Revocati i domiciliari
Lucano esiliato da Riace
Salvini deporta i migranti da Riace

 
Martedì 16 ottobre il tribunale del Riesame ha revocato gli arresti domiciliari imposti a Mimmo Lucano due settimane prima, disponendo però al loro posto il divieto di dimora a Riace. Si tratta di fatto di un esilio, anzi più precisamente di un confino sui generis, tanto più odioso visto che per la sua compagna, Lemlem Tesfahun, è stato invece disposto l'obbligo di firma a Riace.
Il provvedimento arriva due giorni dopo la decisione del Ministero dell'Interno, il quartier generale fascio-leghista di Salvini, di sospendere definitivamente a Riace il sistema Sprar, il servizio di protezione, accoglienza e integrazione per richiedenti asilo e rifugiati. Il testo del provvedimento del ministero è un attacco a tutto spiano contro il “modello Riace”, dalle attività di mediazione culturale ai corsi di lingua, dagli standard abitativi alle modalità di registrazione dei contratti, insomma ben altro che una misura amministrativa ma una parte integrante della strategia xenofoba del governo, che vedeva in Riace una scomoda alternativa, sia pure con i suoi limiti, e l'ha voluta eliminare. E benché Lucano abbia dichiarato al “manifesto” del 16 ottobre che “contro di me c'è stata una vendetta di alcuni ispettori e alcuni pezzi grossi del servizio Sprar”, chiaramente le responsabilità vanno molto più in alto.
In perfetto stile hitleriano il ministero, una volta cancellato lo Sprar, stabilisce il “trasferimento/uscita degli ospiti in accoglienza”, ossia la deportazione dei migranti. Un atto che porta l'Italia anche simbolicamente così vicina alla nera memoria del nazifascismo, dei campi di concentramento, dei treni carichi di ebrei, che Magistratura Democratica l'ha bollato come parte dei “cambiamenti irreversibili dell'identità democratica” del nostro Paese.
Anche per questo occorre però prendere atto che il governo Salvini-Di Maio è passato allo spregio delle più elementari norme democratico-borghesi. Riace è solo il banco di prova della sospensione della Costituzione, crea un precedente a cui i ducetti al governo torneranno sicuramente a ricorrere per reprimere le proteste, imporre le proprie leggi e in generale portare avanti la fascistizzazione del Paese. Motivi per cui la cacciata del governo deve essere la priorità di ogni movimento di lotta efficace che si vuole costruire oggi. E che dimostra l'assoluta insufficienza di mantenersi entro i confini della Costituzione e del legalismo democratico-borghese, ormai di fatto inesistenti.
Il M5S è corresponsabile in quanto il suo capo politico e vicepremier Di Maio non perde occasione di spalleggiare l'omologo leghista. “A chi dice che è un modello, vuol dire che gli altri sindaci sono fessi”, ha affermato: e questo dice tutto.

24 ottobre 2018