Squallore dell'elettoralismo borghese
Politicanti anticomunisti, falsi comunisti, corruttori, corrotti candidati del regime capitalista e neofascista
Renzi pigliatutto. Boschi superblindata. Cerno, ex fascista e ex condirettore di “Repubblica”, candidato del PD. Il vertice di Liberi e uguali si spartisce le candidature ignorando i territori. Il M5S pesca nella vecchia e alta borghesia e Potere al popolo tra i trotzkisti e tra i falsi comunisti

Altro che “liste pulite”, “codice etico” e “candidati incensurati”: nei giorni scorsi, in vista delle prossime elezioni politiche, abbiamo assistito a una guerra per bande senza precedenti combattuta tra le varie correnti e fazioni di partito all'interno delle rispettive segreterie per accaparrarsi i “collegi sicuri” o le prime posizioni nel listino del proporzionale.
Dunque il 4 marzo le elettrici e gli elettori non saranno chiamati a “scegliere i propri rappresentanti in parlamento” e men che meno a “decidere il futuro del Paese”.
Il voto serve solo a legittimare questa squallida pratica dell'elettoralismo borghese a cui prendono parte tutte le cosche parlamentari, dall'estrema destra all'estrema “sinistra” ivi compreso Liberi e uguali (LeU), Potere al Popolo (Pap) e 5Stelle, alle quali l'unica cosa che interessa davvero è l'accaparramento del consenso elettorale e la conseguente spartizione delle poltrone.
Le fumose parlamentarie dei 5Stelle dove, a detta del candidato premier Di Maio e dei suoi tirapiedi pentastellati, “uno vale uno”; o le primarie del PD, che tra l'altro questa volta non si sono nemmeno tenute perché ha deciso tutto il nuovo duce Renzi al termine di “un'esperienza devastante” come lui stesso l'ha definita; sono solo specchietti per le allodole.
La disputa per la composizione delle liste elettorali si è svolta tutta all'interno delle segreterie di partito e si è trasformata in una autentica “notte dei lunghi coltelli” dove i vari boss politici, da Berlusconi a Renzi, da Grasso a Di Maio, si sono garantiti per sé e i loro capicosca più fidati i collegi di sicura elezione.
Il caso più eclatante riguarda senza dubbio il PD dove i renziani si sono accaparrati il 90% delle candidature sia alla Camera che al Senato. Mentre la ex ministra e attuale sottosegrataria di Gentiloni, Maria Elena Boschi , è stata addirittura paracadutata dal suo collegio di Arezzo, dove in seguito al suo pesante coinvolgimento nello scandalo di banca Etruria rischiava di essere rincorsa dai risparmiatori truffati, in ben 5 collegi da Bolzano in Sicilia per essere sicura di essere rieletta.
Lo stesso metodo è stato adottato da Liberi e Uguali dove ad esempio Piero Grasso si è riservato due collegi proporzionali sicuri, in Sicilia e nel Lazio, evitando di rischiare la candidatura nell'uninominale. Altrettanti collegi sicuri Grasso li ha riservati anche ai suoi fedelissimi a cominciare da Laura Boldrini candidata alla Camera in ben quattro listini proporzionali in Lombardia, tra cui quello super sicuro di Milano, e anche all'uninominale a Pesaro. Paracadutati in collegi sicuri anche l'ex presidente di Legambiente, Rossella Muroni , candidata in tre listini proporzionali sicuri in Puglia; l'avvocato calabrese ex socialista e leader del “Brancaccio” Anna Falcone garantita in Friuli e in Lombardia, mentre il membro della segreteria nazionale di Sinistra Italiana, Claudio Riccio , è supergarantito in un collegio toscano. Garantiti anche tutti gli altri boss di partito che hanno dato vita a LeU a cominciare dal rinnegato D'Alema candidato sia all'uninominale che al proporzionale nel suo feudo di Gallipoli; Speranza in Toscana e nel Lazio; l'ex “comunista” Fratoianni a Torino e a Pisa e Civati a Bergamo e Brescia.
Peggio ancora ha fatto il M5Stelle che a Torino ad esempio ha cassato dalle liste Marco Corfiati vincitore delle parlamentarie e al suo posto Di Maio ha imposto la candidatura di Paolo Turati fino a poco tempo fa sostenitore di Mercedes Bresso, Roberto Cota, Gaetano Quagliariello, simpatizzante della destra austriaca di Sebastian Kurz e autore di vari commenti xenofobi e razzisti contro gli immigrati pubblicati sul web.
Del resto basta scorrere le liste per rendersi conto che non è assolutamente vero che le candidature “sono legate al territorio” e men che meno incarnano le istanze delle masse popolari.
Ai capibastone che guidano i partiti del regime e le coalizioni in lizza dei problemi delle masse popolari, dei disoccupati, dei precari, dei giovani e dei pensionati non interessa un bel niente.
Altro che “eccellenze... campioni dello sport e del sociale... super competenti con l'obiettivo di creare il gruppo migliore che il parlamento abbia mai avuto” come ciancia Di Maio.
La verità è che le liste elettorali, oltre che di politicanti borghesi al servizio del capitalismo e dell'alta finanza, sono zeppe di mafiosi, delinquenti, corrotti, tangentisti, pregiudicati, fascisti, golpisti, vecchi democristiani, falsi comunisti, trozkisti, voltagabbana e riciclati della peggior specie.
Sono pronti a scannarsi anche fra di loro per una poltrona in parlamento ma allo stesso tempo sono tutti coalizzati contro l'astensionismo per riuscire a “incanalare la protesta nelle istituzioni” parlamentari borghesi come dimostrano le loro biografie di molti di loro di seguito riportate:
Liberi e Uguali
I candidati impresentabili affiorano anche nella lista nata dall'accordo tra MdP dei rinnegati Bersani (Avanguardia comunista e poi PCI) e D'Alema e Sinistra italiana di Fratoianni e Fassina e capeggiata dal magistrato liberal borghese Grasso in lizza col chiaro obiettivo di recuperare la “sinistra” PD e soprattutto arginare l'avanzata astensionista.
Fra gli altri nel collegio di Avellino spicca, Giancarlo Giordano , imputato per abuso d’ufficio per la mancata bonifica di Isochimica.
In Puglia è candidato Gabriele Abaterusso , figlio dell'ex deputato Ernesto, entrambi condannati a 1 anno e mezzo di reclusione in primo e secondo grado nel processo per la megatruffa all’Inps ma salvati dalla prescrizione del reato. Gabriele inoltre aveva una precedente condanna per bancarotta annullata dalla Cassazione che ha rinviato il processo alla Corte di Appello di Lecce.
Potere al popolo
La nuova accozzaglia elettoralista e trotzkista egemonizzata dal PRC, capeggiata da Viola Carofalo (non candidata) e fondata il 17 dicembre scorso per ingannare i sinceri anticapitalisti e fautori del socialismo, e in particolare i giovani, sviandoli dall'astensionismo attivo propugnato dal PMLI, schiera tra i suoi candidati anticomunisti del calibro di Giuseppe Aragno in lizza a Napoli nel collegio uninominale della Camera, considerato l'“ideologo” della nuova formazione politica fondata il 17 dicembre scorso. Storico, formatosi alla scuola del fascista Renzo De Felice, che non ha mai rinnegato, Aragno è da sempre su posizioni anarcoidi e trotzkiste. Alle ultime elezioni amministrative ha sostenuto il movimento di De Magistris, divenendo poi il coordinatore di Democrazia Autonomia dell'ambizioso sindaco di Napoli.
Candidati anche trotzkisti a 24 carati come Giorgio Cremaschi: allievo prediletto del defunto trotzkista Claudio Sabattini quando era Segretario nazionale della Fiom, è candidato alla Camera come capolista per il proporzionale a Napoli e per l'uninominale a Bologna. Operaista, ex bertinottiano e già membro di PCI, PDS, DS e PRC. Imbroglione anticomunista già teorizzatore della non violenza che nel 2015, dopo aver lasciato la CGIL, ha tentato un approccio anche coi Cinquestelle scrivendo il secondo e il terzo post sul blog di Grillo in cui si definiscono ruolo e organizzazione interna dei sindacati e ha contribuito anche alla stesura del programma-lavoro del Movimento di Di Maio. In passato ex segretario generale della Fiom-CGIL, ex leader dell'area programmatica interna alla CGIL “Rete 28 Aprile” nel 2005 e successivamente de “Il sindacato è un'altra cosa” nel 2013. Promotore del comitato “No Debito” nel 2011. Organizzatore della rete nazionale Ross@ nel 2013 e successivamente leader di Eurostop.
Lidia Menapace ex democristiana, cattolica pacifista storica, candidata a Trento, già dirigente del “Manifesto” trozkista e del PRC, nonché presidente della Commissione Difesa del Senato nel secondo governo Prodi che votò a favore del finanziamento della missione di guerra imperialista in Afghanistan. Danilo Risi è candidato capolista al collegio plurinominale del Senato Campania. Militante nell'organizzazione trotzkista sedicente “Quarta Internazionale”. Candidato nel 2006 alle elezioni comunali nella lista “Decidiamo insieme” con Rossi Doria Sindaco. Quindi si iscrive al PRC e con Rifondazione sostiene Luigi de Magistris nella prima elezione a sindaco di Napoli che a sua volta lo ringrazia con l'affidamento del ruolo di responsabile di staff nell’Assessorato all’Ambiente del Comune di Napoli. Attualmente Risi è membro dell’esecutivo nazionale dei Giuristi Democratici, membro della segreteria provinciale di Rifondazione Comunista (responsabile ambiente), consigliere dell’ATO Rifiuti Napoli 1.
Da segnalare anche Maurizio Acerbo, capolista a Roma, dal 2 aprile 2017, è il segretario nazionale del Partito della Rifondazione trozkista, pescarese, attivista dei collettivi studenteschi e nei movimenti pacifisti, ecologisti fin dagli anni '70, nel 1984 diventa segretario provinciale della FGCI (Federazione Giovanile Comunista Italiana) di Pescara, tra il 1985 e il 1990 è eletto consigliere comunale a Pescara, nel 1989 si schiera con Ingrao nella battaglia contro la liquidazione del PCI da parte di Occhetto, Veltroni e D’Alema, segretario regionale dell'Abruzzo del PRC fino al 2006, viene eletto alla Camera nel 2006 e nominato membro della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici, nel dicembre 2008 viene eletto anche consigliere regionale in Abruzzo.
Mauro Alboresi capolista in Emilia Romagna, è un falso comunista, revisionista e opportunista che dal luglio 2016 ricopre la carica di segretario nazionale del nuovo Pci, una formazione politica che vuole rilanciare l'inganno perpetrato per 70 anni dal vecchio PCI di Gramsci, Togliatti, Longo, Berlinguer ecc... ai danni delle masse operaie e popolari. “Noi comunisti – ha ribadito Alboresi in una recente intervista - siamo alternativi al Pd di Renzi che è l’espressione dei poteri forti, economici e finanziari” però non spiega come mai ad esempio in Sardegna dal 2014 fino al 3 gennaio 2017 lui e la sua cricca revisionista hanno sostenuto la maggioranza del governatore renziano Francesco Pigliaro. Non a caso è scritto nello statuto che: “Il Partito Comunista Italiano si richiama al miglior patrimonio politico e ideologico dell’esperienza storica del PCI, da Gramsci a Berlinguer, e in particolar modo al pensiero gramsciano e togliattiano”
Sandro Targetti membro della direzione nazionale della Rifondazione trotzkista, candidato alla Camera collegio Toscana 1 Firenze, ex FGCI, PCI, Avanguardia Operaia, Democrazia Proletaria e infine PRC con cui viene eletto consigliere comunale dal ‘95 al ‘99 e di cui è attuale capogruppo alla provincia di Firenze, sfidante nel 2004 con Sinistra Europea-Rifondazione comunista di Renzi a presidente della provincia, candidato nel 2008 a sindaco di Campi Bisenzio (FI) nella lista Sinistra Arcobaleno è eletto consigliere comunale. Michele Franco candidato al collegio uninominale al Senato Campania 2, ex dirigente dell’organizzazione bordighista OCI, vecchio militante e leader dell’USB. coordinatore regionale della Piattaforma Sociale Eurostop e redattore del quotidiano “comunista” on line Contropiano.org. Gianluca Cavotti candidato al collegio plurinominale della Camera Campania è un trotzkista fin dalla fondazione del PRC, sempre vicino all’area di Danilo Risi ed Elena Coccia. Domenico “Mimmo” Cordone candidato al Collegio plurinominale al Senato Campania 2, sindacalista USB nonché rappresentante dell’ala dei fuoriusciti dai trotzkisti filoterroristi e gramsciani dei Carc proveniente dal laboratorio politico “Casamatta” della zona Est di Napoli. Miriam Amato candidata alla Camera nel collegio Toscana 1 ovvero Prato, Pistoia (senza Quarrata), Lucca e Massa Carrara, nel 2014 si è presentata a candidata sindaco di Firenze nel M5S sfidando il piddino Nardella. Nel 2015 abbandona il M5S e insieme all'aretino Massimo Artini, espulso dal gruppo di Grillo, fonda “Percorso Comune” e successivamente a Firenze “Alternativa Libera”. Andrea Malpezzi candidato al senato nel collegio Toscana 1, segretario provinciale di Firenze per Rifondazione trozkista fino al 2015 poi candidato alle regionali toscane con Si Toscana antiastensionista sfegatato e grande estimatore di Sandro Pertini (sic!).
Altri candidati falsi comunisti di PaP sono: Eleonora Forenza , eurodeputata per l'Altra Europa-con Tsipras, gramsciana, femminista, membro della segreteria nazionale del PRC; Paolo Pietrangeli , trotzkista del PRC, poi passato a Sinistra ecologia e libertà di Nichi Vendola. Candidato non eletto alla Camera e al Senato per il PRC, rispettivamente nel 1996 e nel 2001. Per anni ha lavorato come regista in Fininvest di Silvio Berlusconi dirigendo, tra l'altro, “Maurizio Costanzo Show” e “Amici”. È l'autore della canzone “ultrasinistra” “Contessa”; Francesco Antonini , uno dei cinque soci fondatori dell'Assemblea di PaP, PRC, giornalista direttore di “Popoff”, già membro della redazione di “Liberazione”, organo del PRC
 

M5S
Candidature a dir poco impresentabili si trovano anche fra le liste del M5S dove Di Maio e la sua cricca hanno schierato quel “galantuomo” di Emanuele Dessì candidato al Senato nel listino proporzionale del collegio Lazio 3, considerato molto vicino alla deputata Roberta Lombardi la quale a sua volta è in lizza per la presidenza della Regione Lazio. Infatti Dessì fa parte a pieno titolo proprio di quella casta che il M5Stelle dice di voler combattere. Vive a scrocco in un appartamento di proprietà dell’Ater – l’azienda comunale che si occupa dell’edilizia popolare – che gli è stato assegnato dal comune di Frascati e per il quale paga un affitto annuale pari a 93 euro, meno di 8 euro al mese. La cosa fa ancora più rabbia se si pensa che Dessì è stato anche consigliere comunale a Frascati dal 2014 fino allo scioglimento del municipio a guida PD deciso nel 2016 in seguito alla bocciatura dei Revisori dei Conti dell’assestamento del Bilancio del neopodestà piddino Alessandro Spalletta. Inoltre Dessì non è certo un nullatenente, come ha più volte dichiarato, ma ha incarichi dirigenziali in almeno due società. In più è venuto fuori che il futuro senatore pentastellato ha stretti legami col clan degli Spada di Ostia documentati anche da un video in cui si vede Dessì in compagnia di Domenico Spada, esponente di spicco del clan, arrestato nel novembre del 2014 e condannato nel 2016 a sette anni e mezzo di carcere per estorsione e usura. Infine in un post su Facebook del 26 ottobre 2015 Dessì svela anche le sue inclinazioni razziste affermando che “Per la terza volta in vita mia ho dovuto menare ad un ragazzo rumeno... Erano in tre naturalmente, ma una volta cappottato il primo gli altri due hanno preferito evitare”.
Gianluigi Paragone , giornalista, ex leghista e direttore del fogliaccio xenofobo e razzista “La Padania” candidato a Varese sfiderà il suo ex capobastone Umberto Bossi. Mentre Emilio Carelli , dopo una vita passata alla corte di Belusconi, l'ex direttore di SkyTg24 con un annuncio su Facebook ha confermato la sua candidatura coi 5 Stelle. Dal 2008 è membro della Fondazione Italia USA, dal 2013 Vicepresidente di Confindustria Radio TV. Dal 2014 Presidente della Fondazione Gigi Ghirotti e dal 2013 a febbraio 2017, inoltre, è stato Direttore del Master in Giornalismo Digitale presso la Pontificia Università Lateranense
Poi c'è Nicola Cecchi , figlio dello storico avvocato ed esponente Dc Felice Cecchi, ex renziano che ha votato Si al referendum del 4 dicembre e ora è presentato come sfidante di Renzi a Firenze. Mentre per la sfida al ministro dello Sport Luca Lotti nel collegio uninominale della Camera a Empoli c'è l'ex poliziotto e sindacalista Cgil Renato Scalia altro ex renziano candidato nel 2014 con la Lista Nardella del sindaco di Firenze e difeso a spada tratta da Di Maio in quanto "La candidatura è stata fatta con una lista civica, non viola il regolamento". A Prato invece sull'uninominale del Senato scende in campo Ubaldo Nannucci ex procuratore capo di Firenze e ex presidente provinciale Anpi carica da cui si è dimesso l'anno scorso dopo alcune pesanti affermazioni filoimperialiste contro l'Islam.

PC e per una sinistra rivoluzionaria
I candidati di queste due liste si definiscono comunisti ma le loro biografie trotzkiste o revisioniste di destra li contraddicono. Su tutte citiamo quella di Marco Rizzo , segretario nazionale del PC, supersponsorizzato dalle reti Mediaset di Berlusconi e dai giornali di destra. “Il Bolscevico” l'ha smascherato come riformista, parlamentarista sedicente comunista fin da quando era nel PCI, poi nel PRC e nel PdCI. Ora parla di “Potere ai lavoratori” (non quindi potere al proletariato) impossibile senza la rivoluzione proletaria che non ha manco il coraggio di pronunciare.

Lista del popolo per la Costituzione
I due soci fondatori sono Antonio Ingroia e Giulietto Chiesa . Il primo è un ex magistrato, già candidato nel 2013 a presidente del Consiglio dei ministri per “Rivoluzione civile”. Il secondo è un ex eurodeputato, già del PCI, ex agente del socialimperialismo sovietico, brezneviano e poi gorbacioviano, attualmente filo putiniano.

PD
Tra i candidati renziani impresentabili spicca su tutti il ministro dello Sport Luca Lotti candidato nel collegio uninominale della Camera a Empoli e plurindagato nello Scandalo Consip per favoreggiamento e violazione del segreto d'ufficio. Poi c'è Tommaso Cerno , condirettore de “la Repubblica” di De Benedetti, autore del libercolo “A Noi” in cui parla del “fascismo come tratto distintivo della politica italiana” ma soprattutto ex fascista, candidato nel 1995 con Alleanza Nazionale alle comunali di Udine. Tre anni dopo, nel 1998, cambia casacca ed entra nello staff del futuro sindaco del Pds di Udine Andrea Montich. Poi passato al servizio dell’ex sottosegretario dell’Udeur Mauro Fabris prima di approdare al Nazareno.
In Campania il partito di Renzi schiera fra gli altri Piero De Luca , capolista alla Camera nel plurinominale di Caserta e candidato all'uninominale di Salerno: è imputato di bancarotta fraudolenta per il crac Ifil, società coinvolta nel “sistema degli appalti Salerno” quando suo padre Vincenzo De Luca, oggi governatore, era sindaco. Poi c'è il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro , capolista a Benevento nel proporzionale, indagato per tentata concussione e voto di scambio nell'inchiesta sull'ospedale Rummo. Il governatore della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso , è stato messo capolista del listino al Senato nonostante il suo lungo Luchecurriculum giudiziario che lo vede indagato dalle procure di L'Aquila e Pescara per corruzione, abuso d'ufficio e turbata libertà degli incanti inerenti le inchieste sugli appalti regionali, la speculazione edilizia nell'ex mercato ortofrutticolo e gli interventi di manutenzione di case popolari a Pescara e Penne. Francesco Alfieri , il famigerato ex sindaco di Agropoli (quello delle fritture di pesce) e attuale capo staff di De Luca padre, è candidato nel Cilento ed imputato di omissione in atti di ufficio per aver favorito, secondo l’accusa, un clan di ‘zingari’. Eva Avossa candidata alla Camera è imputata per abuso d’ufficio (Crescent e altri appalti a Salerno), Nel collegio uninominale di Casoria c'è Nicola Marrazzo sotto inchiesta per peculato (Rimborsopoli regionale). Angelo D’Agostino candidato ad Avellino è rinviato a giudizio insieme ad altri 77 imputati a Roma per le tangenti Axsoa.
Infornata di impresentabili anche nel Lazio dove il PD ha candidato Claudio Mancini (proporzionale Camera Latina), Carlo Lucherini (uninominale Senato Guidonia), Bruno Astorre , (proporzionale Senato) e Claudio Moscardelli , tutti rinviati a giudizio perché coinvolti nell’inchiesta sui rimborsi e le spese di rappresentanza del gruppo.
In Molise è candidato Vittorino Facciolla , assessore regionale all’Agricoltura, indagato nell'ambito di un'indagine sui Peu (Progetti Edilizi Unitari) e i fondi per la ricostruzione post sisma.
In Calabria risultano indagati Ferdinando Aiello , candidato a Corigliano, e Brunello Censore , candidato a Vibo Valentia, entrambi coinvolti nel processo per “Rimborsopoli”; mentre ad Antonio Scalzo terzo nel listino proporzionale al Senato, nei giorni scorsi la Dda gli ha azzoppato il suo luogotenente e sindaco di Strongoli (Crotone), Michele Laurenzano, arrestato nell'operazione “Stige” perché legato alla cosca Farao-Marincola. A Cosenza il PD candida Giacomo Mancini junior , nipote del vecchio boss socialista Giacomo e figlio dell’ex sindaco di Cosenza Pietro, che si può definire un renziano di fede berlusconiana nel senso che, se il prossimo 4 marzo dovesse perdere contro il suo diretto avversario, Fausto Orsomarso di FdI, ha già annunciato che non gli fa certo schifo lo scranno del consiglio regionale lasciato libero proprio da Orsomarso e che gli spetta di diritto in quanto primo dei non eletti alle ultime regionali calabresi con Forza Italia.
Tra i candidati pugliesi spicca Francesco Spina , candidato nel collegio Corato è indagato a Trani per abuso d’ufficio e falso ideologico e materiale.
In Sardegna il PD schiera Gavino Manca e Silvio Lai , accusati di peculato aggravato per la gestione dei fondi destinati ai gruppi del parlamento regionale.
In Liguria il portabandiera degli impresentabili PD tocca a Vito Vattuone, capolista nel collegio plurinominale per il Senato, ma sul cui capo, dal 29 gennaio scorso, pende una richiesta di rinvio a giudizio, per il suo coinvolgimento nella “Rimborsopoli” regionale.

Forza Italia
Capolista alla Camera nel Lazio schiera Antonio Angelucci : (99.59% di assenze in parlamento) ma soprattutto già condannato in primo grado a un anno e 4 mesi per falso e tentata truffa in merito ai contributi pubblici percepiti tra il 2006 e il 2007 per i quotidiani 'Libero' e 'il Riformista'; inoltre è coinvolto nell'inchiesta sugli appalti nella sanità della procura di Roma.
In Lombardia in cima alla lista degli impresentabili del “centro-destra” c'è Roberto Formigoni , candidato al Senato come capolista nella formazione “Noi con l'Italia” ma già condannato per corruzione a sei anni e plurinquisito in vari altri processi e inchieste giudiziarie.
In Campania al Senato spunta il nome di Luigi Cesaro , detto “Giggino a purpetta”, capolista nel listino plurinominale del collegio di Salerno. L’ex presidente della Provincia di Napoli (carica ricoperta dal 2009 al 2012) e deputato uscente, insieme ai figli Armando (consigliere regionale in Campania) Aniello e Raffaele – gli ultimi due già in carcere con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa – è indagato per voto di scambio; ha promesso posti di lavoro in cambio di voti proprio per l’elezione di Armando. Cesaro è indagato anche per minacce aggravate dal metodo camorrista a una funzionaria comunale di Marano. Seguono Nunzia De Girolamo , candidata numero due alla Camera a Benevento, è imputata per associazione a delinquere e altri reati nell'inchiesta sulla Asl di Benevento; Domenico De Siano , coordinatore regionale di FI, schierato capolista a Napoli risulta imputato per corruzione nell'inchiesta sulle mazzette sugli appalti a Ischia; Flora Beneduce candidata all'uninominale al Senato è indagata per voto di scambio alle regionali 2015 e abusivismo edilizio per un resort a Vico Equense. Chiude la lista il candidato all'uninominale della Campania Pietro Foglia , rinviato a giudizio (Rimborsopoli).
In Sicilia il neoduce Berlusconi schiera anche condannati in via definitiva come ad esempio Antonino Minardo rampollo di una famiglia di petrolieri e politici, capolista nel listino di Acireale per la Camera, condannato a 8 mesi per abuso d’ufficio. Segue Antonio D’Alì , sotto processo con l'accusa di concorso esterno a Cosa nostra. A Barcellona Pozzo di Gotto c’è Maria Tindara Gullo , ex Pd entrata in Forza Italia al seguito di Francantonio Genovese, già condannato in primo grado a 11 anni di reclusione nel processo sui corsi di formazione regionale, e padre di Luigi Genovese, deputato regionale all’Ars dallo scorso autunno e già indagato. Andrea Mineo , figlio di Franco, fedelissimo del capobastone Gianfranco Miccichè, condannato per intestazione fittizia di beni in favore di Cosa Nostra e peculato, è noto per aver definito “figli di pulla” i collaboratori di giustizia. Giuseppe Lombardo , nipote dell’ex governatore Raffaele, non è indagato ma, oltre alle indagini sullo zio, il padre Angelo è imputato per mafia. Urania Giulia Papatheu candidata nel Catanese e già condannata in primo grado a 1 anno e 6 mesi per la vicenda dell'ex Ente fiera di Messina. L’ex deputato regionale Fabio Mancuso ha scontato gli arresti domiciliari nel 2011 per associazione a delinquere. Altro candidato “illustre” è Franco Rinaldi , condannato nel processo “corsi d’oro” e imputato nel processo ‘Matassa’ per corruzione elettorale. Inoltre è cognato del deputato Francantonio Genovese, condannato in primo grado per il processo sui corsi di formazione regionale, e zio di Luigi Genovese.
In Puglia, il nome di spicco è quello di Raffaele Fitto , fondatore di Noi con l’Italia, candidato in tre collegi su quattro, è indagato per peculato nella gestione di un appalto da 198 milioni di euro per la gestione di 11 residenze sanitarie assistite (Rsa) vinto dalla società di Giampaolo Angelucci.
Anche in Calabria (si veda articolo a parte) le liste elettorali di Forza Italia sono piene di indagati fra i quali spiccano Antonio Daffinà candidato al Senato per il quale la procura di Vibo Valentia ha chiesto il rinvio a giudizio per turbativa d’asta, falso, abuso d’ufficio e truffa aggravata nell'ambito dell'inchiesta sui fondi ex Gescal; candidato nel collegio di Castrovillari anche Andrea Gentile , in attesa del processo per abuso d'ufficio e truffa aggravata che si aprirà il 10 maggio prossimo; è figlio dell’ex sottosegretario Tonino. Imputati di processo in corso risultano anche Mimmo Tallini (abuso d’ufficio in Multopoli e Catanzaropoli inchiesta inerente le multe cancellate) e Francesco Cannizzaro già indagato in due inchieste per mafia è candidato a Gioia Tauro coinvolto nell'inchiesta “Ecosistema” per voto di scambio, il suo nome compare anche nell'inchiesta "Alchemia" condotta dalla Dda.
In Sardegna Forza Italia schiera fra gli altri Ugo Cappellacci , l’ex governatore imputato per abuso d’ufficio nell’inchiesta sulla P3 e condannato in primo grado a 2 anni e mezzo per bancarotta fraudolenta.
In Molise la bandiera degli impresentabili per FI è portata dall'ex governatore Michele Iorio , candidato nell'uninominale al Senato ma condannato il 25 gennaio scorso dalla Corte d'Appello di Campobasso a sei mesi di reclusione e a un anno di interdizione dai pubblici uffici per abuso d'ufficio. È inoltre coinvolto nel cosiddetto “Sistema Iorio” il cui processo in corso di svolgimento vede alla sbarra a vario titolo 17 fra politici, imprenditori, giornalisti, editori e funzionari pubblici per reati gravi e infamanti fra cui corruzione, concussione, abuso d'ufficio, peculato, falsità materiale e ideologica, estorsione, violenza privata bancarotta e ricettazione.

UDC
In Sicilia schiera Ester Bonafede , indagata a Firenze per un appalto Anas.
In Sardegna schiera il deputato uscente Giorgio Oppi, ex DC e CCD, accusato di svariati reati nel processo sul cosiddetto ‘sistema Igea’.

Verdi
In Sicilia è candidata l’ex M5S Claudia Mannino (firme false).

Lega
In cima alla lista c'è ovviamente il caporione storico Umberto Bossi ricandidato al Senato nonostante la condanna a 2 anni e 3 mesi per aver usato i finanziamenti pubblici del partito a fini privati". Poi c'è Edoardo Rixi , assessore regionale in Liguria e imputato per le spese in Regione. Mentre in Calabria i due listini della Lega alla Camera sono retti dal segretario regionale Domenico Furgiuele : genero dell'imprenditore in odore di 'ndrangheta Salvatore Mazzei arrestato un paio di mesi fa. Nella relazione che ha decretato lo scioglimento per mafia del Comune di Lamezia Terme, sul conto di Furgiuele i commissari prefettizi fra l'altro scrivono che suo carico ci sono “precedenti di polizia” risalenti al 2007 per “reati contro la persona e divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive”.

FdI
In Calabria candidato al secondo posto c'è il consigliere comunale Massimo Ripepi: padre della chiesa cristiana “Pace” ha ricevuto un ammonimento orale dal questore nel 2016 per stalking perché “col suo atteggiamento vessatorio ha cagionato un disagio psico-fisico ed un forte timore per l'incolumità alla donna che lo ha denunciato”.

CasaPound
Grazie alla connivenza del governo Renzi-Gentiloni e del ministro di polizia Minniti i fascisti di CasaPound non solo sono stati ammessi alla competizione elettorale ma addirittura hanno avuto il via libera dal Viminale per inserire nelle loro liste la peggiore feccia fascista, anticomunista, xenofoba e razzista. In mezzo a tanti seguaci di Hitler e Mussolini candidati spiccano fra gli altri la candidatura nel collegio Roma Tuscolano dell'avvocato piduista Augusto Sinagra , docente di diritto internazionale, difensore di Licio Gelli, iscritto alla P2 quando era magistrato, tutore degli “interessi” dello Stato turco ai tempi della richiesta di estradizione del leader del Pkk Abdullah Ocalan nonché difensore dei militari argentini accusati di crimini contro l’umanità compiuti sotto il regime del dittatore Jorge Videla. A tirargli la volata ci sono anche Enzo Cipriano della casa editrice storica del neofascismo Settimo Sigillo (pubblica dal filosofo nero Julius Evola al terrorista Pierluigi Concutelli) e Luciano Baietti , ex militare della Folgore nonché kapò nel lager per migranti di Ponte Galeria.

7 febbraio 2018