Sei arrestati per tangenti nella sanità lombarda
Indagato il garante della legalità nominato da Maroni

Dal nostro corrispondente della Lombardia
Un nuovo scandalo scuote ancora una volta la sanità lombarda. Dopo l'arresto lo scorso anno di Norberto Confalonieri, primario dell'istituto ortopedico Gaetano Pini recentemente rinviato a giudizio, era partito un nuovo filone d'indagine chiamato “Domino” e coordinato dai procuratori aggiunti Maria Letizia Mannella ed Eugenio Fusco, che avrebbe alfine scoperchiato l'esistenza di un vero e proprio losco giro di tangenti ben orchestrato.
Il Gip Teresa De Pascale ha disposto l'arresto ai domiciliari con l'accusa di corruzione, di due primari dell'Istituto del Pini e di Lorenzo Drago e Carlo Luca Romanò, primari al Galeazzi. Assieme a loro è stata arrestata anche Paola Navone (candidata di Forza Italia alle comunali milanesi del 2016), direttore sanitario del Pini ma che di fatto dirige entrambe gli istituti essendo al vertice dell’Asst ortopedica. Direttamente in carcere è finito invece l'imprenditore brianzolo Tommaso Brenicci, amministratore di varie società che commerciano prodotti e macchinari ortopedici. Nella stessa inchiesta risulta poi indagato con le accuse di abuso d'ufficio e favoreggiamento anche l'ex sottosegretario della giunta Maroni che aveva paradossalmente ricevuto proprio l'incarico di garante della legalità.
Il sistema corruttivo messo in piedi sarebbe costituito da un intrecciato meccanismo di controlli societari che permetteva ai camici bianchi di “spingere” nei rispettivi ospedali dispositivi prodotti dalle aziende del gruppo Brenicci ricevendone in cambio contratti di consulenza, sponsorizzazioni, rimborsi spese, regali di lusso e favoritismi clientelari per parenti ed amici. Ma sarebbe anche emerso un grave conflitto di interessi dovuto al fatto che gli arrestati risulterebbero anche essere soci occulti di quelle stesse società del gruppo imprenditoriale, da cui quindi traevano illecitamente anche degli utili finanziari. Il Gip nella sua richiesta di custodia cautelare parla difatti espressamente di medici non solo “corrotti” ma anche “imprenditorializzati”.
La Pavone, colei che all'indomani dell'arresto di Confalonieri era andata in televisione a garantire che “Il Piano Anticorruzione verrà attuato al Pini al più presto”, non solo avrebbe al fatto pressioni sull'imprenditore per far ottenere alla figlia neolaureata uno stage nelle sue società ma, secondo i magistrati, appena saputo dell’esposto che portò all'arresto di Confalonieri “si è immediatamente adoperata per occultare le sue pregresse condotte illecite”.
Nel chiamare questa inchiesta “Domino”, proprio per rimandare all'idea delle tessere di un mosaico che cadono una dopo l'altra, gli inquirenti si sono rifatti al nome ideato da Calori e Navone con il quale avevano inteso battezzare il progetto di una rete sociosanitaria tra l’associazione Anio, l’Inail, l’Asst Pini e la Regione per la gestione di pazienti con infortuni sul lavoro di tipo ortopedico con complicanze settiche, fortemente osteggiato da più parti ma ugualmente approvato dal Pirellone il 13 marzo 2017. Lo scopo di tale progetto sembrerebbe essere stato unicamente quello di drenare i malati verso il reparto di Calori e moltiplicare l'utilizzo di un macchinario per l’individuazione delle infezioni ossee per il quale Brenicci ha il brevetto, sottoponendo a intervento anche pazienti che non ne avevano bisogno proprio per poter guadagnare di più. Sembrerebbe che la Pavone abbia fatto pressione sul sottosegretario per ottenere il “Via libera” della Regione.
Gioca a scaricabarile il neogovernatore Fontana, la cui giunta è legata con un filo nero a quelle precedenti di Maroni e Formigoni, cadendo anche nel ridicolo quando annuncia di voler mettere a punto una legge per razionalizzare i controlli anticorruzione.
Questo vergognoso malaffare ai danni dei malati rivela ancora una volta come l'illegalità e la corruzione non siano episodi isolati ma rientrino nella normalità di un marcio sistema capitalistico dove anche la salute viene asservita alle logiche del profitto. Non è sufficiente reprimere i singoli casi di corruzione che periodicamente vengono alla luce ma occorre lottare contro il capitalismo per il socialismo e nell'immediato lottare contro la giunta Fontana che con i suoi progetti federalisti ha tra gli obiettivi anche quello del totale smantellamento della sanità pubblica.
 

18 aprile 2018