A Glasgow
Diecimila donne scozzesi in piazza e in sciopero per la parità salariale

 
Più di 10 mila donne lavoratrici sono scese in piazza a Glasgow e hanno partecipato a varie iniziative di lotta indette dai sindacati il 23 e 24 ottobre per la parità salariale nella vertenza che da vari mesi le vede contrapposte all'amministrazione comunale della capitale scozzese guidata dalla signora Susan Aitken del Partito nazionalista scozzese. Chiusi asili, scuole, musei, centri commerciali, picchetti davanti a fabbriche, parcheggi e società di catering. La protesta ha avuto un successo e una risonanza tale da spingere alla protesta anche le donne in Islanda.
Il Consiglio comunale di Glasgow ha condannato le proteste definite “ben poco necessarie e dall’impatto devastante“, assicurando di voler “avviare un discorso risolutivo sul gender pay gap nei prossimi mesi“, e promettendo di stanziare die fondi appositi nel bilancio comunale del prossimo anno. Le lavoratrici si dichiaravano “stufe di una discriminazione che dura ormai da decenni“, che vede le donne percepire fino a 3,3 euro all’ora e 4.500 all’anno in meno degli uomini a parità di lavoro e avevano deciso di continuare la vertenza con lo sciopero, la protesta in piazza.
La protesta in particolare delle lavoratrici con salari medio-bassi delle mense o delle imprese di pulizie, e alla quale si sono uniti anche molti lavoratori fra i quali gli operatori ecologici, è nata dalla denuncia dal fallimento della legge approvata nel 2006 dal partito laburista, la Workforce Pay and Benefit Review, che prometteva di eliminare il gap salariale tra lavoratrici donne e uomini. Anzi la legge ha avuto l'effetto opposto dato che agiva attraverso un sistema di bonus che ha favorito i lavori con turni continuativi, in maggior parte coperti da lavoratori, a scapito delle lavoratrici impiegate in professioni con orari variabili.
La trattativa tra le organizzazioni sindacali e il consiglio comunale di Glasgow in qualità di responsabile dell'applicazione della legge ma anche dell'appalto dei servizi a domicilio, come assistenza a domicilio, catering e pulizia a una società privata andava avanti da mesi. A fine agosto le organizzazioni sindacali che rappresentavano una parte delle circa 12 mila lavoratrici della società appaltatrice del comune aprivano le procedure per lo sciopero che veniva approvato dalla maggioranza delle lavoratrici e attuatoi con successo il 23 e 24 ottobre.
 

31 ottobre 2018