Parnasi ha versato 250 mila euro alla “Più voci” e 150 mila euro alla “Eyu”
Indagati i tesorieri di Salvini e di Renzi
Centemero (Lega) e Bonifazi (PD) sono indagati per finanziamento illecito ai propri partiti
Il palazzinaro: “Strizzavo l'occhio ai 5S”

Finanziamento illecito ai partiti: è questo il nuovo capo di accusa rivolto dai Pubblici ministeri (Pm) romani Paolo Ielo e Barbara Zuin nei confronti dei due tesorieri di Lega e PD, Giulio Centemero e Francesco Bonifazi, coinvolti a pieno titolo, alla fine di settembre, nell'inchiesta sui lucrosi appalti per la costruzione del nuovo stadio della AS Roma calcio a Tor Di Valle.
Si tratta dell'inchiesta che 13 giugno scorso ha portato in carcere il palazzinaro corruttore Luca Parnasi, amministratore di Eurnova e Ampersand, insieme al suo spicciafaccende Giulio Mangosi e quattro suoi collaboratori: Luca Caporilli, Simone Contasta, Nabor Zaffiri e Gianluca Talone.
Mentre ai domiciliari erano finiti il vicepresidente del Consiglio Regionale e numero due della commissione Lavori pubblici, Adriano Palozzi (FI), l'ex assessore regionale all'Urbanistica della Giunta Zingaretti e attuale consigliere regionale Pier Michele Civita (PD) e l'ex presidente dell'Acea Luca Lanzalone: l’avvocato di Crema con tre studi a Genova, New York e Miami, consigliere di Grillo e Casaleggio che Di Maio e i vertici del M5S avevano premiato per il “buon lavoro svolto a Livorno e a Roma” con la presidenza di Acea e uno stipendio da oltre duecentomila euro l’anno.
A incastrare i tesorieri di Salvini e Renzi è stato lo stesso Parnasi il quale, a partire dal drammatico interrogatorio durato ben undici ore presso una saletta del carcere di Rebibbia, il 27 e 28 giugno scorsi, ha deciso di collaborare con gli inquirenti e di vuotare il sacco su tutto il cosiddetto “sistema Parnasi che ha fatto del metodo corruttivo verso esponenti istituzionali un significativo asset d’impresa... un modello di corruzione sistemica, caratterizzata da un’opzione criminale insensibile ai mutamenti politici ed istituzionali... un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione... Un metodo corruttivo finalizzato a realizzare profitti al massimo grado e incurante dei danni sociali che esso provoca".
Nelle settimane scorse Parnasi ha spiegato agli inquirenti il “metodo anni ottanta” usato dalla sua cricca per elargire tangenti, consulenze d'oro e favori non solo ai singoli capicosca politici ma anche e soprattutto del metodo di finanziamento illecito riservato ai partiti parlamentari attraverso i contributi versati alle fondazioni di riferimento.
In particolare nei giorni scorsi gli inquirenti hanno chiesto a Parnasi di chiarire i termini di una conversazione intercettata dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma in cui parla con Bonifazi dei soldi dati ad "Eyu", 150mila euro. Denaro che, formalmente, sarebbe servito a finanziare un opuscolo da 300 pagine.
Durante l'interrogatorio, Parnasi ha ribadito che quello era il suo metodo per “finanziare i partiti, per arrivare a certi ambienti” cercando di assicurarsi la benevolenza di chi comandava o avrebbe comandato. Una generosità che, a un certo punto, ha dovuto sospendere perché: “non avevo più le risorse necessarie”.
Parnasi ha inoltre precisato che la famigerata conversazione con Bonifazi è avvenuta nell’ufficio di quest’ultimo nella sede del PD, a Sant’Andrea delle Fratte.
Non solo. Durante l'interrogatorio Parnasi ha parlato anche dei contatti avuti qualche tempo prima del suo arresto con l’assessore allo Sport del Campidoglio, Daniele Frongia (M5S) inerenti l'assunzione come responsabile delle relazioni istituzionali della Ampersand di “una donna di 30, collaboratrice del Campidoglio”.
Non a caso nell'ordinanza di arresto i Pm riportano una intercettazione dell' 11 marzo 2018 in cui i carabinieri ascoltano Parnasi mentre riferisce ai suoi collaboratori che “con Ampersand ha strizzato l’occhio ai 5stelle, facendo progetti...”.
Del resto, annotano gli inquirenti, Ampersand è anche la società attraverso cui Parnasi contava di dare alcune consulenze d'oro allo studi legale di Lanzalone: l'uomo “scelto” da Virginia Raggi per seguire le vicende dello Stadio, che a sua volta avrebbe messo a disposizione di Parnasi la propria funzione pubblica per portare a “buon fine” la vicenda del nuovo stadio.
Tanto è vero che in una informativa del 20 giugno 2018 i carabinieri annotano che Parnasi parlando con due collaboratori “(...) propone (...) di dissimulare un’operazione commerciale (fare un fatturone) tra le due società a lui riconducibili, ovvero Eurnova che sta facendo un grosso incasso e Ampersand, che deve dimostrare di avere liquidità. In tale contesto, afferma di voler affidare l’incarico, evidentemente relativo a tali operazioni, a Lanzalone quando i fondi entreranno sui conti di Euronova”.
Le manette e non certo “l'onestà” dei Cinquestelle hanno bloccato tutto: nuovo stadio, consulenze e assunzioni.

10 ottobre 2018