Accoltellato anche un muratore egiziano
Corteo a Napoli contro l'ennesimo ferimento di un immigrato
NON E’ “ALLARME SICUREZZA” MA RAZZISMO

Redazione di Napoli
Continua la pericolosa spirale razzista che sta insozzando Napoli dopo il tentato omicidio avvenuto a fine giugno ai danni dell’operaio migrante Konate Bouyagui, 21 anni. In un crescendo di intimidazioni e provocazioni di stampo razzista e fascista, nel quartiere Vasto, a pochi passi dalla stazione centrale, la sera del 2 due giovani a bordo di uno scooter raggiungevano, nei pressi di via Milano, un 22enne senegalese, Cissé Elhadji Diebel, ferendolo all’altezza del femore, mentre il secondo dei due proiettili veniva attutito dal cellulare andato in frantumi. Il giovane ferito, un mercatante che opera nella zona di via Bologna, è stato trasportato subito all’Ospedale “Loreto Mare”.
Il gravissimo fatto di razzismo ha avuto eco molto forte a Napoli e la Rete antifascista e antirazzista partenopea ha organizzato un corteo per il giorno dopo proprio nella zona adiacente alla stazione centrale. In centinaia, fra migranti e giovani dei centri sociali e del quartiere, hanno sfidato il caldo torrido e poi anche la pioggia, gridando slogan e portando cartelli con scritto “No al razzismo. No alla violenza razzista adesso”, ben accolti dalle masse popolari dello storico quartiere napoletano; particolarmente importante la partecipazione della CGIL napoletana e nazionale che finalmente si è svegliata dal torpore prendendo una posizione forte e netta antirazzista.
La manifestazione ha attraversato la città sciogliendosi solo a piazza Plebiscito dove le comunità africane hanno incontrato il prefetto: “Questo gravissimo episodio è l'ennesimo di una lunga sequenza di aggressioni e violenze contro i migranti – ha affermato in un comunicato la Rete antirazzista e antifascista napoletana -, e in particolare gli uomini e le donne nere, che si sono moltiplicate in questi mesi, in questi giorni purtroppo anche in Campania dove contiamo solo nell'ultima settimana diverse aggressioni”.
In meno di una settimana in Campania sono stati dieci i casi di aggressioni contro persone di colore, ricorda la Cgil: “l'aggressione ad un cittadino nigeriano a Villa Literno, ad un immigrato dal Mali colpito con pistola a pallini a San Cipriano, tre cittadini del Bangladesh pestati nei pressi di Giugliano, a Lago Patria, un altro nigeriano picchiato al Vomero mentre chiedeva l'elemosina, un richiedente asilo aggredito a Nola (e poi il caso di un cittadino marocchino lasciato morto fuori dall'ospedale di Maddaloni su cui si stanno facendo accertamenti pensando a una morte sul lavoro)”. In ultimo, lunedì 6 agosto, un nuovo accoltellamento ai danni questa volta di un operaio muratore egiziano ferito in maniera non grave.
Mentre il questore De Iesu ha precisato di non parlare di razzismo, forti sono state le parole espresse da Pierre Pereira, presidente della comunità senegalese di Napoli: “Sono aggressioni mirate contro chi ha la pelle nera, poteva capitare a chiunque di noi”. Sulla difficile situazione di piazza Garibaldi e del quartiere Vasto è intervenuto anche Jamal Quaddora, responsabile del settore immigrazione della Cgil: “Questa non è l'Italia che conosciamo l'Italia dei grandi statisti e dell'accoglienza. Da qualche tempo c'è un clima diverso. La convivenza tra italiani e africani era ottima fino a qualche anno fa. Poi ci sono state politiche di accoglienza sbagliate da parte del Ministero dell'Interno che ha concentrato qui i centri di accoglienza. I ragazzi africani non lavorano, non si integrano e non fanno corsi di italiano. In molti casi i centri li mettono in strada alle sette del mattino e a loro non resta altro da fare che venire qui in piazza e aspettare di essere ingaggiati dalla camorra per pochi euro. I napoletani del Vasto non sono razzisti, per niente - sottolinea - semplicemente si sentono insicuri. Lo Stato deve dare sicurezza e tutele a tutti quanti perché in questo clima generale qualcuno prende la pistola e spara”.
Inqualificabili le parole del sindaco Luigi de Magistris che ha invitato al “rispetto” per Napoli, “una città che vuole costruire una comunità coesa, con diritti e doveri per tutti; per questo stiamo molto lavorando con tutte le comunità migranti”, senza marcare l’episodio come razzista. Sta di fatto che i covi nazifascisti, primi fra tutti quello di Casapound, che si trovano non lontani del quartiere Vasto dovrebbero essere immediatamente chiusi per stanare fin dai suoi gemiti il razzismo e il fascismo nei quartieri popolari di Napoli. Contemporaneamente l’annunciata consulta dove dovrebbero partecipare le comunità di migranti presenti sul territorio non è stata ancora costituita, come ha dovuto ammettere l’assessore al welfare Roberta Gaeta.

5 settembre 2018