Il governo del “cambiamento” taglia 100 milioni di euro alla scuola pubblica
Per finanziare reddito di cittadinanza e armamenti da guerra

E ci risiamo, cambiano i governi ma non la musica per la scuola pubblica. È notizia di queste settimane infatti che il governo nero dei ducetti Salvini e di Maio si appresta a tagliare circa 100 milioni di euro al comparto scuola per fare fronte alle spese prioritarie di questo governo e arrivare così a far quadrare i conti della “Legge di Bilancio”.
Una buona parte di questi soldi verranno decurtati col taglio del progetto dell'alternanza-scuola lavoro che verrà ridimensionato. Nella “Buona scuola” le ore di alternanza previste erano 200 per i licei, 400 per i tecnici e 400 per i professionali. A partire dall’anno scolastico 2019-2020 la quota minima di ore da svolgere si abbasserà a 90 per i licei, 150 per gli istituti tecnici e 180 per quelli professionali.
Altri trentacinque milioni dovrebbero poi arrivare, secondo le fonti del Miur, dai fondi destinati alle attività scolastiche. Andando così a diminuire le offerte formative scolastiche ed extrascolastiche delle scuole.
Non si sa nulla invece del possibile allargamento della NO Tax Area per gli universitari impossibilitati a mantenersi le proibitive rette universitarie, né dei fondi di finanziamento per atenei ed enti di ricerca o delle risorse aggiuntive per assumere ricercatori precari. In quanto al salario accessorio per i ricercatori, come dichiarato dal sottosegretario Fioramonti, è una norma cassata, che dovrà essere riproposta, in data da destinarsi.
Dulcis in fundo, come denunciano sindacati e organizzazioni studentesche, non ci sono soldi per il nuovo contratto della scuola. Il vecchio, in scadenza a dicembre, che ha portato pochi euro di aumento, elemosina sarebbe il termine più esatto, non potrà essere rinnovato perché servirebbero 4 miliardi.
Tirando le somme ci ritroviamo con una alternanza scuola-lavoro ridimensionata ma non abolita e in parte peggiorata se si pensa che i tagli andranno probabilmente a colpire i fondi dei ragazzi per le spese dell'alternanza quali i trasporti o il sostegno dei tutor, a grossi tagli per quanto riguarda le attività scolastiche ed extrascolastiche già impiccate con le briciole che ricevono come fondi pubblici e che quindi per gioco forza saranno costrette a rivolgersi ai privati, e ad una totale presa in giro per quanto riguarda gli i fondi inesistenti destinati agli studenti universitari, ricercatori e lavoratori della scuola.
Un “ottimo inizio” per il governo del millantato cambiamento (in peggio) della scuola e dell'università pubbliche.

24 ottobre 2018