lettera, non so come, è stata letta a un libraio tedesco, senza che gli si facesse il mio nome. Ora lui chiede dei “profili” di questi uomini, e, a quanto dice Bangya, sarebbe pronto a dare 25 sterline per alcuni fogli a stampa. Naturalmente anonimi o pseudonimi. Ora, qu'en penses-tu [che ne pensi]? Veramente dovremmo fare insieme un simile romanzo umorisitico. Io ho qualche scrupolo. Se tu credi che io debba acconsentire a questa merda, devi fare una raccolta delle mie lettere e degli altri scritti che tu hai sottomano, dove si trovino frammenti atti a caratterizzare quei cani. In ogni caso mi dovresti mandare alcune glosse su Willich “in azione” e “nella Svizzera”.
(Marx, Lettera a Engels, 30 aprile 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 63-64)
 
Siccome da settimane, ma specialmente dagli ultimi quattordici giorni, debbo correre sei ore al giorno per procurarmi da mangiare e inoltre sono di nuovo torturato dalla landlady [padrona di casa], non m'è restato altro che scrivere ieri a Johnson per chiedergli se mi vuole scontare una cambiare sulla “Tribune”.
(Marx, Lettera a Engels, 5 agosto 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 99)
 
Da una delle accluse lettere di Cluss vedrai che il signor Kinkel aveva proclamato a Cincinnati in un circle [circolo] di borghesi che “Marx ed Engels non sarebbero dei rivoluzionari, ma piuttosto due mascalzoni che a Londra sarebbero stati cacciati dagli operai fuori dalle osterie”.
(Marx, Lettera a Engels, 6 agosto 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 103)
 
Mia moglie è malata, la piccola Jenny è malata, Lenchen ha una specie di febbre nervosa. Il dottore non potevo e non posso chiamarlo, perché non ho denaro per le medicine. Da otto o dieci giorni ho nutrito la famiglia con pane e patate, ed è anche dubbio che io riesca a scovarne oggi. Questa dieta non era naturalmente vantaggiosa con le condizioni climatiche di ora. Articoli per Dana non ne ho scritti perché non avevo il penny per andare a leggere i giornali. (…)
Quando ero da te e tu mi dicesti che mi avresti potuto procurare una somma un po' più grande per la fine di agosto, io lo scrissi a mia moglie per tranquillarla. La tua lettera di tre o quattro settimane fa accennava che non c'erano molte speranze, ma ne lasciava ancora qualcuna. Così io avevo preso tempo fino al principio di settembre con tutti i creditori, ai quali, come sai, vengono sempre pagati soltanto dei piccoli acconti. Ora c'è l'assalto generale.
Ho tentato ogni via, ma invano. In primo luogo quel cane di Weydemeyer mi frega 15 sterline. Scrivo a Streit in Germania (perché lui aveva scritto a Dronke in Svizzera). Questo bestione non risponde neppure. Mi rivolgo a Brockhaus e gli offro per la “Gegenwart” articoli di contenuto innocuo. Rifiuta in una lettera molto cortese. Finalmente la settimana scorsa corro dattorno il giorno intero con un inglese che voleva farmi scontare le cambiali di Dana. Pour le roi de Prusse [Per il re di Prussia, cioè: inutilmente].
La cosa migliore e più desiderabile che potrebbe accadere sarebbe che la landlady mi cacciasse di casa. Perlomeno in tal caso mi libererei di un debito di 22 sterline. Ma riesco appena a crederla capace di tanta cortesia. Inoltre il fornaio, il lattaio, quello del tè, il greengrocer [il verduraio], e ancora un vecchio debito col macellaio. Come debbo fare a farla finita con tutta questa merda del diavolo? Finalmente, negli ultimi otto o dieci giorni ho preso in prestito qualche scellino e qualche pence da certi zoticoni, il che è stato per me la cosa più noiosa, ma era necessario per non crepare.
Avrai visto dalle mie lettere che, come al solito, io navigo con grande indifferenza tra la merda quando io stesso ci sto dentro, purché non ne senta parlare neanche da lonano. Ma, que faire [che fare]? La mia casa è un lazzaretto, e la crisi comincia a disturbare talmente che mi costringe a dedicarle la mia altissima attenzione. Que faire?
(Marx, Lettera a Engels, 8 settembre 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 135-136)
 
Per la nostra corrispondenza dobbiamo provvedere altrimenti. È certo che nel ministero Derby c'è uno che legge le nostre lettere. Inoltre (di sera), almeno a titolo di prova, si piazza una sentinella davanti a casa mia. Perciò non posso assolutamente scriverti cose che io non ritenga consigliabile che il governo prussiano venga a sapere in questo momento.
(Marx, Lettera a Engels, 25 ottobre 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 168)
 
Ieri ho impegnato il vestito che mi feci a Liverpool, per comprare della carta da scrivere.
(Marx, Lettera a Engels, 27 ottobre 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 175)
 
Se ti è possibile, fa per venerdì un articolo per la “Tribune” sull'affare di Colonia [Su richiesta di Marx Engels scrisse l'articolo “Il processo contro i comunisti di Colonia” con la firma di Marx]. Ora tu conosci tutto il materiale altrettanto bene quanto lo conosco io, e da quattro o cinque settimane ho tanto trascurato la merda di casa mia per il public business [la questione di interesse comune] che per questa settimana, con tutta la buona volontà, non posso rimettermi al lavoro.
(Marx, Lettera a Engels, 16 novembre 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 203)
 
Ricevete in allegato: 1. Un manoscritto mio: Rivelazioni sul processo dei comunisti a Colonia . Questo manoscritto è partito ieri per la Svizzera, onde essere colà stampato e poi scagliato in Germania come strenna per i signori prussiani. Dovresti stamparlo costì, se credi di poterne ricavare almeno i costi di produzione sul mercato americano. Se più, tant mieux [tanto meglio]. In questo caso, bisognerebbe cominciare già a parlarne sulla stampa, per fomentare la curiosità. L'opuscolo, nel caso fosse pubblicato, dovrebbe essere stampato anonimo in America così come avviene in Svizzera. Sarete in grado di valutare l'umore di questo opuscolo, se riflettete che il suo autore, per mancanza di sufficiente copertura alle spalle e ai piedi, è stato praticamente internato e oltre a ciò era minacciato di veder piombare ad ogni momento sulla sua famiglia davvero una insopportabile miseria . Il processo mi ha ancor più impelagato, giacché per cinque settimane, invece di lavorare per guadagnarmi il pane, ho dovuto lavorare per il partito contro le macchinazioni del governo. Oltre a ciò mi ha totalmente alienato editori tedeschi, con cui speravo di concludere un contratto per la mia Economia. Infine l'arresto di Bermbach mi ha tolto la prospettiva di ricavare qualcosa dai “Brumai”.
(Marx, Lettera a Adolf Cluss, 7 dicembre 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 594)
 
Per tutto questo tempo ti ho fatto compagnia con le emorroidi. Soltanto, per fortuna mia questa volta, le mie, siccome sono capitate in un momento di magra, non hanno un processo “maligno” . In caso di bisogno devi applicare delle sanguisughe. C'est le grand moyen [Questo è il mezzo migliore].
(Marx, Lettera a Engels, 14 dicembre 1852, Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 212)
 
1853

Per quanto questa storia di Milano [insurrezione di Milano] sia miserevole come conclusione dell'eterno cospirare di Mazzini, e per quanto io creda che lui personalmente ne subisca un danno, tuttavia mi sembra sicuro che nell'insieme l'avvenimento sia favorevole al movimento rivoluzionario. Soprattutto per la maniera brutale con cui gli austriaci sfruttano [.?.carta danneggiata]. Se Radetzky avesse imitato il modo di procedere di Strassoldo, avrebbe lodato la cittadinanza di Milano per il suo “comportamento esemplare”, stigmatizzato tutta la faccenda come il miserevole colpo di mano di alcuni “miscreants” [mascalzoni], e allentato in apparenza le briglie come segno della sua fiducia; e così il partito rivoluzionario era squalificato davanti a cani e porci. Ma così, introducendo un perfetto sistema di saccheggio, fa dell'Italia quel “cratere rivoluzionario” che Mazzini non è riuscito a evocare con le sue declamazioni.
(Marx, Lettera a Engels, 23 febbraio 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 227-228)
 
Ricevute le 5 sterline.
Questa settimana per un pelo non son crepato. Si trattava di una infiammazione al fegato o qualche cosa di molto vicino. È cosa ereditaria nella mia famiglia. Mio padre ne è morto. Nei quattro anni da che sto in Inghilterra la cosa non s'era più fatta sentire ed era come scomparsa. Tuttavia ora la crisi è superata, e, quel che più conta, sans médecin [senza medico]. Sono però ancora un po' debole.
(Marx, Lettera a Engels, 10 marzo 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 234)
 
Il tuo articolo sulla Turchia [la parte sulla Turchia dell'articolo di Marx ed Engels, “Politica britannica – Disraeli – I profughi – Mazzini a Londra – Turchia”], stupendo.
(Marx, Lettera a Engels, 22-23 marzo 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 241)
 
Engels, quando non deve starsene in ufficio, è tutto assorbito dallo studio, e anche sembra non si sia ancora rimesso dalle punzecchiature che gli si bisbiglia nella stampa americana. Il nostro partito purtroppo è molto pauvre [povero].
(Marx, Lettera a Adolf Cluss, 17 aprile 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 620)
 
Se il tempo di cui disponi te lo permette, mi sarebbe molto gradito avere per venerdì un articolo sulla Svizzera. Tu hai trattato l'argomento un numero infinito di volte, mentre io non conosco le personalità ecc.; però l'articolo non dovrebbe avere continuazione. Un solo articolo sulla Svizzera è sufficiente, data la grandezza del paese.
(Marx, Lettera a Engels, 23 aprile 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 248)
 
Per i miei desideri, in ogni modo, il movimento arriva troppo in anticipo (credo che in primavera comincerà il commercial downfall [declino commerciale] come nel 1847). Avevo sempre sperato di riuscire ancora prima a ritirarmi in solitudine per un paio di mesi, e poter lavorare a fondo per la mia Economia. Sembra che non ci riuscirò. Il continuo scrivere per i giornali mi infastidisce. Mi prende troppo tempo, mi disperde, e in fin dei conti è un bel nulla. Indipendenti quanto si vuole, si è pur sempre legati al giornale e al pubblico, specialmente quando si riceve pagamento in contanti come me. Lavori puramente scientifici sono qualcosa di puramente diverso.
(Marx, Lettera a Adolf Cluss, 15 settembre 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 629)
 
Ti fai maledettamente silenzioso.
Siccome ieri aspettavo your article [il tuo articolo], avevo soltanto buttato giù come introduzione le ultime notizie, e siccome la lettera non è arrivata, una corrispondenza è andata perduta.
Per due settimane a cominciare da oggi debbo assolutamente fare affidamento sulla tua collaborazione. Infatti Piepier oggi se ne va per due o tre settimane: non propriamente in convento, ma nell'ospedale tedesco, una specie di carcere sanitario, dove lo si curerà radicalmente delle conseguenze e degli strascichi dei peccati carnali. Siccome a causa delle mie corse da quello spilorcio di Spielmann sono stati saltati tre o quattro articoli, ora devo scriverne ogni martedì e ogni venerdì, affinché la prossima cambiale non sia troppo magra. Ci sono speranze che Freiligrath mi trovi un commerciante suo amico che le sconterà regolarmente.
Se nel frattempo tu scriverai qualche cosa, ti mando il resto perché tu lo riveda, e allora non avrai che da aggiungere al principio o alla fine le ultime notizie sulla Turkey [Turchia], che potrai eventualmente vedere nel “Débats” o altrove, o se ci sono dispacci telegrafici di particolare importanza, e poi spedire la m... a Liverpool.
Per martedì aspetto da te un articolo.
(Marx, Lettera a Engels, 17 settembre 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 304)
 
D'abord [prima di tutto] ti devo pregare - se possibile - di mandarmi a giro di posta almeno un minimo di denaro. Due settimane fa finalmente Spielmann pagò con uno sconto di quasi 2 sterline. Nel frattempo il peso dei debiti era naturalmente tanto salito, tutto il necessario era trasmigrato al Monte di Pietà talmente al completo, e la famiglia era talmente mal ridotta, che già da dieci giorni non c'è più un soldo in casa. (...) le giornate di venerdì e di oggi se ne sono andate al diavolo soltanto con le mie corse in cerca di denaro. L'articolo di venerdì [“La questione della guerra - Affari finanziari - Scioperi”] l'ho scritto di notte; poi, dalle sette del mattino fino alle undici, ho dettato a mia moglie, e poi me ne sono andato a piedi nella City.
(Marx, Lettera a Engels, 8 ottobre 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 315)
 
Engels è veramente sovraccarico di lavoro; ma poiché egli è un vero lessico universale, capace di lavorare ad ogni ora del giorno e della notte, sbronzo o sobrio che sia, vivace come il diavolo nello scrivere e nel comprendere le cose, si può attendersi da lui qualcosa per questa faccenda...
(Marx, Lettera a Adolf Cluss, metà ottobre 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 635)
 
Qui accluse le parolacce del grande Karl Heinzen nel suo “Herold des Westens” contro di me e contro il comunismo.
(Marx, Lettera a Engels, 6 novembre 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 324)
 
Non vuoi venire a Natale, e stare da me ? Ora ho una cameretta per te. Forse per l'occasione puoi scrollarti di dosso il vecchio.
(Marx, Lettera a Engels, 21 novembre 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 325)
 
Se noi due - tu ed io - avessimo cominciato a tempo giusto a fare a Londra il mestiere dei corrispondenti inglesi , tu non te ne staresti a Manchester, tormentato dall'ufficio, e io non sarei tormentato dai debiti.
(Marx, Lettera a Engels, 14 dicembre 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 332)
 
1854
 
Da New York mi è arrivata, per mezzo di Dana, la proposta di mandare per una rivista, a 12 sterline al foglio, articoli sulla storia della filosofia tedesca da Kant till now [fino ad oggi]. Ma si richiede: 1) sarcastica e divertente; 2) che non contenga niente against the religious feeling of the country [contro i sentimenti religiosi del paese]. Come fare? Se ora noi due stessimo insieme - però bisognerebbe avere dei libri - potremmo guadagnare in fretta 50 o 60 sterline. Da solo non mi azzardo a far questo lavoro.
(Marx, Lettera a Engels, 25 gennaio 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 339)
 
È schifoso prevedere che dovrò passare la primavera e l'estate prossime di nuovo nella stessa cronica miseria delle precedenti, poiché non mi è possibile eliminare le passività del passato col semplice provento della “Tribune”. Delle volte vado su tutte le furie per questa porcheria che non finisce mai.
(Marx, Lettera a Engels, 9 marzo 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 343)
 
Ho ricevuto senza intoppi la tua lettera del 7 marzo. Devo farti alcune osservazioni in primo luogo sulle tue idee militari e in secondo luogo sulle tue idee diplomatiche.
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 6 aprile 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 642)
 
Adesso nelle ore libere studio spagnuolo. (...) Trovo che con lo spagnuolo, in principio, si ha più bisogno del dizionario che con l'italiano.
“Archivio triennale delle cose d'Italia dall'avvenimento di Pio IX all'abbandono di Venezia” ecc... m'è capitato tra mano per caso. Il meglio che io abbia letto del partito rivoluzionario italiano.
(Marx, Lettera a Engels, 3 maggio 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 373)
 
È stato bene che tu non sia venuto sabato. La mia storia - vecchia ora di due settimane - era giunta alla crisi. Io riuscivo appena a parlare, e mi fa male perfin ridere, a causa del grosso ascesso tra naso e bocca, che stamattina almeno si è ridotto a dimensioni del tutto ragionevoli. Anche le labbra enfiantissime si sono ridotte pressappoco alle loro dimensioni normali ecc.; in breve, ci sono tutti i sintomi di una rapida guarigione. Neanche il diavolo sopporterebbe una m... del genere alla testa per due settimane. C'è poco da ridere. Negli ultimi otto giorni ho dovuto smettere completamente di leggere e di fumare, ed oggi aspetto Freund per sapere se posso di nuovo fumare un sigaro, tanto per fare una prova.
Per maggior sventura da venerdì (giovedì notte) tutti e tre i bambini hanno il morbillo, sicché la casa si è tramutata in un vero ospedale.
Qui accluso Cluss. Il tramonto della “Reform” schifoso.
Confido che ancora per tutta la settimana tu scriva per me il servizio per l'America, perché io sono ancora assolutamente incapace di scrivere, e ho già perso 6 sterline per questa m..., il che è molto amaro.
Aspetto nel frattempo qualche riga da te.
(Marx, Lettera a Engels, 22 maggio 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 379)

Sono stato seriamente malato le ultime due o tre settimane; come se non bastasse, i tre bambini hanno avuto il morbillo, da cui si sono appena ripresi, sicché la casa era trasformata in un ospedale. Sono solo due giorni che esco di nuovo, e poiché avevo mal di testa e ogni conversazione mi affaticava, durante questo periodo non ho lasciato che mi fossero fatte visite.
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 1° giugno 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 645)
 
Ora che io sono di nuovo in gamba e i bambini di nuovo tutti alzati, pure se non escono ancora, mia moglie, probabilmente in seguito alle veglie e all'assistenza ai malati, è molto giù, e il peggio è che non vuole sentire il dottore, ma si ordina le medicine da se stessa, col pretesto che i rimedi di Freund - due anni fa, con un malessere simile - la avrebbero fatta star peggio. Se non migliora, alla fine interverrò d'autorità. Per questo io non sono in grado di mandare la corrispondenza del martedì, perché per quel giorno Pieper, a causa delle sue lezioni, non può servirmi da segretario, e mia moglie, nelle sue attuali condizioni, non la posso tormentare con lo scrivere. Vedi che sono diventato proprio Peter Schlemihl [protagonista di un racconto di Adalbert von Chamisso, che vende la propria ombra al diavolo]. Tuttavia l'intera famiglia è stata per anni benissimo, e spero che tornerà ad esserlo quando questa crisi sarà passata. Au fond [in fondo] è bene che tutta la famiglia passi a turno questa prova. (...)
L'“Archivio delle cose d'Italia” ho finito di leggerlo. Le “Considerazioni” dell'autore, messe in appendice, cercano, in contrasto con i documenti da lui stesso raccolti, di dimostrare che la Giovane Italia e consequently [conseguentemente] Giuseppe Mazzini sono stati l'anima del movimento nel 1848.
(Marx, Lettera a Engels, 3 giugno 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 380-381)
 
Mia moglie è a letto. Ieri finalmente ho ottenuto di far venire il dott. Freund. Lui vuole che vada in Germania non appena sarà in condizione di farlo, cosa che coincide col desiderio di mia suocera e che finora s'è urtata soltanto in difficoltà finanziarie, ma che deve esser fatta assolutamente. I bambini oggi sono di nuovo a scuola.
(Marx, Lettera a Engels, 13 giugno 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 385)
 
Dall'acclusa lettera vedrai che sono nei guai fin sopra ai capelli. Mentre la malattia di mia moglie è nel pieno di una crisi, il bravo dott. Freund si assenta e mi manda un conto di 26 sterline, e augura di giungere a un “chiaro accordo” sui suoi “rapporti professionali” con me. Siccome le condizioni di mia moglie erano gravi - e sono ancora serie - sono stato naturalmente costretto a capitolare col caro Freund e a promettergli per iscritto di pagargli 8 sterline per la fine di questo mese e il resto di sei in sei settimane. Se non m'avesse attaccato così à l'imprévu [inaspettatamente] non mi avrebbe sorpreso in questa maniera. Ma che dovevo fare? Ad ogni altro medico serio dovrei pagare immediatamente le visite, e oltre a ciò, anche se questo fosse possibile, non si possono cambiare i medici come camicie nel bel mezzo di una malattia, senza essersi informati in precedenza sulle loro capacità ecc.
Così, sono dunque in un fix [pasticcio]. So che anche tu sei in bolletta. Credi che per la rata che scade alla fine di questo mese io possa magari avere in anticipo da Dronke qualche sterlina? Quando è stato qui l'ultima volta, mi accennò che ci si poteva rivolgere a lui quando ci si trovasse in difficoltà. Tuttavia voglio prima sapere la tua opinione. Questa prima rata debbo in ogni caso pagarla a quel tale nel termine convenuto, e la mia cambiale per gli ultimi mesi è già tratta: naturalmente subito spesa, dato che avevo da pagare 12 sterline in casa, e l'importo totale era notevolmente ridotto a causa degli articoli saltati, e inoltre questa volta la farmacia da sola ha inghiottito una notevole somma.
Alla fine di questa settimana, se mia moglie si sentirà forte abbastanza, porterò lei coi bambini a Lenchen per due settimane nella villa del signor Seiler, Edmonton. Poi, grazie all'aria della campagna, si rimetterà forse abbastanza per poter andare a Treviri.
Ti assicuro che con queste ultime petites misères [meschine miserie] sono diventato a very dull dog [proprio un cane battuto].
(Marx, Lettera a Engels, 21 giugno 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 387-388)
 
L'alternativa con cui tu spieghi il mio lungo silenzio è esatta [cfr. Engels a Marx, 20 luglio 1854]. In ogni caso sarebbe stato più piacevole essere impedito dallo studio. 3 sterline le ho aggiunte alle 5 per pagare al “Freund” la prima rata, e di circa 8 sterline ho avuto bisogno per il viaggio di mia moglie, che non si poteva più rinviare e che ha reso necessario tutto un nuovo equipaggiamento, perché naturalmente non poteva andare a Treviri come una stracciona. Queste spese straordinarie mi hanno quindi messo di nuovo in conflitto coi miei creditori perpetui e “normali”, and so forth [e così via]. “È una vecchia storia”.
(Marx, Lettera a Engels, 22 luglio 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 394)
 
Ti chiedo d'urgenza di vedere se è in qualche modo possibile scovare del denaro per me. Le 11 sterline di spese extra che ho avuto da sei settimane in qua, mi hanno fatto piombare nella più estrema destitution [miseria]. Inoltre, durante tutto questo tempo, e di sicuro ancora per due o tre settimane, Pieper, sans sou [senza un soldo], abita e vive da me. C'est dur [È duro].
(Marx, Lettera a Engels, 8 agosto 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 403)
 
Ormai bisognerà ben dire qualche cosa nella “Tribune” sugli avvenimenti della guerra asiatica. In certo modo ho sbagliato strada quando ho dichiarato in una delle ultime letters [lettere] che le news [notizie] della totale sconfitta dei turchi a Kars erano una invention [invenzione] di Vienna. Comunque, il dispaccio telegrafico era falso, tuttavia aveva fondamenti veraci.
Ora il mio principal study è la Spain [studio principale è la Spagna]. Finora ho sgobbato, in gran parte su fonti spagnole, sul periodo dal 1808 al 1814 e dal 1820 al 1823. Ora sto rrivando al periodo dal 1834 al 1843. La storia è piuttosto complicata. Più difficile è arrivare a coglierne lo sviluppo. In ogni caso avevo cominciato a tempo col “Don Chisciotte”. Tutta la faccenda occuperà circa sei articoli per la “Tribune”, se molto concentrata. In ogni caso è un progresso che at this moment [in questo momento] si riceva del denaro per one's studies [i suoi studi].
Purtroppo dal 1° al 7 settembre la biblioteca resterà chiusa. Oltre agli altri vantaggi che ha, è il solo luogo fresco di Londra.
(Marx, Lettera a Engels, 2 settembre 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 406-407)
 
Devo ancora una volta bussare a quattrini da te, per quanto la cosa mi sia davvero penosa, ma la pressure from without [la pressione delle circostanze esterne] mi ci costringe. Le mie cambiali non le posso trarre prima di qualche settimana, perché Freiligrath, in consequence of [in seguito a] seccature che ebbe a causa di ciò da Bischoffsheim, non trae più cambiali al di sotto di 25 sterline. Tutto sommato, così è anche meglio, perché col trarne sempre di piccole la dette flottante [debito fluttuante] resta sì coperta, ma cresce il debito fisso. Ci si aggiunge che devo sottrarre dalla prossima cambiale 8 sterline per Freund, perché nelle attuali circumstances [circostanze] mia moglie ha tanto più bisogno di cure. Gli extraordinary means [mezzi straordinari] ai quali il bilancio familiare soleva far ricorso durante le crisi, sono again [di nuovo] esauriti, e tutto da noi è impegnato come nel bilancio dello Stato spagnuolo.
Del resto, per quanto riguarda “il bilancio” en général , ho ridotto i debiti complessivi a meno di 50 sterline, sicché circa 30 sterline meno che al principio di quest'anno. Da qui puoi vedere che abbiamo fatto grandi giuochi di prestigio finanziari. Se riesce una negotiation [trattativa] che ho iniziato con Lassalle, e se lui mi presta 30 sterline, e tu il resto, sarei di nuovo a cavallo, e cambierei tutto l'andamento di casa, mentre ora ho da pagare al solo Monte di Pietà il 25%, e in generale non arrivo mai a sistemarmi a causa degli arretrati. Con la mia vecchia, come si è dimostrato ancora una volta a Treviri, non c'è niente da fare finché non le starò proprio alle costole.
Dans ce moment [In questo momento] la completa mancanza di denaro è tanto più schifosa – a prescinder dal fatto che i family wants [bisogni della famiglia] non cessano un istante – perché Soho è il quartiere prediletto del colera, il mob [plebaglia] crepa a destra e a sinistra (p. es. nella Broadstreet in media tre persone per casa), e la migliore difesa contro questa merda sono i “viveri”.
(Marx, Lettera a Engels, 13 settembre 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 408-409)
 
La settimana prossima comincio la corrispondenza per la “Neue Oder Zeitung”. Per il momento 30 talleri al mese. Ma suppongo che quella gente si contenti di tre corrispondenze alla settimana. Dato che non ho un soldo per comprarmi dei libri non posso assolutamente dar l'addio ai miei studi nel Museum per 30 talleri al mese. Per quanto la cosa sia per me spiacevole, l'ho accettata per tranquillizzare mia moglie. I suoi prospects [prospettive] sono comunque gloomy [scure].
(Marx, Lettera a Engels, 15 dicembre 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 437)
 
Per quanto ne so, e io conosco praticamente tutti i gabinetti di lettura più importanti di Londra, qui la “N.O.-Z” [“Neue Oder-Zeitung”] non si trova in nessun posto. Bisogna dunque che per il momento me la mandi direttamente. Forse mi riuscirà introdurLa in un gabinetto di lettura o in un caffé.
(Marx, Lettera a Moritz Elsner, 20 dicembre 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 648)

1855

Questa lettera sarebbe stata scritta otto giorni prima, se mia moglie non avesse messo al mondo una nuova cittadina [Eleonor Marx] e nel trouble [confusione] non mi fosse rimasto che poco tempo libero, come potrai facilmente capire. Madre e figlioletta stanno bene.
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 23 gennaio 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 650)
 
Accuso ricevuta anzitutto del “bullion” [oro in barre] e in secondo luogo quello stupendo articolo [probabilmente articolo di Engels “I combattimenti in Crimea”] di oggi. Per quattro o cinque giorni sono stato impossibilitato a scrivere, quindi anche a te, per una forte infiammazione agli occhi, che non è ancora del tutto domata, e la mia usual secretary [segretaria permanente (cioè Jenny Marx)] a causa del tempo freddo non ha lasciato il letto così presto come altrimenti soleva accadere. Tuttavia, penso, potrà ritornare tra poco al suo posto. Mi sono preso questo male agli occhi rileggendomi tutti i miei appunti di economia, se non per dare l'ultima mano a tutta la faccenda, in ogni caso per esser padrone del materiale e averlo ready [pronto] per la stesura definitiva.
(Marx, Lettera a Engels, 13 febbraio 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 453)
 
Il dottore dichiara che mi è necessario cambiar aria, dato che da due anni non ho lasciato i precincts of Soho Square [confini del quartiere di Soho]. Perciò verrei volentieri a Manchester, prima che mia moglie parta di nuovo per Treviri. Se per l'imminente arrivo del vecchio o per qualche altro motivo tu non dovessi essere a tuo agio con la tua casa, potrei prendermi in affitto una camera a Manchester. In ogni caso – naturamente soltanto dopo che qui sia di nuovo tutto in ordine – dovrò una buona volta andarmene per un po' di tempo perché l'intorpidimento fisico mi istupidisce anche il cervello.
(Marx, Lettera a Engels, 3 marzo 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 456-457)
 
Tempo fa mi sono riguardato la storia romana (antica) fino al tempo di Augusto. La storia interna si risolve plainly [chiaramente] nella lotta tra la piccola e la grande proprietà fondiaria, naturalmente modificata in modo specifico dai rapporti derivanti dalla schiavitù. I rapporti tra debitori e creditori, che hanno una parte così grande dalle origines [origini] della storia romana in poi, si presentano soltanto come conseguenze connaturate della piccola proprietà fondiaria.
(Marx, Lettera a Engels, 8 marzo 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 459)
 
Devi scusare se scrivo soltanto queste poche righe. Sono stanco come un cane per le lunghe veglie di notte, perché sono l'infermiere di Musch [Edgar Marx].
(Marx, Lettera a Engels, 27 marzo 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 462)
 
Ho rimandato da un giorno all'altro l'invio di un bollettino sanitario, perché la malattia procedeva talmente ad alti e bassi che io stesso cambiavo opinione quasi di ora in ora. Alla fine però la malattia ha preso il carattere di una tubercolosi intestinale, ereditaria nella mia famiglia, e pare che anche il medico abbia perduto ogni speranza. Mia moglie da una settimana in qua è stata ammalata come mai prima d'ora di agitazione nervosa. E anche a me sanguina il cuore e brucia il capo, sebbene io debba naturalmente darmi un contegno. Durante la malattia il bambino non smentisce un solo istante il suo carattere particolare, cordiale e nello stesso tempo indipendente.
Non posso ringraziarti abbastanza per l'amicizia con cui lavori in vece mia, e per l'interesse che senti per il nostro bambino.
Se dovesse eventualmente sopravvenire un miglioramento, ti scrivo subito.
(Marx, Lettera a Engels, 30 marzo 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 463)
 
Il povero Musch non è più. Si è addormentato (nel vero senso della parola) tra le mie braccia oggi tra le 5 e le 6. Non dimenticherò mai come la tua amicizia ci ha reso più leggero questo terribile periodo. Il mio dolore per il bambino tu lo capisci. Mia moglie ti manda i più affettuosi saluti. È probabile che, se vengo a Manchester, la prenda con me per una settimana, nel qual caso naturalmente andremmo a stare in un albergo (o anche in un private lodging [alloggio privato] per noi). In ogni caso devo trovare un mezzo per farle superare questi primi giorni.
(Marx, Lettera a Engels, 6 aprile 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 464)
 
Penso di partire mercoledì con mia moglie per Manchester; bisogna che lei cambi ambiente per qualche giorno. Se non scrivo in contrario, resta inteso per questa data. Comunque lunedì scrivo ancora.
La casa è naturalmente del tutto desolata e vuota dopo la morte del caro bambino che ne era l'anima. Non si può dire come il bambino ci manchi a ogni istante. Ho già sofferto ogni sorta di guai, ma solo ora so che cosa sia una vera sventura. Mi sento broken down [a pezzi]. Per fortuna dal giorno del funerale ho avuto dei mal di testa così tremendi che non ho più avuto né modo né voglia di pensare a nulla.
Tra tutte le pene terribili che ho passato in questi giorni, il pensiero di te e della tua amicizia, e la speranza che noi abbiamo ancora da fare insieme al mondo qualche cosa di ragionevole, mi hanno tenuto su.
(Marx, Lettera a Engels, 12 aprile 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 465)
 
Se il tempo di cui disponi non dovesse permetterti di fare quest'ultimo, mi dovresti mandare il materiale, e lo farei io. È vero che in quest'ultimo caso, data la mia nessuna conoscenza dell'argomento, sarebbe pietoso, ma non posso lasciarmi sfuggire le 10 sterline che c'è da guadagnarci, perché da una parte i denari dell'eredità non arrivano ancora, dall'altra le spese sono grandissime, ed io ho perduto degli articoli.
(Marx, Lettera a Engels, 15 giugno 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 470)
 
Quando avrai letto i fogliettacci che ti accludo, dirai: multa instead of multum [molte parole invece di molte cose]. Ed a ragione. Non sono riuscito a trovare la cosa più importante: il numero dei cannoni e il loro calibro per la Spagna, sebbene abbia sfogliato tutto il libro delle Ordenanzas. Qualche cosa in proposito per l'artiglieria da montagna la troverai in una nota. A quanto si può concludere da un passo della “Revista Militar” portoghese, l'artiglieria spagnuola dal punto di vista del materiale era in tutto e per tutto all'altezza di quella francese.
Ho raccolto materiale di ogni genere, perché l'una o l'altra cosa può servire.
(Marx, Lettera a Engels, 29 giugno 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 473)
 
Ricevute lunedì le 5 sterline.
Per tre giorni ho sfogliato una quantità di roba al Museum, senza arrivare a scovar nulla sull'esercito napoletano (…)
Qui da me la situazione domestica è sempre triste. Mia moglie ancora molto sofferente. Il ricordo del povero caro bambino è tormentoso e presente anche nei giuochi delle sue sorelle. Di dolori simili ci si può consolare soltanto lentamente, col passar del tempo. Anche per me la perdita è ancora viva come al primo giorno, e posso perciò comprendere il dolore di mia moglie. Se il denaro scozzese dovesse ancora arrivare in tempo, andrei per parecchie settimane nel Kent, dove pare che ci sia abbondanza di bei posti a buon mercato.
(Marx, Lettera a Engels, 3 luglio 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 474-475)
 
Bacone dice che gli uomini veramente notevoli hanno tante relazioni con la natura e il mondo, tanti oggetti d'interesse da poter superare facilmente il dolore di ogni perdita. Io non appartengo alla categoria di questi uomini. La morte di mio figlio mi ha profondamente sconvolto il cuore e il cervello, e io sento la perdita così vivamente come il primo giorno. La mia povera moglie è pure completamente down-broken [affranta].
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 28 luglio 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 655)
 
Mi è impossibile descriverLe il dolore di cui mi ha riempito la notizia della scomparsa del caro, indimenticabile Roland. Sebbene le ultime notizie prevenutemi attraverso Steffen non fossero affatto confortanti, mai, neppure per un istante, avevo perduto la speranza che il Suo buon marito guarisse. Era una natura delicata, finemente strutturata, assolutamente nobile: carattere, talento e manifestazione estetica in rara armonia. In mezzo alla gente di Colonia, Daniels mi appariva sempre come la statua di un dio greco, gettata dal capriccio del caso tra una massa di ottentotti. La sua scomparsa prematura è una perdita irreparabile, non solo per la sua famiglia e i suoi amici, ma anche per la scienza, in cui egli prometteva i successi più belli, e per la grande massa sofferente dell'umanità che aveva in lui un fedele campione.
Conosco sufficientemente la Sua natura eroica, da essere persuaso che il dolore perenne non Le impedirà di rimanere come la fedele custode dei pegni preziosi lasciati da Roland. Nei figli Ella restituirà in doppia misura il padre al mondo.
La notizia di questa nuova perdita ha risvegliato in mia moglie così vivamente il ricordo della morte del nostro unico figlioletto, che il suo stato d'animo non le permette di scriverLe in questo momento. Piange e geme come una bambina.
Non mi sento di cercare di confortarLa, in quanto anche io sono e rimarrò inconsolabile per la perdita di un amico che personalmente ho amato più di ogni altro. Dolori del genere non si lasciano togliere, ma solo condividere. Appena sarò riuscito a dominare l'empito dei primi sentimenti, scriverò sulla “New York Tribune” un necrologio per i numerosi amici dello scomparso in America. Speriamo che un giorno le circostanze ci permettano di vendicarci più severamente che non con un necrologio sui colpevoli che hanno abbreviato la sua vita.
Non c'è bisogno che Le assicuri che Ella potrà sempre disporre di me come di un amico fedele e devoto.
(Marx, Lettera a Amalie Daniels, 6 settembre 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 656-657)
 
Mi è stato impossibile scriverLe la scorsa settimana a causa di un procedimento giudiziario intentatomi dal degno Dr. Freund. Sono costretto da costui a tenermi lontano all'incirca una settimana da Londra. Ciò naturalmente non cambia nulla quanto alla possibilità di fare il corrispondente, dato che il parlamento non si riunisce. Questo mese dunque apra per me i Suoi conti solo a partire dall'11 settembre.
Si capisce che, nel caso il Suo giornale non potesse più pagare, ma potesse continuare ad esistere, Ella potrebbe disporre come sempre dei miei articoli. (…)
Se non avessi troppo timore di compromettere dei conoscenti, anche solo per posta, avrei già da molto tempo scritto in Renania nell'interesse del Suo giornale.
(Marx, Lettera a Moritz Elsner, 11 settembre 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 658)
 
Ero così tormentato dai più infami dolori di denti che mi era successo ciò che Hegel pretende dalla coscienza sensibile nello stadio in cui essa deve passare di gran carriera nell'autocoscienza: cioè non ci sentivo ne ci vedevo più e nemmeno potevo scrivere.
Per quanto riguarda la tua domanda a proposito del libro intitolato “Les mystères de la Bourse” di Coffinières, credo che questa miserabile compilazione si trovi ancora tra i libri che ho lasciato in patria. Durante il mio primo soggiorno a Parigi mi lasciai indurre dal titolo a comprare e poi a leggere questa roba. Il signor Coffinières è un avvocato che au fond [in fondo] non capisce nulla della Borsa, e si limita solo a mettere in guardia contro le frodi “giuridiche” degli “agents de change” [“agenti di cambio”]. Dunque non è possibile cavar nulla da questo libro: né fatti né teoria e nemmeno aneddoti divertenti. Per di più ora è assolutamente invecchiato. “Lascialo andare o nobile signora” cioè il Coffinières. “Ei non è degno della tua collera”.
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 8 novembre 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 663)
 
L'arresto in casa comincia a diventare noioso. Non ho ancora preso una boccata di aria fresca. Tuttavia ieri ho di nuovo mandato via 1.000 [parola indecifrabile nel manoscritto] Jones finalmente dovrebbe venire oggi.
L'altro ieri sera ho ricevuto una visita che non indovinerai. Venne Edgar Bauer, che non avevo visto da un anno, e con lui... Bruno.
(Marx, Lettera a Engels, 14 dicembre 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 491)
 
1856
 
Vuotata oggi la sesta ed ultima bottiglia di medicina. In complesso sono di nuovo in gamba, soltanto ancora vigliacchissime emorroidi.
(Marx, Lettera a Engels, 18 gennaio 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 5)
 
Al Museum ho fatto alcune scoperte storiche sui primi decenni del diciottesimo e sulla fine del diciassettesimo secolo, in relazione alla lotta tra Pietro I e Carlo XII e alla parte decisiva che l'Inghilterra ha avuto in questo dramma. Allora la politica estera dei tories e dei whigs si distingueva semplicemente in questo, che quelli si vendevano alla Francia, questi alla Russia. (...)
Le faccende francesi mi hanno molto interessato; e ti prego di mandarmi l'“Examiner” tutte le volte che porta qualche cosa del genere. Il “Guardian” è qui da Wylde. Scrivere per i giornali ora è molto noioso, perché in Inghilterra non accade nulla , e la piega della situazione economica è ancora molto poco chiara. In questo la cosa decisiva sono per il momento le truffe in borsa, sulle quali ci manca il materiale necessario.
(Marx, Lettera a Engels, 12 febbraio 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 11-15)
 
Per tutta la settimana ho avuto qui in visita G. Levy di Düsseldorf, mandato qui come inviato dagli operai di laggiù. È partito soltanto ieri, e ha talmente preso tutto il mio tempo, che, malgrado la migliore buona volontà, non sono arrivato a scriverti. Ti informerò più a lungo qui avanti sulle comunicazioni, in parte importanti, di cui era carrier [latore]
Dei tre libri che tu volevi, Norgate and Williams non ne avevano ready [pronti] nessuno. Ho ordinato il “Canto della vittoria di Igor” , ma volevo prima informarti sugli altri due. (…)
Al Museum ho scovato e ho fatto estratti da cinque volumi in folio di manoscritti sulla Russia (soltanto sul secolo decimottavo). (…)
Gli scritti francesi più recenti sono, con poche eccezioni, quasi tutti intinti di panslavismo, sebbene antirussi. (…)
Oggi avevo cominciato la lettera con l'intenzione di scriverti una infinità di chiacchiere. Ma poiché mi sono cacciato in un'altra strada, e il tempo stringe, lascerò queste cose per domani e oggi mi accontenterò soltanto di comunicarti che (a quanto scrive Imandt) Heise è destinato a una rapida fine in conseguenza degli alcolici; che quell'Oswald del tabacco e dei profughi, che non sa una sola parola di francese, è aggregato all'University College di Londra come professore di lingua francese; che gli amici di Ruge vanno dicendo che lui è “idropico”, sebbene sia probabile che abbia l'acqua soltanto in testa; che alcuni puri tedesconi (Faucher, Meyen, Frank, Tausenau ecc.) si riuniscono domani nella trattoria Kerb, per arrivare a una entente cordiale [intesa cordiale] su quello che è necessario alla patria, e che “Meyen” ha espresso la speranza di poter indurre Bucher “a partecipare” a questa consultazione; infine, che Proudhon è diventato Reale e Imperiale Direttore delle ferrovie francesi.
(Marx, Lettera a Engels, 29 febbraio 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 20-23-24)
 
La settimana prossima assoggetterò lo Heffter a un più attento esame. Se c'è del materiale, lo ordino. Un libro molto pietoso è: Eichhoff, “Histoire de la langue et de la littérature des Slaves”. Parigi, 1839. Eccettuata la parte grammaticale, che non sono in grado di giudicare (ma vedo che i lituani e i lettoni sono dichiarati slavi. Non è questo un assurdo?), il resto è per lo più un plagio da Shaffarik. (…)
Io, of course [naturalmente], ho dichiarato che, nel caso che la situazione lo permetta noi ci saremmo trovati al fianco degli operai renani; che ogni sommossa di loro testa, senza l'iniziativa di Parigi o Vienna o Berlino, è una balordaggine; che, qualora Parigi dia il segnale, sarebbe bene rischiar tutto in ogni caso, perché allora anche una momentana sconfitta potrebbe aver cattive conseguenze solo temporaneamente; che io avrei discusso seriamente coi miei amici il problema di quel che si potrà fare in Renania direttamente per iniziativa della popolazione operaia, e che fra qualche tempo loro dovrebbero di nuovo mandare qualcuno a Londra, ma non fare nulla senz'essersi prima intesi.
I conciatori di Elberfeld (o Barmen?), che nel 1848 e 1849 erano assolutamente reazionari, ora sono particolarmente rivoluzionari. Levy mi ha assicurato che tu personalmente sei considerato tra gli operai del Wuppertal come il “loro” uomo. Del resto pare che sul Reno la fede in una rivoluzione in Francia sia abbastanza diffusa, e perfino i filistei dicono: questa volta va in altro modo che nel 1848. Questa volta verrà gente come Robespierre ecc., invece che i chiacchieroni del 1848. Perlomeno, il credito della democrazia è caduto molto low [in basso] sul Reno.
(Marx, Lettera a Engels, 5 marzo 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 25-31-32)
 
In una prossima lettera risponderò alla tua ultima. Oggi soltanto una domanda, a cui desidero che tu risponda possibilmente a giro di posta. Oggi non ho mandato nessun articolo alla “Tribune”, perché non ho potuto finire di leggere il blue book su Kars: l'ho avuto tra mano soltano ieri sera tardi. Devo spedire il mio articolo venerdì insieme a quello che aspetto da te. E ora ad rem [veniamo al fatto]:
Una gran parte del blue book è di natura puramente militare; potrai vedere in seguito se se ne può far qualche cosa. Ma su di un punto desidero la tua opinione critica, perché è essenziale anche per la parte politica della questione, ed io ne devo parlare già nell'articolo di venerdì. I turchi, alla fine di giugno, proposero di mandare un esercito di soccorso a Redut Kale, per operare di là su Kutais ecc. Il governo inglese, da parte sua, voleva mandare truppe di rincalzo per Trebisonda ad Erzerum, a quanto pare abbandonando Kars come punto senza importanza e considerando Erzerum come centro della resistenza.
(Marx, Lettera a Engels, 25 marzo 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 35)
 
L'altro ieri ebbe luogo un piccolo banchetto per festeggiare l'anniversario del “People's Paper”. Questa volta, siccome sembrava che la situazione me lo richiedesse, accettai l'invito, tanto più che (as announced in the “Paper”) [come annunciato nel “Paper”] di tutta l'emigrazione ero stato invitato io solo , e anche il primo brindisi toccò a me, cioè dovetti levarlo io alla souveraineté du prolétariat dans tous les pays [sovranità del proletariato in tutti i paesi]. Tenni dunque un piccolo speech [discorso] in inglese, che tuttavia non farò stampare. Lo scopo che mi prefiggevo, è raggiunto. Il signor Talandier, che s'è dovuto comprare il suo biglietto per 2 scellini e mezzo, e tutto il resto della banda dell'emigrazione francese e degli altri, s'è convinto che noi siamo i soli “intimi” alleati dei cartisti e che, se ci asteniamo da dimostrazioni pubbliche e lasciamo che i Frenchmen civettino pubblicamente col cartismo, è in ogni momento in nostro potere riprendere la posizione che già storicamente ci compete.
(Marx, Lettera a Engels, 16 aprile 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 46-47)
 
Se puoi, manda qualche cosa a Pieper. Probabilmente ora troverà un posto di corrector [correttore] al “People's Paper”. Ora gli posso fornire soltanto assistenza in natura. Gli ho dato una seria lavata di capo per le sue stupidaggini che lo hanno di nuovo buttato sul lastrico. Sulla politica locale potrei comunicarti qualche cosa; ma sarebbe pericoloso farlo per posta.
(Marx, Lettera a Engels, 26 aprile 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 49)
 
La mia famiglia partirà, se le misure finanziarie da me prese non falliscono, al più tardi tra dieci o quindici giorni. Peccato che tu sia così sovraccarico di lavoro. Se no potremmo fare un petit tour [un piccolo giro] in Scozia.
Al Museum, appena ci tornerò. Mi occuperò di ciò che mi hai raccomandato.
(Marx, Lettera a Engels, 8 maggio (nell'originale aprile) 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 52)
 
La famiglia è partita ieri. Questa settimana sono stato incapace di lavorare, in parte per il trouble [disordine] in casa, in parte per un reumatismo alla schiena che non mi si era ancora presentato in questa forma.
Qui accluso il Bazancourt: il racconto “napoleonico” delle storie di Crimea. Non se ne potrebbe fare qualche cosa per “Putnam”? Mi è molto necessaro accaparrarmi questa ditta, perché le spese e il corredo per il viaggio mi hanno costretto ad accettare con la mediazione di Zitschke una cambiale di 30 sterline, con scadenza a tre mesi, tratta su di me. (…)
Oggi non sono in grado di scrivere, ma debbo consultarti per aver lumi intorno a uno scrupolo filologico. Nell' “Enrico IV” di Shakespeare si trova hiren per sirena, e, secondo una nota di quel pedante di Johnson, la forma hiren la si trova anche in altri antichi scrittori inglesi. Lo scambio di h e s è quite [assolutamente] a posto. Ma hiren non potrebbe essere in relazione con Hure [In tedesco: “puttana”], e così anche sirena? O con hoeren, auris [udire, orecchio] ecc.? Vedi to which low state of spirit sono depressed [fino a che punto di depressione di spirito sono] oggi, che mi interessa molto questo caso.
(Marx, Lettera a Engels, 23 maggio 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 54-55)
 
Alla fine di questa settimana parto per la Scozia; da lì verrò da te dopo sei giorni; naturalmente t'avviserò. (…)
Sono giunto a questa decisione di venire da te passando dalla Scozia per due motivi:
1) di salute, perché so che il viaggio per mare mi metterà a posto, e il mio reumatismo è scomparso soltanto dall'altro ieri. Inoltre ho avuto delle eccessive perdite di sangue e altri inconvenienti del genere. Naturalmente ho anche consultato il mio surgeon [chirurgo] (…)
(Marx, Lettera a Engels, 5 giugno 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 61)
 
Mio caro tesoro,
ti scrivo di nuovo, perché sono solo e perché mi secca tenere continui dialoghi mentali con te, senza che tu ne sappia nulla o tu mi possa rispondere. Per quanto malriuscito il tuo ritratto mi rende i migliori servigi, e adesso capisco come persino le “madonne nere”, i ritratti più maltrattati della madre di Dio, potessero trovare adoratori indefettibili, e anzi più adoratori dei buoni ritratti. In tutti i modi certamente nessuno di questi quadri di madonne nere è mai stato baciato, occhieggiato e adorato più della tua fotografia, che certo non è nera, ma aspra e non riflette affatto il tuo caro, soave, adorabile “dolce” volto.
Ma io correggo i raggi di sole che hanno dipinto male, e trovo che i miei occhi, per quanto rovinati dalla luce artificiale e dal tabacco, sono in grado di dipingere non solo in sogno, ma anche da svegli. Io ti ho viva davanti a me e ti porto in palmo di mano, e ti bacio dalla testa ai piedi, e cado in ginocchio davanti a te, e sospiro: “Madame, io vi amo”. E davvero io vi amo, più di quanto abbia amato il Moro di Venezia. Il mondo falso e corrotto coglie tutti i caratteri in modo falso e corrotto. Chi dei miei numerosi calunniatori e nemici dalla lingua biforcuta mi ha mai rimproverato di essere chiamato a recitare la parte di primo amoroso in un teatro di seconda classe? Eppure è così. Se quei furfanti avessero avuto dello spirito, avrebbero dipinto da una parte “i rapporti di produzione e di commercio” e dall'altra me ai tuoi piedi. Look to this picture and to that [Guardate questo ritratto e quello] – vi avrebbero scritto sotto.
Ma furfanti stupidi sono costoro e rimarranno stupidi in seculum seculorum [per l'eternità].
Una assenza momentanea fa bene, perché quando si è presenti le cose sembrano troppo eguali per distinguerle. Persino le torri da vicino hanno proporzioni nanesche, mentre le cose piccole e quotidiane, considerate da vicino, crescono troppo. Così è per le passioni. Piccole abitudini le quali con la vicinanza che esse impongono assumono forma appassionata, scompaiono non appena il loro oggetto immediato è sottratto alla vista. Grandi passioni che per la vicinanza del loro oggetto assumono la forma di piccole abitudini, crescono e raggiungono di nuovo la loro proporzione naturale per l'effetto magico della lontananza. Così è con il mio amore. Basta che tu mi sia allontanata solo dal sogno e io so immediatamente che il tempo è servito al mio amore per ciò a cui servono il sole e la pioggia alle piante, per la crescita. Il mio amore, appena sei lontana, appare per quello che è, un gigante in cui si concentra tutta l'energia del mio spirito e tutto il carattere del mio cuore.
Io mi sento di nuovo un uomo, perché provo una grande passione, e la molteplicità in cui lo studio e la cultura moderna ci impigliano, e lo scetticismo con cui necessariamente siamo portati a criticare tutte le impressioni soggettive e oggettive, sono fatti apposta per renderci tutti piccoli e deboli e lamentosi e irrisoluti. Ma l'amore non per l'uomo di Feuerbach, non per il metabolismo di Moleschott, non per il proletariato, bensì l'amore per l'amata, per te, fa dell'uomo nuovamente un uomo.
Mia cara, tu sorriderai e ti chiederai come mai tutto a un tratto divento così retorico? Ma se potessi stringere il tuo cuore al mio cuore, tacerei e non direi parola. Poiché non posso baciare con le labbra, sono costretto a farlo con il linguaggio e le parole. Davvero potrei addirittura scrivere versi e rifare i “Libri Tristium” di Ovidio, in tedesco libri del lamento. Egli era stato semplicemente bandito dall'imperatore Augusto. Io invece sono bandito da te, e questo Ovidio non l'ha capito.
In realtà molte donne sono a questo mondo, e alcune di esse sono belle. Ma dove ritrovo un volto nel quale ogni tratto, anzi ogni piega risveglia i ricordi più grandi e più dolci della mia vita? Nel tuo viso soave io leggo persino le mie sofferenze infinite, le mie perdite irreparabili, e quando bacio il tuo dolce viso riesco ad allontanare con i baci la sofferenza. “Sepolto nelle sue braccia, risvegliato dai suoi baci” - cioè nelle tue braccia e dai tuoi baci e io regalo ai bramini e a Pitagora la loro teoria della rinascita e al cristianesimo la sua teoria della risurrezione.
(Marx, Lettera a Jenny Marx, 21 giugno 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 560-561-562)
Capirai che sto sulle spine. Debbo procurarmi un appartamento per quando arriva la family, e non so né come uscire dal vecchio, né come entrare nel nuovo, dato che non ho né means [mezzi] in mano, né una qualsiasi prospettiva d'averne presto. La spazzola elettrica si sforza invano di annerirmi i capelli, perché l'atra cura [nera preoccupazione] li fa sempre più bianchi. Zitschke ha preso il volo, e così, per un tempo imprecisato, io sono alleggerito almeno del debito che ho con lui.
(Marx, Lettera a Engels, 28 luglio 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 65)
 
Ricevuta oggi una lettera di mia moglie. Pare molto scossa per la morte della madre. Dovrà passare otto o dieci giorni a Treviri per vendere all'asta l'eredità insignificante della madre e per dividere i proceeds [proventi] con Edgar. Ecco il programma che mi comunica: resterà poi ancora qualche giorno da un'amica nelle vicinanze di Treviri. Poi andrà a Parigi e da lì direttamente a Jersey , dove pensa che potremo passare il settembre e l'ottobre. Anzitutto per riposarsi lei stessa; poi perché è più a buon mercato e più piacevole che a Londra; infine perché le bambine imparerebbero a parlare il francese, ecc. Naturalmente lei non sa nulla di quanto è avvento qui. Per il momento le scrivo che il programma è eccellente, sebbene in pratica io non veda come attuarlo. (…)
P.S. Visti da Blind due volumi della geremiade dell'emigrazione di Simon di Treviri. Una nota insulsaggine, ogni parola un mosciume, un pasticcio da scolaretto, una fatua vigliaccheria, una pretesa ingenuità sdolcinata, una brodaglia da poveracci con dentro della verdura grüniana, prolissa banalità; non si è mai stampato nulla di simile. Ci mancava ancora, per dare l'ultimo calcio nel sedere al “parlamento tedesco” questa autodenudazione di uno dei suoi eroi. Naturalmente l'ho soltanto sfogliato. Leggerei questa roba con lo stesso piacere che proverei a bere acqua saponata o a brindare insieme al grande Zoroastro con dell'orina calda di vacca. Il nostro spettro ossessiona lui & Co. Continuamente. L. Blanc, Blanqui, Marx ed Engels sono la sua quaternità infernale, che lui non dimentica mai. Tra l'altro, noi due – i teorici dell'“uguaglianza dei diritti economici” - avremmo predicato “l'appropriazione armata (!) del capitale”. Anche i commenti ironici che noi abbiamo fatto nella “Revue” a proposito della Svizzera lo “indignano”. “Niente lista civile, niente esercito permanente, niente milionari, niente mendicanti”: “Marx ed Engels sperano che la Germania non cadrà mai a questo grado di abiezione”. È stranissimo come il tipo ci consideri al singolare : “Marx ed Engels dice ” ecc.
(Marx, Lettera a Engels, 1° agosto 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 67-68)
 
Avrei già da prima acknowledged [accusato] la tua ultima lettera, ma l'intera giornata, dalla mattina alla sera, da about [circa] due settimane, se n'è andata per le ricerche d'un appartamento. Nel vecchio buco non potevo a nessun costo restare. Finalmente abbiamo trovato un alloggio, una casa intera, che dobbiamo furnish [arredare] noi stessi. Sta al 9, Grafton Terrace, Maitland Park, Haverstock Hill, Hampstead Road. Affitto: 36 steline. Bisogna fare il trasloco il 29 settembre; questa settimana bisogna ammobiliarlo. Siamo alquanto in imbarazzo, perché abbiamo da pagare in città about 26 sterline, e molte di più per la nuova sistemazione. Cioè mi mancano dalle 10 alle 15 sterline, anche se solo per il momento, dato che mia moglie, in seguito all'eredità di Treviri, dovrà ancora ricevere da parte del fratello di Berlino una certa somma. Ieri lui scrisse di non poter ancora mandare il denaro perché le azioni della ferrovia della Bassa Slesia, nelle quali è investito il capitale spettante a mia moglie, dans ce moment [in questo momento] sarebbero negoziabili soltanto con gravi perdite. Inoltre il signor ministro [il fratello della moglie di Marx] fa la seguente melanconica osservazione: “Questo è davvero un momento sfavorevole, poiché tutti i titoli reali del genere sono considerevolmente in ribasso in seguito all'ondata di speculazione nel credito mobiliare e nelle società in accomandita”.
Se puoi fornirmi una parte del denaro mancante, penso di far scappar fuori il resto col Monte di Pietà, fino a che non arrivi la rimessa da Berlino. Il guaio è che non c'è tempo da perdere. (…)
La “Tribune” mi ha restituito gli articoli non stampati. Sono, all in all [tutto sommato], il Panslavismo e i miei articoli sulle Danubian principalities [principati danubiani]. Il signor Dana scrive che se non potessi piazzarli altrove, loro dovrebbero sostenere il “loss” [perdita] per legge, perché non li hanno rifiutati a tempo debito. In caso contrario aspettano la restituzione di part delle loro expenses [parte delle loro spese]. Nous verrons [Vedremo]. (…)
Pieper, che io avevo messo fuori, due giorni dopo l'arrivo di mia moglie s'è di nuovo ripresentato e si è sistemato in casa, cosa che ora non è affatto piacevole. Quando prenderò il nuovo appartamento lo sistemerò per bene nel piccolo buco a te noto di Dean Street, e lo lascerò con la mia garanzia.
(Marx, Lettera a Engels, 22 settembre 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 71-72)
 
La casa che ho preso in affitto è molto bella per il suo prezzo, e difficilmente l'avrebbero affittata così a buon mercato se i suoi dintorni immediati, strade ecc. non fossero somewhat unfinished [alquanto non sistemati]. Ora, quando verrai a Londra, troverai una home [casa] completa.
(Marx, Lettera a Engels, 22 settembre 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 75)
 
Dopo aver ricevuto il post office ordre [vaglia postale] abbiamo traslocato, e per le due prime settimane abbiamo dovuto correre su e giù in città per mettere un po' la casa in ordine. Da qui il mio silenzio.
Qui accluso un estratto da un libro di Mieroslawsky. Sai che non è privo di spirito; ma c'è anche molto esprit de mauvais aloi [spirito di cattiva lega], in questo scritto, soprattutto molto di quello stile amphigourique [confuso] che i francesi hanno adottato con tanta fatica da quando sono diventati “profondi” e non sono più dei superficiali volterriani. Anche molto di quell'untuoso entusiasmo con cui certe nazionalità “misconosciute” levano al cielo il loro passé [passato]. Odio contro la Russia, anche più contro la Germania; contro il panslavismo; invece di questo la libera confederazione delle nazioni slave coi polacchi come peuple Archimède. Mette decisamente in rilievo la rivoluzione sociale in Polonia come condizione fondamentale di quella politica; ma cerca di dimostrare con una deduzione storica, che dimostra proprio il contrario, che la strada vera è la creazione della vecchia comunità agraria (Gmina: la comunità russa latinizzata ).
Nelle ultime settimane ho anche studiato più attentamente la faccenda dell'argento, e all'occasione ti darò un resoconto.
(Marx, Lettera a Engels, 16 ottobre 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 79)
 
Sto appunto dettando un articolo sulla Persia [“La guerra anglo-persiana”]. Perciò soltanto poche righe. Ricevute le tue 5 sterline. Non ti è possibile mandarmi in questa settimana qualche cosa di militare sulla Svizzera, perché io mi ci trovo un po' impacciato e non posso andare avanti coi miei articoli?
(Marx, Lettera a Engels, 30 ottobre 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 81)
 
Mia moglie sta ancora in cura, e così c'è ancora un gran disordine in casa, di modo che mi è difficile mettermi a scrivere.
Pare che col Mieroslawsky ci sia stata una “partizione” provvidenziale, perché probabilmente la maggior parte degli estratti a te destinati (erano about [circa] due fogli di scrittura) sono stati strappati dal manoscritto per accendere la pipa. Tuttavia non perdi molto. Ho poi letto le “Considérations” di Lelewel, da non confondersi con la sua popolare storia. Costituisce propriamente, accanto al Maciejowski (?) (cito il nome a memoria) il materiale su cui Mieroslawsky ha profuso il suo spirito: del resto quello che nei miei recenti studi di storia polacca mi ha fatto subito, décidément [decisamente], propendere per la Polonia, è la realtà storica che dal 1789 in poi tutte le rivoluzioni hanno misurato con sufficiente certezza la loro intensità e la loro vitalità nel loro atteggiamento verso la Polonia. La Polonia è il loro termometro “esterno”. Lo si può dimostrare nei particolari nella storia francese. Nel breve periodo della nostra rivoluzione tedesca, ed altrettanto in quella ungherese, è una cosa che salta agli occhi. Di tutti i governi rivoluzionari, compreso Napoleone I, fa eccezione il comité du salut public solo in quanto rifiutarono l'intervento non per debolezza, ma per “diffidenza”. (…)
Per concludere, ti devo sottoporre ancora un caso di coscienza. Per la fine di dicembre ho da fare dei pagamenti abbastanza considerevoli. Ti è possibile procurarmi qualche cosa per allora? Il denaro di mia moglie se n'è andato in gran parte per arredare la casa e per coprire dei grandissimi vuoti nei nostri redditi.
Quando verrai qui?
(Marx, Lettera a Engels, 2 dicembre 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 88-90)
 
Se mi potessi mandare il denaro entro questa settimana, te ne sarei obbligatissimo. Sono stato proprio da Freiligrath per vedere se mi poteva anticipare qualche cosa su quanto mi resta di una cambiale scontabile tra due o tre settimane, mais impossible! [ma è impossibile!] Il denaro di Putnam l'aspettavo per oggi: ma non è arrivato. Con la miserabile banda di Urquhart – con cui ho dei crediti – le transactions [trattative] sono sempre in sospeso. Se non pago puntualmente il mio landlord [padrone di casa] la prima volta, sono entièrement discrédité [completamente screditato].
(Marx, Lettera a Engels, 22 dicembre 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 91)
 
1857
 
D'abord [prima di tutto] buon Capodanno, quantunque in ritardo. In conseguenza dell'inchiostro sbiadito e perché ho scritto per più notti, mi si è così infiammato uno degli occhi che scrivere mi dà noia.
Ricevute tutt'e due le cose, le 5 sterline (secondo invio) e la Mountain warfare [l'articolo di Engels: “La guerra in montagna, nel passato e oggi”]. Per tutt'e due my best thanks [i miei migliori ringraziamenti]. (...)
Proudhon pubblica ora a Parigi una “Bibbia economica”, Destruam et aedificabo [distruggerò e edificherò]. La prima parte, a quanto lui dice, la ha sviluppata nella “Philosophie de la misère”. La seconda la “svelerà” adesso.
(Marx, Lettera a Engels, 10 gennaio 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 93-94)
 

Ho proprio la disdetta addosso. Da circa tre settimane il signor Dana mi manda la “Tribune ” quotidiana; evidentemente soltanto con l'intenzione di mostrarmi che non stampano più nulla di mio. Ad eccezione di circa 40 righe sui moves della Banque de France [manipolazioni della Banca di Francia (“La crisi in Europa”)], non è stata accolta una sola mia riga. Io ho aspettato da una settimana all'altra a spiccare una cambiale sulla “Tribune” , perché credevo che gli articoli sarebbero, stati stampati in seguito, but nothing of the sort [ma niente del genere]. I miei articoli sulla Prussia, la Persia, l'Austria, tutti ugualmente rejected [respinti].
Dopo aver stampato per circa quattro anni col loro nome tutte le mie cose (e le tue too [anche ]), questi porci hanno così ottenuto di eclissare davanti agli yankees il mio nome, la cui fama cresceva e che mi avrebbe reso possibile cercare un altro giornale o minacciarli di passare a un altro giornale. Que faire? [Che fare?] A che partito appigliarsi in these circumstances? [in queste circostanze?]
Appena io spiccherò una cambiale, prenderanno il pretesto per congedarmi definitivamente, e scrivere due volte alla settimana con la probabilità che su dieci articoli ne venga stampato e retribuito forse uno, è un sistema troppo rovinoso per insisterci. E come posso spiccare cambiali se non mi si stampa nulla?
E poi un'altra disdetta. Mi sono guardato il “Putnam” di novembre, dicembre e gennaio. L'articolo sul Bazancourt non c'è. O è andato perduto (sebbene lo abbia portato io stesso al post-office [ufficio postale] centrale o uscirà solo in seguito. Che quei tipi lo abbiano ricevuto, ma non lo vogliano stampare e non me ne facciano cenno è un supporli troppo mascalzoni per pensarlo.
Con gli urquhartisti non sono ancora riuscito a ottenere delle condizioni precise, e inoltre il loro giornaletto è minuscolo e in un mese non dà che dei pezzettini di un articolo, che così spesso non riesce a portare a termine prima di cinque o sei settimane. Nel caso migliore può essere usato soltanto come piccola risorsa secondaria. Inoltre la “Tribune ” nei suoi leaders [editoriali] miserevolissimi e annacquatissimi formula dei pareri parecchio contrari a tutto quello che io le scrivo. La Russian influence [influenza russa] vi è evidente.
Così sto completamente a secco, in una casa nella quale ho messo le mie poche disponibilità liquide e nella quale è impossibile sbarcare il lunario da un giorno all'altro come in Dean Street; senza nessuna prospettiva e con le spese di casa in aumento. Proprio non so che cosa fare e sono in realtà in una situazione più disperata che cinque anni fa. Credevo di essermi già sorbita la quintessenza di questa merda. Mais non [Ma no]. E il peggio è che questa crisi non è temporanea. Non vedo come venirne fuori.
(Marx, Lettera a Engels, 20 gennaio 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 97-98)
 
D'abord [prima di tutto] ti ringrazio di tutto cuore per la tua lettera così amichevole.
Ad Olmsted ho scritto circa dieci giorni fa; aspetto dunque risposta. Mi sembra che la collera di Dana perché Freiligrath è andato divulgando il suo segreto abbia a che fare col comportameto della “Tribune ” o piuttosto col fatto che Dana non ci abbia messo il suo zampino.
Collaborare col “New York Herald ” è impossibile; bisogna provare col “New York Times ”. Penso di far tastare il terreno, di sottomano, dal dott. Abraham Jacobi,che almeno è discreto e pare che generally [generalmente] si imponga agli yankees coi suoi modi riservati. Scriverò martedì prossimo a lui, ma insieme anche a Dana, in modo da metterlo in contrasto più spiacevole di quanto lui creda. Mi farebbe piacere se tu potessi mandare per martedì – probabilmente dopo martedì sospenderò la corrispondenza per la “Tribune ” fino a che non avrò notizie da New York – un articolo militare sulla Persia [“Prospettive della guerra anglo-persiana”]. Questa volta non è necessario approfondire l'argomento. Soltanto alcune views [idee] strategiche generali. Probabilmente la “Tribune ” s'immagina che io – liquidato da lei – mi rassegni a sgomberare del tutto il campo americano. La prospettiva di veder passare ad un altro giornale il suo monopolio “militare” e “finanziario” non le sorriderebbe davvero. Perciò oggi gli ho mandato un articolo “finanziario”. Una introduction alla “Persian war” [introduzione alla “Guerra persiana”], per quanto sbrigativa, sarebbe importante perché le si farebbe sentire che c'è sempre una “war” [“guerra”] con cui si può aiutare altri giornali a farsi belli. Naturalmente occorrerebbe accennare appena alle chances (militari) dei russi e degli inglesi.
Rimanderò dunque la rottura esplicita finché non abbia visto se si può riuscire in qualche altra parte a New York. In caso contrario, e se da parte sua la “Tribune ” non cambia, si dovrà naturalmente rompere. Ma io penso che in questa lurida schermaglia l'importante è guadagnare tempo. Mi sembra che la “Tribune ” sia arrivata alla convinzione di poter risparmiare tutte le spese extra (perlomeno quelle europee) da quando è avvenuta la “grande svolta” in America. In realtà è schifoso esser condannati a considerare una fortuna il fatto che un simile giornale ti prenda nella sua barca. Pestare delle ossa, macinarle, e cuocerne delle zuppe come i paupers nella workhouse [mendicanti nella casa dei poveri], ecco a che cosa si riduce il lavoro politico a cui si è bellamente condannati in un simile concern [impresa]. Sono insieme consapevole che, asino come sono, ho fornito fin troppo a questi giovanotti, per il loro denaro, se non proprio in questi ultimi tempi, certo per anni.
(Marx, Lettera a Engels, 23 gennaio 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 102-103)
 
Ho riletto (non interamente) i tuoi articoli sul panslavismo, in parte per mia edificazione, in parte per appuntarmi i passi per i quali, se tu volessi eventualmente rifarli in tedesco, dovresti ancora ricorrere a fonti che sarebbe difficile scovare in Inghilterra, se non nel Museum di Londra. Con l'occasione ho scoperto che la stessa mano sconosciuta – che per il momento mi prendo la libertà di ritenere sia quella del rinnegato polacco Gurowski – che scriveva sui miei articoli intorno alle Danubian Principalities [Principati danubiani] che mi sono stati restituiti: “Tous ces chiffres sont exagérés”
[“tutte queste cifre sono esagerate”] ecc. ecc. (bel francese) ha ornato delle sue note marginali anche gli articoli sul panslavismo.
(Marx, Lettera a Engels, 16 febbraio 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 106)
 
Mi devi scusare se non ti ho accusato prima ricevuta delle 5 sterline, come anche della tua lettera. Mia moglie sta molto male, e tutta la situazione di casa è in una crisi tale che ho la testa troppo confusa per scrivere.
(Marx, Lettera a Engels, 18 marzo 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 112)
 
Arrivata una lettera della “Tribune ”, che ti manderò appena le avrò risposto. La mia minaccia di scrivere per un altro giornale ha poi ottenuto il suo effetto, o almeno qualche effetto. Malgrado il tono molto cordiale , ci è stata fornita la prova che avevo capito bene i signori. Infatti ecco la proposta: pagano un articolo alla settimana. Lo stampino o no; il secondo lo mando a mio rischio e spicco una cambiale su di esso nel caso che loro lo stampino. Sicché au fait [in realtà] mi riducono il compenso alla metà. Tuttavia io acconsento, e devo acconsentire. Inoltre, se le faccende d'Inghilterra si sviluppano come io penso, fra qualche tempo risalirò ai vecchi introiti.
Mi dispiace molto di dover ancora per il momento pesare su di te, perché sono rimasto tanto in arretrato, al punto di aver impegnato quanto si poteva, ma la scomparsa di questi introiti potrà esser compensata soltanto appena mi sarò procurato nuove risorse. Inoltre, dato che non posso davvero nasconderti il fatto, mia moglie si trova in highly interesting circumstances [in stato estremamente interessante]. Tuttavia, con la mia ultima lettera non avevo affatto di mira anything else [nient'altro] se non di spiegarti il mio lungo silenzio. Capirai che anche i più calmi – ed io possiedo indeed [invero], in una situazione così schifosa,molta calma - perdono talvolta la pazienza e si lasciano andare soprattutto nei confronti degli amici.
(Marx, Lettera a Engels, 24 marzo 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 117-118)
 
Mi scuserai se ti rispondo con tanto ritardo. Mia moglie durante le ultime settimane è stata ancora più sofferente che negli ultimi mesi, e il trouble [il disordine] in casa è stato grande. Abbi la bontà di rimandarmi la lettera di Dana.
Ti mando per mezzo della parcel company [compagnia di spedizioni] una bottiglietta di mistura per gli occhi. Cornelius me ne ha portato una bottiglia da Parigi, dove è stato sofferente agli occhi. Io stesso da alcune settimane, in seguito all'eccessivo lavoro notturno, avevo una infiammazione agli occhi. Questa mi ha rimesso a posto in un paio di giorni, e farà a te lo stesso servizio. Non hai che da metterne qualche goccia nell'occhio sofferente quando t'alzi e quando vai a letto.
(Marx, Lettera a Engels, 9 aprile 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 126)
 
Ricevute 5 sterline.
Qui acclusa una lettera di Lassalle che, dopo averla comunicata a Lupus, mi rimanderai al principio della prossima settimana. Che atteggiamento devo tenere con questo tipo? Rispondere o no? Ti divertirà la buffa vanità del giovanotto che vuol diventare famoso di prepotenza e scrive senz'alcun motivo 75 fogli sulla filosofia greca. (...)
Se ti è possibile scrivere la settimana prossima qualche articolo militare sulla Persia o la Cina [“Persia-Cina”]. Mia moglie si avvicina alla catastrofe, e perciò il servizio di scrivana le diventa sempre più faticoso.
Per il dolor di denti ti consiglio di ricorrere allo stesso rimedio a cui son ricorso io dopo averci pensato un anno e mezzo, strappare quel delinquente. Avevo sempre creduto che il mio dolor di denti fosse reumatico. (…)
Con la primavera spuntano sempre alcune malattie tra i piccoli.
Così è accaduto questa volta, prima con la minore [Eleanor] e con Laura. Ora è la volta della piccola Jenny.
(Marx, Lettera a Engels, 8 maggio 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 135-136)

 
Per tua consolazione posso comunicarti che da tre settimane e fino ad oggi, sono stato subissato di medicine e di pillole in conseguenza dei mie vecchi, e come credo, ereditari liver complaints [dolori di fegato]. Soltanto grazie a uno sforzo immenso ho provveduto alle necessità “commerciali” - intendo la “Tribune ” - e per ogni altra cosa sono stato quite disabled [del tutto inetto]. Per non perdere del tutto il tempo mi sono impadronito, faute de mieux [in mancanza di meglio], della sprog dansk [lingua danese], e ho aperto un'enorme emorroide di stato: “Af mit Livs og min Tids Histoire” af Ørsted [“Storia della mia vita e della mia epoca”, di Oersted] (l'ex ministro). Aprire delle ostriche sarebbe stato in ogni caso più divertente. Tuttavia, stando alle promesse del dottore, c'è la prospettiva di tornare ad essere un uomo per la settimana prossima. Per il momento, sono ancora giallo come una cotogna e molto più uggioso.
Ora, per quanto riguarda il tuo malessere, ho l'idea fissa che tutto provenga da un dente cariato che bisogna estirpare e che attraverso complicate strade provoca tutti gli altri sintomi di malattia. Of course [Naturalmente] Heckscher negherà. Tuttavia, quando verrai qui, cosa di cui mi rallegro molto, non potrà comunque esserci niente di male se mi accompagnerai da un vero bravo dentista che esamini la tua dentatura. La mia opinione si basa sul fatto che due anni fa io soffrii di dolori del tutto simili; che il dott. Freund dichiarò anche lui che io avevo mangiato troppa carne, e che infine con una coraggiosa spedizione dal dentista, alcuni mesi fa, si scoprì la fonte del male. Naturalmente in questo tengo principalmente conto del tuo periodico mal di denti.
Per la fine del mese si attende il parto di mia moglie, e questa volta non propriamente in piacevoli circumstances [circostanze]. Nel caso migliore non potrò, prima che fra tre settimane, trarre cambiali sulla “Tribune ”, dove ora mi ci vuol parecchio tempo prima di raggiungere una somma sufficiente. Ho fatto qui un tentativo di presentare nel frattempo una cambiale a mio nome. Ma son fallito in pieno. I veri e propri debiti per lo household [spese di casa] li rinvio, ma con le tasse la cosa può andare soltanto fino a un certo punto, e inoltre, date le circostanze, sono necessari certi preparativi per i quali bisogna sborsare denaro sonante. (…)
Dal tuo articolo su Cina e Persia [“Persia-Cina”] ho tolto via qualche cosa soltanto qua e là, e ho mutato qua e là qualche espressione. Sono d'accordo su tutto, soltanto non credo che le truppe di stanza in Persia vengano mandate in Cina tanto presto.
(Marx, Lettera a Engels, 22 maggio 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 141-142-143)
 
Piangi o ridi, dormi o sei sveglio? [Ritornello da una famosa fiaba dei fratelli Grimm] Qui siamo seriamente in ansia per te. Scrivi, dunque come va la salute. Spero che non ti facciano più impacchi caldi, che sono un metodo di cura assolutamente antiquato e caduto più o meno in discredito . Ma nel caso che tu faccia uso soltanto di cure per bocca – che è cosa razionale e moderna – non vedo che bisogno hai di fare tanto il misterioso.
Mia moglie è molto sofferente. Ma ha dato troppo presto l'allarme e non è ancora successo nulla.
(Marx, Lettera a Engels, 15 giugno 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 148)
 
Puoi esser sicuro che, malgrado tutti i guai, io e mia moglie (che, sia detto di passaggio, è proprio in via di guarigione) eravamo meno angustiati per le nostre cose personali che per l'ultimo tuo bollettino sulle tue condizioni di salute. Sono contentissimo che tu vada meglio, ma vedo con vera e propria angoscia che tu progetti di nuovo di tornare in ufficio, e già in questa settimana. Eppure dovresti aver capito da tutto il decorso della tua malattia che il tuo fisico ha bisogno di corroborarsi, di riposarsi e di scuotere via per un po' di tempo tutta la polvere dell'ufficio. Devi andare al mare as soon as possible [al più presto possibile]. Se in questo momento così decisivo sei così puerile – perdonami la parola – da rinchiuderti di nuovo in ufficio, avrai altre ricadute e nello stesso tempo perderai sempre più la forza di resistenza contro questo male. In queste ricadute la malattia potrebbe alla fine attaccare i polmoni, e allora tutti i rimedi sarebbero inutili. Sicuramente non avrai l'ambizione di sacrificare te stesso sull'altare della ditta Ermen-Engels. Si compiangerebbe uno che, col tuo malanno, fosse costretto dalla sua situazione a essere incatenato di nuovo alla ditta invece che rimettersi in salute. Nel tuo caso invece non ci vuol altro che un'energica decisione per fare quel che è clinicamente necessario. Pensa da quanto lungo tempo già si trascina il male, quante ricadute hai avuto, e riconoscerai la necessità for some time to let Mr. Ermen shift for himself [di lasciare che il signor Ermen per qualche tempo se la sbrighi da solo], e di rimetterti con l'aria di mare e il relativo riposo. Spero che tu prenda la cosa sul serio e che tu abbandoni il vecchio sistema sbagliato di avvicendare le cure e l'ufficio. Sarebbe imperdonabile se tu ti intestardissi a far così.
Le circostanze che hanno accompagnato il parto di mia moglie e che mi hanno unnerved for some days [snervato per qualche giorno], posso comunicartele solo a voce. Non so scrivere queste cose.
(Marx, Lettera a Engels, 14 luglio 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 158-159)
 
Se ti è in qualche modo possibile, mandami un po' di denaro. Per lunedì ho la minaccia del broker [ufficiale giudiziario] per le tasse e per il landlord [padrone di casa]. Inoltre l'assoluto want of cash [mancanza di contante] mi ha reso impossibile da due settimane procurare a mia moglie, la cui recovery [convalescenza] è lentissima, e che anzi si indebolisce di giorno in giorno, i piccoli comforts ordinatile dal dottore.
In questo frattempo non ho fatto che tentativi inutili o per scontare una cambiale, o, cosa comunissima a Londra, per ottenere un loan [prestito] da una loan-society. Per quest'ultima operazione ci vogliono due cittadini rispettabili, e ho fallito in pieno nel tentativo di scovarli.
I crediti che posso avanzare con la “Tribune” sono talmente insignificanti che non c'è da pensare ch'io possa spiccare una cambiale su di essa prima che fra due settimane. Sarebbero maggiori se da una parte io non fossi stato prima costretto a spiccare in eccedenza e se d'altra parte i guai familiari non avessero provocato alcune perdite.
Nulla può essermi più penoso che aduggiarti con le mie miserie mentre sei malato, ma sono così completamente isolato che non mi resta altro da fare.
Spero che al mare tu ti riprenderai presto. Non dimenticare di mandarmi subito il tuo indirizzo.
(Marx, Lettera a Engels, 24 luglio 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 161)
 
Mi rallegro molto che, com'era da attendersi, il mare ti faccia bene. Appena il tuo stato di permetterà di fare bagni, l'effetto sarà anche più rapido.
Il mare stesso è naturalmente la medicina principale. Tuttavia sono necessari pure alcuni medicamenti interni, in parte per prevenire, in parte, quando il male c'è, per fornire al sangue le sostanze che gli mancano, e, fondandomi su tutta la recente letteratura medica francese, inglese e tedesca, che ora ho letto a propostito della tua malattia, contrappongo alle affermazioni della tua lettera a mia moglie le seguenti che tu puoi sottoporre ad ogni collegio di medici o di chimici per eventuale esame:
1) Dove l'olio di fegato di merluzzo raggiunge l'effetto in tre mesi, il ferro lo raggiunge in tre settimane.
2) Olio di fegato di merluzzo e ferro non si escludono, ma si integrano nella cura.
3) La momentanea mancanza di ferro nel sangue è il carattere fondamentale della tua malattia. Occorre che tu prenda ancora del ferro, oltre i bagni di mare, anche quando tutti i sintomi esterni della malattia siano scomparsi.
4) L'elemento curativo per te nell'olio di fegato è lo iodio, poiché le sostanze grasse dell'olio di pesce non hanno importanza per te. Jodide of Iron [Ioduro di ferro ] unisce perciò tutt'e due gli elementi di cui hai bisogno, uno dei quali ti viene somministrato nell'olio di fegato di merluzzo. Nello stesso tempo con questa medicina eviti l'inutile zavorra per lo stomaco che è nell'olio di fegato di merluzzo.
Voilà mes thèses [Ecco le mie tesi]. E spero che le esaminerai seriamente, affinché dopo la guarigione non abbia delle ricadute successive, che si dice siano exceedingly [straordinariamente] spiacevoli.
Per la faccenda di Delhi mi pare che gli inglesi dovranno battere in ritirata appena la rainy season had set in [stagione delle piogge sia cominciata] sul serio. Ho osato esporre questa tesi sotto la mia responsabilità [“L'insurrezione indiana”], dato che per il momento ti ho dovuto sostituire come specialista militare nella “Tribune”. N. B. on the supposition [posto che] che i rapporti pervenuti sinora siamo esatti. È possibile che io ci faccia una figuraccia. Tuttavia potremo sempre cavarcela con un po' di dialettica. Naturalmente ho tenuto le mie considerazioni su un tono tale che avrò ragione anche in caso contrario.
 
(Marx, Lettera a Engels, 15 agosto 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 165-166)
 
Devi perdonare il mio silenzio e il mancato acknowledgment [riscontro] dei tuoi diversi plichi. Anzitutto molto lavoro e poi molti giri che ti rubano il tempo, fatti non davvero “per un intimo bisogno”. Spero che malgrado il cattivo tempo la tua salute migliori , e ancora non rinuncio alla notion [idea] che tu alla fine faccia uso anche di ferro. Temo soltanto che il molto scrivere ti faccia male.
(Marx, Lettera a Engels, 15 settembre 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 180)
 
Tante grazie per la lettera e per quel che vi era accluso.
Naturalmente desidererei moltissimo vederti ancora prima della tua partenza. Se la cosa andrà , verrò a Brighton. Il fatto è che alla fine del trimestre si accumulano tutte le difficulties [difficoltà] rinviate per tutta l'estate. La cosa più importante, e la sola che può cavarmi dai guai, è di procedere in fretta con l'enciclopedia. Quando verrà l'autunno sarà anche necessario ritirare qualche cosa dal Monte di Pietà. (…)
Qualche giorno fa, nell'andare al Museum, sono caduto così graziosamente a faccia avanti che la mia fronte ancora ne è deturpata.
Spero che tu prenda del ferro. Qualche giorno fa parlai col dott. Licktenberg dell'ospedale tedesco, un tipetto molto in gamba. Dichiarò che era indispensabile per completare la cura.
(Marx, Lettera a Engels, 23 settembre 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 196)
La tua “Army ” è bellissima; soltanto, la mole mi fa l'effetto di un colpo in testa, perché tanto lavoro ti deve far male. Davvero se avessi saputo che tu avresti lavorato fino a notte, avrei piuttosto mandato al diavolo tutta la faccenda.
La storia dell'army mette in luce con maggior evidenza di qualsiasi altra cosa l'esattezza della nostra concezione del rapporto esistente tra le forze produttive e le condizioni sociali. (…)
I soli punti nel tuo studio che, secondo la mia opinione, tu hai trascurato, sono: 1) la prima comparsa d'un completo sistema mercenario in grande at once [tutto in una volta] presso i cartaginesi (per nostro private use [uso privato] andrò a guardarmi un lavoro di un berlinese sugli eserciti cartaginesi, che ho conosciuto solo più tardi); 2) lo sviluppo dell'organizzazione militare in Italia nel secolo decimoquinto e al principio del decimosesto. Comunque lì sono state elaborate certe astuzie tattiche. Nello stesso tempo è molto buffa la descrizione che fa il Machiavelli nelle sue “Istorie fiorentine” (di cui ti farò degli estratti) del modo in cui combattevano i condottieri. (Ma se verrò da te a Brighton (quando?), ti porterò magari il volume del Machiavelli. Le “Istorie fiorentine” sono un capolavoro.) Infine, 3) l'organizzazione militare asiatica, come appare la prima volta presso i persiani, ma poi, certo molto differentemente modificata, presso i mongoli e turchi tra l'altro.
Con le mie biografie, ecc. sono stato naturalmente costretto a consultare enciclopedie d'ogni genere, tra l'altro quelle tedesche. E con l'occasione ho trovato che sotto le rubriche “Lavoro”, “Classi”, “Produzione”, ecc. ci si copia alla lettera, ma senza intelligenza. Però tutti evitano di fare il nostro nome, anche se dedicano colonne al signor Edgar Bauer e ad altri grandi uomini. Tant mieux pour nous [Tanto meglio per noi]. Nelle enciclopedie tedesche le biografie sono scritte per bambini al di sotto degli otto anni. Quelle francesi sono partigiane ma almeno di larghe vedute. Le enciclopedie inglesi ricopiano coscienziosamente quelle francesi e tedesche. E in quelle tedesche poi, pare che siano sempre gli stessi signori a fare le stesse pisciate coi più diversi editori. Quella di Ersch e Gruber è buona solo negli ultimi volumi, dove ci sono molti lavori eruditi.
(Marx, Lettera a Engels, 25 settembre 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 201-202)
 
Scusa il mio lungo silenzio. Anzitutto abbiamo avuto visite per una settimana, cioè Imandt junior di Treviri (di 13 anni) venuto a trovare lo zio, e ho dovuto condurre in giro il ragazzo. Poi molto lavoro.
D'abord [Prima di tutto] vengo ora al tuo progetto di tornare a Manchester. Devi sapere tu se la tua presenza è necessaria. La cosa non ti è certo di giovamento, dato che qui il tempo è abominable [abominevole]. Allen pensa che tu hai verso te stesso il dovere di trattenerti molto di più in un clima migliore di quello di Manchester, perché ogni ricaduta potrebbe essere pericolosa. Tuttavia sia ben inteso che tu consulterai il tuo dottore prima di prendere la decisione.
(Marx, Lettera a Engels, 20 ottobre 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 208)
 
Mentre, stando al piano di sopra, ti scrivevo la mia ultima lettera, mia moglie al piano di sotto era assalita da lupi famelici, i quali accampavano il pretesto degli “heavy times” [“tempi duri”] per spremer denaro da lei, che non ne aveva. (Per fortuna pochi giorni dopo arrivarono dalla Germania 15 sterline, che permisero to shift off the evil day for a week or a fortnight.) Well. [di rinviare di una o due settimane il disastro. Bene]. In siffatte condizioni ero rather [piuttosto] confuso nello scrivere, ma non confuso al punto che non mi ricordassi della mia confusione la sera stessa dopo aver spedito la lettera, e che non parlassi a mia moglie della faccia che tu avresti fatto al vedere che pretendevo che i debitori incassassero del denaro sulle cambiali che loro stessi hanno da pagare, ecc. L'ho divertita per tutto il tempo, lei che è notevolmente amareggiata dalla “petite guerre” [“guerriglia”] con canaglie d'ogni genere, facendo previsioni sul modo in cui tu mi avresti con tutta grazia rinfacciato il mio errore. Però non potevo davvero arrivare al punto da aspettarmi che tu avresti attenuato il ridicolous blunder [ridicolo strafalcione] fino a farne uno “slight mistake” [“piccolo errore”]. My best thanks for this grace, Sir. [I miei migliori ringraziamenti per questa gentilezza, Signore]. (...)
Le tue informazioni sulla situazione di Manchester sono di enorme interesse per me, dato che i giornali le nascondono pudicamente.
Lavoro come un pazzo le notti intere a riordinare i miei studi economici, per metterne in chiaro almeno le grandi linee prima del déluge [diluvio].
(Marx, Lettera a Engels, 8 dicembre 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 234 -237)
 
Scrivo in tutta fretta queste poche righe. Ho ricevuto proprio in questo momento il terzo ed ultimo avviso da quel porco dell'esattore; se non pago entro lunedì, il broker [ufficiale giudiziario] mi si presenterà in casa lunedì pomeriggio. If, therefore [Se, perciò], è possibile, mandami qualche sterlina per lunedì. La pressure [pressione] finanziaria in casa mia è anche maggiore che usually [di solito], perché da about [circa] tre settimane devo pagare tutto in contanti ed è cessato anything like credit [ogni e qualsiasi credito], mentre contemporaneamente due terzi del denaro che incasso se ne vanno subito per coprire i debts [debiti] fluttuanti. Per di più gli introiti sono molto scarsi perché finora non posso mandare alla “Tribune ” più di un articolo. So far as private matters [Questo, quanto ad argomenti privati].
Lavoro moltissimo. Perlopiù fino alle 4 del mattino. Perché è un lavoro doppio: 1) elaborazione delle linee fondamentali dell'economia. (È assolutamente necessario andare au fond [in fondo] della questione per il pubblico, e per me, individually, te get rid of this nightmare). [personalmente, liberarmi da questo incubo].
2) La crisi attuale. Su di essa, oltre agli articoli per la “Tribune ”, mi limito a prendere appunti, cosa che però richiede un tempo notevole. Penso che about in primavera potremo scrivere insieme un pamphlet sulla faccenda, a mo' di riapparizione davanti al pubblico tedesco, per dire che siamo sempre qui, always the same [sempre gli stessi]. Ho progettato tre grossi volumi: England, Germany, France. Per la storia dell'America tutto il materiale si trova nella “Tribune ”. Lo si può elaborare in seguito. Del resto desidererei che se possibile, tu mi mandassi il “Guardian” giornalmente. Dovermi guardare tutto insieme una settimana intera o pressapoco è una cosa che mi raddoppia il lavoro e mi porta delle complicazioni. (…)
Scrivimi ogni volta che ne hai tempo, perché altrimenti ritardando finisci per dimenticare tutta questa “chronique scandaleuse” [“cronaca scandalosa”] della crisi che è così necessaria; io faccio estratti dalle tue lettere e li trascrivo nei mie volumoni.
(Marx, Lettera a Engels, 18 dicembre 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 245-246)
 
L'attuale crisi commerciale mi ha spronato a dedicarmi seriamente alla elaborazione dei miei lineamenti fondamentali di economia, e anche a preparare qualcosa sulla crisi attuale. Sono costretto a uccidere la giornata […] [Carta danneggiata] con lavori per campare. Per i lavori veri mi rimane soltanto la notte e qui talvolta interviene, come motivo di disturbo, il mio malessere. Ancora non mi sono messo a cercare editori, perché per esperienze che vengono […] [Carta danneggiata] quando io […] [Carta danneggiata]. Non ho da annunciarti novità, perché vivo come un eremita. Mia moglie ha molto sofferto durante l'inverno e l'estate scorsa, adesso tuttavia si è rimessa in certo qual modo.
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 21 dicembre 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 575)
 
 
Mi hai vittoriosamente strappato dalle grinfie del fisco, e sia lodato il tuo nome: Alleluia!
(Marx, Lettera a Engels, 22 dicembre 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 247)
 
 
1858
 
Che io mi incarichi personalmente degli argomenti militari, cosa per cui dovrei perdere parecchio tempo al Museum senza poi neanche combinare niente di buono, non c'è neppur da pensarci, perché debbo assolutamente finire gli altri lavori – e mi prendono tutto il tempo – anche se mi dovesse crollare la casa addosso!
Sicché, my boy, try to come to a definitive resolution, one way or the other. [ragazzo mio, cerca di arrivare a una decisione definitiva, in un modo o nell'altro].
(Marx, Lettera a Engels, 5 gennaio 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 260-261)
 
Nella stesura dei principles economici mi trovo talmente imbrogliato con degli errori di calcolo che per despair [disperazione] mi sono di nuovo messo a studiare l'algebra. L'aritmetica mi è restata sempre ostica. Ma per la via traversa dell'algebra mi rimetto rapidamente a posto.
I bollettini della tua salute sono troppo frettolosi. Gradirei conoscere meglio i particolari. F.i. [Per esempio], hai sempre qualche piaga aperta?
(Marx, Lettera a Engels, 11 gennaio 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 269 )
 
Mi consola exceedingly [straordinariamente] che la tua salute well [bene]. Io stesso sono stato di nuovo in cura per tre settimane e ho smesso soltanto oggi. Avevo esagerato troppo nel lavorare di notte, sostenendomi è vero soltanto con limonate, da una parte, ma dall'altra with an immense deal of tobacco [con una quantità enorme di tabacco]. Del resto faccio dei bei passi avanti. P. es. tutta la teoria del profitto, quale è stata finora, l'ho mandata a gambe all'aria. Quanto al metodo del lavoro mi ha reso un grandissimo servizio il fatto che by mere accident [per puro caso] – Freiligrath trovò alcuni volumi di Hegel appartenenti a Bakunin e me li mandò in dono – mi ero riveduto la “Logica” di Hegel. Se tornerà mai il tempo per lavori del genere, avrei una gran voglia di render accessibile all'intelletto dell'uomo comune in poche pagine, quanto vi è di razionale nel metodo che Hegel ha scoperto ma nello stesso tempo mistificato.
(Marx, Lettera a Engels, circa il 16 gennaio 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 272-273)
Il gran freddo che è sopravvenuto qui e la assoluta mancanza di carbone nel nostro alloggio mi costringono – sebbene questa sia per me tra tutte le cose del mondo la più penosa – a chiederti di nuovo del denaro. Mi ci sono deciso soltanto in seguito alla heavy pressure from without [grave pressione esterna]. Mia moglie mi ha fatto vedere che in seguito ad un invio da Jersey arrivato prima del solito tu sei incorso in un errore di calcolo e che perciò questo mese non avresti mandato nulla senza una esplicita richiesta da parte mia; che lei ha già impegnato il suo shawl [scialle], ecc. ecc. e non sa dove rifarsi. Insomma sono costretto a scrivere, e perciò lo faccio. E davvero, se questa situazione dura, preferirei stare 100 tese sotto terra piuttosto che seguitare a vegetare così. Tornare sempre importuno agli altri e per di più personalmente esser tormentato di continuo dalle più meschine miserie, alla lunga è cosa insopportabile. Io personalmente scaccio la miseria lavorando sodo su argomenti di carattere generale. Mia moglie, of course [naturalmente], non ha le stesse risorse, ecc. ecc.
(Marx, Lettera a Engels, 28 gennaio 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 280)
 
Ora nel mio lavoro economico [l'abbozzo del futuro “Capitale”, nota dei curatori] sono ad un punto in cui desidererei da te qualche chiarimento d'ordine pratico, perché negli scritti teorici non è possibile trovar nulla in proposito. Si tratta della circolazione del capitale, della sua diversità nei diversi affari: suoi effetti sul profitto e sui prezzi. Se mi vuoi comunicare qualche piccola cosa in proposito, sarà very [molto] benvenuta.
(Marx, Lettera a Engels, 29 gennaio 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 282-283)
 
Come ti scrissi subito dopo ricevuta la sua prima lettera [di Lassalle] così piena di sé, bisogna che i vecchi hegeliani e i filologi siano stati in realtà pleased [compiaciuti] di trovare una natura così all'antica in un giovane che passa per un grande rivoluzionario. Inoltre lui rivolge adulazioni e salamelecchi in tutte le direzioni per assicurarsi un'accoglienza favorevole. Appena avrò sfogliato questa roba te la manderò.
(Marx, Lettera a Engels, 1° febbraio 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 288)
 
Mi avevi promesso di mandarmi il “Guardian ”. Perciò l'avevo aspettato per oggi, perché la Francia ora è il solo argomento di attualità per la corrispondenza, e quella gente preferisce qualche pettegolo aneddoto ad any amount of ideas [qualsiasi idea seria]. Penso che domani arrivino i numeri promessi, ma per il futuro ti scongiuro di spedirmi questa roba sempre per il giovedì o al più tardi per il venerdì. Passato il giorno della corrispondenza per la corrispondenza non mi servono più, of course [naturalmente].
Ora per tre giorni starò sulle spine finché non saprò se sarà onorata o no la cambiale che pare sia stata spedita di qui soltanto qualche settimana after its drawing [dopo che è stata tratta]. Nel caso migliore, finché non sarà settlata [sistemata] la faccenda con Appleton non potrò spiccarne ancora sulla “Tribune ” per gli articoli che le ho forniti. Avevo completamente sbagliato nel valutare i lavori inviati a lui. Inoltre Dana fa delle difficoltà per una voce piuttosto lunga su “Bolivar ” [articolo scritto da Marx, Bolivar y Ponte], perché sarebbe scritto in partisanstyle [con spirito di parte], e chiede le mie authorities [fonti]. Naturalmente gliele posso dare, sebbene sia una strana pretesa. Per quel che riguarda il partisanstyle, è vero che mi sono un po' allontanato dal tono generale dell'enciclopedia. Veder celebrato come un Napoleone I il più vile, il più volgare e il più miserabile straccione, era un po' troppo. Bolivar è il vero Soulouque.
I congratulate you upon your equestrial performances [mi congratulo con te per le tue prodezze equestri]. Soltanto, non fare salti troppo pericolosi, perché presto verrà una occasione più importante per rischiare di rompersi il collo. Mostri to ride somewhat hard this hobby-horse [di montare con troppa spinta questo cavallo a dondolo]. In ogni caso non credo che sia la cavalry la specialità in cui tu sei più necessario per la Germania. Mi permetto anche di esprimere il dubbio che la overexertion in any line [sforzo eccessivo in qualsiasi campo] faccia bene alla tua salute. A me almeno è stato assicurato da parte di medici che l'aurea mediocritas [mediocrità aurea] deve esser la norma per te in ogni tipo di sforzo.
(Marx, Lettera a Engels, 14 febbraio 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 294-295)
 
È mia intenzione di pubblicare il lavoro in fascicoli [“Per la critica dell'economia politica”], perché non ho né il tempo né i mezzi per portarlo tranquillamente a termine per intero. Può darsi che la prima stesura comprometta la forma. Ma in ogni caso è meglio così per la diffusione. Così è anche più agevole trovare degli editori. (…)
Se questi porci hanno accettato il “Bolivar”, secondo i miei calcoli restano ancora 30-32 colonne da mandare. Fino a quel momento io sono, alla lettera, sospeso a mezz'aria. Oltre a ciò questi porci sanno di avermi in loro potere. Tutto ciò a cui si può tendere adesso è di essere il meno concisi possibile, finché si può farlo senza divenire insulsi.
Per quel che riguarda “Bülow” e “Beresford”, io posso scrivere la parte biografica, ma scrivi tu tutta quanta la parte militare, in inglese, affinché queste voci non differiscano dalle altre. Inoltre qui non mi bastano delle semplici indicazioni, perché dovrei ugualmente fare degli studi – impossibile ora – per completarle. Appena avrai finito con la B, mettiti alla “Cavalry” [“Cavalleria”], perché questa sarà dura.
(Marx, Lettera a Engels, 22 febbraio 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 298-299)
 
Nutt mi ha mandato “Eraclito”. Appena l'avrò letto, ti farò sapere che cosa ne penso. Ma devi avere pazienza per un po', perché proprio ora ho straordinariamente poco tempo. Quanto agli stoici io non ho indagato neppure il loro rapporto verso Eraclito dal punto di vista della filosofia della natura, giacché mi sembrava che in questa disciplina si comportassero in modo pedantesco. Per Epicuro invece si può dimostrare nei particolari che egli, sebbene prenda le mosse dalla filosofia naturale di Democrito, ne capovolga in tutti i punti il vero significato. Non si può certo rimproverare a Cicerone e a Plutarco di non aver visto ciò, dato che persino tipi intelligenti come Bayle e anche ipsissimus [in persona] Hegel non ne hanno avuto sentore. Quanto a quest'ultimo del resto non si può pretendere, proprio da lui che per primo comprende tutta la storia della filosofia, che non faccia errori nei particolari. (…)
Ti voglio dire come vanno le cose per il mio lavoro di economia. In effetti da alcuni mesi sto lavorando alla elaborazione finale. La cosa però procede molto lentamente, perché argomenti dei quali da molti anni si è fatto l'oggetto principale dei propri studi, non appena si deve venire ad una resa dei conti finale, mostrano continuamente aspetti nuovi e suscitano nuovi dubbi. Inoltre io non sono padrone bensì schiavo del mio tempo. Rimane per me soltanto la notte, e attacchi e ricadute frequenti di una malattia del fegato disturbano anche questi lavori notturni. In questa situazione la cosa per me più agevole sarebbe se potessi pubblicare l'intero lavoro in fascicoli senza una periodicità fissa. Questo forse avrebbe anche il vantaggio di poter far trovare meglio un editore, dato che nell'impresa si investirebbe poco capitale. Ti sarò obbligato of course [naturalmente] se guarderai di trovare un editore a Berlino. Per “fascicoli” intendo quelli come i fascicoli nei quali un po' per volta è uscita l'“Estetica” di Vischer.
Il lavoro di cui si tratta in primo luogo è la Critica delle categorie economiche ovvero, if you like [se vuoi], descrizione critica del sistema dell'economia borghese. È contemporaneamente descrizione del sistema e, attraverso la descrizione, critica del medesimo. Non mi è affatto chiaro quanti fogli di stampa ne verranno fuori. Se avessi il tempo, la calma e i mezzi di terminare l'elaborazione di tutta l'opera prima di consegnarla al pubblico, la condenserei molto, dato che io ho sempre preferito il metodo della condensazione. In questo modo però – forse meglio per la comprensione del pubblico, ma sicuramente con danno della forma – pubblicata in fascicoli successivi, la faccenda finirà necessariamente col diluirsi. Nota bene : non appena avrai idee chiare sulla possibilità di poter fare la cosa a Berlino oppure no, fammi il favore di scrivermi, perché se laggiù non va, farò un tentativo ad Amburgo. Un altro punto è che io devo essere pagato dall'editore che si assume l'impresa: un'esigenza per la quale può darsi che la cosa fallisca a Berlino.
La descrizione, intendo dire la maniera, è assolutamente scientifica, dunque non contrastante con le leggi di polizia nel senso abituale. Il tutto è suddiviso in 6 libri. 1. Del capitale (contiene alcuni capitoli preliminari). 2. Della proprietà fondiaria. 3. Del lavoro salariato. 4. Dello Stato. 5. Commercio internazionale. 6. Mercato mondiale. Naturalmente non posso fare a meno di considerare di tanto in tanto criticamente altri economisti, in particolare di polemizzare contro Ricardo, nella misura in cui persino lui, in quanto borghese, è costretto a commettere strafalcioni anche dal punto di vista strettamente economico. Nel complesso però la critica e la storia dell'economia politica e del socialismo dovrebbe essere l'oggetto di un altro lavoro. Infine il breve schizzo storico sullo sviluppo delle categorie e delle relazioni economiche un terzo lavoro. After all [Dopo tutto], ho il vago presentimento che proprio ora, nel momento in cui dopo 15 anni di studi sono arrivato al punto di por mano alla cosa, movimenti tempestosi dall'esterno probabilmente sopravverranno a interrompermi. Never mind [Non fa nulla]. Se io sono pronto troppo tardi per attirare ancora l'attenzione del mondo su cose del genere, l'errore evidentemente è my own [mio proprio].
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 22 febbraio 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 576-577-578)
 
 
A giro di posta ti avevo notificato in poche righe la ricevuta delle 5 sterline. Oltre a questo il mio foglietto non conteneva altro, ad eccezione di alcune osservazioni politiche, altogether not 20 lines [neanche 20 righe in tutto]. Ma cionondimeno trovo molto seccante il fatto che l'ufficio postale di qui sembri preoccuparsi davvero della mia corrispondenza. Qualche tempo fa scomparve una lettera che avevo scritto al molto onorevole Collet, e neanche il reclamo servì a nulla. I shall now watch the progress of post office interference [Ora starò a guardare come proseguirà questa interferenza dell'ufficio postale]. Se capita anche un terzo case [caso], denuncerò la faccenda nei giornali londinesi firmando con nome e cognome. Quello che io scrivo di politica, queste canaglie lo possono leggere quanto vogliono. I miei private affairs [affari privati] non sono però di tal fatta che debba ficcarci dentro il naso una qualsiasi spy [spia] tedesca del post office [ufficio postale]. Si dice che 50 di questi porci di diverse nazioni siano stabilmente occupati come interpreti nell'ufficio di polizia di Londra; at least, the Urquhartists say so [almeno lo dicono gli urquhartisti].
Quello che io ti scrivevo brevemente sullo state del trade in Italy [stato del commercio in Italia], specialmente a Milano, lo avevo preso dei giornali di Torino, che hanno parecchi corrispondenti nella regione. È certo nell'interesse dei torinesi dipingere più nera che possibile la situazione dell'Italia austriaca. Tuttavia le corrispondenze milanesi entravano in particolari che avevano tutta l'aria di esser veri. (…)
Mi puoi dire ogni quanto tempo nella vostra fabbrica, p. es., voi rinnovate il macchinario? Babbage afferma che in media a Manchester the bulk of machinery viene renovated every 5 years [il grosso del macchinario viene rinnovato ogni 5 anni].
A me questo pare alquanto startling [stupefacente] e non quite trustworthy [tutto credibile]. Il tempo medio della durata del macchinario è uno degli elementi importanti per spiegare il ciclo poliennale che la produzione percorre da quando si è affermata la grande industria.
(Marx, Lettera a Engels, 2 marzo 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 304-305-306)

Un'altra questione su cui anche ho bisogno di un chiarimento, approssimativo, è questa: nella vostra fabbrica, o nella vostra ditta, p. es., in che modo il floating capital [capitale circolante] si suddivide rather in materie prime, wages [salari], e in media che parte ne avete stabilmente dal banker? [banchiere] Inoltre, come calcolate nei vostri libri il ciclo del rinnovo? Le leggi teoriche qui sono semplici e selfevident [evidenti di per sé]. Ma è bene avere un'idea di come va la cosa in pratica.
(Marx, Lettera a Engels, 5 marzo 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 311-312)
 
Per quanto riguarda il nostro affare [“Per la critica dell'economia politica”], permettimi di rispondere alle tue domande cominciando dalla n. 4 e procedendo a ritroso.
1. L'editore avrà il diritto di interrompere la pubblicazione già col secondo fascicolo . Bisogna però che me ne dia notizia in tempo. Egli non deve concludere con me un vero e proprio contratto se non nel caso che intenda stampare più di una , dispensa, a partire dal terzo fascicolo.
2. Per quanto riguarda l'onorario, in caso di necessità stabilirò il minimo per il primo fascicolo = 0; perché sicuramente non posso scrivere l'intera opera per nulla, ma ancora meno vorrei veder fallire la pubblicazione a causa di difficoltà finanziarie. I prezzi degli scrittori tedeschi non li conosco assolutamente. Ma se tu pensi che 30 talleri per foglio di stampa non siano troppi, chiedili. Se la somma ti sembra troppo alta, abbassala. Una volta che la cosa sia lanciata, si vedrà a quali condizioni l'editore potrà e vorrà continuarla.
3. Minimo delle dispense circa 4 fogli di stampa; massimo 6. Naturalmente sarebbe desiderabile che ogni dispensa formasse una totalità relativa. Le varie sezioni però sono di lunghezza molto diversa.
La prima dispensa dovrebbe in tutti i casi essere una totalità relativa, e poiché essa contiene il fondamento di tutto lo sviluppo ulteriore, sarà difficile poterla fare al di sotto 5-6 fogli di stampa. Ma questo lo vedrò durante l'elaborazione finale. Essa contiene: 1. valore, 2. denaro, 3. il capitale in generale (processo di produzione del capitale, processo di circolazione del capitale, unità dei due ovvero capitale e profitto, interesse). Questo forma un opuscolo a parte. Anche tu nei tuoi studi economici avrai visto che Ricardo nello sviluppare il profitto cade in contraddizioni con la sua definizione (esatta) del valore, contraddizioni che nella sua scuola hanno portato ad abbandonare convenientemente il fondamento ricardiano oppure all'eclettismo più ripugnante. Io credo di aver chiarito tutta la faccenda. (Certamente gli economisti, considerando la cosa meglio, troveranno che altogether it is a dirty business.) [in complesso si tratta di una cosa dannatamente difficile].
4. Quanto al numero complessivo dei fogli di stampa, ho davvero idee assai poco chiare, perché il materiale del libro si trova nei miei quaderni sotto forma di monografie, le quali molto spesso entrano nei dettagli e ciò nella composizione definitiva deve sparire. Non è affatto mia intenzione, ancora, elaborare in modo uniforme tutti i 6 libri, nei quali suddivido l'opera intera, bensì di dare negli ultimi tre soltanto semplicemente i lieamenti fondamentali, mentre nei primi 3, i quali contengono lo sviluppo fondamentale vero e proprio dell'economia, non sono da evitare spiegazioni in tutti i punti. Non credo affatto che l'intera opera si possa fare sotto i 30-40 fogli di stampa.
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 11 marzo 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 580-581)
 
Io soffro talmente della mia bile che per questa settimana non posso né pensare, né leggere, né scrivere, né fare qualsiasi cosa, save gli articles [a parte gli articoli] per la “Tribune ”. Questi, naturalmente, non li debbo saltare, perché sono costretto a trarre cambiali su quei porci appena possibile . Ma la malattia è un guaio, perché non posso cominciare a sistemare il lavoro per Duncker finché non starò bene e non sentirò di nuovo vigour e grasp [forza e vigore] nelle dita.
Quanto segue è short outline of the first part [breve schizzo della prima parte]. Tutta questa merda sarà distribuita in sei libri: 1) Del capitale. 2) Proprietà fondiaria. 3) Lavoro salariato. 4) Stato. 5) Commercio internazionale. 6) Commercio mondiale. (…)
Questa è propriamente la parte importante di questo primo fascicolo, su cui soprattutto bisogna che io abbia il tuo parere. Ma oggi non posso seguitare a scrivere. Questo schifo di bile mi rende difficile tenere la penna, e a forza di stare a capo chino sul foglio mi vengono le vertigini. Sicché for next time [per la prossima volta].
(Marx, Lettera a Engels, 2 aprile 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 329-333)
Il mio lungo silenzio te lo posso spiegare in una parola: incapacità di scrivere. Ed esisteva (and to some degree exists still) [e in un certo grado esiste tuttora] non solo in the literary, ma in the literal sense of the word [in senso letterario, ma nel senso letterale della parola]. I pochi articoli alla “Tribune ” di cui non potevo fare a meno li ho dettati a mia moglie, ma anche questo è stato possibile soltanto grazie all'applying strong stimuli [impiego di forti eccitanti]. Non avevo ancora mai avuto un attacco così violento di mal di fegato e for some time [per qualche tempo] si temette un indurimento del fegato. Il dottore voleva che facessi un viaggio, ma d'abord [prima di tutto] ciò era incompatibile con lo state of finance [stato delle finanze], e poi speravo di potermi rimettere a lavorare da un giorno all'altro. L'ansia continua di mettermi al work [lavoro] e poi di nuovo l'incapacità di farlo, contribuì a peggiorare il male. Tuttavia, da una settimana va meglio. Però non sono in grado di lavorare. Se mi metto a scrivere per qualche ora, poi devo starmene per qualche giorno senza far nulla. Mi aspetto che, in nome del diavolo, questo stato di cose finisca con la prossima settimana. Non poteva mai essermi meno opportuno di ora. Evidentemente, durante l'inverno ho esagerato nel lavorare di notte. Inc illae iacrimae [di qui quelle lacrime (Terenzio, “Andria”)]
(Marx, Lettera a Engels, 29 aprile 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 339)
 
Durante la mia assenza è uscito a Londra un libro di MacLaren su tutta la storia della currency [denaro circolante], che secondo gli estratti dell'“Economist ” è first rate [di prim'ordine]. Il libro non è ancora in biblioteca, come avviene in generale le cose vi arrivano soltanto dopo mesi che sono uscite. Naturalmente bisogna che io lo legga prima di scrivere il mio libro. Perciò ho mandato mia moglie nella City dal publisher [editore]. Ma trovammo con nostro spavento che costa 9 scellini e 6 pence, il che era più di quanto conteneva la nostra cassaforte. Perciò mi faresti un gran favore se mi mandassi un post-office order [vaglia] per l'ammontare di questa somma. È probabile che nel libro non ci sia nulla di nuovo per me, solo che, vista l'importanza che gli dà l'“Economist ”, e visti gli estratti che io stesso ho letto, la mia coscienza teoretica non mi permette di procedere senza conoscerlo.
Non credi che avresti materiale sufficiente per scrivere per venerdì qualche cosa di carattere generale sullo state of the British forces in India [situazione delle forze militari inglesi in India] e per azzardare qualche congettura? It would be a great boon for me [Sarebbe un grande favore per me], perché la revisione del mio manoscritto mi costerà quasi una settimana. È una cosa del diavolo, ma nel manoscritto (che, una volta stampato, sarebbe un grosso volume) è tutto buttato giù alla rinfusa, e molta roba è destinata soltanto a capitoli che verranno in seguito. Così debbo farmi un indice per sapere in quale fascicolo e in quale pagina si trovi di volta in volta la roba su cui devo cominciare a lavorare per prima.
(Marx, Lettera a Engels, 31 maggio 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 343-344)
 
Post tot discrimina rerum [dopo tante peripezie] finalmente un segno di vita. La mia storia da quando mia moglie ti ha scritto è stata semplicemente questa: Dopo essere stato per parecchie settimane incapace di scrivere, non solo in a literary, but in the literal sense of the word [in senso letterario, bensì nel senso letterale della parola], e mi ero inutilmente affaticato per ribellarmi contro la malattia; dopo essere stato inoltre inondato di medicine e tutto to no use [inutilmente], il mio dottore dichiarò energicamente che dovevo cambiare aria, e inoltre ogni intellectual labour drop for some time [desistere per un certo tempo dal lavoro intellettuale] e infine adoperare come mezzo di cura principale l'equitazione. In sé e per sé la mia malattia non era pericolosa: un ingrossamento del fegato, ma questa volta si era manifestata con sintomi specifici assai fastidiosi e per di più essa ha una trista fama nella mia famiglia, perché è stata l'inizio della malattia che condusse alla morte mio padre. Well [Bene]. Molto di malavoglia cedetti infine alle insistenze del medico della famiglia, andai a Manchester da Engels, mi dedicai all'equitazione ed a altri exercises [esercizi] fisici e finalmente, dopo quattro settimane di permanenza laggiù, sono tornato a Londra completamente ristabilito. La malattia – che nelle mie condizioni era già di per se una luxury [lusso] assai costosa – giunse tanto più a sproposito, in quanto mi ero messo a lavorare per preparare la stampa del primo fascicolo [“Per la critica dell'economia politica”]. Adesso mi ci metterò con impegno. Dalla tua amicizia attendo che tu informi esattamente l'editore di queste adventures [avventure]. Puoi facilmente farti un'idea del mio stato d'animo durante questa malattia, se rifletti che queste sofferenze al fegato già di per sé hanno un effetto ipocondriaco e ora sopraggiungevano ad avvelenarmi la vita ogni sorta di questioni domestiche come pure il contrattempo per la pubblicazione. Adesso sono restituito al mio umore solito.
Durante la malattia ho studiato a fondo il tuo “Eraclito” e trovo degna di un maestro la ricostruzione del sistema dalle reliquie disperse, non meno mi è piaciuta l'acutezza della polemica. Ciò che ho da obiettare è principalmente solo di carattere formale. Io credo che una maggiore concisione dell'esposizione sarebbe stata possibile senza nuocere al contenuto. Inoltre avrei desiderato di trovare nel libro stesso cenni critici sul tuo rapporto verso la dialettica hegeliana. Per quanto questa dialettica sia senz'altro l'ultima parola di tutta la filosofia, altrettanto è necessario, d'altro canto, liberarla di quella parvenza mistica che essa ha in Hegel. Infine non sono d'accordo su certi particolari, per esempio il tuo modo di concepire la filosofia della natura di Democrito. Ma tutte queste cose sono secondarie. Le difficoltà che avevi da vincere mi sono tanto più presenti, in quanto about [circa] 18 anni fa feci un lavoro analogo su di un filosofo molto più facile, Epicuro, cioè l'esposizione del sistema nella sua totalità partendo dai frammenti, un sistema, a proposito del quale io del resto, - come per Eraclito, - sono convinto che si trovasse negli scritti di Epicuro soltanto in sé , ma non in una sistematicità consapevole. Persino in filosofi che hanno conferito ai loro lavori una forma sistematica, f.i. [for instance = per esempio] Spinoza, la struttura interna reale del suo sistema è totalmente diversa dalla forma in cui egli lo espone consapevolmente. Del resto non riesco a capire come tu abbia potuto, con tutti gli altri tuoi lavori, trovare il tempo di assimilare tanta filologia greca.
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 31 maggio 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 587-588)
Avresti ricevuto risposta alla tua lettera a giro di posta. Ma mi è sembrato opportuno, onde non formulare la mia sola opinione, e perché tres faciunt collegium [tre formano un collegio] informare del case [caso] Engels e Lupus a Manchester e farmi dare il loro parere. Poiché le loro opinioni e la mia coincidono su tutti i punti, puoi considerare quanto segue come nostra opinione comune.
1. Dal punto di vista del duello . È chiaro come il sole che i due messeri, il consigliere dell'intendenza e l'assessore, con la loro vile aggressione di strada si sono posti in modo totale dalla parate del torto e che l'unico duello che si potrebbe concedere a bricconi del genere è già avvenuto durante la rissa. Quando due birbanti tendono l'agguato a una terza persona e l'aggrediscono in due , noi non crediamo che vi sia al mondo un codice del duello il quale permetta di battersi con simile canaglia. Se il signor Fabrice voleva provocare con la violenza un duello adoperando la frusta, allora il signor Bormann avrebbe dovuto assistervi passivamente come testimonio o anche era del tutto superfluo. Ma quando due assalgono una sola persona e uno di essi addirittura opera alle spalle dell'aggredito, - in the rear [alle spalle], - si ha a che fare con della canaglia la quale ha dimostrato che con essa non può aver luogo a fair duel, un duello onorevole.
2. Principio del duello. Noi non crediamo che, generalmente parlando, una faccenda così relativa come un duello sia da sussumere sotto la categoria di buono o cattivo. Che il duello in sé non sia razionale, su ciò non vi è dubbio. E neppure che esso sia un relitto di un grado di civiltà tramontato. Tuttavia l'unilateralità della società borghese comporta che, in opposizione ad essa, certe forme feudali di individualismo mantengono la loro validità. Il diritto civile del duello negli Stati Uniti d'America lo dimostra nel modo più lampante. Degli individui possono entrare in una collisione reciproca così insopportabile, che il duello appaia loro come l'unica soluzione. Di fatto però una tale tensione mortale non è possibile verso un soggetto così indifferente come un consigliere di intendenza o un assessore o un tenente. Ciò che occorre è un importante rapporto personale. Altrimenti il duello è una mera farsa. Ed è farsa ogni volta che avvenga per rispetto verso la cosiddetta “opinione pubblica”.
3. Noi quindi facciamo dipendere il duello puramente e semplicemente da cricostanze, in modo tale che si possa ricorrervi come ad un pis aller [rimedio] eccezionale in circostanze eccezionali. Nel caso presente però tutte le circostanze parlano risolutamente in senso contrario, persino se l'aggressione per strada lo avesse posto altogether out of the question [assolutamente fuori questione].
4. La circostanza primaria decisiva è che tu non solo sei per principio contro qualsiasi duello, bensì anche che tu hai dichiarato questo principio e per di più alla presenza di Fabrice. Perciò faresti cattiva figura se ora ciò nonostante ti battessi in duello per timore della “opinione pubblica”.
5. Nel caso presente il duello non avrebbe altro senso se non quello del rispetto di una forma convenzionale riconosciuta tra certi ceti privilegiati. Il nostro partito deve risolutamente opporsi a queste cerimonie di classe e respingere con la derisione più cinica la pretesa presuntuosa di sottomettervisi. Le condizioni attuali sono assolutamente troppo importanti per lasciarsi andare a infantilismi del genere, e sarebbe un infantilismo bello e buono battersi in duello con il signor Fabrice, perché costui è “consigliere di intendenza” e appartiene ad una consorteria degna di scendere in duello, mentre tu per esempio spediresti semplicemente in tribunale un sarto o un calzolaio che ti aggredisse per strada, senza sentirti offeso nell'“onore”. Nel caso presente tu non ti batteresti con Fabrice, l'individuo che ti è indifferente, bensì con “il consigliere di intendenza”: una manovra assurda. Già il solo fatto che dei birbanti pretendono di liquidare contrasti nei loro riguardi ricorrendo al duello come un privilegio loro spettante – e tutti i duelli della buona società ricadono sotto questo punto di vista – non può non essere che irrisa nel modo più assoluto. Riconoscere una simile pretesa sarebbe addirittura controrivoluzionario.
Ti ho comunicato in nuce [in breve] la nostra opinione. Ci interessa apprendere da te come la faccenda si sia sviluppata.
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 10 giugno 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 589-590-591)
 
D'abord [prima di tutto] ti scongiuro di non spaventarti per il contenuto di questa lettera, perché non ha affatto l'intenzione di essere un appeal [appello] alla tua cassa, già chiamata in causa più del dovuto. Ma d'altra parte è necessario considerare in comune se si può trovare una qualche via d'uscita dall'attuale situazione; infatti non è più sostenibile. La conseguenza diretta è già stata che io sono completely disabled [completamente incapace] di lavorare, perché in parte perdo il meglio del tempo correndo di qua e di là e facendo inutili tentativi per scovare denaro, in parte la mia capacità di concentrazione, forse in seguito al mio maggiore esaurimento fisico, non resiste più ai guai domestici. Mia moglie ha i nervi sconquassati per queste miserie, e il dott. Allen, che comincia a sospettare dove la scarpa pinches [stringe], ma che naturalmente non conosce la vera situazione di fatto, mi ha spiegato ripetutamente e decisamente che non può escludere una febbre cerebrale o qualche cosa di simile, se non la mandiamo per un tempo piuttosto lungo ai bagni di mare. Da parte mia io so che nelle attuali condizioni quest'ultima cosa, se fosse possibile, non le servirebbe a nulla, finché sarà sotto l'incubo dell'affanno quotidiano e dello spettro di un'inevitabile catastrofe. Ma questa non la si può più rinviare e, anche se la si rinvia di qualche settimana, resta l'intollerabile lotta quotidiana con le cose mere necessaries [strettamente necessarie], e la situazione generale resta a un punto che tutto andrebbe alla malora.
Dato che a Londra ci sono delle cosiddette loan societies che fanno loans [prestiti] dalle 5 alle 200 sterline senza securities [garanzie ] e su semplice referenze [referenza] ho tentato un'operazione del genere, presentando come referees [garanti] Freiligrath e un épicier [bottegaio]. Il risultato è che ne sono andate circa 2 sterline di fees [spese]. L'ultima risposta negativa l'ho avuta ieri l'altro. Non so se fare ancora un altro tentativo del genere.
Perché tu abbia un'idea chiara della situazione reale, mi sono fatto fare da mia moglie un calcolo relativo alle 20 sterline da te anticipatemi e a 24 sterline che ho tratto il 16 giugno sulla “Tribune” (di cui 2 erano tratte in più). Vedrai da esso che appena arriva una così grossa somma, non rimane un centesimo neanche per le più urgenti spese giornaliere, e non c'è da parlare di spese voluttuarie; che il giorno seguente ricomincia da capo proprio lo stesso schifoso struggle [lotta], e che i creditori pagati soltanto con modesti acconti entro pochissimo tempo tornano ad assediarci proprio con le stesse richieste per i crediti che nel frattempo sono tornati a salire. Vedrai ugualmente che p. es. mia moglie non spende per sé un soldo in vestiti ecc., mentre lo status dei dresses [abiti] estivi delle bambine è da sottoproletari. Ritengo necessario che tu dia una occhiata a questi particolari, perché altrimenti è impossibile farsi un'idea esatta del case [caso].

Sicché, dal 17 giugno, di nuovo non c'era un centesimoin casa, e per fornteggiare per quattro settimane le spese giornaliere, che devono essere pagate in contanti, abbiamo preso in prestito da Schapper 4 sterline, circa 2 delle quali se ne sono andate però in fees [spese] per la mancata operazione di loan [prestito].
Ecco lo stato dei miei debiti, quale è adesso a Londra, da cui vedrai che una gran parte di essi consiste in debiti a piccoli épiciers che sono arrivati all'estremo limite della loro possibilità di credito.

Di questi debiti, soltanto quelli col dott. Allen, Lina Schöler, coi vecchi creditori di Soho e una parte di quelli col Monte di Pietà, non sono urgenti per me.
Tutta la faccenda si riduce dunque a questo: i modesti introiti non sono mai destinati al mese che viene ma bastano sempre appena per ridurre i debiti – dopo averne detratto le spese fisse per la casa, la scuola, i canoni fissi e il Monte di Pietà – in modo da non esser messo direttamente sulla strada. Fra 4-5 settimane ho da trarre about [circa] 24 sterline sulla “Tribune”. Di queste, 15 se ne vanno subito per la pigione. Basta che io spenda un minimo per pagare gli altri debiti – ed è molto dubbio se il butcher [macellaio], ecc. pazienteranno ancora tanto – questa miseria non è che rimandata di quattro settimane, durante le quali bisogna pure, d'une manière ou d'une autre [in un modo o nell'altro], tirare avanti. Il landlord [padrone di casa] è anche lui assediato dai creditori e mi perseguita come un pazzo. Io non so che fare, se non è possibile ottenere un loan da una loan society o life assecurance society [un prestito da una società di prestiti o da una società di assicurazioni sulla vita]. Anche se volessi effettuare un'ultima riduzione delle spese – p. es. levare le bambine da scuola, prendere un appartamento proprio proletario, licenziare le donne di servizio, vivere di patate – neanche vendendo all'asta della mia mobilia basterebbe per placare i creditori di qui e per assicurarmi una ritirata senza ostacoli in un qualsiasi buco. Lo show di respectability [apparenza di decoro] che finora è stato mantenuto, è stato il solo mezzo per evitare un crollo. Io, per conto mio, me ne fregherei un bel po' di vivere a Whitechapel, se potessi riavere finalmente un'ora di tranquillità e se mi potessi dedicare ai miei lavori. Ma per mia moglie, nel suo stato attuale, un cambiamento del genere potrebbe aver delle conseguenze pericolose, e anche per le ragazze che stanno crescendo non sarebbe proprio quel che ci vuole.
I have now made a clean breast of it [Ora ne ho parlato a cuore aperto], e ti assicuro che non mi è costato poco sforzo. Ma enfin [infine] bisogna che almeno mi sfoghi con qualcuno. So che tu personalmente non puoi trovar rimedio alla situazione. Quel che ti chiedo è soltanto che tu mi dica il tuo parere, what to do? [che fare?] Non augurerei ai miei peggiori nemici di passare attraverso il quagmire [pantano] in cui mi trovo da otto settimane, con la rabbia per giunta che il mio cervello va in malora e la mia capacità di lavoro se ne va in pezzi con tutte queste schifenze.
(Marx, Lettera a Engels, 15 luglio 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 354-355-356-357)
 
Con spavento ho visto dalla tua lettera che sei di nuovo malato, e mi è stato tanto più penoso di averti annoyed [infastidito] mentre tu stavi così. Ti prego di informarmi tu stesso sulla tua salute a giro di posta , o di incaricare il dott. Gumpert di scrivermi.
Dopo ricevuto il denaro ho subito pagato quanto ho potuto dei miei debiti, e ieri ho anche mandato mia moglie a Ramsgate, perché non c'era più un giorno da perdere. È proprio molto sofferente. Se Ramsgate non è troppo cara, e se perciò lei potrà fare per qualche settimana i bagni di mare, penso che presto tutto tornerà ad andare right [bene]. Meanwhile [Nel frattempo] vedrò che cosa c'è da combinare con mia madre. Un punto molto delicato è come devo rispondere a proposito della mia posizione nei confronti della Prussia. Può darsi che lei tiri fuori i suoi soldi se crede che la mia eredità sia minacciata da parte delle autorità. Ma può darsi – siccome pare che faccia testamento – che poi affidi tutto all'olandese, cosa che non mi va affatto. Que faire dans cette situation? [Che fare in questa situazione?] Lei scrive che le sue ore sono contate. Io ritengo però che sia un modo di dire. Probabilmente voleva essere invitata da me a Londra, e io l'avrei fatto certamente, ma proprio ora ho bisogno di tutto il mio tempo. Durante gli ultimi due mesi non ho quasi potuto lavorare, e la faccenda con Duncker diventa urgente.
Negli ultimi tempi ho scritto molto alla “Tribune” per fare salire un po' il mio conto, ma è una maledizione come il materiale si esaurisce.
(Marx, Lettera a Engels, 8 (nell'originale 4) agosto 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 362-363)
 
Oggi non ho un minuto da perdere, perché sono già le due e non ho cominciato ancora l'articolo. Ti scrivo soltanto queste righe per farti sapere che bisogna che tu mandi qualche cosa la settimana prossima. Due articoli alla settimana mi prendono una quantità enorme di tempo per raccogliere il materiale. Scrivi sulla Cina. Poi altro materiale c'è nel ridicolo articolo nel “Times” di oggi sui rifled-cannons [cannoni a canna rigata].
Ieri, dopo anni di silenzio, ricevuta una lettera di Pieper: dall'ospedale di Dalston (Londra)
Mia madre mi ha scritto un'insulsa lettera. Rimanda la spiegazione al momento in cui io andrò a trovarla. Evidentemente c'è stata l'interferenza di terze persone.
(Marx, Lettera a Engels, 22 ottobre 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 381)
 
La settimana prossima devo pagare più di una sterlina di interessi al Monte di Pietà. Siccome adesso è impossibile per me spiccare subito una cambiale sulla “Tribune ”, mi faresti un piacere se mi mandassi la sterlina.
Scrivimi esplicitamente il tuo parere sulla “Filosofia della Storia” del signor E. Bauer.
(Marx, Lettera a Engels, 10 novembre 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 384)
 
Quanto al ritardo nell'invio del manoscritto [“Per la critica dell'economia politica”], prima di tutto sono stato impedito dalla malattia e poi ho dovuto ricuperare il ritardo di altri lavori fatti per campare. La vera ragione però è questa: avevo davanti a me tutto il materiale; mancava soltanto ancora di dargli una forma. Ma in tutto quanto scrivevo sentivo nello stile le tracce del mio mal di fegato. E io ho un doppio motivo per non permettere a questa opera di essere rovinata da ragioni mediche:
1. Essa è il risultato di quindici anni di ricerche, dunque del periodo migliore della mia vita.
2. Essa rappresenta per la prima volta in modo scientifico una importante concezione dei rapporti sociali. È dunque mio dovere di fronte al partito impedire che la cosa venga deformata da quella maniera di scrivere pesante e legnosa che è tipica di un fegato malato.
Io non aspiro a un'esposizione elegante, bensì soltanto a scrivere nel modo per me normale, cosa che durante i mesi di sofferenza mi era impossibile almeno su questo tema, quantunque nello stesso periodo sia stato costretto, e quindi abbia scritto, a scrivere almeno due volumi a stampa di editoriali in lingua inglese de omnibus rebus et quibusdam aliis [su tutto lo scibile e su altre cose ancora].
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 12 novembre 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 594-595)
 
Ieri ho scritto sulla Prussia [“La situazione in Prussia”]. Sicché per venerdì hai a disposizione tutto il resto del mondo.
Ricevuta la sterlina. La porca situazione “specifica” in cui mi trovo in questo momento dipende dal fatto che sono stato costretto a pagare at once [immediatamente] oltre 8 sterline al giornalaio, che mi aveva fatto credito per più di un anno. Sono proprio al verde, cosa che non è comfortable [piacevole] con questa stagione. Pare che a Treviri mia sorella questa volta abbia intralciato le ragionevolissime intentions [intenzioni] di mia madre, o almeno che abbia rinviato a tempo indeterminato their realisation [la loro attuazione].
(Marx, Lettera a Engels, 24 novembre 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 385)
 
Il manoscritto [Per la critica dell'economia politica, nota dei curatori] lo sta copiando mia moglie, ma non potrà partire prima della fine di questo mese. I motivi di questo ritardo: lunghi intermezzi di malessere fisico, cosa che ora con la stagione fredda è cessata. Troppo trouble [disagio] domestico e finanziario. Infine la prima sezione è risultata più ampia, in quanto i due primi capitoli, del primo dei quali, La merce , non avevo neanche scritto una prima stesura, e del secondo , Il denaro o la circolazione semplice , avevo steso soltanto le linee generali, li ho fatti più lunghi di quanto io non avessi in mente in principio.
(Marx, Lettera a Engels, 29 novembre 1858, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 388)
 
 
 
1859
 
Sarebbe importante per me che tu mi potessi fornire un articolo per martedì, ed allora mi riserverei il venerdì seguente , perché desidererei riuscire a mandare il mio manoscritto [Per la critica all'economia politica] a Duncker per mercoledì, cosa impossibile se non posso disporre del martedì.
Il manoscritto è di about [circa] 12 fogli di stampa (3 fascicoli), e – non svenire – sebbene il suo titolo sia: “Il capitale in generale”, questi fascicoli non contengono ancora nulla sul capitale, ma soltanto due capitoli: 1) La merce, 2) Il denaro o la circolazione semplice. Vedi dunque che la parte stesa dettagliatamente (a maggio, quando venni da te) non compare ancora per niente. Ciò è un bene per due riguardi. Se la cosa va, può seguire presto il terzo capitolo sul capitale. In secondo luogo, siccome per la parte pubblicata, e data la natura stessa del soggetto, i porci non potranno ridurre la loro critica a semplici improperi di tendenza, e siccome l'insieme ha un'aria exceedingly [straordinariamente] seria e scientifica, costringo quelle canaglie a prendere poi rather seriously [piuttosto sul serio] le mie idee sul capitale. Del resto penso che, a prescindere da tutti gli obiettivi pratici, il capitolo sul denaro sarà interessante per i competenti.
Il tuo articolo su Bonaparte e l'Italia [“Il panico monetario in Europa”] l'ho dovuto alquanto modificare, perché martedì avevo scritto sullo stesso argomento [“Le prospettive di una guerra in Europa”]. Tra le agencies [forze] che spingono Bona, tu dimentichi la Russia . Né Pam è stato a Parigi per nulla, né i moves russi in Italy [mosse russe in Italia] sono stati senza significato, e neanche le tresche russe con Bon [Abbreviazione di Bonaparte, cioè Napoleone III] dalla pace di Parigi in poi.
(Marx, Lettera a Engels, fra il 13 e il 15 gennaio 1859, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 402-403)
 
Quel povero manoscritto è finito, ma non posso spedirlo perché non ho un farthing [centesimo] per affrancarlo e assicurarlo. Quest'ultima cosa è necessaria perché non ne ho copia. Perciò sono costretto a pregarti di mandarmi un po' di denaro per lunedì (post office [ufficio postale] a Tottenham Court Road corner). Se puoi mandarmi 2 sterline, sarebbero le benvenute, perché ho rinviato a lunedì certe richieste di piccoli commercianti, che non posso assolutamente rimandar oltre. Capirai che non è affatto piacevole per me piombarti di nuovo tra capo e collo, ora che tu hai pagato o devi pagare la cambiale a Freiligrath.
But iron necessity [Ma ferrea necessità]. La settimana prossima vedrò – perché mi concedo otto giorni di ferie quoad [quanto alla] continuazione del manoscritto – se mi riesce in qualche modo di fare un buon colpo finanziario. Non credo che nessuno mai abbia scritto su “il denaro” con una tale mancanza di denaro. La maggior parte degli autores [autori] di questo subject [argomento] erano in pace assoluta col subject of their researches [argomento delle loro ricerche].
Se a Berlino la cosa avrà successo, è possibile che io esca da tutte queste miserie. È proprio high time [tempo ormai].
Se a Berlino la cosa avrà successo, ci sarebbe forse da fare un buon colpo con un libraio inglese per una traduzione in inglese , e qui si è pagati diversamente che a Berlino. Inoltre un simile event [evento] darebbe un fastidio mortale ai nostri bravi nemici. Queste canaglie credevano che noi due fossimo morti, proprio ora che il signor clown “Edgar Bauer”, come Gottfried Kinkel racconta dappertutto nella City, ci ha “scalzato presso gli operai”. Queste canaglie, che con ogni parola che fanno stampare si rilasciano il proprio certificato di morte, si meraviglieranno al vedere che “sort of life” [“genere di vita”] noi abbiamo mantenuto.
Sono incerto se premettere a questa roba: “The Author reserves to himself the right of translation [“L'autore si riserva i diritti di traduzione”]. (Tu conoscerai la convenzione sui diritti d'autore tra Prussia e Inghilterra.) La mia antipatia contro tutto ciò che sa di ciarlataneria, di vanità o di pretensione, dice di no.
D'altra parte il mio interesse dice di sì, perché proprio su questa merda del denaro esce in Inghilterra quasi una fesseria alla settimana. What do you think, Sir? [Che ne pensa, signore?] Bisogna che tu mi risponda a giro di posta su questo argomento, perché devo decidere lunedì stesso.
(Marx, Lettera a Engels, 21 gennaio 1859, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 404-405)
 
Gli ultimi due anni sono stato piuttosto male che bene, perché da un lato la brava “Tribune ” ha dimezzato le mie entrate in occasione della crisi, quantunque in epoche di prosperità non mi diano un centesimo di più; d'altro lato il tempo richiesto dai miei studi di economia politica (a questo proposito dirò subito qualcosa di più) mi ha costretto a respingere (sia pure con dispiacere) offerte assai vantaggiose che mi erano state fatte a Londra ed a Vienna. Ma io devo perseguire il mio scopo a tutti i costi e non permettere alla società borghese di trasformarmi in una money-making machine [macchina per far denaro]. (...)
La mia “Critica dell'economia politica” uscirà in fascicoli (i primi tra 8 o 10 giorni a paartire da oggi) presso Franz Duncker (Bessersche Verlagsbuchhandlung).
Soltanto l'ardore straordinario e l'arte di persuasione di Lassalle sono riusciti a convincere Duncker. Egli tuttavia si è lasciata aperta una possibilità per ritirarsi. Il contratto definitivo dipende dalla vendita dei primi fascicoli.
Io suddivido l'intera economia politica in 6 libri: Capitale; Proprietà fondiaria; Lavoro salariato; Stato; Commercio estero; Mercato mondiale.
Il libro I sul capitale si suddivide in 4 sezioni.
Sezione I: Il capitale in generale si suddivide in 3 capitoli: 1. La merce; 2. Il denaro ovvero la circolazione semplice; 3. Il capitale. 1 e 2, about [all'incirca] 10 fogli di stampa, formano il contenuto dei fascicoli che usciranno per primi. Capirai i motivi politici , che mi hanno indotto a trattenere il terzo capitolo su “il capitale”, finché avrò potuto affermarmi.
Il contenuto dei fascicoli che si pubblicheranno è il seguente:
Primo capitolo: La merce.
A. Elementi storici per l'analisi della merce. (William Petty (inglese sotto Carlo II); Boisguillebert (Luigi XIV); B. Franklin (primo scritto giovanile 1729); i fisiocratici; Sir James Steuart; Adam Smith; Ricardo e Sismondi.)
Secondo capitolo: Il denaro ovvero la circolazione semplice.
1.Misura dei valori.
B. Teorie riguardanti l'unità di misura del denaro. (Fine del XVII secolo Locke e Lowndes, il vescovo Berkeley (1750); Sir James Steuart; Lord Castlereagh; Thomas Attwood; John Gray; i proudhoniani.)
 
2. Mezzi di circolazione.
a) La metamorfosi delle merci.
b) La circolazione del denaro.
c) Moneta. Segni di valore.
3. Denaro.
a) Formazione del tesoro.
b) Mezzi di pagamento.
c) Moneta mondiale (money of the world).
4. I metalli preziosi.
C. Teorie sui mezzi di circolazione e sul denaro. (Sistema monetario; “Spectator”, Montesquieu, David Hume; Sir James Steuart; A. Smith, J.-B. Say; Bullion Committee, Ricardo, James Mill; Lord Overstone e la sua scuola; Thomas Tooke (James Wilson, John Fullarton).)
In questi due capitoli viene contemporaneamente distrutto dalle fondamenta il socialismo proudhoniano che oggi è fashionable [di moda] in Francia e che vuole lasciare la produzione privata così come è, ma organizzare lo scambio dei prodotti privati, che vuole la merce, ma non vuole il denaro . Il comunismo deve in primo luogo disfarsi di questo “falso fratello”. Ma, a parte ogni scopo polemico, saprai che l'analisi delle forme semplici del denaro è la parte più difficile, perché la più astratta, dell'economia politica.
Io spero di ottenere una vittoria scientifica per il nostro partito.
Ma a sua volta il partito deve far vedere se adesso è abbastanza numeroso da comprare tante copie quante bastano a tranquillizzare l'editore nei suoi “scrupoli di coscienza”. La prosecuzione dell'impresa dipende dalla vendita dei primi fascicoli. Una volta che abbia raggiunto il contratto definitivo, tutto sarà all right. [a posto].
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 1° febbraio 1859, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 599-600-601-602-603)
 
Lettera di mio cognato (il Cape man) [uomo di Città del Capo], dalla quale vedrai che il giovanotto sbarcherà domani a Londra. Siccome sono sans sou [senza un soldo] (ancora sabato ho fatto impegnare da mia moglie l'ultimo abito “disponibile” per far arrivar ad Eccarius some comforts [qualche agevolazione]) e devo accogliere come si deve quest'uomo, che va a Treviri ed è importante per le transactions [trattative] con mia madre, ti devo di nuovo importunare perché tu mi mandi at least [almeno] 1 sterlina per posta. Per fortuna ho i cosiddetti orecchioni, e così basta che lo riceva in casa. Mentre essendo malato, posso rifiutarmi di far tutti i giri.
(Marx, Lettera a Engels, 15 febbraio 1859, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 416)
 
“Po e Reno” è un'idea eccellente che bisogna mettere subito in cantiere. Bisogna che tu ti metta subito al lavoro, perché qui il tempo è tutto. Oggi stesso ho scritto a Lassalle e sono sicuro che l'ebreuccio Braun sistemerà la faccenda.
Anzitutto bisogna che il pamphlet (how many sheets? [quanti fogli?] Rispondi a giro di posta su questo punto) esca anonimo , in modo che il pubblico creda che ne sia l'autore un grande generale. Alla seconda edizione, che si avrà certamente, se la cosa esce a tempo, in 6 lines [in 6 righe] di prefazione farai il tuo nome. Questo sarà allora un trionfo per il nostro partito. Nella “Prefazione” [a: “Per la critica all'economia politica”] ti ho un po' reso gli onori; e così è tanto meglio se dopo ti presenterai personalmente alla ribalta.
Questi porci di democratici e di canaglie liberali vedranno che noi siamo i soli che non si sono rincretiniti in questo disgraziato periodo di pace.
(Marx, Lettera a Engels, 25 febbraio 1859, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 420)
 
Ho dato addosso a Ricardo per la sua teoria del denaro, che, sia detto di passaggio, non comincia con lui ma con Hume e Montesquieu. Così Lassalle si può sentire toccato personalmente. La cosa in sé non significava nulla, perché nel mio scritto contro Proudhon io stesso ho accettato la teoria di Ricardo. Ma l'ebreuccio Braun mi aveva scritto una ridicolissima lettera in cui diceva che “si interessava alla pronta pubblicazione del mio scritto, sebbene lui stesso avesse per le mani una grande opera d'economia politica” e che “ci avrebbe messo due anni”. Ma se io “gli avessi soffiato troppe idee nuove, forse avrebbe lasciato andare tutta l'impresa”. Well! [Bene!] Gli ho risposto che non c'era da temere nessuna rivalità, perché in questa “nuova” scienza c'è posto per lui, per me e per un'altra dozzina di persone.
Dalla mia teoria del denaro dovrà ora arguire o che io non ne capisco un bel nulla, sebbene poi con me sbagli tutta la storia delle teorie del denaro, o che lui è un asino che con qualche frase astratta, come “unità astratta”, e simili, pretende di giudicare di cose empiriche che bisogna studiare, e a lungo into the bargain [per soprammercato], per poterne parlare. Per questo motivo può darsi che in questo momento non sia eccessivamente tenero con me nell'intimo del suo cuore.
(Marx, Lettera a Engels, 25 febbraio 1859, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 424-425)
 
Engels ha intenzione di pubblicare, dapprima anonimo, un piccolo opuscolo dal titolo: “Po e Reno”. (...)
Da quando ha preso parte alla campagna del Baden, Engels si è specializzato nello studio delle cose militari. Inoltre, come sai, egli scrive in modo straordinariamente gradevole.
L'editore però dovrebbe conservare il segreto sull'autore, finché l'autore stesso non lo rivelasse. Puoi essere sicuro che si sospetteranno come autori i massimi scrittori di cose militari in Prussia.
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 25 febbraio 1859, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 612-613)
 
Meanwhile martedì prossimo scade il pagamento delle rate per il grosso della nostra argenteria, orologi, ecc. Mia moglie ha già rinviato di tre settimane la scadenza con delle private transactions [trattative private] col pawnbroker [agente del monte di pietà], ma martedì è l'ultimus terminus [ultimo termine]. Nel pregarti perciò di mandarmi qualche sterlina, spero che questa volta la faccenda sia finita una volta per sempre e che la tassa che ti impongo abbia perentoriamente fine.
(Marx, Lettera a Engels, 16 aprile 1859, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 441-442)
 
Siccome non avevamo denaro in casa, e ogni cosa impegnabile è più o meno impegnata, ho dovuto mandare al Monte di Pietà l'ultimo abito decente.
(Marx, Lettera a Engels, 25 maggio 1859, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 464)
 
L'ultimo scritto di Mazzini non è buono quanto pensavo. Ne avevo scorso soltanto degli estratti. Le sue vecchie diatribe contro il socialismo. Noi non possiamo fare nulla direttamente con lui. Ma può essere utilmente adoperato come autorità contro Kossuth, ecc. Del resto conoscerai di nuovo dal suo ultimo numero, che ti manderò alla fine della settimana, quanta sia l'importanza del signor Karl Blind.
(Marx, Lettera a Engels, 1° giugno 1859, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 470)
 
Mi rincresce davvero averLe scritto una lettera offensiva. Mi permetterà dunque di addurre in poche parole i motivi a mia scusa. Prima di tutto è davvero troppo tempo che manco dalla Germania e mi ero abituato troppo al sistema londinese, per valutare equamente il modo con cui le cose vengono fatte in Germania. In secondo luogo, come Lassalle apprese da me circa due mesi fa io sono in trattative con un editore londinese per una traduzione inglese del primo fascicolo. Le continue informazioni errate che io, in base a presupposti errati da parte mia, a mia volta ho dato a quest'uomo sono bastate a squalificarmi agli occhi di questo John Bull come un regular humbug [imbroglione bello e buono]. Le continue impazienti domande dei miei amici e infine la voce, accuratamente diffusa da una cricca berlinese qui a Londra non so per quali motivi, secondo cui la cosa non sarebbe stata pubblicata, hanno dato il colpo di grazia alla mia pazienza.
Per finire spero che Ella, considerando questi motivi, veda nella mia lettera soltanto l'espressione affrettata di una irritazione causata da circostanze di ogni genere e mi assolva da ogni intenzione di averLa voluta in qualsiasi modo offendere.
(Marx, Lettera a Franz Duncker, 2 giugno 1859, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 642)
 
 
Mi devi scusare se ti scrivo ora, e anche soltanto poche righe. Per tutto il tempo sono stato occupato a lavorare e ad andare in giro per faccende private e di partito.
D'abord [prima di tutto] sono stato molto contento che il primo fascicolo [“Per la critica dell'economia politica”] ti sia piaciuto, perché soltanto il tuo giudizio è importante per me in questa faccenda. Con grande amusement [diletto] di mia moglie, aspettavo with some anxiety your judgement [con una certa ansia il tuo giudizio].
(Marx, Lettera a Engels, 7 giugno 1859, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 471)
 
Oggi ricevuti due manoscritti. Uno stupendo , il tuo su “Fortificazioni” a proposito del quale però sento in realtà rimordermi la coscienza per aver così approfittato del poco tuo tempo libero. Uno grottesco, cioè una replica di Lassalle a me e a te a proposito del suo “Sickingen”. Un'intera foresta di pagine fitte fitte. È incomprensibile come in questa stagione e in questa situazione storica uno non solo trovi il tempo di partorire della roba simile, ma addirittura pretenda che noi si abbia il tempo di leggerla.
(Marx, Lettera a Engels, 10 giugno 1859, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 474)
 
Ti è possibile mandarmi per venerdì qualche pagina militare sulla Cina? Oggi (venerdì scorso l'ho saltato, perché avevo una visita divertente) ho scritto sull'Italia e l'Ungheria. Gli argomenti veramente politici sono at an end [finiti] fino a dopo l'apertura del parlamento.
(Marx, Lettera a Engels, 5 settembre 1859, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 504)
 
Ho ricevuto la tua lettera con gli allegati. Per il rimanente gli affairs [faccende] domestici sono arrivati di nuovo all' inevitabile punto critico, e questa volta peggiore di come non sia mai stato, in quanto non vedo rimedio. Un tentativo con mio cognato è finito in nothing [nulla]. La ditta di Freiligrath è winding up [sta per dissolversi]. È ancora dubbio se gli svizzeri istituiranno una nuova agenzia per Londra e per lui, per il 1860. Perciò lui ha ora un pretesto anche migliore di prima per rifiutare ogni sconto di cambiali. Da Dana ho ricevuto una diffida a owerdrawing [fare tratte più del dovuto]. Così sono in un fix [punto morto] completo. A prescindere dai piccoli rischi (p. es. questa settimana mi si minaccia di tagliarmi il gas e l'acqua), si sono accumulati tutti i debiti maggiori, una notevole parte dei quali non può essere differita più oltre. Come la casa, la scuola, ecc.
Siccome in questi giorni dovrò scrivere a Duncker per il secondo fascicolo, fammi sapere se ha annunciato il primo fascicolo nei giornali. Mi sembra che lascerebbe volentieri drop the whole matter [cadere tutta la cosa].
È una porcheria del diavolo che io non abbia più un Bamberger a Londra. Se no potrei di certo arrangiare in via amichevole qualche cambiale che pagherei inseguito col denaro dell'America. In queste circumstances [circostanze] non si può trattare che di shifts [espedienti].
Mi scuserai se ti metto a parte di queste miserie. Ma qui non ho proprio nessuno col quale io possa anche soltanto sfogarmi.
(Marx, Lettera a Engels, 21 settembre 1859, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 506)
 
Sul Marocco non ho ancora scritto, e neanche sul Caucaso, né niente di militare sull'Asia. Sul Marocco non ho particolari diplomatici. Perciò è necessario che tu scriva ancora. Le mie condizioni quasi non mi consentono di lavorare al secondo fascicolo [a “Per la critica dell'economia politica”], che io ritengo d'importanza decisiva.
(Marx, Lettera a Engels, 7 novembre 1859, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 532)
 
In un certo senso ti invidio perché puoi vivere a Manchester così in disparte da questa guerra dei topi e delle rane. Io ho da sorbirmi tutta questa porcheria, e in condizioni che già di per sé mi tolgono abbastanza tempo per i miei studi teorici. D'altra parte mi rallegro ancora che tu partecipi a tutta questa porcheria soltanto in modo indiretto.
(Marx, Lettera a Engels, 19 novembre 1859, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 538)
 
So che sei anche tu in ristrettezze finanziarie per il tuo ultimo processo, sicché ti scrivo dello state of things [stato di cose] soltanto perché è un bisogno quello di confidarsi con somebody [qualcuno]. Spero che la mala sorte che ha colpito la ditta non ti impedirà di venir qui per un paio di giorni. Bisogna proprio che le mie ragazze vedano ancora una volta un “essere umano” in casa. Queste povere bambine sono troppo presto tormentate dalla merda borghese.
(Marx, Lettera a Engels, 10 dicembre 1859, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 548)

 

1860

Secondo me, il fatto più grosso che sta accadendo ora nel mondo è, da una parte, il movimento degli schiavi d'America, apertosi con la morte di Brown, dall'altra, il movimento degli schiavi in Russia.
(Marx, Lettera a Engels, dopo l'11 gennaio 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 6)
 
Ho ordinato l'opuscolo di Vogt e te lo farò venire anche a te. È la ristampa (o prima edizione completa) del processo da lui sostenuto ad Augusta, con un'introduzione. Questa è diretta soprattutto contro di me e sembra Müller-Tellering in una seconda edizione migliorata. Appena l'avrai, dovremo vedere che cosa fare. Faucher mi ha raccontato with an intense pleasure [con grande piacere] che Vogt mi tratta proprio en canaille [in modo vigliacco] e con exquisite [squisito] disprezzo. Questo mascalzone cerca di dare a intendere al filisteo tedesco che io vivo qui come una specie di dott. Kuhlmann alle spalle degli operai, ecc. (A mia moglie, naturalmente, tengo nascosta tutta questa sporca faccenda.) (...)
Il divertente è che la banda dei manigoldi dell'impero, e poi la banda dell'Unione nazionale tedesca, e infine la banda liberale compiono ora il massimo sforzo per annientarci moralmente davanti al filisteo tedesco. C'è appena da dubitare che, malgrado tutto il gridare di pace che si fa, there will be a new war [ci sarà una nuova guerra] probabilmente già nel corso di quest'anno, probabilissimamente anche prima dell'inizio dell'estate.
Comunque, la situazione internazionale è così complicata che è di estrema importanza per la democrazia volgare e il liberalismo tener chiuse alle nostre parole le orecchie della filisteria (cioè del pubblico) tedesca e di tagliarci la strada che porta ad essa. Far finta di niente, cioè l'indifferenza, è cosa che va soltanto fino a un certo punto nelle faccende personali e di partito.
(Marx, Lettera a Engels, 28 gennaio 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 11-12)
 
Il professor Vogt (lo strumento di James Fazy a Ginevra, che, come Vogt, è in intimi rapporti con Klapka e Kossuth) ha pubblicato un pamphlet sul suo processo contro la “Allgemeine Zeitung” di Augusta. Questo pamphlet contiene le calunnie più assurde contro di me, tanto che mi vedo costretto a replicare a questo libello infame, sebbene rimpianga il tempo che mi tocca sciupare per una faccenda così miserabile.
(Marx, Lettera a Bertalan Szemere, 31 gennaio 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 480-481)
 
Un certo Vogt, professore a Ginevra, ha pubblicato un pamphlet, pieno delle peggiori calunnie contro la mia persona e la mia vita politica. Da un lato mi descrive come un uomo insignificante, dall'altro mi attribuisce i moventi più abietti. Egli falsifica tutto il mio passato. Giacché durante il mio soggiorno a Bruxelles ebbi il privilegio di essere con Lei in rapporti amichevoli, - non dimenticherò mai come Ella il 22 febbraio 1848 in occasione della commemorazione della rivoluzione polacca mi fece l'onore di abbracciarmi in pubblico, - La prego di scrivermi una lettera privata, nella quale, mi rinnovi la testimonianza della Sua amicizia e confermi che a Bruxelles io fui in onorevoli rapporti con l'emigrazione polacca.
(Marx, Lettera a Joachim Lelewel, 3 febbraio 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 482)
 
La democrazia dei porci, che naturalmente per il momento è piena di gioia maligna, non dovrà davvero mettere a nostro carico i suoi progetti di viaggi rivoluzionari, la sua carta moneta, le sue chiacchiere ecc. Bisognerà anche smascherarla di fronte alla Germania, in primo luogo Gottfried Kinkel, corrispondente segreto di Vogt da qui.
(Marx, Lettera a Engels, 4 febbraio 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 29)
 
È shameful [vergognoso] che tu abbia offerto il tuo pamphlet [“Savoia, Nizza e il Reno”] a 2 luigi d'oro per foglio di stampa. Opuscoli del genere non si vendono al foglio, ma in blocco. Anche 40 talleri al foglio sarebbe troppo poco. Del resto Campe è meglio di Duncker. Anche l'editore presso cui esce la “Militär-Zeitung” di Darmstadt accetterebbe con piacere l'opuscolo.
(Marx, Lettera a Engels, 9 febbraio 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 33)
 
La settimana scorsa avevo scritto ad un amico a Berlino pregandolo di indicarmi un avvocato per una querela per calunnia che sono costretto a intentare contro la “National-Zeitung ” di Berlino. Oggi ricevo la risposta, nella quale il mio amico mi indica Lei, signor consigliere di giustizia, come l'avvocato più importante di Berlino.
Perciò mi prendo la libertà di pregarLa di assumere l'incarico di mio avvocato nella querela per calunnia , che più sotto specificherò nei particolari.
Se l'anticipo provvisorio di 15 talleri, che accludo, non bastasse, La prego di telegrafarmi. In tal caso manderò immediatamente la somma richiesta in più.
Le accludo la mia delega, e spero che questo documento basti.
La prego vivamente di sporgere immediatamente la querela, affinché non cada in prescrizione e di volermi comunicare con dispaccio telegrafico che Ella intraprenderà i passi necessari.
Contemporaneamente ho intentato qui a Londra una action for libel [causa per diffamazione] contro il “Daily Telegraph” , perché questo giornale ha riprodotto in inglese l'articolo calunnioso della “National-Zeitung”.
(Marx, Lettera al consigliere di giustizia Weber, 13 febbraio 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 487)
 
Te lo ripeto ancora una volta: questa lettera non riguarda interessi personali. Nel processo di Londra io posso farti citare come testimone anche senza il tuo permesso. Per il processo di Berlino io ho in mano tue lettere che, se fosse necessario, potrei far mettere agli atti. Così pure non mi trovo affatto isolato in tutta questa faccenda.
L'attacco ignominioso di Vogt mi ha procurato alleati da tutte le parti - Belgio, Svizzera, Francia e Inghilterra - persino persone che appartengono a tutt'altra corrente.
Ma, da un lato, sarebbe in ogni caso meglio per ambedue e per la cosa stessa agire en entente [in intesa].
D'altro lato, ti dico senza mezzi termini, che non mi so risolvere a perdere uno dei pochi uomini, che io ho amato come amico nel senso più alto della parola, a causa di malintesi di poco conto.
Se in qualsiasi modo ho mancato verso di te, sono disposto ad ammettere i miei errori, ad ogni momento. Nihil humani a me alienum puto [Sono un uomo e niente di ciò che è umano lo ritengo essere a me estraneo].
Infine capisco benissimo che nella tua situazione attuale ogni controversia come questa non possa non esserti ripugnante.
Tu, a tua volta, capirai che è impossibile tenerti completamente fuori della questione.
Prima di tutto, perché Vogt trae profitto politico dal tuo nome e si dà le arie di gettare fango, sicuro del tuo appoggio, su tutto il partito che si gloria di annoverarti tra i suoi aderenti.
Per di più si dà il caso che tu sia l'unico membro dell'ex Ufficio centrale di Colonia [della Lega dei comunisti], che dalla fine del 1849 alla primavera del 1851 si trovava a Colonia, e da allora fino ad oggi a Londra.
Se noi due abbiamo la coscienza di avere, ciascuno a suo modo, mettendo in secondo piano gli interessi privati e per i motivi più puri, alzato per anni interi il vessillo della “classe la plus laborieuse et la plus misérable” [la classe più laboriosa e più miserabile] ben al di sopra dei cervelli filistei, io riterrei una colpa meschina verso la storia se noi dovessimo dividerci per quisquiglie che si possono tutte ridurre a fraintesi.
(Marx, Lettera a Ferdinand Freiligrath, 23 febbraio 1860, (nell'originale: 1850) Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 501-502)
 
La tua lettera mi ha fatto molto piacere, perché io faccio amicizia con pochissime persone, ma poi tengo a conservarla. I miei amici del 1844 lo sono ancora oggi.
(Marx, Lettera a Ferdinand Freiligrath, 29 febbraio 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 529)
 
Per quanto riguarda la guerra italiana devo ancora osservare che le mie opinioni in proposito coincidono esattamente con quelle che il mio amico F. Engels ha espresso nel noto opuscolo “Po e Reno ” uscito nel 1859 da F. Duncker a Berlino. Il manoscritto di esso mi fu inviato da Engels prima dell'invio a Berlino.
Noi siamo per un'Italia libera e indipendente, come nel 1848 abbiamo dichiarato sulla “Neue Rheinische Zeitungpiù risolutamente di tutti gli altri giornali tedeschi, e lo stesso vale per l'Ungheria e la Polonia. Ma non vogliamo che Bonaparte (in segreto accordo con la Russia) prenda a pretesto la libertà italiana o qualsiasi altra questione nazionale per rovinare la Germania.
(Marx, Lettera al consigliere di giustizia Weber, 3 marzo 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 552-553)
 
Gli attacchi vergognosi (a causa dei quali ho sporto due querele per calunnia , una a Berlino, l'altra a Londra), che negli ultimi tempi sono stati diretti contro di me, vengono tutti dal campo bonapartista.
Il signor Luigi Bonaparte ha ringraziato pubblicamente per la mediazione del signor Mocquard, suo secrétaire intime [segretario intimo] il “New-York Times ”, perché questo giornale ha fatto del suo meglio (e questo “meglio” era di natura assai scadente) per opporsi alle mie osservazioni critiche apparse sulla “New-York Tribune” (a partire dal 1852) sul Piccolo Impero.
(Marx, Lettera a Lucien-Léopold Jottrand, 13 marzo 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 557-558)
 
Il signor Engels è i mio miglior amico e conseguentemente farà tutto il possibile per esserLe utile.
(Marx, Lettera a Bertalan Szemere, 4 aprile 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 563)
 
Spero che il tuo malessere non sia serio. E poi, che tu abbia riguardo e che non lavori troppo.
(Marx, Lettera a Engels, 17 aprile 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 55)
 
Io spero che tu mi scriva una buona volta dettagliatamente come vanno le tue cose. Non è da amico che tu di fronte a me abbia delle reticenze che possono essere giustificate con altri.
Come va il tuo stato di salute? Sono stato molto in pena per questo.
(Marx, Lettera a Engels, 24 aprile 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 56-57)
 
Che ne pensi della faccenda di Sicilia?
(Marx, Lettera a Engels, 8 maggio 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 61)
 
Mi puoi mandare un po' di denaro entro lunedì? Tra il processo e la faccenda di Vogt ho speso finora about [circa] 13 sterline, e il mio malessere ha impedito ogni invio di corrispondenza da tre settimane.
Siebel partito ieri.
Tante grazie per il tuo ritratto.
Ho delle cose politicamente molto importanti da comunicarti (domani). Una visita, che mi aspetta di sotto, non mi consente di proseguire per oggi.
(Marx, Lettera a Engels, 14 giugno 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 69)
 
Sono tuttora, per dirla col rosso Wolff, “molto sofferente”, sebbene da circa una settimana abbia cessato di prender medicine. Però faccio tutti i giorni, per ordine di Allen, delle “marce forzate”, e spero che entro questa settimana sarò finalmente di nuovo a posto.
Lina è da noi in “ferie”. Resterà qui about [circa] un mese. Di Siebel ancora nessuna notizia.
Mi faresti un piacere se per venerdì o sabato mi facessi un articolo per la “Tribune”, o sulle defences of England [difese dell'Inghilterra], o su Garibaldi o sul trade [commercio] indiano. Da che Wilson è the Indian Chancellor of the Exchequer [cancelliere indiano dello scacchiere], quel miserevole “Economist ” non porta quasi nulla sull'India. E non dimenticare nemmeno (quantunque non sia ancora necessario per questa settimana), di scrivermi about una pagina in quarto, o giù di lì sull'importanza militare della Boemia per la Germania o piuttosto per la Russia, a cui Vogt vuol cederla.
(Marx, Lettera a Engels, 25 giugno (nell'originale: luglio) 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 77)
 
Qualche giorno fa ricevetti una lettera di Eccarius, nella quale mi diceva che ha bell'e finito di fare il sarto, perché le sue condizioni di salute non gli permettono più di continuare. Il medico gli ha detto che non gli poteva far nulla. È necessario un cambiamento d'aria, ecc. In seguito a ciò ho preso in affitto un appartamentino per lui vicinissimo a casa mia (of course [naturalmente] separato dalla sua family, che resta nella vecchia casa), a mie spese e parimenti prenderà i suoi pasti da noi, e non avrà altro da fare che andare in giro per heath [landa] e mandare un articolo alla settimana a Weydemeyer, che gli pagherà 3 dollari ad articolo.
Spero che se la caverà. Ho comprato anche del Porto per lui. Ma non posso seguitare così, perché già le spese extra causatemi da lui nel momento attuale e con la gran magra, gravano parecchio sulla nostra cassa.
Non puoi scrivere presto qualche cosa su Garibaldi o sul governo prussiano che ha effettuato la sua riforma militare all'insaputa delle Camere, o qualche cosa di simile?
Che bellezza che Garibaldi abbia mandato al diavolo Farina.
(Marx, Lettera a Engels, 17 luglio 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 87)
 
Il mio lungo silenzio spiegatelo con le tremende condizioni del mio fegato, per cui devo approfittare di ogni mio momento libero per lavorare. (...)
Mi trovo in gran bolletta.
(Marx, Lettera a Engels, 27 agosto 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 95)
 
3. Garibaldi condivideva la mia opinione sulla m i s s i o n e di Bonaparte, esattamente allo stesso modo che Mazzini. Su questa questione ho avuto lettere di Garibaldi tra le mani. Ma è roba passata che adesso non ha più importanza. Non appena Garibaldi (e questo è il suo scopo, come egli espressamente ha scritto in una lettera a un mio conoscente inglese, Green) avrà liberato la causa italiana dalla partecipazione di Bonaparte, tutte le questioni controverse in seno al partito rivoluzionario avranno fine. Ora però è importante che noi ci intendiamo per un programma. Se vuoi preparare un abbozzo, Engels, Wolff ed io ci intenderemo con te per eventuali modificazioni. Si avvicina il momento in cui il nostro “piccolo”, ma in un certo senso “potente”, partito (in quanto gli altri non sanno che cosa vogliono, o non vogliono ciò che sanno) non potrà non delineare il suo piano di battaglia. Che proprio noi (qui in Inghilterra) ci presentiamo come difensori della nazione, mi sembra giusto tatticamente, senza parlare della giustificazione intrinseca.
4. Credo che tu ti inganni a proposito del nostro rapporto con la Russia. L'opinione che io ed Engels ci siamo formata è nata in modo del tutto indipendente, posso ben dirlo, faticoso, grazie e molti anni di studio della diplomazia russa. Certo in Germania si odia la Russia, e fin dal primo numero della “Neue Rheinische Zeitung” noi abbiamo indicato nella guerra contro i russi una missione rivoluzionaria della Germania. Ma odiare e intendere sono due cose totalmente diverse.
5. Le tue lodi al mio libro [“Per la critica dell'economia politica”] mi hanno fatto piacere, perché vengono da un giudice competente. Penso che entro Pasqua potrà uscire la seconda parte. La forma sarà un po' diversa, più popolare to some degree [fino ad un certo grado]. Niente affatto per un mio intimo impulso, ma, da un lato, questa seconda parte ha un compito direttamente rivoluzionario, dall'altro, le questioni che tratto sono più concrete.
Il mio libro ha fatto molta sensazione in Russia, e un professore di Mosca ha tenuto una lezione su di esso. Proprio da alcuni russi ho ricevuto in proposito molte lettere amichevoli. La stessa cosa è avvenuta da parte di francesi che capiscono il tedesco.
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 15 settembre 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 614-615)
 
Malgrado il grande scompiglio della mia situazione finanziaria qui, ho mandato moglie e figlie per una settimana a Hastings. I miei mezzi non mi consentono di farle restare là più a lungo. Purtroppo hanno avuto quasi sempre pioggia.
(Marx, Lettera a Engels, 20 settembre 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 105)
 
Secondo lettere che ricevo direttamente dal campo di Garibaldi, le cose si mettono non troppo bene. Cavour è uno strumento diretto di Bonaparte e domina Vittorio Emanuele. Garibaldi non ce la fa a fronteggiare Bonaparte e l'esercito piemontese, tanto più che tutta la canaglia borghese e aristocratica in Italia è dalla parte di Cavour. L'esercito di Garibaldi si è peggiorato in una certa misura, perché egli è stato costretto a distribuire il nucleo delle sue truppe in mezzo a canaglie napoletane e troupiers [soldati] piemontesi.
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 2 ottobre 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 618)
 
Sono talmente sovraccarico di lavoro tra correzione di bozze e corse per miserie borghesi, che in questo periodo ho trovato tanto poco tempo per scriverti.
(Marx, Lettera a Engels, 25 ottobre 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 118)
 
Dalla tua lettera vedo che anche tu sei in bolletta. Ciò nondimeno debbo pregarti, non avendo più nulla da impegnare, di mandarmi, possibilmente entro questa settimana, le 5 sterline promessemi.
Sabato prossimo (17 novembre) debbo pagare 25 sterline di una cambiale a Hirschfeld e non ho ancora messo insieme il denaro.
(Marx, Lettera a Engels, 13 novembre 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 120)
 
Da lunedì mia moglie è a letto per una febbre nervosa molto brutta.
Ieri, per ordine del dottor Allen, ho sistemato tutte e tre le bambine fuori di casa, dato che temeva la possibilità di contagio. Allen dice che la malattia è pericolosa, ma spera che se la cavi. Sabato scorso mia moglie si sentì di nuovo male, ed io notai i sintomi della febbre e volevo chiamare il dottore. Ma lei non volle. Domenica come sopra. Lunedì naturalmente non mi lasciai trattenere e anche lei sentì che non si trattava di un comune raffreddore o di cose del genere.
(Marx, Lettera a Engels, 21 novembre 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 123)
 
Engels, che Ella deve considerare come il mio alter ego e che è autore dell'opuscolo “Po e Reno”, che io Le ho dato in altra occasione vive al n. 6 di Thorncliffe Grove, Oxford Road, Manchester.
(Marx, Lettera a Bertalan Szemere, 22 novembre 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 624)
 
Tante grazie per le 10 sterline e per Navy [Engels, “Flotta”] (voce stupenda).
Ora, per quel che riguarda la malattia di mia moglie, in un certo senso va meglio, in un altro va peggio di quanto io non credessi. Infatti Allen, finché la natura della malattia non era chiara, me lo aveva celato. Ieri, questo non fu più possibile. Quello che mia moglie ha è: small pox [vaiolo], e proprio molto maligno, sebbene si sia vaccinata due volte. (Non lo dire a nessuno, eccetto Lupus.) Questo è il motivo per cui Allen ha subito portato fuori di casa le bambine. È una malattia terribile. Se Lenchen dovesse restarne contagiata, la mando subito all'ospedale. Io finora ho fatto personalmente da infermiere (per le cose principali). Ma siccome la cosa mi affatica troppo, oggi, appena arrivate le 10 sterline, ho preso un'infermiera. Mia moglie si trovava da molte settimane in uno stato di estremo nervosismo, dato che avevamo molti troubles [preoccupazioni], e così aveva una maggiore ricettività to catch [per prendersi] l'infezione in un omnibus, in un negozio o in un luogo del genere.
Scrivere articoli è per me quasi out of question [fuori discussione]. La sola occupazione con la quale posso conservare la necessaria quietness of mind [tranquillità d'animo], è la matematica. Nelle ultime settimane ho scritto sulla “Tribune ” de omnibus rebus [su tutti gli argomenti possibili], soprattutto Warsaw Congress [“La Russia si serve dell'Austria - L'incontro di Varsavia”], state of Poland, Italy, France e mercato finanziario [“La tensione sul mercato monetario”]. Non ancora la Cina.
Hai ricevuto il Kolatschek?
Il dottore ha permesso a mia moglie il Bordeaux in piccole dosi, perché è debolissima. Questa nottata è stata terribile, e in questo momento mi sento davvero sick [malato].
Lo sa il diavolo che disdetta abbiamo.
Le povere piccine le ho messe dai Liebknecht, che abitano vicinissimo a noi, e a cui mando giornalmente i victuallers [fornitori]. Nella boarding school [pensionato della scuola] non le hanno volute a motivo dei religious rites [cerimonie religiose].
(Marx, Lettera a Engels, 23 novembre 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 124-125)
 
Ora mia moglie è fuori pericolo. Comunicalo subito a Lupus , coi migliori saluti. La cosa durerà parecchio , e, a quanto dice Allen, appena guarita dovrà andar fuori per almeno quattro settimane.
Per quel che riguarda me, io - siccome il pericolo del contagio si calcola al massimo a dieci giorni a partire da ieri – ieri sono stato di nuovo vaccinato . Altrettanto Lenchen. Una circostanza che mi ha molto aiutato è stato un terribile mal di denti. L'altro ieri mi sono fatto cavare il dente. Il tipo (si chiama Gabriel) ha sì estratto la radice, dopo grandi physical pains [sofferenze fisiche] che mi ha inflitto, ma ci ha lasciato dentro una scheggia. Così tutta la mia faccia è gonfia e dolente, e la gola mezzo chiusa. Questo malessere fisico stimola molto la facoltà di pensare e perciò la capacità di astrazione, poiché, come dice Hegel, il pensiero puro o l'essere puro o il nulla sono la medesima cosa.
Durante questi dieci giorni l'isolamento è ancor più severo.
Scrivere naturalmente non posso in queste condizioni, e siccome, a parte ciò, non ho potuto far fronte integralmente col mio lavoro alla cambiale di 50 sterline tratta due mesi e mezzo fa su Dana, dato che già prima della sua malattia mia moglie aveva nervous complaints [disturbi nervosi] di ogni genere e si avevano così mancati incassi d'ogni genere - e sto dunque in grande bolletta - ti prego di scrivere quanti più articoli puoi almeno per due settimane. Date le attuali circostanze, dovrebbe sembrare opportuno scrivere alla mia vecchia. Ma da quando s'è messa in casa come genero quel sottufficiale prussiano, ogni intercourse [rapporto] è cessato in conseguenza di qualche osservazione da parte mia. Crescono terribilmente le richieste dei creditori da tutte le parti. La maggior parte delle 10 sterline le ho date via per tacitare almeno qualcuna delle richieste. Non ne scriverei a te, che fai più di quanto è possibile, ma que faire? Ma che fare? Per di più non posso tentare nessuna operazione finanziaria, non potendo, cosa strana, uscir di casa, perché mia moglie (certamente lo si spiega col suo miglioramento) proprio ora che io debbo vederla il meno possibile (cosa che, naturalmente non le si può negare) mi vuole avere sempre vicino a sé.
Allen pensa che se non fosse stata vaccinata due volte non se la sarebbe cavata. Così come stanno le cose, lui stesso ritiene che lo small pox [vaiolo] sia stato una fortuna. Perché, mi diceva ieri, le sue condizioni di nervi erano tali che lui preferiva questa malattia a una febbre nervosa o a qualche cosa di simile che avrebbe potuto prodursi.
Le povere piccole stanno molto in pena. Allen vaccinerà venerdì loro e tutta la famiglia Liebknecht.
Lo “Herr Vogt” lo riceverai probabilmente venerdì. La settimana scorsa c'è stato un ritardo perché io non ho potuto fare in tempo la revisione dell'ultimo foglio di stampa.
Tante grazie per il vino. Prima dell'arrivo di questo, Allen mi aveva prescritto del vino ed anche un'altra medicina, non altrettanto piacevole.
(Marx, Lettera a Engels, 28 novembre 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 128-129)
 
Per quel che riguarda Monsieur Eduard Simon, questo porco nel suo sozzo articolo (traducendo malignamente “Spitzel” [delatore] di Techow), ti aveva chiamato “le mouchard toujours affairé” [cioè una spia della polizia sempre all'opera]. Dopo di che mi sono proposto di punire esemplarmente questo giovinotto, perché le offese contro la tua persona mi fanno arrabbiare più di quelle rivolte a me.
(Marx, Lettera a Engels, 6 dicembre 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 135)
 
Nel mio periodo di prova - durante le ultime 4 settimane - ho letto una quantità di roba. Tra l'altro il libro di Darwin sulla “Natural selection”. Per quanto svolto grossolanamente all'inglese, ecco qui il libro che contiene i fondamenti storico-naturali del nostro modo di vedere.
(Marx, Lettera a Engels, 19 dicembre 1860, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 145)

 

1861

Vedi dunque se non ho una disdetta straordinaria. Fin da mercoledì scorso (just a week ago) [giusto una settimana fa] assieme a raffreddore e a tosse mi si è fissato un dolore lancinante in corrispondenza del fegato, in modo che non soltanto a tossire, ma anche a rivoltare la carcassa da un fianco all'altro sentivo pains [dolori] per tutto il corpo. Questo mi sembrava indicare un'infiammazione. Era la prima volta che sentivo un tale dolor [dolore], quantunque Allen me n'avesse chiesto spesso e insistentemente. Questa volta - soprattutto perché anche senza di ciò ho sulla gobba un doctorbill [conto del dottore] spaventevole, insieme con gli altri bills - mi sono curato so far [finora] da solo. La cura è stata semplice: non fumare, castoroil [olio di ricino], bere solo limonate, mangiar poco, abolita ogni bevanda alcolica, non far niente, restare in casa (dato che l'aria fredda mi provoca subito la tosse). Non sono ancora del tutto ristabilito e alquanto debole. Del resto puoi chiedere a Gumpert il da farsi qualora questi fatti acuti dovessero ripetersi. Ad Allen lo chiederò appena tornerò a uscir di casa ed appena sarò di nuovo del tutto saldo sulle gambe.

(Marx, Lettera a Engels, 8 gennaio 1861, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 156-157)
 
Devi scusarmi di non averti ancora accusato ricevuta delle 3 sterline. Lunedì ebbi una ricaduta, e poiché martedì non stavo meglio, dovetti di nuovo mettermi nelle mani di Allen: in questo momento sono dunque under medical treatment [sotto cura medica]. Lo star curvo, necessario scrivendo, mi fa soffrire, e perciò ho rimandato di giorno in giorno. Tu vedi che sono tribolato come Giobbe, quantunque non altrettanto timorato di Dio.
(Marx, Lettera a Engels, 18 gennaio 1861, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 160)
 
Circa lo stato della mia salute, Allen è dello stesso parere di Gumpert. Ma, comunque stiano le cose, è una condizione schifosissima che rende incapace di lavorare. Inoltre anche dolori fisici, quantunque oggi vada molto meglio. Prendo ancora medicine e Allen viene ogni tre giorni. Oggi è stato qui di nuovo. Cavalcare, change of air [cambiamento d'aria], ecc. Naturalmente non glielo posso dire dove il dente duole. Ho pensato e ripensato se non posso fare un'operazione per il tramite di Borkheim con una loan society [società di prestiti], e così assestare in certo qual modo una situazione gravemente scossa in seguito alle spese di malattia e all'impossibilità d'emettere tratte sulla “Tribune”, ecc. Ma, ecco che quando ero arrivato al punto, il cuore mi è mancato, perché Borkheim è un millantatore (malgrado tutte le sue good qualities) [buone qualità] ed ogni giorno - il che vuol dire ogni volta che lo vedo - prende a parlarmi dei quattrini che gli emigrati gli devono.
Mi farà gran piacere se tu, ogni volta che avrai tempo o voglia, m'invierai un articolo. Io sono ancora sempre incapable [incapace di lavorare]. Soprattutto mi piacerebbe che tu scrivessi per sabato sugli armamenti francesi o in genere sulle cose francesi.
(Marx, Lettera a Engels, 22 gennaio 1861, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 162-163)
 
Devi scusarmi se non ho risposto subito alla tua amabilissima lettera. Frattanto avrai già ricevuto una lettera del filisteo Freiligrath.
Io ho avuto ed ho tuttora un mucchio di cose da fare. Ho intenzione di recarmi in Olanda per mettere in ordine le mie faccende di qui, che se no mi crescerebbero fin sopra la testa. Perciò ho bisogno di due cose, passaporto e denaro, ed entrambi li dovrò ben ottenere qui d'une manière ou d'une autre [in in modo o nell'altro]. (Forse dovrò arrivare fino ad Aquisgrana.)
Non ho ancora scritto a Lassalle. La storia di un settimanale sarebbe senz'altro la migliore, ma, d'altra parte, quanto si arrischierebbe, data la mancanza di tatto del nostro amico, se egli vi s'insediasse, ne diventasse il redattore capo e si trovasse così in condizione di ficcarci tutti quanti nei pasticci! Egli naturalmente darebbe subito al giornale il tono di organo di partito, e così si diventerebbe corresponsabili di tutte le stupidaggini e ci si rovinerebbe in Germania la posizione prima ancora d'averla riguadagnata. Bisogna pensarci sopra molto seriamente.
(Marx, Lettera a Engels, 14 febbraio 1861, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 173)
 
La lettera di mia moglie (scritta all'incirca 8 giorni fa) in cui ti ringrazia del vino, l'avrai ricevuta, no? È un poco inquieta perché teme che sia capitata in altre mani. Anche le bambine molto grate per il vino. Mi sembra che, per eredità paterna, bevano volentieri. (...)
Quelli di Colonia hanno fatto man bassa sulla mia biblioteca [Nel 1849 Marx era stato costretto a lasciare la sua biblioteca presso Roland Daniels]. Hanno rubato tutto il Fourier, parimenti il Goethe, parimenti lo Herder, e lo stesso hanno fatto per Voltaire e, quello che più mi scotta per gli “Economistes du 18ᵐᵉ siècle” (perfettamente nuovi, mi eran costati circa 500 franchi) e per molti volumi dei classici greci, molti volumi scompagnati di altre opere.
(Marx, Lettera a Engels, 27 febbraio 1861, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 175-176)
 
Tu sai che qui voglio mettere a posto difficili questioni finanziarie con mio zio (il quale amministra il patrimonio di mia madre e in passato mi ha dato spesso notevoli anticipi sulla mia parte di eredità). È un uomo difficile, ma la mia attività letteraria lo lusinga molto. Perciò nella tua lettera a me bisogna che tu parli del successo (lucus a non lucendo [bosco da non rilucere]) del mio ultimo scritto contro Vogt, dei nostri comuni piani giornalistici ecc., insomma devi comporre la tua lettera in modo che io possa fare al mio signor zio il regalo della “fiducia” di fargli leggere la lettera. A questo scopo non devi tralasciare di comunicare certe cose sulla politica. Vous m'entendez mon cher [Tu mi capisci, mio caro].
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 7 marzo 1861, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 640)
 
Sono arrivato a Berlino domenica scorsa (17 marzo) [Nell'originale 18 marzo] alle sette del mattino. Il mio viaggio si è svolto senza incidenti, a parte sei ore e mezzo di sosta a Oberhausen, una piccola località terribilmente noiosa. Lassalle, che abita in una casa molto bella in una delle più belle strade di Berlino, aveva preparato tutto per ricevermi e mi dette il benvenuto in modo straordinariamente affettuoso. Dopo aver passato le prime ore a chiacchierare e dopo che io avevo superato la stanchezza del viaggio con un po' di riposo e qualche ristoro, Lassalle mi portò immediatamente a casa della contessa Hatzfeldt, la quale, come ben presto appresi, mangia ogni giorno da lui alle 4 del pomeriggio e trascorre le serate con lui. Ho trovato i suoi capelli “biondi” e i suoi occhi azzurri come prima, ma per il resto ho potuto leggere impresse nel volto di lei le parole: venti più venti fa cinquantasette. Queste sono davvero pieghe piene di “tracce della creazione”, le guance e il mento tradiscono una pienezza che, come gli strati carboniferi, ha bisogno di molto tempo per formarsi e così via. Quanto alle sopracciglia fui sorpreso dalla circostanza che esse erano migliorate invece che peggiorate, sicché l'arte aveva superato di gran lunga la natura. In seguito ho avuto occasione di constatare che essa conosce eccellentemente l'arte di truccarsi e di trovare nei cosmetici quelle tonalità di colore che il suo sangue non riesce più a produrre. Tutto sommato mi ha ricordato certe statue greche che hanno ancora un bel busto ma le cui teste sono state crudelmente “mangiucchiate” dalle vicende alterne del tempo. Ma, per non essere ingiusti, è una signora molto distinta, niente affatto una donna letterata, anzi essa ha molta intelligenza naturale ed è molto vivace, si interessa assai del movimento rivoluzionario e ha un aristocratico laissez aller [negligenza disinvolta] che è assai superiore alle smorfie pedantesche delle femmes d'esprit [donne di spirito] professionali. (...)
Martedì sera Lassalle e la contessa mi hanno portato in un teatro berlinese dove si dava una commedia berlinese piena di autoincensamento prussiano. Tutto sommato una faccenda disgustosa. Mercoledì sera mi costrinsero ad assistere ad un balletto all'Opera. Avevamo un palco tutto per noi accanto - horribile dictu [orribile a dirsi] - al “palco” reale. Un balletto del genere è caratteristico per Berlino. Esso non forma - come a Parigi e a Londra - un entrejeu [interludio ] o la conclusione di un'opera, bensì occupa l'intera serata, è diviso in vari atti ecc. Gli esecutori non dicono una sillaba, ma tutto viene accennato con gesti. Una roba davvero mortalmente noiosa. Ma lo scenario era bello; per esempio si prendeva parte a un viaggio per mare con ritorno a Napoli; il mare, i monti, la costa, le città ecc. erano resi tutti con fedeltà fotografica.
(Marx, Lettera a Antoinette Philips, 24 marzo 1861, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 641-642)
 
Una lettera che ho ricevuto oggi da Amsterdam, mi porta la gradita notizia secondo cui settlerò [sistemerò] le principali difficoltà finanziarie (circa 100 sterline) perché mio zio (che è l'amministratore del patrimonio di mia madre) si è dichiarato disposto ad accettare la cosa principale. Così mi sono liberato della preoccupazione principale , ma per il punto secondario , riguardo al quale ti ho scritto, debbo contare su di te.
Qui mi annoio a morte. Vengo trattato come una specie di lion [leone da salotto ] e sono costretto a vedere molti signori e signore “di ingegno”. C'est affreux [È terribile]. Ciò che ancora mi trattiene qui (io spero non più di una settimana ), è la circostanza che non voglio andarmene prima di aver costretto il governo prussiano a riconoscere la mia reintegrazione nella cittadinanza prussiana.
(Marx, Lettera a Carl Siebel, 2 aprile 1861, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 646)
 
Spero che per la Pentecoste tu venga da noi per un paio di giorni. Ad Elberfeld ho sentito dire che per la Pentecoste vuoi andar a trovare la tua famiglia. Anche in questo caso potresti far in modo di passare almeno un paio di giorni con noi. Ho da raccontarti tante cose, che si raccontano meglio a voce che per iscritto. Anche le mie signore ti rimproverano di lasciar sempre da parte Londra.
Incominciamo dunque con il business [affari]. In primo luogo ho spremuto da mio zio 160 sterline, cosicché abbiamo potuto pagare la massima parte dei nostri debiti. Mia madre, con la quale non è il caso di parlare di denaro liquido, e che però va rapidamente verso il crollo, ha annullato alcune vecchie attestazioni di debito che le avevo rilasciato. Questo fu un piacevolissimo risultato dei due giorni che ho passati da lei. Non fui io a parlare di money matters [questioni di denaro], fu lei invece a prendere su questo punto l'iniziativa. Inoltre a Berlino mi sono aperto le strade per stringer rapporti, in caso di necessità, con la “Presse” di Vienna, cosa ben indispensabile, date le presenti condizioni americane. Infine, via Lassalle, ho fatto in modo che la seconda parte della mia Economia politica esca presso Brockhaus invece che presso Duncker. (...)
Date queste circostanze, sarebbe effettivamente molto opportuno che noi il prossimo anno potessimo pubblicare un giornale a Berlino, per quanto a me personalmente il luogo sia odioso. Si potrebbero, insieme con Lassalle, racimolare 20-30.000 talleri. But hic jacet [Ma questo è il problema]. Lassalle mi fece direttamente la proposta. Nello stesso tempo mi confidò che sarebbe dovuto essere redattore capo accanto a me. Ed Engels? gli chiesi. “Be', se tre non son troppi, anche Engels potrà essere redattore capo. Soltanto che voi due non dovreste aver più voti di me, poiché altrimenti il mio voto sarebbe sopraffatto ogni volta.” Portò quali ragioni per dover essere con noi alla testa del giornale: 1. che egli è nell'opinione generale più vicino al partito borghese e perciò più facilmente avrebbe potuto ottenere denaro; 2. che deve sacrificare i suoi “studi teorici” e la sua quiete teorica, e di ciò dev'essere in qualche modo compensato, ecc. Tuttavia aggiunse: se non volete, “sarò pronto lo stesso a dare al giornale il mio appoggio pecuniario e letterario; questo sarebbe per me un vantaggio; avrei i vantaggi del giornale senza averne la responsabilità”. Ciò naturalmente è un suo modo sentimentale di parlare. Lassalle, abbagliato dalla considerazione di cui gode in certi circoli dotti per il suo “Eraclito” e in un altro cerchio di scrocconi per il vino buono e la cucina, naturalmente non sa che presso il grande pubblico è screditato. Inoltre la sua prepotenza, il suo impigliarsi nel “concetto speculativo” (il giovanotto sogna perfino di voler scrivere una nuova filosofia hegeliana alla seconda potenza), l'essere infetto di vecchio liberalismo francese, la sua penna prolissa, la sua importunità e la mancanza di tatto, ecc. Lassalle, tenuto sotto una stretta disciplina, potrebbe render servigi come uno dei redattori. Altrimenti solo compromettere le cose.
Ma tu vedi che io, data la grande amicizia che mi dimostrava, mi trovavo in grande imbarazzo a dirgli le cose chiare e tonde. Mi tenni dunque sulle generali, e dissi che non posso decider niente senza aver prima parlato con te e con Lupus. (Questa fu la ragione principale per cui non ti scrissi da Berlino, giacché non volevo ricevere colà da te nessuna risposta su questo punto). Se ci decidiamo in senso negativo, la contessa e Lassalle partiranno per un viaggio d'un anno in Oriente o in Italia. But here's the rub [Ma qui è la difficoltà]. Egli aspetta risposta da me, ed io non posso differirla più a lungo. Il giovanotto è terribilmente patetico, e così a me non restava che contrapporgli una continua ironia che feriva tanto di più il suo orgoglio in quanto con ciò nella contessa, alla quale egli si è imposto come un genio universale, nascevano inquietanti desideri d'emancipazione da questo Budda.
(Marx, Lettera a Engels, 7 maggio 1861, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 178- 179-180-181)
 
Il mio soggiorno a Treviri mi è stato utile nel senso che mia madre ha stracciato alcuni vecchi pagherò. Del resto la vecchia signora ha suscitato il mio interesse per il suo spirito molto fine e l'incrollabile coerenza di carattere.
Prima di tutto alcune questioni finanziarie. Ti accludo per il momento 20 sterline. Devi riceverne altre 10. Le cose stanno così: mio zio mi ha dato 150 sterline per pagare le cambiali in scadenza al 1° maggio. Mi ha promesso di mandare fra poche settimane un'altra cambiale a Londra. Perciò ho dovuto per il momento prendere in prestito da mio cugino le accluse 20 sterline, come pure un po' di soldi per la casa, e una terza somma per pagare vari piccoli debiti in Germania. Ma se tu dovessi aver bisogno subito delle rimanenti 10 sterline, fammelo sapere a giro di posta.
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 8 maggio 1861, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 655-656)
 
Eccoti d'abord [prima di tutto] una fotografia. Lupus e Gumpert ne riceveranno una copia ognuno, non appena ne abbia altre. Me la feci fare, sia per il mio cugino di Rotterdam, sia in exchange [in cambio] di quelle ricevute in Germania e in Olanda. In secondo luogo t'accludo un ritaglio sullo “Herr Vogt” da un giornale di Düsseldorf. Infine unisco una “Free Press ”, a dir il vero già vecchia, perché tu e Lupus forse non avete seguíto molto esattamente i dibattiti parlamentari sull'affare dell'Afghanistan. Fu il più grande check [insuccesso] che Pam abbia avuto dal 1848.
Quello che mi dici del progetto di giornale berlinese risponde perfettamente alle mie idee, ed i punti principali di esso li avevo già, mutatis mutandis [con i dovuti cambiamenti], comunicati a Lazzaro [Lassalle]. Avendogli a Berlino espressamente dichiarato che non avrei intrapreso nulla di questo genere senza di te e di Lupus, mi ero però obbligato in modo positivo a sottoporvi la cosa “seriamente ed obiettivamente” e con ciò salvavi animam meam [ho salvato l'anima mia].
(Marx, Lettera a Engels, 10 maggio 1861, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 183)
 
Sarai gentile se ci scriverai quando vieni.
Riguardo al tuo particolare rapporto con la Prussia, ti dirò innanzitutto l'opinione dei più notevoli giuristi con i quali ho parlato a Berlino. Tutto dipende dal fatto che tu fossi stato richiamato o no. In quest'ultimo caso il tuo case [caso], come soldato della Landwehr, è di competenza dei tribunali civili ordinari. Del resto sembra che i prussiani prendano nota ufficialmente solo della tua storia di Elberfeld e non di quella badense.
Non so se tu abbia letto la “Allgemeine Zeitung” di Augusta del 19 aprile di quest'anno dove, nella chiusa della corrispondenza da Parigi, è detto letteralmente:
“Per norma dei librai lo “Herr Vogt” di Karl Marx è stato inserito nella lista dei libri proibiti, il che rende impossibile l'uscita di una rielaborazione francese, molto abbreviata, che si trovava in corso di stampa”.
(Marx, Lettera a Engels, 16 maggio 1861, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 188)
 
È stato per me un grandissimo piacere veder qui Lupus; e così per tutta la famiglia. Nonostante la sua gotta, il vecchio aveva un aspetto molto giovanile. E mi consegnò subito la tua lettera con le 2 sterline, che sono subito andate al tax gatherer [esattore delle imposte]. Aspettavo questa mattina qualche nuovo aiuto finanziario dalla Germania, ma finora non è arrivato nulla. Poiché al momento non ho assolutamente alcun reddito, e tuttavia mi trovo “in a continual course of consumption” [“in uno stato di continuo consumo”] (da cui, secondo alcuni economisti, consegue il “profitto” che essi fanno derivare non dai costi di produzione, bensì dai costi di consumo), ogni soccorso che mi venga da Manchester mi è ben gradito.
Scrivimi subito, per favore, che cosa pensi dei movimenti (militari) nella Virginia? (...)
Da un più particolare studio di queste vicende americane mi si è fatto chiaro che il conflitto fra il sud e il nord - dopo che quest'ultimo s'era abbassato da 50 anni in qua con una concessione dopo l'altra - finalmente è esploso.
(Marx, Lettera a Engels, 1° luglio 1861, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 197-198)
 
Ricevuta la lettera con le accluse 5 sterline, gratissimo.
Da 3 giorni ho una schifosa infiammazione agli occhi che m'impedisce completamente di scrivere e di leggere. Penso però che in un paio di giorni sarà passata.
(Marx, Lettera a Engels, 5 luglio 1861, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 203)
 
Con il termine “libertà di testamento ” non inte ndevo la libertà di fare un testamento, ma di farlo senza alcun riguardo per la famiglia. Il testamento stesso è in Inghilterra molto antico e non c'è il minimo dubbio che gli anglosassoni lo abbiano preso dalla giurisprudenza romana. Che gli inglesi già molto presto abbiano considerato come una cosa normale non il diritto ereditario di per sé, bensì il diritto ereditario in base al testamento risulta dal fatto che già nell'alto medioevo, se il pater familas [capo famiglia] moriva ab intestato [senza fare testamento], sua moglie e i figli ricevevano solo le parti a loro dovute, secondo le circostanze tuttavia un terzo o la metà andava in mano alla chiesa. I preti infatti sostenevano che, se avesse fatto testamento, egli avrebbe lasciato per la salute dell'anima sua una certa quota alla chiesa. In questo senso è in generale una cosa buona il fatto che i testamenti avessero nel medioevo un significato religioso e fossero fatti nell'interesse del defunto e non in quello dei sopravviventi. Tuttavia la circostanza che mi premeva di rilevare era quella che, dopo la rivoluzione del 1688, furono eliminate le limitazioni, che fino a quel momento per legge erano imposte a colui che faceva testamento con riguardo al diritto ereditario familiare (naturalmente non si parla qui della proprietà feudale). Non vi è certo alcun dubbio che questa sia l'essenza della libera concorrenza e di una società fondata su di essa; tanto meno si può dubitare che il diritto romano, più o meno modificato, sia stato assimilato dalle società moderne perché la rappresentazione giuridica che il soggetto della libera concorrenza ha di se stesso corrisponde alla persona romana (e a questo proposito non voglio affatto soffermarmi sul punto, che è molto essenziale, per cui la rappresentazione giuridica di determinati rapporti di proprietà, per quanto derivi da essi, è a sua volta d'altro canto non congruente e può essere non congruente con essi).
Tu hai dimostrato che l'assimilazione del testamento romano si fonda originariamente su di un equivoco (e nella misura in cui ciò riguarda l'acume scientifico dei giuristi, ciò vale anche oggi). Di qui però non deriva affatto che il testamento nella sua forma moderna - quali che siano gli equivoci sul diritto romano con cui i giuristi attuali se lo ricostruiscono - sia il testamento romano frainteso . Altrimenti si potrebbe dire che ogni conquista di un periodo antico, che venga fatta propria da uno seguente, sarebbe la vecchia cosa fraintesa . Per esempio è certo che le tre unità, così come i poeti drammatici francesi se le costruiscono teoricamente sotto Luigi XIV, si fondano sul dramma greco frainteso (e sul fraintendimento di Aristotele come suo esponente). D'altra parte, è altrettanto sicuro che essi intesero i greci così come corrispondeva al loro bisogno artistico, e perciò continuarono ad essere assertori del cosiddetto dramma “classico”, anche molto tempo dopo che Dacier e altri gli avevano interpretato Aristotele nel modo giusto. Oppure che tutte le costituzioni moderne si fondano per la maggior parte sulla costituzione inglese fraintesa , in quanto accolgono come essenziale proprio ciò che appare come decadenza della costituzione inglese e oggi esiste ancora in Inghilterra formalmente soltanto per abusum [per abuso], per esempio un cosiddetto gabinetto responsabile. La forma fraintesa è per l'appunto la forma generale e applicabile per l'uso generale ad un determinato grado di sviluppo della società.
La questione se gli inglesi, ad esempio, avrebbero o non avrebbero avuto il loro testamento senza Roma (un testamento che nonostante la derivazione diretta da quello romano e l'adattamento a forme romane non è quello romano), mi sembra irrilevante. Io potrei porre la domanda in modo diverso, per esempio: i legati (e il cosiddetto testamento attuale fa dell'erede principale in realtà semplicemente il legatario universale) avrebbero potuto sorgere da sé dalla società borghese, senza un riferimento a Roma? Oppure invece del legato, in generale disposizioni patrimoniali scritte dalla parte defuncti? [del defunto]
A me sembra non essere ancora provato che il testamento greco sia stato importato da Roma, sebbene tutto parli in favore di questa ipotesi.
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 22 luglio 1861 (Nell'originale: 1862), Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 666-667)
Finalmente la situazione è talmente cleared [chiarita] che almeno ho di nuovo la terra salda sotto i piedi e non mi sento più ondeggiante a mezz'aria. Sai che poco dopo il mio ritorno da Manchester, appena ritenni il momento favorevole, ricominciai a scrivere alla “Tribune ” una volta alla settimana. Con la settimana scorsa le ho già inviato 6 articoli. Con l'ultima posta tornarono poi anche i due primi articoli già stampati, il primo (di tre colonne, sui giudizi inglesi sugli Stati Uniti) in prominent place [messo molto in vista] e con segnalazione speciale in testa al giornale. Questa faccenda è dunque ben sistemata e con ciò assicurate 2 sterline settimanali.
In secondo luogo, come tu sai, da Manchester avevo già scritto alla “Presse” di Vienna per “chiarimenti”. A un dipresso 3 settimane fa ho ricevuto una risposta che mi sembra politicamente soddisfacente. (Il giornale nel frattempo ha modificato il suo punto di vista su Schmerling.) Contemporaneamente Friedländer mi chiedeva 2 articoli di saggio (per il suo proprietario Zang). Ora li ho mandati, e ieri mattina ho ricevuto la risposta, 1. che gli articoli appariranno con adeguata segnalazione in testa al giornale, 2. che dal novembre sono regolarmente assunto, 1 sterlina per ogni articolo, 10 scellini per le corrispondenze.
Quanto alla “Tribune” dovrò prima trovare una via per trarre cambiali, cosa che ormai per mezzo di Freiligrath stava diventando difficile.
Del resto, con questa doppia assunzione è assicurata la prospettiva di metter fine alla vita senza pace della mia famiglia, quale fu nell'ultimo anno, e anche di portare adesso a compimento il libro [“Per la critica dell'economia politica”].
Quantunque al principio di settembre io fossi messo in grado da te di placare i birboni più assillanti, l'ambascia restava tuttavia insostenibile, e durante l'ottobre andò di nuovo crescendo. Contemporaneamente a questa lettera ne scrivo una anche alla mia vecchia, per vedere se posso spremere qualche cosa da lei. E cerco pure, se mi riesce, di strappar qualche cosa ad una loan society [società di prestiti]. Si tratta per me naturalmente soprattutto di metter un po' d'ordine nei miei affari fino a quando non sono worth drawing [tali che valga la pena di emettere tratte] le somme da New York e da Vienna, e soprattutto d'ottenere la quiete per lavorare nell'intervallo di tempo che ancor deve trascorrere. Noi nel meantime [frattempo] abbiamo impegnato tutto fuor che i muri della casa e, quel che più è penoso, mia moglie sta seriamente poco bene. Il semplice peso delle tribolazioni presenti lo ha sopportato coraggiosamente, ma la completa mancanza di possibili vie di uscita l'ha abbattuta. Le buone notizie da Vienna e da New York hanno intanto già prodotto una reazione propizia.
(Marx, Lettera a Engels, 30 ottobre 1861, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 216-217)
 
Le cose stanno dunque attualmente così.
Il 9 novembre ho emesso tratta sulla “Tribune ” di 16 sterline, per 8 articoli inviatile fino allora. Queste 16 sterline le ho suddivise, pagandone 3 a ciascuno, a scomputo del loro avere, fra il macellaio, il fornaio, il teagrocer [negoziante di tè], il fornitore d'olio, il lattaio e il greengrocer [erbivendolo].
Ho comprato per 10 scellini di carbone, che domani sarà finito. Le tue 5 sterline sono andate la maggior parte per il pagamento di alcuni piccoli chiodi in contanti. Sono dunque del tutto pulito, non tenendo conto delle esigenze del landlord [padrone di casa], della scuola, del calzolaio e delle provviste invernali indispensabili per la famiglia. Alla “Presse ” scrivo quasi ogni giorno. Sommando la “Presse ” e la “Tribune ” potrei cavarmela. Ma col deficit che s'accumula sempre di nuovo (in verità, non miliardi) e la mancanza d'entrate per tutto un anno, anche questo diventa difficile.
E in questo momento capita anche un'altra disdetta.
Tu sai che avevo anticipato a Petsch e compagni 25 sterline per la stampa del “Vogt”, che m'avrebbero restituite, secondo gli accordi, dal sale delle copies [vendita delle copie] prima d'ogni altro conteggio. Inoltre mi dovevano parecchie sterline per “Hinter den Coulissen” , “Communistenprozess”, “18ten Brumaire” [“Rivelazioni sul processo contro i comunisti a Colonia”, “Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte”], ecc.
D'altra parte io m'ero preso da questi individui per 10 sterline e 9 scellini di giornali e di libri, per aver nelle mani una qualche garanzia.
Ora Koller (uno dei soci) ha iniziato una lite con Petsch. Quest'ultimo, per il momento, non è nell'azienda. Fra i due è in piedi un processo per scioglimento della ditta.
Quel mascalzone di Koller a cui mi presentai per chiedergli il mio, mi citò invece dinanzi alla county-court [tribunale della contea] per le 10 sterline e 9 scelllini. Mi sono recato da Zimmermann. Egli dice che, poiché la mia causa dinanzi ad una superior court [corte d'appello] mi costerebbe da 30 a 60 sterline, è meglio che faccia valere la mia pretesa sotto forma di contropartita dinanzi alla county-court. Davanti alla quale Koller mi ha citato. Egli stesso non assiste dinanzi alla county-court. A questo scopo io debbo dunque, entro questa settimana e il più presto possibile andare da un solicitor [avvocato] inglese, cosa che non posso fare senza cash [denaro].
Di qual giubilo non m'avrebbe riempito l'animo il fiasco del sistema finanziario decembrista da me così a lungo e così spesso pronosticato sulla “Tribune”, se fossi libero da queste pidocchierie e vedessi la mia famiglia non schiacciata da queste miserabili angustie!
(Marx, Lettera a Engels, 18 novembre 1861, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 221-222)


Dal mio pertinacious [ostinato] silenzio puoi capire fra quali difficoltà ti scrivo. Naturalmente mi è odioso doverti di continuo seccare con notizie infauste, sapendo quali grandi sforzi tu fai per me, persino al disopra delle tue forze.

Con l'ultimo denaro che m'inviasti, pagai, prendendo in prestito un'altra sterlina, il conto della scuola, per non averlo doppio in gennaio. Il macellaio e l'épicier [droghiere] mi hanno costretto a rilasciare cambiali, l'uno per 10, l'altro per 12 sterline, con scadenza 9 gennaio.
Quantunque non sapessi come le avrei pagate, non potevo espormi a una querela senza che tutta la casa mi crollasse sopra la testa. Al landlord [padrone di casa] debbo 15 sterline, e in gennaio debbo 21 sterline al greengrocer [erbiveldolo], al fornaio, al giornalaio, al lattaio e a tutte le canaglie che al mio ritorno da Manchester avevo tacitato con acconti, ed infine al tally man [fornitore a rate] poiché all'inizio dell'inverno s'imponeva l'acquisto di vestiario invernale, il puro indispensabile, che dunque doveva venir comprato a credito.
Le mie entrate alla fine del mese ammonteranno al massimo a 30 sterline, perché quei pidocchiosi della “Presse” non stampano una parte dei miei articoli. Naturalmente debbo proprio abituarmi a scrivere entro i “limiti della ragion tedesca”. (E tuttavia essi fanno gran caso della mia collaborazione al loro foglio).
Quello che debbo pagare (compresi gl'interessi del Monte di pietà, ecc) s'aggira sulle 100 sterline. È strano come la mancanza delle entrate, insieme ai debiti mai del tutto pagati, nonostante ogni aiuto speciale, faccia sempre di nuovo venire a galla il vecchio sudiciume.
Oggi ho scritto a Dronke , perché mi deve ancora del denaro. Però solo ricordandoglielo cautamente, senza insistenza mi sono preso la libertà di dirgli che, se mi può fare un anticipo, tu probabilmente gli presterai garanzia per la restituzione.
Se riesco a venir fuori da questa merda, con New York e Vienna potrò almeno di nuovo vegetare.
Mia moglie ha passato una pericolosa crisi nervosa, e il Dr. Allen fu molto spaventato per alcuni giorni. Egli sa, o per lo meno intuisce, dove il dente duole, ma è troppo delicato per dire qualche cosa d'inopportuno. La povera donna è ancor molto sofferente. Data la forza di ripresa del suo organismo, io però non dubito che alla prima svolta favorevole si rimetterà.
La guerra con l'America non vi sarà, come io dichiarai nella “Presse” fin dal primo giorno, e deploro soltanto di non aver avuto i mezzi in questo periodo pazzesco per mettere a profitto le asinerie della Borsa dominata da Reuter e dal “Times ”.
Sono d'accordo con le tue strictures on [osservazioni critiche su] Itzig [Lassalle] (che mi ha scritto da Firenze “d'aver avuto un incontro molto interessante” con Garibaldi ecc.). Il secondo volume è più interessante, se non altro per via delle citazioni latine. L'ideologismo gli scappa e il metodo dialettico viene impiegato erroneamente. Hegel non ha mai chiamato dialettica la sussunzione di una massa di “cases” under a general principle [“casi” sotto un principio generale].
Il mio scritto [“Per la critica dell'economia politica”] procede, ma adagio. Infatti non era possibile risolvere rapidamente tali questioni teoriche in mezzo a simili circostanze. E pertanto verrà molto più popolare e il metodo molto più dissimulato che nella prima parte.
(Marx, Lettera a Engels, 9 dicembre 1861, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 229-230)
 
Quando incominciarono i “moniti” del mondo esterno, volendo evitare d'esser sempre un tuo parassita, scrissi, oltre che a mia madre e ai parenti, anche a Siebel. Questo giovincello, come vedo dalla sua lettera, ti ha di nuovo scritto. Considera la cosa come non avenue [avvenuta].
Mi dispiace molto che per cagion mia tu debba rilasciare una dichiarazione di debito a Dronke. Originariamente egli aveva promesso d'accomodare la cosa in una forma meno incresciosa e con terms [termini] più lunghi.
Non so ancora in qual modo la mia barca supererà la crisi. Date tutte le circostanze, poiché è assolutamente impossibile altrimenti, scrivo al landlord [padrone di casa], che non posso pagarlo adesso , che gli rilascerò una cambiale, ecc.
Il processo va ancora di traverso. Poiché il punto controverso si aggira intorno alla partnership [partecipazione], il mio lawyer [avvocato] ritiene necessario - perché io non venga condannato al pagamento delle 20 sterline - portar la cosa dalla sheriff's court [tribunale dello sceriffo]. L'errore fu che non feci con A. Petsch nessun contratto scritto . Sidney, il mio avvocato, pensa che dinanzi alla superior court sarei discretamente sicuro.
La pidocchiosa “Presse” stampa appena la metà dei miei articoli. Sono degli asini. Starò a vedere come essi pagheranno, se debbo scrivere i singoli articoli “speculando”, o in che modo.
E intanto ti auguro felicità per il nuovo anno. Se questo dovesse essere uguale al trascorso, desidererei, per quel che mi riguarda, piuttosto l'inferno.
(Marx, Lettera a Engels, 27 dicembre 1861, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 236-237)
 
 
1862
 
Il mio lungo silenzio non ha origine “dall'intimo”, bensì da questo letamaio di guai, coi quali non volevo annoiarti e crucciarti.
Tu sai che al primo dell'anno potei regolare solo una parte del debito che già allora non sembrava più differibile (come ad esempio col mio landlord [padrone di casa], al quale alla fine del prossimo mese sono debitore di tutto un anno). La somma principale se n'è andata per debiti, per i quali avevo emesso cambiali.
La “Presse” di Vienna, come era da prevedersi nell'odierna schifosa situazione tedesca, non è la vacca che avrebbe dovuto essere. Secondo l'accordo, debbo ricevere 1 sterlina per articolo. Ma siccome quei porci di 4 articoli ne stampano, sì e no, 1 e spesso nessuno , non ne cavo un accidente, e quasi solo perdita di tempo e rabbia di dover scrivere speculando se l'articolo in questione riceverà o meno l'imprimatur d'una graziosa redazione.
Nel processo con Koller dovetti cedere, per la principale ragione che, andando la lite dinanzi ad una superior court [corte d'appello], al solicitor [avvocato] occorrevano subito 30 sterline d'anticipo, che naturalmente non potei dare. Avevo da pagare al solicitor 5 sterline per lui e per un counsel [consigliere] che egli s'era associato. Con Koller si è concluso un accordo, secondo il quale gli debbo pagare 18 sterline, 2 al mese; le prime 2 gliele ho pagate nel gennaio scorso, le prossime 2 debbo pagargliele alla fine di febbraio, ma non so ancora di dove le caverò.
Durante gli ultimi 2 mesi la “Presse ” ha stampato così poco di mio, che il mio avere è cosa insignificante.
La situazione è resa ancor più pleasant [piacevole] dal fatto che la piccola Jenny da quasi 2 mesi è sotto cura medica. La bimba è visibilmente deperita. Jenny è ormai così grandicella da sentire tutto il peso e la nausea della nostra situazione, e credo che questa sia la ragione principale del suo deperimento fisico. (A proposito! Allen ieri le ha ordinato del vino, e sarebbe dunque una gran bella cosa che tu ne mandassi qualche bottiglia.) Ad es. è stata da Mrs. Young a nostra insaputa, per vedere se poteva esser assunta in teatro.
Take all in all [Tutto considerato], effettivamente non è worth while [non vale la pena] di condurre questa vita schifosa.
(Marx, Lettera a Engels, 25 febbraio 1862, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 239-240)
 
Mando oggi mia moglie ad un loan office [ufficio di prestiti], per vedere che cosa si può ottenere, perché ho ricevuto una villanissima lettera dal mio landlord [padrone di casa], e se il maledetto mi ficca in casa un broker [ufficiale giudiziario] mi si scaraventano addosso il cielo e la terra.
Il vino non è ancora arrivato.
Mi faresti un piacere, mandandomi questa settimana (entro venerdì mattina) un articolo inglese sulla guerra americana. Puoi scrivere senza alcuno scrupolo. La “Tribune” lo stampa come letter of a foreign officer [lettera di un ufficiale straniero]. (Marx, Lettera a Engels, 3 marzo 1862, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 243)
 
Puoi scrivermi, con riferimento alla vostra fabbrica di tutte le specie di operai (senza eccezione, except the warehouse) [eccetto il magazzino] che vi sono occupati, e in quale reciproca proporzione? Cioè per il mio libro [“Per la critica dell'economia politica”] mi abbisogna un esempio, per dimostrare che negli ateliers meccanici non esiste la divisione del lavoro , quale fondamento dell'industria manifatturiera e quale la descrive A. Smith. Questa idea è già stata sviluppata da Ure. Si tratta di un esempio a piacere.
(Marx, Lettera a Engels, 6 marzo 1862, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 250)
 
Dice il Vico nella sua “Scienza Nuova”, che la Germania è l'unico paese in Europa, dove ancora si parli un “linguaggio eroico”. Se il vecchio napoletano avesse avuto il piacere d'imparare a conoscere la “Presse” viennese o la “National-Zeitung” berlinese, avrebbe certamente ritirato questo suo giudizio.
Al mio arrivo a Londra trovai una lettera del landlord [padrone di casa], in cui mi annunciava la sua visita per oggi (28 aprile), per riscuotere il resto di 20 sterline. Oggi però non potrà ricevere nemmeno un centesimo. Durante la mia assenza di 4 settimane naturalmente l'elenco dei debiti per le immediate necessities [necessità immediate] si è accresciuto. A questo aggiungi che debbono esser pagate extra 2 partite, ancor più urgenti che il landlord. In primo luogo 7 sterline per il maestro di piano poiché mia moglie, nelle attuali circostanze, lo ha dovuto licenziare, e bisogna dunque anche pagarlo. In secondo luogo debbono esser ritirati oggetti per 10 sterline dal Monte dei pegni, dove erano emigrate non soltanto le cose delle bambine, ma perfino anche quelle delle domestiche giù giù fino alle scarpe. A cagione del landlord finora mi sono mantenuto incognito (all'infuori che per Borkheim), cosicché mia moglie gli dirà che non sono ancor ritornato, e cercherà di rimandarlo a tempo indeterminato . Poiché si tratta di shifting [guadagnare tempo].
Borkheim finora ha anticipato 20 sterline; promette il resto per il principio di questa settimana.
Mia moglie, senz'esser veduta, scorse per istrada Dronke con la signora e il rampollo.
(Marx, Lettera a Engels, 28 aprile 1862, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 255)
 
Per quanto riguarda il mio libro [“Per la critica dell'economia politica”] ci vorranno ancora 2 mesi prima che sia pronto. Durante lo scorso anno, per non morire di fame ho dovuto fari i mestieri più sconci e sono stato spesso mesi interi senza poter attendere alla “cosa”. A ciò si aggiunga una mia caratteristica, per cui quando ho davanti a me una cosa scritta 4 settimane prima, la trovo insufficiente e la riscrivo completamente. In tutti i casi la mia opera non ci perde nulla, e il pubblico tedesco pro anno [per quest'anno] è indaffarato in faccende incomparabilmente più importanti.
Ad vocem [Quanto al] tuo scritto, che io naturalmente ho letto per intero, certi capitoli ripetutamente, mi colpisce il fatto che a quanto pare non hai letto Vico, la “Scienza nuova ”. Non perché ci avresti trovato qualcosa per i tuoi scopi, ma per la concezione filosofica dello spirito del diritto romano opposta a quella dei filistei della scienza giuridica. L'originale credo che non riusciresti a leggerlo, perché non solo è in italiano, ma è scritto in un idioma napoletano assai contorto.
Ti raccomando invece la traduzione francese: “La Science Nouvelle etc. traduite par l'auteaur de l'essai sur la formation du dogme catholique”. (...)
Vico contiene in germe Wolf (Omero), Niebuhr (“Storia della monarchia romana”) i fondamenti della linguistica comparata (anche se in modo fantastico) e ancora un bel po' di genialità. Finora non mi è riuscito di scovare le sue opere propriamente giuridiche. (...)
La classe media (e l'aristocrazia) inglese non si è mai comportata in modo così vergognoso come in occasione della grande lotta in corso oltre Atlantico. Invece la working class [classe operaia] inglese, che sopporta più di tutti le conseguenze del bellum civile [guerra civile], non si è mai comportata in modo più eroico e nobile. Ciò è da ammirare tanto più se, come me, si conoscono tutti i mezzi che qui e a Manchester sono stati messi in opera per indurla a una dimostrazione.
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 28 aprile 1862, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 674-675)
 
Giovedì scorso, 8 giorni fa, mi scrivesti di volermi mandare del vino per la piccola Jenny e compagnia. Mostrai la lettera alle ragazze. Poiché il vino non è arrivato, gran delusione. La cosa mi sta molto a cuore in questo momento, perché le diverte, e altrimenti la nostra casa è desolatissima.
Nulla di più insopportabile di questa oppressione, che si stende adesso su tutti noi.
Fortunatamente non ho veduto né udito niente dell'exhibition e dei suoi visitatori e sperso che questo “rimanere intatti” continui, poiché adesso non sono assolutamente in grado di ricevere people [gente].
Appena hai tempo scrivimi in breve le tue vedute intorno alle operazioni militari negli United States, specialmente intorno alle eroiche gesta di McClellan.
(Marx, Lettera a Engels, 19 maggio 1862, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 265
 
Sabato scorso ho ricevuto dalla società del gas la secca intimazione di pagarle entro il prossimo sabato 1 sterlina e 10 scellini (ed era l'ultimo ammonimento), altrimenti mi avrebbe tagliato il gas.
Poiché sono sans sou [senza un soldo], debbo in questa merdosa mia situazione rivolgermi a te.
(Marx, Lettera a Engels, 27 maggio 1862, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 270-271)
 
Provo un'enorme ripugnanza a intrattenerti di nuovo con la mia miseria, ma que faire? [che fare?] Mia moglie ogni giorno mi dice che vorrebbe esser nella tomba con le figliuole, e in verità non posso fargliene carico, perché le umiliazioni, le pene e gli spaventi fra cui si deve passare in questa nostra situazione, sono veramente indescrivibili. Le 50 sterline, come tu sai, andarono per il pagamento dei debiti, e con queste non ne poté venir pagata che la metà. Le 2 sterline andarono per il gas. Quel pidocchioso denaro di Vienna non arriverà che alla fine di luglio, e sarà maledettamente poco, poiché quei cani non stampano nemmeno un articolo alla settimana. Ed ecco ora le nuove spese dal principio di maggio. Non ti dico poi nulla del fatto, a Londra veramente pericoloso, di restare senza un centesimo durante 7 settimane, poiché per noi è diventato ormai cronico. Ma questo lo saprai anche da tue esperienze, poiché continuamente vi sono spese correnti, che debbono venir pagate in contanti. A questo si poté far fronte, alla fine di aprile, impegnando di nuovo le cose tolte dal Monte di pietà. Ma ormai da settimane anche questa fonte è tanto esausta, che mia moglie una settimana fa ha compiuto il “vano” tentativo di vendere libri miei. Le mie povere ragazze mi fanno tanto maggior pena, in quanto tutto questo capita proprio in questa exhibition season [stagione dell'esposizione], durante la quale i loro conoscenti si divertono e invece esse vivono solo nello spavento che qualcuno le venga a trovare e s'accorga della miseria nostra.
Del resto io ora ci do sotto a lavorare, ed è strano che, con tutta questa miseria intorno, la mia scatola cranica sia viva quanto non era mai stata da anni. Do maggior ampiezza a questo volume, perché quei cani di tedeschi apprezzano il valore dei libri dal contenuto cubico. Inoltre ho terminato finalmente anche quella porcheria della rendita fondiaria (a cui però in questa parte non voglio nemmeno accennare ). Da lungo tempo avevo misgivings [dubbi] sulla piena giustezza della teoria ricardiana e finalmente ho trovato l'inganno. Del resto, anche per quello che già è trattato in questo volume, da quando non ci siamo più veduti ho scoperto alcune novità carine e sorprendenti.
Mi diverto con Darwin, al quale ho dato di nuovo un'occhiata, quando dice d'applicare la “teoria del Malthus” anche alle piante e agli animali, come se il succo del signor Malthus non consistesse proprio nel fatto che essa non viene applicata alle piante e agli animali, ma invece - con geometrica progressione - soltanto agli uomini, in contrasto con le piante e gli animali. È notevole il fatto che, nelle bestie e nelle piante, Darwin riconosce la sua società inglese con la sua divisione del lavoro, la concorrenza, l'apertura di nuovi mercati, “le invenzioni” e la malthusiana “lotta per l'esistenza”. È il bellum omnium contra omnes [guerra di tutti contro tutti] di Hobbes, e fa ricordare Hegel nella “Fenomenologia”, dove raffigura la società borghese quale “regno animale ideale”, mentre in Darwin il regno animale è raffigurato quale società borghese. (...)
Se fosse possibile brevissimamente e senza toglierti troppo tempo, vorrei un paradigma (insieme con spiegazioni) della contabilità italiana. Mi sarebbe utile per la delucidazione del “Tableau économique” del Dr. Quesnay.
(Marx, Lettera a Engels, 18 giugno 1862, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 278-279)
 
Lassalle è qui da 2 giorni e vuol trattenersi parecchie settimane.
Ora tu devi venir qui per alcuni giorni, perché egli è anche senza questo molto “offended” [“offeso”] che tu e Wolff non gli abbiate mai accusato ricevuta dei suoi scritti. Infatti tu volevi senz'altro venir qui un paio di giorni per l'exhibition [esposizione].
Ti scrivo così in fretta, perché sono legato al lavoro del libro come un mulo.
(Marx, Lettera a Engels, 11 luglio 1862, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 284)
 
Dalle cartacce qui unite potrai in parte vedere, quanto io sia bothered [tormentato]. Il landlord [padrone di casa] finora si è lasciato placare, e ha da avere 25 sterline. Il noleggiatore del pianoforte, a cui si paga a rate il noleggio, alla fine di giugno doveva avere 6 sterline, ed è un tanghero villanissimo. Ci ho in casa intimazioni di pagamento di imposte per 6 sterline. Il porco debito della scuola di circa 10 sterline l'ho felicemente pagato, perché faccio di tutto per risparmiare alle ragazze dirette umiliazioni. Al macellaio ho pagato 6 sterline (ed era tutto il mio guadagno per un trimestre della “Presse”!, ma l'infame è di nuovo a tormentarmi, e non parlo poi del fornaio, del teagrocer, greengrocer [negoziante di tè, erbivendolo] e come diavolo tutti si chiamino.
Il negro ebreo Lassalle, che per fortuna parte alla fine della settimana, ha felicemente perduti altri 5.000 talleri in una speculazione sbagliata. Il birbone getterebbe il suo denaro nel cesso, piuttosto che prestarlo ad un “amico” anche se gli fossero garantiti interessi e capitale. In ciò parte dal concetto che lui deve vivere come barone ebreo, o come ebreo baronizzato (probabilmente per mezzo della contessa).
Pensa che il farabutto, il quale sa la storia mia con l'America, ecc. e dunque conosce la crisi che attraverso, ebbe la sfacciataggine di chiedermi se volevo cedere una delle mie figliole come “dama” di compagnia della Hatzfeldt, e se a me doveva procurare la protezione di Gerstenberg (!). Quel grullo mi è costato un mucchio di tempo; pensava quell'animale che, non avendo io adesso “nessun affare” e compiendo solo un “lavoro teorico”, potessi dunque altrettanto utilmente ammazzare il mio tempo con lui! Per mantenere di fronte al garzoncello certi dehors [apparenze], mia moglie aveva dovuto portare al Monte dei pegni perfino quasi tutto l'impegnabile!
Se non mi fossi trovato in questa situazione schifosa, e se non mi avesse irritato il batter del parvenu sul borsellino, mi sarei divertito come un re. Da quell'anno che lo vidi, è completamente impazzito. Il soggiorno a Zurigo (con Rüstow, Herwegh, ecc.) e il successivo viaggio in Italia, quindi il suo “Herr Julian Schmidt”, ecc. gli hanno completamente stravolto il cervello. È fuor di ogni dubbio che egli è ora non soltanto il più profondo pensatore, il più grande erudito, il più geniale indagatore e così via, ma inoltre Don Giovanni e un cardinal Richelieu rivoluzionario. Aggiungi il continuo cicaleccio, con quella voce in falsetto, il goffo gesticolare, il tono cattedratico.
Egli ci comunicò, a mia moglie e a me, come un grande segreto, d'aver dato a Garibaldi il consiglio di non prender Roma come mèta del suo attacco, bensì Napoli, di farsi colà dittattore (senza offendere Vittorio Emanuele), e di sollevare un esercito di popolo alla guerra contro l'Austria. Lassalle pensava che gli sparissero dal suolo, come d'incanto, 300.000 uomini e che l'esercito piemontese naturalmente vi si sarebbe unito. E poi - secondo un piano, come egli dice, approvato dal signor Rüstow - un corpo distaccato avrebbe dovuto muovere verso la costa adriatica (Dalmazia) o meglio sbarcare provocando l'insurrezione della Ungheria, mentre l'esercito principale, al comando di Garibaldi, senza preoccuparsi del Quadrilatero, da Padova avrebbe marciato su Vienna, dove la popolazione si sarebbe immediatamente rivoltata. Tutto fatto in 6 settimane. Leva di tutta l'azione: l'influenza politica di Lassalle ovverossia la sua penna a Berlino. E Rüstow alla testa d'un corpo di volontari tedeschi uniti a Garibaldi. Bonaparte poi era paralizzato da questo coup d'éclat [colpo clamoroso] lassalliana.
Egli è stato adesso anche da Mazzini, e “anche questi” ha approvato e “ammirato” il suo piano.
Si presentava a questa gente come “rappresentante della classe operaia rivoluzionaria tedesca” e supponeva (proprio letteralmente) che essa sapesse che lui (Itzig), con il suo “opuscolo sulla guerra italiana aveva impedito l'intervento della Prussia” e che lui in fact [in realtà] ha diretto “tutta la storia degli ultimi 3 anni”. Lassalle era furente contro me e mia moglie che ci prendevamo giuoco dei suoi piani, lo canzonavamo come “bonapartista illuminato” e così via. Gridava, smaniava e si è finalmente convinto che io sono troppo “astratto” per intendere la politica.
As to [Quanto alla] America, è cosa, diceva, del tutto priva d'interesse. Gli yankees non hanno “idee”. La “libertà individuale” è soltanto “una idea negativa”, ecc. e quant'altro resta di questo vecchio putrefatto immondezzaio della speculazione.
Come ho detto, in tutt'altre circostanze, e se non m'avesse distolto dal lavoro, questo bel tipo m'avrebbe divertito come un re.
Aggiungi l'appetito smodato e la sensualità disgustante di questo “idealista”.
Adesso vedo con perfetta chiarezza che egli, come dimostrano anche la conformazione della sua testa e la chioma, discende dai negri che si unirono all'esodo di Mosè dall'Egitto (a meno che poi sua madre o sua nonna paterna non si sia incrociata con un negro). Ora, questa mescolanza di giudaismo e germanesimo con un fondo negro debbono dare un bizzarro prodotto. La molesta insistenza del garzoncello è pure di marca negra.
Del resto, se il signor Rüstow ha inventato la marcia da Padova a Vienna, mi sembra che non debba mancare nemmeno a lui un rametto di pazzia.(...)
Una delle grandi scoperte del nostro negro - che però comunicò anche a me, al suo “più intimo amico” - è che i pelasgi originano dai semiti. Prova fondamentale: nel Libro dei Maccabei gli ebrei inviano ambasciatori alla Grecia per ottenere aiuto, richiamandosi alla affinità d'origine. Inoltre, a Perugia, si è ritrovata un'iscrizione etrusca, e tanto il consigliere aulico Stücker di Berlino quanto un italiano l'hanno contemporaneamente decifrata, risolvendo, senza saper l'uno dell'altro, i caratteri etruschi in ebraici.
Affinché noi non gli veniamo più innanzi con “blue books” [“libri azzurri”] egli ha comprato (sotto la guida di Bucher) blue books per 20 sterline.
Ha convertito Bucher al socialismo, così afferma. Il Bucher è un ometto gentilissimo, anche se un poco strambo, e in ogni caso non posso credere che abbia accettato la “politica estera” di Lassalle. Bucher è la “moglie del tipografo” nel “Julian Schmidt” .
Magari tu fossi venuto qui per un paio di giorni. Avresti messo da parte materia per un anno di risate. Per questo t'avrei veduto tanto volentieri. Tali occasioni non capitano tutti i giorni.
(Marx, Lettera a Engels, 30 luglio 1862, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 289-290-291-292)

 
I più vivi ringraziamenti per le 10 sterline.
Ho grande dispiacere che tu, per colpa mia, ti trovi imbarazzato nelle tue questioni finanziarie. Ma que faire? [che fare?] Chi può resistere a una tal crisi, come questa americana? Aggiungi la mia speciale disdetta d'aver a che fare con un giornale così pidocchioso come la “Presse” di Vienna. Otherwise [D'altra parte] costoro avrebbero potuto to some extent [in un certo senso] sostituirmi la “Tribune”. Credi tu che adesso sia venuto il momento di rivolgermi per esempio allo “Evening Post” (il giornale abolizionista [organo del movimento per la liberazione degli schiavi] di New York) per offrirmi quale corrispondente?
È un vero miracolo che, come di fatto avviene, io possa ancora tirare avanti coi miei lavori teorici. Però ora mi propongo di collocare subito in questo volume [“Per la critica dell'economia politica”], come un capitolo inserito, la teoria della rendita, vale a dire come illustrazione d'una tesi già enunciata in precedenza. In due parole ti voglio esporre la faccenda che nella stesura è assai ampia e complicata, affinché tu mi d i a i l t u o g i u d i z i o.
(Marx, Lettera a Engels, 2 agosto 1862, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 296)
 
Il landlord [padrone di casa] fu da me lunedì e mi dichiarò che, se io, dopo che aveva avuto tanta pazienza, non lo avessi pagato entro brevissimo termine, avrebbe passato la cosa al suo agente. Questo significa che sarebbe qui il broker [ufficiale giudiziario]. Ho pure - e davvero in modo strano proprio nello stesso giorno - ricevuto un precetto esecutivo delle imposte e lettere dai negozianti, per la maggior parte conoscenti del landlord, che mi minacciano di denuncia e di sospensione delle provisions [rifornimenti].
Lassalle partì lunedì sera. Lo vidi ancora, dopo che si erano verificati tutti questi events [eventi]. Egli s'accorse dal mio aspetto dejected [abbattuto], che la crisi, a lui nota da lungo tempo, era arrivata a una catastrofe of ani [di qualche] specie. M'interrogò. Dopo la mia risposta, dichiarò che poteva prestarmi 15 sterline fino al 1° gennaio 1863; che si poteva anche trarre cambiale su di lui, per un amount [ammontare] a piacere, purché il pagamento gli fosse garantito, oltre le15 sterline, da te o da altri. Di più non poteva fare, date le sue limitate possibilità. (Questo lo credo, perché qui gli occorrevano 1 sterlina e 2 scellini al giorno solo di cabs [carrozze] e sigari.)
Puoi tu in questa maniera, servendoti di Borkheim quale scontante, far qualche cosa, per stornare la crisi? Delle 10 sterline ne ho pagate 6 al noleggiatore del piano, che è un cagnaccio cattivo e che mi avrebbe senz'altro portato dinanzi alla county-court [tribunale della contea]. Ho ritirato oggetti dal Monte di pietà per 2 sterline e il resto l'ho messo a disposizione di mia moglie.
T'assicuro che, se non fosse per queste family difficulties [difficoltà familiari], preferirei di gran lunga ritirarmi in un model lodging house [casermone d'affitto] piuttosto che premere continuamente sul tuo borsellino.
S'aggiunge un altro guaio. Il Dr. Allen mi dichiara che per la piccola Jenny il mare è assolutamente necessario almeno per 15 giorni, idem per la più piccola che, l'anno passato, ebbe una specie d'itterizia e non è ancora all right.
Itzig mi disse inoltre che forse fonderà un giornale, nel caso in cui egli ritorni in settembre. Io gli dissi che, dietro buon pagamento, avrei fatto il corrispondente dall'Inghilterra per loro senza assumere nessun'altra speciale responsibility [responsabilità] o una partnership [partecipazione] politica, poiché politicamente non concordiamo in nulla fuor che in alcuni scopi finali alquanto distanti.
Non condivido del tutto le tue opinioni sull'American civil war.
(Marx, Lettera a Engels, 7 agosto 1862, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 302-303)
 
Circa la teoria della rendita, naturalmente debbo prima aspettar la tua lettera. Però per la semplificazione del “dibattito”, come direbbe Heinrich Bürgers, aggiungo quanto segue:
I. L'unica cosa che io debbo dimostrare teoricamente , è la possibilità della rendita assoluta, senza ledere la legge del valore. È questo il punto intorno a cui si svolge la contesa teorica dei fisiocrati fino a oggi. Ricardo nega questa possibilità; io l'affermo. E affermo nello stesso tempo che la sua negazione riposa su un dogma teoricamente falso e derivante da A. Smith: la supposta identità fra cost-prices e values of commodities [prezzi di costo e valori delle merci]. Inoltre che, laddove Ricardo illustra a mo' d'esempio , egli presuppone sempre situazioni, in cui o non esiste produzione capitalistica alcuna o (di fatto oppure legalmente) non esiste proprietà fondiaria. Si tratta invece proprio di indagare la legge, se queste cose esistono.
II. Per quanto concerne [Nell'originale: esiste] l'esistenza della rendita fondiaria assoluta, questa sarebbe una questione da risolvere in ogni paese statisticamente. Però l'importanza della soluzione puramente teorica scaturisce da ciò, che da 35 anni gli statistici e i pratici, in genere, affermano l'esistenza della rendita fondiaria assoluta, e i teorici (ricardiani) cercano di demolirla con astrazioni violentissime e teoricamente assai deboli. Finora, in tutte queste quarrels [polemiche], trovai sempre i teorici dalla parte del torto.
III. Io dimostro poi che, anche supposta l'esistenza della rendita fondiaria assoluta, non ne consegue affatto che, under alla circumstances [in tutte le circostanze], il terreno peggio coltivato o la peggior miniera paghino un rendita; bensì che è possibilissimo che questi debbano vendere i loro prodotti al valore di mercato, ma al disotto del loro valore individuale.
Ricardo, per dimostrare il contrario, suppone sempre - cosa teoricamente falsa - che under all conditions of the market [in tutte le condizioni di mercato] la merce prodotta nelle condizioni più sfavorevoli determini il valore di mercato.
Tu avevi già ribattuto giustamente nei “Deutsch-Französische Jahrbücher” [Engels, “Lineamenti di critica dell'economia politica”].
(Marx, Lettera a Engels, 9 agosto 1862, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 307-308)
 
Il furore, con cui i sudisti accolsero i decreti di Lincoln, dimostra l'importanza degli stessi. I decreti di Lincoln hanno tutti l'apparenza di grette e cavillose condizioni che un avvocato contrappone all'altro avvocato. Ciò non elimina tuttavia il loro contenuto storico. (...)
Naturalmente io, come altri, vedo quanto sia ripugnante nella forma l'agire degli yankees; ma trovo che ciò è spiegabile col carattere d'una democrazia “borghese”. Tuttavia gli avvenimenti di laggiù sono d'importanza mondiale e in tutta la storia mondiale non v'è nulla di più rivoltante che il comportamento inglese rispetto a essi.
(Marx, Lettera a Engels, 29 ottobre 1862, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 325)
 
Poiché tu, avendo mandato denaro ad Eccarius, hai inoltre pagato la grossa somma per la cambiale lassalliana, naturalmente sarai al verde. E tuttavia ti debbo pregare di mandarmi una piccolezza entro lunedì, dovendo comprar carbone e “viveri”, since l'épicier [perché il droghiere] già da 3 settimane mi ha tolto il suo credito, e io pertanto, fino a quando questo porco cane non sia stato pagato, sono obbligato a comprar da lui a contanti, per non venir citato.
(Marx, Lettera a Engels, 14 novembre 1862, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 330)
 
Mi ha fatto molto piacere vedere dalla Sua lettera che Lei e i Suoi amici prendono un interesse così vivo alla mia “Critica dell'economia politica”. La seconda parte è ora finalmente pronta, cioè fino alla sua trascrizione in bella copia e all'ultima rilettura per la stampa. Saranno circa 30 fogli a stampa. È la continuazione del fascicolo I, ma compare come opera a sé sotto il titolo “Il capitale ” e “Per la critica dell'economia politica” solo come sottotitolo. Infatti essa abbraccia soltanto la materia che doveva costituire il terzo capitolo della prima sezione, cioè “Il capitale in generale”. Non vi sono quindi compresi la concorrenza dei capitali e il sistema creditizio. In questo volume è contenuto ciò che gli inglesi chiamano “the principles of political economy” [“i prinicipi dell'economia politica”]. È la quintessenza (insieme con la prima parte), e lo svolgimento di ciò che segue potrebbe essere elaborato facilmente anche da altri (ad eccezione forse del rapporto fra le diverse forme dello Stato e le diverse strutture economiche della società) sulla base di ciò che è stato fornito.
Il lungo ritardo ha le seguenti ragioni. Anzitutto nel 1860 lo scandalo Vogt mi sottrasse moltissimo tempo, poiché dovetti fare una gran quantità di ricerche su roba in sé e per sé senza importanza, condurre processi ecc. Nel 1861, a causa della guerra civile americana, perdetti la fonte principale delle mie entrate, la “New-York Daily Tribune ”. La mia collaborazione a quel foglio è, sino a questo momento sospesa, così fui e sono costretto ad assumere una quantità di lavoro di ripiego per non ridurmi addirittura sul lastrico insieme alla mia famiglia. Avevo persino deciso di diventare “impiegato”, e al principio dell'anno prossimo sarei dovuto entrare in un ufficio ferroviario. Devo chiamarla fortuna o sfortuna? La mia brutta scrittura fu la ragione per cui non ebbi il posto. Così Lei vede che mi è rimasto poco tempo e poca serenità per lavori teorici. È probabile che queste stesse cause protraggano il definitivo approntamento per la stampa più di quanto io non desideri.
Per ciò che riguarda la casa editrice, non darò in nessun caso al signor Duncker il secondo volume. Costui ricevette il manoscritto per il fascicolo I nel dicembre 1858, ed esso apparve nel luglio o agosto 1859. Ho qualche prospettiva, per quanto non proprio forte, che Brockhaus stampi la cosa. La conspiration de silence [congiura del silenzio] di cui mi onora la plebaglia dei letterati tedeschi, tutte le volte che essa stessa si accorge che la cosa non si liquida con gli insulti, mi è editorialmente sfavorevole, per non parlare della tendenza dei miei lavori. Non appena il manoscritto sarà pronto nella stesura in bella copia (che comincerò col gennaio 1863), lo porterò io stesso in Germania, perché con gli editori è più facile sbrigarsela personalmente.
Ho tutte le prospettive che, appena uscito il lavoro in tedesco, a Parigi ne sarà curata un'edizione francese. Per tradurre in francese io stesso non ho assolutamente il tempo, tanto più che voglio scrivere in tedesco la continuazione, cioè la conclusione dell'esposizione del capitale, concorrenza e credito, oppure compendiare per il pubblico inglese i due primi lavori in un solo scritto. Non credo si possa contare su un effetto in Germania, prima di avere ottenuto un attestato dall'estero.
Nel l primo fascicolo la maniera di esporre era senza dubbio assai poco popolare. Ciò dipendeva in parte dalla natura astratta dell'argomento, dallo spazio limitato che mi era prescritto, e dallo scopo del lavoro. Questa parte è più facilmente comprensibile, perché tratta di rapporti più concreti. I tentativi scientifici, intesi a rivoluzionare la scienza, non possono mai essere veramente popolari. Ma, una volta che la base scientifica è posta, il popolarizzare è facile. Quando i tempi diventano un po' più burrascosi, si possono scegliere di nuovo i colori e le tinte che un'esposizione popolare di questi argomenti richiederebbe. Per contro mi sarei comunque aspettato che gli specialisti tedeschi, se non altro per decoro, non ignorassero così completamente il mio lavoro.
Ho fatto inoltre l'esperienza, per nulla piacevole, che in Germania amici di partito che si sono occupati a lungo di questa scienza, e che privatamente mi hanno scritto con esagerate esplosioni di plauso sul fascicolo I, non fecero il minimo passo per scrivere una critica o anche soltanto un'indicazione del contenuto, nelle riviste a loro accessibili. Se questa è tattica di partito, confesso che il suo segreto mi è assolutamente impenetrabile.
Mi farà molto piacere se, all'occasione, Lei mi scriverà sulla situazione in patria. Andiamo evidentemente incontro a una rivoluzione, cosa della quale non ho mai dubitato fin dal 1850. Il primo atto comprenderà una nuova edizione, per nulla confortante, delle baggianate del '48-49. Tuttavia questo è il cammino della storia universale e bisogna prenderla com'è.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 28 dicembre 1862, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 694-695-696)

 
1863


La notizia della morte di Mary [Mary Burns, operaia irlandese, prima compagna di Engels] mi ha altrettanto sorpreso che costernato. Ella era buona, di umore lieto e ti era molto attaccata.

Sa il diavolo perché oggi nient'altro che disgrazie avvengano nel nostro cerchio. Non so più assolutamente dove io abbia la testa. I miei tentativi di procurarmi denaro in Francia e in Germania sono falliti, ed era naturalmente prevedibile che con 15 sterline avrei potuto trattenere la frana solo per un paio di settimane. Prescindendo dal fatto che non riceviamo più niente a credito, fuorché dal macellaio e dal fornaio, cosa anche questa che cesserà con la fine della settimana, sono sollecitato per la scuola, per l'affitto e da tutta la masnada. Quei due che hanno ricevuto un acconto di un paio di sterline, le hanno astutamente intascate, per potersi scagliare contro di me con raddoppiata furia. E inoltre le bambine non hanno né vestiti né scarpe per uscire. In breve, il diavolo si è scatenato, come chiaramente prevedevo, quando venni a Manchester e quando, come ultimo coup de désespoir [colpo di disperazione] mandai mia moglie a Parigi. Se non si riesce, per mezzo d'una loan society or life assurance [società di prestiti o una assicurazione sulla vita] (e anche di questo non vedo possibilità; con la prima società ho fatto invano tutti i tentativi. Esse pretendono garanzie e che siano esibite le quietanze della rendita e delle tasse, cosa che non posso fare) ad ottenere una maggior somma, qui la situazione può tirar avanti a mala pena per due settimane.
È un orribile egoismo da parte mia il raccontarti in questo momento tali horreurs [orrori]. Ma il rimedio è omeopatico. Una disgrazia scaccia l'altra. E, au bout du compte [in fin dei conti], che cosa debbo fare? In tutta Londra non v'è un uomo col quale possa aprire l'animo e in casa mia io recito la parte dello stoico taciturno, per fare il contrappeso agli sfoghi dell'altra parte. Ma lavorare under such circumstances [in queste circostanze] è del tutto impossibile. Non avrebbe potuto, in luogo della Mary, morire mia madre, che è ormai piena di acciacchi e che ha vissuto quanto doveva...? Vedi a quali stravaganti fantasie “giungono gli uomini civilizzati” sotto la pressione di certe circostanze.
Come farai ora con il tuo establishment? [sistemazione] È straordinariamente duro per te, che, ogniqualvolta volevi, trovavi presso la Mary una home [casa] libera e riparata da tutte le umane miserie.
(Marx, Lettera a Engels, 8 gennaio 1863, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 345-346)
 
Mi è parso bene lasciar passare un certo tempo prima di risponderti. La tua condizione da un lato, la mia dall'altro rendevano difficile di considerar “freddamente” le cose.
Fu un mio gran torto l'averti scritto quella lettera, e ne fui pentito appena l'ebbi spedita. Ma in nessun caso avvenne per mancanza di cuore. Mia moglie e le bambine mi saran testimoni che all'arrivo della tua lettera (arrivò di prima mattina) fui scosso come alla morte d'un mio prossimo parente. Ma quando ti scrissi la sera, lo feci sotto l'impressione di circostanze molto disperate. Avevo in casa il broker [ufficiale giudiziario] mandato dal landlord [padrone di casa], un protesto cambiario del macellaio, mancanza di carbone e di cibo in casa e la piccola Jenny a letto. In tali circumstances generally [circostanze di solito] non so aiutarmi che col cinismo. Quel che mi fece andar del tutto fuor di cervello fu il fatto che mia moglie credeva che non t'avessi comunicato con sufficiente esattezza la reale situazione.
La tua lettera mi fu tanto più gradita, in quanto le chiariva il “non possumus” [“l'impossibilità”], poiché lei sa benissimo che non ho atteso il tuo consiglio per scrivere a mio zio; che non potevo rivolgermi qui a Londra a Watts, che vive ed ha office a Manchester; che fin dall'ultima dichiarazione di debito di Lassalle non posso trarre cambiali su Londra e, alla fine, che 25 sterline in febbraio né ci farebbero vivere in gennaio, né ancor meno allontanerebbero la crisi imminente. Poiché ti era impossibile aiutarci, quantunque ti avessi reso edotto che noi ci troviamo nelle condizioni degli operai di Manchester, era necessario che lei si rendesse conto del non possumus, e io desideravo appunto questo, dato che occorre metter fine all'attuale situazione, a questo arrostire a fuoco lento, sentendosi consumare il cervello e il cuore, perdendo inoltre il miglior tempo e tuttavia conservando per me e per le ragazze false appearances [apparenze] ugualmente dannose. Le tre settimane che da allora abbiamo trascorso hanno indotto mia moglie ad accettare, alla fine, una proposta, già da me fatta da molto tempo e che, con tutti i suoi lati spiacevoli, non soltanto resta l'unica via d'uscita, ma sempre preferibile alla vita degli ultimi tre anni, specialmente l'ultimo, e inoltre ristabilisce la nostra self-esteem [amor proprio].
Scriverò a tutti i creditori (con eccezione per il landlord), che, se non mi lasceranno in pace, dichiarerò bancarotta per failing of a bill in the court of bankruptcy [mancato pagamento di cambiale nel tribunale dei fallimenti]. Questo non si riferisce naturalmente al landlord, che ha privilegio sui mobili, che può trattenere. Le mie due bimbe più grandi avranno posti di governesses [governanti] per mezzo della famiglia Cunningham. Lenchen entrerà in un altro servizio, e io con mia moglie e la piccola Tussy andremo ad abitare in quella stessa City model lodging house [casermone d'affitto], dove a suo tempo dimorò il rosso Wolff con la famiglia.
Prima di venir a questa decisione, ho scritto, naturalmente, ancora una volta a diverse conoscenze in Germania, naturalmente senza successo. In ogni caso questo è senz'altro meglio che un prolungamento della situazione odierna ormai non più sopportabile. Ho avuto abbastanza da fare, a prezzo d'umiliazioni d'ogni specie e mediante false promesse, per acquietare il landlord e il macellaio con broker e cambiali.
Nel nuovo trimestre non potei mandare a scuola le ragazze, perché non avevo pagato il vecchio conto e in più non erano presentabili.
Col progetto ora esposto credo di poter, senza nessun intervento di terzi, arrivare almeno alla quiete.
Infine qualche cosa che non ha nulla da vedere con quanto sopra. Mi è sopraggiunto uno scrupolo intorno al capitolo del mio libro che concerne il macchinario. Non ho mai capito bene, come il self-actors [filatoi automatici] mutassero la filatura o piuttosto, dato che la forza vapore era impiegata già in precedenza, come mai il filatore, nonostante la forza vapore, dovesse intervenire con la sua forza motrice.
Avrei piacere che me lo spiegassi.
A proposito! Mia moglie, senza che io lo sapessi, si rivolse a Lupus chiedendogli 1 sterlina per le immediate necessities [bisogni immediati]. Egli gliene mandò due. Il fatto mi è spiaciuto, ma factum est factum [quello che è fatto è fatto].
(Marx, Lettera a Engels, 24 gennaio 1863, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 349-350-351)
 
Per una serie di strani casi, ieri mi fu proprio impossibile accusarti ricevuta della lettera con la cambiale.
So con piena esattezza quanto fu azzardato per te portare in questa guisa un così grande e inaspettato aiuto. Non potrò mai ringraziarti abbastanza, quantunque nel mio foro interiore non m'occorre nessuna nuova dimostrazione della tua amicizia per convincermi di quali sacrifici tu fossi capace. Se, del resto, tu avessi veduto la gioia delle mie bimbe, ne avresti avuto un gran premio.
Adesso posso dirti che, nonostante tutte le angustie fra cui vissi durante le ultime settimane, nulla, nemmeno relativamente, mi turbò quanto il timore d'una incrinatura nella nostra amicizia. Dichiarai ripetutamente a mia moglie che non me n'importava un bel niente di tutta la porca miseria se la comparavo col fatto d'esser stato capace, per via di queste borghesi pidocchierie e della sua forsennata agitazione, d'assalirti ancora con i miei guai privati, invece di confortarti in un tale momento. Consequently [conseguentemente] fu assai turbata la pace familiare, e la povera donna ha dovuto mandar giù, essendo in effetti innocente, per quanto, come donna, solita a pretender l'impossibile. Naturalmente ella non ebbe idea di ciò che stavo scrivendo, ma con un po' di riflessione avrebbe potuto rendersi conto che doveva saltarne fuori qualche cosa di simile. Le donne sono strane creature, anche quelle provviste di molta intelligenza. Al mattino mia moglie piangeva su Mary e sulla tua perdita, così da dimenticare del tutto la sua propria disgrazia, che per l'appunto arrivò al suo culmine nella giornata, e alla sera credeva che, all'infuori di noi, al mondo non potesse soffrire nessuno fuorché chi ha il broker [ufficiale giudiziario] in casa e chi ha figli.
Nella lettera precedente ti ho chiesto del self-actor [filatoio automatico]. La questione è cioè questa: in qual modo, prima della sua invenzione, interveniva il così detto filatore. Il self-actor mi riesce chiaro, ma la situazione precedente no.
Inserisco qualche cosa nel capitolo sul macchinario. Vi sono qui alcune questioni curiose, che io nella prima stesura ignoravo. Per venir in chiaro di esse, mi sono riletto da cima a fondo i miei quaderni (sunti) di tecnologia, per le stesse ragioni seguo un corso pratico (soltanto sperimentale) per operai del professor Willis (in Jermyn Street, l'istituto di geologia, dove anche Huxley tiene le sue lezioni). Mi succede con la meccanica, come per le lingue. Capisco le leggi matematiche, ma la più semplice realtà tecnica, che richiede intuizione, mi riesce difficile come ai più gran tangheri. (...)
Il rileggere riassunti tecnologico-storici mi ha condotto all'opinione che, prescindendo dall'invenzione della polvere, della bussola e della stampa - questi necessari presupposti dell'evoluzione borghese - dal secolo XVI alla metà del XVIII, dunque per il periodo della manifattura sviluppantesi dall'artigianato fino alla vera grande industria, le due basi materiali su cui si forma, dentro la manifattura, il lavoro preparatorio della meccanica sono, orologio e mulino (d'apprima il mulino da grano, e propriamente il mulino ad acqua), ambedue trasmessi dall'antichità. (Il mulino ad acqua fu portato a Roma dall'Asia minore al tempo di Giulio Cesare.) L'orologio è la prima macchina semovente adoperata a scopi pratici, tutta la teoria sulla produzione del moto uniforme si sviluppa da esso. (...)
Itzig mi manda, cosa inevitabile, la sua arringa di difesa (è stato condannato a 4 mesi) davanti al tribunale. Macte puer virtute! [Bravo ragazzo per il tuo valore! (Virgilio, Eneide, canto IX)]
In primo luogo questo millantatore ha fatto ristampare in Svizzera l'opuscolo, che tu hai, discorso sopra “il ceto operaio”, con il titolo pomposo: “Programma operaio ”.
Tu sai che esso non è che una pessima volgarizzazione del “Manifesto” [“Manifesto del partito comunista”] e di altre cose tanto spesso predicate da noi, sicché in certo qual modo sono diventate luoghi comuni. (Il giovanotto chiama, ad es., la classe operaia “ceto”.)
(Marx, Lettera a Engels, 28 gennaio 1863, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 354-355-356-357)
 
Ti avrei già scritto prima, ma da circa 12 giorni mi era strictly [rigorosamente] proibito completamente di leggere, scrivere e fumare. Ebbi una specie d'infiammazione agli occhi collegata con una spiacevolissima affezione dei nervi del capo. Ma la cosa è ormai risolta a tal punto che in questo momento oso per la prima volta scriver di nuovo. In questo frattempo mi detti continuamente a fantasticherie psicologiche, come può avvenire a chi sia sul punto di diventar cieco o d'impazzire.
Che ne dici della faccenda polacca? Questo è certo, che l'era of revolution [della rivoluzione] è ora di nuovo fairly opened in Europe [completamente aperta in Europa]. E la situazione generale buona. Ma le pacifiche delusions [illusioni] e l'entusiasmo quasi puerile, con cui salutammo l'era rivoluzionaria avanti il febbraio 1848, sono andate al diavolo. Vecchi camerati come Weerth ed altri sono morti, altri si sono staccati o hanno tralignato, e nuove forze non sono perlomeno ancora visibili. Inoltre, adesso sappiamo quale parte ha la stupidaggine nelle rivoluzioni e che esse vengono sfruttate da malviventi.
(Marx, Lettera a Engels, 13 febbraio 1863, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 359)
 
Il tuo silenzio è davvero preoccupante. Spero che tu non sia ammalato. D'altra parte spero di non averti dato nessun nuovo dispiacere, malgré moi [mio malgrado]. Se nella lettera con cui t'accusavo ricevuta delle 100 sterline ti parlai di macchine, ecc., lo feci in verità per distrarti e per toglierti dalle tue pene.
La faccenda polacca e l'intervento prussiano sono veramente un'occasione che ci costringe a parlare. Non personalmente, in parte per non sembrare concorrenti del candidato Blind, in parte per non chiuderci la via del ritorno in Germania. A questo serve bene l'Associazione operaia [Associazione operaia tedesca di cultura a Londra] di qui. In suo nome deve esser lanciato un manifesto, immediately [immediatamente]. Tu dovrai scrivere la parte militare , cioè l'interesse politico-militare della Germania alla ricostituzione della Polonia.
Io scriverò la diplomatica.
Ora, old boy [vecchio mio], rispondi, e se qualche cosa ti pesa sul cuore, speak out like a man [sfogati da uomo], e sii sicuro che nessun uomo prende parte così cordiale al tuo bene e al tuo male quanto
il tuo Moro
(Marx, Lettera a Engels, 17 febbraio 1863, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 361)

 

Tu sai che per un paio di settimane una malattia d'occhi mi ha quasi completamente impedito di leggere e di scrivere. È dunque necessario ricuperare il tempo perduto con una grossa sgobbata. Hinc [Di qui] il mio silenzio.
Dronke mi ha rimesso 50 sterline.
Dall'acclusa lettera del Dr. Kugelmann, che mi farai il favore di rimandarmi, vedrai quali teste confuse siano questi “compagni di partito” tedeschi. Il mio lavoro d'economia [“Per la critica dell'economia politica”] “non è attuale”, e tuttavia per la causa, quando sarà uscito questo volume, dovrò continuare a lavorare all'intera faccenda per l'acquietamento teorico di alcune anime belle. Di che cosa io debba vivere nell'intervallo tra questi “lavori inattuali” è naturalmente una questione che questi signori non si pongono nemmeno per un attimo.
(Marx, Lettera a Engels, 24 marzo 1863, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 370)
 
Mia moglie da due settimane è a letto e quasi del tutto sorda, il diavolo sa perché. La piccola Jenny ha di nuovo una specie d'attacco difterico. Se potrai mandare un poco di vino per entrambe (Allen per la piccola vuole del Porto) sarà ben gradito.
Qui a Londra, adesso un prete (in opposizione agli ateisti che predicano in John Street) tiene prediche deiste per i borghesi, in cui volterrianamente si prende spasso della Bibbia. (Mia moglie e le ragazze vi andarono due volte e ne facevan le lodi come umorista.) (...)
Bisogna aspettare prima di vedere quanto poco tempo occorra agli operai inglesi per liberarsi della loro apparente infezione borghese. Del resto, quanto nel tuo libro [“La situazione della classe operaia in Inghilterra”] concerne gli avvenimenti capitali è stato confermato fin nei minimi particolari dagli eventi succedutisi dal 1844 in poi. Ho cioè confrontato di nuovo il libro con i miei appunti sul periodo posteriore. Soltanto i piccoli compari tedeschi che misurano la storia mondiale a braccia e sul metro della ogni volta “interessante notizia di giornale” possono mettersi in testa, che in certi grandi momenti vent'anni siano più che un giorno, quantunque poi possono venir giorni in cui si condensano vent'anni.
Il rileggere il tuo scritto mi ha fatto sentire con dolore la vecchiaia. Con quale freschezza, con quale passione, con quale precorrente audacia e senza esitazione dotta ed erudita viene qui afferrata la questione! E la stessa illusione, che domani o dopodomani il risultato sprizzerà alla luce del sole anche storicamente, conferisce all'insieme un calore e un umore vitale, di fronte al quale il posteriore “grigiume” contrasta in modo maledettamente spiacevole.
(Marx, Lettera a Engels, 9 aprile 1863, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 378-379)
 
Ti spiegherai at once [immediatamente] il mio lungo silenzio, se riuscirai a immaginarti un fegato molto ingrossato con all its “appurtenances” [tutti i suoi “accessori”]. Da about [circa] 12 settimane ho sofferto di questo nonsense [assurdità] più di ogni altra volta. E non puoi credere quanto influisca sul morale d'un uomo, questo intontimento al capo e questa paralisi delle membra. Non si è più capaci di decider nulla, fra l'altro nemmeno di mettersi a scrivere una lettera. Nelle ultime due settimane la cosa è di nuovo sopportabile. Questo malanno mi rende così impossibile scrivere che, nonostante ripetuti tentativi, non portai a compimento la faccenda polacca, cosa che ora mi riesce molto gradita, poiché m'avrebbe semplicemente tolta ogni possibilità di un viaggio in Prussia, senza che direttamente giovasse.
Naturalmente in questo intervallo di tempo non ho vissuto nell'ozio, però non potei lavorare. Ecco quel che ho fatto: in parte ho riempito le mie lacune (diplomatico-storiche) circa la storia russo-prussiano-polacca, in parte lessi e feci estratti di ogni specie di letteratura storica sulla parte già da me elaborata dell'economia politica.
Questo al British Museum. Adesso, essendo relativamente in grado di lavorare, mi libererò del peso dell'economia politica e la ricopierò in bella per la stampa (e darò l'ultimo colpo di lima). Se mi fosse possibile di ritirarmi in solitudine, la cosa procederebbe molto rapidamente.
(Marx, Lettera a Engels, 29 maggio 1863, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 386)
 
Con questa ti accuso ricevuta delle 10 sterline con i migliori ringraziamenti. Poiché non ero sicuro che tu avresti potuto inviare il denaro prima di lunedì e d'altra parte regna qui in casa una grande paura delle cambiali, scrissi contemporaneamente a Dronke.
La piccola Jenny da 4 settimane tossicchia di nuovo. Oggi l'ho mandata dal Dr. Allen.
Nemmeno io sono ancora del tutto ristabilito, ma il male principale è passato. In the meantime [nel frattempo] ho mangiato zolfo , cosa che dovrebbe rallegrar molto Vogt.
Itzig mi ha mandato (forse anche a te) i suoi discorsi tenuti dinanzi al tribunale sulle imposte indirette . Vi sono dentro alcune singole cose buone, ma l'insieme è in primo luogo insopportabilmente seccante, pettegolo, scritto con la più ridicola prosopopea e saccenteria. Inoltre è essentiellement [essenzialmente] il compito d'uno “scolaro ”, che in tutta furia vuol proclamarsi uomo di “profonda erudizione” e originale ricercatore. Brulica perciò di blunders [strafalcioni] storici e teorici.
(Marx, Lettera a Engels, 12 giugno 1863, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 392)
 
Il “piccolo” [Ernst Dronke] mi scrive oggi da Liverpool che la questione pecuniaria deve essere sbrigata, cioè decisa ora, perché la deve curare lui personalmente , ed egli ogni giorno potrebbe essere invitato a mettersi in viaggio per affari. Puoi ben immaginare quanto mi sia doloroso che per causa mia tu debba assumere any obligation whatever [un qualsiasi obbligo] di fronte al piccolo, mais que faire? [ma che fare?]
Io sono stato e starò fino alla fine del mese al British Museum, poiché, se non altro per il mio “fegato”, debbo sfuggir più che posso le inevitabili seccature della casa provocate dalla pressure from without [pressione delle circostanze esterne]. Non appena sia tornata la quiete mi darò alla ricopiatura in bella del porco-libro [“Per la critica dell'economia politica”], che voglio io stesso andar a offrire in Germania bussando a tutte le porte. Non appena avrò fatto questo, sarà venuto il momento di farsi vedere a Parigi e a Londra, sia per una traduzione francese che per una rielaborazione inglese. Poiché Itzig da solo questa volta ci costringe a non nasconder troppo la nostra fiaccola sotto il moggio.
(Marx, Lettera a Engels, 22 giugno 1863, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 395)
 
D'abord [prima di tutto] i miei migliori ringraziamenti per le 250 sterline.
Dronke m'aveva mandato about [circa] quattro mesi fa 50 sterline ed oggi 200.
Purtroppo la piccola Jenny non sta ancora come dovrebbe. La tosse non è ancora passata, e la ragazza è diventata troppo “leggera”. La manderò ai bagni con le altre, non appena sia finito il suo turno di scuola. Per quanto io abbia molta fiducia in Allen, sarei tuttavia molto contento se Gumpert , che è probabile parta per il continente a passarvi le ferie, si fermasse qui, si facesse un giudizio sul suo stato e mi dicesse la sua opinione. Debbo dirti con tutta sincerità che sono in grande ansia per la bimba. La perdita in carne a questa età mi sembra cosa da far molto pensare. (...)
Itzig mi ha mandato un nuovo opuscolo il suo discorso a Francoforte sul Meno. Poiché adesso ex officio [ufficialmente] mi occupo di economia per 10 ore al giorno, è dunque troppo pretendere che debba ammazzare le ore che mi restano con la lettura di questi compiti scolastici. È dunque per ora posto ad acta. Nel tempo libero studio calcolo differenziale e integrale. A proposito! Di scritti su tale argomento ne ho a esuberanza e te me manderò uno, se vorrai occupartene. Per i tuoi studi militari li ritengo quasi necessari. Inoltre (per quanto riguarda puramente la tecnica) è questa una parte della matematica molto più facile, ad esempio, dell'algebra superiore. All'infuori delle conoscenze comuni algebriche e trigonometriche non richiede necessariamente studi preliminari, se si eccettua la conoscenza generale delle sezioni coniche.
Scrivimi un giudizio un poco motivato sull'opuscolo qui accluso del “duc du Roussillon” [“duca si Rossillione”], che forse ricordi sotto il nome di “Pi”, perché costui tutti i giorni mi affligge per lettera pretendendo che gli faccia conoscere il mio “giudizio”.
Considera con un po' di attenzione, se ti è possibile con questo caldo, il “Tableau Économique ” qui accluso, che pongo al luogo di quello del Quesnay e mandami su di esso le tue eventuali obiezioni. Esso abbraccia tutto il processo di riproduzione.
Tu sai che A. Smith scompone completamente nel reddito il “natural” o “necessary price” [“prezzo necessario” o “naturale” ] composto di salario, profitto (interesse), rendita. Questo assurdo è passato in Ricardo, quantunque questi escluda dal catalogo la rendita, in quanto puramente accidentale. Quasi tutti gli economisti hanno accettato la cosa da A. Smith e quelli che la combattono cadono in altre assurdità.
(Marx, Lettera a Engels, 6 luglio 1863, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 398-399)
 
Mi porti il diavolo, come diceva il Rosso [Ferdinand Wolff], se da otto giorni non mi levavo ogni mattino con la ferma decisione di scriverti. Ma appena entravo nel mio studio la coscienza si piegava all'allettamento d'aggiungere soltanto ancor sei righe al manoscritto lasciato sospeso il giorno prima. E una volta uscito dalla diritta via, si rivelava la maledizione del mal fare che continuamente deve provocare altro mal fare.
La mia famiglia è partita venerdì scorso per Hastings. La partenza è avvenuta così tardi, perché Lenchen ha dovuto recarsi in Germania 15 giorni per sue ragioni familiari.
Alle fotografie accluse (io, a fotografarmi, fui costretto dalle ragazze) seguiranno presto quelle di Jenny e di Laura.
Il mio lavoro [“Per la critica dell'economia politica”] (il manoscritto per la stampa) procede bene, sotto un certo punto di vista. Con l'ultima elaborazione le cose prendono, mi sembra, una sopportabile forma popolare, astraendo da alcune inevitabili D-M e M-D. D'altra parte, quantunque io scriva tutto il giorno, il lavoro non corre con la rapidità desiderata dalla mia impazienza così a lungo messa alla prova. In ogni caso esso sarà del 100 per cento più facilmente comprensibile che il n. 1[“Per la critica dell'economia politica”]. Del resto, se guardo adesso il lavoro e vedo come ho dovuto rifare tutto e costruire anche la parte storica [“Teorie sul plusvalore”] con materiale in parte completamente ignorato, Itzig mi appare allora veramente ridicolo, lui che sta lavorando alla “sua ” economia, ma con i materiali finora racimolati, dimostrandosi simile a uno scolaro di sesta classe che con le squacquaronate più stomachevoli e prolisse strombazza al mondo - come sue ultimissime scoperte - quelle frasi che noi 20 anni fa distribuivamo come moneta più che spicciola fra i nostri partisans [seguaci]. Lo stesso Itzig raccoglie inoltre quegli escrementi di partito, dai quali ci liberammo vent'anni fa, nella sua manurefabrik [fabbrica di concime], con la quale deve esser concimata la storia del mondo.
(Marx, Lettera a Engels, 15 agosto 1863, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 405-406)
 
Bakunin è diventato mostruoso, a huge mass of flesh and fat [una massa enorme di carne e di grasso], che a mala pena può camminare. Inoltre è innamorato pazzo e geloso della sua polacca diciassettenne che lo sposò in Siberia per la sua qualità di martire. Presentemente è in Svezia dove fa la “rivoluzione” coi finlandesi.
(Marx, Lettera a Engels, 12 settembre 1863, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 410)
 
Due ore fa è arrivato un telegramma, che mia madre è morta. Il destino voleva uno della nostra casa. Io stesso fui già con un piede nella tomba. Date certe circostanze, io sono in ogni caso ancor più necessario che la vecchia.
Per regolare l'eredità debbo partire per Treviri. V'eran molti dubbi su quel che avrebbe detto Allen, poiché da 3 giorni soltanto facevo una passeggiatina salutare di mezz'ora al giorno.
Allen però, dopo aver fornito due enormi bottiglie di medicina da portar con me, ritiene addirittura buona cosa che parta. La ferita è ancora in suppurazione, ma troverò lungo il viaggio samaritane abbastanza per porvi impiastri.
Ora ti debbo pregare d'inviarmi a giro di posta quanto denaro è necessario perché possa subito intraprendere il viaggio per Treviri.
(Marx, Lettera a Engels, 2 dicembre 1863, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 414)

 


I migliori ringraziamenti per le 10 sterline. lo stesso per il Porto supplementare. Mi ha giovato moltissimo. Oltre al vino io dovevo trincare (fino a ora) un quart [misura inglese] e mezzo di fortissima stout [birra] londinese. Mi sembrò un bel tema per una novella. Davanti l'uomo, che tratta con Porto, Bordeaux stout e grandi montagne di carne il suo inner man [uomo interiore]. Dal davanti il crapulone, ma dietro, sulla gobba l'outer man [uomo esteriore], il dannato favo. Se il diavolo facesse il patto con qualcuno di tenerlo sempre a buona tavola a queste condizioni, il diavolo dovrebbe risprofondare nell'inferno. Del resto la mia testa è ancor vacillante e le ginocchia malferme, ma penso che il viaggio metterà fine a tutto questo. La piccola Tussy mi disse riguardo all'outer man: “But it is your own flesh! [“Ma è la tua carne!”]. Non potrò del resto mai lodare abbastanza il comportamento del Dr. Allen verso di me. Mi disse, riferendosi all'operazione, che German philosophers [filosofi tedeschi] rimangono sempre gli stessi.
(Marx, Lettera a Engels, 4 dicembre 1863, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 417)
 
Mia carissima Jenny,
sono 8 giorni che sono arrivato qui. Domani parto per Francoforte per andare a trovare la zia Esther (notabene: la signora che era a Treviri, prima ad Algeri, presso cui abita la zia, è pure sorella di mio padre, dunque zia, si chiama Babette, vulgo “Bäbchen”, ed è ricca). Dalla Francia andrò a Bommel come ieri ho annunciato, probabilmente con suo spavento, allo zio.
Non è stato certo per dimenticanza se ti scrivo così in ritardo. Al contrario. Tutti i giorni sono andato in pellegrinaggio alla vecchia casa dei Westphalen (nella Römerstrasse), che mi ha interessato più di tutte le antichità romane, perché mi ha ricordato l'epoca più felice della giovinezza che custodiva il mio più grande tesoro. Inoltre non passa giorno senza che da destra e sinistra non mi si chiedano notizie della quondam [una volta] “fanciulla più bella di Treviri” e della “regina del ballo”.
Per un marito è una cosa maledettamente gradevole che sua moglie continui a vivere nella fantasia di una città intera come una “principessa incantata”.
Non ho scritto perché ogni giorno pensavo di poter scrivere qualcosa di preciso, ma fino a questo momento non so nulla di preciso. Le cose stanno così. Quando sono arrivato, naturalmente, ho trovato tutto sigillato ad eccezione dei mobili necessari al vivere quotidiano.
La mamma, con la sua solita “mania di dare ordini” aveva detto a Conradi che non doveva preoccuparsi di nulla; che lei aveva sistemato tutte le cose, in modo che lo zio avrebbe messo “tutto a posto”. A Conradi aveva dato la copia notarile di una specie di testamento che non conteneva se non le seguenti clausole: 1. A Emilie essa lascia tutti i mobili e la biancheria, ad eccezione delle cose d'oro e d'argento; 2. a suo figlio Carl lascia i 1.100 talleri ecc.; 3. a Sophie il ritratto del babbo. Questo tutto il testamento. (Notabene: Sophie riceve 1.000 talleri l'anno, che per la maggior parte le sono stati dati dai Philips. Come vedi i miei parenti sono persone “per bene”.)
Oltre a questo biglietto mia madre aveva depositato in tribunale anche un testamento (adesso non valido ), steso in date precedenti, che è stato revocato dall'ultimo. Era stato fatto prima che Emilie si sposasse. In esso aveva lasciato a Emilie l'usufrutto di tutto ciò di cui essa poteva disporre. Inoltre aveva nominato gli zii Martin e Philips esecutori testamentari. Lei - o piuttosto il (defunto) ubriacone del notaio Zell - dimenticò di ripetere questa clausola degli esecutori testamentari nel biglietto, che oggi è solamente valido e che ho riportato sopra, sicché lo zio rimane esecutore testamentario solo per la nostra bonne grace [buona grazia] (naturalmente io ho tutti i “motivi per farlo”). Sulle condizioni reali del patrimonio non so ancora nulla, perché tutte le carte si trovano nell'armadio sigillato. I sigilli non sono ancora stati tolti a causa delle lungaggini necessarie prima che giungano qui le deleghe olandesi (per Juta e Sophie). La faccenda dura troppo per i miei gusti. Lascerò dunque una delega a Conradi. Inoltre qui a Treviri non c'è nulla (Grünberg è stato venduto da moltissimo tempo) a parte 5 grandi botti di vino del 1858, che mia madre non ha voluto vendere al momento favorevole, e un paio di cose d'oro e d'argento. Ciò sarà diviso in parti eguali tra gli eredi. Ma il vero patrimonio è tutto nelle mani dello zio.
Mia madre è morta il 30 novembre alle 4 del pomeriggio, nel giorno e nell'ora del suo matrimonio. Essa aveva previsto che sarebbe morta in questa data.
Oggi sistemerò le cose per il signor Demuth e per Lieschen. Ti scriverò più a lungo da Francoforte o da Bommel. I migliori saluti a tutti. Bacia tutti da parte mia, ma mille volte il Chinese Successor [successore al torno cinese (nomignolo di Jenny, figlia di Marx)].
(Marx, Lettera a Jenny Marx, 15 dicembre 1863, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 698-699)
 
Come vedi dall'indirizzo, sono di nuovo in Olanda, dove sono sbarcato felicemente ieri. A Treviri, dove si trovano sigillate le carte e gli effetti lasciati da mia madre, non si poté procedere a togliere i sigilli, perché non era ancora arrivata l'autorizzazione olandese la quale deve seguire un'interminabile sequela d'istanze. Ho affidato pieni poteri per il dipartimento di Treviri a mio cognato Conradi e mi son portato al quartier generale di qui, poiché mio zio, in primo luogo ha in mano la porzione del patrimonio di gran lunga più importante, e in secondo luogo è esecutore testamentario. Ci vorranno, in ogni caso, ancora 5-6 settimane prima che io possa riscuotere il denaro.
Dovendo mia moglie pagare il 10 gennaio 1864 un conto del macellaio di 10 sterline (cioè cambiale ), avrei gran piacere che tu potessi provvedervi. Il favo ha compiuto il cammino di tutte le cose di questo mondo, ma la mia schiena è ancora adesso, per buona giunta, crudelmente afflitta da altri foruncoli, e ieri, ad es., per colpa di questi luridi cani, non ho potuto chiuder occhio tutta la notte, come invece era giusto che fosse dopo un viaggio da Francoforte sul Meno fin qui. Il marito d'una delle mie cugine è l'unico medico di qui ed è il medico municipale, così che non mi mancano gli aiuti di Esculapio.
(Marx, Lettera a Engels, 22 dicembre 1863, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 419)
 
Mercoledì scorso ti scrissi della foruncolosi di nuovo scoppiata e della notte passata “amaramente”. Il giorno seguente il Dr. van Anrooy scoprì che accanto ai foruncoli s'era riformato anche un maledetto favo, quasi esattamente sotto il posto dell'altro. Da allora - non contando la spiacevole impressione morale di tale scoperta - ho sofferto fino a questo momento dolori acutissimi, specialmente di notte. Mio zio, che è un magnifico vecchio boy [ragazzo], mi applica egli stesso impiastri e cataplasmi, e la mia amabile, spiritosa cugina provvista di pericolosi occhi neri mi cura e mi sostiene del suo meglio. Però, in queste siffatte circostanze, sarei volentieri tornato alla home [casa], ma non è da pensarci per i prossimi giorni, per ragioni fisiche. Il dottore mi ha spalancato la piacevole prospettiva che avrò a che fare con questa schifosa malattia fino a gennaio inoltrato. Mi dirà lui quando il mio stato mi permetterà di trasferirmi a Londra. Tuttavia questo secondo Frankenstein sulla mia schiena è by far [di gran lunga] meno arrabbiato del primo a Londra. Lo puoi constatare dal fatto che riesco a scriverti.
Da due mesi e mezzo ho cessato completamente di fumare e non è probabile che ricominci presto. (...)
Mia cugina ha un album, come tutte le “Dametjes”, e io le ho promesso d'aiutarla a raccogliere le fotografie, e fra altre anche la tua. Se dunque ne hai una sottomano, sii tanto buono da includerla in quella lettera, che, è sperabile, alla fine mi scriverai.
Mentre proprio stavo per scriver l'indirizzo sulla busta per te, è entrato il dottore e senza tanti complimenti mi ha di nuovo operato. La cosa è terminata in no time e now things will go on swimmingly [in un batter d'occhio, e adesso le cose andranno a meraviglia].
(Marx, Lettera a Engels, 27 dicembre 1863, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 421-422)

 
1864
 
Tu vedi, io sono sempre ancor qui, e “voglio dirle ancor di più”, sono effettivamente di nuovo incapable to move about [incapace di muovermi]. Questa è una cristianamente perfida malattia. Quando ricevetti la tua lettera stavo congratulandomi con me stesso della guarigione dell'antica ferita, ma la stessa sera si sviluppò un grosso foruncolo sul lato sinistro del petto sotto il collo e il suo antipodo sulla schiena. Quantunque noioso, questo almeno non m'impediva di camminare, e infatti, accompagnato da mio zio e da mia cugina, sono andato a passeggiare a piedi oltre il Reno (Waal). Ma un paio di giorni dopo comparve di nuovo un favo alla gamba destra, proprio sotto il punto di cui dice Goethe: e se non ha deretano, come può il nobile sedersi. Questo è ora il più doloroso e più seccante ascesso che abbia finora avuto. Presentemente non posso né camminare, né star ritto, né sedere, e anche il giacere mi riesce maledettamente difficile. Tu vedi, mon cher [mio caro], come la sapienza della natura mi ha visitato. Non sarebbe più giusto che essa inviasse queste prove di pazienza a un buon cristiano, a gente della tempra di Silvio Pellico? Devi sapere che, oltre al favo sotto il deretano, si è formato un nuovo foruncolo sulla schiena, e quello sul petto sta appena guarendo, sicché sono un vero Lazzaro (alias Lassalle) colpito a un tempo in tutti i cantucci del corpo.
A proposito, Lazzaro mi fa venire in mente “La vita di Gesù” di Renan, sotto molti rispetti soltanto un romanzo, pieno di minchionerie panteistico-mistiche. Tuttavia il libro ha alcuni pregi di fronte ai suoi predecessori tedeschi e poiché non è molto grosso dovresti leggerlo. È naturalmente un risultato di ciò che fu fatto dai tedeschi. Cosa stranissima. Qui in Olanda l'indirizzo tedesco critico-teologico è tanto à l'ordre du jour [l'ordine del giorno], che i preti lo professano apertamente dal pulpito. (...)
Non dimenticare d'accludere la tua fotografia. L'ho promessa a mia cugina, e come potrebbe lei credere che noi si sia Oreste e Pilade, se poi non ti posso neanche commovere [indurre] a inviare una fotografia?
(Marx, Lettera a Engels, 20 gennaio 1864, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 425-426)

 
Sono andato a vedere al Museum il “De arithmetica” di Boezio (uno scrittore dell'epoca dell'invasioni barbariche) sulla divisione romana (naturalmente egli non ne conosceva altre ). Da questo e da altri scritti che ho consultato, risulta: conti non complicati, come i conti della famiglia e del commercio, non venivano mai fatti con numeri, bensì con pietruzze e altre tessere analoghe sulla tavoletta per fare i conti. Su questa tavoletta erano disegnate varie linee parallele, le pietruzze o gli altri segni adoperati sulla prima linea significavano le unità, sulla seconda le diecine, sulla terza le centinaia, sulla quarta le migliaia ecc. Queste tavolette sono state adoperate per quasi tutto il medioevo, e ancor oggi le adoperano i cinesi. Per i calcoli matematici più complicati, i romani, per l'epoca in cui questi sono attestati presso di loro, conoscevano già la tavola delle moltiplicazioni o di Pitagora. Ma certamente in modo assai scomodo e complicato, perché quella tavola era composta in parte dai caratteri propri, in parte da lettere dell'alfabeto greco (in seguito romano). Ma poiché la divisione si risolve in un'analisi del dividendo in fattori e quella tavola giungeva fino a cifre piuttosto alte, ciò doveva bastare per scomporre espressioni come MDXL ecc. Ogni numero, per esempio M, veniva scomposto nei fattori che esso forma con il divisore, e quindi i risultati venivano addizionati. Così per esempio M diviso due = D (cinquecento), D diviso 2 = 250 eccetera. Dagli stratagemmi cui dovette ricorrere quel matematico straordinario che fu Archimede, si vede che in calcoli molto grandi il vecchio metodo presentava ostacoli insuperabili.
Per quanto riguarda la “tenebra del cosmo”, questa deriva necessariamente dalla teoria della luce. Poiché i colori appaiono soltanto quando fonti di luce vengono riflesse dai corpi, e negli spazi intermedi tra i corpi celesti non vi è né atmosfera né altri corpi, questi spazi non possono non essere neri come la pece. Essi lasciano passare tutto il raggio di luce, ma ciò significa in altri termini che essi sono oscuri. Inoltre però il cosmo, al di fuori dell'atmosfera dei pianeti, è dannatamente “kond en kil” [“freddo e gelato”], perché i raggi creano calore solo là dove incontrano un corpo, ragion per cui già negli strati più altri della nostra atmosfera, d'estate come d'inverno, è freddissimo, ciò a causa della rarefazione, dunque relativa immaterialità, di questi strati. But [Ma]
Perché dovrebbe tormentarci questo dolore,
Se esso aumenta il nostro piacere?
Perché mai luce o calore, where there is no eye to see the one, and no organic matter to feel the other? [dove non vi è un occhio per vedere l'una e non vi è la materia organica per sentire?] Già il bravo Epicuro ebbe la ragionevolissima idea di bandire gli dèi negli intermundii (cioè negli spazi intermedi vuoti del cosmo), e in realtà i “cani perfetti” di R. [Probabilmente Roodhuizen] appartengono a questi “stoffelooze wereldruimte” [“spazi cosmici immateriali”] freddi, gelati, neri come la pece.
Ti accorgerai che sono diventato un buon olandese, se pensi che la piccola Jenny ha letto la metà della “Camera obscura”, Laura gran parte of the first volume of the “Aardrijkskunde” [del primo volume della “Geografia”], me docente [sotto il mio insegnamento], e persino Eleanor sa a memoria “Dans Nonneken dans” e “Klompertjen en zijn wijfjen” [Filastrocche olandesi].
(Marx, Lettera a Lion Philips, 14 aprile 1864, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 707-708-709)
 
Mia cara bambina, brutta cattiva!
probabilmente giovedì (19 maggio) di questa settimana lascerò Manchester e probabilmente Engels verrà con me. Se dovessero sopravvenire cambiamenti, te lo farò sapere a tempo. (...)
Scrivo a te queste righe, perché probabilmente dovrai fare posto a Engels, dato che la tua camera, io credo, è l'unica disponibile. Non c'è bisogno che tu pensi al vino, lo porteremo noi, ma una dozzina di bottiglie di birra chiara saranno gradite al nostro uomo di Manchester.
Non posso condurre a termine le mie faccende qui, perché questa settimana il tribunale è in ferie. Così le cose non saranno regolate prima della settimana prossima, e lo saranno in mia assenza.
Dalla lettera della mammina ho visto con grande costernazione che Marie Lormier non sta affatto meglio. Questi dottori sono una manica di ciarlatani.
Se vuoi scrivermi, la tua lettera mi troverà ancora a Manchester, purché tu la imposti domani prima delle 5 del pomeriggio.
Spero, mia cara bambina, di trovarti in tutta la tua freschezza giovanile. I miei ossequi più devoti al tuo successore al trono [Eleanor Marx] e una strizzatina d'occhio d'intesa al mio segretario [Laura Marx].
Il tuo affezionato vecchio
Comprerei volentieri qui a Manchester seta per tutta la famiglia, ma il ritardo nella sistemazione delle faccende, dovuto alle ferie, mi impedisce di soddisfare questo capriccio.
(Marx, Lettera a sua figlia Jenny, 17 maggio 1864, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 714-715)
 
Con mia molto “piacevole” sorpresa questa mattina (già la notte precedente non avevo potuto dormire) ho scoperto due nuovi “gentili” foruncoli sul petto. Consulta Gumpert su quello che debbo fare. In questo momento non voglio prender ferro, perché anche senza questo ho afflussi di sangue al capo. Da Allen non voglio andare; niente mi spaventa di più che ricominciare una cura sistematica; adesso mi disturberebbe nel lavoro, che debbo finalmente portare a termine.
Nonostante tutto quello che la gente mi dice sul mio aspetto sano, ho sentito continuamente something wrong [qualche disturbo] e la grande indecisione che debbo superare per affrontare argomenti difficili appartiene pur essa a questo senso d'ineguatezza.
(Marx, Lettera a Engels, 26 maggio 1864, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 440)
 
“Che cosa mi succede?” mi sono chiesto più volte, leggendo “Salario e capitale” di Itzig. I punti capitali di esso mi sembravano noti parole per parola (anche se fatti belli dallo stile itzighiano), eppure non tolti direttamente dal “Manifesto” [“Manifesto del partito comunista”] ecc. Ora, un paio di giorni fa, ho gettato a caso l'occhio sopra una serie d'articoli miei su salario e capitale nella “Neue Rheinische Zeitung” (1849), che poi non erano che la stampa delle conferenze da me tenute nel 1847 all'Associazione operaia di Bruxelles. Ed ecco ebbi trovata la più prossima fonte del mio Itzig, e per speciale amicizia farò ristampare tutti gli estratti della “Neue Rheinische Zeitung” come appendice al mio libro, naturalmente on false pretences [con qualche pretesto] , senza allusioni a Itzig. Non gli farà piacere.
(Marx, Lettera a Engels, 3 giugno 1864, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 445)
 
I miei migliori ringraziamenti per la tua lunga lettera. So quanto ti è faticoso lo scrivere a causa degli occhi e, veramente, non mi attendo affatto che tu risponda a ogni mia lettera. Mi ha fatto piacere vedere dalla tua scrittura che stai bene fisicamente e che la tua allegria spirituale non è stata scossa neppure dalle scoperte del prof. Dozy. Ma da quando Darwin ha dimostrato la nostra comune discendenza dalle scimmie, l' “orgoglio per i nostri antenati” non può essere scosso da any shock whatever [un qualsiasi altro scossone]. Già Spinoza ha spiegato nel suo “Tractatus theologico-politicus” che il Pentateuco [I primi 5 libri della Bibbia, attribuiti a Mosé] fu fabbricato dagli ebrei solo dopo il ritorno dalla prigionia babilonese.
Nelle righe accluse Eleanor ti ringrazia per la fotografia che è buona quanto possono esserlo questi ritratti di ombre. La bambina mi aveva messo sulla scrivania la “sua lettera” già da tre o quattro giorni.
Ho avuto ancora dei foruncoli e solo da due settimane me ne sono liberato. Poiché questa malattia fastidiosa mi impediva assai di lavorare - e il medico mi aveva proibito il lavoro intellettuale intenso, protratto per molte ore - ho, cosa che ti meraviglierà non troppo, speculato un po' su funds [obbligazioni statali] americani in parte, ma specialmente su azioni inglesi, che quest'anno spuntano come funghi quaggiù (per tutte le possibili e impossibili società per azioni), vengono spinte fino a certi valori irragionevoli e poi per lo più si sgonfiano. A questo modo ho guadagnato più di 400 sterline, e, ora che la confusione della situazione politica offre nuovo campo d'azione, ricomincerò. Questo tipo d'operazioni porta via poco tempo e si può già rischiare qualcosa per togliere denaro ai propri nemici.
A casa mia stanno tutti abbastanza bene. Il dottore desidera per la piccola Jenny “change of air” [“cambiamento d'aria”] e, se tu e il destino non avete nulla in contrario, ti piomberò a casa alla fine dell'estate con le mie tre figlie. (...)
Di proposito non ho visto Garibaldi during his stay at [durante il suo soggiorno a] Londra. A Caprera andrei a trovarlo, ma qui a Londra he served only as a peg for every selfimportant fool to hang his carte de visite upon [egli serviva soltanto a ogni imbecille che voleva darsi dell'importanza come un gancio per attaccarvi il proprio biglietto da visita.
(Marx, Lettera a Lion Philips, 25 giugno 1864, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 718-719-720)
 
Mia moglie, che a un'asta ha comprato alcune cose che ancora le mancavano, ha acquistato per te un fix carving knife and fork [coltello e forchetta da portata], che oggi ti manderà. Le avevo detto io che queste cose mancavano in casa tua.
Saluti dall'Emperor of China [imperatore della Cina (nomignolo della figlia minore di Marx, Eleanor)] et Co.
Sono sempre influenzato fino al naso e alla bocca, ecc., così che ho perso l'olfatto e il gusto.
In questo tempo, essendo del tutto incapace di lavorare, ho letto: Carpenter , “Fisiologia”, Lord lo stesso, Kölliker , “Istologia”, Spurzheim , “Anatomia del cervello e del sistema nervoso”, Schwann e Schleiden sulla merda delle cellule. Nella “Popular Physiology” di Lord v'è una buona critica della frenologia, quantunque l'individuo sia religioso. Un punto ricorda la “Fenomenologia” di Hegel (...)
Tu sai che 1. a tutto io arrivo con ritardo; e 2. che io seguo sempre le tue orme. È dunque probabile adesso che nelle ore libere mi dedichi molto all'anatomia e alla fisiologia e inoltre che frequenterò corsi (in cui si dimostra ad oculos [davanti a tutti] e si seziona).
(Marx, Lettera a Engels, 4 luglio 1864, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pagg. 457-458)
 
Come vedi dall'indirizzo, sono a Ramsgate da un paio di giorni.
Con mia sorpresa, in nessun modo piacevole, il foruncolo si è rivelato un antrace maligno e inoltre così svergognato da svilupparsi proprio sopra il pene. Fui dunque costretto per about [circa] 10 giorni a giacere quasi continuamente a letto, e con questo caldo! Qui vado rapidamente verso la guarigione, ma tuttavia ho perduto ogni fiducia per l'inaspettata ricomparsa della malattia in forma tanto maligna.
Jenny e Tussy sono qui con me; Laura verrà dopodomani, e dopo about 8-10 giorni andremo in Olanda, e mia moglie poi andrà al mare.
A proposito! Non dimenticare di spedire a quest'ultima la sua catena , poiché le serve al mare per l'orologio. Ella dice che per questo tu non hai che da prendere una scatoletta e mandarla alla posta, dunque la spedizione non ti procurerà molte noie,
(Marx, Lettera a Engels, 25 luglio 1864, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 461)
 
 
Recentemente ho avuto tra le mani un notevole libro di scienze naturali “Correlation of physical forces ” di Grove. Egli dimostra che forza cinetica meccanica, calore, luce, elettricità, magnetismo e chemical affinity [affinità chimica] in realtà non sono altro che modificazioni della stessa forza, si generano a vicenda, si sostituiscano, passano l'una nell'altra ecc. Con molta abilità egli elimina tutti i ripugnanti parti della fantasia metafisico-fisica come “calore latente ” (sarebbe come dire “luce invisibile”), “fluido” elettrico e altro pis aller [stratagemma], che al momento giusto servono a mettere parole dove mancano i pensieri.
(Marx, Lettera a Lion Philips, 17 agosto 1864, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLI, pag. 723)
 
Durante tutto l'anno scorso sono stato malato (tormentato da favi e foruncoli). Altrimenti il mio scritto sull'economia politica, “Il capitale” , sarebbe già uscito. Spero di poterlo terminare finalmente adesso in pochi mesi e di infliggere alla borghesia un colpo tale, per quanto riguarda la teoria, dal quale essa non si riavrà più.
(Marx, Lettera a Carl Klings, 4 ottobre 1864, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 460)
 
Il tuo lungo silenzio mi preoccupa. Suppongo che tu sia di ritorno.
Perché non ti fai vivo?
Ho da comunicarti diverse cose importanti, il che farò non appena tu abbia dato segno di vita.
(Marx, Lettera a Engels, 2 novembre 1864, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 5)
 
Mi venne mandato un certo Le Lubez per sentire se avrei preso parte al comizio pour les ouvriers allemands [per gli operai tedeschi], e in ispecial modo se avrei voluto designare un operaio tedesco quale oratore per il comizio ecc. Designai Eccarius, che se la cavò magnificamente, ed io vi assistetti come personaggio muto dalla platform [tribuna]. Sapevo che questa volta, tanto da parte londinese quanto da parte parigina, figuravano vere “potenze”, e decisi perciò di desistere dalla mia regola consueta to decline any such invitation [di declinare ogni invito di questo genere]. (...)
Al comizio, che era affollato da soffocare (poiché there is now evidently a revival of the working classes taking place) [è in corso evidentemente un risveglio delle classi lavoratrici] il maggiore Wolff (Thurn-Taxis, aiutante di Garibaldi) rappresentava la London Italian “ Workingmen's Society. Venne decisa la fondazione di una “Workingmen's International Association” il cui General Council [Consiglio generale] risiederà in Londra e dovrà “collegare” le associazioni operie in Germania, Italia, Francia e Inghilterra. Venne pure deciso di convocare nel 1865 un Workingmen's Congress generale in Belgio. Nel comizio venne nominato un comitato provvisorio; Odger, Cremer e molti altri, in parte vecchi cartisti, vecchi owenisti, ecc. per l'Inghilterra, il maggiore Wolff, Fontana e altri italiani per l'Italia, Le Lubez, ecc. per la Francia, Eccarius e io per la Germania. Il comitato venne autorizzato a associarsi, secondo il suo discernimento, molte altre persone.
So far so good [Fin qui tutto bene]. Presi parte alla prima seduta del comitato. Venne nominato un sottocomitato (del quale pure feci parte) per preparare una dichiarazione dei princípi e gli statuti provvisori. Un'indisposizione m'impedì di assistere alla seduta del sottocomitato e alla successiva seduta del comitato generale.
In queste due sedute - del sottocomitato e nella successiva seduta del comitato generale - alle quali mancai, è accaduto quanto segue:
Il maggiore Wolff aveva presentato il regolamento (statuti) delle associazioni operaie italiane (che hanno una organizzazione centrale, ma che, come risultò più tardi, sono essenzialmente delle benefit societies [società di mutuo soccorso] associate) perché se ne traesse profitto per la nuova associazione. Più tardi esaminai il documento. Esso era evidently [evidentemente] opera di Mazzini , e tu senz'altro capisci con quale spirito e con quale fraseologia vi sia trattata la vera questione, la questione operaia. E come vi si fossero fatte scivolar dentro le nazionalità.
Inoltre un vecchio owenista, Weston, - adesso egli stesso manufacturer [fabbricante], carissima e bravissima persona - aveva steso un programma pieno della massima confusione e d'indicibile prolissità.
La seduta successiva plenaria del comitato incaricò il sottocomitato di modificare il programma di Weston, lo stesso per i regulations [gli statuti] di Wolff. Wolff partì poi, per partecipare al Congresso delle Italian Workingmen's Associations a Napoli e per indurle ad aderire all'Associazione centrale di Londra.
Altra seduta del sottocomitato, alla quale pure non potei assistere, perché avvertito troppo tardi del luogo della riunione. In essa venne presentata da Le Lubez “una dichiarazione di princípi” e un rimaneggiamento degli statuti di Wolff, accettati dal sottocomitato perché fossero sottoposti al comitato riunito in seduta plenaria. Il comitato si riunì 18 ottobre. Poiché Eccarius mi aveva scritto che periculum in mora [il ritardo era pericoloso], mi presentai e fui invero spaventato quando udii il buon Le Lubez leggere un preambolo spaventosamente retorico, mal scritto e pochissimo pensato, pretending to be a declaration of principles [che pretendeva di essere una dichiarazione di princípi], dove Mazzini faceva capolino ad ogni pie' sospinto, mascherato coi più vaghi cenci del socialismo francese. Inoltre in esso il regolamento italiano era accettato per sommi capi, ciò che, prescindendo da tutti gli altri errori, portava in effetto a qualche cosa d'impossibile, a una specie di governo centrale (naturalmente con Mazzini dietro le quinte) delle classi lavoratrici europee. Feci una mite opposizione, e dopo lungo discutere Eccarius propose che il sottocomitato sottoponesse di nuovo la cosa alla sua “redazione”. I “sentiments” [considerazioni] contenuti nella dichiarazione di Le Lubez vennero invece votati.
Due giorni più tardi, il 20 ottobre, si riunirono in casa mia Cremer per gli inglesi, Fontana (Italia) e Le Lubez. (Weston non poteva.) Prima di allora io non avevo avuto in mano le carte (di Wolff e di Le Lubez), e dunque non potei preparar niente; ma ero ben deciso che, possibilmente, non dovesse restare di quel documento not one single line [non una sola riga]. Per guadagnar tempo, proposi: che prima di “redigere” il preambolo dovessimo “discutere” i rules [articoli]. Così fu fatto. Era un'ora dopo la mezzanotte, quando venne accettato il primo dei 40 rules. Cremer disse (e a questo io miravo ): noi non abbiamo nulla da proporre al comitato che deve radunarsi il 25 ottobre. Dobbiamo aggiornarlo al 1° novembre. Invece il sottocomitato può riunirsi il 27 ottobre e cercare di raggiungere un risultato definitivo. La proposta venne accettata e i “fogli” mi furono “lasciati” perché li esaminassi.
Vidi che era impossibile cavar qualche cosa da quel pasticcio. Per giustificare lo stranissimo modo con cui intendevo redigere le “considerazioni già votate”, scrissi An Address to the Working Classes [Un indirizzo alle classi lavoratrici ] (ciò che non era nel piano originale; a sort of review of the adventures of the Working Classes since 1845) [una specie di rassegna delle vicende delle classi lavoratrici a partire dal 1845]; sotto il pretesto che tutto era in effetti contenuto in questo “indirizzo”, e che non potevamo dire le stesse cose tre volte, mutavo tutto il preambolo, eliminavo la dichiarazione di princípi e finalmente ponevo 10 rules al posto di 40. Quanto alla politica internazionale che vi è nell'“indirizzo”, parlo di countries [paesi], non di nationalities [nazionalità], e denunzio la Russia, non le minores gentium [nazioni minori]. Tutte le mie proposte furono accettate dal sottocomitato. Solo, venni obbligato ad inserire nel preambolo dello statuto [cfr. Marx, “Statuti provvisori dell'Associazione internazionale degli operai”, scritto tra il 21 e il 27 ottobre 1864] due frasi su “duty” e “right” [“dovere” e “diritto”], e così pure su “truth, morality and justice” [“verità, moralità e giustizia”], che però sono così collocate da non poter arrecare danno.
Nella seduta del Comitato generale il mio “Indirizzo”, ecc. venne accettato con grande entusiasmo (unanimously) [all'unanimità]. La discussione sul modo di stamparlo, ecc. avrà luogo martedì prossimo. Le Lubez ha una copia dell'“indirizzo” per la traduzione in francese e Fontana per la traduzione in italiano. (Inoltre vi è un settimanale, called [chiamato] “Bee Hive ”, redatto da Potter delle trade unions, specie di “Moniteur”) [cioè: specie di organo ufficiale]. Io stesso debbo tradurre il documento in tedesco.
Era difficilissimo condurre la cosa in modo che il nostro punto di vista apparisse in una forma la quale lo rendesse accettabile all'attuale punto di vista del movimento operaio. Le stesse persone entro un paio di settimane terranno comizi con Brigt e Cobden per il diritto di voto. Occorre tempo prima che il movimento ridestato consenta l'antica audacia di parola. Necessario fortiter in re, suaviter in modo [forte nella sostanza, soave nel modo]. Non appena il documento sarà stato stampato, lo riceverai.
3) Bakunin m'incarica di salutarti. Egli è ripartito oggi per l'Italia dove abita (Firenze). Lo rivedevo ieri per la prima volta dopo 16 anni. Debbo dirti che mi è piaciuto molto e più di prima. A proposito del movimento polacco, egli dice: il governo russo si è servito del movimento per tener quieta la Russia stessa, ma non aveva contato menomamente su una lotta di diciotto mesi. Perciò l'ha provocato. La Polonia ha fatto fallimento per due ragioni, per l'influsso di Bonaparte e in secondo luogo per l'esitazione dell'aristocrazia polacca a dichiararsi fin dal principio apertamente e senza reticenze per il socialismo dei contadini. Egli (Bakunin) adesso, dopo il fallimento della faccenda polacca, parteciperà ancora soltanto al movimento socialista.
In complesso egli è uno di quei pochi uomini, che dopo 16 anni trovo non aver regredito, ma aver fatto dei passi avanti. Con lui parlai anche delle denunce di Urquhart. (A proposito! L'Associazione internazionale mi costringerà ben a romperla con cotesti amici!) Egli mi chiese molto di te e di Lupus. Quando gli dissi della morte di quest'ultimo, affermò subito che il movimento aveva perduto con lui un uomo insostituibile.
4) Crisi. Sul continente è ancor lungi dall'esser superata (specialmente in Francia). Del resto adesso le crisi sostituiscono con la frequenza quello che ad esse manca d'intensità.
(Marx, Lettera a Engels, 4 novembre 1864, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 11-12-13-14)
 
In conseguenza del vespaio ho dovuto passare 8 giorni per la maggior parte a letto. Ora mi avvio alla guarigione . Però sono ancora molto incomodato, perché il vespaio è proprio sotto la mammella, il che m'impedisce ancora l'inevitabile piegarsi del torace nello scrivere. Perciò in tutta brevità:
1) rimandami le lettere accluse (tanto quella di Schweitzer quanto quella di Liebknecht) e rispondimi a giro di posta , perché costoro debbono avere la nostra risposta nel più breve tempo possibile.
La mia opinione è che promettiamo collaborazioni di quando in quando. È importante per noi avere un organo a Berlino, specialmente per l'associazione che io ho contribuito a creare a Londra [Associazione internazionale degli operai] e per il libro [Marx, “Il capitale”] che voglio pubblicare. È inoltre importante che quello che facciamo lo facciamo insieme .
Se sei d'accordo con me, puoi dunque accludermi un paio di righe per i due pivellini, o dirmi in due righe che cosa debbo dichiarare io in tuo nome.
(Marx, Lettera a Engels, 14 novembre 1864, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 19)

Ti mando contemporaneamente per posta 4 copie di un “Indirizzo” [“Indirizzo inaugurale dell'Associazione internazionale degli operai”] che ho scritto io. Il comitato internazionale degli operai, di recente fondato, nel cui nome esso è stato emanato, è una cosa non priva di importanza. I membri inglesi di esso sono infatti per la maggior parte capi delle Trade-Unions, dunque i veri re degli operai di Londra, le stesse persone che organizzarono l'accoglienza trionfale a Garibaldi e che col colossale comizio a St. James' Hall (sotto la presidenza di Bright) impedirono a Palmerston di dichiarare la guerra agli Stati Uniti , cosa che egli era sul punto di fare. Da parte francese i membri sono poco significativi, ma sono gli organi diretti degli “operai” più in vista a Parigi. Così pure vi è un collegamento con le associazioni italiane, che hanno tenuto recentemente il loro congresso a Napoli.
Sebbene per anni interi abbia rifiutato sistematicamente qualsiasi partecipazione a tutte le “organizzazioni” ecc., questa volta ho accettato, perché si trattava di una faccenda nella quale è possibile operare con effetti notevoli.
Per 14 mesi sono stato quasi continuamente, e spesso con pericolo per la vita, malato di favi. Adesso sono più o meno guarito.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 29 novembre 1864, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 471)
 
L'“Indirizzo” [“Indirizzo inaugurale dell'Associazione internazionale degli operai”] a stampa, qui accluso, è stato compilato da me. La cosa sta così: a settembre gli operai parigini hanno mandato una delegazione agli operi londinesi per una dimostrazione a favore della Polonia. In questa occasione fu fondato un comitato internazionale degli operai. La cosa non è priva di importanza, perché, in primo luogo, a Londra ne sono alla testa le stesse persone che organizzarono l'accoglienza trionfale a Garibaldi e che con il loro comizio colossale, con Brigt, a St. James' Hall, impedirono la guerra contro gli Stati Uniti. In una parola sono i veri capi operai di Londra e, con una o due eccezioni, sono tutti, loro stessi, operai. In secondo luogo, da parte parigina sono capi Mr. Tolain (anche lui ouvrier) [operaio] e Co., cioè le stesse persone che furono impedite da un puro e semplice imbroglio di Garnier-Pagès, Carnot ecc. ad entrare, durante le ultime elezioni a Parigi, come rappresentanti degli operai parigini nel Corpo legislativo, e, in terzo luogo, hanno aderito da parte degli italiani i rappresentanti dei 4-500 club operai italiani, che alcune settimane fa hanno tenuto il loro congresso generale a Napoli, un congresso che perfino il “Times ” ritenne tanto importante da dedicargli qualche dozzina di colonne di giornale.
Non nell'“Indirizzo”, ma nell'introduzione agli “Statuti” [“Statuti provvisori dell'Associazione internazionale degli operai”] ho dovuto accettare, per cortesia verso i francesi e gli italiani, che amano le frasi reboanti, qualche espressione superflua. (...)
Se, caro zio, rifletti come tre anni e mezzo fa, quando fu eletto Lincoln, si trattava ancora semplicemente di non fare ulteriori concessioni agli schiavisti, mentre adesso lo scopo ammesso e in parte già realizzato è l'abolizione della schiavitù , bisogna ammettere che mai un tale gigantesco rivolgimento è accaduto così rapidamente. Ciò avrà gli effetti più benefici su tutto il mondo.
(Marx, Lettera a Lion Philips, 29 novembre 1864, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 475-476)
 
La cosa peggiore in tale movimento si è che, appena uno vi prende qualche parte, vien molto bothered [disturbato]. Ad es. adesso si trattava un'altra volta del messaggio a Lincoln [Marx, “Ad Abraham Lincoln, presidente degli Stati Uniti d'America”], e io dovevo di nuovo stenderlo (cosa ben più difficile che un lavoro di contenuto), perché la fraseologia a cui si restringe tal sorta di scritti si distingua almeno dall'abusata fraseologia democratica.
(Marx, Lettera a Engels, 2 dicembre 1864, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 32)
 
Che cosa ne dici delle profonde scoperte di Collet - sulla traccia di Urquhart - sopra Nabucodonosor e sulla discendenza dei russi dagli assiri, e dell'altra scoperta, che viene citata come di “Urquhart”, che in Italy the Pope is the only real thing? [in Italia il papa è l'unica realtà?] (...)
Ma per quanto sia facile imporre concetti razionali ai cervelli degli operai inglesi, occorre però far molta attenzione non appena al movimento partecipano letterati, borghesi o semiletterati.
(Marx, Lettera a Engels, 10 dicembre 1864, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 37-38)
 
 
1865

 

L'aria dev'esser spazzata e il partito purificato da questo residuato puzzo lassalliano.
(Marx, Lettera a Engels, 3 febbraio 1865, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 55)
 
Io non direi che movimento 1848-1849 fallì perché i borghesi si schierarono contro il suffragio universale diretto. Questo stesso diritto è stato anzi in tutte le forme proclamato diritto tedesco dai francofortesi e dal reggente imperiale [l'arciduca Giovanni d'Austria]. (La mia opinione è anche che non appena la cosa in Germania venga seriamente discussa, questo suffragio debba venir considerato come legge di diritto positivo. ) Io me la caverei - dato che non è ivi il luogo per una più ampia esposizione - con la frase che allora i borghesi preferirono la tranquillità con la servitù alla sola prospettiva della lotta con la libertà, o qualche cosa di simile.
In complesso la cosa va benissimo e specialmente mi va a fagiolo là dove è detto che in fact [in realtà] l'odierna agitazione degli artigiani esiste soltanto par la grâce de la police [per grazia della polizia].
(Marx, Lettera a Engels, 11 febbraio 1865, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 69-70)
 
Il successo della nostra associazione ci impone la prudenza. Secondo la mia opinione accogliere il signor Beales nel nostro consiglio rovinerebbe tutto. Io lo ritengo un uomo onesto e pieno di buone intenzioni; tuttavia egli è e non può essere altro che un politicante borghese. È debole, mediocre e ambizioso. Nelle prossime elezioni al parlamento vuole presentarsi come candidato a Marylebone. Questo fatto di per sé solo dovrebbe escludere la sua ammissione nel nostro comitato. Non ci è permesso di diventare il trampolino di una meschina ambizione parlamentare.
Lei può essere certo che, se ammettessimo Beales, le ton cordial, sincère et franc [il tono cordiale, sincero, franco], che contraddistingue i nostri dibattiti attuali, svanirebbe e lascerebbe il posto a chiacchiere inconcludenti. Beales sarebbe seguito da Taylor, questo insopportabile villano e adulatore.
Ammettendo Beales, la nostra società assumerebbe agli occhi del pubblico un carattere del tutto diverso: essa diventerebbe una delle numerose società che egli onora della sua protezione. Dove mette piede, gli fanno seguito altri della sua classe, e i nostri sforzi, fino a questo momento così fortunati, di liberare il movimento operaio inglese da ogni tutela della classe media o dell'aristocrazia, si sarebbero rivelati inutili.
Io so in anticipo che le questioni, soprattutto di carattere sociale, che risulterebbero da un'ammissione di Beales, lo costringerebbero a dimettersi. Noi ci troveremmo ad aver preparato manifesti sulla questione fondiaria ecc., che lui non può sottoscrivere. E allora non è molto meglio non ammetterlo invece di porgergli l'occasione di distaccarsi in futuro da noi?
Io so che dopo il passo falso del signor Dell nel proporre questa candidatura ci troveremo davanti a certe difficoltà.
Suppongo che tutta la faccenda potrebbe essere regolata mediante colloqui con i membri dirigenti inglesi, prima di essere sottoposta al comitato.
(Marx, Lettera a Victor Le Lubez, 15 febbraio 1865, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 491-492)
 
Voglio anzitutto esporLe brevemente la mia posizione verso Lassalle . Durante la sua agitazione le nostre relazioni erano sospese 1) a causa delle millanterie autoelogiative a cui egli accopiava il plagio più svergognato degli scritti miei e di altri; 2) perché condannavo la sua tattica politica ; 3) perché già qui a Londra, prima dell'inizio della sua agitazione, gli avevo spiegato per esteso e “dimostrato” che l'intervento direttamente socialista da parte di uno “Stato prussiano ” è un assurdo. Nelle sue lettere a me (dal 1848 al 1863), come negli incontri personali con me, si era sempre dichiarato aderente al partito da me rappresentato. Non appena si era convinto, a Londra (fine 1862), che con me non poteva fare il suo giuoco, decise di atteggiarsi a “dittatore degli operai” contro di me e il vecchio partito. Nonostante tutto ciò, riconobbi i suoi meriti di agitatore, benché verso la fine della sua breve carriera perfino la sua agitazione mi apparisse in una luce sempre più equivoca. La sua morte improvvisa, la vecchia amicizia, le lettere strazianti della contessa Hatzfeldt, lo sdegno per la vile insolenza dei giornali borghesi contro l'uomo che in vita tanto avevano temuto, tutto ciò mi indusse a pubblicare una breve dichiarazione [“Lettera a direttore del “Beobachter” di Stoccarda”] contro il miserabile Blind, la quale però non si riferiva al contenuto dell'attività di Lassalle. (La Hatzfeldt mandò la dichiarazione al “Nordstern”. Per gli stessi motivi, e nella speranza di poter allontanare gli elementi che mi sembravano pericolosi, promisi, insieme a Engels, di collaborare al “Social-Demokrat ” (esso pubblicò la traduzione dell' “Indirizzo” e a sua richiesta scrissi, in occasione della morte di Proudhon, un articolo su quest'ultimo) e permisi, dopo che Scheweitzer ci ebbe mandato un sufficiente programma della sua redazione, che ci annoverasse tra i collaboratori. Inoltre ci era di garanzia il fatto che W. Liebknecht era membro non ufficiale della redazione. Apparve però ben presto - le prove di questo fatto sono venute nelle nostre mani - che Lassalle in realtà aveva tradito il partito. Egli aveva conchiuso con Bismarck un contratto formale (non avendo naturalmente in mano propria garanzie di nessun genere). A fine settembre 1864 avrebbe dovuto recarsi ad Amburgo ed ivi (insieme con lo squilibrato Schramm e la spia della polizia prussiana Marr) “costringere ” Bismarck all'annessione dello Schleswig-Holstein, cioè avrebbe dovuto proclamare questa annessione in nome degli “operai” ecc.; in cambio di che Bismarck aveva promesso il suffragio universale e alcune ciarlatanerie socialiste. È un peccato che Lassalle non abbia potuto recitare questa commedia fino infondo! Essa lo avrebbe fatto apparire maledettamente ridicolo e corbellato! E avrebbe posto fine, una volta per sempre, a tutti i tentativi di questo genere! (...)
Vede dunque anche perché in questo momento io non posso far niente in Prussia. Quel governo ha direttamente respinto la mia rinaturalizzazione prussiana. Colà l'agitazione mi verrebbe permessa solo se prendesse una forma gradita al signor von Bismarck.
Preferisco cento volte la mia agitazione qui, attraverso l'“Associazione internazionale ”. L'influenza sul proletariato inglese è diretta e della più grande importanza. Noi ora qui stir [alimentiamo] la general suffrage question [questione del suffragio universale], che naturalmente ha qui tutt'altra importanza che in Prussia.
Nel complesso, qui, a Parigi, in Belgio, Svizzera e Italia, il progresso di questa “associazione” è superiore ad ogni attesa . Solo in Germania siamo naturalmente in contrasto con i seguaci di Lassalle i quali
1) temono stupidamente di perdere la loro importanza;
2) conoscono la mia dichiarata opposizione a ciò che i tedeschi chiamano “politica realista”. (Si tratta di quella specie di “realtà ” che pone la Germania tanto al di sotto di tutti i paesi civili.)
Poiché chiunque compra una tessera da 1 scellino può diventare member of the Association [membro dell'associazione]; poiché i francesi hanno scelto questa forma di individual membership [adesione individuale all'associazione] (idem i belgi), dato che la legge proibisce loro di aderire a noi come “Associazione”; poiché in Germania le cose stanno in modo analogo, ho ora deciso di invitare i miei amici di qui e quelli di Germania a fondare piccole societes [associazioni], non importa di quanti membri, in ogni località, acquistando ognuno dei membri an English card or memberschip [tessere dell'Internazionale assegnate a coloro che aderivano individualmente]. Poiché la società inglese è pubblica , perfino in Francia nulla si oppone a questo modo di procedere. Avrei caro che anche Lei e la Sua cerchia più vicina entrassero in questo modo in collegamento con Londra.
La ringrazio della Sua ricetta. È strano che tre giorni prima del suo arrivo quella fastidiosa malattia si sia manifestata di nuovo. La ricetta venne dunque proprio a proposito.
Le manderò tra qualche giorno altri 24 Indirizzi [“Indirizzo inaugurale dell'Associazione internazionale degli operai”]. Proprio mentre sto scrivendo sono interrotto da un mio amico, e poiché vorrei spedire questa lettera, tratterò la prossima volta altri punti della Sua lettera.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 23 febbraio 1865, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 495-496-499)
 
Scrivi a volta di corriere se il mio piano ti capacita, poiché non ho tempo da perdere. (Non dimenticare anche di scrivere in quale forma apparve la pisciata di Blind nella “Neue Frankfurter Zeitung”.) Lo ritengo necessario.
Quantunque io non abbia il piacere, come hai tu, di corrispondere con gente giudiziosa, ma neanche quello di poter scompisciare la gente giudiziosa, tuttavia in quest'ultimo tempo, lasciando da parte il perdurare dei foruncoli, sono terribilmente harassed [tormentato]; ieri notte, per es., andai a letto alle quattro del mattino. Accanto alla lavoro del libro [“Il capitale”], la International Association mi porta via una quantità enorme di tempo, perché solo in fact lo head [praticamente il capo] della faccenda.
(Marx, Lettera a Engels, 13 marzo 1865, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 104)
 
Devi scusarmi se ti scrivo soltanto oggi e se così ho infranto la mia last promise [ultima promessa]. Ciò è accaduto non perché “è troppo dolce venir meno alla parola”, ma perché effettivamente sono overworked [fiaccato dall'eccessivo lavoro], e da una parte il finire il libro [“Il capitale”], dall'altra l'“International Association” accaparrano il mio tempo.
Oggi è il compleanno della piccola Jenny, e questa sera avrò in casa mia Ernest Jones assieme con Odger, Cremer, Fox e Jung, sicché il compleanno verrà festeggiato politicamente. Laura had “the question popped” [ha avuto “una proposta di matrimonio”] da un certo Charles Manning, nato sudamericano, padre inglese, madre spagnuola. È ricco e del resto una persona per bene, but Laura “does not care a pin for him. She has already known how to damp” [ma a Laura non importa nulla di lui. Ha già saputo come smontare] la passionalità meridionale. Tuttavia poiché la mia ragazza è amica delle sue sorelle ed egli è terribilmente in love, è a disagreable case [innamorato, è un caso sgradevole]. (...)
La mia e tua dichiarazione [“Dichiarazione. Alla direzione del “Social-Demokrat”] ha avuto un successo al di là d'ogni aspettativa. Non solo abbiamo mandato all'aria l'“Associazione generale degli operai tedeschi” in quanto organo del governo prussiano, ma abbiamo fatto in genere svanire in six words [sei parole] l'ubriacatura monarchica. L'attuale scissione nel partito progressista fu pure un risultato diretto del nostro intervento.
La chivalry of the South [cavalleria del Sud ] finisce degnamente. Inoltre l'assassinio di Lincoln è stata la più grande stoltezza che potessero commettere.
(Marx, Lettera a Engels, 1° maggio 1865, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 118-119)
 
Adesso io lavoro come un mulo, perché debbo approfittare del tempo in cui mi sento in vena di lavorare e perché i foruncoli son sempre là, senza darmi disturbi se non locali, ma non disturbando la scatola cranica.
Nelle ore d'intervallo, poiché non si può sempre scrivere, faccio differential calculus [calcolo differenziale dx/dy . Non ho affatto pazienza d'altronde di leggere qualche
altra cosa. Tutte le altre letture mi spingono di nuovo verso la scrivania.
(Marx, Lettera a Engels, 20 maggio 1865, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 131)
 
I signori italiani sono tornati e martedì scorso ci hanno annunciato d'aver di nuovo nominato loro delegato il maggiore Wolff. Sembra che il signor Mazzini si sia convinto che forse avrà bisogno di noi, mentre noi non facciamo conto di lui nemmeno per un centesimo.
(Marx, Lettera a Engels, 24 giugno 1865, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 134)
 
Dear Miss Lilliput! [probabilmente la figlia Eleanor Marx]
La prego di scusare la mia risposta “ritardata”. Io sono una di quelle persone che considerano le cose sempre due volte, prima di risolversi per l'una o per l'altra. Così sono rimasto piuttosto sorpreso di ricevere l'invito di una ragazza impertinente, che io non conosco affatto. Ma, comunque stiano le cose, dopo essermi convinto della Sua rispettabilità e del modo incomparabile in cui Ella prende i Suoi accordi coi Suoi fornitori, mi riterrò felice di cogliere l'occasione, assai rara, di partecipare al consumo delle Sue vivande e bevande. Ma La prego di non trascurare queste ultime, come purtroppo sono solite fare le giovinette. Poiché sono un po' tormentato dai reumatismi, spero che Lei vorrà proteggere il luogo del Suo ricevimento da qualsiasi corrente d'aria. Alla necessaria ventilazione provvederò io stesso. E siccome ci sento piuttosto male dall'orecchio destro, La prego di mettere alla mia destra uno di qui giovanotti noiosi che, come oso presumere, certamente non mancheranno nella Sua compagnia. Alla sinistra spero che Lei vorrà riservare le Sue grazie muliebri, voglio dire la ragazza più avvenente tra i Suoi ospiti.
Io ho una certa inclinazione a masticare tabacco, ne tenga dunque a mia disposizione. Dati gli incontri che ho avuto in passato con gli yenkees, ho preso l'abitudine di sputare, spero perciò che non mancheranno sputacchiere. Poiché sono piuttosto disinvolto per quanto riguarda le forme sociali, e questa accaldata e soffocante atmosfera inglese mi disturba, si prepari a vedermi in una specie di costume adamitico. Spero che le Sue ospiti femminili compariranno in modo simile.
Addio [in italiano nel testo], mia cara sconosciuta piccola signora.
Sempre Suo Dr. Wunderlich
(Marx, Lettera a una delle sue figlie probabilmente Eleanor Marx, 3 luglio 1865, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 522-523)
 
Il mio prolungato silenzio deriva, come tu forse hai intuito, da motivi non piacevolissimi.
Già da due mesi vivo esclusivamente sul Monte dei pegni e dunque con tempestose esigenze che si addensano su di me e diventano ogni giorno più insopportabili. Questo fatto non potrà meravigliarti, se consideri: 1. che durante tutto questo tempo io non ho potuto guadagnare un centesimo, 2. che il solo pagamento dei debiti e il metter su casa mi sono costati 500 sterline. Io ho segnato le spese pence su pence (as to this item) [su questo punto], perché non riuscivo a concepire come il denaro spariva. Si aggiunge che dalla Germania, dove si era sparsa chissà che voce, sono stati ripresentati i crediti più antidiluviani.
Dapprima volevo venir da te, per discutere di persona della cosa. Ma in questo momento ogni perdita di tempo è per me irrimediabile, poiché non posso senza danno interrompere il mio lavoro. Sabato scorso ho annunciato la mia partenza al sub-comité dell' “International”, per avere una volta almeno 15 giorni liberi e indisturbati per pushing on [mandare avanti] il lavoro.
T'assicuro che avrei preferito farmi tagliare il pollice piuttosto che scriverti questa lettera. È veramente cosa che ti accascia, per metà della vita restar dipendenti. L'unico pensiero che mi sostiene in tali circostanze è questo, che noi due conduciamo un affare in società in cui io do il mio tempo per il lato teorico e di partito del business [affare]. È vero, ho un alloggio troppo caro per le mie condizioni, ed inoltre quest'anno abbiamo vissuto meglio che dianzi. Ma è questa l'unica via per cui le ragazze, non parlando del molto che hanno patito e di cui esse almeno per breve tempo sono state compensate, possano allacciare relazioni e amicizie adatte ad assicurare loro un avvenire. Credo che anche tu sarai dell'avviso che, perfino considerando la cosa da un punto di vista commerciale, qui sarebbe fuor di luogo un tenor di vita strettamente proletario, che andrebbe bene se fossimo mia moglie ed io soltanto o se le ragazze fossero ragazzi.
Per quanto riguarda il mio lavoro [al “Capitale”] ti voglio dir la schietta verità.
Mancano da scrivere ancor tre capitoli per finire la parte teorica (i primi 3 libri). Poi vi è ancora da scrivere il 4. libro, il lato storico-letterario, cosa che mi è relativamente più facile, dato che, essendo tutte le questioni risolte nei primi tre, quest'ultimo non è dunque più che ripetizione in forma storica. Ma non posso decidermi a licenziar qualche cosa prima che il tutto mi stia dinanzi. Whatever shortcomings they may have [Quali siano i difetti che possono avere], questo è il pregio dei miei libri, che costituiscono un tutto artistico, cosa raggiungibile soltanto col mio sistema di non farli mai stampare innanzi che io li abbia completi davanti. Ciò è impossibile col metodo di Jacob Grimm e va generalmente meglio per scritti che non siano articolati dialetticamente.
Invece si farà altrimenti con la elaborazione inglese. Fox non ha nessun dubbio di potermi procurare un editore non appena io abbia di ritorno i primi fogli di stampa. Io poi mi accorderei con Meissner perché, oltre i fogli da correggere, mi mandasse d'ogni foglio di stampa anche la tiratura pulita, sicché la correzione del tedesco e la traduzione in inglese procederebbero di pari passo. Per quest'ultima debbo assolutamente contare sulla tua cooperazione. Dall'edizione inglese m'attendo il vero compenso di questo lavoro. [L'edizione inglese del primo volume del “Capitale” fu curata da Engels nel 1886, dopo la morte di Marx.] (...)
Per il tempo caldo e per i travasi di bile che ne sono conseguenza, da 3 mesi ho di nuovo vomito quasi ogni giorno, come già a Bruxelles.
(Marx, Lettera a Engels, 31 luglio 1865, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 141-142-143)
 
My best thanks for the ₤ 50 and [I miei migliori ringraziamenti per le 50 sterline e ] la rapidità con cui l'aiuto è arrivato.
Mi sono molto divertito con quella parte della tua lettera dove tratti dell'“opera d'arte” to be [futura (cioè “Il capitale”)]. Però tu mi hai frainteso. L'unico point in question [punto di discussione] è se mettere in pulito una parte del manoscritto e mandarla all'editore o se prima finir di scriverlo completamente. Ho preferito quest'ultima soluzione per molti motivi. Con ciò non è andato affatto perduto tempo, as far [nella misura in cui] si consideri il lavoro in sé, bensì un certo tempo per la stampa, che d'altra parte poi una volta incominciata, ora non può più venir in alcun modo interrotta. Del resto, tenuto conto della temperatura, il libro è stato portato avanti quel tanto che sarebbe stato possibile a chiunque altro, pur senza tutti gli scrupoli artistici. Poiché besides [inoltre] ho un limite massimo di 60 fogli di stampa, è assolutamente necessario che abbia davanti tutta l'opera per sapere quanto vi sia da compendiare e da cancellare al fine d'avere le singole parti ugualmente e proporzionalmente entro i prescritti limiti. Del resto puoi contare che tutto accadrà in modo d'arrivar al più presto possibile alla fine, perché questo lavoro mi pesa come un incubo. Non solamente m'impedisce di occuparmi di qualunque altra cosa, ma è anche damnedly [maledettamente] seccante che il pubblico venga più o meno tenuto a bada (a dir il vero non da me, bensì da Liebknecht ed altri) con corone d'alloro future. E so inoltre che i tempi non resteranno così tranquilli come sono per l'appunto ora. (...)
Durante questa caldura ho continuamente lavorato a finestra aperta giorno e notte. Conseguenza: un reumatismo al braccio destro, specialmente alla scapola, molto doloroso e che rende penoso lo scrivere soprattutto ad ogni movimento verso l'alto. Quanto la cosa sia fastidiosa lo puoi capire dal fatto che, se di notte nel letto inavvertitamente alzo il braccio, d'istinto mi metto a gridare.
(Marx, Lettera a Engels, 5 agosto 1865, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 144-146)
 
Con questa mia indisposizione posso scrivere poco e soltanto by fits and starts [a sbalzi]. Nel frattempo combino delle inezie, quantunque con l'influenza non vada nemmeno la lettura. “Data l'occasione”, fra l'altro mi sono nuovamente “occupato” un pochino anche d'astronomia. Ed ora voglio accennare ad una cosa, che almeno a me riuscì nuova, e che a te forse è nota già da tempo. Tu conosci la teoria del Laplace sulla formazione del celestial system [sistema solare] e come egli spieghi la rotazione dei vari bodies [corpi] intorno a se stessi, ecc. (...)
Il vecchio Hegel dice alcune cose argute sopra l'“improvviso capovolgimento” della forza centripeta in centrifuga proprio nell'istante in cui l'una ha ottenuto il “sopravvento” sull'altra; (...)
Del resto tutta la polemica di Hegel [Marx si riferisce alle lezioni di Hegel sulla filosofia della natura] nel suo complesso si risolve nel fatto che Newton non aveva mai con le sue “dimostrazioni” aggiunto nulla a Keplero che aveva il “concetto” del movimento, cosa che ora è assai generalmente riconosciuta.
(Marx, Lettera a Engels, 19 agosto 1865, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 154-155)
 
Best thanks for the ₤ 20 [i migliori ringraziamenti per le 20 sterline], di cui ho ricevuta la first half [prima metà]. Certamente non ti seccherei tanto, ma la fine del trimestre, quando le scadenze sono state rimandate, pesa duramente.
A proposito della legge di Kirkwood non v'è dubbio che essa spiega la differenza nei rotatory movements [movimenti di rotazione], ad es., fra quelli di Giove e quelli di Venere, che finora sembrava del tutto casuale. In qual modo la legge sia stata trovata e dimostrata da lui io non lo so, però nella mia prossima visita al British Museum cercherò di scoprire il lavoro originale e di mandarti notizie più particolari. Mi sembra che la determinazione matematica della sphere of attraction [sfera d'attrazione] d'ogni pianeta sia l'unico “compito” nella faccenda. D'ipotetico v'è probabilmente soltanto l'accettazione della teoria del Laplace quale punto di partenza.
La mia influenza mi ha colpito il naso in tal maniera che il “nasuccio” del Texan boy [Edgar von Westphalen, cognato di Marx] si è riprodotto sulla mia faccia, accompagnato da un tal orribile raffreddore e da un intontimento di capo quale deve essersi avuto generalmente nell'universo allo stato di vapore igneo di cui parla Laplace.
(Marx, Lettera a Engels, 22 agosto 1865, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 159)

 

Non dimenticare di procurarmi (e al più presto possibile ) le necessarie informazioni da Knowles. Average weekly wages [Salari medi settimanali ], sia che si tratti d'un filatore meccanico, sia d'una filatrice a telaio; quanto filo, e rispettivamente quanto cotone (dunque computato il dechet [scarto] che va perduto nel filare) on average di average number [nella media del numero medio] (o sia pure di un qualsiasi numero) viene filato settimanalmente da un individuo; a ciò naturalmente aggiungendo un qualunque prezzo del cotone (proporzionato al salario dell'operaio) e il prezzo del filo . Non posso mettere in pulito il secondo capitolo prima d'aver avuto questi dati.
(Marx, Lettera a Engels, 20 novembre (nel manoscritto: ottobre) 1865, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 171)
 
Per quanto riguarda il tuo resoconto, non ho potuto presentarlo alla conferenza perché vi si parlava troppo di me. Quanto al tuo discorso di Berlino esso conteneva degli strafalcioni assai spiacevoli, che possono derivare soltanto da te, giacché alludi a cose che sono note soltanto a te, ma che tu hai in parte dimenticato e riprodotto in modo sbagliato. Ma tutto ciò appartiene al passato.
Ho ricevuto la lettera da Berlino, e risponderò ad essa. In questo momento non ho né il tempo né i mezzi per venire a Berlino. Persino se potessi, come tu ben sai, non sarebbe assolutamente il caso di fare dell'agitazione. Non per nulla il governo prussiano ha dichiarato che l'amnistia - per quanto riguarda la mia persona - mi esclude ancora dalla Prussia e mi permette di viaggiare nel mondo di Bismarck solo come straniero.
In questi giorni ti manderò alcuni numeri del “Workman's Advocate ”. Tu puoi scrivere per esso su qualsiasi tema sociale o politico. Fino ad ora si tratta di un giornale pieno di buona volontà, ma anche assai mediocre. Naturalmente io non ho e non ho avuto ancora tempo di dargli degli articoli, sebbene io sia uno dei suoi direttori. (A causa del mio dannato malanno, che torna continuamente, sono stato costretto a interrompere la stesura definitiva del mio libro [“Il capitale”], e ora devo dedicare tutto il mio tempo - e oltretutto una parte di esso è occupata dall'Associazione internazionale - a questo compito.) Engels ha promesso di mandare articoli, ma non l'ha ancora fatto. E con gli altri è lo stesso.
La conferenza ha deliberato di convocare un congresso pubblico a Ginevra per la fine di maggio. Si è steso un programma delle questioni che vi debbono essere trattate. Ma potranno partecipare soltanto soci di società aderenti, delegati da una di esse. Adesso ti invito molto seriamente (lo stesso farò a Magonza attraverso Stumpf, e scriverò anche ai berlinesi in proposito), ad aderire con altri all'associazione, non ha importanza se saranno pochi o molti. Io ti manderò le tessere, che ho pagato in anticipo, in modo che tu le possa distribuire gratuitamente . Ma adesso mettiti sotto! Ogni associazione (indipendentemente dal numero dei suoi soci) può, mediante il pagamento di 5 scellini, farsi socia in blocco. Le tessere invece, che costano 1 scellino, danno il diritto ad essere socio individualmente , il che è importante per tutti gli operai che vanno all'estero. Ma considera questa questione di denaro come assolutamente secondaria. La cosa principale è di acquistare soci in Germania, individualmente o come associazione. Alla conferenza l'unica località rappresentata era Solingen . (Essi avevano delegato il nostro vecchio amico Becker e tu ti sbagli di molto, se credi che egli sia uno strumento della megera Hatzfeldt.) Con la mia prossima lettera ti invierò il programma (delle questioni da sottoporre al congresso). Tutti i giornali liberali e repubblicani a Parigi hanno fatto un gran rumore attorno alla nostra associazione. Henri Martin , il noto storico, ha scritto in proposito un editoriale pieno di entusiasmo sul “Siècle”!
(Marx, Lettera a Wilhelm Liebknecht, 21 novembre 1865, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 535-536)
 
Devi scusarmi se soltanto oggi ti ringrazio a nome della family per il Christmasbon [famiglia per il dono natalizio], ma soprattutto di non averti scritto affatto per così lungo tempo. Io sono all that time over tanto bothered [per tutto questo tempo tanto tormentato] e perdo tanto tempo in corse, transazioni a destra e a sinistra, per acquietare A e per cader con ciò nelle grinfie di B, e così di seguito, che il mio lavoro per la massima parte è limitato alla notte e il buon proponimento di sbrigar la corrispondenza il giorno seguente, ogni giorno va in fumo.
Quel che riguarda l'International Association e tutto quanto vi è annesso e connesso, grava perciò su di me come un incubo e io sarei lieto di potermelo scuoter di dosso. Ma proprio adesso questo è impossibile. Da un lato parecchi borghesi son venuti nell'idea - alla testa Mr. Hughes, M.P. [Member of Parliament (membro del parlamento)], - di trasformare il “Workman's Advocate ” in un giornale fondato su basi sicure, e come uno dei directors I must watch the transactions [direttori devo seguire le trattative], affinché non abbia luogo nessun foul play [brutto tiro].
Dall'altro lato la Reform League, una delle nostre istituzioni, ha conseguito un enorme trionfo al comizio nella St. Martin's Hall, il maggior comizio e il più genuinamente operaio che abbia avuto luogo a Londra in tutto il tempo della mia dimora. Le persone del nostro comitato furono alla sua testa e parlarono nel nostro senso. Se domani io mi ritirassi, l'elemento borghese, che con dispiacere vede noi (foreign infidels) [stranieri infidi] dietro le quinte, prenderebbe il sopravvento. Dopo il fiasco completo del movimento operaio in Germania, gli elementi operai della Svizzera si sono più che mai raggruppati intorno alle sezioni locali dell'International Association. Alla metà di questo mese è uscito a Ginevra il primo numero del “Journal de l'Association Internationale des Travailleurs, Section de la Suisse Romande ”, e presto uscirà là pure un organo tedesco sotto la redazione di Becker che, per la morte del “Nordstern ” e il discredito del “Social-Demokrat”, ha probabilità di successo. (Il vecchio Becker sollecita articoli e mi ha incaricato di scrivere urgentemente a te per questo, dato che pro nunc [per il momento ] non ha nessun collaboratore.) In Francia finalmente l'associazione, data la mancanza d'ogni altro centro di movimento, fa grandi progressi. Dunque, se in queste circostanze mi ritirassi, farei alla cosa il maggior danno; e tuttavia per me, data la mia attuale mancanza di tempo, non è una piccolezza about 3 meetings [circa 3] comizi nel West End o nella City, every week [ogni settimana], ora seduta dell'International Council [Consiglio dell'Internazionale], poi dello Standing Committee [Comitato permanente], poi dei direttori o degli shareholders [azionisti] del “Workman's Advocate ”! Inoltre scrivere di mille cose.
(Marx, Lettera a Engels, 26 dicembre 1865, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 175-176)

 

 
1866

 

Durante il mio ultimo soggiorno a Manchester mi hai chiesto una volta una spiegazione del calcolo differenziale. Nell'esempio che segue la cosa ti si chiarirà perfettamente.
(Marx, Lettera a Engels, fine 1865-inizio 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 178)
 
I migliori ringraziamenti per le 10 sterline.
La cambiale scade il 18 febbraio ed ammonta a Lst. 48. Avrei voluto che il landlord [padrone di casa] la traesse solo per i due semestri scaduti, ma non anche per il terzo semestre che scade soltanto alla fine di gennaio. Ma non ha voluto intenderla.
(Marx, Lettera a Engels, 5 gennaio 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 183)
 
Auguri di felicità per il nuovo anno e il migliore ringraziamento per la Sua lettera amichevole.
Lei deve scusare la brevità di queste righe per l'eccessivo lavoro di cui in questo momento sono sovraccarico. La prossima volta scriverò più estesamente.
Accludo due tessere, e nella prossima lettera Le comunicherò le questioni che dovranno essere trattate a fine maggio nel congresso pubblico a Ginevra.
La nostra associazione ha fatto grandi progressi. Essa possiede ormai tre organi ufficiali, uno londinese “The Workman's Avocate”, uno di Bruxelles, “La Tribune du Peuple” , uno della sezione francese in Svizzera, il “Journal de l'Association Internationale des Travailleurs, Section de la Suisse Romande ” (Ginevra), e un giornale della sezione della Svizzera tedesca, “Der Vorbote ”, apparirà tra alcuni giorni sotto la direzione di J. P. Becker. (Indirizzo: 6, rue de Mole, Ginevra, J.P. Becker nel caso che Lei volesse fornirgli all'occasione una corrispondenza politica o sociale.)
Siamo riusciti ad attirare nel movimento l'unica organizzazione operaia veramente grande, le “Trade-Unions ” inglesi che prima si occupavano esclusivamente della questione salariale. Con il loro aiuto l'associazione inglese, fondata da noi [La Lega per la riforma] per la realizzazione dell'universal suffrage [suffragio universale] (il comitato centrale è composto per metà da membri - operai - del nostro comitato centrale) tenne alcune settimane fa un comizio colossale in cui parlarono solo operai. L'effetto lo può constatare dal fatto che il “Times ” si occupò di questo comizio in due numeri successivi nei suoi leaders [articoli di fondo].
Per ciò che concerne la mia opera [“Il capitale”], sono adesso occupato 12 ore al giorno con la sua stesura in bella copia. Penso di portare il manoscritto del primo volume in marzo personalmente ad Amburgo, e di vederLa in quella occasione. Le acrobazie del successore di Justus v. Möser mi hanno molto divertito. Come deve essere meschino un uomo di talento che cerca e trova soddisfazione in simili bagatelle!
In quanto a Bürgers, egli è certamente ben intenzionato, ma debole. È poco più di un anno che egli dichiarava in pubblico comizio a Colonia (lo si può leggere stampato nei giornali di Colonia) che Schulze-Delitzsch avrebbe “risolto” definitivamente la questione sociale e che egli (Bürgers) solo per amicizia personale verso di me si sarebbe perduto nei labirinti del comunismo! potevo io, dopo simili dichiarazioni pubbliche , non considerarlo un “rinnegato”?
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 15 gennaio 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 542-543)
 
Questa volta ne è andato della pelle. La mia famiglia non ha saputo quanto il caso fosse sérieux [serio]. Se la cosa si ripete ancor tre o quattro volte nella medesima forma, sono spacciato. Sono straordinariamente deperito e ancora maledettamente debole, non di cervello, ma di reni e di gambe. I medici hanno ragione, l'esagerato lavoro di notte è la causa principale di questa ricaduta. Ma io non posso dire a quei signori le ragioni che mi costringono a questa stravaganza, il che del resto sarebbe anche inutile. In questo momento ho ancora diverse piccole escrescenze per il corpo, dolorose ma niente affatto pericolose.
La cosa più tormentosa per me è stata l'interruzione del mio lavoro [al “Capitale”], che dal primo gennaio, quando erano cessati i dolori al fegato, procedeva meravigliosamente. Di “star seduto ” non era naturalmente il caso di parlare. Ciò mi dà noia ancora in questo momento. Però, stando coricato, ho continuato a sgobbare, sia pur soltanto durante brevi intervalli, di giorno. Con la parte teorica vera e propria non son potuto andare avanti. Per questa il cervello era troppo debole. Allora ho ampliata storicamente la parte sulla “giornata lavorativa ”, il che restava fuori del mio piano originario. Questo mio “incluso” costituisce il completamento (in forma abbozzata ) del tuo libro [“La situazione della classe operaia in Inghilterra”] fino al 1865 (cosa che dico anche nella nota) e la piena giustificazione della differenza fra il tuo apprezzamento dell'avvenire e la sua realtà. Non appena sia apparso il mio libro, sarà necessaria, e ad un tempo facile, la seconda edizione del tuo. Quanto è necessario teoricamente lo fornirò io. Per quanto concerne la più ampia aggiunta storica che devi dare come appendice del tuo volume, tutto il materiale è soltanto scarto e scientificamente non utilizzabile, all'infuori dei “Factory reports ”, dei “Children's employment commission reports ”, e dei “Board of Health reports ”. Con la tua forza di lavoro non insidiata da foruncoli ti renderai padrone di questo materiale comodamente in tre mesi. (...)
Il mio tempo appartiene tutto alla mia opera [“Il capitale”].
Il tuo vino produce in me effetti meravigliosi. Nel culmine della malattia dovetti comprare del cattivo Porto, dato che questo vino è l'unico adatto in una foruncolosi acuta.
(Marx, Lettera a Engels, 10 febbraio 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 189-190)
 
Dì o scrivi a Gumpert che deve mandarmi la ricetta con la prescrizione per l'uso. Poiché io ho fiducia in lui, egli ha il dovere per il bene dell'“economia politica” di passare sopra all'etichetta professionale e di curarmi da Manchester.
Ieri ero di nuovo a terra, perché era scoppiato un vigliacchissimo favo al fianco sinistro. Se avessi denaro abbastanza vale a dire >-0 per la mia famiglia, e se fosse finito il mio libro [“Il capitale”], mi sarebbe del tutto indifferente se oggi o domani fossi gettato allo scorticatoio, alias se crepassi. Ma nelle menzionate circostanze questo non va ancora.
Per quanto riguarda questo maledetto libro, le cose stanno così: era finito alla fine di dicembre. Soltanto la trattazione della rendita fondiaria, il penultimo capitolo, forma da solo, nella redazione odierna, un volume. Di giorno andavo al Museum e di notte scrivevo. Dovevano esser compulsati i nuovi studi di chimica agraria in Germania, specialmente Liebig e Schönbein, per questa materia più importante che tutti gli economisti presi insieme, e d'altra parte l'enorme materiale che hanno apportato i francesi dall'ultima volta che mi sono occupato di questo argomento. Avevo chiuse le mie ricerche teoriche sulla rendita fondiaria due anni fa. E proprio in questo intervallo si ebbe un grande apporto, del resto sempre a conferma completa della mia teoria. Anche la possibilità di notizie sul Giappone (d'altra parte in generale io non leggo mai, se non per obbligo professionale, descrizioni di viaggi) è stato a questo proposito importante. Perciò ho adottato per me lo shifting system [sistema dei turni] come quei cani di fabbricanti inglesi lo applicavano dal 1848-1850 alle medesime persone.
Quantunque finito, il manoscritto, enorme nella sua forma odierna, non è pubblicabile da nessuno fuor che da me, nemmeno da te.
Cominciai la ricopiatura e la limatura esattamente il primo gennaio, e la cosa procedette alla svelta, poiché naturalmente era per me un divertimento leccare e lisciare il figliolino, dopo tanti dolori di parto. Ma poi comparve di nuovo il favo, sicché finora non sono andato innanzi, ed invece ho potuto di fatto soltanto sviluppare ciò che, stando al piano, sarebbe stato già finito.
Del resto, concordo con la tua opinione e porterò il primo volume, appena sarà pronto, a Meissner. Però per poterlo completare occorre che io possa almeno star seduto.
Non dimenticare di scrivere a Watts, perché ora sono arrivato al mio capitolo sul macchinario [cfr. “Il capitale”, libro I, cap. 14].
Non puoi mandare per il “Commonwealth” un articolo, buttato giù alla svelta, sulla Prussia, sotto la rubrica Berlino ? Pensa quanto è importante per noi prender piede saldamente a Londra. Per gli articoli sulla Polonia [“Che cosa ha a che fare la classe operaia con la Polonia?”] c'è tempo. Ma coi giornali tedeschi che hai a tua disposizione, questo scrivere sulla Prussia non può esser per te che un divertimento. La mia influenza qui dipende in parte dal fatto che la gente finalmente veda che non sono del tutto solo.
Le faccende politiche non mi rendono inquieto (non qua [latino: in quanto] individuo, ma per via del libro) quanto lo stato economico , che dà indizi d'una crisi sempre più minacciosa.
(Marx, Lettera a Engels, 13 febbraio 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 193-194)
 
Puoi immaginarti come le 10 sterline siano giunte al momento giusto. Mi erano arrivate due minacce di sequestro a casa, per quella porcata della tassa municipale di 6 sterline e 9 pence e per le Queen's Taxes [tasse statali] di 1 scellino e 16 pence. E il termine scadeva venerdì.
Per quanto riguarda i favi, le cose stanno così:
Di quello superiore , ti avevo già detto per la mia lunga pratica, che esso doveva essere tagliato . Oggi (martedì), dopo aver ricevuto la tua lettera, ho preso un rasoio affilato, Relict of dear Lupus [un ricordo del caro Lupus], e ho tagliato quella cosa dannata io stesso . (Non mi riesce tollerare medici tra le parti genitali o nella loro vicinanza. Del resto Allen mi ha attestato that I am one of the best subjects to be operated upon [che sono uno dei migliori soggetti che si prestino ad essere operati]. Io riconosco sempre ciò che è necessario .) Il sang brûlé, as Mrs. Lormier says [Il sangue guasto, come dice la signora Lormier], sgorgò, piuttosto spruzzò in alto e ora io considero questo favo eliminato, sebbene it still wants some nursing [abbia bisogno ancora di cura].
Per quanto riguarda quello inferiore , esso sta diventando pericoloso e si trova fuori del mio controllo; non mi ha fatto dormire per tutta la notte. Se questa porcheria continua, naturalmente sarò costretto a far venire Allen, giacché, a causa del luogo in cui si trova, non sono capace to watch and cure [di sorvegliarlo e curarlo] io stesso. Del resto è chiaro che io on the whole [tutto sommato] a proposito della malattia dei favi ne so di più della maggior parte dei medici.
Per altro ciò che ho accennato a Gumpert durante il mio ultimo stay [soggiorno] a Manchester, è ancora la mia opinione: cioè che il prurito e il grattamento tra i testicoli e l'ano da due anni e mezzo a questa parte insieme alla squamatura della pelle , a ciò dovuta, logora il mio corpo più di qualsiasi altra cosa. La cosa ha avuto inizio sei mesi prima del primo enorme favo che avevo sulla schiena, e continua fino ad ora.
Caro ragazzo, in queste circostanze si sente more than ever [più che mai] la fortuna di un'amicizia quale esiste tra noi. Da parte tua sai che per me non esiste alcun rapporto umano di altrettanto valore.
Domani ti manderò “Zaches” e “Factory Reports”. Capirai, my dear fellow [mio caro] che in un'opera come la mia non possono non travarsi alcuni short-comings [insufficienze] nei particolari. Ma la composizione , la connessione del tutto è un trionfo della scienza tedesca, che un tedesco individualmente può ammettere, perché in no way [in nessun modo] è suo merito, piuttosto appartiene alla nazione . E ciò è tanto più motivo di gioia in quanto, sotto altri rispetti, si tratta della silliest nation [nazione più sempliciona ] sotto la luce del sole!
Il fatto “denunciato” da Liebig e che ha fornito l'occasione a Schönbein per le sue ricerche era il seguente:
Gli strati superiori del terreno contengono sempre più ammoniaca di quelli inferiori , invece di contenerne meno, come dovrebbe essere, giacché diventano più poveri di ammoniaca a causa dell'agricoltura. Questo fatto era riconosciuto da tutti i chimici. Ma la causa era sconosciuta.
Fino a questo punto la putrefazione era considerata come l'unica causa dell'ammoniaca. Tutti i chimici (anche Liebig) negavano che l'azoto dell'aria potesse servire di nutrimento alle piante.
Schönbein ha dimostrato (mediante esperimenti) che ogni fiamma accesa nell'aria trasforma una certa quantità dell'azoto contenuto nell'aria in nitrato di ammoniaca, che ogni processo di decomposizione è la causa della formazione sia dell'acido nitrico sia dell'ammoniaca, che la pura e semplice evaporazione dell'acqua è un mezzo per ottenere la formazione di ambedue gli elementi di nutrizione delle piante.
Per concludere, il “giubilo” di Liebig per questa scoperta:
“Mediante la combustione di una libbra di carbon fossile o di legno, l'aria non solo riceve di nuovo gli elementi per rigenerare questa libbra di legna o, in dati casi, il carbon fossile, bensì il processo di combustione trasforma in sé ” (nota la categoria hegeliana) “una certa quantità di azoto contenuto nell'aria in un nutrimento indispensabile per la produzione del pane e della carne”.
I feel proud of the Germans. It is our duty to emancipate this “deep” people [Io sono orgoglioso dei tedeschi. È nostro dovere emancipare questo popolo “profondo”].
(Marx, Lettera a Engels, 20 febbraio 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 197-198-199)
 
Hai ricevuto le mie righe di martedì scorso? Debbo saperlo per esser sicuro se si interferisce con le mie lettere. L'indirizzo era quello di Mrs. Burns.
Se debbo assolutamente andare al mare, bisogna che vada adesso, non avendo proprio tempo da perdere. Nella mia ultima lettera ti dicevo che, al caso, desidererei andare a Margate , ed allora dovrebbe essere fatto ora quanto è necessario. Nella letterina ti domandavo anche che cosa Gumpert intende per “cura” . Continuare con l'arsenico o che cosa altro?
Nell'“International Council” [“Consiglio dell'Internazionale”] e nella “direzione del giornale” [del “Commonwealth”] tutto va a catafascio e si palesa una gran voglia di ribellarsi contro “il tiranno” assente, ma nello stesso tempo anche di ricacciar nel fango tutta la baracca. La mia ferita (dell'ultimo favo) è così migliorata (e finora non si è manifestato niente di nuovo) che io lunedì o martedì prossimo potrei andare fra la gente, ma d'altra parte sì e no potrò sopportare le sedute fino a tarda ora in un buco di Fleet Street, e ciò che è ancor peggio, sono così eccitato di nervi che difficilmente potrei mantenere gli attacchi dentro i “limiti della ragion pura”, anzi scoppierei con troppa violenza, cosa non opportuna.
Quando arriverà finalmente il primo articolo sulla Polonia”? [“Che cosa ha a che fare la classe operaia con la Polonia?”].
(Marx, Lettera a Engels, 10 marzo 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 207)
 
Il latore di queste righe è il cittadino Orsini, fratello del martire immortale, e membro della nostra associazione. Egli parte dall'Inghilterra per gli Stati Uniti, donde ritornerà fra qualche mese. I tuoi consigli in cose d'affari potrebbero forse essergli utili. In tutti i casi ti sarà gradito far la sua conoscenza.
(Marx, Lettera a Engels, 15 marzo 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 208)
 
Mia cara bambina,
sono arrivato ieri sera alle 7 e ¾. Seguendo le tue indicazioni, ho lasciato il bagaglio in deposito, e un omnibus mi ha poi portato in una piccola locanda chiamata King's Arms. Ho ordinato carne ai ferri e mi è stata indicata la sala da pranzo, molto male illuminata. Il mio spavento non fu poco (tu sai quanto io sia timido), quando ho scorto uno spilungone magro e allampanato, qualcosa di mezzo tra un prete e un commesso viaggiatore, che se ne stava seduto da solo e immobile davanti al camino. A causa degli occhi opachi e senza luce ho creduto che fosse un cieco. Questa mia idea sembrava confermata dal fatto che aveva sulle ginocchia un affare lungo, simile a una sciarpa, stretto, bianco, bucherellato a intervalli uniformi. Pensai che si trattasse di carta ritagliata dal cieco per ottenere dai clienti della locanda delle offerte. Quando arrivò la mia cena, quell'uomo si mise in moto, si tolse tranquillamente gli stivali e mise al camino per riscaldarli i suoi piedi di elefante. Un po' per questa vista sgradevole e per la presunta cecità di quell'uomo, un po' per la carne ai ferri che nel suo stato di natura deve essere stata la parte di una vacca malata, trascorsi la prima sera a Margate in modo tutt'altro che piacevole. In compenso però la camera era accogliente, il letto pulito e soffice, e ho dormito bene. Quando mi sono messo a tavola per fare colazione, chi è entrato? Proprio l'uomo di ieri sera. È risultato che egli era sordo e non cieco. Ciò che mi aveva così inquietato - voglio dire quella cosa che teneva sulle ginocchia - era un fazzoletto di fattura insolita, che su fondo grigio aveva dei puntini neri, che a me erano sembrati erroneamente dei buchi. Poiché quell'uomo mi irritava, ho pagato al più presto possibile il conto e quindi ho trovato, dopo essere andato un po' in giro, il mio alloggio attuale sul mare, con uno spazioso soggiorno e una stanza da letto, per 10 scellini la settimana. Concluso l'affare, si è stabilito in una clausola aggiuntiva che tu, quando verrai, non dovrai pagare nulla per la tua camera da letto.
Come prima cosa ho fatto un bagno di mare caldo. Magnifico. Così pure l'aria. È stupenda.
Adesso le pensioni sono quasi vuote e, se ho ben capito il bibliotecario, non sono ancora affatto preparate ad accogliere clienti. Per quanto riguarda i ristoranti, sembra essere piuttosto difficile trovarne uno che vada bene, ma anche questo ostacolo sarà superato.
E ora i più affettuosi saluti a tutti, arrivederci!
Tuo Moro. O ggi ho fatto una passeggiata di 5 ore.
(Marx, Lettera a sua figlia Jenny, 16 marzo 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 548-549)


 

Dall'indirizzo vedrai che il mio consigliere medico mi ha spedito in esilio in questa località marina, che durante questa stagione è totalmente vuota. Margate vive soltanto dei londinesi, i quali durante la stagione balneare addirittura la inondano. Durante gli altri mesi non fa che vegetare. Io personalmente sono molto contento di essermi sottratto a qualsiasi compagnia, persino a quella dei miei libri. Ho preso un alloggio privato con vista sul mare. In una locanda o albergo si potrebbe correre il pericolo di incontrare qualche turista vagabondo e di essere infastidito con pettegolezzi locali, questioni comunali e chiacchiere dei vicini. Così invece “io non mi curo di nessuno, e nessuno si cura di me”. Ma l'aria è meravigliosamente pura e corroborante. Io sono diventato una specie di viandante, vado in giro tutto il giorno e mantengo il mio spirito in quella condizione del nulla, che il buddismo ritiene essere il culmine della felicità umana. Naturalmente non avrai dimenticato il piccolo grazioso detto: “Quando il diavolo era malato, voleva essere un monaco; quando invece stava bene, era un diavolo di monaco”.
Quando ci si allontana un po' dal mare e si passeggia nella vicina regione agricola, ecco che si viene assaliti dal ricordo doloroso della “civiltà”, infatti ad ogni passo si incontrano grandi cartelli con la notifica governativa: peste bovina . Gli oligarchi che governano l'Inghilterra non hanno mai destato il sospetto di curarsi minimamente di “tutto il dolore dell'umanità”, ma nutrono una profonda compassione per le vacche e i buoi. All'apertura del parlamento i signori cornuti delle due camere, alta e bassa, hanno assalito furiosamente il governo. Le loro lamentele facevano l'effetto del muggito di una mandria di vacche tradotto in inglese. E non assomigliavano neppure al venerando re Visvamitra, “che combatté e fece penitenza per la vacca Cabala. Al contrario. Essi colsero l'occasione per “battre monnaie” [battere moneta] dalla malattia delle vacche a spese del popolo. Sia detto di passaggio: l'oriente non fa che inviarci belle cose: la religione, l'etichetta e la peste in tutte le sue forme.
Mi fa molto piacere di apprendere l'ultima avventura di Waaratje. In verità ti dico, mia cara cuginetta, io ho sempre nutrito grande simpatia per quest'uomo, e costantemente sperato che un giorno rivolgesse il suo cuore delicato verso la meta giusta e non si limitasse a fare la parte odiosa della novella “La bella e il mostro”. Sono convinto che sarà un buon marito. La sua innamorata [in italiano nel testo] è una “bommelese” oppure viene da fuori?
Pochi giorni prima di lasciare Londra, ho fatto la conoscenza del signor Orsini, una persona assai simpatica, fratello di quell'Orsini che fu mandato a finire sotto terra, perché aveva portato Bonaparte in Italia. Adesso Orsini è partito per un viaggio di affari negli Stati Uniti, ma nei pochi giorni della nostra conoscenza mi ha reso dei buoni servigi. Sebbene sia amico personale di Mazzini, non ne condivide affatto le opinioni antiquate, antisocialiste e teocratiche. Devi sapere che Mazzini, durante la mia lunga assenza forzata dal Consiglio dell'Associazione internazionale, si era dato un gran daffare per scatenare una specie di rivolta contro la mia qualità di capo. “Essere capo” non è mai gradevole, e non è neppure qualcosa che io desideri. Io penso sempre a ciò che tuo padre diceva, riferendosi a Thorbecke, che cioè “l'asinaio non può che essere odiato dagli asini”. Ma, una volta che mi sono dedicato anima e corpo a un'impresa che ritengo importante, certamente, dato il mio carattere, non mi arrendo volentieri. Mazzini, che è un nemico accanito del libero pensiero e del socialismo, notava con grande invidia i progressi della nostra associazione. Il suo primo tentativo, di farne un proprio strumento e di imporle un programma da lui escogitato e una dichiarazione di princípi, era stato sventato da me. La sua influenza sulla classe operaia di Londra, che un tempo era molto forte, è scesa a zero. È diventato furioso quando ha visto che noi avevamo fondato la Lega per la riforma in inglese e un settimanale il “Commonwealth ”, a cui collaborano tutti gli uomini di idee progressiste a Londra, quando sarò tornato a Londra, te ne manderò una copia. La sua collera si è ancora accresciuta, quando il redattore della “Rive Gauche ” (il giornale della jeune France [giovane Francia], che è diretto da Rogeard, l'autore dei “Propos de Labienus”, da Longuet ecc.) ci ha dato la sua adesione, e quando si è accorto che la nostra associazione si sta diffondendo sul continente. Egli ha utilizzato la mia assenza per intrigare con alcuni operai inglesi, risvegliare la loro gelosia verso l'influenza “tedesca” e addirittura mandare il suo aiutante, un certo maggiore Wolff (tedesco di nascita), al consiglio, perché presentasse le sue lagnanze e mi denunciasse più o meno apertamente. Egli voleva “essere riconosciuto come il capo del movimento democratico continentale” (suppongo par la grâce de dieu [per grazia di dio]). Nel far ciò, egli era assolutamente sincero, almeno nel senso che aborre profondissimamente i miei princípi, che ai suoi occhi incarnano il “materialismo” più degno di essere condannato. Tutta questa manovra fu fatta alle mie spalle, dopo che si erano accertati che io, a causa della mia malattia, non avrei potuto intervenire. Gli inglesi erano incerti, ma io, sebbene fossi ancora molto debole, feci irruzione, accompagnato dal signor Orsini, nella seguente seduta. Dopo che io ebbi presentato le mie obiezioni, egli spiegò loro che Mazzini ha perduto la propria influenza persino in Italia e, in base al suo passato e ai suoi pregiudizi, non è assolutamente in grado di comprendere il nuovo movimento. Tutti i segretari stranieri si dichiararono a mio favore, e se tu, che sei il nostro segretario olandese, fossi stata presente, io spero che avresti dato il tuo voto a favore del tuo devoto servitore e ammiratore. In ogni modo la mia vittoria su questo ambiguo nemico fu completa. Penso che Mazzini adesso ne abbia abbastanza di me e che farà bonne mine à mauvais jeu [buon viso a cattiva sorte]. Spero di avere da te qualche riga. Non dimenticare che qui sono un eremita separato dal mondo intero.
(Marx, Lettera a Antoiniette Philips, 18 marzo 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 550-551-552)
 
Mio caro Cacadou! [principessa cinese]
Davvero notizie magnifiche! Preferisco la signora Grach alla madre di tutti i Gracchi
[gioco di parole, basato sull'assonanza tra il nome Grach e i Gracchi, i famosi tribunali romani della plebe]. Sono molto contento di aver preso alloggio in una casa privata e non in una locanda o in un albergo, dove è molto difficile sottrarsi al fastidio dei pettegolezzi locali, dalle storielle scandalose della comunità e dalle chiacchiere dei vicini. Ma tuttavia non mi riesce di cantare come il mugnaio di Dee: io non mi curo di nessuno, e nessuno si cura di me [parole dal canto popolare inglese]. Infatti c'è la mia padrona di casa, sorda come una campana, e sua figlia tormentata da una raucedine cronica, ma altrimenti sono persone molto gentili, piene di attenzioni e non indiscrete. Per quanto mi riguarda mi sono trasformato in un bastone da passeggio ambulante, la maggior parte della giornata infatti la passo in giro, respiro aria pura, vado a letto verso le 10, non leggo nulla, scrivo ancora meno e trasferisco il mio spirito in modo totale in quella condizione del nulla, che il buddismo ritiene essere il culmine della felicità umana. Comunque sia, giovedì non mi trasformerò nel bel giovinetto che la nostra cara By Bye [la figlia di Marx, Jenny] a quanto pare si immagina nei suoi sogni. Il mal di denti al lato destro non è ancora finito, e dalla stessa parte adesso si è infiammato anche l'occhio. In verità non se ne vede gran che, ma l'occhio ha preso la cattiva abitudine di versare lacrime, senza tenere il minimo conto dei sentimenti del suo padrone. Se non fosse per questo, mi sarei già fatto fotografare, perché qui si possono avere 12 fotografie in formato di carta da visita per 3 scellini e 6 pence e 48 per 10 scellini. La mammina [la signora Jenny Marx] mi farebbe un grande piacere se andasse dal signor Hall e lo pregasse di prepararmi una soluzione di zinco (egli conosce la ricetta) per il mio occhio; conto sul fatto che essa sia pronta quando verrò a Londra. Quest'occhio infiammato non mi fa dormire la notte. Per il resto, sto meglio.
Se ci si allontana un poco dal mare e si va in giro nella vicina regione agricola, ecco che ci si ricorda dolorosamente della “civiltà ”. Da tutte le parti ci si trova davanti alla scritta “epidemia bovina”, su cui è incollato un decreto del governo: risultato del furioso dibattito che la nobiltà cornuta della camera alta e bassa ha scatenato contro il governo all'apertura del parlamento.
O re Visvamitra
che razza di bove tu sei,
perché tanto hai lottato ed espiato,
e tutto per una vacca.
Ma mentre il venerabile Visvamitra, da indù autentico, castrò se stesso per redimere la vacca Cabala, la nobiltà terriera inglese, fedele in questo allo stile dei martiri moderni, taglieggia il popolo per rifarsi della malattia delle sue vacche. Che la peste bovina la colga! Il corno, il corno, come la discreta By Bye lo fa vigorosamente risonare.
Domenica sono andato a piedi a Canterbury. Purtroppo presi questa fatale decisione dopo che ero stato in giro ben due ore di qua e di là sulle dighe ecc. Così avevo già consumato troppa energia fisica, quando mi misi in cammino verso la sede dell'arcivescovo o [...] [passo indecifrabile]. E di qui a Canterbury ci sono 16 miglia buone. Da Canterbury a Margate ho preso il treno, ma avevo esagerato e non ho potuto dormire tutta la notte. Le articolazioni e la schiena non mi facevano male, invece le piante dei piedi si sono rivelate persone sensibili. Su Canterbury naturalmente tu sai tutto - e più di quanto io non possa vantarmi - dal tuo Eves, la fonte fidata del sapere di tutte le Eve inglesi (con te non posso fare a meno dei giuochi di parole. Ma ricordati che Thackeray ha fatto ancora peggio quando ha rimato Eves con Ewes [giuoco di parole: Eves come nome, mentre Ewes vuol dire pecore]. Per fortuna ero troppo stanco, e era anche troppo tardi per andare a vedere la famosa cattedrale. Canterbury è una vecchia e brutta città, di tipo medievale, che non ha guadagnato nulla dalle grandi e moderne caserme inglesi a un'estremità e da una stazione orrenda e squallida all'altra estremità del vecchio villaggio. Nessuna traccia della poesia che si trova in altre città, altrettanto antiche, del continente. I soldati e gli ufficiali che se ne andavano a spasso tronfi mi hanno ricordato in qualche modo la “patria”. Nella locanda dove ho mangiato assai meschinamente qualche fetta di carne fredda, sono venuto a sapere l'ultimo scandalo. Il capitano Le Merchant, a quanto pare, è stato agguantato dalla polizia nella notte di domenica mentre bussava a una porta dopo l'altra dei cittadini più in vista. A causa di questo innocuo passatempo sarà citato in giudizio. E il terribile capitano dovrà piegare la sua testa malconcia davanti ai maestosi consiglieri comunali. Ecco tutti i miei “Canterbury Tales”. [titolo della famosa opera di Geoffrey Chaucer].
E ora, Cacadou, saluta Elly [la figlia di Marx Eleanor] da parte mia, a cui scriverò in questi giorni e la cui letterina mi ha fatto molto piacere. Anche la mammina avrà mie notizie.
Questo dannato birbante di Lafargue mi infastidisce col suo proudhonismo e, a quanto pare, non troverà riposo finché non gli avrò dato qualche botta sul suo cranio di creolo.
(Marx, Lettera a sua figlia Laura, 20 marzo 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 553-554-555)
 
Dalla ritardata comparsa di questa lettera potrai vedere come io impieghi qui il mio tempo “professionalmente”. Non leggo, non scrivo. Per via dell'arsenico tre volte al giorno, si debbono regolare le ore dei pasti e delle passeggiate lungo il mare e sulle vicine colline in modo che non si trova tempo per altre cose. E alla sera si è troppo stanchi per far niente altro che dormire. Il tempo in generale è un po' rigido, ed in ispecie qui soffia un vento di levante somewhat chilling [alquanto fresco], ma anche a ciò ci si abitua presto. Quanto mi sia ristabilito, lo puoi constatare dal fatto che domenica scorsa sono andato per pedes [a piedi] fino a Canterbury (17 miles di qui) in meno di 4 ore. Per quanto riguarda i rapporti sociali, naturalmente non esistono. Posso cantare con il miller of the Dee: “I care for nobody and nobody cares for me” [mugnaio del fiume Dee (canto popolare inglese): “Non mi importa di nessuno e a nessuno importa di me”].
Ier l'altro sera dovetti tornare a Londra, per esser presente a una “riunione di società” delle mie figlie. Mio zio aveva mandato loro 5 sterline per Natale, che però per general purposes [scopi generali ] furono prese a prestito e ad esse restituite appena arrivò il tuo denaro. Con ciò prepararono il loro annuale “party” e mi bombardarono con tante lettere, che io mi “feci” a Londra, com'era solito dire il signor Nothjung. Ma subito il mattino seguente (cioè ieri) me ne sono ritornato nel mio eremitaggio.
Prima di partire (il che accadde mercoledì, 14 marzo) dovetti, per quanto ancora in condizioni miserevoli, assistere il 12 e il 13 marzo a sedute serali una dopo l'altra, prima degli shareholders [azionisti] del “Commonwealth” e poi, il 13, del Central Council [Consiglio centrale]. In occasione della prima il signor Cremer aveva combinato tutto per buttar all'aria Eccarius, cosa che sarebbe certo accaduta se non fossi comparso io.
Le Lubez attizzava il fuoco, e at all events [per ogni evenienza] venne accettata una risoluzione che includeva una più o meno honorable amende [onorevole ammenda] per Mazzini, Wolff, ecc. Tu vedi che la cosa era seria. (Dei foreigners [stranieri] erano solo a few present [pochi presenti] e nessuno votava. Sarebbe un tiro proprio gentile di Mazzini, farmi portar tanto avanti l'associazione e poi appropriarsela. Egli pretendeva di venir riconosciuto dagl'inglesi quale capo della democrazia continentale, come se i signori inglesi avessero da nominare a noi dei capi! (...)
Naturalmente, prima di venir qui, a casa avevo pagato i debiti più clamorosi, poiché altrimenti non avrei avuto una sola ora di quiete. Se alla fine di questo mese potessi mandarmi ancora una piccolezza mi faresti un piacere. Frattanto arriverà finalmente la procura del Cape [Città del Capo (cioè da Johan Carel Juta)] e con ciò scivolerà nella cassa qualche cosa, anche se non proprio gran che di considerevole.
(Marx, Lettera a Engels, 24 marzo 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 210-211-212)
 
Domani l'altro tornerò da qui a Londra. Il mio medico mi aveva relegato su questa spiaggia marina, dove infatti mi sono rimesso molto bene. Ma così sono andati interamente perduti per me ancora una volta più di due mesi, febbraio, marzo e metà dell'aprile, e il completamento del mio libro [“Il capitale”] è di nuovo rimandato. C'è da darsi al diavolo.
La mia malattia erano i favi, non i foruncoli. Questa volta la cosa fu pericolosa. Lei ha infatti ragione che c'è sotto qualche peccato “dietetico”. Sono troppo abituato al lavoro notturno, studio di giorno e scrivo di notte. Ciò, insieme a varie preoccupazioni private e pubbliche e - finché sono seriamente immerso nel lavoro - alla trascuranza di una dieta regolare, del moto, ecc., può ben guastare il sangue.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 6 aprile 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 561)
 
Il lungo silenzio ti sarà chiarito dal mio stato d'animo, messo alla prova da un incessante dolor di denti e da un reumatismo che dura da oltre due settimane. Oggi sembra però che si sia arrivati ad una svolta.
Poiché i dolori reumatici, forti specialmente di notte, interferiscono col sonno e con tutto l'andamento di casa - in conseguenza di che ebbi vomito diverse volte -, mi parve bene smettere l'arsenico, o per lo meno sospenderlo. Però adesso (se davvero è intervenuto questo mutamento) lo riprenderò. Di foruncoli o di altri malanni del genere nemmeno la minima traccia, e non ho il minimo dubbio che, eliminati questi incidents [incidenti], più o meno dipendenti dalla stagione, sarò completamente ristabilito. Ed è tempo ben davvero che sia così, perché di tempo ne ho già perduto tanto.
Con l'“International” le cose stanno a questo punto: da quando sono tornato, la disciplina è completamente ristabilita. La vittoriosa intromissione dell'International nello sciopero dei sarti (mediante lettere dei segretari per la Francia, il Belgio, ecc.), ha prodotto grande impressione fra le trades unions di qui [Gli imprenditori volevano combattere lo sciopero dei garzoni sarti]. Nei riguardi del congresso di Ginevra io mi sono deciso a contribuire, di qui, per quanto posso, alla sua riuscita, ma non di andarvi io stesso.
(Marx, Lettera a Engels, 23 aprile 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 228)
 
La nostra teoria della determinazione dell'organizzazione del lavoro attraverso i mezzi di produzione dove trova conferma più splendida se non nell'industria di macellare gli uomini? Scrivi qualche cosa su questo argomento (a me mancano le cognizioni appropriate), che poi io potrei introdurre nel mio libro, come appendice col tuo nome. Pensaci. Se tu dovessi farlo, lo dovresti fare però pour le premier volume [per il I volume (del “Capitale)], dove tratto di questo tema ex professo [in modo specifico]. Tu capisci che grande gioia sarebbe per me se tu comparissi anche nella mia opera capitale (finora non ho fatto che piccolezze) come diretto collaboratore, e non soltanto attraverso citazioni.
Adesso, a tempo perso, studio anche Comte, perché inglesi e francesi fanno tanto chiasso intorno a questo signore. Ciò che in lui li attrae è l'enciclopedico, la sintesi. Ma è povera cosa in confronto a Hegel (quantunque Comte in quanto matematico e fisico di professione gli sia superiore nei particolari, ma, quando si viene al succo, Hegel lo supera infinitamente perfino in questo). E dire che questo positivismo merdoso apparve nel1832!
(Marx, Lettera a Engels, 7 luglio 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 257)
 
Dalla mia ultima lettera giustamente hai notato che la mia salute va meglio, quantunque oscilli da giornata a giornata. Intanto does much for a man [fa bene a un uomo] il sentirsi di nuovo capace di lavorare. Purtroppo sono continuamente distratto dal social troubles [preoccupazioni materiali] e perdo molto tempo. Così oggi, ad esempio il macellaio ha sospeso la fornitura della carne e perfino la mia provvista di carta sabato sarà finita.
Da ieri Laura è mezzo promessa a Monsieur Lafargue, il mio studente di medicina creolo. Lei lo trattava come tutti gli altri, ma il temperamento eccessivo di questi creoli, un po' di paura che le jeune homme [giovanotto] (ha 25 anni) potesse uccidersi, ecc., un po' d'inclinazione per lui, contenuta come sempre in Laura (è un bel giovane, intelligente, energico e fisicamente ben sviluppato), hanno condotto a una mezza promessa. Il giovane s'era attaccato prima a me, ma presto l'attraction [la simpatia] passò dal vecchio alla figlia. Le sue condizione economiche sono di livello medio, poiché è l'unico figlio d'una famiglia di ex piantatori. (...)
Un'opera importantissima che ti manderò (ma però sotto condizione del rinvio perché non è di mia proprietà), non appena ne abbia tratto le note necessarie, è: “P. Trémaux, Origine et transformations de l'homme et des autres êtres. Parigi, 1865 ”. Nonostante tutti i difetti di cui mi accorgo, costituisce un notevolissimo progresso su Darwin.
(Marx, Lettera a Engels, 7 agosto 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 272-273)
 
Lei sa che io ho sacrificato tutto il mio patrimonio alla lotta per la rivoluzione. Non mi dispiace di averlo fatto. Al contrario. Se dovessi cominciare di nuovo la mia vita, farei lo stesso. Con la sola differenza che non mi sposerei. Per quanto è in mio potere, voglio proteggere mia figlia dalle difficoltà a causa delle quali è naufragata la vita di sua madre.
(Marx, Lettera a Paul Lafargue, 13 agosto 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 566)
 
In seguito alla mia lunga malattia le mie condizioni economiche hanno raggiunto un punto critico. Ho accumulato dei debiti che mi comprimono il cervello e mi rendono incapace a tutto, tranne al lavoro che mi assorbe. Se non riesco a prendere in prestito almeno 1.000 talleri, diciamo all'interesse del 5%, non vedo davvero nessuna via di uscita. E malgrado le numerose lettere di approvazione che ricevo dalla Germania, non so dove rivolgermi. Mi serve soltanto l'aiuto da parte di amici privati, ma nulla di pubblico. Lei comprende che in condizioni siffatte lo scriver lettere diventa difficile.
Non sono ancora riuscito a riallacciare le mie vecchie relazioni fruttuose con l'America. Laggiù hanno tanto da fare con il proprio movimento che ogni spesa per la corrispondenza europea è considerata come faux frais de production [spese a fondo perduto]. Potrei rimediarvi se io stesso mi trasferissi là. Ma ritengo sia la mia missione rimanere in Europa e portare a termine il mio lavoro di molti anni [“Il capitale”.
Per quel che concerne questo lavoro stesso, non credo di poter portare a Amburgo il manoscritto del primo volume (diventano ora tre volumi) prima dell'ottobre. Non posso lavorare in modo produttivo che pochissime ore al giorno senza risentirne nel fisico e, per riguardo alla mia famiglia, devo decidermi, sebbene a malincuore, all'osservanza di limitazioni igieniche sino a che non sarò pienamente ristabilito. Inoltre il lavoro è spesso interrotto per l'influenza dall'esterno di circostanze avverse.
Sebbene io dedichi molto tempo ai lavori preparatori per il congresso di Ginevra, non potrò andarvi, né lo voglio, perché non è possibile un'interruzione di qualche durata del mio lavoro. Io ritengo molto più importante per la classe operaia ciò che io faccio con questo lavoro che non tutto ciò che potrei fare personalmente in un congresso quelconque [qualunque].
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 23 agosto 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 567-568)
 
Mio amato maestro ± ¥ (simbolo meno/più)
Mi prosterno a terra davanti a Sua incommensurabilità, quale che sia il ruolo che Ella voglia degnarsi di assumere, sia l'nfinitamente piccolo o l'infinitamente grande.
Le Sue lettere ci hanno mandato in sollucchero, e davvero siamo scoppiati a ridere fragorosamente quando abbiamo letto quel passo meraviglioso, nel quale Ella descrive l'esplosione spontanea che fu provocata dalla vecchia zitella all'esposizione.
Il discendente di un gorilla [Paul Lafargue], che non riesce a sopportare la separazione da un topolino [Laura, figlia di Marx] che si è messo nella testa, mi procura un bel po' di fastidi. Se lo conoscesse bene come lo conosco io, naturalmente assomiglierebbe ancor più a Calipso, qui ne pouvait se consoler du départ d'Ulysse [che non riusciva a consolarsi per la partenza di Ulisse]. Lei sarà una Calipso, ma lui è tutt'altro che un Odisseo. Piuttosto somiglia a un bisbetico innamorato. È doveroso del resto che lo lodi un pochino. Ha lavorato con impegno (dall'una alle 9 di sera) per tradurre le istruzioni [Marx, “Istruzioni per i delegati del Consiglio centrale provvisorio su singole questioni”] che dovevo elaborare per i delegati al congresso di Ginevra. [della 1a Internazionale]. Inoltre egli si è anche affaticato come un sarto per preparare degli arnesi ginnastici destinati a Lei. E infine dedica la massima attenzione agli sproloqui scientifici con cui sono solito trattarlo, sebbene, sia a lui che a me, questo tipo di distrazione mentale siano estranei.
Ieri l'altro sono stati qui i Lormier e anche il Negrillo [Paul Lafargue]. Con il pretesto di volergli mostrare un trucco ginnastico, il vecchio Lormier gli ha detto “confidenzialmente” e naturalmente con discrezione che dovrebbe smetterla a inondare di saliva come se fosse una fontana, il camino, come è sua abitudine quando fuma. Quando i due sono tornati dalla cucina, dove aveva avuto luogo il colloqui confidenziale, il nostro povero Negrillo aveva un'aria assai abbattuta e si comportò come un “ragazzino educato”.
Sinceramente quel giovanotto mi piace. Al tempo stesso, però, sono piuttosto geloso di lui per le pretese che avanza sul mio vecchio “segretario segreto” [la figlia di Marx, Laura].
Non dimentichi di scrivermi immediatamente , quanto Ella deve pagare alla settimana .
Speriamo che questo tempo maledetto cambi.
L'indirizzo della mammina [la signora Jenny Marx]: “Mrs. Goodbun. Rose and Crown. Dover”. Addio, mia cara bambina. Tanti baci anche all'immortale Cacadou.
Tuo 0/¥
Non importa che tu scriva alla mamma, perché, probabilmente, lascerà Dover venerdì mattina per andare in un altro posto.
(Marx, Lettera a sua figlia Jenny, 5 settembre 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 574-575)

 


Nella dimostrazione contro i signori francesi - che all'infuori dei “travailleurs manuels” [“lavoratori manuali”] volevano escludere tutti dapprima dall'esser membri dell'International Association, e poi per lo meno dalla possibilità d venir eletti delegati al congresso - tutti gli inglesi ieri proposero me quale presidente del Central Council [Consiglio centrale]. Dichiarai di non poter accettare a nessuna condizione e per parte mia proposi Odger , che poi venne rieletto, quantunque alcuni nonostante la mia dichiarazione votassero per me.
(Marx, Lettera a Engels, 26 settembre 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 279)
 
Avevo grandi timori per il primo congresso di Ginevra [della 1a Internazionale). In complesso invece è andato meglio di quanto non mi attendessi. Le ripercussioni in Francia, in Inghilterra e in America sono state insperate. No ho potuto, e non ho voluto andarvi, ma ho scritto il programma dei delegati londinesi [“Istruzioni per i delegati del Consiglio centrale provvisorio su singole questioni”]. L'ho limitato intenzionalmente a quei punti che consentono un'intesa e una collaborazione immediate tra gli operai e forniscono un alimento e uno stimolo immediati ai bisogni della lotta di classe e all'organizzazione degli operai come classe. I signori parigini avevano la testa piena delle più vane frasi proudhoniane. Essi cianciano di scienza e non sanno nulla. Disdegnano ogni azione rivoluzionaria, cioè ogni azione che scaturisca dalla lotta di classe stessa, ogni movimento sociale concentrato, tale cioè che si possa attuare anche con mezzi politici (come p.e. riduzione della giornata di lavoro per legge ), col pretesto della libertà e dell'antigovernativismo o dell'individualismo antiautoritario - questi signori che da 16 anni hanno sopportato e sopportano tanto tranquillamente il più miserabile dispotismo! - e predicano in realtà la volgare economia borghese, soltanto proudhonianamente idealizzata! Proudhon ha fatto un male enorme. La sua parvenza di critica e la sua parvenza di opposizione agli utopisti (egli stesso non è che un utopista piccolo-borghese, mentre nelle utopie di un Fourier, di un Owen, ecc., vi è l'intuizione e l'espressione fantastica di un mondo nuovo) conquistò e corruppe dapprima la “jeunesse brillante” [“gioventù brillante”], gli studenti, poi gli operai, specialmente quelli parigini, che, come operai di lusso, sono ancora “molto” legati, senza saperlo al vecchio sudiciume. Ignoranti, vanitosi, arroganti, chiacchieroni, enfaticamente tronfi, erano sul punto di rovinare tutto, perché accorsero al congresso in numero per nulla corrispondente al numero dei loro membri. Nel rapporto li picchierò sulle dita, sottomano.
Grande gioia mi ha procurato il contemporaneo congresso operaio americano di Baltimora. La parola d'ordine era qui la organizzazione per la lotta contro il capitale ed è interessante il fatto che la maggior parte delle rivendicazioni da me poste per Ginevra furono pure là poste dal giusto istinto degli operai.
Qui il movimento per la riforma, suscitato dal nostro Consiglio generale (quorum magna pars fui...[di cui sono stato gran parte] ha ora assunto dimensioni immense e irresistibili. Mi sono sempre tenuto tra le quinte, e ora che il movimento è arrivato non me ne occupo più.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 9 ottobre 1866, (nel manoscritto novembre) Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 576-577)
 
Le mie condizioni economiche sono talmente peggiorate in conseguenza della mia lunga malattia e delle molte spese che essa ha richiesto che è imminente per me nel prossimo futuro una crisi finanziaria, cosa che, a prescindere dalle sue dirette ripercussioni su di me e sulla mia famiglia, proprio qui a Londra, dove occorre salvare le apparenze, sarebbe per me anche politicamente disastrosa. Ciò che io volevo sapere da Lei era questo: conosce Lei qualcuno, o alcune poche persone (perché la cosa non dovrebbe a nessun costo diventare pubblica ), che potrebbero anticiparmi qualcosa come 1.000 talleri all'interesse del 5 o del 6% per almeno due anni? Io pago ora dal 20 al 50% di interessi per le piccole somme che prendo in prestito, ma con tutto ciò non posso più a lungo tenere a bada i creditori, e perciò la casa minaccia di crollarmi in testa.
Dopo la mia penultima lettera a Lei ho avuto di nuovo continue ricadute e perciò non ero in grado di fare lavoro teorico se non in modo molto intermittente. (Il lavoro pratico per l'Associazione internazionale procede sempre ed è molto grande perché effettivamente ho da dirigere l'intera associazione.) Il mese prossimo manderò a Meissner i primi fogli [del primo volume del “Capitale”] e continuerò l'invio sino a quando non mi recherò personalmente ad Amburgo col resto. In quell'occasione verrò certamente a trovarla.
Le mie condizioni (interruzioni senza tregua di carattere fisico e privato) fanno sì che dapprima debba uscire il primo volume, non tutti e due in una volta come era mia intenzione in un primo tempo. Del resto ora saranno probabilmente tre volumi.
Tutta l'opera si divide nelle parti seguenti:
Libro I. Il processo di produzione del capitale.
Libro II. Il processo di circolazione del capitale.
Libro III. Formazione del processo complessivo.
Libro IV. Contributo alla storia della teoria.
Il primo volume contiene i due primi libri.
Il terzo libro, penso, occuperà il secondo volume, il quarto occuperà il terzo.
Ho ritenuto necessario ricominciare nel primo volume ab ovo [dall'inizio], cioè dal riassumere il mio scritto apparso presso Duncker [“Per la critica dell'economia politica”] in un unico capitolo sulla merce e il denaro. Ho ritenuto necessario ciò non solo per essere completo, ma perché anche delle teste capaci non hanno compreso appieno la cosa, e dunque vi doveva essere nella prima esposizione qualche cosa di manchevole, specialmente nell'analisi della merce. Lassalle p.e. nella sua opera “Capitale e lavoro” nella quale pretende dare la “quintessenza” spirituale del mio svolgimento, incorre in grandi spropositi, ciò che del resto gli accade continuamente nel suo incurante appropriarsi i miei lavori. È buffo come copia da me perfino delle “sviste” storico-letterarie, siccome talvolta cito a memoria senza verificare le fonti. Non sono ancora in chiaro con me stesso se nella prefazione lascerò cadere qualche parola sui plagi di Lassalle. Lo spudorato comportamento dei suoi servili emulatori verso di me lo giustificherebbe comunque.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 13 ottobre 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 579-580)
 
Lei conosce male i miei rapporti con Engels. È il mio amico più intimo. Non ho nessun segreto per lui. Senza di lui da lungo tempo sarei stato costretto a iniziare una “occupazione”. In nessun caso desidero dunque che qualche terzo intervenga presso di lui a mio riguardo.
Naturalmente anche lui può agire solo entro certi limiti.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 25 ottobre 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 582)
 
Ti avrà colpito il mio silenzio. Credevo d'averti dato ricevuta delle 5 sterline, poiché se n'era assunto l'incarico Laura, che però se n'è dimenticata, come è risultato più tardi. Del resto, furono circostanze disperate che mi trattennero dallo scrivere. Tu sai che le 10 sterline che mi mandasti prima della tua partenza erano solamente per il pagamento delle tasse, le 50 di dopo per l'affitto. Da mesi mi trovo dunque al verde. La cosiddetta eredità si trovò che era da ripartire almeno fra 20 persone, e così di mia parte mi vennero, al principio dell'estate, 80 talleri! I miei tentativi di scovar denaro in Germania o in Olanda sono tutti falliti. Il Monte dei pegni (e mia moglie ha talmente impegnato tutto, che può appena uscir di casa) si fa ricordare soltanto per gl'interessi che pretende. Perciò, come nei tempi peggiori dell'emigrazione, ebbi a prendere a prestito piccole somme a destra e a sinistra qui a Londra - e questo in una cerchia limitata di persone ed esse stesse prive di mezzi - per poter provvedere anche soltanto alle spese minute più necessarie. D'altro lato i fornitori minacciano, ed una parte ha chiuso il credito e ha minacciato il ricorso al tribunale. Queste condizioni sono tanto più incresciose in quanto Lafargue (fino a pochi giorni fa, cioè fino alla sua partenza per Bordeaux) era continuamente in casa, e il real state of things [vero stato delle cose] doveva venirgli ansiosamente celato. Per tutto questo, non soltanto ho dovuto interrompere il mio lavoro, bensì anche, avendo voluto recuperare di notte il tempo perduto di giorno, mi sono procurato un bel favo non lontano dal pene. So bene che tu hai fatto tutto quanto stava nelle tue forze ed anche di più. Ma qui bisogna trovare una soluzione di qualche specie. Non è possibile ottenere un loan [prestito] o compiere una qualche altra operazione simile?
(Marx, Lettera a Engels, 8 novembre 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 289-290)
 
La ringrazio cordialmente per il vino. Poiché io vengo da una regione vinicola e sono ex proprietario di vigneti [Il padre di Marx aveva posseduto un piccolo vigneto sulla Mosella], so valutare assai bene il valore del vino. Io penso addirittura, un po' come il vecchio Lutero, che un uomo che non ama il vino non farà mai nulla di buono. (Non vi sono regole senza eccezioni.) Ma per esempio non si può negare che il movimento politico in Inghilterra è stato accelerato dal trattato commerciale con la Francia e l'importazione di vini francesi. È questa una delle cose buone che Luigi Bonaparte è riuscito a fare, mentre il povero Luigi Filippo era così intimidito da questi industriali del nord da non osare di concludere trattati commerciali con l'Inghilterra. La sola cosa deplorevole è che regimi come quello napoleonico, i quali si fondano sull'infiacchimento e l'impotenza delle due classi antagonistiche della società, paghino un certo progresso materiale con la corruzione generale. Per fortuna la massa degli operai non può essere corrotta. Il lavoro manuale è il grande contravveleno contro ogni infezione sociale.
La sconfitta del presidente Johnson alle ultime elezioni Le avrà fatto piacere come a me. Gli operai del nord finalmente hanno capito molto bene: il lavoro di pelle bianca non può emanciparsi là dove viene bollato d'infamia se è di pelle nera.
(Marx, Lettera a François Lafargue, 12 novembre 1866, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 583-584)
 
 
1867

 

M'ero proposto di non scriverti fino a quando non avessi potuto annunciarti che il libro [il I volume del “Capitale”] era finito, e così è per l'appunto adesso. E anche non volevo annoiarti con le cause del nuovo ritardo, e cioè foruncoli nel didietro e in vicinanza del pene, gli ultimi resti dei quali stanno adesso sfiorendo e mi consentono di sedere (e dunque di scrivere) soltanto a prezzo di grandi dolori. Arsenico non ne prendo perché mi intontisce troppo, ed io almeno per il tempo in cui m'era possibile scrivere, dovevo avere il cervello libero.
La prossima settimana debbo portare io stesso il manoscritto ad Amburgo. (...)
D'abord [prima di tutto] io debbo adesso ritirare i miei capi di vestiario e l'orologio che si trovano al Monte dei pegni. Non posso inoltre, nelle circostanze attuali, lasciare la famiglia sans sou [senza un soldo] e coi creditori che diventano ogni giorno più sfacciati. Infine, per non dimenticarmene, tutto il denaro che potei spendere per la cura di champagne di Laura è andato al diavolo. Adesso a lei occorre vino rosso, e migliore di quello che posso provvedere io. Voilà la situation [E questa è la situazione].
La nostra “International” ha festeggiato una grande vittoria. Procurammo ai lavoratori del bronzo parigini che erano in sciopero l'appoggio pecuniario delle London trades unions. Appena i padroni se n'accorsero, cedettero. La cosa ha provocato molto chiasso nei giornali francesi, e adesso noi siamo in Francia una potenza saldamente piantata.
(Marx, Lettera a Engels, 2 aprile (nel manoscritto: 27 marzo) 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 311-312)
 
Mercoledì scorso sono partito da Londra per steamer [col vapore], e tra fulmini e tempeste ho raggiunto Amburgo venerdì, onde consegnare laggiù il manoscritto del primo volume al signor Meissner. La stampa è già cominciata all'inizio di questa settimana, sicché il primo volume uscirà alla fine di maggio. Tutta l'opera sarà pubblicata in 3 volumi. Il titolo è: “Il capitale. Critica dell'economia politica ”. Il primo volume comprende il Primo Libro : “Il processo di produzione del capitale ”. Si tratta certamente del missile più tremendo che mai sia stato scagliato in testa ai borghesi (inclusi i proprietari fondiari). Adesso è importante che voi attiriate l'attenzione sulla prossima pubblicazione nella stampa, cioè nei giornali che stanno a vostra disposizione.
(Marx, Lettera a Johann Philipp Becker, 17 aprile 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 588)
 
Kugelmann in secondo luogo è un seguace fanatico (e per me troppo vestfalicamente ammiratore) della nostra dottrina e delle nostre due persone. Molte volte m'annoia col suo entusiasmo, in contraddizione con la sua calma, quale medico. Ma egli capisce, è profondamente onesto, senza riguardi per nessuno e capace di sacrifici e, ciò che è la cosa più importante, convinto. Ha una graziosa mogliettina e una bimba di 8 anni, che è deliziosa. Possiede una raccolta di lavori nostri migliore di quella di noi due presi insieme. Qui ho trovato nuovamente anche la “Sacra famiglia”, che mi ha regalato e di cui manderà a te un esemplare. Fui piacevolmente sorpreso di constatare che non abbiamo da vergognarci del nostro lavoro, quantunque il culto di Feuerbach faccia ora un'impressione molto umoristica.
(Marx, Lettera a Engels, 24 aprile 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 319)
 
Bisogna che Lei pensi molto male di me, e tanto peggio, se io Le dico che le Sue lettere non solo mi hanno procurato una grande gioia, bensì sono state un v e r o c o n f o r t o per me, durante il periodo assai tormentato in cui mi giunsero. Sapere che il partito può contare su di un uomo in gamba à la hauteur des principes [all'altezza dei princípi], mi ricompensa delle cose peggiori. Per di più le Sue lettere erano piene della più affettuosa amicizia nei miei riguardi, e Lei capirà che io, che mi trovo nella lotta più accanita con il mondo (quello ufficiale), sono l'ultimo a poter sottovalutare una cosa del genere.
Perché allora non Le ho risposto? Perché mi sono trovato continuamente sull'orlo della tomba. Io non potevo dunque non utilizzare o g n i momento in cui potessi lavorare, per portare a termine la mia opera, cui ho sacrificato la salute, la felicità e la famiglia. Io spero che questa spiegazione non richieda aggiunte. Io me la rido dei cosiddetti uomini “pratici” e della loro saggezza. Se si volesse essere un bue, naturalmente si potrebbero voltare le spalle ai tormenti dell'umanità e pensare soltanto alla propria pelle. Ma io avrei davvero ritenuto di non essere pratico , se fossi crepato senza portare a termine completamente il mio libro, almeno nel manoscritto.
Il primo volume dell'opera uscirà tra poche settimane presso Otto Meissner ad Amburgo. Il titolo dello scritto è: “Il capitale. Critica dell'economia politica ”. Sono venuto in Germania per consegnare il manoscritto e, nel viaggio di ritorno a Londra, mi sono fermato per qualche giorno da un amico di Hannover.
Il volume I comprende il “Processo di produzione del capitale ”. Oltre al generale sviluppo scientifico io do con molti particolari, in base a fonti ufficiali non utilizzate fino ad ora, le condizioni del proletariato inglese - agricolo e industriale - durante gli ultimi 20 anni. Lo stesso per la situazione irlandese. Capirà subito che tutto questo mi serve soltanto come argumentum ad hominem [argomento diretto alla persona].
Spero che di qui ad un anno tutta l'opera sarà uscita. Il volume II darà la continuazione e conclusione della teoria, il volume III la storia dell'economia politica della metà del XVII secolo.
Per quanto riguarda l'“Associazione internazionale degli operai”, essa è diventata una potenza in Inghilterra, Francia, Svizzera, Belgio. Ne formi anche Lei quante più possibili sezioni in America. Il contributo per ogni socio è 1 penny (circa 1 soldo d'argento) all'anno. Ma ogni comunità dà quello che può dare. Quest'anno il congresso si terrà a Losanna il 3 settembre. Ogni comunità può inviare un rappresentante. Mi scriva in proposito, e anche come le vanno le cose in America e sulla situazione generale. Considererò il Suo eventuale silenzio come la prova che Lei non mi ha ancora perdonato.
(Marx, Lettera a Sigfrid Meyer, 30 aprile 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 589-590)
 
Se io, che Le sono completamente sconosciuto, mi permetto di rivolgermi personalmente a Lei per una questione personale, sia pure al tempo stesso scientifica, Lei vorrà scusare ciò con la fiducia che io ripongo in Lei come scienziato e uomo di partito.
Sono venuto in Germania per consegnare il primo volume della mia opera: “Il capitale. Critica dell'economia politica ” a mio editore, il signor Otto Meissner di Amburgo. Devo restare alcuni giorni qui, per vedere se la rapidità della stampa, come è progettata dal signor Meissner, è possibile, cioè per vedere se i correttori sono abbastanza còlti per una tale operazione.
La ragione per cui mi rivolgo personalmente a Lei è la seguente: io vorrei che, una volta pubblicata in Germania, questa opera uscisse anche in francese a Parigi. Io personalmente non ci posso andare, per lo meno non senza pericolo, perché sono stato espulso la prima volta sotto Luigi Filippo, e la seconda volta sotto Luigi Bonaparte (presidente) della Francia, e infine perché, durante il mio esilio a Londra, ho attaccato continuamente il signor Luigi. Non posso dunque andare a cercare personalmente il traduttore. Io so che il Suo scritto su “Materia e energia” è uscito in francese, e suppongo perciò che Lei, direttamente o indirettamente, potrebbe procurarmi la persona adatta. Poiché durante l'estate dovrò finire il secondo volume e durante l'inverno il terzo, che è la conclusione, non ho tempo per assumere io stesso l'elaborazione francese della mia opera.
Ritengo che sia della massima importanza emancipare i francesi dalle concezioni errate in cui Proudhon li ha seppelliti con la sua idealizzazione del piccolo borghese. Al recente congresso di Ginevra, così pure nelle relazioni che io, come membro del Consiglio generale dell'Associazione internazionale degli operai, ho con la sezione parigina, ci si scontra continuamente nelle conseguenze più spiacevoli del proudhonismo.
Poiché non so quanto durerà il mio soggiorno qui, Le sarei molto obbligato se mi rispondesse al più presto. Se da parte mia potessi esserLe in qualche modo utile a Londra, lo farei col massimo piacere.
(Marx, Lettera a Ludwig Büchner, 1° maggio 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 591-592)
 
Mia cara bambina,
la tua lettera mi ha fatto molto piacere. Essa è scritta in autentico stile imperiale [Marx era solito usare vezzeggiativi con le sue figlie. Così egli chiamava Jenny scherzosamente “Kaiser” (Imperatore)]. Spero di ritrovarti fresca e rotonda come una rosa di maggio.
La fotografia acclusa avresti dovuta riceverla per il tuo compleanno, ma non si è fatto in tempo. Aggiungo la fotografia di Madame Tenge (che è del resto la zia delle ragazze Baer di cui Edgar raccontava tante cose), che tuttavia nella realtà non è così graziosa come farebbe supporre il suo ritratto. Ma essa è veramente un natura nobile con un carattere particolarmente mite, aperto e schietto. Nulla che sappia di “falsa istruzione”. Parla perfettamente l'inglese il francese e l'italiano (è di origine italiana). Sebbene sia una grande conoscitrice di musica, non annoia la gente con chiacchiere sull'arte, che essa anzi aborre. È atea e incline al socialismo, sebbene, sotto questo riguardo, sia assai poco informata. Ciò che soprattutto la distingue è la cordialità spontanea e la mancanza di qualsiasi presunzione. Sono convinto che in breve tempo diverreste buone amiche. Anche la Kugelmann è una simpatica, piccola signora.
Oggi, per il mio compleanno, ho ricevuto il primo “foglio” per la revisione. Temo che il libro [il primo volume del “Capitale”] diventerà troppo voluminoso. A causa del lavoro pasquale, la stampa non ha potuto cominciare prima del 29 aprile, e Meissner era assai furioso per questo ritardo. Tuttavia non è stato tempo perduto. Su quasi tutti i giornali tedeschi la pubblicazione è stata preannunciata. Kugelmann ha molte relazioni, che sono state tutte messe in moto.
Qui abbiamo festeggiato solennemente il tuo compleanno.
(Marx, Lettera a sua figlia Jenny, 5 maggio 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 593-594)
 
D'abord [prima di tutto] il mio più vivo ringraziamento per il tuo intervento nel più urgente casus delicti [caso difficile], poi anche per la lunga lettera.
E incominciamo dai business [affari]. Il maledetto Wigand ha incominciato a stampare [il I volume del “Capitale”] soltanto il 29 aprile, cosicché ricevetti soltanto l'altro ieri, mio compleanno, il primo foglio per la correzione. Post tot pericula! [Dopo tante traversie!] Gli errori di stampa erano relativamente non rilevanti. Aspettare qui tutta la stampa è impossibile. In primo luogo temo che il libro riesca assai più grosso di quanto avevo calcolato. In secondo luogo non mi viene restituito il manoscritto, e dunque per molte citazioni, specialmente quando si tratti di numeri o di greco, debbo aver sotto mano il manoscritto che ho a casa, ed inoltre non posso pesare sul dott. Kugelmann col piantarmi qui troppo a lungo. Infine Meissner vuol avere il secondo volume al più tardi per la fine dell'autunno. La sgobbata deve dunque incominciare al più presto possibile, in quanto dal tempo della redazione del manoscritto è stato prodotto molto nuovo materiale specialmente per i capitoli sulla proprietà creditizia e fondiaria. Nell'inverno dev'essere pronto il terzo volume, cosicché per la prossima primavera sia data fuori tutta l'opera. Naturalmente si scrive in modo del tutto diverso non appena arrivano à fur et mesure [corrispondentemente] i fogli usciti dalla stampa e sotto la pressione dell'editore.
Pur tuttavia il tempo qui non è passato del tutto inutilmente. Furono scritte lettere in tutte le direzioni ed annunci provvisori sono già previamente apparsi nella maggior parte dei giornali tedeschi.
Spero e credo fiduciosamente che fra un anno sarò un uomo talmente assestato che potrò mutare da cima a fondo le mie condizioni economiche e finalmente reggermi da solo sulle gambe. Senza di te non avrei mai potuto portare a compimento la mia opera, e t'assicuro che mi ha sempre pesato sulla coscienza come un incubo il fatto che tu dovessi lasciar disperdere ed arrugginire nel commercio la tua straordinaria energia specialmente per causa mia, e into the bargain [per giunta] dovessi vivere di continuo con le mie stesse petites misères [piccole miserie]. D'altra parte non posso celarti che ho ancora dinanzi a me un anno of trial [di prova]. Ho compiuto un passo dal quale dipende molto, dal quale dipende cioè se, dall'unica parte da cui ciò è possibile, verranno messe a mia disposizione alcune centinaia di sterline. Esiste una discreta prospettiva d'un risultato positivo, però per about [circa] sei settimane resterò nell'incertezza. Prima di allora non riceverò una risposta definitiva. La cosa che maggiormente temo - prescindendo dall'incertezza - è il mio ritorno a Londra che dovrà necessariamente avvenire entro sei o otto giorni. I debiti colà sono notevoli, ed i manichei [creditori] aspettano “ansimando” il mio ritorno. Poi di nuovo i guai familiari, le liti in famiglia, la caccia spietata invece di tornar al lavoro riposato e indisturbato.
Il dottor Kugelmann e sua moglie mi trattano nel modo più affettuoso e sono attenti a soddisfare ogni mio desiderio inespresso. Sono persone eccellenti. In effetti non mi lasciano tempo per investigare “le vie oscure del proprio io”. A proposito! La faccenda bismarckiana devi mantenerla completamente segreta. Promisi di non parlarne a nessuno, nemmeno a Kugelmann. E con quest'ultimo ho mantenuto la promessa. Naturalmente però avevo fatto la reservatio mentalis [riserva mentale] di far eccezione per te.
(Marx, Lettera a Engels, 7 maggio 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 325-326)
 

Mio grazioso, piccolo Cacadou [principessa cinese]
I migliori ringraziamenti per la lettera e per quella della dignitosa Quoquo [Eleanor Marx]. Ti lamenti perché non mi sono fatto vivo, ma se ci ripensi, vedrai che, tutto sommato, ogni settimana ho dato segnali di me. Inoltre tu sai che io non ho un carattere “esuberante”, preferisco stare appartato, sono un corrispondente negligente, una persona pesante o, come dice Quoquo, un uomo timido.
Domani l'altro partirò da Hannover, e probabilmente prenderò da Amburgo il primo vapore per Londra. Ma non puoi attenderti che stabilisca il giorno e l'ora. Debbo ancora sistemare certi affari con il mio editore. In tutti i modi, questa è l'ultima settimana che rimarrò sul continente.
Sono molto contento che la mia fotografia sia tanto piaciuta. Il mio ritratto è certamente meno inquietante dell'originale.
Quanto alla signora Tenge, mi meraviglio che tu domandi che aspetto ha e se è carina. Ne ho mandata la fotografia a Jenny aggiunta alla mia. Come ha potuto andare perduta? Ecco: e ora voglio rispondere alle tue domande: ha 33 anni, è madre di 5 bambini, è interessante e carina, e certamente non è una donna erudita. Ma è una donna eccellente. Quanto al “flirtare”, chi volesse osarlo sarebbe un uomo assai temerario. L'“ammirazione”, l'ammetto, e può anche darsi che da parte sua vi sia una certa sopravvalutazione del tuo devoto e “modesto” maestro. Tu sai che un profeta non vale nulla nel suo letamaio [dal detto biblico “nessuno è profeta in patria”]. (per parlare simbolicamente), ma è facilmente sopravvalutato dagli estranei; costoro - che se non riescono a spiegare una cosa, ci vedono sotto chissà che - scoprono in ogni persona ciò che vogliono scoprire. (...)
Stamani sono arrivate lettere piuttosto “eccitate” da Berlino. Sembra che sia imminente la minaccia di uno scontro tra operai e elmi col chiodo. Sul momento non mi attendo molto, ma qualcosa sta bollendo in pentola. La classe operaia dei centri maggiori della Germania comincia ad assumere un atteggiamento più minaccioso e risoluto. Un bel giorno tutto si metterà a ballare ben bene!
E ora, mio caro uccellino, Cacadou, segretario, cuoca, cavallerizza, poetessa, arrivederci. Tanti saluti alla mammina [la signora Jenny Marx], Quoquo e Queque Helen [la figlia di Marx Eleanor e Jenny, nonché Helen Demuth] e - da buon'ultimo - al nostro “comune amico” [Paul Lafargue].
(Marx, Lettera a sua figlia Laura, 13 maggio 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 595-596)
 
Il ritardo di questa lettera fa più o meno “fondatamente” sospettare che io sia un “cattivo soggetto”. Come attenuante posso soltanto addurre che “abito” a Londra solo da pochi giorni. Nel frattempo ero a Manchester presso Engels. Ma Lei e la Sua cara moglie mi conoscono ora abbastanza bene per trovare normali in me dei peccati epistolari. Tuttavia ero ogni giorno con Voi. Considero il mio soggiorno a Hannover tra le più belle e più piacevoli oasi nel deserto della vita.
Ad Amburgo non ebbi altra avventura tranne quella di fare, nonostante tutte le misure precauzionali, la conoscenza del signor Wilhelm Marr. In quanto alla sua maniera personale, è un Lassalle tradotto in linguaggio cristiano, naturalmente di valore molto minore. Durante i pochi giorni che vi trascorsi ancora, recitò il signor Niemann. Ero però abituato troppo bene dalla compagnia di Hannover, per voler assistere ad una rappresentazione teatrale, in compagnia meno buona. Così mi sfuggì il signor Niemann.
A proposito. Meissner è disposto a stampare l'opuscolo di medicina che Lei ha in progetto. Lei ha solo da mandargli il manoscritto e da riferirsi a me. Per le condizioni particolari Lei stesso deve accordarsi ulteriormente.
A prescindere da un po' di cattivo tempo nel primo giorno, la traversata da Amburgo a Londra fu, nel complesso, favorevole. Qualche ora prima del nostro arrivo a Londra una signorina tedesca, che già mi aveva colpito per il suo portamento militaresco, dichiarò che voleva partire da Londra la stessa sera per Weston sopra Mare e che non sapeva come lo avrebbe potuto fare, col suo copioso bagaglio. Il caso era tanto più grave in quanto di sabato in Inghilterra mancano mani soccorrevoli. Mi feci indicare la stazione ferroviaria alla quale la signorina doveva recarsi a Londra. Degli amici l'avevano scritta su un biglietto. Era la North Western Station dalla quale dovevo passare anche io. Da buon cavaliere offersi dunque alla signorina di depositarla sul posto. Accettato. Riflettendo ulteriormente ricordai che però Weston sopra Mare era situata a sud-ovest; la stazione invece da cui io dovevo passare, e che era stata scritta per la signorina, invece a nord-ovest. Consultai il sea-captain [capitano della nave]. Risultò infatti che la si doveva deporre in una parte di Londra completamente opposta alla mia. Ma ormai ero impegnato e dovevo fare bonne mine à mauvais jeu [buon viso a cattiva sorte]. Arrivammo alle 2 pomeridiane. Portai la donna errante alla sua stazione, dove vengo a sapere che il suo treno parte solo alle 8 di sera. Così, I was in for it [ero bell'e sistemato], e dovetti ingannare 6 ore con mademoiselle, passeggiando nello Hyde-Park e soffermandoci in ice-shops [gelaterie] ecc. Risultò che era Elisabeth von Puttkamer, nipote di Bismarck , presso il quale aveva appena passato alcune settimane a Berlino. Aveva con sé il ruolo completo dell'armata, poiché questa famiglia provvede abbondantemente il nostro “valoroso esercito” di uomini d'onore e di bella presenza. Era una ragazza vispa e colta, ma aristocratica e nero-bianca fino alla punta delle dita. Rimase non poco stupita quando venne a saper di essere caduta in mani “rosse ”. La rassicurai però che il nostro incontro sarebbe finito “senza spargimento di sangue”, e la vidi partire saine e sauve [sana e salva] verso il suo luogo di destinazione. Pensi un po' che buon boccone ciò sarebbe per Blind e altri democratici volgari, la mia conspiracy with [congiura con] Bismarck!
Ho spedito oggi il 14° foglio di stampa corretto [del primo volume del “Capitale”]. Ho ricevuto la maggior parte di essi presso Engels che ne è straordinariamente soddisfatto e che, ad eccezione dei fogli 2 e 3, trova che sono scritti in modo da essere compresi assai facilmente. Il suo giudizio mi ha tranquillizzato, poiché le mie cose, quando sono stampate, mi dispiacciono sempre molto, specialmente a prima vista.
Invio alla Sua cara moglie, cui prego di trasmettere ancora i miei particolari ringraziamenti per la Sua amichevole e gentil accoglienza, la fotografia della mia secondogenita Laura, poiché le altre fotografie sono esaurite e debbono essere prima rifatte. Engels fa pure ristampare per Lei la propria fotografia e quella di Wolff. I suoi invii lo hanno assai divertito.
 
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 10 giugno 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 597-598-599)
 
Con questa ricevi altri 4 fogli di stampa [del I volume del “Capitale”], che mi arrivarono ieri. Quella gente ha lasciato stare gli errori di stampa da me ben leggibilmente corretti. Con la “Children's employment commission” abbiamo corretto un errore, Childrens'. Poiché Children nominato plurale, dunque ' segno del genitivo. Me n'accorsi subito quando esaminai di nuovo i blue books [libri azzurri].
King mi scrive che i Fenians [La relazione ordinata dal parlamento al giudice e al medico sul trattamento riservato nelle carceri inglesi ai prigionieri politici (in particolare i feniani)] non sono ancora usciti. Si ritarda per quanto è possibile e per giungere quanto si può più vicino alla chiusura della sessione.
Spero che tu sia contento dei 4 fogli. La tua soddisfazione fino ad ora è per me più importante che anything [qualunque cosa] tutto il resto del mondo may say of it [possa dire su di ciò]. In ogni modo spero che la borghesia per tutta la sua vita penserà ai miei favi. (...)
Per quanto concerne lo sviluppo della forma di valore, ho seguito e non seguito il tuo consiglio, per mantenere anche a questo riguardo una linea dialettica. Cioè, 1) ho scritto un'appendice in cui espongo la medesima cosa nel modo più semplice e nel modo più da maestro di scuola che mi sia stato possibile; 2) ho ripartito ogni gradino dello sviluppo in paragrafi, ecc., con propri sottotitoli. Nella prefazione dico poi al lettore “non dialettico ” che può saltare a piè pari le pagine X - Y ed invece di queste leggere l'appendice [L'appendice del I capitolo nel primo volume del “Capitale” (“La forma del valore”)]. Qui si tratta non solamente dei filistei, bensì anche della gioventù avida di sapere, ecc. Inoltre la cosa è d'importanza troppo decisiva per tutto il libro. I signori economisti non hanno finora badato all'estrema semplicità del fatto, che la forma: 20 braccia di tela = 1 vestito è il fondamento non ancor sviluppato di 20 braccia di tela = 2 sterline, che dunque la più semplice forma della merce, in cui il suo valore non è ancora espresso come rapporto con tutte le altre merci, ma invece soltanto come distinzione dalla sua propria forma naturale, contiene tutto il segreto della forma denaro e con ciò in nuce [in germe], di tutte le forme borghesi del prodotto del lavoro. Nella prima esposizione (Duncker) [“Per la critica dell'economia politica”] ho evitato la difficoltà dello sviluppo, col dare la vera e propria analisi dell'espressione valore soltanto quando esso appare sviluppato, come espressione denaro.
Riguardo a Hofmann tu hai perfettamente ragione. Del resto, dalla chiusa del mio II capitolo, dove viene accennata la trasformazione del maestro artigiano in capitalista, in conseguenza di cambiamenti puramente quantitativi, vedrai che ivi cito nel testo la scoperta di Hegel della legge della modificazione del cambiamento puramente quantitativo in qualitativo, come ugualmente confermata nella storia e nella scienza naturale. Nella nota al testo (io seguivo allora proprio lo Hofmann) faccio menzione della teoria molecolare, ma non dello Hofmann che qui non ha inventato niente, all'infuori del segno, ma invece di Laurent Gerhardt e Wurtz, il quale ultimo è propriamente l'uomo da citare. Dopo la tua lettera, ricordavo vagamente la cosa, e perciò ho riesaminato il mio manoscritto.
La stampa in queste ultime due settimane è andata a rilento (solo 4 fogli), probabilmente a cagione della Pentecoste. Però il signor O. Wigand dovrà ricuperare il ritardo. A proposito! Il tuo libro [“La situazione della classe operaia in Inghilterra”] è ancora disponibile. L'Associazione operaia [Associazione operaia tedesca di cultura a Londra] ha ordinato 2 new copies [nuove copie] a O. Wigand, e le ha ricevute (II edizione 1848).
Ed ora alle faccende private.
Le mie ragazze sono costrette il 2 luglio ad invitare a ballare altre ragazze; non avendo durante tutto questo anno invitato nessuno, non potevano rispondere agli inviti, e dunque sono sul punto to lose cast [di perdere ogni relazione]. Per quanto in questo momento io mi trovi a secco, ho dovuto tuttavia accondiscendere, e conto su di te per il vino (Claret e Reno), conto cioè che tu me lo procuri nel corso della prossima settimana.
In secondo luogo, poiché una “disgrazia” non viene mai da sola, Lina ha annunciato la sua visita per la prossima settimana. Allora mia moglie bisogna che le restituisca 5 sterline di cui le è debitrice, e tu capisci che io, dopo aver sostenuto l'attacco della prima ondata di creditori, non posso afford [procurare] questa somma.
Sono infatti oltremodo furente contro coloro che mi hanno promesso denaro e non si sono più fatti vivi (almeno fino a questo momento). Essi s'interessano personalmente per me. Questo lo so. Sanno anche che io non posso continuare a lavorare senza una certa quiete. E tuttavia non si fanno vivi!
(Marx, Lettera a Engels, 22 giugno 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 335-336-337)
 
Ricevute con i migliori ringraziamenti le due mezze banconote da 5 sterline. Per quanto concerne l'indirizzo, dunque Borkheim. Egli conosce la mia situazione, naturalmente con quel chiaroscuro che ritengo necessario nei suoi confronti. Mi è perfino cosa gradita che egli sappia che tu mi presti denaro. Soltanto bisogna che tu mi scriva quando il denaro gli viene spedito. Non vedo la ragione per cui dovrei far ficcare il naso in queste cose ad un terzo filisteo.
Riceverai oggi i “Fenians” [La relazione ordinata dal parlamento al giudice e al medico sul trattamento riservato nelle carceri inglesi ai prigionieri politici (in particolare i feniani)].
Le tue righe di ieri mi hanno dato molta gioia, e non ritengo necessario di spiegarmi di più.
Sono ora in possesso del 20° foglio di stampa [del I volume del “Capitale”]. Il tutto reggiungerà forse dai 40 ai 42 fogli. Fino ad oggi non ho ricevuto nessuna delle tirature corrette dopo quelle spedite da te. Alla tua partenza rispediscimi quelle che si trovano in mano tua.
Per quanto riguarda gli immancabili dubbi, a cui tu accenni, dei borghesucci e degli economisti volgari (che naturalmente dimenticano che se computano il lavoro pagato sotto il nome di salario, computano quello non pagato sotto il nome di profitto, ecc.), essi si riducono, espressi scientificamente, alla domanda:
Come si trasforma il valore della merce nel suo costo di produzione in cui:
1) tutto il lavoro appare come pagato sotto la forma del salario;
2) ma il pluslavoro, o il plusvalore, assume la forma di un aumento del prezzo sotto il nome d'interesse, profitto ecc., oltre il prezzo costo (= prezzo della parte di capitale costante + salario).
La risposta a questa domanda presuppone:
I) che la trasformazione del valore giornaliero della forza-lavoro, per es., è rappresentata in salario o prezzo del lavoro giornaliero. Ciò accade nel capitolo V di questo volume;
II) che sia esposta la trasformazione del plusvalore in profitto, del profitto in profitto medio e così via. Ciò suppone la precedente esposizione del processo di circolazione del capitale, poiché in esso figura il mutamento del capitale ecc. Questo fatto può perciò venir esposto solo nel 3° libro (il II volume contiene il 2° e il 3° libro). Qui si mostrerà di dove origina il modo di vedere le cose dei borghesucci e degli economisti volgari, e cioè dal fatto che nei loro cervelli sempre soltanto si riflette la immediata forma di manifestazione dei rapporti, non la loro intima correlazione. Del resto, se così fosse, che ragione ci sarebbe poi d'una scienza?
Ora, se io volessi in precedenza toglier di mezzo simili dubbi, rovinerei tutto il metodo dialettico di sviluppo. Viceversa tale metodo ha di buono che continuamente tende a quei grulli delle trappole che li inducono a un'intempestiva manifestazione della loro asineria.
Del resto, al paragrafo 3, “Il saggio del plusvalore ” che per ultimo si trova in mano tua, segue immediatamente: “Giornata lavorativa ” (lotta per la durata del tempo di lavoro), la cui trattazione dimostra ad oculos [in modo evidente] quanto il signor borghese si renda conto praticamente della fonte e della sostanza del suo profitto. Questo si manifesta anche nel caso Senior, dove il borghese assicura che tutto il suo profitto ed interesse derivano dall'ultima ora di lavoro non pagata.
(Marx, Lettera a Engels, 27 giugno (nel manoscritto: luglio) 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 343- 344)
 
Engels è, per il momento, in Danimarca e verrà a trovarLa per un giorno nel corso di questo mese. Ad vocem [A proposito ] dello stesso : Lei ricorderà di avermi detto che Menke (o qualunque sia il nome di quell'uomo nel vostro ufficio statistico di Hannover) si è espresso molto favorevolmente sulla mia opera [“Per la critica dell'economia politica”] apparsa presso Duncker. Di fronte ad Engels ho rigirato la cosa in modo da dire che Menke di fronte a me , si era espresso favorevolmente sulla “Situazione della classe operaia ” di Engels. Ragione di questa pia fraus [pia bugia ] (e allo stesso fine ho commesso diverse fraudes [bugie]): spingere Engels alla revisione e alla pubblicazione del II volume sul periodo dal 1845 ad oggi. Ciò mi è finalmente riuscito al punto di fargli promettere che si sarebbe messo al lavoro. Se dunque per caso il discorso dovesse cadere sullo statistico, non si tradisca.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 13 luglio 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 600)
 
Ti scrivo in fretta e furia queste righe nella speranza che ti trovino ancora ad Hannover. C'est une chose brûlante [È una cosa estremamente urgente]. Il vecchio Lafargue ha invitato a Bordeaux le mie tre figliuole (esse partono domani col secrétaire [Paul Lafargue]), di dove con lui e con sua moglie andranno ai bagni di mare. Non potei rifiutare tanto più che, per lo stato di salute di tutte tre le ragazze, questo invito rappresenta una fortuna. Ma il decoro mi vietava di far pagare al secrétaire de l'Espagne [segretario per la Spagna] le spese di viaggio. Queste (andata e ritorno) all'incirca 30 sterline, che dovetti dunque versargli. Inoltre v'eran da ritirare orologi, abiti, ecc. dal Monte dei pegni. Così sfumarono le 45 sterline che avevo in riserva per il pagamento dell'affitto il 3 agosto (cambiale su di me ).
Non so far altro che scrivere a te. Se la lettera ti raggiunge, allora scrivimi subito con inclusa a Borkheim , dicendogli d'anticiparmi il denaro.
In Germania leggi: “Dodici combattenti della rivoluzione di Gustav Struve e Gustav Rasch”. In esso, sotto la rubrica del “combattente per la rivoluzione” Freiligrath, troverai un nuovo tradimento di questo prode contro di noi.
(Marx, Lettera a Engels, 20 luglio 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 349)
 
Come vedi da quanto qui accluso, sono minacciato d'esecuzione, se non pago le tasse (dell'ammontare di 11 sterline e 9 pence) entro il prossimo venerdì. Inoltre, alla fine di questa settimana, debbo pagare Lst. 1 e 15 pence per interessi dei pegni, altrimenti le cose vanno perdute. Ti comunico tutta questa porcheria soltanto adesso perché prima avevo fatto dei tentativi - purtroppo invano - di scovar fuori il denaro qui a Londra.
Con tutta l'enorme quantità di denaro che mi hai mandato quest'anno, non vi sarebbe stata tale pressure [urgenza], se non vi fossero state in precedenza più di Lst. 200 di debiti. È assolutamente necessario, per portar ordine nelle mie finanze e per non pesar così orribilmente su di te, che io prenda a prestito altrove, anche se ciò esigesse un nuovo viaggio sul continente. Ma non posso muovere un dito finché non è finita la stampa. Oggi ho ricevuto il foglio 48 [del I volume del “Capitale”]. Questa settimana avrà dunque fine questa porcheria.
(Marx, Lettera a Engels, 14 agosto 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 352)
 
Dopo gli ultimi due fogli di tiratura [del I volume del “Capitale”] corretti che ti mandai, non ne ho ricevuti altri. Sono furente contro Meissner. Evidentemente egli ha trattenuto ciò che Wigand gli aveva inviato, per spedire tutto in una sola volta... e risparmiare 4 pence di porto!
Lo stesso Meissner la settimana scorsa mi scrisse che avrebbe stampato separatamente una certa parte della mia prefazione (ed ha infatti scelto quello che andava bene ), per mandarla ai giornali tedeschi. Gli scrissi che doveva subito mandarmene delle copie. Contavo sul fatto che tu avresti tradotto la cosa in inglese (io poi la dò al “Bee-Hive ”, a cui sono abbonati Mill, Beesly, Harrison, ecc.), Lafargue con l'aiuto di Laura in francese per il “Courrier Français ”, infine ne avrei mandata one copy [una copia] ai miei corrispondenti in America. Per risparmiare i 4 pence Meissner non ha mandato niente . Spedirà tutto insieme. E così va perduto molto tempo!
Il meglio del libro è: 1) (su di ciò riposa tutta la comprensione dei fatti) il doppio carattere del lavoro subito messo in rilievo nel primo capitolo, a seconda che esso si esprima in valore d'uso o in valore di scambio; 2) la trattazione del plusvalore indipendentemente dalle sue forme particolari quali il profitto, l'interesse, la rendita fondiaria, ecc. Questo si dimostrerà specialmente nel secondo volume. La trattazione delle forme particolari nell'economia classica, che questa di continuo mette in un sol fascio con la forma generale, è una olla podrida [gran confusione.
Ti prego d'inserire i tuoi desiderata, esposti, queries [domande], ecc., nelle tirature corrette. Questo è per me molto importante, perché conto sulla II edizione presto o tardi. Per quanto concerne il chapter [capitolo] IV, mi è costato tanta fatica a trovare le cose stesse, vale a dire la loro connessione. Poi, dopo che questo era fatto, piombava un blue book dopo l'altro nel mezzo dell'ultima elaborazione , ed io ero incantato nel veder continuamente i miei risultati teorici completamente confermati dai fatti. E infine averlo scritto con foruncoli e ogni giorno coi creditori sulle mie peste!
Alla chiusa del 2° libro (Processo di circolazione ) che scrivo adesso, debbo nuovamente chiederti di un punto come molti anni fa!
Il capitale fisso si può reintegrare in natura, ad es., solo dopo 10 anni. Nel frattempo il suo valore si ricostituisce parzialmente e gradatim [gradualmente] con la vendita delle merci con esso prodotte. Questo progressive return [riflusso progressivo] per il capitale fixe [fisso] è necessario alla sua sostituzione (prescindendo da repairs [riparazioni] e simili) solo nel momento in cui è morto nella sua forma materiale, ad esempio, come macchina. Nel frattempo però il capitalista ha in mano questi successive returns [riflussi che si succedono l'uno all'altro].
Molti anni fa ti scrissi che mi sembrava che si formi così un fondo di accumulazione, poiché infatti il capitalista impiega nel frattempo il denaro così rifluito, prima di sostituire con esso il capital fixe. In una lettera tu ti esprimesti somewhat superficially [un po' superficialmente] in contrario. Più tardi trovai che MacCulloch rappresenta questo sinking fund [fondo di ammortamento] come fondo d'accumulazione. Nella convinzione che MacCulloch non potesse mai pensare qualche cosa di giusto, lasciai cadere la cosa. Il suo intento apologetico è stato già confutato dai maltusiani, ma anch'essi ammettono il fatto.
Tu, come fabbricante, devi ora sapere quello che fate coi returns per il capital fixe, prima del tempo in cui esso sia da sostituire in natura. E devi rispondermi su questo punto (senza teoria, soltanto praticamente ).
(Marx, Lettera a Engels, 24 agosto 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 357-358)
 
Tu sai che nel General Council [Consiglio generale] parlai contro l'adesione agli strombazzatori della pace. Il mio discorso durò circa una mezz'ora. Eccarius, come dirigente del protocollo, ne diede un resoconto del “Bee-Hive ”, in cui riportava di mio soltanto un paio di frasi. La ristampa nel “Courrier ” tralascia di nuovo le frasi sulla necessità degli eserciti di fronte alla Russia e sulla viltà di quei tali. Ciononostante, questa storia ha provocato molto chiasso. Gli asini del Peace Congress, di cui è agente a Londra M. de Colleville, mutarono completamente il loro programma originale e contrabbandarono nel nuovo, che è molto più democratico, perfino le parole “the harmonizing of economic interests with liberty” [“l'armonizzazione degli interessi economici con la libertà”], una frase di così largo significato, la quale può anche significare il puro e semplice freetrade [libero scambio ]. Essi mi bombardarono con missive ed ebbero perfino la sfacciataggine d'inviarmi l'accluso fogliettaccio con il nuovo programma. La sfacciataggine consiste in questo c he essi, nell'indirizzo, mi nominarono “member of the Geneva ecc. Congress” [“membro del congresso di Ginevra ecc.”]. Il “Courrier ”, il loro più vivace rappresentante a Parigi, si stacca da essi, come vedrai. Lo stesso “Courrier”, in seguito ad una lettera privata, che scrissi circa 15 giorni fa al Vermorel (non lo conosco) ha mutato la politica verso la Russia.
Il fatto principale fu questo, che i grandi signori del Congresso della pace, Victor Hugo, Garibaldi, Louis Blanc, ecc., avevano con estrema albagía ignorato la nostra associazione internazionale. Adesso io li ho costretti a riconoscerci come una potenza.
Da Napoli ho ricevuto i due primi numeri d'un giornale “Libertà e Giustizia ”. Nel I numero costoro si dichiarano nostro organo. Li ho dati ad Eccarius perché li mostri al congresso. Il II numero, che ti manderò, contiene un attacco contro Mazzini , molto buono. Presumo che v'entri Bakunin.
Per quanto riguarda la confisca e il divieto del mio libro [I volume del “Capitale”], è certo un'altra cosa proibire opuscoli elettorali o un libro di 50 fogli di stampa, che appare tanto erudito e contiene note perfino in greco.
(Marx, Lettera a Engels, 4 settembre 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 370)

 


A proposito dell'“Oceano trans atlantico è affare dell'ultimo correttore quello di correggere simili lapsus pennae [errore di scrittura]. Nella “Zukunft ” vedo di nuovo stampato questo bel “corso” con la maggior parte della prefazione [del primo volume del “Capitale”].
La traduzione sul “Bee-Hive” è di Eccarius. Credo che la maggior parte degli errori non provengano da lui, ma invece, poiché la sua scrittura è orribile, dai correttori del “Bee-Hive”. Naturalmente avrei preferito che avessi tradotto tu. Ma ciò non avvenne perché Eccarius si offrì de prime abord [fin dall'inizio] e adesso è redattore del “Bee-Hive”.
Al prossimo congresso di Bruxelles darò io personalmente il colpo di grazia a questi asini di proudhoniani. Ho diplomatically managed [condotto diplomaticamente] tutta la faccenda e non vorrei come out [comparire] personalmente prima che il mio libro sia uscito e che la nostra associazione abbia messo radici. Del resto, nell'Official report del General Council [rapporto ufficiale del Consiglio generale] (nonostante tutti gli sforzi, i chiacchieroni parigini non poterono impedire la nostra rielezione), somministrerò loro delle buone vergate.
Meanwhile [frattanto] la nostra associazione ha fatto grandi progressi. La pidocchiosa “Star ”, che voleva completamente ignorarci, dichiara in un articolo di fondo di ieri che noi siamo più importanti che il Peace Congress. Schulze-Delitzsch non poté impedire alla sua “Unione operaia ” di Berlino di unirsi a noi. Quei porci cani d'inglesi trades unionists, per i quali noi eravamo troppo “avanzati”, vengono di corsa. Oltre al “Courrier Français ” hanno dato informazioni sul nostro congresso la “Liberté ” di Girardin, il “Siècle ”, la “Mode ”, la “Gazette de France ”, ecc. Les choses marchent. E alla prossima rivoluzione, che forse è più prossima di quanto sembri avremo noi (cioè tu ed io) in mano nostra questa potente engine [macchina]. Compare with this the results of Mazzinis etc. operations since 30 years! [confronta con ciò i risultati dell'attività di Mazzini ecc. da 30 anni a questa parte!] Ed inoltre senza mezzi finanziari! Con gl'intrighi dei proudhoniani a Parigi, di Mazzini in Italia, e degl'invidiosi Odger, Cremer, Potter a Londra, coi Schulze-Delitzsch e i lassalliani in Germania. Possiamo esser molto contenti!
Ieri le mie ragazze sono tornate sane e vispe insieme con Lafargue. Egli ha portato per te un enorme boccale di cristallo (contiene un pot [3 litri] e mezzo). Sembra che sia preso da un grandissimo rispetto per il tuo “Oceano transatlantico”.
In questi giorni, prima dell'inizio delle sue lezioni, Lafargue vuol venire a trovarti per tre giorni. Ma quel che è più spiacevole è che lui (naturalmente non in the secret of my money-affairs! [non al corrente della mia vera situazione finanziaria!]) pretende che l'accompagni, e finora non ho ancora trovato nessun buon pretesto per rifiutarmi a questo giro inattuabile.
(Marx, Lettera a Engels, 11 settembre 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 374-375)
 
Temo che Borkheim malgré lui [senza volerlo ], sia sul punto di giocarmi un bruttissimo tiro. Fa stampare il suo “Discorso a Ginevra” in 4 lingue: francese, tedesco, inglese e russo. Lo ha inoltre corredato di una prefazione barocca, insulsamente sovraccarica di citazioni. Tra noi - e nell'interesse del partito - devo dirle ora la schietta verità. Borkheim è un uomo capace, e perfino homme d'esprit [un uomo di spirito]. Ma guai se prende la penna in mano! Manca completamente di tatto e di gusto. Inoltre di ogni necessaria preparazione. Somiglia ai selvaggi che credono di abbellire il loro volto tatuandolo con ogni sorta di colori stridenti. Continuamente inciampa in banalità e spropositi. Quasi ogni sua frase istintivamente si adorna del berretto da buffone. Se non fosse tanto vanitoso avrei potuto impedire la pubblicazione e fargli comprendere come era stata una fortuna per lui che a Ginevra non avessero compreso lui, ma solo alcuni buoni points del suo speech [punti del suo discorso]. D'altra parte gli sono obbligato per il suo comportamento nell'affare Vogt ed egli è un mio amico personale. Nel suo discorso, ecc. vi sono alcune frasi in cui cita a sproposito opinioni appartenenti a me. Ora i miei nemici avranno davvero buon gioco (Vogt ha già accennato nella “Neue Zürcher Zeitung” che io sarei nascostamente l'autore del discorso), per rendermi responsabile del signor Borkheim, delle sue sciocchezze e dei suoi personalismi, invece di attaccare il mio libro. Se dovesse succedere qualche cosa di simile, Lei dovrà inserire per tramite di Warnebold, ecc., nei giornali che sono a Sua disposizione, dei brevi articoletti in cui smaschera questa tattica e, comunque, senza offendere il Borkheim, dirà chiaramente come soltanto malafede o massima mancanza di spirito critico, possano identificare cose tanto disparate. La maniera barocca e confusa con cui le nostre opinioni si rispecchiano nel cervello di Borkheim (allorché non parla, ma scrive) offre naturalmente alla vile banda dei giornalisti il più gradito appiglio per l'offensiva, e può perfino diventar per loro un mezzo per nuocere indirettamente al mio libro.
Se però la stampa ne dovesse tacere, cosa in cui non oso sperare, poiché Borkheim spedisce la sua creatura ben impacchettata a tutti i giornali, non interrompa in nessun modo questo solenne silenzio.
Se Borkheim non fosse un amico personale, lo sconfesserei pubblicamente. Lei comprende la mia fausse position [posizione falsa ] e allo stesso tempo il mio dispetto. Quando si presenta al pubblico un'opera faticosamente elaborata (e mai forse un'opera di questo genere fu scritta in condizioni più difficili) allo scopo di valorizzare più che possibile il partito, e per disarmare attraverso il modo dell'esposizione perfino la bassezza, e poi nello stesso istante un membro del partito, vestito da pagliaccio e col berretto da buffone, si insinua al tuo fianco in piazza provocando il lancio di mele e uova fradice che ti possono colpire nello stesso partito! (...)
Ho mandato a Engels la Sua ultima lettera, affinché Le faccia pervenire gli avvertimenti necessari. Egli sa scrivere sul mio libro meglio di quanto lo sappia fare io stesso.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 11 ottobre 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 608-609-610)
 
Quello che manca al nostro partito è il denaro, come dimostrano dolorosamente ancora una volta le due lettere qui accluse di Eccarius e di Becker. Senza questa mancanza, noi, oggi come nel 1848, saremmo, nonostante le grandi ed insostituibili perdite, les plus forts [i più forti].
(Marx, Lettera a Engels, 19 ottobre1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 404)
 
A dir vero negli ultimi tempi non ho avuto foruncoli progrediti, ma persistenti inizi, che però spariscono ogni volta, but fret me [ma mi tormentano]. Inoltre l'antica insonnia. Però da about 3 days [circa 3 giorni] va meglio. Il silenzio sul mio libro [il I volume del “Capitale”] mi rende fidgety [inquieto]. Non sento e non vedo niente. I tedeschi sono buona gente. Le loro prestazioni servili agli inglesi, ai francesi e perfino agli italiani in questo campo li autorizzano in effetto ad ignorare la mia storia. I nostri di laggiù di agitazione non capiscono un'acca. Pertanto si dovrà fare come i russi: aspettare. La pazienza è il nocciolo della diplomazia e dei successi russi. Ma noialtri, che si vive solo una volta, possiamo creparci sopra.
Acclusa lettera dell'Associazione dei comunisti tedeschi. Buone le intenzioni. Ma strano stile da artigiani incalliti.
La lettera acclusa di Maughan, uomo che vive di rendita, antico seguace di Owen, persona molto per bene. Costoro palesemente mirano ad emancipare il movimento per il libero pensiero dagli agitators [agitatori] professionali, Bradlaugh ecc. Ho cortesemente rifiutato. Da un lato avrei con ciò occasione, di cui ho tanta mancanza, di conoscere ogni sorta di gente che più o meno, direttamente o indirettamente, è in relazione con la stampa inglese. Ma d'altra parte non ho assolutamente tempo e poi trovo inopportuno di figurare nel leading committee [comitato direttivo] di qualsiasi setta inglese. (...)
Non so se a te sia noto il corso delle faccende italiane di cui notizie frammentarie si sono intrufolate accidentellement [casualmente] nella stampa inglese e tedesca attraverso estratti di giornali russi ecc. Questi fili sfuggono facilmente.
Al tempo dell'affare del Lussemburgo, il signor Bonaparte aveva stipulato con Vittorio Emanuele una convenzione (non formale), secondo la quale quest'ultimo otteneva il diritto d'annettersi il resto dello Stato della Chiesa all'infuori di Roma, in cambio d'un'alleanza offensiva contro la Prussia in caso di guerra. (...)
D'apprima avevo ritenuto cosa impossibile la separazione dell'Irlanda dall'Inghilterra. Adesso la ritengo inevitabile, anche se dopo la separazione potrà venire la Federazione.
(Marx, Lettera a Engels, 2 novembre 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 408-409-410)
 
Ora si domanda, che cosa dobbiamo consigliare noi agli operai inglesi? A mio parere essi debbono fare del repeal [abolizione ] dell'Unione (in breve, lo spirito del 1783, ma soltanto democratizzato e reso adatto alle condizioni attuali) un articolo del loro pronunziamento . È questa l'unica forma legale , e perciò anche l'unica possibile, dell'emancipazione irlandese, che possa entrare nel programma d'un partito inglese. L'esperienza dovrà più tardi dimostrare se fra i due paesi possa continuare ad esistere un'unione puramente personale. Io lo credo a metà, se ciò avviene a tempo giusto.
Quello di cui gli irlandesi abbisognano è:
1) l'autogoverno e indipendenza dall'Inghilterra;
2) rivoluzione agraria. Gl'inglesi, con la miglior buona volontà non possono farla per loro, ma possono dar loro i mezzi legali, perché la compiano da soli;
3) protezione doganale contro l'Inghilterra. Dal 1783 al 1801 l'industria irlandese fiorì in tutti i rami. L'unione, con l'abbattimento della protezione doganale, che era stata eretta dal parlamento irlandese, distrusse ogni vita industriale in Irlanda. Quel po' di industria del lino non offre in nessun modo un compenso. L'unione del 1801 produsse sull'industria irlandese gli stessi effetti delle misure emesse dal parlamento inglese, sotto Anna, Giorgio II ecc. per sopprimere l'industria irlandese della lana. Non appena gli irlandesi divenissero indipendenti, la necessità li farebbe protezionisti, come il Canada, l'Australia ecc. Avrei piacere che tu, prima che io porti le mie vedute dinanzi al Central Council [Consiglio centrale] (martedì prossimo, questa volta per fortuna senza intervento di reporters), mi mandassi in un paio di righe la tua opinione.
(Marx, Lettera a Engels, 30 novembre, 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pagg. 438-439)
 
Accludo una lettera (da rimandarmi, per cortesia) di un operaio russo-tedesco (conciatore). Engels osserva giustamente che la filosofia autodidattica - praticata dagli operai stessi - in confronto al calzolaio Jakob Böhme, ha fatto grandi progressi in questo conciatore, e che ad eccezione di un operaio “tedesco ”, nessun altro sarebbe capace di una tale produzione cerebrale.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 7 dicembre, 1867, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLII, pag. 627)


1868

Buon capodanno!
Da tre giorni soltanto sto di nuovo seduto dopo esser stato sdraiato tanto tempo in posizione obliqua. L'attacco è stato maligno. Te ne puoi render conto dal fatto che per tre settimane non ho fumato per niente! Mi sento ancora la testa confusa. Spero di essere di nuovo in efficienza fra alcuni giorni.
(Marx, Lettera a Engels, 3 gennaio 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 5)
 
Ti sto scrivendo in condizioni aperte e con compresse di alcool.
Ieri l'altro infatti sono uscito di nuovo per la prima volta, per andare al British Museum, perché, tanto, ancora non posso scrivere. Ma ieri mi è venuta una nuova eruzione sotto la mammella sinistra. La terapia a base di alcool, usata a Parigi da Nélaton anche in casi di favi molto estesi, è per mia esperienza personale (oltre all'incisione o all'intervento della lancetta, a seconda dei casi) di gran lunga la più rapida e la più piacevole per il paziente. L'inconveniente è soltanto l'azione costante, necessaria per la rapida evaporazione dell'alcool.
Al Museum dove non ho fatto che sfogliare cataloghi ho poi anche visto che Dühring è un grande filosofo. Giacché ha scritto una “Dialettica naturale ” contro la dialettica “non naturale” di Hegel. Hinc illae lacrimae [Perciò quelle lacrime]. Quei signori in Germania credono (ad eccezione dei reazionari teologici) che la dialettica di Hegel sia “un cane morto”. A questo riguardo Feuerbach ha molte colpe sulla coscienza.
(Marx, Lettera a Engels, 11 gennaio 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 20)
 
Notizie autobiografiche .
Karl Marx, dott. in filosofia, nato a Treviri, 5 maggio 1818.
1842-43 , dapprima collaboratore, poi direttore della “Rheinische-Zeitung ” (Colonia). Durante la sua direzione, il governo sottopone il giornale ad una doppia censura, dopo la censura del censore propriamente detto, il censore superiore del presidente del governo. Infine il giornale è soppresso con ordinanza del gabinetto. Marx lascia la Germania, va a Parigi.
1844 pubblica a Parigi con A. Ruge i “Deutsch-Französische Jahrbücher ”, proibiti in Germania.
Inoltre “La sacra famiglia, Critica della critica critica, contro Bruno Bauer e soci ” (Francoforte sul Meno. Literarische Anstalt).
Gennaio [nel manoscritto: dicembre] 1845 espulso dalla Francia a opera di Guizot su istigazione del governo prussiano, Marx si reca a Bruxelles, fonda nel 1846 l'Associazione operaia tedesca di Bruxelles, vi tiene conferenze sull'economia politica, collaboratore della “Réforme ” francese (Parigi) ecc.
1847: “Misère de la Philosophie. Réponse à la Philosophie de la Misére de M. Proudhon”.
Idem: “Discours sur le libre échange” ed altri opuscoli.
1848, con F. Engels: “Manifesto del partito comunista”. Arrestato ed espulso dal Belgio, richiamato in Francia con lettera d'invito del governo provvisorio. Lascia la Francia nell'aprile 1848, fonda a Colonia:
Neue Rheinische Zeitung ” (giugno 1848 - maggio 1849). Marx è scacciato dalla Prussia, dopo che il governo ha invano proceduto contro di lui per via legale. Assolto due volte davanti alla corte d'assise (una volta processo di stampa, l'altra volta per incitamento alla ribellione). I discorsi di difesa di Marx stampati in “Due processi politici”, Colonia.
1849. Ultimo numero rosso della “Neue Rheinische Zeitung”. Marx si reca a Parigi. Colà espulso nel settembre 1849, dovrebbe essere internato nella Bretagna (Morbihan), vi si rifiuta, espulso dalla Francia, si trasferisce a Londra dove dimora tuttora.
1850 pubblica: “Neue Rheinische Zeitung, Politisch-ökonomische Revue” (Amburgo).
1851-1852: collaboratore del foglio londinese dei cartisti: “The People's Paper”, “Notes to the People” di Ernest Jones ecc.
1852: “Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte”, New York.
“Rivelazioni sul processo contro i comunisti a Colonia”, Basilea.
Poiché questa edizione venne confiscata alla frontiera tedesca, nuova edizione a Boston, 1853.
1853-54: “Flysheets against Lord Palmerston”.
1859: “Per la critica dell'economia politica”. Berlino.
1860: “Herr Vogt”.
1851-60: collaboratore regolare della “Tribune” anglo-americana (New York ). Contributi alla “Putnam's Review” (New York) e alla nuova “Cyclopaedia Americana” (New York ).
1861: dopo l'amnistia visita Berlino; il governo prussiano rifiuta la sua rinaturalizzazione.
1865 : pubblica per incarico del Consiglio centrale dell'Associazione internazionale degli operai , l'“Address to the Working Class of Europe” .[Indirizzo inaugurale dell'Associazione internazionale degli operai]
1867: “Il Capitale, critica dell'economia politica”. Volume I. Amburgo.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 30 gennaio 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 578-579-580)
 
Ora mi è chiaro il tono stranamente impacciato del signor Dühring nella sua critica. Giacché costui, del resto, è un ragazzo assai presuntuoso e saccente che nell'economia politica si atteggia a rivoluzionario. Egli aveva fatto due cose. Dapprima (partendo da Carey) aveva pubblicato i “Fondamenti critici dell'economia politica” (about 500 pages [circa 500 pagine]) e poi una nuova “Dialettica naturale” (contro quella hegeliana). Il mio libro lo ha seppellito sia dall'una che dall'altra parte. Per odio contro i Roscher, ecc. egli lo ha segnalato. Del resto, un po' deliberatamente, un po' per mancanza di perspicacia, commette frodi.
Egli sa molto bene che il mio metodo di svolgimento non è quello di Hegel, perché io sono materialista, Hegel idealista. La dialettica di Hegel è la forma fondamentale di ogni dialettica, ma soltanto dopo l'eliminazione della sua forma mistica, ed è appunto questo che distingue il mio metodo. Quant à [Riguardo a] Ricardo, il signor Dühring è rimasto appunto offeso dal fatto, che nella mia esposizione non esistono i punti deboli che Carey e cento altri prima di lui fanno valere contro Ricardo. Egli tenta perciò di addossare a me con mauvaise foi [malafede] le limitatezze del Ricardo. But never mind [Ma lasciamo andare]. Devo essere grato a quell'uomo, perché è il primo competente che comunque si sia pronunciato.
Nel II volume (che probabilmente non apparirà mai se non cambia il mio stato di salute) viene analizzata tra l'altro anche la proprietà fondiaria, la concorrenza invece, solo in quanto lo esige la trattazione dei rimanenti temi.
Durante la mia indisposizione (che ora, spero, presto cesserà del tutto) non ho potuto scrivere; ma ho ingoiato enormi quantità di “materia” statistica e di altro genere che, già da sola avrebbe potuto rendere sick [malato] della gente che possedesse uno stomaco meno abituato a tal genere di mangiare e ad una sua pronta digestione.
Le mie condizioni sono assai penose perché non sono stato in grado di occuparmi di lavori accessori redditizi, pur essendo costretto a mantenere sempre un certo decoro a causa dei figli. Se non avessi ancora da fornire questi due maledetti volumi (e inoltre da cercare un editore inglese ), e per questo non c'è che Londra, andrei a Ginevra, dove potrei vivere benissimo con i mezzi a mia disposizione. Mia figlia n. 2 [Laura Marx] si sposa alla fine di questo mese.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 6 marzo 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 581-582)
 
Dall'inizio di questa settimana avevo dei nodi foruncolosi al fianco destro (ancora non quite extinct [del tutto eliminato]). Malgrado ciò - e malgrado il camminare difficile di conseguenza - sono stato al Museum, perché questo continuo esser chiuso in casa e questo stare sdraiato (la cosa dura ormai, con alcuni intervalli of course [naturalmente], da più di 4 mesi) mi farebbero impazzire. Sono convinto tuttavia che le eruzioni attuali sono gli ultimi postumi. Al Museum - by the by [tra parentesi] - ho studiato a fondo, fra gli altri, gli ultimi scritti sull'ordinamento della marca, del villaggio ecc. tedeschi di old [del vecchio] Maurer.
(Marx, Lettera a Engels, 14 marzo (nel manoscritto: novembre) 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 47)
 
Qui acclusa la lettera di un giovane industriale di Bielefeld mandatami da Kugelmann. Mi diverte in modo speciale l'idea di costui che io stesso debba essere stato in passato manufacturer employing [un industriale che adoperava] macchine da cucire. Ah, se la gente sapesse quanto poco so di tutta questa roba.
Vi è anche l'inevitabile domanda: e ora? Questi tipi vogliono sempre ricette per cure miracolose e le cure di ferro e di fuoco indicate abbastanza tangibilmente non le vedono.
(Marx, Lettera a Engels, 16 marzo 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 50)
 
La Sua lettera mi ha fatto dispiacere e piacere (Lei vede che mi muovo sempre nella contraddizione dialettica).
Dispiacere, perché conosco le Sue condizioni, e sarei un miserabile se, a spese della sua famiglia, volessi accettare simili regali. Considero perciò queste 15 sterline come un prestito che restituirò a suo tempo.
Piacere, non soltanto come segno della Sua grande amicizia (e in questo trambusto del mondo l'amicizia è l'unica cosa che abbia personalmente una importanza), ma anche perché Lei mi ha aiutato a superare un grande imbarazzo in cui mi trovavo per le imminenti nozze. Io ho speso - a prescindere da medicine e dottori - negli ultimi 4 mesi, tanti quattrini in blue books [libri azzurri], ricerche e rapporti americani ecc. sulle banche, che in effetti non mi restò nulla per mia figlia [Laura Marx].
Può immaginare che ho spesso discusso il trasferimento da Londra a Ginevra non solo con me stesso e la mia famiglia, ma anche con Engels. Qui devo spendere 4-500 sterline all'anno, a Ginevra potrei vivere con 200 sterline. Ma, considered all in all [tutto sommato] la cosa è, al momento, impossibile. Solo a Londra posso terminare il mio lavoro. E soltanto qui posso sperare di ricavare in fine da questo lavoro un corrispondente guadagno in denaro, per lo meno decente. Ma per ciò è necessario intanto che io rimanga qui. A prescindere dal fatto che tutto il movimento operaio, influenzato da me dietro le quinte, cadrebbe in pessime mani devierebbe, qualora mi allontanassi di qui in questo periodo critico.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 17 marzo 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 583)

 


Volevo scriverti ieri dal Museum, ma d'un tratto mi sentii talmente male che dovetti chiudere l'interessantissimo libro che avevo in mano. Mi sembrava di avere un velo nero dinanzi agli occhi, inoltre sentivo il più tremendo mal di testa e un'oppressione al petto. Andai lentamente a casa. L'aria e la luce mi fecero bene e a casa dormii for some time [per un po' di tempo]. Le mie condizioni sono tali che per some time dovrei rinunciare veramente a lavorare e a pensare comunque sia; ma questo mi riuscirebbe difficile, anche se avessi i mezzi per fare l'ozioso vagabondo.
Ad vocem [Per quanto riguarda ] Maurer. I suoi libri sono straordinariamente importanti. Non solo il primo evo ma tutto lo sviluppo posteriore delle libere città imperiali, dei proprietari godenti immunità, del potere pubblico, della lotta fra contadini liberi e servi della gleba è qui configurato in veste del tutto nuova.
Accade nella storia dell'umanità quel che accade nella paleontologia. Cose evidenti non sono esaminate per una certain judicial blindness [certa cecità dovuta a pregiudizio] neanche dalle menti più notevoli. Più tardi, venuto il momento, ci si stupisce che le cose non viste manifestino ancora dappertutto le loro tracce. La prima reazione alla Rivoluzione francese e l'illuminismo ad essa connesso era naturale: vedere tutto medievale, romantico; e persino gente come Grimm non ne va esente. La seconda reazione è - e corrisponde alla tendenza socialista benché quegli eruditi non abbiano idea di esservi legati - di gettare lo sguardo, al di là del medioevo, sul primo evo di ogni popolo. Allora sono sorpresi di trovare nelle cose più antiche le cose più recenti, di trovarvi persino egalitarians to a degree [egualitari fino a un punto] che farebbe inorridire Proudhon. (...)
Ma che cosa direbbe il vecchio Hegel se sapesse nell'aldilà che l'Universale in tedesco e in nordico non significa altro che la terra comune, e il Sundre [parola tedesca antica per: “particolare”] particolare, null'altro che la proprietà particolare separata dalla terra comune? Ecco che davvero, maledizione, le categorie logiche provengono dal “nostro commercio”.
È molto interessante il libro di Fraas (1847) “Klima und Pflanzenwelt in der Zeit, eine Geschichte beider ”, per la dimostrazione che in epoca storica clima e flora cambiano. Egli è darwinista prima di Darwin e fa sorgere le specie stesse in epoca storica. Ma allo stesso tempo è agronomo. Sostiene che con la coltivazione - e secondo il grado di questa - va perduta la “umidità” tanto cara ai contadini (per questa ragione le piante migrano dal sud al nord) e subentra infine la formazione di steppe. I primi effetti della coltivazione sono utili, ma infine devastanti a causa del disboscamento, ecc. Quest'uomo è eruditissimo come filologo (ha scritto libri greci ) e lo è altrettanto come chimico, agronomo, ecc. La conclusione è che la coltivazione, procedendo naturalmente e non dominata consapevolmente (a tanto non arriva naturalmente come borghese), lascia dietro a sé dei deserti. Persia, Mesopotamia, ecc., Grecia. Di nuovo quindi una inconsapevole tendenza socialista!
Anche questo Frass è interessante per il germanesimo. Dapprima dottore in medicina, poi ispettore e insegnante di chimica e tecnologia. Ora capo della veterinaria bavarese, professore d'università, direttore degli esperimenti agricoli dello Stato, ecc. Nelle sue ultime pubblicazioni si sente l'età molto avanzata, ma è ancor sempre un uomo svelto. Ha girato a lungo per la Grecia, l'Asia minore e l'Egitto. Anche la sua storia dell'agricoltura è importante. Chiama Fourier “questo socialista pio e umanistico”. Degli albanesi, ecc. riporta “ogni specie di ignominiosa immoralità e fornicazione”.
Bisogna esaminare accuratamente tutte le cose recenti e recentissime sull'agricoltura. La scuola fisica si oppone a quella chimica.
Non dimenticare di rimandarmi la lettera dell'industriale di Kugelmann.
Nulla attendo con maggior gioia che il vederti qui.
(Marx, Lettera a Engels, 25 marzo 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 57-58-59)
 
Ho letto la “Histoire du Crédit mobilier ”. Quanto alla sostanza vera e propria della cosa, ne avevo realmente già scritto meglio io anni fa nella “Tribune ”. L'autore conosce gli affari. Egli stesso è un banchiere parigino. Ma in realtà non aveva altro materiale se non quello ufficiale , fornito dal Crédit stesso nei suoi rapporti e i fatti citati nelle quotazioni di Borsa. Il materiale segreto potrebbe essere procurato solo in via giudiziaria. Quel che mi colpisce maggiormente è questo: i veri e propri trucchi si risolvono in aggiotaggio alla Borsa, e in questo dipartimento, quali siano i travestimenti, au fond [in fondo] non vi è nulla di nuovo a partire da Law! Né al di qua né al di là della Manica. Quel che interessa in queste cose è la pratica, non la teoria.
(Marx, Lettera a Engels, 11 aprile 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 64-65)
 
Come sai, sono lento nello scrivere, ma questa volta i difetti del braccio sinistro sono i responsabili delle colpe della mia mano destra. In queste circostanze mi è mancato tanto più il mio segretario, che avrebbe potuto scrivere a se stesso, a nome mio, le lettere più carine.
Mi fa piacere apprendere dalla scribacchiatura tua e del tuo consorte (perdona l'“espressione”, ma la “scribaille” [“scribacchiatura”] di Borkheim mi rimbomba ancora nelle orecchie) che avete goduto fino in fondo il vostro viaggio di nozze e che tutte le circostanze esterne, la primavera e il sole e l'aria e i divertimenti parigini, siano alleate per il vostro meglio. Quanto al suddetto consorte, è una testimonianza eloquente della cordialità innata del “giovanotto” il fatto che egli continui a mandarmi libri in un momento così critico. Questa semplice circostanza non sarebbe una cattiva dimostrazione della sua appartenenza ad una razza migliore di quella europea. Del resto, dato che abbiamo cominciato a parlare di “libri”: potresti fare una visita a Guillaumin (Rue Richelieu 14) e procurarmi i suoi bulletins de librairie [cataloghi] (di economia) dal 1866 al 1868. Potresti anche andare alla Librairie Internationale (Boulevard Montmartre 15) e chiedere i suoi cataloghi (1865-1868). Naturalmente, se tu ricevessi tutte queste cose, non dovresti spedirle , ma portarle al tuo ritorno in questo luogo desolato.
Da Meissner attendo tre copie del mio libro [del I volume del “Capitale”]. Quando arriveranno, ne manderò due a César De Paepe, una per lui e l'altra per Altmeyer. Nel caso tu avessi tempo per vedere Schily (vale a dire, nel caso tu gli scrivessi - Rue St. Quentin 4 - di farti visita) ti prego di chiedergli che cosa è avvenuto delle tre copie che ho mandato a: Jaclard, Taine, Reclus. Se Schily non è riuscito a trovare Jaclard, potresti dare tu l'esemplare a lui destinato ad Altmeyer, questo perché Meissner invia le copie m o l t o l e n t a m e n t e. In tal caso però dovrei essere avvertito. Certamente, mia cara bambina, penserai che io amo molto i libri, dato che ti importuno con queste cose in un momento così poco appropriato. Ma sarebbe un grave errore da parte tua. Io sono una macchina, condannata a trangugiare i libri per buttarli fuori in forma diversa sul letamaio della storia. Anche questo un compito piuttosto noioso, ma pur sempre migliore di quello di Gladstone, il quale da un giorno all'altro è costretto a immedesimarsi in “stati d'animo”, come ad esempio la “serietà”.
Qui ci sentiamo piuttosto soli. Prima te ne sei andata tu insieme al “silenzioso” uomo del sud, e ora ci ha lasciato Engels. Ieri sera invece di essere messi “sottosopra” abbiamo avuto i Lormier. Ho fatto due partite a scacchi con Louis e ho lasciato che ne vincesse una. Che cosa credi che mi abbia detto questo singolare tipo di Calibano, congedandosi, con l'aria più seria di questo mondo? “Sans rancure, j'espère [senza rancore, spero! ]
E ora, mio caro Cacadou, addio.
(Marx, Lettera a Laura e Paul Lafargue, 11 aprile 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 589-590)
 
Ho ricominciato a lavorare e il lavoro va bene. Soltanto, debbo limitare il tempo, perché dopo about [circa] 3 ore sento dei ronzii in testa e delle fitte. Voglio ora comunicarti in breve una “inezia” che mi è venuta in mente al solo guardare la parte del manoscritto sul saggio del profitto [Marx si riferisce alla prima parte della variante del terzo libro del “Capitale”] . Uno dei problemi più difficili è con ciò risolto in maniera semplice. Si tratta cioè di vedere come è possibile che, diminuendo il valore del denaro, rispettivamente dell'oro, il saggio del profitto sale e, aumentando il valore del denaro, cade.
(Marx, Lettera a Engels, 22 aprile 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 71)
 
Per usare i dati sulla vostra fabbrica citati a p. 186 - che sono assolutamente sufficienti per illustrare il saggio del plusvalore - per il saggio del profitto, sarebbe necessario:
1) avere i dati mancanti sul capitale anticipato nell'edificio della fabbrica e la corrispondente percentuale del sinking fund [fondo di ammortamento]. Idem per il warehouse [magazzino]. In entrambi i casi è da indicare il rent [affitto], qualora venga pagato. Inoltre le spese dell'ufficio e del personale per il warehouse.
Per la macchina a vapore non è indicata la percentuale con cui è calcolata l'usura settimanale, e quindi non risulta neanche il capitale anticipato per la macchina a vapore;
2) eccoci alla vera domanda. Come calcolate voi la rotazione della parte circolante del capitale (cioè materie prime, materie ausiliarie, salari)? Che volume ha quindi il capitale circolante anticipato? Sarò contento di ricevere una risposta esauriente, rispettivamente illustrativa su tutto questo, cioè sul calcolo delle rotazioni del capitale circolante anticipato.
(Marx, Lettera a Engels, 7 maggio 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 88-89)
 
... Quando mi sarò scrollato di dosso il peso dell'economia, scriverò una “dialettica”. Le vere leggi della dialettica sono già contenute in Hegel, sebbene in forma mistica. Bisogna eliminare questa forma...
(Marx, Lettera a Joseph Dietzgen, 9 maggio 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 592)
 
Mi farà molto piacere se di tempo in tempo mi manderà qualche giornale. In particolare sarebbe per me assai prezioso, se Lei potesse scovare qualcosa di antiborghese sui rapporti fondiari oppure di economia agraria negli Stati Uniti. Siccome nel II volume tratterò la rendita fondiaria, questo materiale sarebbe particolarmente benvenuto contro le “armonie” di H. Carey.
(Marx, Lettera a Sigfrid Meyer, 4 luglio 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 596)
 
Non è stato fatto perché il III volume dovrà contenere un apposito capitolo particolareggiato sui signori dell'“economia volgare”.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 11 luglio 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 597)
 
Quanto a me - intendo me come member del General Council [membro del Consiglio Generale] - debbo mantenere un contegno imparziale fra i diversi gruppi operai organizzati. È affar loro e non mio chi è il loro capo. Come secretary for Germany [segretario per la Germania] debbo rispondere a tutti coloro che si rivolgono a me nella loro posizione ufficiale di presidenti, ecc. di gruppi operai.
(Marx, Lettera a Engels, 29 luglio 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 137)
 
(...) come vanno gli occhi?
(…) Come fai a vivere con questo caldo? A me piacerebbe più di tutto starmene appeso a un albero nell'aria.
(Marx, Lettera a Engels, 4 agosto 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 139-140)
 
Mia moglie è tornata ieri da Ramsgate, mentre le ragazze sono ancora là. Siccome da una settimana circa vomito bile e inoltre qui si estende il colera, essa insiste perché vada anch'io per lo meno per 2-3 giorni al mare a Ramsgate. Perciò oggi parto.
Ti sono molto grato delle 25 sterline che ho ricevuto: la cambiale di 12 sterline scade il 28 agosto, come mi sono accertato oggi. Finora non ho avuto nulla dal continente.
(Marx, Lettera a Engels, 21 agosto 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 149)
 
Ancora non ci sono “supplies” [“rifornimenti”] dalla Germania. È pazzia naturalmente contare in pieno su cose promesse a metà. Ma quando si sta per affogare si ha fede in ogni corda. Venerdì scade la cambiale di 12 sterline, di cui ti ho scritto. Siccome fino ad oggi non è arrivato niente, per non aver protesti in casa, sono stato proprio in questo momento dal mio fornaio il quale mi dice che “forse ” potrebbe procurarmi il denaro per alcuni giorni entro domani sera. Contemporaneamente ricevo l'accluso biglietto dal mio landlord [padrone di casa]. Proprio in questo momento tutti mi si precipitano addosso. C'è da impazzire. (...)
L'invito che ho ricevuto per il congresso dell'Associazione generale degli operai tedeschi (22-25 agosto, Amburgo) è firmato da Schweitzer in qualità di presidente e da più di 20 operai delle diverse sezioni della Germania (membri della presidenza ). Nella mia risposta ho dovuto tener conto di questi ultimi. Spiego la mia mancata venuta con i lavori del Consiglio centrale dell'Associazione internazionale degli operai e mi rallegro di veder messi in rilievo nel loro programma congressuale i punti di partenza di ogni “serio” movimento operaio, cioè l'agitazione per la piena libertà politica, per la regolamentazione della giornata lavorativa e per la cooperazione internazionale della classe operaia. Vale a dire, mi congratulo con loro perché hanno abbandonato il programma di Lassalle. Resta da aspettarsi se capiranno lo scherzo. Schweitzer, l'unica testa buona di tutta la banda lassalliana, lo capirà certamente. Se però riterrà opportuno mostrarlo o invece fare il tonto, nous verrons [vedremo].
(Marx, Lettera a Engels, 26 agosto 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 152-153)
 
Ho ricevuto, gratissimo, le 20 sterline.
Tussy ha avuto oggi un grande spavento. Ha trovato Dicky morto nella sua gabbia, benché ieri cantasse ancora abbastanza allegro. È stato sepolto con tutti gli onori.
Dupont ha ricevuto il mandato da Napoli di rappresentare quella sezione. Dopo la faccenda di Mentana là è subentrata, come vediamo dalle notizie italiane, una reazione generale e specialmente il diritto di riunione e di associazione degli operai è quasi annullato.
(Marx, Lettera a Engels, 29 agosto 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 155)
 
Se parlo di uno “stato buono delle cose”, questo avviene in primo luogo in relazione alla propaganda fatta dal mio libro, e al riconoscimento che ha trovato da parte degli operai tedeschi, since you wrote me last [da quando lei mi scrisse l'ultima volta]. In secondo luogo però, in relazione ai magnifici progressi fatti dall'Associazione internazionale degli operai, specie anche in Inghilterra.
Alcuni giorni fa un libraio di Pietroburgo mi sorprese con la notizia che “Il capitale ” in traduzione russa è ora in via di stampa. Egli richiedeva per esso la mia fotografia per riprodurla nel frontespizio, e non potei rifiutare questa inezia “ai miei buoni amici”, i russi. È un'ironia del destino che i russi, combattuti da me senza tregua da 25 anni, e non solo in tedesco, ma anche in francese e in inglese, siano sempre stati i miei “fautori”. A Parigi nel 1843-44 gli aristocratici russi di colà mi portavano in palma di mano. Il mio scritto contro Proudhon (1847), idem quello presso Duncker (1859) [“Miseria della filosofia” e “Per la critica dell'economia politica”] non hanno trovato da nessuna parte uno smercio maggiore che in Russia. E la prima nazione straniera che traduce “Il capitale” è quella russa. Ma non bisogna fare molto caso a tutto ciò. L'aristocrazia russa nella sua adolescenza viene educata nelle università tedesche e a Parigi. Essa cerca sempre di afferrare ciò che di più estremo fornisce l'occidente. È pura gourmandise [ghiottoneria] come la praticava una parte dell'aristocrazia francese durante il secolo XVIII. Ce n'est pas pour les tailleurs et les bottiers [Non è né per i sarti né per i calzolai], diceva Voltaire allora del proprio illuminismo. Ciò non impedisce agli stessi russi di diventare dei mascalzoni appena entrano a servizio dello Stato.
Ho molto “bother” just now [fastidi proprio ora] in Germania con l'alterco dei dirigenti, come vedrà dalle lettere allegate che La prego di rimandarmi. Da una parte c'è Schweitzer che mi nomina papa in partibus infidelium [nelle regioni degli infedeli], affinché io lo proclami imperatore degli operai in Germania. Dall'altra parte Liebknecht che dimentica come lo Schweitzer, in point of fact [in realtà], lo abbia costretto a ricordarsi che esiste un movimento del proletariato distinto da quello democratico piccolo-borghese.
Spero che Lei e famiglia si trovino bene. Spero di non essere caduto in disgrazia presso la Sua cara moglie. A proposito. L'Associazione internazionale delle signore, la signora Goegg (read [leggi gagà] Geck) alla testa, ha inviato una epistola al congresso di Bruxelles in cui domanda se anche le signore possono aggregarsi a noi. Si capisce che cortesemente si è risposto di sì. Se Lei dovesse dunque persistere nel Suo silenzio, invierò a Sua moglie delega quale corrispondente del Consiglio generale.
A causa del mio fegato ho sofferto molto il caldo, ma ora, per intanto, sto bene.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 12 ottobre 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 614-615)
 
Prima che arrivasse la Sua lettera dell'8 ottobre, avevo già ripetutamente , nella mia qualità di segretario dell'Internazionale per la Germania, invitato alla pace . Mi si è risposto (inviandomi anche pezze d'appoggio dal “Social-Demokrat”) che Lei medesimo provocava la guerra . Io ho dichiarato che la mia parte doveva necessariamente limitarsi a quella dell'osservatore “imparziale” in un duello. (…)
D'abord [in primo luogo], per quanto riguarda l'associazione lassalliana, essa era stata fondata in un'epoca di reazione. Dopo quindici anni di letargo Lassalle – e questo rimane il suo merito immortale – risvegliò il movimento operaio in Germania. Ma egli commise grandi errori. Si lasciò dominare troppo dalle circostanze immediate dell'epoca. Egli trasformò il piccolo punto di partenza – il suo antagonismo verso un nano come Schulze-Delitzsch – nel punto centrale della sua agitazione: aiuto dello Stato contro aiuto autonomo. Nel far ciò riprese semplicemente la parola d'ordine che Buchez , capo del socialismo cattolico , 1843 sqq [(seguentes) seguenti], aveva lanciato contro il movimento operaio reale in Francia. Troppo intelligente per non considerare questa parola d'ordine se non come un pis-aller [ripiego] transitorio, egli la poteva giustificare soltanto per la sua (presunta!) practicability [attuabilità] immediata. A questo scopo egli non poteva non affermare che essa fosse realizzabile nel futuro prossimo . Lo “Stato” si trasformò perciò nello Stato prussiano. Così egli fu costretto a fare concessioni alla monarchia prussiana, alla reazione prussiana (partito feudale) e persino ai clericali. All'aiuto statale per le associazioni di Buchez egli legò la rivendicazione cartista del suffragio universale. Non vide che le condizioni in Germania e Inghilterra erano diverse. Trascurò le elezioni del bas-empire a proposito del suffragio universale in Francia. Inoltre egli conferì fin dal principio alla sua agitazione – come tutti coloro i quali affermano di avere in tasca una panacea per le sofferenze delle masse – un carattere religioso settario. E infatti ogni setta è religiosa. Egli inoltre negò, appunto perché fondatore di una setta, ogni nesso naturale con il movimento passato in Germania e all'estero. Egli cadde nell'errore di Proudhon, di cercare la base reale della propria agitazione non dagli elementi concreti del movimento delle classi, bensì di voler prescrivere a tale movimento il suo corso in base a una certa ricetta dottrinale. (…)
Per quanto riguarda l'abbozzo di statuto, io lo ritengo errato in linea di principio, e credo di avere tanta esperienza quanta ne abbia chiunque viva nei nostri tempi nel campo dei sindacati. Senza soffermarmi ulteriormente sui particolari, mi limito ad osservare che l'organizzazione centralizzata , contraddice all'essenza dei sindacati nella stessa misura in cui si addice alle società segrete ed ai movimenti settari. Se essa fosse possibile, - ed io dichiaro tout bonnement [semplicemente] che è impossibile, - non sarebbe desiderabile, e ancor meno che altre in Germania. Qui, dove l'operaio viene trattato fin dall'infanzia con provvedimenti burocratici e crede all'autorità, ai superiori, la cosa più importante è di insegnargli a camminare da solo.
Anche sotto altri rispetti il Suo piano non è pratico. Nella “Lega” si trovano tre poteri di diversa origine: 1) la commissione , eletta dalle professioni ; 2) il presidente (qui un personaggio del tutto superfluo) {Anche negli statuti dell'Associazione internazionale degli operai figura un presidente dell'associazione. Tuttavia in realtà egli non ha mai avuto altra funzione che quella di presiedere le sedute del Consiglio generale. Su mia proposta nel 1867 questa carica, che io stesso ho rifiutato nel 1866, fu abolita del tutto e sostituita da una sorta di persona chiamata a presiedere (Chairman), eletta in ciascuna seduta settimanale del Consiglio generale. Anche il London Trades' Council ha semplicemente un Chairman. Il suo funzionario permanente è solo il segretario , perché questi adempie una funzione continua nel disbrigo degli affari.}
{N.B. Questo passo segue nella copia della lettera a Schweitzer dopo la fine di questa frase}, eletto mediante suffragio universale ; (…)
Nella mia qualità di segretario dell'Internazionale sono disposto a fare da intermediario tra Lei e la maggioranza di Norimberga, che ha aderito direttamente all'Internazionale: su di una base razionale, s'intende. La stessa cosa ho scritto a Lipsia. Io non disconosco affatto le difficoltà della Sua posizione e non dimentico mai che ciascuno di noi dipende, ancor più che dalla propria volontà, dalle circostanze.
Le prometto in ogni caso quell'imparzialità che è un mio dovere. D'altro canto non posso promettere che un giorno, come scrittore privato , - non appena lo ritenga assolutamente richiesto dall'interesse del movimento operaio, - io non eserciti critica aperta verso la superstizione lassalliana, così come ho fatto a suo tempo con quella proudhoniana.
(Marx, Lettera a Johann Baptist von Schweitzer, 13 ottobre 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 617-618-619-620-621)
 
Siccome la prassi vale più di ogni teoria, ti prego di descrivermi del tutto esattamente (con esempi) il metodo con cui svolgete il vostro business quant à banquier [i vostri affari, per quanto riguarda il banchiere] ecc.
Dunque:
1) Il metodo degli acquisti (cotone , ecc.) Con regard only to the monetary way of doing the things; the bills; time for drawing them [solo riguardo all'aspetto del denaro; le cambiali; termini dell'emissione] ecc.
Delle vendite. Rapporti cambiari con i vostri compratori e con il vostro corrispondente londinese.
Rapporto e operations (current account [operazioni (conto corrente)], ecc. in riferimento al vostro banchiere in Manchester.
Siccome il 2nd volume nella maggior parte è troppo teorico, mi servirò del chapter [capitolo] sul credito per l'actual denunciation [denuncia in termini attuali] della speculazione e della commercial moral [morale commerciale].
(Marx, Lettera a Engels, 14 novembre 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 221)
 
Sono del tutto knocked down [sopraffatto] dalla tua bontà troppo grande.
Mi sono fatto mostrare da mia moglie tutti i bills [fatture, conti] e la somma complessiva dei debiti è molto maggiore di quanto pensavo, 270 sterline (di cui about [circa] 75 per il monte dei pegni e per interessi). E non v'è compreso ancora il conto del dottore per le sue cure durante la scarlattina, conto che ancora non ha mandato.
Durante questi anni passati abbiamo consumato più di 350 sterline, ma la somma è del tutto sufficiente, perché: 1) durante questi anni Lafargue viveva a casa nostra e la sua presenza aumentava di molto le spese di casa; 2) perché a causa del sistema a credito tutto veniva pagato di gran lunga troppo caro. Solo dopo una completa clearance [liquidazione] dei debiti sarei in grado di instaurare sul serio un'amministrazione rigorosa.
Come fossero diventate spiacevoli le condizioni qui di casa lo vedi dal fatto che la piccola Jenny - a mia insaputa - si è impegnata come insegnante a ore presso una famiglia inglese. La cosa s'inizierà solo nel gennaio 1869. A cose fatte ho ceduto, ma solo a condizione (la signora di questa famiglia, moglie del dott. Monroe, venne in proposito a bella posta da mia moglie) che l'assunzione sarà impegnativa solo per 1 mese e che, finito il mese, ciascuna delle due parti avrà il diritto della disdetta. Per quanto la cosa mi fosse molto antipatica (la ragazza dovrà istruire bambini piccoli per quasi tutta la giornata) - non ho davvero bisogno di dirtelo - vi consentii con la detta condizione, perché trovavo soprattutto che fosse bene che la piccola Jenny venisse distratta da una occupazione qualsiasi e specialmente che fosse allontanata dalle quattro mura domestiche.
Mia moglie ha perduto da anni - ed è spiegabile con le circostanze, ma non per questo meno spiacevole - il suo temper [buon carattere] e tormenta a morte le ragazze con le sue lamentele e la sua irritabilità e il suo bad humour [cattivo umore], benché non vi siano figli che sopportino tutto in a more jolly way [una maniera più simpatica]. Ma sunt certi denique fines [vi sono infine certi limiti]. Naturalmente è unpleasant [spiacevole] scriverti questo. È certo più facile dirla a voce una cosa simile. Ma è necessario che lo faccia per spiegarti perché non ho assolutamente annullato il passo della piccola Jenny.
(Marx, Lettera a Engels, 30 novembre 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 234-235)
 
È attiva pure Sua moglie nella grande campagna tedesca per l'emancipazione delle signore? Penso che le donne tedesche dovrebbero cominciare con lo spingere i loro mariti verso l'autoemancipazione.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 5 dicembre 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 631)
 
Le signore non possono lagnarsi dell'“Internazionale” poiché questa ha nominato una signora, Madame Law, membro del Consiglio generale. Ma scherzi a parte, un grande progresso si rivela nell'ultimo congresso dell'American “Labor Union”, tra l'altro per il fatto che tratta i lavoratori di sesso femminile con piena parità, mentre gli inglesi, e assai più ancora i galanti francesi, si macchiano a questo riguardo di uno spirito gretto. Chiunque conosca un po' la storia, sa anche che grandi rivolgimenti storici non sono possibili, senza il fermento femminile. Il progresso sociale si può misurare con esattezza dalla posizione sociale del bel sesso (incluse le brutte).
Per quanto riguarda il “settlement” [“accordo”], nel mio caso era escluso da bel principio che assumessi un'occupazione prima che fosse terminato il mio libro. Altrimenti avrei da tempo potuto liberarmi da tutta quella penosa situazione. La cosa semplicemente si è – questo però resti tra noi - che io da una parte ho fatto un settlement con la mia famiglia, e che Engels d'altra parte, a mia insaputa, ne ha fatto uno per me, d'accordo con il suo socio, rispetto alle proprie entrate (dacché in giugno esce dall'azienda) così che dall'anno venturo in poi potrò lavorare tranquillamente.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 12 dicembre 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 632-633)

Ti prego di studiare seriamente - malgrado la sua fadaise [insipidità] - il documento che ti unisco, di scrivermi in francese le tue glosse marginali e di r e s t i t u i r m i la cosa stessa a l p i ù t a r d i e n t r o S t u r d a y n e x t ! [sabato prossimo]
Il signor Bakunin - nello sfondo di questa faccenda - si degna di voler mettere il movimento operaio sotto direzione russa.
Questa sporca storia è in piedi da 2 mesi. Solo stasera old Becker [il vecchio Becker] l'ha comunicata con lettera al Consiglio generale. Questa volta ha ragione il pazzo vanesio[Sigismund Borkeim]. L'associazione, come scrive old Becker, dovrebbe sopperire alla mancanza di “idealismo ” della nostra associazione. L'idéalisme russe! [L'idealismo russo!]
Tutti, specialmente i francesi, erano infuriati stasera nel nostro Consiglio generale a causa di questo documento. Io conoscevo questa porcheria da tempo. La consideravo nata morta e, per un riguardo a old Becker, volevo lasciarla morire tranquillamente.
Ma la faccenda è diventata più grave di quel che non pensassi. E non sono ammissibili più a lungo i riguardi per old Becker. Il Council ha deciso questa sera, di ripudiare pubblicamente - a Parigi, a New York, in Germania e in Svizzera, - questa interloping society [società che vuole infiltrarsi]. Sono incaricato (per martedì prossimo) della stesura del decreto di ripudio. Mi dispiace tutta la cosa a causa di old Becker. Mais [Ma], la nostra associazione non può commettere a suicide [un suicidio] per amore di old Becker.
(Marx, Lettera a Engels, 15 dicembre 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 252-253)
 
Grazie per le tue glosse marginali! Quando ti scrissi quella sera, ero agitato. Ma al mattino dopo era già sopraggiunta la reazione e la decisione di trattare la cosa diplomaticamente, proprio nel senso da te consigliato.
(Marx, Lettera a Engels, 19 dicembre 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 257)
 
Lei se ne era appena andato, quando ho ricevuto da Bakunin una lettera, nella quale egli mi assicura la sua amicizia tutta particolare.
(Marx, Lettera a Hermann Jung, 28 dicembre 1868, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 637)
 
 
1869

 

Per capire la sua acclusa lettera [Lettera di Bakunin sono un tuo scolaro: e sono orgoglioso di esserlo] devi sapere quanto segue: D'abord [prima di tutto] questa lettera si incrociò con il nostro “Messaggio” riguardante l'“Alliance”. Bakunin si abbandona quindi alla piacevole illusione che lo si lasci fare tranquillamente. Inoltre: il russo Serno nella sua corrispondenza passata con Borkheim era decisamente contrario a Bakunin. Nella mia risposta a Serno desideravo servirmi di questo giovane come relatore su Bakunin. Ma siccome non mi fido di nessun russo, lo feci in questa forma: “Che cosa fa il mio vecchio amico (non so se ancora sia tale ) Bakunin ecc. ecc.”. Il russo Serno non trova da fare nulla di più urgente che di comunicare questa lettera a Bakunin, e Bakunin se ne serve per una tirata sentimentale!
(Marx, Lettera a Engels, 13 gennaio 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 263-264)
 
Le sue glosse marginali rivelano l'enorme stupidità di questi dotti mandarini. Di me e Engels egli (Held) vi scrive: “Engels. “La situazione delle classe operaia ecc.” il migliore prodotto della letteratura socialistico-comunista tedesca”. “In stretto rapporto con Engels sta Karl Marx. Da lui proviene l'opera più scientifica, più dotta che il socialismo in genere possa esibire e cioè “Il capitale ecc”. Sebbene apparso soltanto recentemente, questo libro è pur sempre un'eco (!) del movimento prima del 1848. Perciò lo menziono qui in connessione con Engels. Allo stesso tempo (!) l'opera è assai interessante per l'epoca attuale perché (!!) qui si può studiare dove Lassalle abbia attinto le sue idee fondamentali.” Un bel posto anche quello!
Un libero docente di economia politica in un'università tedesca mi scrive che io l'ho completamente convinto, ma... la sua posizione gli impone, “come ad altri colleghi”, di non esprimere la sua convinzione.
Questa vigliaccheria dei mandarini del mestiere da una parte, la cospirazione del silenzio della stampa borghese e reazionaria dall'altra, mi reca un grave danno.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 11 febbraio 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 639-640)
 
Darwin fu portato a scoprire la lotta per l'esistenza come legge predominante della vita “animale” e “vegetale”, proprio dalla lotta per l'esistenza nella società inglese, dalla guerra di tutti contro tutti, bellum omnium contra omnes. Il darwinismo invece considera questo fatto come un motivo decisivo per la società umana a non emanciparsi mai dalla sua natura animale.(...)
La nostra Internazionale fa grandi progressi in Germania. Il nostro nuovo piano, da me proposto, di ammettere solo membri singoli e di vendere a un penny le tessere, sul cui retro sono riprodotti i nostri princípi in lingua tedesca, francese ed inglese, si è rivelato valido. (...)
Il russo Bakunin - mia vecchia conoscenza - aveva preparato una piccola congiura assai carina contro l'Internazionale. Dopo essersi bisticciato con la Ligue de la Paix et de la Liberté ed essersene staccato nell'ultimo congresso di Berna, era entrato nella sezione romanza della nostra associazione a Ginevra. Riuscì ben presto a imbrogliare il nostro bravo vecchio Becker, il quale è sempre assetato di azioni, di cose eccitanti, ma non ha talento critico, è un entusiasta come Garibaldi, facilmente influenzabile. Bakunin dunque escogitò il piano della “Alliance Internationale de la Démocratie Socialiste” che avrebbe dovuto essere al tempo stesso un ramo della nostra Internazionale e una nuova associazione internazionale indipendente “con la missione particolare di elaborare i princípi filosofici superiori ecc.” del movimento operaio. In tal modo, di fatto, la nostra associazione si sarebbe trovata, per un abile colpo di mano sotto la guida e l'iniziativa superiore del russo Bakunin. Il modo con cui si erano messi all'opera è significativo. Essi mandarono il loro nuovo programma a nostra insaputa, con il nome del vecchio Becker in testa a tutte le firme, e mandarono anche emissari, a Parigi, Bruxelles ecc. Solo all'ultimo momento fecero giungere i documenti al Consiglio generale di Londra. Abbiamo eliminato questo intrigo moscovita con una risoluzione obbligatoria per tutti. Tutte le nostre sezioni l'hanno approvata.
(Marx, Lettera a Laura e Paul Lafargue, 15 febbraio 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 642-643-644)
 
Non c'è bisogno che Le assicuri il mio massimo interesse per il movimento operaio a Vienna. Se quindi potessi disporre liberamente del mio tempo e delle mie forze, la mia collaborazione al Suo giornale sarebbe immediatamente a Sua disposizione. Ma la mia capacità lavorativa è interrotta continuamente da malattie. il poco tempo libero che mi lascia il completamento del secondo volume della mia opera, “Il capitale ”, è quindi assorbito completamente dagli affari dell'Associazione internazionale degli operai.
(Marx, Lettera a Heinrich Oberwinder, 3 marzo 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 649)
 
L'accluso documentino è arrivato ieri (benché porti la data del 27 febbraio. Devi rimandarlo subito dopo averlo letto, perché devo sottoporlo al Council Tuesday next [martedì prossimo]. I signori dell'“Alleanza” [Alleanza internazionale della democrazia socialista fondata da Bakunin] hanno avuto bisogno di molto tempo per mettere insieme quest'opera.
A noi avrebbe fatto più piacere che avessero tenute per sé le loro “legioni innumerevoli” in Francia, Spagna e Italia.
Bakunin pensa: se noi approviamo il suo “programma radicale”, egli potrà farlo sapere al mondo intero e comprometterci, tant soit peu? [sia pure soltanto un poco] Se ci dichiariamo contrari, ci si diffamerà come controrivoluzionari. Inoltre: se li ammettiamo, al congresso di Basilea egli farà in modo di essere secondato da un po' di gentaglia.
(Marx, Lettera a Engels, 5 marzo 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 294)
 
Ho intenzione di farmi naturalizzare inglese e questo per poter andare a Parigi con sicurezza. Senza tale viaggio l'edizione francese del mio libro [del “Capitale”] non si farà mai. La mia presenza colà è assolutamente necessaria. Secondo la legge di Palmerston, dopo 6 mesi, è possibile, volendo, spogliarsi di nuovo del personaggio inglese. La legge non protegge il naturalizzato rispetto a cose illegali che abbia commesso nel paese di nascita prima della naturalizzazione, qualora ritorni nel suo paese. A eccezione di questo caso il naturalizzato si trova di fronte a governments [governi] stranieri nella stessa posizione del cittadino inglese. Non vedo davvero perché io non debba visitare Parigi senza il permesso del signor Bonaparte se ho il mezzo di farlo.
(Marx, Lettera a Engels, 20 marzo 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 304)

 

Ti ringrazio molto dell'assegno e degli stamps [francobolli]. Martedì scorso ho versato al Lucraft. Hai visto nel “Times ” of saturday last [di sabato scorso] le brevi notizie sulla dimostrazione? Vi si diceva che una banda tedesca (“i nostri!”) portava una bandiera rossa con la scritta: “proletari di tutti i paesi, unitevi!”, il che in inglese significherebbe: “Ragamuffins of all regions, befoul yourselves!” [“Cialtroni di tutte le regioni, insudiciatevi” (il “Times” aveva riportato invece della parola tedesca “unitevi” una parola simile, ma di significato molto diverso)].
(Marx, Lettera a Engels, 29 marzo 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 310)
 
Non riesco a capirci nulla al tuo snieunt (la lettera che segue non la capisco) jown. Posso solo spiegarti in base all'etimologia del lucus a non lucendo [non lucere] che in danese snoe significa girarsi e jeon significa even, liscio.
Mi congratulo con te dell'energia con cui hai tagliato il cordone ombelicale con Dover Street.
(Marx, Lettera a Engels, 5 aprile 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 315)
 
Nel volume che Le mando, troverà nella prefazione, p. VIII, nota 1, il vero stato di cose e cioè che “Lassalle ha preso quasi letteralmente dai miei scritti tutte le sue tesi teoriche generali ”, ma che io “non ho nulla a che vedere con le sue applicazioni”. Per cortesia definisco la sua ricetta pratica società cooperative con l'aiuto dello Stato - un suo prodotto. In realtà ciò deriva da Monsieur Buchez, un ex sansimoniano, autore della “Histoire Parlementaire de la Révolution Française” che si dette un gran da fare per propagare quell'idea all'epoca di Luigi Filippo. Monsieur Buchez, che esaltava al tempo stesso Robespierre e la Santa Inquisizione, diffondeva le sue idee per esempio sulla rivista “L'Atelier” in opposizione alle opinioni radicali del comunismo francese di quel tempo.
Poiché Lei cita la mia risposta a Proudhon, “Misére de la Philosophie”, saprà certamente dal suo ultimo capitolo che nel 1847, quando tutti gli economisti politici e tutti i socialisti si trovavano d'accordo su di un solo punto, la condanna delle Trades Unions, io ne dimostrai la necessità storica.
(Marx, Lettera a John Malcolm Ludlow, 10 aprile 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 652-653)
 
Mia cara piccola Quoquo [principessa cinese],
bisogna davvero che tu perdoni il mio lungo silenzio. Sono sotterrato dal lavoro fino agli orecchi.
Prima di tutto i tuoi animali. Sambo è ormai il mio compagno inseparabile; bisogna pure che compensi in qualche modo l'assenza del suo supremo signore. Blacky si comporta sempre come un gentleman, certamente un gentleman molto noioso. Tommy ha fatto tutto quanto poteva per dimostrare la verità della teoria malthusiana. Suppongo che oggi Helene ucciderà la nuova discendenza di questa vecchia strega. Whiskey, questa grande e buona personalità, da principio era, come Calipso, inconsolabile e disperato per la tua partenza. Rifiutava anche gli ossi più splendidi, non lasciava mai la tua camera e dimostrava tutti i sintomi delle profonde sofferenze di un'“anima bella”. Ma quando si fa il tuo nome gli prendono degli attacchi. Dicky si è rivelato un bravissimo cantante, e ambedue sviluppiamo i nostri talenti musicali con “esercitazioni” in comune. Qualche volta però, quando comincio a fischiettare, Dicky mi tratta come Lutero trattava il diavolo: mi mostra il suo... Jocko si è fatto vedere di nuovo. Ma è quanto mai di cattivo umore. Avendo constatato che tu non c'eri, si è abbandonato alla maliconia, rendendo vani tutti i tentativi fatti da Helene per consolarlo. Un'altra causa di arrabbiatura per Jocko è stata che il giardiniere ha messo a posto il piccolo giardino: un mondo che Jocko, a buon diritto, considerava tutto suo. Adesso Jocko rimpiange le piccole colline, buche, fessure e tutto quel bel disordine che gli piaceva tanto.
Per quanto riguarda gli altri “animali”, nella misura in cui non appartengono alla specie muta, bensì sono assai chiacchieroni e assolutamente in grado di rendere conto delle loro imprese, non voglio spendere in questo momento una parola su di loro. (...)
Saluti all'Africano [Paul Lafargue]. Gli farà piacere sapere - se non l'ha già visto sui giornali francesi - che Grant ha nominato il primo ambasciatore “nero” degli Stati Uniti.
Addio, mia piccola Quoquo.
Tuo Old Nick
(Marx, Lettera a sua figlia Eleanor, 26 aprile 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 654-655)
 
Hai spiegato giustamente, nella sostanza, il mio ostinato silenzio, cioè con il fegato . Ma vi si sono aggiunti ancora diversi altri incidents. D'abord [incidenti. Prima di tutto], mia moglie si sentiva molto male. Non appena si è sentita un po' meglio, è partita martedì scorso per Parigi, dove è arrivata però completamene sorda. (...)
Dopo la partenza di mia moglie sarei quindi potuto venire subito da te e certo, facendolo, avrei guadagnato del tempo perché avrei rimesso in ordine più alla svelta questo maledetto sacco di carne. Ma la piccola Jenny era tanto contenta di avermi a sua completa disposizione, data la partenza per Parigi di mia moglie, e di lasciarsi andare. Perciò bisognava rimanere! A proposito, la piccola Jenny sostiene che tu sai tutto e perciò vuol sapere da te: why did Mr. “Excelsior”, of the Alpine Club, not marry “Lady Clara Vere de Vere”? [perché il signor “Excelsior” del Club alpino non ha sposato “Lady Clara Vere de Vere”?]
(Marx, Lettera a Engels, 8 maggio 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 338-339)
 
Ho sofferto per molte settimane dei disturbi di fegato che sempre mi tormentano durante i mesi di primavera e mi rendono di umor tetro perché mi immobilizzano quasi totalmente per ogni lavoro intellettuale.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 11 maggio 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 656)
 
Naturalmente Lei può disporre a piacere del mio nome.
Vi sono tuttavia alcune obiezioni. Prima di tutto: in questo momento non sono in grado di fare il lavoro che Lei desidera, mentre Engels è ancora sofferente per una infiammazione agli occhi, che certamente gli impedirà di scrivere per un pezzo. Naturalmente, se vi fosse una questione molto urgente, ci rivolgeremmo alla “Renaissance”, ma ciò potrebbe accadere senza bisogno che il mio nome apparisse nella lista dei redattori. Una partecipazione alla redazione puramente nominale non avrebbe alcun vantaggio pratico. Ma la mia obiezione più seria è di carattere esclusivamente privato, ed io lascio alla Sua intelligenza di decidere la questione. Il periodico progettato metterà Lei e i Suoi amici molto probabilmente in conflitti giuridici con il governo, e Suo padre, che prima o poi scoprirebbe il mio nome tra i redattori di questo periodico, molto probabilmente supporrebbe che sia stato io a spingerLa prematuramente a un'attività politica e a impedirLe di fare i passi necessari (cosa per la quale invece io insisto continuamente presso di Lei), per fare i Suoi esami di medicina e sistemarsi professionalmente. A buon diritto egli potrebbe vedere in tutto ciò una trasgressione dei nostri espressi e reciproci accordi. (...)
La Prussia non si è dissolta nella Germania. Essa al contrario ha conquistato una parte della Germania e la tratta come territorio di conquista: le regioni annesse direttamente allo stesso modo di quelle costrette a aderire alla Confederazione tedesca del nord. Per questa ragione nei territori acquistati di recente regna la massima insoddisfazione verso la Prussia. (...)
Per quanto riguarda le classi lavoratrici in Germania, esse secondo me sono meglio organizzate di quelle francesi. Le loro idee sono più internazionali che in qualsiasi altro paese. Il loro ateismo è più deciso che in qualsiasi altro paese.
(Marx, Lettera a Paul Lafargue, 2 giugno 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 661-662-663)
 
Avevo fermamente deciso di lasciare Manchester ieri. Ma Engels, col preteso che la prima settimana del mio soggiorno sono stato ammalato, ha pertinacemente insistito perché restassi fino a lunedì prossimo. Così ho dovuto cedere. Egli è veramente troppo buono con me, perché io potessi prestare seria resistenza a questo suo capriccio.
(Marx, Lettera a sua figlia Jenny, 10 giugno 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 665)
 
Becker stesso non è pericoloso. Ma il suo segretario Remy gli è stato regalato dal signor Bakunin, come ci si informa dalla Svizzera, ed è un tool [strumento] di Bakunin. Questo russo vuole evidentemente diventare dittatore del movimento operaio europeo. Badi bene, altrimenti sarà scomunicato ufficialmente.
(Marx, Lettera a Engels, 27 luglio 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 378)
 
Qui tutto è ready [pronto] per il tuo arrivo.
Non dimenticare di prendere il tuo biglietto solo fino a Kentish Town Station (vicinissimo a noi) o, se lo prendi fino a St. Pancras Station, di scendere per lo meno a Kentish Town.
(Marx, Lettera a Engels, 17 agosto 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 394)
 
Durante questo giro per il Belgio, il soggiorno ad Aquisgrana e il viaggio su per il Reno mi sono convinto che si deve procedere con tutta energia contro i preti, specialmente nelle regioni cattoliche. Agirò in questo senso attraverso l'Internazionale. Quei cani civettano con la questione operaia dove sembra loro conveniente (p. es. il vescovo Ketteler a Magonza, i preti al congresso di Düsseldorf, ecc.). In effetti abbiamo lavorato per loro nel 1848, essi soltanto hanno goduto i frutti della rivoluzione durante il periodo della reazione.
(Marx, Lettera a Engels, 25 settembre 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 399-400)
 
Mio caro Cacadou! [principessa cinese]
mi dispiace di non festeggiare il compleanno del mio caro uccellino in famiglia, ma i pensieri di Old Nick sono con te.
Du bist beslôzen
in mînem Herzen [Tu sei racchiusa nel mio cuore]
Mi ha fatto piacere sapere dalla lettera della mammina [Jenny Marx] (scritta come al solito in modo molto divertente, è una vera virtuosa nei carteggi), che la tua salute va meglio. Spero che ben presto anche il nostro caro piccolo Schnappy [Charles-Étienne Lafargue] starà meglio. Al tempo stesso condivido assolutamente l'opinione di Kugelmann, secondo cui il dottor West dovrebbe essere immediatamente consultato (o, se lui fosse assente, un altro medico). Mi attendo che tu e Lafargue vi sottomettiate in questo caso alla mia autorità paterna alla quale, come ben sapete, non è mio costume richiamarmi. Nulla è più difficile da curare di un baby. In nessun altro caso l'azione immediata è talmente necessaria e ogni dilazione così dannosa. In nessun modo dovete affrettare la vostra partenza da Londra. Per il bambino sarebbe veramente pericoloso e anche a te non farebbe bene. Su questo punto qualsiasi dottore ti darà lo stesso consiglio.
Sono contento che il congresso di Basilea sia finito e che sia andato relativamente bene. Mi preoccupa sempre quando il partito si presenta in questo modo pubblicamente “con tutte le sue piaghe”. Nessuno degli attori era à la hauteur des principes [all'altezza dei principi], ma l'idiozia delle classi superiori rimedia agli errori della classe lavoratrice. Non c'è stata una città tedesca, per quanto piccola, da cui noi siamo passati, il cui giornalucolo non fosse riempito dalle faccende “di questo orribile Congresso”.
(Marx, Lettera a Laura Lafargue, 25 settembre 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 685-686)
 
Che Serno si sia tolto da sé la vita, è naturale. Ma che Bakunin con cui era in cattivi rapporti fino all'ultimo, abbia subito confiscato le sue carte, è una scoperta tutt'altro che naturale. A proposito! Il segretario del nostro comitato francese di Ginevra è arcistufo di Bakunin e si lamenta che con la sua “tirannia” disorganizza tutto. Nell'“Égalité ” il signor Bakunin accenna che gli operai tedeschi e inglesi non sentono il bisogno dell'individualità e di conseguenza accettano il nostro communisme autoritaire. Di contro Bakunin rappresenta le collectivisme anarchique. Nella sua testa, certo, c'è l'anarchia: vi è posto per una sola idea chiara e cioè che Bakunin deve essere il primo violino.
(Marx, Lettera a Engels, 30 ottobre 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 409)
 
Nel mio scritto contro Proudhon in cui accettavo ancora del tutto la teoria ricardiana della rendita, esposi già quello che vi era di sbagliato in essa, anche dal punto di vista suo (di Ricardo).
(Marx, Lettera a Engels, 26 novembre 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 432)

 

 

Peraltro tanto il mio comportamento in questa questione irlandese dell'amnistia, quanto la mia ulteriore proposta nel General Council di discutere i rapporti della classe operaia inglese verso l'Irlanda e di prendere delle decisioni in merito, persegue naturalmente anche altri scopi oltre quello di parlare ad alta voce e decisamente in favore degli oppressed Irish [irlandesi oppressi] contro i loro oppressors.
Io mi sono vieppiù convinto - e si tratta ora soltanto di inculcare questa convinzione nella classe operaia inglese - che qui in Inghilterra essa non potrà mai fare qualche cosa di decisivo, fintanto che non separerà la sua politica riguardo all'Irlanda nel modo più categorico, dalla politica delle classi dominanti, fino a quando non solo farà causa comune con gli irlandesi, ma prenderà perfino l'iniziativa per lo scioglimento dell'Unione fondata nel 1801 e per la sua sostituzione con un libero rapporto federale. E questo anzi deve essere fatto non come cosa sorta dalla simpatia per l'Irlanda, ma come una rivendicazione fondata sull'interesse del proletariato inglese. Altrimenti il popolo inglese rimane al guinzaglio delle classi dominanti perché con queste esso deve fare causa comune di fronte all'Irlanda. Ogni suo movimento nella stessa Inghilterra rimane paralizzato dal dissidio con gli irlandesi che nell'Inghilterra stessa formano una parte assai considerevole della classe operaia. La prima condizione della emancipazione qui - il crollo dell'oligarchia terriera inglese - rimane impossibile, poiché qui la posizione non può essere presa d'assalto fintanto che questa mantiene il suo avamposto fortemente trincerato in Irlanda. Là però l'annientamento dell'aristocrazia terriera (in gran parte sono le stesse persone come i landlords inglesi) riuscirà infinitamente più facile che non qui, appena la cosa sarà data in mano al popolo irlandese stesso, appena questo sarà diventato il proprio legislatore e governante, appena diventa autonomo, perché in Irlanda non si tratta solo di una questione semplicemente economica, bensì allo stesso tempo di una questione nazionale , poiché là i landlords non sono come in Inghilterra i dignitari ed i rappresentanti tradizionali, ma sono invece gli oppressori della nazionalità, mortalmente odiati. E non solo lo sviluppo sociale interno dell'Inghilterra rimane paralizzato dall'attuale rapporto verso l'Irlanda, ma anche la sua politica estera, particolarmente la sua politica per quanto riguarda la Russia e gli Stati Uniti d'America.
Ma siccome la classe operaia inglese, senza alcun dubbio, getta sulla bilancia dell'emancipazione sociale in generale il peso decisivo, è qui che si tratta di far leva. Infatti la repubblica inglese sotto Cromwell naufragò a causa della ... Iralnda. Non bis in idem! [Che ciò non accada una seconda volta!] Gli irlandesi hanno giocato un tiro magnifico al governo inglese eleggendo il “convict felon” [“criminale condannato”] O'Donovan Rossa a membro del parlamento. I fogli governativi minacciano già una nuova soppressione dell'Habeas Corpus Act, con rinnovato sistema terroristico! Infatti l'Inghilterra non ha mai governato l'Irlanda in modo diverso, né potrà mai, fintanto che dura l'attuale rapporto, governarla diversamente, se non col più orrendo terrorismo e con la più abietta corruzione.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 29 novembre 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 691-692)
 
Per lungo tempo ho creduto che fosse possibile abbattere il regime irlandese mediante l'ascendancy della English working class [ascesa della classe operaia inglese]. Ho sempre sostenuto questo parere nella “New York Tribune ”. Uno studio più approfondito mi ha convinto ora del contrario. La working class inglese non farà mai nulla, before it has got rid of Ireland [finché non si sarà liberata dell'Irlanda]. Dall'Irlanda si deve far leva. Per questo motivo la questione irlandese è così importante per il movimento sociale in genere.
(Marx, Lettera a Engels, 10 dicembre 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 448)
Dall'acclusa “Égalité”, che devo aver di ritorno, vedrai come diventa sfacciato il signor Bakunin. Questo giovanotto dispone ora di 4 organi dell'Internazionale (“Égalité”, “Progrès” a Locle, “Federacion”, Barcellona, e “Eguaglianza”, Napoli). Cerca di prender piede in Germania alleandosi con Schweitzer , a Parigi lusingando il giornale “Le Travail”. Crede che sia venuto il momento di iniziare polemiche pubbliche con noi. Si dà l'atteggiamento di custode del vero proletarismo. Ma avrà di che stupirsi.
(Marx, Lettera a Engels, 17 dicembre 1869, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 454-455)

 

 
1870

 

Oggi ti scrivo solo these few lines [queste poche righe], perché il braccio sinistro è fasciato e coperto di poultices [impacchi] e quindi non sottostà al mio comando.
Si è trattato di un ascesso collegato con le glands [ghiandole]. Inoltre alcune altre inezie che ieri sono state messe a posto con l'intervento della lancetta. Oggi tutto è in best progress [grande progresso], il dottore era molto soddisfatto.
Il Porto, arrivato ieri, mi rende un gran servizio.
Non immaginerai mica che io in a few weeks [poche settimane] avrò imparato quel tanto di russo che tu, non voglio dire, hai dimenticato, ma quel tanto che a te avanzerebbe se tu avessi dimenticato tre volte tanto. Sono appena principiante.
(Marx, Lettera a Engels, 22 gennaio 1870, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 462)
 
Poiché adesso, nel secondo volume del “Capitale” tratto la proprietà fondiaria, ritengo opportuno soffermarmi un poco sui particolari della struttura della proprietà fondiaria nel Belgio e dell'agricoltura belga. Potrebbe essermi così amico da comunicarmi i titoli dei libri più importanti , che devo consultare?
La mia malattia naturalmente non mi ha impedito di partecipare, durante le ultime settimane, alle sedute del Consiglio generale. Ieri sera il sottocomitato (il comitato esecutivo), cui appartengo, è venuto a trovarmi. (…)
Per quanto riguarda il contenuto, cioè i fatti, questi non dipendono né dal mio cattivo modo di esprimermi, né dalla buona opinione del signor Hins a proposito di Bakunin. È un fatto che l'Alleanza, chiamata in vita da Bakunin e discioltasi solo nominalmente , rappresenta un pericolo e un elemento di disorganizzazione per l'Internazionale.
(Marx, Lettera a César De Paepe, 24 gennaio 1870, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 694-695-697)
 
Sono ancor sempre under treatment [in cura] e confinato in casa. La faccenda era stata complicata un po' da alcuni piccoli favi vicino all'ascesso che aveva quasi il volume di un uovo. Ma in a few days all will be quite right [fra pochi giorni tutto sarà a posto].
Strano come i pareri dei medici discordano. Il dott. Maddison che lavorava in un ospedale di malattie della pelle a Edimburgo e che tuttora si occupa di questo ramo in un ospedale di Londra in più della sua pratica generale, dice che in entrambi gli ospedali erano assolutamente contrari all'arsenico nel caso di favi, ma che l'arsenico andava bene per gli eczemi. Finché sono affidato alle sue cure, e la cosa finisce con questa settimana, prendo naturalmente la sua medicina. Non appena avrò finito, prenderò l'arsenico regolarmente per 3 mesi, poiché il faut en finir [bisogna farla finita].
(Marx, Lettera a Engels, 27 gennaio 1870, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 466)
 
Ti ricorderai che l'“Égalité” ispirata da Bakunin aveva attaccato il General Council, aveva fatto pubblicamente interpellanze di ogni genere e minacciava di farne altre. Dopo ciò fu inviato un messaggio, redatto da me, al Comité Romand di Ginevra [Marx, “Il Consiglio generale al Consiglio federale della Svizzera romanza”] e idem a tutti gli altri comitati di lingua francese, corrispondenti con noi. Risultato: tutta la banda bakuniniana è uscita dall'“Égalité”. Bakunin stesso si è stabilito nel Ticino e continuerà i suoi intrighi in Svizzera, Spagna, Italia e Francia. Fra di noi è finito ora perfino l'armistizio, giacché egli sa che in occasione degli ultimi événements [avvenimenti] di Ginevra lo ho attaccato e denunciato energicamente. Quell'animale si immagina realmente che noi siamo “troppo borghesi” e quindi incapaci di capire e di apprezzare le sue elevate concezioni del “diritto di successione”, della “eguaglianza” e della sostituzione forzata del sistema statale finora vigente mediante “l'Internationale”. Di nome la sua “Alliance de la Démocratie Socialiste” è sciolta, in sostanza esiste ancora. Dall'acclusa copia di una lettera (me la devi rimandare) di H. Perret, sècrétaire du Conseil Romand a Jung vedrai che a Ginevra si era avuta realmente la catastrofe prima che vi giungesse la nostra lettera. Ma questa ha consolidato il nuovo status rerum [stato di cose]. Il “Conseil” belga (Bruxelles) si è dichiarato ufficialmente del tutto favorevole al nostro intervento contro l'“Égalité”, ma il segretario del Council belga, Hins (cognato di De Paepe, ma in lite con lui) ha mandato una lettera a Stepney in cui prende le parti di Bakunin e mi accusa di appoggiare fra gli operai ginevrini il partito reazionario, ecc. ecc.
(Marx, Lettera a Engels, 10 febbraio 1870, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 472-473)
 
Sarete certamente e a ragione molto arrabbiati per il mio lungo silenzio, ma dovreste scusarmi, perché esso è, in primo luogo, la conseguenza della mia malattia, e in secondo luogo, del lavoro supplementare necessario per recuperare il tempo perduto.
La triste notizia di Paul non mi ha sorpreso. La sera prima dell'arrivo della sua lettera avevo manifestato in famiglia le mie serie preoccupazioni per il piccolo. Io stesso ho sofferto troppo di queste perdite, per non potere partecipare profondamente al vostro dolore. Tuttavia so anche, per la stessa esperienza personale, che tutti quanti i saggi luoghi comuni e i discorsi di conforto, che in questi casi vengono pronunciati, non fanno che aumentare un dolore autentico, invece di mitigarlo.
Spero che avrete da darmi buone notizie sul piccolo Schnappi, il mio grande prediletto. Il povero piccolo avrà assai sofferto per il freddo che è così contrario a “la nature mélanienne” [“la natura melaniana” (cioè di pelle nera)].
(Marx, Lettera a Laura e Paul Lafargue, 5 marzo 1870, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 709)
 
Bakunin, che finora, come dice Becker, ha sempre detto peste e vituperio di Herzen, dopo la morte di quest'ultimo ha mutato subito di tono passando a grandi elogi. Facendo così ha ottenuto quello cui mirava, cioè che i fondi per la propaganda, about [circa] 25.000 franchi annui, che il ricco Herzen si faceva pagare dalla Russia (dal suo partito in Russia), sono ora passati a Bakunin. Questa specie di “eredità” sembra che Bakunin l'ami molto, malgrado la sua antipatia contre l'héritage [contro l'eredità].
(Marx, Lettera a Engels, 24 marzo 1870, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 504)

 


Ecco che mi avete in tutte le posizioni, e una volta con la mia figlia maggiore Jenny. Kugelmann ha fatto fare tutta questa roba in base a fotografie anteriori. Je ne suis pas l'auteur responsable de ces folies [non sono io l'autore responsabile di queste follie].
Prima di tutto, per quanto riguarda il mio lungo debito epistolare nei vostri riguardi, vedrete dal biglietto accluso di Eccarius che il Consiglio generale ha approvato un votum of condolence a causa delle mie condizioni di salute (come vedete, mi esercito a scrivere tedesco della Pennsylvania). In realtà, a causa di continue ricadute sono stato in grado, dai primi di dicembre, di partecipare solo due volte alle sedute del Consiglio generale, talché il sottocomitato veniva sempre da me per le questioni più importanti. In questa situazione i miei momenti liberi (e non sono ancora del tutto ristabilito) erano letteralmente assorbiti da lavori che hanno limitato la mia corrispondenza al minimo indispensabile. (…)
Tra le cose inviate troverete anche alcune copie delle risoluzioni, a voi note, del Consiglio generale sull'amnistia irlandese , in data 30 novembre, di cui sono io l'autore, così pure un pamphlet irlandese sul trattamento usato ai Fenian convicts [feniani incarcerati].
Mi ero proposto di presentare altre risoluzioni sulla necessità di trasformare l'attuale unione (cioè schiavitù dell'Irlanda) in a free and equal federation with Great Britain [in una federazione libera ed uguale con la Gran Bretagna]. La continuazione di questa cosa è stata sospesa per il momento, as far as public Resolutions go [per quanto riguarda risoluzioni pubbliche], a causa della mia forzata assenza dal Consiglio generale. In esso non vi è altro membro che abbia sufficienti conoscenze delle questioni irlandesi e autorità bastante presso i membri inglesi del Consiglio generale, per potermi sostituire.
Ciò nonostante il tempo non è passato inutilmente e io vi prego di dedicare particolare attenzione a quanto segue:
Dopo essermi occupato per anni della questione irlandese, sono giunto al risultato che il colpo decisivo contro le classi dominanti in Inghilterra (ed esso sarà decisivo per il movimento operaio all over the world [in tutto il mondo]) può essere sferrato non in Inghilterra, bensì soltanto in Irlanda. (…)
In tutti i centri industriali e commerciali dell'Inghilterra vi è adesso una classe operaia divisa in due campi ostili , proletari inglesi e proletari irlandesi. L'operaio comune inglese odio l'operaio irlandese come un concorrente che comprime lo sandard of life [tenore di vita]. Egli si sente di fronte a quest'ultimo come parte della nazione dominante e proprio per questo si trasforma in strumento dei suoi aristocratici e capitalisti contro l'Irlanda , consolidando in tal modo il loro dominio su se stesso. L'operaio inglese nutre pregiudizi religiosi, sociali e nazionali verso quello irlandese. Egli si comporta all'incirca come i poor whites [bianchi poveri] verso i negri degli Stati Uniti un tempo schiavisti dell'unione americana. L'irlandese pays him back with interest in his own money [lo ripaga con la stessa moneta]. Egli vede nell'operaio inglese il corresponsabile e lo strumento idiota del dominio inglese sull'Irlanda .
Questo antagonismo viene alimentato artificialmente e accresciuto dalla stampa, dal pulpito, dai giornali umoristici, insomma con tutti i mezzi a disposizione delle classi dominanti. Questo antagonismo è il segreto dell'impotenza della classe operaia inglese , a dispetto della sua organizzazione. Esso è il segreto della conservazione del potere da parte della classe capitalistica. E quest'ultima lo sa benissimo.
Il malanno non finisce qui. Esso si riproduce al di là dell'oceano. L'antagonismo tra inglesi e irlandesi è il fondamento nascosto del conflitto tra Stati Uniti e Inghilterra. Esso rende impossibile ogni seria e sincera collaborazione tra le classi operaie dei due paesi. Esso permette ai governi dei due paesi, ogni volta che lo ritengono opportuno, di togliere mordente al conflitto sociale sia mediante il loro mutual bullying [aizzandoli l'uno contro l'altro], sia, in case of need [in caso di necessità], mediante la guerra tra i due paesi.
L'Inghilterra, in quanto metropoli del capitale, in quanto potenza fino ad oggi dominante il mercato mondiale, è per il momento il paese più importante per la rivoluzione operaia, oltre a ciò essa è l'unico paese, nel quale le condizioni materiali di tale rivoluzione si siano sviluppate fino ad un certo grado di maturità. Perciò l'obiettivo più importante dell'Internazionale è di accelerare la rivoluzione sociale in Inghilterra. L'unico mezzo per accelerarla è rendere indipendente l'Irlanda. Di qui ne deriva per l'“Internazionale” il compito di mettere sempre in primo piano il conflitto tra Inghilterra e Irlanda, di prendere sempre posizione aperta a favore dell'Irlanda. Il compito specifico del Consiglio centrale a Londra, è di risvegliare nella classe operaia inglese la consapevolezza che l'emancipazione nazionale dell'Irlanda non è per essa una question of abstract justice or humanitarian sentiment [questione di giustizia astratta o di sentimenti umanitari], bensì the first condition of their own social emancipation [la prima condizione per la loro stessa emancipazione sociale].
(Marx, Lettera a Sigfrid Meyer e August Vogt, 9 aprile 1870, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 717-719-720-721-722)
 
Per vous mettre au courant [per mettervi al corrente], bisogna che vi fornisca un breve riassunto sugli intrighi di Bakunin.
Bakunin appartiene all'Internazionale soltanto da circa un anno e mezzo. C'est un nouveau venu [È un nuovo venuto]. Al congresso di Berna [nel manoscritto Losanna] (settembre 1868) della Ligue de la Paix et de la Liberté (egli apparteneva al comitato esecutivo di questa associazione internazionale borghese, fondata come contrappeso dell'Internazionale proletaria) Bakunin recitò una delle sue parti di imbonitore, nelle quali si sente particolarmente a suo agio. Egli propose una serie di risoluzioni che, in sé stupide, però calcolate, grazie al tono di radicalismo reboante, per impaurire les crétins bourgeois [i cretini borghesi]. In tal modo egli, sconfitto dalla maggioranza, uscì rumorosamente dalla lega e fece annunciare trionfalmente questo grande evento sulla stampa europea. Egli sa farsi reclame quasi bene come Victor Hugo, qui – comme Heine dit – n'est pas simplement égoiste, mais Hugoiste [che – come dice Heine – non è semplicemente egoista, ma hugoista].
Poi è entrato nella nostra associazione – nella sua branche Romande a Ginevra. Il suo primo passo fu una cospirazione. Egli formò “L'alliance de la Dèmocratie Socialiste” . Il programma di questa società non era altro che una sfilza di risoluzioni presentate da Bakunin al congresso della Lega della pace a Berna. L'organizzazione aveva il carattere di una setta con il centro a Ginevra e si costituì come associazione internazionale, che avrebbe dovuto tenere propri congressi generali, essere un organismo internazionale indipendente e in pari tempo un elemento integrante della nostra Internazionale . In una parola, la nostra associazione avrebbe dovuto essere trasformata un po' alla volta in uno strumento del russo Bakunin mediante l'infiltrazione di questa società segreta. Come pretesto si diceva che questa nuova società era stata fondata con lo scopo specifico “à faire la propaganda théorique” [“di fare la propaganda teorica”]. Una cosa davvero divertente, se si pensa che Bakunin e i suoi apostoli non hanno la minima idea della teoria. Ma il programma di Bakunin era “la teoria”. In pratica esso constava di tre punti.
1. La prima rivendicazione della rivoluzione sociale sarebbe … l'abolizione del diritto ereditario , vieillerie St.-Simoniste, dont le charlatan et l'ignoramus Bakounine se faisat l'éditeur responsable [vecchiume sansimoniano, di cui quel ciarlatano e ignorante di Bakunin si faceva editore responsabile]. È evidente: se si avesse il potere di attuare un bel giorno la rivoluzione sociale par décret plébiscitaire [per decreto plebiscitario], si abolirebbe immediatamente la proprietà fondiaria e il capitale e perciò non si avrebbe alcun motivo di occuparsi del droit d'héritage [diritto ereditario ]. D'altro canto – una volta che non si abbia il potere (e naturalmente è stolto supporre un tale potere) – la programmazione dell'abolizione del diritto di eredità non sarebbe un'impresa da prendere sul serio, bensì una stolta minaccia che farebbe raccogliere attorno alla reazione tutti i contadini e tutta la piccola borghesia. Supponete per esempio che gli yankees non avessero avuto il potere di abolire con la forza la schiavitù. Che stupidaggine sarebbe stata quella di proclamare l'abolizione del diritto ereditario sugli schiavi ! Tutta la faccenda deriva da un idealismo antiquato che prende l'attuale giurisprudenza come base della nostra situazione economica, invece di capire che la nostra situazione economica è la base e la fonte della nostra giurisprudenza! Per quanto riguarda Bakunin, a lui interessava soltanto improvvisare il proprio programma. Voilà tout. C'ètait un programme d'occasion [Ecco tutto. Era un programma d'occasione].
2. “L'égalité des différentes classes ” [“L'eguaglianza delle classi differenti”]. Supporre da un lato il sussistere delle classes e dall'altro l'égalité di coloro che ad esse appartengono: questo controsenso vi dimostra immediatamente l'ignoranza spudorata e la superficialità di questo tipo che considerava sua “missione particolare” quella di illuminarci sulla “teoria”.
3. La classe operaia non deve occuparsi di politica . Essa può solo organizzarsi in Trade-Unions. Un bel giorno queste, per mezzo dell'Internazionale , subentreranno al posto di tutti gli Stati esistenti. Voi vedete che razza di caricatura egli ha ricavato dalle mie teorie! Poiché la trasformazione degli Stati esistenti in associazione è la nostra meta finale, noi dobbiamo permettere ai governi, queste grandi Trade-Unions delle classi dominanti, di fare ciò che vogliono; perché occuparsi di loro, vorrebbe dire riconoscerli. Buona davvero! Proprio così parlavano i vecchi socialisti: voi non dovete occuparvi della questione dei salari, perché volete abolire il lavoro salariato. Combattere con i capitalisti per il livello del salario, vorrebbe dire riconoscere il sistema del salario! Quell'asino non ha nemmeno capito che ogni movimento di classe, in quanto movimento di classe è ed è sempre stato necessariamente un movimento politico .
Questo dunque sarebbe tutto il bagaglio teorico di Maometto-Bakunin: un Maometto senza Corano.
Egli continuò a tramare la sua cospirazione. Aveva alcuni seguaci in Spagna e in Italia, e un paio di babbei a Parigi e a Ginevra. Il buon vecchio Becker fu tanto stupido da farsi mettere avanti come una specie di attore principale da Bakunin. Adesso si è pentito del suo errore.
Il consiglio generale fu informato e invitato ad approvare gli statuti dell'“Alliance ” soltanto dopo che Bakunin considerava i propri piani come fatto compiuto. Ma si era sbagliato. Il Consiglio generale dichiarò, in un documento elaborato con ogni cura, che l'”Alliance” era uno strumento di disorganizzazione e rifiutò ogni contatto con essa. (Vi manderò il documento).
Qualche mese dopo il Comité Directeur [Comitato direttivo ] dell'“Alliance” fece pervenire al Consiglio generale una lettera del seguente tenore: quei grandi uomini erano disposti a sciogliere la loro organizzazione e a fondersi con l'Internazionale, ma d'altro canto noi avremmo dovuto rispondere categoricamente con Oui ou Non! [Sì o No ], se approvavamo i loro princìpi! Altrimenti essi avrebbero provocato una scissione aperta, e noi saremmo stati responsabili di un tale inconveniente!
Rispondemmo che il Consiglio generale non è il papa, che noi lasciamo ad ogni sezione la libertà di avere le proprie opinioni teoriche sul movimento, purché esse non contengano nulla che contraddica direttamente i nostri statuti. Facemmo capire cautamente che consideravamo la loro “teoria” come un'impostura. Insistemmo sul fatto che si cambiasse “l'égalité des classes” in “l'abolition des classes” [“l'uguaglianza delle classi” in “abolizione delle classi”], cosa che pure avvenne. Li pregammo di darci un dénombrement [elenco] dei loro aderenti, cosa che non fecero mai. (Riceverete anche questo secondo documento) [Marx, “Il Consiglio generale dell'Associazione internazionale degli operai all'Ufficio centrale dell'Alleanza della democrazia socialista”].
Così l'Alleanza fu nominalmente disciolta. Di fatto essa continuava ad esistere come “impero nell'impero”. Le sue sezioni non avevano alcun contatto col Consiglio generale, l'unico consisteva nel fatto che esse cospiravano contro il consiglio. L'Alleanza agiva sotto la dittatura di Bakunin. Egli preparava tutto per frapper son grand coup au Congrès de Bâle [sferrare il suo colpo decisivo al congresso di Basilea]. Da un lato egli indusse il comitato ginevrino a presentare la question d'héritage [la questione dell'eredità ]. Noi accettammo la sfida. Dall'altro egli tramava dappertutto, onde gettare il discredito su di noi, affinché la sede del Consiglio generale fosse trasferita da Londra a Ginevra. Al congresso ce saltinbanque figurait comme “délégué de Naples et de Lyon” [questo saltimbanco figurava come “delegato di Napoli e di Lione”] (a Lione Albert Richard , sotto altri riguardi un giovane assai attivo e di buon carattere, è il suo apostolo). Per il momento è ancora un mistero da dove quell'uomo tirasse fuori il denaro per tutti i suoi intrighi segreti, viaggi, invii di agenti ecc. Povero in canna, in vita sua non ha mai guadagnato un soldo lavorando.
Al congresso fu sconfitto in modo decisivo. Dopo il congresso cominciò ad attaccarci pubblicamente sul suo organo privato “Le Progrès ” (di Locle), pubblicato dal suo lacché James Guillaume, un maestro di scuola svizzero e, sull' “Égalité ” (di Ginevra. Assistemmo a questo spettacolo per un po' e alla fine mandammo una circolare al consiglio federale ginevrino [Marx, “Il Consiglio generale al Consiglio federale della Svizzera romanza], (Varlin ha una copia di questo documento.) Ma, prima ancora che arrivasse la nostra circolare, il consiglio federale ginevrino, che non aveva mai visto di buon occhio Bakunin e l'Alliance , aveva rotto con lui. Robin e Co. Furono espulsi dalla redazione dell'“Égalité ”. Il consiglio federale della sezione della Svizzera romanza annunciò il suo pronunciamento contro gli intrighi dell'Alleanza e del suo dittatore moscovita.
Nel frattempo Bakunin si era ritirato da Ginevra nel Ticino. La sua situazione cambiò. Herzen morì improvvisamente. Bakunin, che negli ultimi tempi lo aveva attaccato violentemente (probabilmente perché Herzen non gli dava soldi), diventò tutt'a un tratto apologeta ardente di Herzen sulla stampa francese ecc. Perché? Perché Herzen (sebbene fosse milionario) si faceva pagare dai “panslavisti democratici in Russia” una somma discretamente ingente per la sua “Cloche ” e per “propaganda russa”. Sebbene nemico furioso de “l'héritage” [del “diritto ereditario”], Bakunin voleva ereditare la posizione e i soldi di Herzen. Grazie ai suoi panegirici in lode del defunto egli ricevette in eredità la “Cloche”, i soldi ecc.
Al tempo stesso a Ginevra si è stabilita una colonia di emigrati russi, avversari di Bakunin, perché conoscevano l'ambizione puramente personale di quest'uomo assai mediocre (nonostante la sua perfezione di intrigante) e perché sapevano che egli nei suoi scritti “russi” propaga teorie che contraddicono totalmente i princìpi dell'Internazionale .
Il recente congresso della Svizzera romanza a La Chaux-de-Fonds (5 aprile di quest'anno) è stato utilizzato da Bakunin e dai suoi compari per provocare una scissione aperta. Il congresso si è scisso in due congressi: da un lato il congresso dei bakuniani, che proclamava l'astensione da qualsiasi azione politica e rappresentava circa 600 persone; dall'altro, il congresso del comitato federale ginevrino che rappresentava 2.000 persone. Outine (c'est un des jeunes Russes) dénonça publiquement les intrigues de Bakounine [Utin (è uno dei giovani russi) denunciò pubblicamente gli intrighi di Bakunin]. I suoi uomini (di Bakunin) si sono costituiti come “Comitato centrale federale” pour la Suisse Romande [per la Svizzera romanza] e hanno fondato un loro organo “La Solidaritè” , che viene pubblicato dal valet de chambre [lacché] di Bakunin, James Guillaume. Il “principio” di questo giornale è “Bakunin”. Entrambe le parti si sono appellate al Consiglio generale.
Così questo dannato moscovita è riuscito a provocare un grande scandalo tra le nostre file, a fare un simbolo della propria persona, a iniettare il veleno del settarismo nella nostra associazione operaia e a paralizzare la nostra capacità d'azione con intrighi occulti.
(Marx, Lettera a Paul e Laura Lafargue, 19 aprile 1870, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 726-727-728-729-730-731)
 
Non sarebbe ora presto che cercassimo qui una casa per te e che tu ci dessi indicazioni in that line [in questo senso]?
(Marx, Lettera a Engels, 10 maggio 1870, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pag. 545)
 
Mia cara bambina,
Avevamo cominciato ad arrabbiarci un po' sull'ostinato silenzio londinese. Ma la tua lettera ha spazzato via le nuvole. Non credo che rimarremo oltre l'inizio della prossima settimana.
La mia infreddatura non è ancora passata del tutto, ma le condizioni generali di salute sono miracolosamente migliorate per il cambiamento d'aria. Vedo Gumpert quasi ogni giorno, e i suoi consigli sono tanto più preziosi, quanto meno egli è pagato per darli.
Qui tutto va sui vecchi binari. Fred [Engels] è molto allegro da quando si è liberato del “dannato commercio”. Il suo libro sull'Irlanda [“Storia dell'Irlanda”] - che, sia detto di passaggio, gli costerà un po' più tempo di quanto aveva supposto – promette di diventare estremamente interessante. La famosa “doppia vu” che sta così in alto nella recentissima storia irlandese e svolge in essa una parte così importante, vi ritroverà il suo materiale astrologico esposto con grande abilità. (…)
Mentre ti scrivo questa lettera quel maledetto di Fred mi importuna con continue comunicazioni “frammentarie” dalle antiche saghe nordiche.
(Marx, Lettera a sua figlia Jenny, 31 maggio 1870, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 735-736)
 
I signori professori tedeschi si sono visti indotti in quest'ultimo tempo a prendere di tanto in tanto nota di me, sia pure in modo sciocco, p.e. A. Wagner in un opuscolo sulla proprietà terriera, Held (Bonn) in un opuscolo sulle casse rurali di credito nella provincia renana.
Il signor Lange (sulla “Questione operaia” , ecc. II edizione) mi fa grandi elogi, ma allo scopo di darsi lui stesso dell'importanza. Il signor Lange ha cioè fatto una grande scoperta. L'intera storia può essere riassunta in un'unica grande legge della natura. Questa legge della natura è la frase “struggle for life”, “lotta per l'esistenza” (in questa accezione l'espressione darwiniana diventa mera frase) e il contenuto di questa frase è la legge malthusiana del popolamento, o rather [piuttosto] del sovrappopolamento. Invece di analizzare dunque lo “struggle for life” come esso si presenta in diverse determinate forme sociali, non occorre far altro che tradurre ogni lotta concreta nella frase “struggle for life”, e questa frase nelle “fantasie di popolamento” di Malthus. Bisogna ammettere che questo è un metodo molto persuasivo, per l'ignoranza e la pigrizia mentale ostentatamente scientifica e ampollosa.
Ciò che lo stesso Lange dice sui metodi hegeliani e sulla mia applicazione di essi è veramente puerile. In primo luogo non capisce rien [nulla] del metodo hegeliano e perciò, in secondo luogo, tanto meno del mio modo critico di applicarlo. In un certo riguardo mi ricorda Moses Mendelssohn. Questo prototipo di vescica gonfiata scrisse cioè a Lessing come mai gli potesse venire in mente di prendere au sérieux [sul serio] “quel cane morto di Spinoza”! Allo stesso modo il signor Lange si meraviglia che Engels, io, ecc. prendiamo au sérieux quel cane morto di Hegel, quando Büchner, Lange, il dott. Dühring, Fechner, ecc., hanno pur da tempo convenuto di averlo – poor dear [povero diavolo] - da molto tempo sepolto. Lange è tanto ingenuo da dire che nella materia empirica io “mi muovo con la più rara libertà”. Egli non ha la minima idea che questo “libero movimento nella materia” non è assolutamente null'altro che una parafrasi per il metodo di trattare la materia, cioè il metodo dialettico.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 27 giugno 1870, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIII, pagg. 738-739)
 
At all events [in ogni caso] sono convinto che una effettiva capacità di resistenza contro il risorgere di antagonismi nazionali e contro l’intera diplomazia attuale, esista solo nella classe operaia.
(Marx, Lettera a Eugen Oswald, 26 luglio 1870, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 111)
 
I tuoi articoli sulle fortifications [fortificazioni] di Parigi e sul bombardamento di Strasburgo sono magistrali.
(Marx, Lettera a Engels, 10 settembre 1870, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 61)
 
Il mio tempo è così interamente assorbito da “international works” [affari internazionali] che non mi riesce mai di andare a letto prima delle tre di notte.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 14 settembre 1870, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 140)
 
Per quanto riguarda Lione, ho ricevuto lettere che non sono adatte alla pubblicazione. All’inizio andò tutto bene. Sotto la pressione della sezione dell’“Internazionale” fu proclamata la repubblica ancor prima che Parigi avesse fatto questo passo. Subito fu costituito un governo rivoluzionario – La Commune – composto in parte da operai aderenti all’“Internazionale”, in parte da repubblicani borghesi radicali. Gli octrois [tasse di consumo] furono subito aboliti, e a ragione. Gli intriganti bonapartisti e clericali furono intimoriti. Furono prese energiche misure per armare il popolo intero. La borghesia cominciò, se non proprio a simpatizzare con il nuovo ordine delle cose, quantomeno a tollerarlo tranquillamente. L’azione di Lione ebbe subito ripercussioni a Marsiglia e a Tolosa dove le sezioni dell’“Internazionale” sono forti.
Ma i somari Bakunin e Cluseret arrivarono a Lione e guastarono tutto. Poiché ambedue fanno parte dell’“Internazionale” , ebbero purtroppo abbastanza influenza per condurre i nostri amici sulla strada sbagliata. Si impadronirono – per breve tempo – del municipio ed emanarono le folli leggi sulla abolition de l’état [abolizione dello Stato] e simili assurdità. Capisce che il solo fatto che un russo – indicato dalla stampa borghese come agente di Bismarck – pretendesse di imporsi come capo di un Comité du Salut de la France , era più che sufficiente per produrre un cambiamento repentino nell’opinione pubblica. Per quanto riguarda Cluseret , egli si comportò sia da pazzo che da vile. Ambedue questi personaggi hanno lasciato Lione dopo il loro fallimento.
(Marx, Lettera a Edward Spencer Beesly, 19 ottobre 1870, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 148)

 

 

1871

La costituzione del cosiddetto Comitato centrale di New York non era affatto di mio gradimento. Ho ritardato per quanto era possibile il riconoscimento da parte del Consiglio generale, ma sono rimasto disarmato allorché si è saputo, da una lettera del signor Charnier, che il promotore di questa storia era il nostro segretario francese Dupont: un uomo meraviglioso, ma troppo irruento, spesso sospinto dal suo impulso all’azione a fare passi falsi. Alors, il n’y avait pens rien à faire [Allora non c’è più niente da fare]. Ha ricevuto un rabbuffo dal Consiglio generale, mais le jeu était fait [ma il gioco era fatto]. Engels (che ora abita qui) e io, ricordiamo a Lei e a Vogt che, secondo i nostri statuti, il Consiglio generale può porre il suo veto solo in presenza di aperte violations [violazioni] degli statuti e dei principi dell’“Internazionale” e, inoltre, che è punto fermo della nostra politica lasciar piena libertà e autonomia alle sezioni. Unica eccezione, per le condizioni particolari in cui si trova nel periodo dell’impero, era costituita dalla Francia. I nostri amici devono, altresì, fare il passo secondo la gamba. Noi, qui a Londra, lavoriamo insieme con gli inglesi, una parte dei quali non ci va affatto a genio e di cui sappiamo assai bene che vogliono mungere la mucca dell’“Internazionale” solo al fine delle loro ambizioni personali. Malgrado ciò facciamo bonne mine à mauvais jeu [buon viso a cattivo gioco]. Se ci ritirassimo indignati di fronte a questa gente, gli lasceremmo solo in mano un potere che la nostra presenza ora paralizza. E così dovete fare anche voi. (…)
La mia salute è stata per mesi abominevole, ma chi può pensare a simili piccolezze di fronte a così grandi avvenimenti storici!
A Pietroburgo esce un “Archivio di medicina legale” (in lingua russa), semiufficiale. Uno dei medici che vi collabora ha pubblicato, nell’ultimo volume in quarto, un saggio su “La condizione igienica del proletariato in Europa occidentale”, in cui cita – dichiarando la fonte – prevalentemente il mio libro [il libro primo del “Capitale”]. Di conseguenza è successo il seguente infortunio: il censore ha ricevuto un violento rabbuffo dal minister of the interior [ministro degli interni (Aleksandr Timasev)], l’editore in chief [capo redattore] è stato licenziato e tutte le copie ancora reperibili del volume sono state… bruciate!
Non so se Le ho mai detto che dall’inizio del 1870 dovetti imparare da solo il russo, che ora leggo quasi correntemente. La cosa nacque dal fatto che mi avevano inviato da Pietroburgo l’opera assai significativa di Flerovskij sulla “Condizione dei lavoratori (part. i contadini) in Russia” e che volevo conoscere le (splendide) opere economiche di Černiševskij (per tutta ricompensa condannato da 7 anni ai lavori forzati nelle miniere siberiane). Il risultato vale la fatica che un uomo della mia età trova per padroneggiare una lingua che è così distante dalle radici linguistiche classiche, germaniche e romaniche. Il movimento intellettuale che si sviluppa adesso in Russia mostra che nel profondo è tutto un fermento. I cervelli sono legati da fili invisibili al body [corpo] del popolo.
(Marx, Lettera a Sigfrid Meyer, 21 gennaio 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pagg. 164-165)
 
A Londra, mi dispiace dirlo, la maggior parte dei rappresentanti operai utilizza la propria posizione nel nostro Consiglio solo come strumento per favorire le proprie meschine ambizioni personali. Entrare nella Camera dei comuni di riffa o di raffa è la loro ultima Tule e niente fa loro più piacere che strusciare i gomiti con lords e M.P. [membri del parlamento], da cui vengono coccolati e corrotti.
(Marx, Lettera a George Julian Harney, 21 gennaio 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 168)
 
Se rileggi l’ultimo capitolo del mio “18 brumaio”, troverai che io affermo che il prossimo tentativo della rivoluzione francese non consisterà nel trasferire da una mano ad un’altra la macchina militare e burocratica, come è avvenuto fino ad ora, ma nello spezzarla, e che tale è la condizione preliminare di ogni reale rivoluzione popolare sul continente. In questo consiste pure il tentativo dei nostri eroici compagni parigini. Quale duttilità, quale iniziativa storica, quale capacità di sacrificio in questi parigini! Dopo sei mesi di fame e di rovina, causate dal tradimento interno ancora più che dal nemico esterno, insorgono sotto le baionette prussiane come se non ci fosse mai stata una guerra tra la Francia e la Germania e come se il nemico non fosse tuttora davanti alle porte di Parigi! La storia non ha alcun simile esempio di simile grandezza! Se soccomberanno, la colpa sarà soltanto della loro “indulgenza”. Occorreva marciare subito su Versailles, dopo che prima Vinoy e poi la parte reazionaria della Guardia nazionale di Parigi avevano da sé sgombrato il terreno. Per scrupoli di coscienza si è lasciato passare il momento opportuno. Non si è voluto incominciare la guerra civile , come se quel mischievous avorton [maligno aborto] di Thiers non avesse già iniziato la guerra civile col suo tentativo di disarmare Parigi! Secondo errore: il Comitato centrale ha deposto il suo potere troppo presto, per cedere il posto alla Comune. Ancora una volta per esagerati scrupoli di “onestà”! Ad ogni modo questa attuale insurrezione di Parigi – anche se sarà sopraffatta dai lupi, dai porci e dai volgari cani della vecchia società – è l’azione più gloriosa del nostro partito dopo l’insurrezione di giugno. Si confrontino questi parigini che danno l’assalto al cielo con i mansueti schiavi delle divinità celesti del Sacro romano impero tedesco-prussiano con le sue postume mascherate, che puzzano di caserma, di chiesa, di piccola nobiltà rurale e soprattutto di filisteismo.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 12 aprile 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pagg. 198-199)
 
Il “Manifesto comunista” non può naturalmente essere pubblicato senza una nuova prefazione. Engels e io vedremo cosa si può fare in proposito.
(Marx, Lettera a Wilhelm Liebknecht, 13 aprile 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 200)
 
Non riesco assolutamente a capire come tu possa paragonare manifestazioni piccolo-borghesi à la 13 giugno 1849 ecc. con la lotta attuale a Parigi.
Sarebbe del resto assai comodo fare la storia universale, se si accettasse battaglia soltanto alla condizione di un esito infallibilmente favorevole. D’altra parte, questa storia sarebbe di natura assai mistica se le “casualità” non vi avessero parte alcuna. Queste casualità rientrano naturalmente esse stesse nel corso generale dell’evoluzione e vengono a loro volta compensate da altre. Ma l’accelerazione e il rallentamento dipendono molto da queste “casualità” tra cui figura anche il “caso” del carattere delle persone che si trovano da principio alla testa del movimento.
Il “caso” decisamente sfavorevole non è da cercare affatto questa volta nelle condizioni generali della società francese, bensì nella presenza dei prussiani in Francia e nella loro posizione alle porte di Parigi. I parigini lo sapevano molto bene. Ma lo sapevano bene anche le canaglie borghesi di Versailles. Perciò esse posero ai parigini l’alternativa di accettare la battaglia o soccombere senza battaglia. La demoralizzazione della classe operaia in quest’ultimo caso sarebbe stata una sciagura molto più grave della perdita di un qualsiasi numero di “capi!”. La lotta della classe operaia contro la classe capitalistica e il suo Stato è entrata, grazie alla lotta di Parigi, in una nuova fase. Qualunque sia il risultato immediato, un nuovo punto di partenza di importanza storica universale è conquistato.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 17 aprile 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 202)
 
I miei rapporti con la Comune sono stati mantenuti tramite un commerciante tedesco che per tutto l’anno viaggia per affari tra Parigi e Londra. Tutto è avvenuto a voce salvo che in due occasioni:
Primo, ho inviato ai membri della Comune – tramite la stessa via - una lettera in risposta alla loro richiesta su come potessero negoziare certi effetti alla borsa di Londra.
Secondo: l’11 maggio, dieci giorni prima della catastrofe, ho inviato per la stessa via tutti i particolari dell’accordo segreto di Francoforte tra Bismarck e Favre.
L’informazione mi giunse dal braccio destro di Bismarck – un uomo che prima (dal 1848 al 1853) aveva appartenuto all’associazione segreta di cui ero capo. Quest’uomo sa che possiedo ancora tutte le relazioni che egli mi inviò dalla e sulla Germania. Egli dipende dalla mia discrezione. Da qui la sua preoccupazione di dimostrarmi di continuo la sua buona disposizione. Si tratta dello stesso uomo che, come Le dissi, mi fece avvertire che Bismarck era deciso a farmi arrestare nel caso che quest’anno avessi di nuovo fatto visita al dott. Kugelmann a Hannover.
Se la Comune avesse dato ascolto ai miei avvertimenti! Consigliai ai suoi membri di fortificare il lato nord del colle di Montmartre, il lato prussiano, ed essi avevano ancora il tempo per farlo; gli dissi in anticipo che altrimenti sarebbero caduti in trappola come topi; denunciai loro Pyat, Grousset e Vésinier; li invitai a spedire subito a Londra tutte le carte che compromettevano i membri della difesa nazionale per tener in scacco in una certa misura la ferocia dei nemici della Comune – in tal modo il piano dei versagliesi sarebbe stato in parte sventato.
Se i versagliesi avessero trovato questi documenti non ne avrebbero pubblicati di falsificati.
L’ “Indirizzo” dell’Internazionale non sarà pubblicato prima di mercoledì.
(Marx, Lettera a Edward Spencer Beesly, 12 giugno 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 220)
 
Mie care bambine,
dopo una malattia di 6 settimane sono di nuovo ristabilito, per quanto le attuali circostanze lo permettono. Inoltre a casa succede il diavolo a quattro, intonacano, verniciano con colori a olio, dipingono, tappezzano e mettono tutto sottosopra. Negli ultimi giorni il frastuo9no e il continuo sballottamento da un angolo all'altro, hanno avuto il sopravvento sul mio sistema nervoso e io ho vissuto più nella casa del Generale [Friedrich Engels] che nella nostra.
Vorrei avere notizie più precise sulla salute di Jenny. Temo di aver letto tra le righe che non si sente proprio come dovrebbe. Tutto considerato, penso, dopo aver consultato medici di riconosciuta competenza ed essendo in possesso di precise informazioni , che voi tutti dovreste passare dal lato francese dei Pirenei a quello spagnolo. Il clima è molto migliore, molto più adatto al cambiamento di cui tutti voi avete bisogno. In particolare la salute di Toole peggiorerà ed egli potrà perfino correre un grave pericolo se non si decide a seguire il consiglio di medici che conoscono esattamente la sua costituzione ed hanno inoltre consultato i suoi precedenti medici di Bordeaux ecc. Mi attendo quindi che non vi risparmierete la piccola fatica di recarvi in un luogo più salubre; speditemi presto il vostro nuovo indirizzo dove vi manderei il mio nuovo “indirizzo”.
Qui a Londra la vita è piuttosto monotona. I cugini di campagna [gli emigranti della Comune] si accalcano per le strade. Li si riconosce subito dalle espressioni sconcertate, dal loro stupore per tutto ciò che vedono e dal febbrile timore con cui si muovono nel groviglio di cavalli, vetture pubbliche, omnibus, uomini, bambini e cani.
La mamma e la signora Lormier discutono animatamente – a quel che sento – di politica. Non so dire se sono già arrivate alle mani o se si limitano a scambiarsi male parole senza passare a vie di fatto.
Da Pietroburgo ho ricevuto volumi di gran valore e lettere molto cordiali in cui mi si fanno ogni sorta di proposte.
Lavrov (non Anorov) è una gran brava persona, certamente non senza capacità ma si è guastato il cervello e ha perso tempo consultando negli ultimi 20 anni prevalentemente letteratura tedesca del periodo (filosofia ecc.), la più squallida che ci sia. Sembra che si sia messo in testa che essendo tedesca deve essere “scientifica”.
La signora Vivianti mostra, a quanto pare, energia. Non l'ho vista ma ho saputo che ora si parla di lei con espressioni di riconoscimento, forse un po' esagerate, ma nella famiglia di Cutt scorre sempre, come sapete, una vena di stravaganza.
La cognata di Jung è stata sepolta ieri. Povera ragazza! È morta in ospedale.
Il piccolo “master” [Hermann Jung] è una persona eccellente nelle cose che contano. Perciò potreste perdonargli le sue piccole debolezze, la sua loquacità, la sua vanità e la ripetizione degli “appropriati discorsi” che hanno tenuto qua e là.
I “cafoni” patrioti tedeschi hanno naturalmente celebrato l'esito “glorioso” della guerra franco-prussiana con una “festa della pace” nei giardini di Bolleter, durante la quale, more teutonico, non hanno mancato di “darsele a sangue”.
Kern, che aveva appena trovato un posto di insegnante, ha ora ottenuto, per mediazione del Consiglio generale, un buon posto di ingegnere nel nord dell'Inghilterra.
Il dott. Maddison invia i migliori saluti a Jenny e Tussy.
E adesso addio, mie care bambine!
(Marx, Lettera alle figlie Jenny, Laura e Eleanor, 13 giugno 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pagg. 224-225)

 

Tu sai che durante tutto il periodo della recente rivoluzione francese venivo continuamente denunciato dai giornali di Versailles (Stieber cooperante) e par repercussion [di conseguenza] dai giornali di qui come il “grand chef de l'International” .
E ora ancora l'Indirizzo che avrai ricevuto! Esso solleva un chiasso del diavolo, e io ho l'onore di essere in questo momento l'uomo più calunniato e più minacciato di Londra. Ciò fa veramente bene dopo quel noioso idillio ventennale nel pantano. Il foglio governativo - “The Observer” - mi minaccia di persecuzione legale. Qu'ils osent! Je me moque bien de ces canailles-là [Che osino! Mi faccio beffe di quelle canaglie!]. Ti accludo un ritaglio della “Eastern Post” , perché contiene la nostra risposta alla circolare di Jules Favre. La nostra risposta è apparsa originariamente nel “Times” del 13 giugno. Questo foglio onorabile si è preso per questa indiscrezione una tremenda lavata di capo dal signor Bob Lowe (chancellor of the Exchequer e member del supervision committee [cancelliere dello scacchiere e membro del comitato di sorveglianza] del “Times” .
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 18 giugno 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 229)
 
Dichiaro che la lettera che mi si attribuisce e in cui farei menzione del signor Assi, è un falso , esattamente come tutte le altre lettere che mi sono state attribuite dai giornali di Parigi.
Non mi sono mai occupato del signor Assi, né in via privata né pubblica con una eccezione. Alcuni giorni dopo la rivoluzione del 18 marzo, i giornali londinesi pubblicarono un telegramma secondo il quale questa rivoluzione sarebbe stata organizzata da me con la segreta collaborazione di Blanqui e del signor Assi; questi, a quanto si dice, sarebbero venuti a Londra per mettersi d'accordo con me. Già allora ho dichiarato sul “Times” che tutto ciò non erano altro che fandonie fabbricate dalla polizia francese.
(Marx, Lettera a Léon Bigot, 11 luglio 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 241)
 
Mi deve davvero scusare se Le invio così tardi una risposta. Negli ultimi tempi ho avuto da fare così straordinariamente tanto che andavo appena a letto.
Per questo non ho potuto pensare di occuparmi del “Capitale”. La prossima settimana però comincerò e Le preparerò il tutto.
(Marx, Lettera a Nicolaj Francevič Danielson, 22 luglio 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 250)
 
P.S. Nei manifesti del Consiglio non firmo come segretario per la Russia per non compromettere gli amici in Russia.
(Marx, Lettera a Nicolaj Isaccovič Utin, 27 luglio 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 257)
 
Mi trovo qui da circa due settimane per ordine del medico perché la mia salute era molto debilitata per superlavoro. Tuttavia torno a Londra, presumibilmente, la prossima settimana.
La prossima settimana riceverà un appello del Consiglio generale per i profughi della Comune. La maggior parte di loro si trova a Londra (al momento circa 80-90). Il Consiglio generale li ha finora preservati dalla rovina, ma nelle ultime due settimane i nostri mezzi finanziari si sono notevolmente assottigliati, mentre il numero dei profughi aumenta ogni giorno, ed essi si trovano in condizioni molto miserande. Spero che da New York sarà fatto il possibile. In Germania tutte le risorse del partito sono assorbite dalle vittime delle persecuzioni poliziesche, parimenti in Austria, Spagna e Italia. In Svizzera esse devono servire non solo ad aiutare anche là, una parte, per quanto ristretta, di profughi, ma oltretutto ne ha bisogno l'Internazionale in seguito alla serrata di San Gallo. Anche in Belgio, infine, si trova una parte, per quanto limitata, di profughi mentre i belgi hanno bisogno di fondi per il loro viaggio a Londra.
In seguito a queste circostanze tutti i mezzi finanziari per la massa dei profughi di Londra sono stati finora procurati esclusivamente dall'Inghilterra.
Nel Consiglio generale si trovano ora dei membri della Comune: Serraillier, Vaillant, Theisz, Longuet, Frankel; e, degli agenti della Comune : Delahaye, Rochat, Bastelica, Chalain.
Ho inviato al “New-York Herald” una dichiarazione in cui respingo ogni responsabilità per il resoconto insulso e del tutto falso di una conversazione avuta con me dal suo corrispondente.
(Marx, Lettera a Friedrich Bolte, 25 agosto 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 280)
 
Ieri ho dimenticato di scriverti un singolare événement [avvenimento]. Due giorni dopo il mio arrivo qui ho incontrato all'angolo della mia strada, in posizione di attesa, quello stesso tipo di cui ti dissi che aveva scortato diverse volte Engels e me sulla nostra strada di casa, che Engels lo riteneva una spia e che noi una volta gli avevamo fatto dei “cenni”. Tu sai che io, generally speaking [parlando in generale], non sono uno che fiuta le spie. Ma qui questo tipo mi ha apertamente e incontestabilmente seguito per ogni dove. Ieri la cosa mi ha seccato, mi sono fermato, girato e ho fissato quel tipo col mio famigerato eyeglass [monocolo]. What did he do? [E lui che ha fatto?] Si è tolto molto umilmente il cappello e oggi mi ha risparmiato le sue attenzioni.
(Marx, Lettera a Jenny Marx, 25 agosto 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 282)
 
Abbiamo un gran bisogno di denaro... La vicenda della Comune ha aumentato i nostri doveri e obblighi, mentre la guerra precedente ha interrotto i nostri rifornimenti continentali. Adesso siamo pressoché sommersi di lettere dalle diverse parti di questo paese (Inghilterra) di gente che vuole informazioni sull'Internazionale e sezioni si stanno costituendo in provincia. Si stanno costituendo anche sezioni irlandesi e adesso abbiamo un segretario irlandese nel Consiglio nella persona di MacDonnel, noto feniano. A parte questo, abbiamo avuto richieste dalle Indie Orientali e dalla Nuova Zelanda.
Il Consiglio federale di Parigi deve essere riorganizzato. Dopotutto Thiers ha preso solo pochissimi dei nostri. Non c'è nessun membro di primo piano della nostra associazione fra tutti i suoi prigionieri e ne mancano solo due o tre che devono essere rimasti uccisi negli ultimi giorni della lotta, dal momento che non riusciamo ad avere né notizie né segni di vita da loro. Molti di cui si diceva con insistenza che erano stati uccisi, perfino con racconti dettagliati, sono rispuntati fuori e adesso sono in salvo qui o in Svizzera.
C'è un grande sconforto tra i profughi qui e da cinquanta a sessanta sono senza alcun mezzo di sussistenza. Il denaro arriva molto lentamente. Bisogna emanare un appello ai vostri operai a cui confidiamo si risponda con generosità.
(Marx, Lettera a Hermann Meyer, circa il 25 agosto 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 284)
 
Ho l'onore di allegare una lista di sottoscrizione in favore dei profughi francesi il cui numero (sono ora circa 80-90) aumenta quotidianamente, mentre i nostri mezzi finanziari sono completamente esauriti. La loro condizione è veramente miseranda. La cosa migliore sarebbe, se possibile, costituire un apposito comitato incaricato di trovare lavoro per questa gente, la cui grande maggioranza è costituita da operai specializzati e artisti.
(Marx, Lettera a Moncure Daniel Conway, 29 agosto 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 285)
 
La settimana scorsa il partito rivoluzionario diede a Roma un banchetto in onore di Ricciotti Garibaldi, di cui mi è stato spedito il resoconto apparso sul giornale romano “La Capitale”. Un oratore (il signor Luciani) fece un brindisi, accolto con grande entusiasmo, alla classe operaia e “a Carlo Marx che (qui) se ne (en) è fatto (a fait) l'instancabile istrumento (l'instrument infatigable)”. Un bello scorno per Mazzini!
(Marx, Lettera a Jenny Marx, 23 settembre 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 297)
 
In Italia stiamo facendo progressi impetuosi. Grande trionfo sul partito mazziniano.
(Marx, Lettera a Friedrich Adolph Sorge, 9 novembre 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 324)
 
Siamo così sovraccarichi di work [lavoro] per l'Internazionale che Engels e io non abbiamo ancora trovato il tempo per una introduzione al “Manifesto comunista”.
(Marx, Lettera a Wilhelm Liebknecht, 17 novembre 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 332)

 

 
L'Internazionale fu fondata per mettere al posto delle sètte socialiste o semisocialiste, la vera organizzazione di lotta della classe operaia. I primi statuti come l'“Indirizzo inaugurale” lo mostrano al primo sguardo. D'altro lato l'Internazionale non avrebbe potuto affermarsi, se il corso della storia non avesse già dimostrato il fallimento delle sètte. Lo sviluppo delle sètte socialiste e quello del vero movimento operaio stanno sempre in rapporto inversamente proporzionale. Finché le sètte sono (storicamente) legittime, la classe operaia è ancora immatura per un autonomo movimento storico. Appena raggiunge questa maturità, tutte le sètte diventano reazionarie. Nella storia dell'Internazionale si è ripetuto ciò che la storia mette in evidenza ovunque. Il vecchio cerca di riprodursi ed affermarsi all'interno della forma finalmente acquisita.
Proprio la storia dell'Internazionale è stata una costante lotta del Consiglio generale contro le sètte e i gruppi di dilettanti che cercavano di affermarsi all'interno della stessa Internazionale contro il vero movimento della classe operaia. Questa lotta è stata condotta nei congressi ma soprattutto nelle discussioni private del Consiglio generale con le singole sezioni.
Poiché a Parigi i proudhoniani (mutualisti) erano i cofondatori dell'Associazione, essi, naturalmente, ebbero nei primi anni il sopravvento a Parigi. Altrettanto naturalmente, in un secondo tempo si formarono colà, in contrasto con essi, gruppi collettivistici, positivistici, ecc.
In Germania: la cricca di Lassalle. Per due anni io stesso sono stato in corrispondenza col famigerato Schweitzer, dimostrandogli in modo inconfutabile che l'organizzazione di Lassalle altro non è che un'organizzazione settaria e come tale contrapposta all'organizzazione del vero movimento operaio perseguita dall'Internazionale. Si è intestardito di non intendere ragione.
Alla fine del 1868 il russo Bakunin entrò nell'Internazionale con lo sopo di costituire all'interno di essa una seconda Internazionale, con lui a capo , sotto il nome di “Alliance de la Democratie Socialiste” . Egli – uomo del tutto privo di cognizioni teoriche – pretendeva che quella organizzazione particolare detenesse i valori scientifici dell'Internazionale e assegnava a questa seconda Internazionale nell'Internazionale il compito specifico di salvaguardarli.
Il suo programma era un guazzabuglio di idee affastellate in fretta a destra e a manca: uguaglianza delle classi (!), abolizione del diritto di successione come punto di partenza del movimento sociale (una stupidaggine sansimoniana), ateismo imposto ai membri come dogma ecc. e, come assioma principale, astensione dal movimento politico (in senso proudhoniano).
Questa favola da bambini ebbe risonanza (e incontra ancora oggi un certo favore) in Italia e in Spagna, dove le condizioni reali del movimento operaio sono ancora poco sviluppate, e tra alcuni vuoti dottrinari, ambiziosi e boriosi, nella Svizzera romanza e in Belgio.
Per il signor Bakunin, la dottrina (cioè le sue cretinerie accattonate da Proudhon, Saint-Simon, ecc.) era ed è cosa secondaria: un mero strumento della sua affermazione personale. Se dal punto di vista teorico è uno zero, come intrigante si trova nel suo elemento.
Il Consiglio generale ha dovuto combattere per anni questo complotto (appoggiato fino a un certo punto, particolarmente nella Francia del sud, dai proudhoniani francesi). Esso gli ha finalmente assestato il colpo lungamente preparato con le risoluzioni 1, 2 e 3, IX e XVI e XVII della conferenza.
Si capisce da sé che il Consiglio generale non appoggia in America ciò che combatte in Europa. Le risoluzioni 1, 2, 3 e IX offrono ora al comitato di New York le armi legali per porre fine, e in caso estremo per espellerle, a tutte le sètte e i gruppi di dilettanti.
3. Il comitato di New York farà bene a esprimere il suo pieno accordo con le decisioni della conferenza in un messaggio ufficiale al Consiglio generale.
Bakunin [fra l'altro minacciato personalmente dalla risoluzione XIV (pubblicazione sull'“Égalité” del processo Nečaev) che porterà alla luce del giorno la sua infame storia russa] sta facendo di tutto per mettere in piedi delle proteste contro la conferenza con ciò che rimane dei suoi seguaci.
A questo fine egli si è messo in contatto con la parte più miserabile dell'emigrazione francese (per altro una componente numericamente debole) di Ginevra e Londra. La parola d'ordine è che nel Consiglio generale domina il pangermanismo (cioè il bismarckismo). Ciò dipenderebbe dal fatto imperdonabile che io sono tedesco di nascita ed esercito di fatto una decisa influenza intellettuale sul Consiglio generale. (Nota bene: la componente tedesca nel Consiglio è numericamente inferiore di 2/3 a quella inglese e parimenti inferiore a quella francese. La vergogna sta tutta nel fatto che gli elementi francesi e inglesi sono dominati teoricamente dai tedeschi! e trovino questo dominio utile e addirittura indispensabile).
A Ginevra, sotto il patronato della borghesia, di madame André Léo (che al congresso di Losanna è stata così spudorata da denunciare Ferré ai suoi carnefici di Versailles) pubblicano un giornale, “La Révolution sociale” , che polemizza contro di noi quasi letteralmente con le stesse espressioni del “Journal de Genève” , il giornale più reazionario d'Europa.
A Londra hanno tentato di fondare una sezione francese della cui attività può trovare un esempio nel numero 42 del “Qui Vive!”, che allego (lo stesso numero che contiene la lettera del nostro segretario francese, Serraillier). Questa sezione, formata da 20 persone (tra cui molti mouchards [spie della polizia]) non è stata riconosciuta dal Consiglio generale, contrariamente ad un'altra, assai più numerosa.
Di fatto, malgrado gli intrighi di questa miserabile marmaglia, svolgiamo un'ampia propaganda in Francia e... in Russia, dove sanno apprezzare Bakunin e dove proprio ora verrà stampato in russo il mio libro sul capitale.
Il segretario della sezione francese nominata per prima (quella che non è stata riconosciuta da noi, e che si trova ora in via di disfacimento) era lo stesso Durand che abbiamo buttato fuori dall'Associazione come spia.
Gli astensionisti bakuninisti Blanc e Albert Richard di Lione, sono adesso agenti bonapartistici prezzolati . Le prove sono in mano nostra. Il corrispondente Bousquet (della solita cricca di Ginevra) di Béziers (Francia del sud) ci è stato denunciato dalla locale sezione come poliziotto. (…)
Il movimento politico della classe operaia ha naturalmente come scopo finale la conquista del political power [potere politico] per la stessa classe operaia, e a tal uopo è naturalmente necessaria una previous organisation della working class [precedente organizzazione della classe operaia], giunta ad un certo grado di sviluppo, che nasca dalle stesse lotte economiche.
D'altra parte, però, ogni movimento tramite il quale la classe operaia come classe si contrappone alle classi dominanti e le preme from without [dall'esterno], è un movimento politico. Ad esempio il tentativo di costringere i singoli capitalisti in singole fabbriche o anche in singole officine tramite scioperi ecc. a concedere una diminuzione dell'orario di lavoro, è un movimento puramente economico; invece il movimento per la conquista di una legge per le otto ore ecc., è un movimento politico . E in questo modo dagli isolati movimenti economici degli operai nasce ovunque un movimento politico , cioè un movimento della classe per conseguire i propri interessi in forma generale, in una forma che possiede forza generale, forza socialmente coercitiva. Se questi movimenti accettano una certa organizzazione preesistente, essi rappresentano nello stesso tempo uno stimolo per lo sviluppo di questa organizzazione.
Se la classe operaia non è ancora abbastanza progredita nella sua organizzazione per intraprendere la lotta decisiva contro il potere collettivo, cioè il potere politico, delle classi dominanti, deve almeno essere educata tramite la costante agitazione contro la politica delle classi dominanti (e l'atteggiamento ostile alla politica). Altrimenti rimane uno strumento nelle loro mani, come ha dimostrato la rivoluzione di settembre in Francia e come mostra in parte il gioco che riesce ancor oggi in Inghilterra al signor Gladstone e Co.
(Marx, Lettera a Friedrich Bolte, 23 novembre 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pagg. 337-338-339-340-341)
 
Mi sono spesso domandato se non fosse giunto il momento di ritirarmi dal Consiglio generale. Quanto più l'Associazione si sviluppa, tanto più tempo va perduto, ma in definitiva dovrò pur farla finita una buona volta col “Capitale”. Inoltre il mio ritiro salverebbe l'Internazionale dal pangermanismo , con cui, secondo le parole di Roullier, Malon, Bakunin, Robin e Co., la minaccerei.
(Marx, Lettera a César De Paepe, 24 novembre 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 346)
 
In parte per le vicende dell'Internazionale, in parte per le visite dei comunardi, non ho trovato il tempo di scrivere. Quanto sia limitato il mio tempo, potete giudicarlo da questo esempio. A Pietroburgo hanno tradotto “Il capitale” in russo lasciando però indietro, su mia richiesta, il primo capitolo, perché volevo riscriverlo in una forma più accessibile. A partire dagli avvenimenti della Comune di Parigi non ho mai potuto adempiere la mia promessa e sono stato infine costretto a limitarmi ad alcuni cambiamenti per non bloccare del tutto la pubblicazione. (…)
Il y avaint un autre incident [C'è stato un altro incidente].
Per la vicenda della “Alliance de la Democratie Socialiste” e per la Différend dans la Suisse Romande [disputa nella Svizzera romanza], la conferenza nominò una commissione, di cui io facevo parte e che si riunì a casa mia.
(Marx, Lettera a Paul Lafargue, 24[25] novembre 1871, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 349-350)

 
1872

 

Per il continuo leggere e scrivere, da alcuni giorni il mio occhio destro è infiammato al punto che non posso momentaneamente utilizzarlo e mi costringe a limitare anche questa lettera alle indispensabili comunicazioni concrete. (…)
Per la biografia non mi sono ancora potuto decidere se è davvero opportuno pubblicarla in relazione a questo lavoro.
(Marx, Lettera a Laura Lafargue, 28 febbraio 1872, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 417)
 
Plaudo alla Sua idea di far uscire la traduzione del “Capitale” in fascicoli periodici. In questa forma l'opera sarà più facilmente accessibile alla classe operaia e questa considerazione è per me più importante di qualsiasi altra.
Questo è il lato buono della medaglia, ma essa ha anche un rovescio: il metodo di analisi di cui mi sono servito e che finora non è stato ancora applicato ai problemi economici, rende la lettura del primo capitolo estremamente difficile e c'è da temere che il pubblico francese, sempre impaziente di giungere ai risultati e attento a evidenziare la relazione tra i princìpi generali e i problemi che li determinano immediatamente, si scoraggi per le difficoltà di andare subito avanti.
Si tratta di un inconveniente contro cui non posso fare altro che avvertire e predisporre fin dall'inizio il lettore che aspira alla verità. Non esiste una strada maestra per la scienza e solo coloro che non rifuggono dallo sforzo di risalire i suoi scoscesi sentieri, possono sperare di raggiungere le sue luminose vette.
(Marx, Lettera a Maurice Lachâtre, 18 marzo 1872, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 438)
 
A proposito: Bakunin nutre un rancore personale nei miei confronti perché lui ha perso ogni influenza in Russia, dove la gioventù rivoluzionaria sta con me. (…)
L'Internazionale prende troppo il mio tempo e se non fossi convinto che la mia presenza nel Consiglio è ancora necessaria in questi tempi di lotta, mi sarei ritirato già da molto tempo.
(Marx, Lettera a Paul Lafargue, 21 marzo 1872, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 442)
 
Mi sono talmente strapazzato con un lavoro da cane che oggi (fra 2 ore) lascio Londra insieme a Engels per 4-5 giorni e mi reco al mare (Ramsgate). Dopo il mio ritorno, e fino al 2 settembre (giorno in cui ha luogo il congresso internazionale all'Aja) sono sovraccarico di lavoro: ma da allora in poi sarò di nuovo più libero. Questa libertà incomincia però solo a metà settembre poiché io stesso mi recherò all'Aja.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 9 luglio 1872, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 512)
 
Al congresso internazionale (L'Aja, apertura 2 settembre), si tratta di vita o di morte dell'Internazionale, e prima che io ne esca, voglio almeno proteggerla dagli elementi disgregatori. La Germania deve avere dunque il maggior numero possibile di rappresentanti. Siccome però ora tu vieni, scrivi a Hepner che lo prego di procurarti un mandato quale delegato.
(Marx, Lettera a Ludwig Kugelmann, 29 luglio 1872, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 517)
 
Oggi scrivo con molta fretta a causa di una vicenda particolare, estremamente urgente. Bakunin ha lavorato in segreto per anni per minare l'Internazionale e adesso l'abbiamo messo talmente con le spalle al muro che dovrà finalmente gettare la maschera e scindersi pubblicamente con tutte le teste matte che dirige.
È lui l'organizzatore dell'affare Nečaev. A questo Bakunin era stata affidata a suo tempo la traduzione russa del mio libro. Ha intascato in anticipo il denaro per questo lavoro, ma invece di farlo ha scritto o ha fatto scrivere a Ljubavin (credo sia questo il nome), che aveva trattato con lui a nome dell'editore, una lettera assolutamente infame e compromissoria.
(Marx, Lettera a Nicolaj Francevič Danielson, 15 agosto 1872, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 528)
 
Vorrà certo scusare il mio lungo silenzio considerando che sono stato oberato di lavoro. Mi sono finalmente sbarazzato delle faccende amministrative che mi assillavano nella mia qualità di membro del Consiglio generale dell'Internazionale e che diventavano di giorno in giorno più incompatibili con i miei studi teorici. Ancora adesso ho sulle braccia certi lavori di cui mi ha incaricato il congresso dell'Aja, ma dopo potrò disporre più liberamente del mio tempo.
La prima serie del “Capitale” è in generale ben fatta, per quanto riguarda ciò che spetta all'editore. Per altro mi hanno molto urtato gli errata che vi si trovano e che non c'erano nelle ultime bozze da me corrette. (…)
In Russia il mio libro ha avuto un successo straordinario. Quando avrò le mani un po' più libere, Le invierò qualche estratto delle critiche russe. Era appena la fine di aprile (1872) quando fu pubblicata la traduzione russa (in un grosso volume) e sono già stato avvertito da Pietroburgo che nel 1873 si farà una seconda edizione.
(Marx, Lettera a Maurice Lachâtre, 12 ottobre 1872, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pagg. 546-547)
 
In seguito all'estradizione di Nečaev e agli intrighi del suo maestro Bakunin, sono molto inquieto per la sicurezza Sua e di alcuni altri amici. Questa gente è capace di ogni bassezza.
(Marx, Lettera a Nicolaj Francevič Danielson, 25 novembre 1872, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 562)
 
Dall'allegato può vedere i risultati del congresso dell'Aja. Con la massima riservatezza e senza rivelare il nome dei destinatari, ho letto davanti alla commissione d'enquête [d'inchiesta] sull'Alleanza la lettera a Ljubavin. Il segreto però non è stato conservato, in primo luogo perché della commissione faceva parte l'avvocato belga Splingard, che in realtà era solo un agente degli alleanzisti; in secondo luogo perché Žukovskij, Guillaume e Co. - per prevenire la mossa – avevano già prima raccontato a destra e sinistra tutta la vicenda a modo loro e con cambiamenti apologetici. È accaduto così che la commissione, nel suo rapporto al congresso, è stata costretta a comunicare i fatti riguardanti Bakunin e contenuti nella lettera a Ljubavin (naturalmente io non avevo fatto il suo nome ma gli amici di Bakunin erano stati istruiti sulla vicenda già a Ginevra). La questione è ora se la commissione incaricata della pubblicazione dei protocolli del congresso (di cui io stesso faccio parte) può disporre liberamente di quella lettera o no. Ciò dipende da Ljubavin. Tuttavia devo sottolineare che da un pezzo – dopo il congresso -, e senza il nostro intervento, la cosa ha fatto il giro della stampa europea. Tutto il modo come si è svolta questa vicenda è stato per me tanto più sgradevole in quanto avevo preteso e fatto conto sulla più rigida discrezione.
In seguito all'espulsione di Bakunin e di Guillaume, l'Alleanza, che aveva in mano l'Associazione in Spagna e in Italia, ha aperto ovunque la campagna di diffamazione ecc. contro di noi e, unendosi a tutti gli elementi corrotti, cerca di provocare una scissione in due campi. Tuttavia la sua sconfitta finale è sicura e tutto ciò ci servirà solo a ripulire l'Associazione dagli elementi deviati o imbecilli che vi si sono insinuati qua e là.
L'aggressione omicida degli amici di Bakunin contro il povero Outine, a Ginevra, è un dato di fatto. Lo stato di salute di Outine è in questo momento assai critico. Questa impresa da delinquenti è già stata raccontata su numerosi giornali dell'Associazione (tra l'altro sull'“Emancipación” di Madrid) e figurerà, dettagliatamente esposta, nel nostro Compte Rendu [verbale] pubblico del congresso dell'Aja. La stessa banda di delinquenti ha compiuto due simili attentati in Spagna contro i propri avversari. Sarà presto denunciata al mondo intero.
(Marx, Lettera a Nicolaj Francevič Danielson, 12 dicembre 1872, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pagg. 566-567)
 
1873
 
Sono stato per mesi malato e, per qualche tempo, perfino in una condizione di salute pericolosa provocata dal superlavoro. La mia testa era così seriamente colpita che si temeva un colpo apoplettico, e ancora adesso sono in grado di lavorare soltanto poche ore al giorno. Questo è l’unico motivo per cui non ho confermato prima con i migliori ringraziamenti l’arrivo della preziosa raccolta di libri che mi ha cortesemente inviato.
(Marx, Lettera a Nicolaj Francevič Danielson, 12 agosto 1873, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pag. 628)
 
La mia figlia minore e io ci siamo recati per tre settimane ad Harrogate dove ci ha inviati il nostro medico; la vita quieta, la ventilazione, le acque minerali e le piacevoli passeggiate del posto hanno avuto successo nel ricostituire la salute dei due pazienti. Quando arrivammo la stagione era già finita per cui siamo stati nel nostro albergo in “solitaria beatitudine”, solo disturbati, e qualche volta divertiti negli ultimi giorni del nostro soggiorno, dall’arrivo di un parroco anglicano, un vecchio chiacchierone, privo di ogni ipocrisia, di parola facile e futile, di modi convenzionali e non interessato a nient’altro che alla sua pancia. Era il fedele modello del cristiano moderno, che pronunciava questa stessa parola solo in riferimento alle portate del nostro albergatore, dicendo, per esempio: questa non è una costoletta di montone cristiana, se accadeva che alle costolette mancasse questa o quella virtù. Aveva visitato la maggior parte dei paesi europei ed era un ufficio informazioni vivente sui pregi e i difetti dei suoi numerosi alberghi, sempre alla vana ricerca di quell’unico tipo di umanità, l’uomo perfetto… il cuoco! Nello stesso tempo non si stancava mai di fare dell’amaro sarcasmo contro le esorbitanti pretese e la smodata vita dei minatori della regione nera, [le zone delle miniere di carbone dello Staffordshire e dello Warwickshire] essendo egli stesso beneficiario a Durham. Quest’uomo offriva di continuo a Eleanor e a me l’occasione di pensare a Lei e di ricordarLa, perché difficilmente si potrebbe immaginare un contrasto più stridente: Lei, per così dire l’anticipazione di come sarà l’uomo della nuova società, e lui, il parroco, l’immagine stereotipata di ciò che è riuscito a diventare l’uomo della vecchia società.
Le spedisco oggi altre tre parti del “Capitale” che, nel complesso, sono meno astratte delle precedenti. Se contribuiscono ad animare le sue ore di solitudine, ne sarò tanto più contento. In generale devo dire che le mie idee cominciano a diffondersi tra gli operai del continente e che laggiù le classi superiori e i rappresentanti ufficiali dell’economia politica non fanno altro che parlarne e ne sono piuttosto contrariati.
(Marx, Lettera a Thomas Allsop, 23 dicembre 1873, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XLIV, pagg.640-641)
 
1875
 
Sono sovraccarico di lavoro e debbo già superare di molto la quantità di lavoro che i medici mi hanno prescritto. Perciò non è stato punto un “piacere” per me lo scrivere uno scartafaccio così lungo. Ma la cosa era necessaria, affinché i passi che io dovrò fare in seguito non vengano fraintesi dagli amici del partito, a cui è destinata questa comunicazione. - Alludo al fatto che dopo il Congresso di unificazione Engels ed io pubblicheremo una breve dichiarazione, in cui dichiareremo che non condividiamo assolutamente i principi del suddetto programma e che non abbiamo niente a che fare con esso.
Ciò è assolutamente necessario, perché all'estero si diffonde premurosamente l'opinione, alimentata dai nemici del partito, - e opinione assolutamente falsa, - che noi dirigeremmo segretamente di qui il movimento del cosiddetto partito eisenacchiano. Ancora in uno scritto russo [si tratta del libro di Bakunin “Lo Stato e l'anarchia”], pubblicato poco tempo fa, Bakunin, per esempio, mi rende responsabile non solo di tutti i programmi, ecc. di quel partito, ma persino di ogni passo fatto da Liebknecht dal mometo della sua cooperazione col partito del popolo.
Prescindendo da questo è mio dovere non riconoscere nemmeno con un silenzio diplomatico un programma che, secondo la mia convinzione, deve essere assolutamente respinto e che demoralizza il partito.
Ogni passo di movimento reale è più importante di una dozzina di programmi. Se non si poteva dunque, - e le circostanze non lo permettevano, - andare oltre il programma di Eisenach, si sarebbe dovuto semplicemente concludere un accordo per l'azione contro il nemico comune. Ma se si fanno dei programmi di principio (invece di rinviarli sino al momento in cui un programma sia stato preparato da una più lunga attività comune), si elevano al cospetto di tutto il mondo le pietre miliari dalle quali si giudica il livello del movimento di partito. I capi dei lassaliani sono venuti a noi perché le circostanze li hanno costretti. Se si fosse loro dichiarato in anticipo che non si sarebbe fatto alcun traffico di principi, si sarebbero dovuti accontentare di un programma di azione o di un piano di organizzazione per un'azione comune. Invece si permette loro di intervenire armati di mandati e si riconoscono questi mandati come obbligatori; si fa quindi una resa a discrezione a quelli che hanno bisogno di aiuto. Per coronar l'opera, essi [cioè i capi lassalliani] tengono ancora un congresso prima del congresso di compromesso , mentre il partito vero tiene il suo congresso post festum . È evidente che si voleva evitare ogni critica e non permettere al proprio partito di riflettere. Si sa che il semplice fatto dell'unificazione appaga gli operai, ma si sbaglia pensando che questo successo momentaneo non sia stato comprato a un prezzo troppo caro.
(Marx, Lettera a G. Bracke, 5 maggio 1875, Carl Marx, Scritti scelti, vol. II, Edizioni in lingue estere, Mosca, pagg. 488-489)
 
 
1877
 

Acclusi i dühringhiana. Mi è stato impossibile leggere costui senza assestargli ogni volta subito un colpo in testa dilungandomici un po'.

Ora dopo essermi in tal modo abituato a leggerlo (e la parte dal Ricardo in poi che ancora non ho letto, deve contenere molte bellissime perle), per la qual cosa occorre pazienza, ma anche l'aver pronto il bastone, sono capace per l'avvenire di leggerlo tranquillo. Una volta che ci si sia addentrati in costui in modo da aver sulla punta delle dita il suo metodo, egli è in certo modo uno scribacchino divertente. Nel frattempo mi ha reso grandi servizi come “attività” secondaria durante il mio cattivo umore dovuto al catarro.
(Marx, Lettera a Engels, 5 marzo 1877, Carteggio Marx Engels, Edizioni Rinascita, vol.VI, pagg. 245-246)
 
Sarebbe effettivamente una bella cosa che uscisse una rivista soc[ialista] realmente scientifica. Darebbe occasione a critiche e controcritiche in cui potrebbero essere discussi punti teorici nostri, e si potrebbe mettere alla berlina l'ignoranza assoluta dei professori e liberi docenti illuminando allo stesso tempo in tal modo la mente del general public operaio e borghese.
(Marx, Lettera a Engels, 18 luglio 1877, Carteggio Marx Engels, Edizioni Rinascita, vol.VI, pag. 255)
 
Ho intenzione di mettermi in viaggio, possibilmente lo stesso 12 agosto, per Neuenahr e non per Karlsbad e precisamente per le seguenti ragioni:
Primo a causa delle spese: tu sai che mia moglie soffre seriamente di disturbi della digestione, e siccome prenderò certamente con me Tussy che ha avuto un altro brutto attacco, mia moglie se l'avrebbe molto a male se restasse a casa. Il solo viaggio di andata e di ritorno per noi tre, con i bagagli, e se, come ho fatto varie volte, non si viaggia, in vista della cura, senza un po' di respiro, si aggira sulle 70 sterline. Inoltre ho promesso da tempo a Lenchen che è molto malandata, di spedir l a casa sua, dove non potrà vivere del tutto gratis. Inoltre la famiglia ha bisogno di parecchie spese per il viaggio.
Secondo: gli stessi medici di Karlsbad mi hanno detto in qualche momento di confidenza che, se non si vuol andare a Karlsbad ogni anno, Neuenahr potrebbe essere benefica come intermezzo. Naturalmente desiderano che si vada sempre a Karlsbad. Ma probabilmente è perfino meglio dal punto di vista igienico variare una volta e fare bagni meno energici, poiché variatio delectat corpus. Aggiungi che il mio male attualmente non è tanto il liver [fegato] quanto i disturbi nervosi che ne derivano. Qundi bagni meno energici, ma essentiellement della stessa composizione.
Inoltre ho sempre trascurato, appunto per la spesa, una cosa fondamentale, il periodo dopo la cura. Con le spese di viaggio incomparabilmente minori e con la chiusura della casa (affidata ai Wither) durante il periodo della cura, spostandomi da Karlsbad a Neuenahr, tutti questi piccioni si prenderebbero con una sola fava.
(Marx, Lettera a Engels, 23 luglio 1877, Carteggio Marx Engels, Edizioni Rinascita, vol.VI, pag. 258-259)
 
1879
 
Dal mio arrivo non ho guardato giornali qui, in genere, non ho letto niente, fuorché Traits and stories of the Irish peasantry, first volume, di Carleton. Mi è bastato il lavoro di leggere il primo volume, il secondo me lo lascio in riserva per tempi migliori. Sono unconnected tales [racconti non legati tra di loro], in cui la vita dei contadini irlandesi viene illustrata ora da un lato ora dall'altro, quindi non è adatto ad essere consumato d'un sol tratto. Proprio per questo è un libro che bisogna procurarsi e possedere, per trattarsi a festa, à fur et à mesure , ora con questa, ora con quella pietanza. Carleton non è né buon stilista, né buon compositore, ma la verità delle sue descrizioni costituisce la sua originalità. Da figlio di contadini irlandesi conosce il suo tema meglio che non i Lever e Lover.
(Marx, Lettera a Engels, 14 agosto 1879, Carteggio Marx Engels, Edizioni Rinascita, vol. VI, pag. 293)
 
La mia testa ancora non è all right . Ho guardato ieri, in via di prova, certi quaderni di matematica che avevo portato con me, ma ho dovuto rinunciare prestissimo a questo job prematuro, del resto l'avevo fatto solo come – test . Non ho fatto e non faccio i bagni di mare, ma faccio bagni caldi di acqua di mare, poiché a causa del tempo orribile che faceva al nostro arrivo a Jersey, il mio mal di gola era peggiorato e vi si era aggiunto un saltuario mal di denti; entrambi non sono ancora del tutto eliminati, benché siano molto diminuiti e mi facciano ricordare solo di tanto in tanto che sono in agguato nello sfondo.
Hirsch è a Londra; aveva lasciato il suo biglietto da visita da me, ma non potei più cercarlo (abita da Lessner) a causa della mia improvvisa partenza da Londra. L'acclusa lettera di Kaub ti farà vedere le circostanze assai strane della reiterata espulsione di Hirsch da Parigi.
Spero che la salute di Schollymeyer vada meglio. I migliori saluti a lui e a Pumps, alla quale Jenny manda i suoi particolari ossequi.
Hai letto il discorso inaugurale dell'Allman o come si chiama? L'avrei saputo fare anch'io, benché non sia man of science.
(Marx, Lettera a Engels, 25 agosto 1879, Carteggio Marx Engels, Edizioni Rinascita, vol. VI, pagg. 297-298)
 
Che cosa ha da fare la democrazia borghese nel partito socialdemocratico? Se essa è composta di “uomini onesti”, essa non può volervi entrare e se vuole entrarvi ad ogni modo, è solo per tesservi degli intrighi. (...)
Se essi pensano quello che scrivono, debbono uscire dal partito, o per lo meno abbandonare le cariche e gli uffici. Se non lo fanno, confessano di voler approfittare della loro posizione ufficiale per combattere il carattere proletario del partito. Il partito dunque tradisce sé stesso, se li lascia nelle loro cariche e nei loro uffici.
Il partito socialdemocratico dunque, secondo l'opinione di questi signori, non deve essere un partito unilaterale operaio, ma un partito plurilaterale “di tutti gli uomini pieni di vero amore per l'umanità”. Per provarlo esso deve anzitutto respingere le rozze passioni proletarie e sotto la direzione dei borghesi filantropi e colti “formarsi un buon gusto” e “imparare le belle maniere”. Allora i “modi grossolani” di alcuni capi cederanno il posto a un “modo borghese” ben educato. (...)
Per farla breve : la classe operaia da sola è incapace di liberarsi. Per liberarsi essa deve sottomettersi alla direzione di borghesi “colti e possidenti”, i quali soltanto “hanno il tempo e la possibilità” di studiare ciò che può recar vantaggio agli operai. E, in secondo luogo, per tutto l'oro del mondo non bisogna combattere la borghesia, - ma conquistarla con una energica propaganda.
Ma se si vogliono conquistare gli strati superiori della società o anche solo i suoi elementi ben disposti, non bisogna in nessun modo spaventarli. (...)
Per togliere alla borghesia anche l'ultimo resto di paura le si deve dimostrare in modo chiaro ed evidente che il fantasma rosso è in realtà soltanto un fantasma, che esso non esiste. Ma qual è il secreto del fantasma rosso, se non la paura della borghesia davanti all'inevitabile lotta a morte tra essa e il proletariato? La paura davanti all'improrogabile battaglia finale della lotta di classe moderna? Si distrugga la lotta di classe, e la borghesia e “tutti gli uomini liberi”, “non si vergogneranno di marciare a fianco dei proletari”! E chi sarebbe ingannato, sarebbero precisamente i proletari.
Dimostri dunque il partito col suo atteggiamento umile e sottomesso di aver messo da parte una volta per sempre le “sconvenienze e gli eccessi” che hanno offerto il pretesto per la legge contro i socialisti. Se egli prometterà di sua propria iniziativa di non uscire dai limiti della legge contro i socialisti. Bismarck e i borghesi ben faranno la grazia di sopprimere questa legge, diventata allora inutile! (...)
Al programma non si deve rinunciare , si deve solo rinviarne l'applicazione - a tempo indeterminato. Lo si accetta, ma non per sé e per il proprio periodo storico, bensì per l'avvenire, come una eredità da lasciare ai figli, e ai figli dei figli. Nel frattempo si dedica “tutta la forza e l'energia” a ogni sorta di cose insignificanti e di lavori di rammendo della società capitalistica, affinché si abbia l'impressione che qualcosa accade, ma in pari tempo la borghesia non sia spaventata. (...)
Eccovi il programma dei tre censori di Zurigo. Esso non lascia niente a desiderare quanto alla chiarezza. Tanto meno per noi, che conosciamo molto bene questi discorsi sin dal 1848. Sono i rappresentanti della piccola borghesia che si fanno avanti, pieni di paura che il proletariato, spinto dalla sua situazione rivoluzionaria, non “vada troppo in là”. Invece di opposizione politica decisa, mediazione generale; invece della lotta contro il governo e i borghesi, il tentativo di conquistarli e di convincerli; invece della resistenza tenace alle persecuzioni dall'alto, sottomissione servile e la confessione di aver meritato la pena. Tutti i conflitti storicamente necessari vengono interpretati come malintesi e ogni discussione finisce con la dichiarazione che in fondo siamo tutti di un solo parere. (...)
Lo stesso per quanto riguarda la lotta di classe tra il proletariato e la borghesia. Sulla carta la si riconosce, perché non la si può più negare; nella pratica però essa viene mascherata, diluita, attenuata. Il partito socialdemocratico non deve essere un partito operaio, non deve attirare su di sé l'odio della borghesia né di nessun altro, in generale; deve soprattutto fare un'energica propaganda tra la borghesia; invece di prestare attenzione a fini lontani, che spaventano i borghesi e sono ad ogni modo irraggiungibili nella nostra generazione, deve piuttosto consacrare tutta la sua forza ed energia a quelle piccole meschine riforme piccolo-borghesi che offrono alla vecchia società nuovi sostegni, e perciò potrebbero forse trasformare la catastrofe finale in un processo di dissoluzione graduale e possibilmente pacifico. (...)
Per quanto riguarda il loro socialismo, esso è già stato sufficientemente criticato nel “Manifesto”, nel capitolo sul “Socialismo tedesco o vero” . Dove la lotta di classe viene messa in disparte come cosa sgradevole e “rozza”, non rimane altro come base del socialismo che il “vero amore degli uomini” e frasi vuote sulla “giustizia”.
Il fatto che persone provenienti dalle classi sinora dominanti aderiscano al proletariato militante, e gli portino elementi di istruzione, è inevitabile e giustificato da tutto il corso degli avvenimenti. Lo abbiamo già detto chiaramente nel “Manifesto”. Si deve però qui fare attenzione a due cose.
In primo luogo queste persone, per essere (veramente) utili al movimento proletario, devono portare con sé dei veri elementi di istruzione. (...)
In secondo luogo. Quando siffatte persone provenienti da altre classi aderiscono al movimento proletario, la prima esigenza è che non portino con sé nessun residuo di pregiudizi borghesi, piccolo-borghesi, ecc., ma che facciano propria senza riserve la concezione del proletariato. (...)
Se la direzione del partito cadrà nelle mani di gente simile, il partito sarà semplicemente castrato e la sua tempra proletaria sarà finita.
Per ciò che ci riguarda, dopo tutto il nostro passato una via sola ci resta aperta. Per quasi quarant'anni abbiamo messo in luce che la lotta di classe è la forza motrice fondamentale della storia, e che in particolar modo la lotta di classe tra la borghesia e il proletariato è la grande leva del rivolgimento sociale dei tempi moderni; ci è quindi impossibile marciare assieme con persone che vogliono cancellare dal movimento questa lotta di classe. Quando venne fondata l'Internazionale formulammo espressamente il grido di battaglia: la liberazione della classe operaia deve essere l'opera della classe operaia stessa. Ci è quindi impossibile marciare assieme con persone che dichiarano apertamente che gli operai sono troppo incolti per liberarsi da sé, e che debbono essere liberati dall'alto, da grandi e piccoli borghesi filantropi. Se il nuovo organo del partito assumerà una posizione che corrisponda alle opinioni di quei signori, se sarà borghese e non proletario, a noi, per quanto ci possa rincrescere, non rimarrà altro da fare che prendere apertamente una posizione contraria e rompere la solidarietà grazie alla quale sinora abbiamo rappresentato il partito tedesco di fronte all'estero.
(Marx ed Engels, Lettera a Bebel, Liebknecht, Bracke e altri, metà settembre 1879, Carl Marx, Scritti scelti, Edizioni in lingue estere, Mosca, vol. II, pagg. 544-545-546-547-548-549-550)
 
1882
 
Ora porto anche – (au cas de besoin) – la museruola, alias respiratore; riguardo alle necessarie passeggiate si acquista così maggiore indipendenza di fronte alle vicende metereologiche.
La tosse, ossia catarro bronchiale, è ancora ostinata e molesta, ma è certo un progresso che di notte ho diverse ore di sonno senza l'impiego di mezzi artificiali, e ciò nonostante i boati del vento sul vicino mare; al contrario, il chiasso giova ad addormentarmi.
(Marx, Lettera a Engels, 5 gennaio 1882, Carteggio Marx-Engels, Edizioni Rinascita, vol. VI, pag. 337)
 
Quando lasciai Londra, dovetti spendere delle 40 sterline che mi desti somewhat less than 20 per cose inevitabili. Qui l'abitazione mi costa 2 ghinee alla settimana, e con il carbone e il gas, astraendo da altri extra, arrivo a about 2 sterline 15 scellini; le altre spese ammontano settimanalmente a about 4 ghinee. Si tratta di un lastrico caro vedendo i risultati climatici di questo buco. Sommando le spese del viaggio ho speso about 17 sterline e me ne rimangono ancora 5. Queste non bastano per l'ultima settimana (compresi l'incidental London trip di Tussy e il nostro probabile ritorno nella settimana prossima). Avrò piacere perciò se entro lunedì next mi spedirai ancora some , se possibile.
Quanto a cose successive, bisogna anzitutto scartare Tussy in tali occasioni in funzione di accompagnatrice (in genere potrò fare da solo, quando mi prenderò un nuovo riposo). La bambina è sotto una mental pressure che mina completamente la sua salute. Né viaggi, né change of climate, physicians can do anything in this case [né i medici possono fare qualcosa in questo caso]. L'unica cosa che si possa fare per lei è di lasciarla fare e di lasciarle prendere le sue lessons di recitazione presso Madame Jung. Essa arde dal desiderio di crearsi, come crede, una carriera artistica attiva e indipendente e, una volta ammesso ciò, essa ha comunque ragione dicendo che alla sua età non c'è da perdere dell'altro tempo. Non vorrei per nessuna cosa al mondo che la bambina s'immagini di essere sacrificata sull'altare della famiglia sotto forma di “infermiera” di un vecchio.
(Marx, Lettera a Engels, 12 gennaio 1882, Carteggio Marx Engels, Edizioni Rinascita, vol. VI, pagg. 340-341)
 
Il mese di dicembre è stato orribile ad Algeri, in gennaio c'è stato tempo buono, il febbraio è stato freddo e anche piuttosto piovoso. Ho acciuffato ancora i tre giorni 20, 21, 22 febbraio, i più freddi del detto mese passato. Privo di sonno, di appetito, con forte tosse, un po' perso, non senza lievi attacchi ogni tanto di una profunda melancholia , simile al grande Don Chisciotte. At once then [allora subito] ritorno in Europa, senza aver concluso nulla, con i faux frais , inoltre la prospettiva di avere per altre 2 notti la testa tormentata in una cabina dallo scandaloso rumore delle macchine! D'altra parte sfuggire sicuramente al quid pro quo con un viaggio immediato a Biskra, vicinissima al deserto del Sahara? Ma considerando i corrispondenti mezzi di comunicazione e di trasporto si rendeva necessario un nuovo viaggio di 7-8 giorni, molesto, e, secondo il consiglio di gente pratica delle condizioni, affatto tranquillo per una persona pro nunc invalida a causa di eventuali incidents prima di arrivare a Biskra!
(Marx, Lettera a Engels, 1 marzo 1882, Carteggio Marx Engels, Edizioni Rinascita, vol. VI, pag. 349)
 
My help [il mio aiuto] mi ha aperto proprio ora – dopo il breakfast – le fitte bolle d'acqua, molto gonfie, che si erano formate sul petto a causa delle frizioni di ieri, ecc.; dopo di che posso starmene comodamente ancora un'ora o due a impigrire nel letto; qui ti scribacchio queste poche righe su una cartolina, perché non c'è tempo da perdere, giacché il messo esce eccezionalmente presto per andar ad Algeri e imbucarvi le lettere alla posta.
(Marx, Lettera a Engels, 23 marzo 1882, Carteggio Marx Engels, Edizioni Rinascita, vol. VI, pag. 354)
 
Quest'oggi, poco prima del déjeuner (è servito a quarter past 11 o alle 11 e mezza invece) è venuto il dott. Stephann con lo scopo particolare di “dedicare” al tatuaggio i punti più bassi della schiena e del petto da lui stesso segnalati e riservati per l'attacco a lui stesso. Prima, come ad ogni visita, esame a fondo; per la parte di gran lunga maggiore del lato sinistro status molto migliore; i punti più bassi di cui si è detto, che invece del tono musicale di Helmholtz ora fanno soltanto un cupo rumore, potranno esser messi a posto solo un po' alla volta (e il cattivo tempo impedisce un processo più rapido). Stephann mi ha dichiarato oggi per la prima volta – evidentemente perché mi ritiene rimesso al punto da poter parlare senza riguardi – che fin dal mio arrivo ad Algeri avevo portato con me una rechute molto seria. Che l'épanchement [sfogo] si era potuto circoscrivere solo con i véscicatoires . La cosa andò meglio di quel che potesse prevedere. Tuttavia, per parecchi anni dovrò vivere con molte cautele. Che mi avrebbe dato un referto scritto al momento della mia partenza da Algeri, specialmente per il mio medico di Londra. Con gente della mia età l'esperienza delle rechutes non è affatto da ripetere molte volte. Alcune ore dopo il dejeuner il tableau sulla mia pelle cominciò a farsi sentire cattivo e forte; come qualcuno che sente la propria epidermide diventata troppo corta e vuole uscirne con uno scoppio; è stata una cosa dolorosa per tutta la notte; grattarmi mi era proibito in via assoluta.
(Marx, Lettera a Engels, 31 marzo 1882, Carteggio Marx Engels, Edizioni Rinascita, vol. VI, pagg. 355_356)
 
A proposito, al cospetto del sole ho messo da parte la mia barba da profeta e la parrucca in testa, ma (siccome è meglio che le mie figlie mi abbiano così) prima del sacrificio dei capelli sull'altare di un barbiere algerino mi sono fatto fotografare. Riceverò le fotografie domenica prossima (30 aprile).
(Marx, Lettera a Engels, 28 aprile 1882, Carteggio Marx Engels, Edizioni Rinascita, vol. VI, pag. 361)
 
Siccome egli stesso mi considerava collega in medicina, either theoretically or practically , parlò senza peli sulla lingua dopo avermi auscultato e percosso. E con mio spavento – la pleuresia c'è di nuovo, anche se meno acuta, solo in un punto a sinistra sulla schiena; la bronchite invece più o meno – cronica!
(Marx, Lettera a Engels, 20 maggio 1882, Carteggio Marx Engels, Edizioni Rinascita, vol. VI, pag. 365)
 
Lunedì scorso (31 luglio) il dott. Feugier ha trovato, auscultandomi, che il rantolo persiste tuttora, benché più debole; dice che questo tempo è malignamente sfavorevole proprio per queste specie di malattie. In media i pazienti fanno la cura dello zolfo solo per tre settimane; molti infatti non la sopportano più a lungo senza esporsi ad attacchi di febbre; ecc. Data la mia costituzione per il resto robusta, egli ritiene che sia la miglior cosa che io prolunghi la cura – siccome anche la tosse mi disturba ancora, specialmente di mattina - fino alla metà di agosto , facendo inhalation, baths, douches e bevendo alla fonte dell'acqua solforosa; più in là di quel termine sarebbe di effetto contrario. Naturalmente mi sottometto in pieno al consiglio medico. Certo, d'altra parte si farà troppo tardi per il progetto dell'Engadina; sia Feugier che Dourlen temono che io andandoci possa espormi ad adventures della temperatura, che meno che mai nelle mie condizioni si devono provocare senza necessità. Spero che tu venga qui comunque per alcuni giorni (i Lafargue troveranno facilmente alloggio a Parigi), non solo perché possa consigliarmi con te sul que faire après , ma capirai in modo speciale quanto desiderio io abbia di rivederti dopo tutti questi damned vésicatoires ! E un paio di volte prossimo ad andarmene! (…)
Effettivamente non ricordo dove si trovi nella mia biblioteca il grande opus di Loria; e non mi sembra neanche valga la pena che tu ti disturbi a cercarlo. Tu sai che dopo la lettura dell'opus (o rather della prima metà del libro, poiché le fantasie del sig. Loria nella seconda metà, su come debba essere costruito oggettivamente il suo ideale normale, la piccola proprietà fondiaria, ossia la piccola proprietà contadina, non ho avuto la pazienza se non di sfogliarle) la nauseante adulazione privata nei miei confronti e il pubblico atteggiamento di “superiorità”, come pure alcune falsificazioni delle mie opinioni con lo scopo di poterle comfutare più comodamente, non mi sono riusciti affatto edificanti. Tuttavia, benché alla mia prima impressione non volessi aver nulla a che fare con lui, entrai poi in rapporti un po' più stretti, perché mostrava talento, perché aveva sgobbato molto; perché era un povero diavolo che mi scriveva molto del suo desiderio di sapere; perché era ancor molto giovane e perché le sue tendenze, veramente affatto giovanili, bensì molto sapute e da vecchio, mi sembrano spiegabili in parte con la situazione italiana, in parte con la scuola da cui proveniva; allo stesso modo perché faceva del suo meglio per appropriarsi il metodo d'indagine trovato nel Capitale , per quanto allora gli fosse possibile farlo, talvolta non senza risultato. Che egli evidentemente si lusingasse di aver fatto apparire antiquato il Capitale nella sua Proprietà fondiaria , mi divertiva e mi piaceva. Con tutto ciò mi erano rimasti specialmente dei dubbi circa il “carattere” del giovinotto.
Ma dopo aver dato una scorsa a questi due opuscoli, ho dato a Tussy, due giorni dopo il suo arrivo qui, il mio giudizio conclusivo e definitivo molto categorico, in parole – indovina! - in espressioni letteralmente identiche a quelle che la stessa Tussy era stupita di ritrovare nella tua lettera del 31 luglio che le comunicavo! Dunque noi, tu ed io, siamo giunti non solo allo stesso risultato, ma alla sua formulazione esattamente eguale! In queste condizioni in avvenire si potrà assumere nei suoi confronti solo un atteggiamento di ironico distacco senza entrare più in merito alla cosa in nessun modo! Egli è molto peggiore del piccolo Kautsky che per lo meno ha molta buona volontà.
(Marx, Lettera a Engels, 3 agosto 1882, Carteggio Marx Engels, Edizioni Rinascita, vol. VI, pagg. 373-374-375)
 
Le cure così altruistiche che hai per me sono incredibili, e spesso nel mio intimo mi vergogno, ma in questo momento non voglio entrare più a fondo in questo tema.
Il mio progetto, prima di lasciare Parigi, era di stare a Londra e di essere insieme a te at all events [ad ogni modo] per lo meno durante l'ottobre.
(Marx, Lettera a Engels, 16 settembre 1882, Carteggio Marx-Engels, Edizioni Rinascita, vol. VI, pag. 387)
 
Ti rimando il Prolétaire. È difficile dire chi sia più grande, se Lafargue che ha versato le sue ispirazioni oracolari sul seno di Malon e Brousse, o invece questi due eroi, due stelle unite che non solo mentono coscientemente, ma danno perfino da intendere a se stessi che il mondo esterno non ha altro da fare che da “intrigare” contro di essi, che realmente tutto il mondo ha la scatola cranica fatta allo stesso modo di quella della nobile coppia. (…)
Sarebbe dunque ora, dicevo, che Lafargue ponesse fine alle sue puerili vanterie sui fatti orripilanti che porterà la sua rivoluzione dell'avvenire. Questa volta è stato turlupinato ben bene da se stesso. Spaventato naturalmente dal fatto che un qualsiasi giornale di denunciatori abbia ristampato dall'Etendard soppresso degli orrendi estratti anarchici di tono contrario ai regolamenti di polizia, che quel giornale quindi “proceda più oltre” che Paul Lafargue, oracolo brevettato del socialisme scientifique , spaventato da simile rivalità rivoluzionaria, Lafargue cita se stesso (e in questi ultimi tempi si è abituato proprio bene a non disseminare nel mondo semplicemente i suoi oracoli, ma li “fissa” anche citandoli egli stesso) per dimostrare che l'Etendard , e quindi l'anarchismo, non ha fatto che copiare la scienza di Lafargue et Co., intendendo però di realizzarla intempestivamente, prematuramente. Così succede talvolta agli oracoli; quella che ritengono sia la propria ispirazione, spessissimo invece non è che una reminiscenza rimasta nella memoria. E quello che ha scritto Lafargue e quello che egli “cita” di se stesso – in realtà non è che la reminescenza di una ricetta di Bakunin. Lafargue è effettivamente l'ultimo discepolo di Bakunin che creda seriamente in lui. Che si rilegga il suo opuscolo scritto con te sulla Alliance e si renderà conto di dove abbia preso le sue novissime munizioni. Infatti c'è voluto molto tempo perché had understood il Bakunin and, into the bargain has misunderstood him [capisce Bakunin e, per giunta, lo ha capito male].
Longuet ultimo proudhoniano e Lafargue ultimo bakunista!
(Marx, Lettera a Engels, 11 novembre 1882, Carteggio Marx Engels, Edizioni Rinascita, vol. VI, pagg. 397-398)
 
Ho ricevuto l'assegno. Molti ringraziamenti.
Sam, come hai visto subito anche tu, critica il metodo analitico applicato da me mettendolo tranquillamente in disparte; invece si occupa dell'applicazione geometrica di cui ancora non ho detto parola.
Allo stesso modo potrei liquidare lo svolgimento del cosiddetto metodo differenziale vero e proprio, cominciando dal metodo mistico di Newton e Leibniz, passando poi al metodo razionalistico di d'Alembert e di Eulero e concludendo con il metodo rigorosamente algebrico del Lagrange (che purtuttavia parte dalla medesima originaria concezione fondamentale di Newton-Leibniz) potrei, dicevo, liquidare tutto questo svolgimento storico dell'analisi dicendo che in via pratica nulla è cambiato sostanzialmente nell'applicazione geometrica del calcolo differenziale ossia nell'oggettivazione geometrica.
(Marx, Lettera a Engels, 22 novembre 1882, Carteggio Marx Engels, Edizioni Rinascita, vol. VI, pag. 401)
 
1883
 
A partire dai lunghi arresti in casa, tuttora interrotti solo eccezionalmente, ma in modo speciale in seguito a un continuo malessere ossia, per esprimermi esteticamente in tedesco meridionale à la Madame Karl Blind, già Cohen, in seguito a un quotidiano “far i gattini” - (conseguenza questa della tosse) – finora sono stato poco in grado di mandar avanti la revisione. Ma con pazienza e con un pedante controllo su me stesso credo di rimettermi presto in carreggiata.
(Marx, Lettera a Engels, 10 gennaio 1883, Carteggio Marx Engels, Edizioni Rinascita, vol. VI, pag. 423)
19 dicembre 2018