Rimborsopoli piemontese
Leghisti condannati
Tra questi Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, e Cota ex governatore del Piemonte

Il 24 luglio è terminato a Torino il processo d’appello per la Rimborsopoli degli ex consiglieri regionali del Piemonte. La sentenza che asseconda le richieste del procuratore generale Giancarlo Avenati Bassi e ribalta quasi completamente il giudizio di primo grado, del 2016, quando le assoluzioni erano state 15 su 25 infligge condanne per circa 60 anni di carcere complessivi a tutti i 25 imputati.
11 mesi sono stati affibbiati a Riccardo Molinari, attuale capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati, che in primo grado figurava tra gli assolti e ora è stato riconosciuto responsabile di un peculato di 1.158 euro e gli sono stati inflitti anche 5 anni di interdizione dai pubblici uffici (sanzione comunque sospesa per un anno). Condannato a un anno e sette mesi anche l’ex governatore leghista Roberto Cota insieme ai parlamentari Paolo Tiramani della Lega (1 anno e 5 mesi) e Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia (1 anno e sette mesi).
Tra i condannati ci sono anche Angelo Burzi (Pdl), Michele Dell’Utri (Moderati), Federico Gregorio (Lega), Massimo Giordano (Lega), Alberto Goffi (Udc), Maurizio Lupi (Verdi Verdi) e la figlia Sara (Verdi Verdi), Roberto De Magistris (Pdl), Girolamo La Rocca (Pdl), Lorenzo Leardi (Pdl), Massimiliano Motta (Pdl), Rosanna Valle (Pdl), Michele Giovine (Pensionati per Cota, 4 anni e sei mesi, la pena più alta), Andrea Stara (Insieme per Bresso), Michele For- magnana (Pdl), Roberto Tentoni (Pdl), Alberto Cortopassi (Pdl), Daniele Cantore (Pdl), Giovanni Negro (Udc). Due imputati hanno rinunciato all’appello e hanno ottenuto una riduzione della pena.
L’inchiesta, come in tanti altri processi in corso in diverse regioni d’Italia (in Liguria è imputato un altro leghista eccellente, il sottosegretario Edoardo Rixi), riguarda le modalità con cui gli allora consiglieri regionali hanno ottenuto rimborsi per spese spacciate come attività politiche nel corso della legislatura 2010-2014 (centrodestra). Si parlava di cene, pranzi, spese di rappresentanza, trasferte, alberghi, bed and breakfast ma anche di spese più sorprendenti: giocattoli, tosaerba, bigiotteria, acquisti in famosi negozi di abbigliamento come Olympic a Torino e Marinella a Napoli. Nei fascicoli si faceva cenno anche a un libro erotico, ma l’acquisto non fu contestato a nessuno degli imputati.
A Cota, come ha ricordato ieri il suo avvocato Domenico Aiello, l’accusa contesta spese non giustificate per poco più di 11 mila euro negli anni di riferimento 2010-2012. C’è, tra l’altro, la famosa storia dei bermuda acquistati durante una trasferta a Boston. Secondo il giudice di primo grado, che lo aveva assolto, erano stati rendicontati alla Regione per errore.

10 ottobre 2018