Lo rivela l'Osservatorio nazionale sulla salute
Al Sud speranza di vita più bassa e sanità peggiore

Il recente rapporto Osservasalute 2017 - curato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni italiane, un progetto curato dall'Università Cattolica - ha rivelato che esiste, sulla base di precisi dati statistici, una forte diseguaglianza sul territorio nazionale per ciò che riguarda l'aspettativa di vita e la qualità delle prestazioni sanitarie tra le regioni italiane del Centro e del Nord da una parte e quelle del Sud e delle Isole dall'altra, a tutto svantaggio delle regioni meridionali.
La differenza più notevole è tra le province di Napoli e Caserta da una parte e quelle di Trento e di Firenze dall'altra: nelle prime due province l'aspettativa media di vita per gli uomini è di 78,9 anni e per le donne di 83,3, mentre a Trento e a Firenze i primi hanno una media di 81,6 anni e le seconde di 86,3.
Tralasciando gli estremi, mediamente in tutto il meridione e nelle Isole la differenza è di almeno un anno e mezzo di vita in meno rispetto al resto dell'Italia, tanto che a Caltanissetta e Siracusa ad esempio, lo svantaggio di sopravvivenza è di 1,6 anni per gli uomini e di 1,4 anni per le donne rispetto all'aspettiativa del Centro e del Nord, mentre in Puglia l'aspettativa di vita è del tutto equiparabile alle regioni centrosettentrionali e in Abruzzo essa è simile alle limitrofe regioni dell'Italia centrale.
Tale differenza deriva da due cause ben precise.
La prima causa consiste nel fatto che nel meridione le prestazioni sanitarie sono mediamente di gran lunga inferiori rispetto al resto dell'Italia, e non è certo un caso che a essere più pesantemente svantaggiate quanto ad aspettativa di vita sono le province di Napoli e di Caserta dove la sanità funziona peggio anche in relazione al resto del Meridione.
L'altra decisiva causa è la povertà diffusa nel Mezzogiorno, che impedisce alle persone di accedere alla sanità privata, e lo studio ha trovato anche una correlazione tra il basso livello di istruzione e la povertà, in quanto il primo determina molto spesso la seconda, con un forte impatto sugli stili di vita e sulla qualità dell'alimentazione, fattori determinanti anche per la complessiva durata della vita.
Mettendo quindi insieme i due fattori delle disfunzioni sanitarie e della povertà, il rapporto stima che al Sud e nelle Isole la popolazione che ha rinunciato ad almeno una visita medica ha raggiunto picchi del 10,4% a fronte di una media nazionale inferiore di quasi la metà.
 
 

28 marzo 2018