Trump prepara le atomiche “leggere”
Per contrastare il riarmo nucleare di Cina e Russia
L'Italia coinvolta nel piano del presidente Usa

Nel corso di una recente riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, il Ministro degli esteri russo Sergej Lavrov aveva confermato che il suo paese non aderirà al Trattato per la proibizione delle armi nucleari, approvato il 7 luglio scorso dall'Assemblea generale, poiché “la totale eliminazione degli armamenti nucleari sarà possibile solo in un contesto di disarmo totale e universale”. Cioè mai, stante l'imperialismo, confermato anche in occasione del voto Onu da Stati Uniti, Regno Unito e Francia che avevano ribadito di non volere alcun vincolo alla loro politica di “deterrenza nucleare”; anche la Cina era fuori dall'intesa. Russia, Francia e Gran Bretagna andavano invece a braccetto sul Trattato per il bando totale dei test nucleari, che hanno firmato e ratificato; Usa e Cina dovrebbero farlo, dato che tutti i paesi imperialisti intendono il trattato come un'arma per impedire a altri paesi di sviluppare la tecnologia nucleare e armi nucleari mentre loro continuano a spadroneggiare indisturbati. A cominciare dalla prima potenza nucleare mondiale, l'imperialismo americano.
Secondo quanto anticipato da quotidiani inglesi e americani, e confermato dal Pentagono, il Dipartimento della Difesa ha recentemente consegnato alla Casa Bianca il documento sull'analisi dell'adeguatezza dell'arsenale nucleare americano che Donald Trump aveva chiesto poco dopo il suo insediamento un anno fa, pensando a un rafforzamento. Entro fine gennaio è attesa la decisione del presidente che tra le altre dovrebbe dare il via alla fabbricazione di bombe atomiche più piccole e più precise, dei nuovi ordigni nucleari “tattici” da installare fra due anni sulle testate dei missili Trident in dotazione ai sottomarini statunitensi Ohio e inglesi Vanguard o sui missili Cruise in dotazione alla Marina americana.
Il riarmo nucleare di Trump vuole contrastare il parallelo riarmo nucleare di Cina e Russia e fornire all'imperialismo americano un'arma atomica che nelle strategie belliciste potrebbe essere impiegata per attacchi di precisione da postazioni mobili nascoste in mare aperto come i sottomarini. Una volta messe a punto queste atomiche “leggere”, che vengono presentate da parte dei militari come gestibili alla pari delle superbombe, sono altrettanto pericolose delle atomiche più grandi e anzi la loro apparente facilità di impiego aumenta le minacce di un conflitto nucleare che può scoppiare più facilmente, senza alcuna certezza che si fermi a livello locale. I primi bersagli che tra due anni potrebbero finire nel mirino dei missili a testata nucleare “leggera” dell'imperialismo americano sono già definiti: la Corea del Nord e l'Iran.
Secondo il documento del Pentagono queste nuove armi non violerebbero i trattati esistenti sulla limitazione o riduzione delle armi nucleari, che riguarderebbero quelle installate sulle testate di missili basati a terra come il trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) siglato a Washington l'8 dicembre 1987 che portò all'eliminazione degli euromissili, ossia dei missili nucleari a raggio intermedio installati da Washington e Mosca sul territorio europeo. Poco più di un mese fa, il 14 dicembre, il presidente russo Vladimir Putin aveva denuncito che gli Stati Uniti violavano il trattato con le basi antimissile costruite in Romania ed in Polonia mentre Trump rigirava la frittata e dichiarava che era la Russia a violarlo poiché possiede dei missili schierati sul confine con la Nato di gittata superiore rispetto a quella stabilita nel 1987.
Nel documento sulla National security strategy (Nss), la “Strategia della sicurezza nazionale degli Stati uniti” che ha firmato a metà dicembre e che aggiorna quello redatto dalla precedente amministrazione Obama nel 2015, Trump ribadisce tra l'altro che “Finché sarò Presidente, i militari e le donne che difendono la nostra nazione avranno le attrezzature, le risorse e il finanziamento di cui hanno bisogno per proteggere la nostra patria, per rispondere ai nostri nemici in modo rapido e deciso, e, quando necessario, combattere, sopraffare e vincere sempre, sempre, sempre”. Sono tre i principali gruppi di nemici: le due concorrenti imperialiste Cina e Russia, gli “stati canaglia” dell'Iran e della Corea del Nord e le organizzazioni “terroriste” a partire dallo Stato islamico che “stanno attivamente fronteggiando gli Stati Uniti e i nostri alleati e partner”. Per vincere contro questi nemici servono anche le atomiche “leggere”, quelle cui Trump darà a breve il via libera alla costruzione e installazione.
Il programma atomico dell'imperialismo italiano ci riguarda direttamente perché l'Italia ne è coinvolta appieno. Il documento del Pentagono evidenzia l'importanza del contributo Nato a sostegno della politica della deterrenza atomica e fa in particolare riferimento agli “aerei a doppio ruolo degli alleati”, nel nostro caso i cacciabombardieri dell'Aeronautica che possono trasportare le bombe atomiche custodite nelle basi Usa in Italia. Ce ne sono almeno 70 di bombe atomiche piccole, definite “tattiche” e stivate a Aviano in Friuli e a Ghedi, presso Brescia, destinate ai caccia Tornado italiani e prossimamente agli F-35 che li sostituiranno.
L'amministrazione Trump chiede “agli alleati Nato di impegnarsi nell'ammodernamento dei loro sistemi militari” ai quali gli Usa “metteranno a disposizione le armi atomiche schierate in Europa” e assicura che “queste forze forniscono un legame politico e militare essenziale tra Stati Uniti ed Europa e sono la garanzia suprema per la sicurezza dell'Alleanza”. Sono invece la certezza per il popolo italiano di essere vittima del coinvolgimento dell'Italia nei piani dell'imperialismo americano e a vantaggio solo dell'imperialismo italiano e confermano la validità della richiesta di via l'Italia dalla Nato, via la Nato e le sue bombe dall'Italia.

24 gennaio 2018