Nuovo attacco di Salvini alle famiglie omogenitoriali
Vuole reinserire nelle carte d'identità dei minori le diciture “madre” e “padre” al posto di “genitore”

 
Dopo gli attacchi da parte di “Famiglia cristiana” e “Avvenire”, la testata cattolica “Nuova bussola quotidiana” ha offerto a Salvini una tribuna da cui tornare a parlare alle masse cattoliche, largamente disgustate dalla sua politica razzista verso i migranti. Per l'occasione si è lanciato in un'invettiva contro le famiglie omogenitoriali, cioè composte da genitori dello stesso sesso, per presentarsi come il difensore della famiglia tradizionale e cattolica.
Alla domanda dell'intervistatore sui “bambini acquistati all'estero con la pratica dell'utero in affitto”, il ducetto ha risposto di essere contrario, e fin qui nulla di nuovo, ma ha anche aggiunto: “mi è stato segnalato che sul sito del ministero dell'Interno, sui moduli per la carta d'identità elettronica, c'erano 'genitore 1' e 'genitore 2'. Ho fatto subito modificare il sito ripristinando la dizione 'madre' e 'padre'”. Perché, ha proseguito, è per la “famiglia naturale fondata sull'unione tra un uomo e una donna”. E poi, manco a dirlo, “utero in affitto e altri orrori simili assolutamente no”.
Salvini ha detto il falso, ma i moduli in questione recavano “1° genitore” e “2° genitore”. Nulla di obbrobrioso né di strano, tra l'altro ben diverso da “genitore 1” e “genitore 2” (diciture usate in passato da alcuni comuni), su cui Adinolfi e soci hanno imbastito i “Family Day” sostenendo che si andasse verso una mortificazione della genitorialità. E non ci dilunghiamo sul fatto che ancora una volta il problema del cosiddetto “utero in affitto”, cioè la gestazione per altri (Gpa), salta fuori solo quando è praticata dalle coppie gay e lesbiche, mentre viene tollerato quando la maggior parte delle coppie che vi ricorrono sono etero.
Ma da una testata che, nella stessa intervista, se la prende pure con la distribuzione gratuita dei contraccettivi nei consultori, non ci si può aspettare altro che idee medievali. Idem da Salvini, che ha voluto solo dare adito alle forze più reazionarie e retrograde che lo sostengono, cercare le simpatie del mondo cattolico di destra e ribadire la sacralità del modello patriarcale ed eteronormativo di famiglia. In barba alla “difesa dei bambini” di cui tanto cianciano i nemici dei diritti per le persone e famiglie LGBT, ne escono discriminati i figli delle coppie gay e lesbiche, che per il ducetto non hanno diritto ad avere documenti che riconoscano i propri genitori.
Tutto ciò mentre il Vaticano è travolto dagli scandali, le donne “non sono viste, non esistono”, le suore lavorano come “colf dei preti” e fra i prelati pullulano omosessuali repressi e pedofili impuniti e protetti persino da laici “intimiditi”. Parola di Lucetta Scaraffia, intervistata dal “Corriere della sera” l'8 settembre, un mese esatto dopo l'uscita di Salvini. Direttrice di “Donne Chiesa Mondo”, inserto mensile dell'“Osservatore Romano”, e strenua oppositrice del matrimonio gay, non è certo sospettabile di simpatie anticlericali.

19 settembre 2018