Enorme falsità del nuovo Scelba ministro degli interni
Minniti: “Il fascismo è morto per sempre”
In realtà il vecchio fascismo, quello storico di Mussolini, vive in Forza nuova, CasaPound e gruppi simili, mentre il nuovo fascismo, quello del regime neofascista, vive in Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia, nel PD del nuovo duce Renzi, nel governo Gentiloni, nel M5S
Lottiamo per mettere fuori legge i gruppi neofascisti e i gruppi neonazisti

“Il fascismo in Italia è morto per sempre e non ha lasciato un ricordo buono al nostro popolo. Il fascismo e il nazismo sono morti per sempre e per quanto mi riguarda, parlo da ministro, c'è un limite oltre il quale non si può andare in una democrazia e non consentiremo a nessuno di superarlo”. Questa enorme falsità pronunciata dal ministro dell'Interno Minniti a Salerno durante un evento elettorale in onore dell'indagato figlio del boss campano De Luca, il giorno stesso della grande e storica manifestazione antifascista e antirazzista di Macerata, ha dettato la linea del governo da seguire riguardo all'allarme antifascista che la sparatoria terrorista e razzista nella città marchigiana e l'escalation di provocazioni e aggressioni dei fascisti di Forza Nuova e CasaPound hanno suscitato il tutto il Paese.
Immediatamente le parole del nuovo Scelba sono state rilanciate dal nuovo duce Renzi, che partecipando a una cerimonia a Sant'Anna di Stazzema, per cercare di rimediare alla vergognosa figura fatta dal PD, riferendosi alla strage perpetrata dai nazifascisti in quel paese ha detto: “Non pensiamo che il nostro Paese stia vivendo quella fase, la nostra democrazia è forte, solida, più forte di ogni rischio totalitario. E chi paragona la condizione di oggi alla stagione prefascista commette un errore politico”. Pochi giorni dopo ha ribadito, nella trasmissione “in 1/2 ora”: “Non credo che ci sia il pericolo del fascismo in Italia. Penso che la nostra democrazia sia molto più forte”.
Quello stesso giorno, nella trasmissione “Che tempo che fa”, il suo promesso partner del nuovo Nazareno, il pregiudicato Berlusconi, gli andava dietro e rincarava anzi la dose ribaltando la frittata: “Il fascismo è morto e sepolto, è storicizzato. Il caso di Macerata è stato il gesto di un singolo fuori di testa che ha agito per conto suo. Mentre invece c'è questo movimento dell'antifascismo, quello che a Piacenza si è prodotto in quella cosa ignobile di picchiare un esponente delle forze dell'ordine, che è pericoloso perché viene dai centri sociali, perché è molto organizzato ed ha un programma di manifestazioni inaccettabili in una democrazia”.

La criminalizzazione degli antifascisti
Su questo infame terreno di criminalizzazione degli antifascisti, gli ha fatto eco lo stesso capo del governo Gentiloni, che parlando a Bologna per presentare la sua lista elettorale “Insieme”, sponsorizzata anche dal democristiano Prodi, ha detto a proposito dei manifestanti che il giorno prima avevano cercato di impedire un comizio di Forza Nuova: “Credo che sia veramente inaccettabile che poche decine di persone, tra l'altro usando l'antifascismo che è un valore costituzionale come alibi, colpiscano, aggrediscano e lancino bombe carta. Mi auguro veramente che la solidarietà alle forze dell'ordine sia generale e che nessuno si metta in testa possibili emulazioni di comportamenti violenti come quelli che abbiamo visto ieri a Bologna e che sono inaccettabili”.
Come mai tanta fretta dai principali leader del regime neofascista nel dichiarare morto e sepolto il fascismo in Italia, arrivando addirittura a ribaltare la responsabilità delle violenze di piazza sugli antifascisti? Il fatto politico che li ha spinti è stato soprattutto la grande manifestazione di Macerata, che ha avuto un successo assolutamente oltre ogni previsione, polverizzando e ridicolizzando tutte le contromisure messe in atto per impedirla e farla fallire. A nulla sono valsi infatti il divieto del prefetto, poi ritirato, le minacce di Minniti di impedirla con la forza, il boicottaggio del sindaco renziano che ha fatto chiudere le scuole, le strade e i negozi, l'intervento della diocesi che ha fatto chiudere perfino le chiese e invitato i cittadini a chiudersi in casa, la vergognosa defezione del PD locale e nazionale e lo spiegamento da stato d'assedio delle “forze dell'ordine”.
E tutto questo mentre Minniti e il suo prefetto (poi sostituito quale capro espiatorio), consentivano al leader di CasaPound, Simone Di Stefano, e a quello di Forza Nuova, Roberto Fiore, di tenere impunemente le loro sporche manifestazioni razziste in città. I trentamila manifestanti antifascisti provenienti da ogni parte d'Italia sono stati una degna e fulminante risposta non solo ai fascisti e ai razzisti, ma anche a Minniti, al PD di Renzi e al governo, che evidentemente l'hanno mal digerita e cercano di passare alla controffensiva.

Perché coprono l'esistenza del fascismo
Sostenere che il fascismo è morto e sepolto serve a coprire la loro ignavia e complicità verso il proliferare e lo spadroneggiare dei partiti e gruppi fascisti dichiarati, come CasaPound, FN, skinheads e simili, che invece di essere messi fuori legge e perseguiti come prescrive la Costituzione possono aprire sedi dappertutto, scorrazzare impunemente nelle piazze sempre protetti dalle “forze dell'ordine”, aggredire gli antifascisti e i migranti e partecipare addirittura alla campagna elettorale, con buone probabilità di entrare in parlamento.
Se Minniti, il governo e i partiti del cosiddetto arco costituzionale ammettessero l'esistenza del fascismo dovrebbero ufficialmente impegnarsi a sciogliere tali gruppi dichiaratamente fascisti. Ma non lo fanno, perché questi sono protetti e portano voti al “centro-destra” di Salvini e Berlusconi, col quale Renzi si prepara a inciuciare dopo il voto con un nuovo patto del Nazareno. Non a caso la prima ad applaudire la dichiarazione di Minniti è stata proprio la ducetta di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che si è affrettata a chiosare: “Il fascismo è morto, sono d'accordo con Minniti. Quello che non capisco è perché, se è morto, ne stiamo parlando ogni giorno”: appunto, non bisogna parlarne, non bisogna suscitare l'allarme antifascista.
Ma c'è un altro motivo per cui si fa di tutto per negare l'esistenza del fascismo. Se il vecchio fascismo, quello storico di Mussolini, vive e si manifesta apertamente in Forza Nuova, CasaPound e gruppi simili, c'è un nuovo fascismo che vive in maniera meno visibile, e per questo ancor più pericolosa, in Forza Italia, Lega, FdI, nel PD del nuovo duce Renzi, nel governo Gentiloni e nel M5S. È quello del regime neofascista, che ha sostituito la camicia nera con il doppiopetto, e che non ha bisogno di inneggiare apertamente a Mussolini, ma ne ha adottato l'essenza instaurando il ducismo all'interno dei partiti borghesi, ridotti a macchine elettorali al servizio dei rispettivi leader, e il presidenzialismo nella società e nella politica a tutti i livelli: distorcendo e stracciando la Costituzione, assoggettando il parlamento e la magistratura, riducendo continuamente la rappresentanza e le libertà democratico borghesi, fascistizzando e militarizzando in Paese all'interno e spingendolo verso nuove avventure colonialiste e imperialiste all'esterno.

I rinnegati del PD: come i socialisti con Mussolini
Ecco perché invece di vietare i comizi e le provocazioni di Casapound, Minniti e i suoi prefetti e questori li autorizzano e li proteggono, e la sua polizia se la prende con i giovani antifascisti dei centri sociali che coraggiosamente scendono in piazza per impedirli. Come è successo in questi giorni a Piacenza, Brescia, Milano, Venezia, Napoli, e perfino nell'antifascista storica Bologna, dove i manifestanti sono stati attaccati con gli idranti e i lacrimogeni. E il sindaco PD Merola, invece di fare di tutto per risparmiare alla città medaglia d'oro della Resistenza l'onta del comizio fascista di Fiore, si è nascosto vigliaccamente dietro la decisione del questore e si è scagliato rabbiosamente contro i giovani che per protesta avevano interrotto il Consiglio comunale tacciandoli di “squadristi” e promettendo loro “la punizione che si meritano”. Minniti e i suoi compari rinnegati del PD come Merola si comportano cioè come i socialisti riformisti e socialtraditori che spianarono la strada al fascismo e a Mussolini.
Ma anche il M5S si rende complice di questa intollerabile copertura dei fascisti, come dimostra il silenzio eloquente di Di Maio sulla sparatoria fascista e razzista di Macerata. E come dimostra anche il comportamento connivente della sindaca di Torino, Chiara Appendino, che non ha raccolto l'appello dell'Anpi ad opporsi ai cortei di FN e CasaPound in città nel cosiddetto “giorno del ricordo” delle foibe, anche lei come Merola coprendosi dietro la “non competenza per vietare il corteo”. E questo perché anche il M5S è un movimento politico basato sul ducismo, ha al suo stesso interno dei fascisti e dei massoni, e perché la sua base elettorale si estende anche alla destra razzista e xenofoba.

Sviluppare un grande Fronte unito antifascista
Di fronte a questo atteggiamento ipocrita e connivente del governo Gentiloni e dei partiti del regime neofascista occorre perciò che tutte le masse, i partiti e i movimenti antifascisti e democratici si mobilitino e scendano in lotta per chiedere l'immediata messa al bando di FN, CasaPound e di tutti gli altri gruppi neofascisti e neonazisti. Questa rivendicazione non è ancora abbastanza impugnata con forza dal movimento antifascista, anche a causa dell'opportunismo dei partiti e organizzazioni della “sinistra” borghese che, come si è visto a Macerata, si riflette sui vertici dell'Anpi, della Cgil, dell'Arci, di Libera e delle altre organizzazioni democratiche di massa.
Ma adesso con il dilagare delle provocazioni e aggressioni fasciste, razziste e xenofobe si è passato il segno e qualcosa sembra smuoversi, se a Milano la presidente della Camera e candidata di LeU, Laura Boldrini, si è decisa a chiedere che “tutti i gruppi che si rifanno a una ideologia fascista vanno sciolti”. Anche se in ciò non è stata seguita dal suo partito, nonostante che a parole si richiami alla Costituzione, e non vorremmo che il suo gesto si dimostrasse solo propaganda elettorale.
Staremo a vedere. In ogni caso quello che conta è non lasciare le piazze in mano ai fascisti e continuare la mobilitazione antifascista. La strada da seguire è quella della storica manifestazione di Macerata, sviluppando sulla base di quell'esperienza un grande Fronte unito di lotta antifascista, per imporre finalmente l'applicazione della XII disposizione transitoria della Costituzione e mettere fuori legge Forza Nuova, CasaPound e tutti gli altri gruppi neofascisti e neonazisti che infestano l'Italia.
 
 

21 febbraio 2018