I mercenari di Putin nella Repubblica Centrafricana

 
Lo scorso 30 luglio tre giornalisti russi - Orkhan Dzhemal, Aleksandr Rastorguyev e Kirill Radchenko – sono stati brutalmente assassinati a colpi di mitra da sconosciuti: se però sono ignoti gli autori del barbaro assassinio, sono d'altra parte ben conosciute le ragioni per le quali i tre si trovavano in quella zona dell'Africa, cioè per indagare sull'attività del Gruppo Wagner, un'organizzazione di mercenari che sono da tempo direttamente al soldo del governo russo diretto da Putin, che vengono ormai da molti anni dispiegati per compiere i lavori più sporchi in varie parti del mondo come già da tempo in Crimea, in Ucraina e in Siria, e ultimamente nella Repubblica Centrafricana e in Sudan.
Le ricchezze del sottosuolo del Paese africano (petrolio a Birao e soprattutto uranio a Bakouma) hanno da sempre, sin dall'anno dell'indipendenza dalla Francia nel 1960, fatto gola alle potenze imperialiste, così da non avere mai consentito uno sviluppo economico e sociale di quello Stato: da alcuni anni anche la Russia di Putin è entrata a gamba tesa nelle vicende del Paese africano, che è stato sconvolto da una sanguinosa guerra civile, peraltro mai terminata, dietro la quale hanno agito interessi imperialisti francesi e americani, tanto che lo scorso 21 agosto i ministri della Difesa russo e centrafricano hanno siglato un accordo ufficiale di cooperazione militare tra i due Stati, che ratifica di fatto l'ingerenza russa che da alcuni anni si sta proiettando alla chitichella nella Repubblica Centrafricana.
Gli accordi prevedono un forte aumento della presenza militare russa nel Paese africano, dato che attualmente nella ex colonia francese infatti sono presenti solo cinque ufficiali e centosettanta istruttori civili di Mosca che hanno portato con sé armamenti leggeri a sostegno del governo, dopo che l'ONU ha concesso al Cremlino una parziale abolizione sull’embargo delle armi, che era stato imposto alla Repubblica Centrafricana dal Consiglio di Sicurezza lo scorso gennaio con risoluzione numero 2399. In cambio delle forniture militari Mosca potrà godere di licenze per lo sfruttamento minerario.
Gli istruttori civili russi però, dei quali l'accordo prevede un notevole aumento numerico, non sono altro che dei mercenari del Gruppo Wagner, un'organizzazione paramilitare di mercenari al soldo di Putin, uomini pronti a tutto, addestrati alla guerra, quasi sempre ex militari delle forze armate moscovite.
Si sentì parlare per la prima volta del Gruppo Wagner nel 2014, per il loro impiego nell'annessione della Crimea e successivamente per il loro appoggio ai separatisti ucraini del Donbass, in Ucraina, e in seguito hanno svolto un ruolo importante nella guerra in Siria.
Il capo dell'organizzazione è l'ucraino Dimitriy Valeryevich Utkin, ex colonnello delle forze speciali russe e amico personale di Vladimir Putin.
Il professor Sergey Sukhankin, analista della Jamestown Foundation, ritiene che il principale incarico dei mercenari russi nella Repubblica Centrafricana, come anche del resto in Sudan, consiste nel controllo militare delle ricchezze del sottosuolo, che prendono in gran parte la via di Mosca con il beneplacito dei regimi africani, ai quali a loro volta Putin non lesina il sostegno grazie ai suoi mercenari, i quali hanno anche il compito di addestrare le truppe locali.
Ma non è tutto: dallo scorso marzo quaranta uomini del Gruppo Wagner fanno parte della guardia personale dell'attuale presidente centrafricano, Faustin-Archange Touadéra, il quale ha inviato ufficiali dell'organizzazione mercenaria in qualità di emissari per colloqui con gruppi armati ribelli, come l'Union pour la Paix en Centrafrique e il Front Populaire pour la Renaissance de la Centrafrique.
È chiaro a questo punto il motivo per cui sono stati brutalmente assassinati i tre giornalisti russi che, evidentemente, volevano vederci chiaro sugli affari di Putin nel Paese africano e sull'effettivo ruolo dell'esercito mercenario al soldo dell'imperialismo russo che agisce in giro per il mondo e nel caso specifico in Africa esattamente come gli altri concorrenti dei Paesi imperialisti occidentali e come la Cina socialimperialista di Xi, in mano ai rinnegati del socialismo al pari di Putin.
 

24 ottobre 2018