Documento del Comitato centrale del PMLI
Solo il socialismo può cambiare l'Italia e dare il potere al proletariato
Astieniti se vuoi dare il tuo voto al socialismo e al PMLI

Nelle elezioni del 4 marzo 2018, come sempre in simili casi, si confrontano e si scontrano due linee: quella del proletariato e quella della borghesia. La prima propone di abbattere il capitalismo, istituire il socialismo e dare il potere al proletariato. La seconda propone di migliorare il capitalismo e lasciare al potere la borghesia. La scelta politica-elettorale quindi è: o col proletariato e il socialismo o con la borghesia e il capitalismo. Non ne esiste un'altra.
Tutti i partiti e i movimenti che hanno presentato delle liste, nessuno escluso, stanno con la borghesia e il capitalismo poiché si riconoscono, sia pure con sfumature e accenti diversi, nella vigente Costituzione, che tra l'altro non è più quella del 1948, la suprema legge del capitalismo che impedisce al proletariato e al suo Partito di prendere il potere politico e di instaurare il socialismo per via pacifica e parlamentare.
Solo il nostro Partito, il PMLI, sta dalla parte del socialismo e del proletariato, la classe composta dalle operaie e dagli operai che produce tutta la ricchezza del Paese ma ne riceve solo le briciole. Per questo elettoralmente ci asteniamo e invitiamo tutti i fautori del socialismo e chi lotta per una nuova società ad astenersi. L'unico voto anticapitalista e per il socialismo possibile nelle condizioni politiche e sociali e della lotta di classe in Italia.
Sono passati 157 anni dall'Unità d'Italia ma il capitalismo non è ancora riuscito a risolvere i due principali problemi economici e sociali del Paese: le disuguaglianze sociali e il divario tra il Sud e il Nord. E non li potrà mai risolvere pienamente perché per sua natura pensa principalmente ad arricchire i capitalisti, i grandi azionisti, i banchieri, i manager, i vertici della magistratura, delle forze armate e delle “forze dell'ordine”, gli alti burocrati dello Stato e a sviluppare le zone dove l'economia, la finanza, l'industria, l'agricoltura e i servizi sono più forti e concentrati.
Mentre ha prodotto guerre e fascismo, qualsiasi sia stato il governo che ne ha curato gli interessi e gli affari, da quelli di Mussolini, di De Gasperi, di Berlusconi fino a quelli di Renzi e Gentiloni. Questi ultimi sostengono le avventure militari imperialiste dell'Italia in 24 Stati di tre continenti (Europa, Asia e Africa) con 35 missioni, l'ultima in Niger, che impiegano circa 6.500 militari che costano 1,5 miliardi di euro l'anno. Governi antifascisti a parole, che non hanno avuto nemmeno il coraggio di mettere fuori legge i gruppi neofascisti e i gruppi neonazisti, che scorrazzano squadristicamente per l'Italia, ammessi anche alle elezioni. Il nuovo duce Renzi addirittura vuole la rivincita sul 4 dicembre per completare il regime neofascista secondo il piano della P2 di Gelli attuato dai governi di Craxi e di Berlusconi.
I fatti dimostrano che nessun governo, anche se fosse guidato dal Movimento 5 stelle, da Liberi e uguali, da Potere al popolo, sarebbe in grado di fare cose diverse da quelle che impone il capitalismo poiché è il sistema economico e la classe al potere che decidono tutto. Votare i partiti del regime, che siano di destra o di “sinistra”, è quindi come votare il capitalismo e la classe dominante borghese, e lasciare le cose come stanno.
Il nostro Partito invece vuole cambiare radicalmente l'Italia nell'economia, nelle istituzioni, nell'ordinamento giuridico, nell'istruzione, nella cultura, nell'arte, nella morale, nello stile di vita per dare al popolo italiano una vita senza sfruttamento, oppressione, disoccupazione, povertà, disuguaglianze sociali e di genere e guerre.
Questo si può fare solo abbattendo con la rivoluzione proletaria il capitalismo, instaurando il socialismo e dando il potere al proletariato. Il socialismo è la nostra stella polare. Lo abbiamo deciso al Congresso di fondazione del PMLI, il 9 Aprile 1977, e codificato con le seguenti parole del punto XI del Programma generale del Partito: “Solo il socialismo può salvare l'Italia dallo sfacelo, dalla miseria, dal fascismo e dalla guerra. Solo il socialismo può fare dell'Italia un paese prospero, avanzato, libero, indipendente e pacifico.
Il socialismo è la svolta più radicale che abbia mai conosciuto la storia del nostro Paese, è il passaggio violento del potere dalla minoranza degli sfruttatori alla maggioranza degli sfruttati, il passaggio dalla barbarie alla civiltà, dalla vecchia società basata sulla proprietà privata e sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo ad una società basata sulla proprietà collettiva dei mezzi di produzione e senza più sfruttamento. Il socialismo è il proletariato organizzato in classe dominante; è il regno della democrazia, della libertà e del benessere per i lavoratori, la preparazione materiale e politica al comunismo. Il socialismo, sovvertendo tutti i vecchi valori e le vecchie concezioni del mondo, facendo tabula rasa delle vecchie istituzioni, dei partiti borghesi, revisionisti e pseudo-operai, e instaurando una nuova organizzazione economica, sociale e politica, rappresenta la società più progredita, più giusta e più umana che la storia abbia mai conosciuto.
Nel socialismo non ci può essere nessun tipo di 'pluralismo', né sul piano filosofico, ideologico, culturale e morale, né sul piano politico, economico e partitico; nel socialismo non può essere concessa alcuna libertà alla borghesia e al revisionismo, tutto lo spazio, tutto il potere deve essere utilizzato ed esercitato solo dalla classe operaia e dai suoi alleati attraverso la dittatura del proletariato, sotto la direzione del Partito, che è l'unica forza dirigente dello Stato e della società socialista.
Il socialismo non è lo Stato di tutto il popolo, ma la dittatura del proletariato, della classe direttamente interessata alla soppressione di ogni forma di proprietà privata, conseguentemente rivoluzionaria, che ha la coscienza dei propri compiti e la capacità di attuarli, che esprime gli interessi effettivi dei lavoratori.
La dittatura del proletariato è il potere assoluto della classe operaia, non vincolato e limitato da alcuna legge e che poggia sulla violenza con la quale gli ex sfruttati reprimono, schiacciano e annientano ogni resistenza degli sfruttatori abbattuti e trasformano la società secondo la propria concezione del mondo. La dittatura del proletariato è la più alta forma di democrazia e si contrappone nel carattere e nella sostanza alla democrazia borghese, che costituisce la forma mascherata della dittatura del capitale. Mentre la democrazia borghese, che si presenta con la maschera dell'eguaglianza formale, è fondata sull'ineguaglianza economica e sociale e rappresenta il dominio di una minoranza di sfruttatori sulla maggioranza degli sfruttati, la democrazia proletaria è effettiva poiché è basata sulla libertà dallo sfruttamento materiale e rappresenta il dominio della maggioranza di lavoratori sulla minoranza di sfruttatori.
La dittatura del proletariato ha di fronte a sé cinque compiti da assolvere. Il primo compito consiste nel rovesciare completamente gli sfruttatori borghesi, nel distruggere di sana pianta la loro macchina statale, nello strappare dalle loro mani gli strumenti del potere economico, politico e culturale, nello schiacciare la loro resistenza e ogni loro tentativo di restaurare il capitalismo, e nell'instaurare uno Stato e un'economia socialisti. Il secondo compito consiste nel conquistare interamente e stabilmente al socialismo tutte le masse lavoratrici non proletarie e renderle parte attiva dell'edificazione della nuova società attraverso l'educazione, l'organizzazione, la liberazione dal loro stato di bisogno, di schiavitù, di miseria e di ignoranza e la loro esperienza pratica. Il terzo compito consiste nel neutralizzare e nel rendere inoffensivi i piccoli imprenditori, i commercianti, i piccoli proprietari rurali, gli strati superiori degli intellettuali e degli impiegati, ecc., che inevitabilmente oscillano tra il proletariato e la borghesia, tra la democrazia borghese e la dittatura del proletariato, e che potranno essere conquistati al socialismo solo dopo un lungo, abile e duttile lavoro politico. Il quarto compito consiste nell'eliminare completamente tutti i residui del capitalismo e consolidare e sviluppare a livelli sempre più alti e completi le forme economiche e politiche socialiste, portando la rivoluzione fino in fondo su tutti i campi della struttura e della sovrastruttura attraverso la rivoluzione culturale proletaria. Il quinto compito consiste nel difendere e salvaguardare i successi e la continuità del socialismo dai pericoli di una restaurazione del capitalismo e dalla minaccia di sovversione e di aggressione dell'imperialismo, poiché durante il lungo periodo storico del socialismo esistono ancora le classi, le contraddizioni di classe e la lotta di classe, e la lotta tra la via socialista e la via capitalista. Questo compito può essere assolto dal Partito solo facendo assegnamento sulla teoria della continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato e sulla pratica guidata da questa teoria.
La dittatura del proletariato è l'unico mezzo per poter passare dal capitalismo al comunismo”.
Ovviamente, date le condizioni oggettive e soggettive del nostro Paese, il socialismo non è dietro l'angolo, ma possiamo progressivamente avvicinarci ad esso se le avanguardie del proletariato, delle masse lavoratrici, pensionate, disoccupate, popolari, femminili e giovanili e le elettrici e gli elettori coscienti faranno propria questa proposta strategica e si uniranno al PMLI. Anche sul piano elettorale, astenendosi (disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco) e creando in tutte le città e in tutti i quartieri le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta.
Le Assemblee popolari devono essere costituite in ogni quartiere da tutti gli abitanti ivi residenti - compresi le ragazze e i ragazzi di 14 anni - che si dichiarano anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti e fautori del socialismo e disposti a combattere politicamente ed elettoralmente le istituzioni borghesi, i governi centrale e locali borghesi e il sistema capitalista e il suo regime.
Ogni Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato popolare e l'Assemblea dei Comitati elegge, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E così via fino all'elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare nazionale.
I Comitati popolari devono essere composti dagli elementi più combattivi, coraggiosi e preparati delle masse anticapitaliste, antifasciste, fautrici del socialismo eletti con voto palese su mandato revocabile in qualsiasi momento dalle Assemblee popolari territoriali. Le donne e gli uomini - eleggibili fin dall'età di 16 anni - devono essere rappresentati in maniera paritaria.
I Comitati popolari di quartiere, cittadino, provinciale e regionale e il Comitato popolare nazionale devono rappresentare il contraltare, la centrale alternativa e antagonista rispettivamente delle amministrazioni ufficiali locali e dei governi regionali e centrale.
Al primo posto della piattaforma rivendicativa del PMLI ci sono i diritti sociali, nell'ordine: lavoro, casa, salute, pensione, istruzione. In questa occasione trattiamo solo la questione fondamentale del lavoro da cui dipende la vita delle persone, a cominciare dai giovani. Ne parlano anche i partiti del regime, ma non nella nostra stessa misura e con la stessa determinazione.
Per noi lavoro significa anzitutto lavoro stabile, a salario intero a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti i disoccupati, i lavoratori e gli immigrati, per i lavoratori agricoli, compresi i braccianti nelle grandi e medie imprese, per tutte le ragazze e i ragazzi a termine degli studi, e rifiuto di ogni forma di reddito di cittadinanza. Lavoro per noi significa anche abrogare l’articolo sul pareggio di bilancio nella Costituzione, il Jobs Act, il pacchetto Treu, le leggi Biagi, l’art. 8 del decreto legge 138/2011, la legge sulla limitazione del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, abolire il precariato, ogni forma di lavoro gratuito o sottopagato, il lavoro a chiamata, il lavoro a termine, il contratto a tempo determinato, il part-time, l’apprendistato, il lavoro a cottimo dei fattorini, il caporalato, significa assunzione a tempo indeterminato di tutti i precari della pubblica amministrazione, parità dei salari e dei diritti per le lavoratrici e i lavoratori, compreso gli immigrati, ripristino della scala mobile, sanatoria per le maestre e i maestri non laureati, aumento sostanzioso dei salari, adeguare gli stipendi di docenti e personale Ata agli standard europei, respingere il salario minimo per legge, difendere il diritto di sciopero, il contratto nazionale di lavoro e battersi contro il welfare aziendale, il contratto individuale e l’accordo interconfederale del 2014 sulla rappresentanza, una legge che garantisca il diritto di scegliere liberamente la propria rappresentanza sindacale e di essere elettori ed eleggibili senza il vincolo della sottoscrizione degli accordi, significa ripristinare l’art. 18 ed estenderlo alle aziende con meno di 15 dipendenti, lavorare tutti ma lavorare meno a parità di salario, ridurre l’orario di lavoro a 32 ore settimanali, indennità di disoccupazione e di inoccupazione anche per le casalinghe senza alcun reddito e che non trovano lavoro.
Chi condivide questo documento è calorosamente invitato a unirsi subito ai marxisti-leninisti nelle Squadre di propaganda dell'astensionismo tattico marxista-leninista per propagandarlo e per aiutare le elettrici e gli elettori a capire qual è il giusto orientamento politico ed elettorale da seguire per cambiare l'Italia, per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle masse, per avanzare sulla via dell'Ottobre verso l'Italia unita, rossa e socialista. Più astensionisti coscienti siamo, più duri e devastanti colpi daremo al capitalismo, al regime neofascista e ai suoi partiti, alle ingannatrici e oppressive istituzioni rappresentative borghesi colluse con la mafia.
Uniamoci per far vincere l'astensionismo marxista-leninista contro i partiti con e senza stelle del capitalismo e del regime neofascista!
Uniamoci per combattere ogni illusione elettorale, parlamentare, governativa, costituzionale, riformista e pacifista!
Uniamoci per delegittimare le istituzioni rappresentative borghesi e per creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo!
Solo il socialismo può cambiare l'Italia e dare il potere al proletariato!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
 
 
Il Comitato centrale del PMLI
 

Firenze, 14 gennaio 2018