Firmati 13 accordi commerciali Italia-Russia
Conte a Mosca per fare affari
Putin approva la manovra del governo italiano. Conte: “Anche Trump ci sostiene”

 
Il Documento programmatico di bilancio (Dpb) dell'Italia era ufficialmente respinto il 23 ottobre dal Consiglio dei commissari europei riuniti a Strasburgo, aprendo formalmente il contenzioso tra Roma e la Ue, mentre contemporaneamente il presidente del consiglio italiano Giuseppe Conte sbarcava a Mosca per fare affari e raccogliere l'appoggio del presidente russo Vladimir Putin alla manovra del suo governo.
Preceduto solo una settimana prima a Mosca dal vicepresidente leghista che ha tra l'altro avuto un incontro con un centinaio di imprenditori italiani, il portavoce dei ducetti Salvini-Di Maio ha invitato Putin alla Conferenza internazionale di Palermo del 12 e 13 novembre sulla Libia, che spera abbia maggiore fortuna di quel percorso sponsorizzato dal concorrente imperialista francese Emmanuel Macron. A Palermo dovrebbero essere presenti rappresentanze di alto livello di Usa, Russia, Germania e Francia, oltre a paesi arabi, secondo i rapporti diretti che il governo Conte ha attivato con gli altri paesi imperialisti emarginando la Ue.
Gli aspetti principali della missione di Conte a Mosca riguardano i rapporti commerciali tra i due paesi, ridotti dalle sanzioni decise da Usa e Ue per la crisi in Ucraina ma che i due partner vogliono tenere comunque a buon livello. “Malgrado il contesto internazionale delicato siamo riusciti a confermare l'alta qualità dei nostri rapporti“, sosteneva Conte dopo l'incontro con Putin del 24 ottobre; il presidente russo rispondeva con “sappiamo che l'economia italiana ha basi molto solide, ci fidiamo del governo italiano e noi siamo sicuri che i problemi saranno risolti“ e pur sostenendo di non volersi intromettere nella questione della bocciatura della manovra da parte della Commissione europea sosteneva che “non ci sono remore di carattere politico sull'acquisto dei titoli di stato italiani dal fondo sovrano russo“, sebbene “oggi non ne abbiamo discusso“. È vero, non ne abbiamo parlato, confermava Conte, “non sono qui per chiedere a Putin di comprare attraverso il fondo sovrano i titoli italiani“ ma se il fondo lo volesse fare, farebbe “un affare“. A quanto pare Roma spera di parare i colpi delle tempeste finanziarie che approfittano dello scontro con la Ue per speculare sui titoli italiani con i fondi di Russia e Cina, dove andrà Di Maio, in sostituzione di quelli della Bce di Draghi che termineranno a breve.
Intanto Roma e Mosca mettono a punto una serie di affari, a partire da quelli registrati in 13 accordi firmati da aziende e enti italiani, alla presenza di Conte e Putin, per un valore di circa 1,5 miliardi di euro. I contratti interessano Enel, Pirelli, Barilla e Techint. L'Italia inoltre, fa sapere una nota del Cremlino, potrebbe partecipare ai “progetti delle forniture del gas russo in Europa attraverso la rotta Sud“.
Conte ha intascato l'appoggio di Putin e ha fatto appena in tempo a tornare a Roma per mettere in cassa anche il rinnovato sostegno del presidente americano Donald Trump che col consueto messaggino tweet ha reso noto di aver avuto una telefonata con il primo ministro italiano a cui ha assicurato il suo più completo appoggio per le scelte economiche; manovra che otteneva poco dopo un giudizio favorevole anche dal Wall Street Journal e dall'agenzia Bloomberg, due pareri autorevoli di voci della finanza americana vicine ai conservatori.

31 ottobre 2018