Crolla tetto della scuola, sfiorata una strage a Fermo

 
Una strage sfiorata a Fermo, le potenziali vittime le ragazze e i ragazzi dell'istituto Montani di Fermo, nelle Marche. Apriamo con queste parole per descrivere quanto è successo nella scuola marchigiana, dove nella prima mattina di venerdì 18 maggio il soffitto di una delle aule dell'istituto, adibita solitamente per i compiti in classe e per le assemblee, è crollato, sfondando i banchi sottostanti e rendendo il luogo inagibile, quasi fosse stato oggetto di un bombardamento. Fortunatamente il crollo è avvenuto in un orario (le 7 circa) in cui i ragazzi non si trovavano ancora all'interno dell'istituto.
Il crollo ha messo in allarme l'intero istituto con il blocco delle lezioni e l'intervento dei vigili del fuoco sul posto che dopo una prima verifica hanno accertato il rischio di nuovi crolli. Sbigottita davanti al crollo di una parte dell'edificio la preside dell'istituto Margherita Bonanni, non è riuscita a capacitarsi di come un disastro simile sia potuto avvenire visti i controlli fatti alla struttura specialmente dopo il terremoto del 2016. Di diversa opinione gli studenti e le loro organizzazioni che hanno le idee chiare su chi puntare il dito, denunciando che ci si doveva aspettare una situazione di questo tipo, con un piano di gestione delle ristrutturazioni per la messa in sicurezza degli edifici pubblici che dai giorni del post terremoto è inadeguata (su 100 immobili da mettere in sicurezza solo in 18 sono partiti i cantieri), per non parlare dei tagli ai fondi scolastici dei governi borghesi della destra e della cosiddetta, “sinistra” che negli anni attraverso le controriforme scolastiche (da Berlinguer a Moratti, dalla Gelmini alla Fedeli) hanno drasticamente diminuito i fondi destinati all'istruzione pubblica (il dicastero della Fedeli ha previsto ulteriori tagli per 272 milioni nei prossimi tre anni) ponendo l'Italia come uno degli Stati fanalino di coda in Europa in tema di sicurezza.
Se le scuole crollano sulle teste dei figli del popolo i primi responsabili sono i governi della borghesia che a parte le tante parole e belle promesse non hanno mai attuato uno straccio di piano regolatore efficace, di controllo e messa a in sicurezza degli edifici pubblici scolastici. Unicamente impegnati con una mano a tagliare con l'accetta i fondi per la sicurezza dell'edilizia scolastica, per i materiali necessari alla didattica e alle più elementari esigenze scolastiche (carta per le fotocopie, gessi per le lavagne, ecc.) mentre con l'altra dispensano soldi alle scuole private, alle imprese e alle fameliche missioni di guerra in cui l'Italia imperialista è coinvolta.
Bisogna ribaltare questa situazione lottando per rivendicare con forza un piano di riqualificazione nazionale di tutti gli istituti scolastici con lo stanziamento di cospicui fondi per sostenere i progetti di miglioramento e riammodernizzazione delle scuole pubbliche andando a prendere i soldi dove ci sono, nelle tasche dei capitalisti e tagliando le spese inutili per il popolo, come le missioni di guerra, la Tav, il sostegno alle scuole private.

23 maggio 2018