Il teorico dell'internazionale europea nera alla festa dei fascisti Fratelli d'Italia
Bannon: “L'Italia è l'esperimento più importante. Da qui può partire la rivoluzione”

Steve Bannon, il reazionario suprematista americano, già artefice della campagna elettorale di Trump e oggi riconosciuto come il teorico dell'internazionale europea nera dei partiti cosiddetti populisti e sovranisti, è intervenuto il 23 settembre come ospite d'onore alla festa annuale "Atreju" organizzata dai fascisti di Fratelli d'Italia sull'isola Tiberina a Roma.
Bannon era venuto ad esaltare la "rivoluzione sovranista" italiana e a presentare la sua "rete no-profit", The Movement, che ha lo scopo di riunire in un unico fronte e supportare propagandisticamente e finanziariamente tutti i partiti della destra nazionalista, fascista e razzista d'Europa in vista delle prossime elezioni europee del maggio 2019; rete a cui la padrona di casa, Giorgia Meloni, ha annunciato l'adesione anche di FdI, che si va ad aggiungere a quelle della Lega di Salvini e del Rassemblement National di Marine Le Pen.
L'ex stratega di Trump, licenziato per dissapori con il suo entourage ma ancora suo ammiratore e consigliere a distanza, è stato accolto dai nostalgici del duce in platea come una vera star, presentato e intervistato sul palco da un altrettanto nostalgico Alessandro Giuli, ex condirettore del "Foglio" ed editorialista dei sempre altrettanto nostalgici "Libero" e "Il Tempo", nonché - grazie forse alla sua smisurata ammirazione per il ducetto Salvini - in pista per concorrere alla direzione del Tg2.
Bannon ha mandato in visibilio i nipotini di Mussolini, che Giuli gli aveva presentato come "patrioti che custodiscono la fiamma dell'identità italiana da oltre mezzo secolo", sferrando i suoi consueti attacchi demagogici al "partito di Davos" e di George Soros, che rappresenta solo l'1% della popolazione ma detiene il 40% della ricchezza (sorvolando naturalmente sul fatto che anche Trump appartiene a quell'1%); ma soprattutto quando li ha incitati a difendere l'"Occidente giudaico-cristiano" dai suoi nemici, rappresentati dall'Islam, dalle migrazioni incontrollate e dal globalismo, e li ha esaltati come difensori di una "società più tradizionale, che si basa sulla famiglia, sui principi dell'Occidente giudaico-cristiano che ci è stato tramandato da Atene, Gerusalemme e Roma".

"Italia al centro dell'universo della politica"
Parlando dell'Italia Bannon ha esaltato Salvini (che era intervenuto quella stessa mattina) e la Meloni, considerandola sbrigativamente ma non a torto facente anche lei parte dello stesso governo: "L'Italia ora è il centro dell'universo della politica. Giorgia Meloni e Matteo Salvini sono dei sovvertitori. Sono venuto qui per dirvi che non siete soli. La Brexit, l’elezione di Trump e quello per cui avete votato a marzo 2018... è tutto collegato. Il vostro è l'esperimento più importante. Da qui può partire la rivoluzione", ha detto l'ideologo della destra fascista americana nel tripudio della sala, aggiungendo che se essa "funziona qui, allora si diffonderà". Dopodiché ha annunciato il suo programma per i prossimi mesi, che consiste nel dedicarsi a far vincere di nuovo Trump alle prossime elezioni di mid-term contro il Partito democratico "marxista" (sic), e subito dopo dedicare tutta la sua attenzione alle elezioni europee con la sua fondazione The Movement.
È da un pezzo che Bannon, al servizio della borghesia capitalista industriale americana più conservatrice e reazionaria, finanziato direttamente dal miliardario di destra Robert Mercer e sua figlia Rebekah, dalle chiese evangeliche e dalla lobby sionista (egli stesso si definisce un "sionista cristiano"), ha messo gli occhi sull'Italia quale laboratorio più avanzato per portare avanti il progetto trumpiano di disgregazione della Ue, soprattutto dopo la formazione del governo nero Salvini-Di Maio. Ma già all'indomani del risultato del 4 marzo aveva definito entusiasticamente l'Italia "il cuore pulsante della politica moderna", che "se funziona qui può funzionare dappertutto". E aveva anche ammesso di aver incontrato riservatamente sia Salvini che Di Maio e di parlare con entrambi, pur non rivelando nulla su questi incontri.
In un'intervista a "Libero" del 4 luglio aveva esaltato I due ducetti dicendo che "sono persone incredibilmente intelligenti, politicamente abili e laboriose... credo che ciò che Lega e 5 Stelle hanno fatto sia storico: unire nord e sud, sinistra e destra, populisti e nazionalisti nel primo vero governo di unità del mondo". E aveva aggiunto: "Amo l'Italia, specialmente Roma. Tornerò molto presto e non vedo l'ora di immergermi nell'affascinante atmosfera politica, così come nella storia e nella cultura. L'Italia è il centro di questa rivolta nazionalista populista".

I legami di Bannon in Italia
Più di recente, in un'intervista rilasciata al "Tgcom24" lo scorso 19 settembre, aveva espresso gli stessi concetti poi ripetuti davanti alla festa fascista di "Atreju": "Per The Movement - aveva detto - stiamo parlando con tutti i partiti populisti e nazionalisti. Quello che continuo a dire alla gente è che il centro dell’universo in questo momento - il centro politico dell’universo - è l’Italia. L’esperimento del nostro tempo. Basti vedere quello che hanno fatto Movimento Cinque Stelle e Lega in campagna elettorale: dare energia ai giovani attraverso i social media senza spendere tanti soldi... una delle cose principali che si evince è che il rapporto personale tra i due (Salvini e Di Maio, ndr) è molto solido e si rafforza ogni giorno. Quello che mi colpisce è vedere che questi due gruppi, questi due partiti che hanno ideologie diverse, rimangono uniti".
Oltre che con Lega e Cinquestelle, e adesso anche FdI, in Italia Bannon ha tra i suoi estimatori il nuovo presidente della Rai Marcello Foa. Ha anche dei solidi legami in Vaticano, tramite il cardinale Raymond Burke, considerato avversario di Bergoglio, e il suo amico Benjamin Harnwell, che presiede la fondazione Dignitatis Humanae Institute, con sede nella certosa di Trisulti, in provincia di Frosinone. Qui Harnwell e Bannon stanno creando anche una scuola denominata Accademia dell'Occidente giudaico-cristiano, ispirata alla conferenza che Bannon tenne in Vaticano nel 2014 per denunciare quelli che il suo amico e sodale definisce "i tre pericoli che minacciano l'Occidente e le sue radici giudaico-cristiane: l'Islam militante dall'esterno, il secolarismo militante dall'interno, e un capitalismo che sfrutta le persone".
Quanto a The Movement, come ha spiegato il belga Mischael Mordrikamen, presidente del Parti Populaire e uomo di collegamento tra Bannon e i leader "populisti" come Orban e Salvini, vuole essere un "club e un think tank a disposizione di tutti i partiti europei che partecipano", che li supporterà con studi, sondaggi, propaganda e le consulenze di Bannon, ma la cui "funzione più importante sarà assicurare finanziamenti privati ai partiti coinvolti". I requisiti per entrare a farne parte sono, manco a dirlo, "la lotta contro l'immigrazione incontrollata; la lotta all'islamismo, per una vera sicurezza nel continente; un'Europa di nazioni sovrane, fiere della propria identità". E l'obiettivo è quello di dialogare col Partito Popolare europeo, che si sta spostando a destra, tramite i leader dei partiti "populisti" e "sovranisti" in esso presenti, come l'ungherese Orban, l'austriaco Kurz, il bavarese Seehofer, lo spagnolo Casado, in modo da costituire un gruppo largamente maggioritario al parlamento europeo con quella che Salvini chiama "alleanza contro le sinistre".

"La vittoria di Salvini mi ha rincuorato"
In un'intervista a "The daily Beast", Bannon ha ribadito che la sua fondazione, che avrà sede a Bruxelles, mira a favorire una "rivoluzione di destra" in Europa aiutando la formazione di un "blocco populista pan-europeo" che ottenga "un risultato storico" alle elezioni del 2019. Anche perché - ha precisato - questi partiti, che pure hanno un crescente sostegno dei cittadini, hanno ancora "una struttura organizzativa troppo esile e funzionari inesperti". E soprattutto, aggiungiamo noi, hanno bisogno di robuste iniezioni di dollari americani, per non doversi accontentare dei soli rubli di Putin: "Lega e Cinque Stelle - ha spiegato infatti l'ex consigliere di Trump - hanno condotto l’ultima campagna elettorale impiegando risorse minime. Con la mia fondazione alle spalle, i loro sforzi avrebbero prodotto un risultato dieci volte più dirompente".
L'idea di creare la sua fondazione gli era venuta dopo la vittoria della Brexit, e rafforzata proprio dalla vittoria elettorale di Lega e Cinquestelle. In questo progetto, ha sottolineato infine Bannon in tono entusiastico, "l’Italia sarà il cuore pulsante di The Movement. La vittoria di Matteo Salvini mi ha davvero rincuorato. Con lui in prima linea, la fondazione svilupperà una efficace macchina propagandistica e i nostri valori verranno diffusi in ogni angolo del continente".
 

3 ottobre 2018