Bari tre feriti gravi colpiti con cinghie e tirapugni
Assalto squadrista di CasaPound agli antirazzisti
La polizia di Salvini carica chi protestava contro la Lega
Il fascista Bannon: "l'Italia è l'esperimento più importante"

La sera del 21 settembre nel quartiere Libertà di Bari una squadraccia di militanti di CasaPound armati con cinghie, mazze e tirapugni, ha proditoriamente aggredito, davanti a dei bambini, un gruppo di antifascisti che tornava a casa intorno alle 22 al termine della coraggiosa, combattiva e partecipata manifestazione antirazzista "Mai con Salvini".
L’assalto fascista è avvenuto a pochi passi dalla sede di CasaPound che si trova in via Eritrea. Proprio nel quartiere dove la scorsa settimana il ministro dell'Interno Matteo Salvini si è pubblicamente congratulato coi suoi sostenitori per aver lanciato nel corso dell'estate una petizione per cacciare "gli immigrati irregolari" a cui hanno aderito anche molti esponenti fascioleghisti.
Coinvolta nell'assalto anche l’europarlamentare della lista Tsipras Eleonora Forenza che ha raccontato: "Stavamo tornando dalla manifestazione quando abbiamo incontrato una donna eritrea con un passeggino spaventata perché in via Eritrea, dove c'è la sede di CasaPound, era bloccata da un gruppo di persone - spiega la deputata - spaventata perché in questo quartiere non è facile avere la pelle scura. A quel punto ci siamo allontanati e ci hanno rincorso e ci hanno aggredito con cinghie e cazzottiere: una squadraccia fascista che ci ha inseguito e picchiato, tra passeggini e bambini. Eravamo inermi abbiamo cercato di scansare i colpi".
Ad avere la peggio sono stati tre manifestanti antifascisti a cui esprimiamo piena e totale solidarietà: uno è Antonio Perillo, assistente dell’europarlamentare Forenza, che è stato medicato con nove punti di sutura alla testa alla clinica Mater Dei; l’altro è Claudio Riccio, di Sinistra Italiana, che è stato portato al Policlinico, medicato e dimesso dopo qualche ora con una prognosi di 7 giorni. Infine un giovane è stato medicato con tre punti di sutura alla testa.
Nonostante l'aggressione subita, Perillo non si è fatto intimidire e coraggiosamente ha denunciato pubblicamente che: “Il ministro Salvini è il mandante politico di questo clima in cui i fascisti si sentono coperti dalla sua figura come ministro degli Interni, e si sentono incoraggiati ad agire in questa maniera... abbiamo subìto una brutale aggressione fascista: io sono stato aggredito alle spalle, ho una ferita di otto centimetri sulla testa. Hanno colpito per fare male, e si sentono protetti dal governo nazionale”.
Evidentemente ai fascisti di CasaPound e al ducetto fascioleghista non è andata giù la grande mobilitazione delle masse popolari baresi e antifasciste che ha dato vita alla manifestazione "Bari non si Lega" convocata contro la calata di Salvini a Bari da diverse associazioni e movimenti antifascisti riuniti nella rete “Mai con Salvini” tra cui figurano fra gli altri il Collettivo ex caserma liberata, Non una di Meno e Arci.
"Una rete trasversale che è nata in città a seguito della comunicazione che il ministro avrebbe visitato la città il 21 settembre" spiega uno degli organizzatori della manifestazione.
Il corteo molto combattivo e partecipato è sfilato da Piazza Umberto a Piazza Redentore per gridare a tutto il Paese che “Bari è antifascista”.
Ovviamente il ducetto Salvini è stato il bersaglio preferito dagli slogan e dai cartelli dei manifestanti fra cui uno con su scritto "Salvini a piazzale Loreto c'è ancora posto" e con accanto il viso del ministro capovolto, chiaro rimando alla pubblica esecuzione di Mussolini a Milano.
Un serpentone colorato di rosso che ha riunito persone di tutte le età, giovani e anziani, donne e bambini, operai e studenti, tutti insieme dietro lo striscione di apertura del corteo con la scritta "Simm brigand, simm terron, e je u leghist avimm caccià" (Siamo bugiardi, siamo terroni e il leghista dobbiamo cacciare).
Imponente e provocatorio lo schieramento delle “Forze dell'ordine” in assetto antisommossa con cinque camionette della polizia e diverse vetture della polizia locale a presidiare le aree toccate dal corteo e pronte a intervenire contro i manifestanti al minimo accenno di “disordini”.
Infatti, si legge sulla pagina Facebook di “Mai con Salvini”, la polizia non solo si è lasciata “sfuggire” la gravissima aggressione fascista, ma: “Ancor più grave è stato l’atteggiamento della polizia, che fin dall’inizio sembrava sapesse quello che stava per accadere”, tanto è vero che: “Quando i primi compagni hanno avuto notizia dell’aggressione e sono sopraggiunti sul luogo dell’accaduto, sono stati circondati da polizia e carabinieri e caricati tre volte” fino a mezzanotte.
Perciò “La violenta aggressione fascista di ieri sera a Bari non può essere minimizzata in nessun modo – ha denunciato il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni - il ministro dell’Interno dovrebbe pretendere che i colpevoli siano immediatamente individuati e puniti. Invece si diletta con le battute... Evidentemente è forte l’imbarazzo di chi, come lui e il suo partito, soffia quotidianamente sul fuoco dell’intolleranza e dell’odio e strizza l’occhio a movimenti e organizzazioni neofasciste e razziste”.
Anche il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha detto che “l’aggressione è un fatto gravissimo. Spero che i responsabili siano puniti... Noi tutti sappiamo che esistono dei mandanti morali. Sono tutti quelli che ogni giorno, subdolamente, con parole di finto buonsenso, alimentano un clima di odio, di pregiudizio, di violenza.”
E che il clima nel quartiere Libertà non fosse dei migliori lo si era già capito negli ultimi mesi. Quest’estate, il movimento “Riprendiamoci il futuro” aveva avviato una raccolta firme contro gli “immigrati irregolari”, i principali responsabili, a loro dire, del degrado in cui versa la zona. L’iniziativa aveva generato molte polemiche e prese di posizione contrarie, fino a quando la settimana scorsa Salvini è sceso a Bari per legittimare e offrire la sua copertura politica al comitato.
Nel corso della visita tra l'altro si era verificato l’episodio del sequestro dello striscione che recitava “Salvini bimbominkia,” con tanto di irruzione della Digos a casa dell’attivista che l’aveva esposto sul balcone.
Legittimazioni e coperture politiche a favore dei neofascisti che arrivano anche a livello internazionale per bocca dell'ex stratega di Trump, Steve Bannon, il quale dal palco del raduno fascista di Fratelli d'Italia a Roma ha avvertito: "L'Italia ora è il centro dell'universo della politica. Giorgia Meloni e Matteo Salvini sono dei sovvertitori. Sono venuto qui per dirvi che non siete soli. Il vostro è l'esperimento più importante. Da qui può partire la rivoluzione".
Proprio come fece Mussolini negli anni Venti che a suon di aggressioni e assalti fascisti scatenò il terrore contro gli oppositori.

26 settembre 2018