Il ducetto specula sull'uccisione e sullo stupro di Desirée per accelerare gli sgomberi a Roma
San Lorenzo contesta Salvini: “Sciacallo, vattene”
Le responsabilità del governo e della Raggi sul degrado dello storico quartiere romano

I residenti del quartiere romano di San Lorenzo, dove nella notte tra il 20 e il 21 ottobre scorso un gruppo di spacciatori africani avrebbe violentato e ucciso la giovane Desirée Mariottini in uno stabile abbandonato, hanno duramente contestato il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che si è recato in visita alcuni giorni dopo nel quartiere, gridandogli “Sciacallo, vattene“ e “Fuori Salvini dai quartieri“.
Gli stessi residenti hanno invece risposto in massa alle manifestazioni pubbliche promosse dal comitato San Lorenzo Solidale e dall'Anpi, che si sono svolte in piazza dell'Immacolata rispettivamente il 26 e il 27 ottobre, per stringersi attorno alla famiglia di Desirée e per dare contemporaneamente una risposta collettiva antifascista, antirazzista ed antisessista alle provocazioni di Salvini, che non ha perso occasione per ricordare che la morte della sfortunata giovane sarebbe, secondo la sua visione razzista e xenofoba, una conseguenza diretta del problema dei clandestini.
Salvini ha peraltro l'obiettivo di iniziare a Roma una campagna di sgomberi mai vista prima, e per farlo il ducetto fascioleghista non esita a strumentalizzare la morte di Desirée: “Ho qui la lista delle occupazioni della Capitale: 100 immobili che aspettano di essere sgomberati anche da 20 anni“ ha dichiarato Salvini a margine della presentazione di un libro di Maurizio Molinari al Tempio di Adriano a Roma qualche giorno fa, aggiungendo che intende cominciare “da quattro in particolare che hanno carattere di pericolosità“.
Salvini si scaglia soprattutto contro i centri sociali e i migranti, come se essi fossero la causa del degrado di San Lorenzo e di tante aree urbane di Roma e non solo, ritenendo che la sola risposta utile sia quella repressiva, peraltro perpetrata contro soggetti che non hanno alcuna responsabilità nei problemi che affliggono tali aree, mentre la responsabilità di tali problemi è solo ed esclusivamente delle amministrazioni capitoline precedenti a quella attuale della Raggi, che si contraddistingue per una inettitudine mai vista a Roma, nonché del governo nazionale, responsabile di creare un clima di odio sociale che aggrava, anziché mitigare, la situazione di emarginazione degli strati più poveri e deboli della società, esasperando i conflitti sociali orizzontali, come quello tra il proletariato e la piccola borghesia da una parte e il sottoproletariato dall'altra, e come quello interno tra le diverse componenti delle stesse masse popolari, una guerra tra poveri alimentata ad arte ormai da anni dalla Lega, che è la vera causa del degrado delle tante auree urbane di Roma e non soltanto.
Nella fattispecie di San Lorenzo, la tracotante comparsata di Salvini tra le vie del quartiere non è altro che l'applicazione ad un singolo quartiere della ricetta politica che lo ha portato, di fatto, a dettare la linea del governo nazionale: accolto dagli applausi di un piccolo gruppo di sostenitori ma violentemente contestato a suon di fischi e di inventtive dalla stragrande maggioranza dei residenti, se ne è andato dichiarando all'Ansa che sarebbe tornato soltanto con la ruspa, è tornato senza farsi annunciare e quasi di nascosto un paio d’ore dopo per consentire alle telecamere die telegiornali, nel frattempo discretamente avvisati, di riprendere le sue tronfie dichiarazioni di guerra alle occupazioni, ai clandestini e ai centri sociali.
Bisognerebbe ricordare a Salvini, qualora egli continuasse a tirare fuori la storiella dei neri stupratori e assassini, che oltre il 70% degli omicidi di donne che avvengono in Italia è commesso da mariti, compagni e fidanzati o ex mariti, compagni e fidanzati della vittima, quasi sempre bianchi italiani, abituati a gestire le loro relazioni con le donne attraverso una cultura patriarcale fatta di violenza maschilista, possesso e sopraffazione, e che stupratori ed efferati assassini non mancano neppure all'interno della sedicente eletta schiera che lui dirige dal ministero dell'Interno, come testimoniano, solo per fare alcuni tra i tanti esempi che si potrebbero fare, le vicende della turista tedesca brutalizzata lo scorso agosto a Rimini (i cui aguzzini sono due allievi agenti della polizia di Stato) e di Federico Aldrovandi (i cui assassini indossano tuttora la divisa dello stesso corpo e che risultano in servizio).
Ci sono poi aspetti sui quali Salvini ha taciuto, e che chiamano in causa le politiche perpetrate ormai da decenni sia dal governo centrale sia dal Campidoglio, politiche rappresentate oggi dallo stesso Salvini e dalla sindaca romana Raggi: il principale di essi è il tema della speculazione edilizia, un fenomeno che ha ferito San Lorenzo insieme a tanti altri quartieri della capitale e delle grandi città italiane: nel corso degli ultimi due decenni infatti la convergenza degli interessi di speculatori ed affaristi ha progressivamente e inesorabilmente svuotato il quartiere di gran parte dei suoi abitanti, in gran parte operai, artigiani e piccoli commercianti, per valorizzare la rendita fondiaria e immobiliare favorita dalla vicinanza della città universitaria della Sapienza, una speculazione assecondata dai piani regolatori che hanno reso ogni metro quadro del quartiere appetibile per ogni progetto immobiliare speculativo, ed è degno di nota il fatto che lo stesso luogo dove è stata violentata e uccisa Desirée, uno spazio di proprietà privata, è stato deliberatamente lasciato abbandonato al degrado in attesa di compiere proprio una di queste operazioni speculative.
Inoltre anni di politiche liberiste sul commercio hanno determinato il tracollo del piccolo commercio e dell'artigianato a vantaggio dei grandi centri commerciali, trasformando il quartiere in un luogo di divertimenti notturni dove spadroneggiano pizzerie, pub e birrerie, i cui avventori non hanno alcuna relazione con il corpo vivo dei suoi abitanti, creando così una socialità profondamente deteriorata.
Nei progetti di Salvini ci sono gli sgomberi di edifici dove si sono consolidate le reti dell’associazionismo, gli spazi autogestiti, i collettivi che mantengono viva la costruzione della solidarietà sociale e che combattono il razzismo e il fascismo, ossia la distruzione di quegli spazi sociali che sono il miglior antidoto a quella situazione di degrado nel quale ha trovato la sua tragica fine la giovane Desirèe.
 
 
 

31 ottobre 2018