Condotti dai colossi automobilistici tedeschi Volkswagen, Mercedes e Bmv
Emissioni diesel: agghiaccianti test su cavie umane

Dopo appena un giorno dalla denuncia degli esperimenti sulle scimmie in New Mexico, rinchiuse in una camera ermetica e obbligate a inalare i gas di combustione del motore per il Maggiolino, il nuovo scandalo delle cavie umane usate per testare l’inquinamento prodotto dai motori diesel, mette al muro l’etica già ampiamente compromessa delle case automobilistiche tedesche. Venticinque uomini e donne utilizzati per provare l’efficacia dei filtri anti-emissione dei motori Bmw, Mercedes e Volkswagen direttamente sui loro polmoni; un inquietante studio a breve termine sull’inalazione del biossido di azoto nelle persone sane, solo per esigenze di marketing e di profitto. Ecco dunque l’ultimo intollerabile capitolo del Dieselgate scoppiato tre anni fa con la rivelazione dei software di controllo delle emissioni delle auto; tuttavia stavolta i manager delle tre case automobilistiche smentiscono ogni coinvolgimento, mentre l’università di Aquisgrana, soggetto che avrebbe dato esecuzione al test, smonta la sua pericolosità, dichiarandolo sostanzialmente innocuo.
Una delle contraddizioni principali emerge proprio dal rapporto dell’European research group on Environment and Health in Transport (Eugt) secondo il quale proprio il colosso di Wolfsburg era il referente della ricerca commissionata all’ente fondato dalle lobby del settore Automotive, anche se c’erano persino Daimler (cioè Mercedes) e Bmw a finanziare l’indagine. Insomma, a poco serve il sonoro “Ci dissociamo in pieno” replicato dai vertici dei tre marchi, poiché ormai il loro coinvolgimento è certo quanto la loro indifferente impietosità per la vita umana. Immediatamente dopo l’uscita della notizia, hanno preso le distanze i lavoratori delle multinazionali sotto accusa, pretendendo spiegazioni dai dirigenti e la testa dei responsabili. Il consiglio di fabbrica della VW, ad esempio, ha dichiarato che “Stavolta si è attraversato ogni confine etico-morale”. Come dare torto ai lavoratori di Wolfsburg; stavolta non si tratta solo di trucchi tecnici – che comunque hanno danneggiato la salute di miliardi di persone in tutto il mondo – ma di sperimentazioni svolte direttamente su corpi vivi in carne e ossa, potenzialmente sacrificati per il profitto. Naturalmente, è arrivata la scontata condanna della cancelliera Angela Merkel, infuriata per lo scandalo che imbarazza governo e Paese, che ha dichiarato: “Gli esperimenti su animali e persone non sono eticamente giustificabili”.
Ora vedremo quanto il governo tedesco, autore di tutte le deregolamentazioni sul lavoro richieste dai colossi automobilistici, saprà fare se non nascondere tutta la sporcizia sotto il tappeto. Questi i fatti. Dopo di che ci pare troppo semplicistica e strumentale al sistema la tesi che molti quotidiani – su tutti La Repubblica – hanno sostenuto, e cioè che la questione sia stata solo una montatura per favorire la vendita di giornali, mettere in vetrina politici integerrimi sull’etica e favorire anche le stesse case automobilistiche che trarranno sostanziali benefici in vendite da questo scandalo così come ne hanno tratti, alla fine, dal dieselgate. Secondo le penne di regime, tutto si concluderà in un nulla di fatto poiché i test, al ribasso per dimostrare appunto l’assoluta assenza di inquinanti pericolosi, erano innocui per le cavie umane volontarie; in realtà è molto probabile che l'esito finale sia quello, ma per altri motivi legati all'enorme potere delle multinazionali. Gli editori degli studi poi, sempre secondo Repubblica , sarebbero così affidabili e seri da far risultare impensabile la potenziale pericolosità dei test; se a ciò si aggiunge il fatto che sullo stesso numero della rivista di settore era pubblicato un altro studio di tossicologia condotto in modo simile su 26 donne, volontarie a cui era stata somministrata ammoniaca collegata ai prodotti per le pulizie domestiche senza indignare nessuno, ecco che il quadro evidenzierebbe senza eccezione il bluff montato ad arte, in perfetto stile qualunquista borghese.
Secondo noi invece la sperimentazione sugli esseri umani è inaccettabile sia se si tratti di gas di scarico o di ammoniaca o di quant’altro possa arrecare danni alla salute. Ormai i principi chimici e i danni alla salute ed all’ambiente di certe sostanze sono noti e chiari, e è per questo che ogni sforzo dovrebbe essere finalizzato alla riduzione di certe sostanze per il principio secondo il quale, riducendo esse, si riduce oggettivamente anche l’impatto su salute ed ambiente.
In sostanza, le case automobilistiche, così come l’industria in generale, dovrebbero semplicemente limitare gli inquinanti e non dimostrarne la presunta, quanto improbabile, non nocività. In realtà l’obiettivo che hanno certe sperimentazioni è semplicemente quello di trovare una giustificazione fra l’inquinamento e le conseguenze sanitarie “tollerate” dalle leggi borghesi al servizio del capitale, sostenendo dunque la minor spesa in tecnologie per la riduzione delle stesse che le compagnie automobilistiche (in questo caso) ritengono semplicemente un costo ai danni del loro profitto.
 

31 luglio 2018