Vertice dei ministri della Difesa dell'Alleanza atlantica
La Nato crea due nuovi comandi per rafforzare la sua azione al di là dei propri confini
Stabilita una missione militare in Iraq per combattere lo Stato islamico
Pinotti: “L'Italia aumenterà del 2% le spese militari come richiesto dagli Usa”

 
La riunione dei ministri della Difesa dei ventinove paesi membri dell’Alleanza Atlantica, che si è tenuta il 14 e 15 febbraio nel quartier generale di Bruxelles dell'alleanza militare imperialista, ha svolto positivamente i suoi compiti, sosteneva il segretario generale Jens Stoltenberg sottolineando le decisioni di modernizzare la struttura di comando della Nato con la creazione di due nuovi comandi, di continuare a aumentare le spese militari fino al 2% del proprio bilancio e di continuare negli “sforzi dell'Alleanza per proiettare la stabilità oltre i suoi confini”, come cita il comunicato finale. Ossia per mantenere e possibilmente sviluppare gli interventi militari al di là dei propri confini.
Parafrasando i termini di un bollettino di guerra il comunicato sottolineava che “i ministri hanno convenuto di istituire un nuovo comando congiunto della forza per l'Atlantico che si concentrerà sulla protezione delle linee marittime di comunicazione tra il Nord America e l'Europa”, non si sa da chi minacciate. Il secondo comando avrà invece un compito di sostegno per migliorare il movimento rapido delle truppe e dell'equipaggiamento in Europa”; dedicato alla gestione dei movimenti di uomini e mezzi tra le nuove basi aperte in Europa, dai paesi baltici alla Polonia, alla Romania per stringere l'assedio sulla concorrente imperialista Russia di Putin. Sedi e composizione dei comandi saranno decisi nella prossima riunione ministeriale di giugno.
Il secondo giorno dei lavori i ministri hanno discusso “il ruolo della Nato nel proiettare la stabilità e combattere il terrorismo”, le parole “magiche” che giustificherebbero qualsiasi aggressione o intervento militare. Infatti i 29 partner hanno deciso di iniziare a pianificare una missione di addestramento in Iraq richiesta dal governo fantoccio iracheno e dalla Coalizione globale per combattere l'IS. L'occupazione militare imperialista dell'Iraq proseguirà anche con gli istruttori. “Intendiamo anche aiutare le forze irachene a diventare sempre più professionali istituendo accademie e scuole militari specializzate”, spiegava Stoltenberg con le stesse parole usate a suo tempo per sostenere il regime fantoccio di Kabul e che ha perpetuato l'intervento militare Nato e Usa.
Sempre dalle parole del segretario generale risulta che gli alleati hanno discusso di altre priorità fra le quali la protezione del fronte Sud e hanno “convenuto sulla necessità di migliorare la nostra capacità di reagire alle future crisi nella regione, anche con una pianificazione ed esercitazioni migliorate” Intanto però la Nato ha dovuto incassare il rifiuto della Tunisia di aprire una base nel proprio paese; il ministro della Difesa tunisino lo ha dichiarato in parlamento il 15 febbraio rivelando che l'Ue ricattava il governo di Tunisi rifiutandosi di donare 3 milioni di euro per l'esercito finché si oppone all'installazione della base militare nella sotto-prefettura di Gabes, nel sud-ovest del paese. A dire il vero nel paese, secondo informazioni giornalistiche, c'è già da tempo una base militare straniera segreta; è americana.
Altro tema importante della riunione è stata la questione dei finanziamenti. Entro il 2024 almeno 15 paesi membri si sono impegnati a spendere il 2% del loro PIL o più nella Difesa. “Ci stiamo muovendo nella giusta direzione e non vedo l'ora di compiere ulteriori progressi negli anni a venire”, sosteneva Stoltenberg accogliendo fra le altre la promessa della ministra Roberta Pinotti che confermava l'impegno dell'Italia di rispettare la richiesta Usa di destinare il 2% del Pil per le spese della difesa. “In questi anni abbiamo stabilizzato la spesa per la difesa e cominciato a aumentarla” sosteneva il ministro italiano della Guerra, sottolineando che “l'efficienza e la capacità delle Forze armate italiane è dimostrata sul campo e riconosciuta da tutti il che vuol dire che anche se non siamo ancora al 2 per cento i soldi li stiamo spendendo e li stiamo spendendo bene”. Sventolando il tricolore imperialista Pinotti ricordava che l’Italia è uno dei principali paesi contributori della Nato, il principale contributore nelle missioni dell'Ue e dei paesi europei nelle missioni Onu. La spesa militare nel bilancio statale non ha conosciuto crisi e per il 2018 è di 25 miliardi di euro, una cifra pari all’1,4% del PIL e in vertiginosa crescita sotto la spinta in particolare dei governi Renzi e Gentiloni.

21 febbraio 2018