I genitori di Matteo Renzi a processo per fatture false

A tre settimane dall'avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato lo scorso 18 aprile, la procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per i genitori dell’ex premier e segretario del PD, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, accusati di emissione di fatture false tramite l’azienda di famiglia Eventi 6 e la Party srl nell’ambito dell’affare degli outlet The Mall del gruppo Kering (Gucci).
Alla sbarra, qualora il Gip dovesse accogliere la richiesta dei Pubblici ministeri (Pm), dovrà comparire anche il loro ex socio, il faccendiere pugliese Luigi Dagostino, il quale deve rispondere anche di truffa.
L’inchiesta condotta dai Pm fiorentini Christine von Borries e Luca Turco, coordinati dal procuratore aggiunto Luca Turco, ruota intorno ad un incasso illegittimo di quasi 200mila euro tra giugno e luglio 2015 che le due società riconducibili ai genitori di Matteo Renzi hanno realizzato attraverso l'incasso di due fatture che gli inquirenti ritengono false. La prima da 140 mila euro che "aveva ad oggetto uno studio di fattibilità di una struttura ricettiva food con i relativi incoming asiatici e la logistica da e per i vari trasporti pubblici (Ferrovie-Aereoporti-ecc)". Studio, sempre secondo l'accusa - "che non era mai stato realizzato".
La seconda da 20 mila euro invece risulta essere stata emessa dalla Party srl, società fondata da Tiziano Renzi (con il 40% della quote) e dalla Nikila Invest, srl amministrata dalla compagna di Dagostino Ilaria Niccolai ( 60%).
La fatturazione è stata piuttosto laboriosa visto che sono state necessarie almeno due bozze prima di arrivare alla versione definitiva che parla di uno studio di fattibilità di un’area food nei pressi del The Mall di Leccio Reggello (Firenze).
Inizialmente, come testimonia uno scambio di e-mail, gli indagati avevano pensato di motivare il pagamento con lo studio di una “struttura ricettiva alberghiera” e dei relativi supporti logistici, quindi avevano aggiunto il food e poi hanno deciso che sarebbe bastata la sola ristorazione che compare nella terza e definitiva versione della fattura.
Grazie all’intervento di Dagostino che ha fatto mettere immediatamente in pagamento le fatture, la Bovoli e Renzi hanno ricevuto quello che i Pm definiscono “un ingiusto profitto” ai danni della società che ha effettuato il pagamento. Cioè la Tramor. Quest’ultima era un’impresa riconducibile alla famiglia Moretti di Arezzo che è servita da contenitore per lo sviluppo del progetto di ampliamento del The Mall di Leccio Reggello e che, a fine lavori, a giugno del 2015, è stata ceduta al committente Kering. Dagostino ne è stato amministratore fino al passaggio di mano, ma secondo gli inquirenti ha “abusato di tale carica anche dopo le dimissioni, agendo quale ideatore ed esecutore materiale” di quella che, sempre secondo gli inquirenti, si configura come una truffa. Che è venuta a galla quando, a fine 2017, l’amministratore di Kering in Italia ha corretto la dichiarazione dei redditi presentata dalla Tramor per il 2015, dopo aver verificato che due anni prima era stata pagata una fattura “non supportata da adeguata documentazione, dato che non rinveniva né il contratto di affidamento a tale società (la Eventi 6,ndr) né lo studio di fattibilità menzionato in tale fattura”.

6 giugno 2018