A giudizio il sindaco M5S di Bagheria
Patrizio Cinque è accusato di turbativa d'asta, falso, abuso d'ufficio, rivelazione di segreto d'ufficio e omissione di atti d'ufficio.
Sotto inchiesta la senatrice pentastellata Bertorotta

Il 25 febbraio la procura di Termini Imerese ha chiesto il rinvio a giudizio del sindaco del Movimento 5 Stelle di Bagheria Patrizio Cinque.
Il boss pentastellato è accusato di turbativa d'asta, falso, abuso d'ufficio, rivelazione di segreto d'ufficio e omissione di atti d'ufficio nell'ambito di un'inchiesta sull'affidamento del servizio dei rifiuti, sulla gestione del palasport e sull'abusivismo edilizio che coinvolge altre 21 persone, fra cui il vicesindaco Fabio Atanasio, l'ex commissario della Provincia di Palermo Manlio Munafò, imprenditori e dipendenti comunali.
Nell'udienza preliminare fissata per l'11 aprile prossimo Cinque deve chiarire i suoi loschi rapporti con Munafò e Salvatore Rappa, legale rappresentante della società sportiva Nuova Aquila Palermo, inerenti l'affidamento illegale del Palasport a Comune e società in partnership.
Altri capitoli dell'inchiesta riguardano la gestione irregolare della raccolta dei rifiuti e l'avere rivelato al cognato l'esistenza di un procedimento penale avviato sulla sua casa abusiva. Procedimento di cui Cinque aveva saputo da un vigile urbano, pure lui indagato.
Nel settembre scorso, su disposizione del giudice per le indagini preliminari del tribunale termitano, Michele Guarnotta, gli era stato notificato anche la misura cautelare dell'obbligo di firma, poi revocata.
Appena 24 ore prima, un'altra tegola giudiziaria era caduta sulla testa della senatrice pentastellata Ornella Bertorotta accusata di tentata concussione per le pressioni esercitate nel 2015 e finalizzate all'assunzione di una giovane attivista M5s in una comunità per minori di Mascali (Catania).
L'inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Fabio Regolo che hanno recentemente ascoltato l'indagata a Cinquestelle. Nel 2015 Bertorotta - per la quale è imminente il rinvio a giudizio come lei stessa ha fatto capire - aveva fatto un'ispezione al centro di accoglienza di Mascali e un'interrogazione. Il gestore della struttura aveva poi inviato una lettera alla senatrice per replicare alle sue osservazioni. In un passaggio, scriveva pure che non c'erano i requisiti per l'assunzione della giovane, che è una militante del Movimento cinque stelle di Mascali.
L'esponente Cinquestelle da parte sua ha sempre negato tutto e lo scorso 28 gennaio ha comunicato la decisione di ritirare la sua candidatura dalle elezioni politiche: "per tutelare il movimento M5S e per avere la serenità di difendermi qualora venissi rinviata a giudizio".
 

21 marzo 2018