Primo sciopero generale contro il governo nero Salvini Di Maio
Lavoratori e studenti in piazza in dieci città
Contro la politica economica e repressiva del governo, per i diritti, l'occupazione, migliori condizioni di vita e di lavoro e l'abolizione dell'alternanza scuola lavoro

Il 26 ottobre si è svolto, con manifestazioni in diversi capoluoghi di regione e varie province e città minori, il primo sciopero generale contro il governo nero Salvini Di Maio indetto dai sindacati di base Si Cobas, Cub, Sgb, Usi-Ait per protestare “contro una manovra che non è né popolare né espansiva... per migliori condizioni di lavoro e più occupazione; aumento degli investimenti pubblici sul territorio; per i diritti universali; la stabilizzazione dei precari nelle scuole; l'umento degli stipendi; per il diritto alla casa e contro il razzismo dilagante; l'abolizione delle diseguaglianze, della legge Fornero, del jobs act e dell’alternanza scuola-lavoro”.
Ventiquattrore di astensione dal lavoro per tutte le categorie a cominciare dai trasporti (ferroviario, locale e aereo), la scuola, i servizi, la sanità, le fabbriche, la logistica e la pubblica amministrazione che ha raccolto l'adesione di decine di migliaia di lavoratori e studenti scesi in piazza in diverse città del Nord, Centro e Sud Italia a partire da Torino, Milano, Padova, Bologna, Firenze, Roma, Taranto.
Le manifestazioni più importanti si sono svolte a Torino e a Taranto dove sono confluite diverse delegazioni di lavoratori provenienti da altre città e in particolare dai distretti produttivi dell'Emilia Romagna che sono sfilati nei cortei con due striscioni con su scritto: “Una sola grande opera - Welfare per tutti” in appoggio anche alla lotta dei No Tav in Val Susa; e “La salute non d'acciaio - Riconversione” in appoggio ai lavoratori Ilva di Taranto e contro l’accordo Ilva del 6 settembre scorso tra la multinazionale Alcelor Mittal e governo con il quale si perpetua l'odioso ricatto lavoro/salute. Al fianco della delegazione emiliana a Taranto sono sfilati anche i lavoratori della Marcegaglia di Ravenna.
A Torino uno striscione con su scritto “Prima gli sfruttati. Non abbiamo governi amici” ha aperto il corteo: molti gli slogan contro il vicepremier Di Maio e vivace la partecipazione dei ciclofattorini (i cosiddetti riders), i quali hanno acceso fumogeni e lanciato uova contro la sede di una cooperativa legata a Foodora. La protesta è proseguita con una nottata di azioni e iniziative di lotta al CAAT in solidarietà coi lavoratori TNT e a sostegno della vertenza dei cosiddetti riders.
A Milano la manifestazione è inziata in largo Cairoli e ha percorso via Cusani, Via dell’Orso, Via Verdi, p.zza della Scala, via Case Rotte, Via Catena, Piazza Meda, corso Matteotti, per confluire in Piazza san Babila.
A Roma si è svolto un corteo promosso dal SI Cobas contro le politiche repressive e razziste del governo. Partito intorno alle 15 da piazza Repubblica, il corteo è terminato circa tre ore dopo in piazza Venezia. Decine e decine di pullman da tutta Italia hanno raggiunto il concentramento. Oltre 15 mila i partecipanti secondo il SI Cobas, tra cui moltissimi studenti. Al centro della protesta anche la necessità di contrastare la disposizione anti-operaia presente nel decreto Salvini sulla sicurezza finalizzata a criminalizzare le lotte operaie come i picchetti e i blocchi della circolazione. Presidi di protesta si sono tenuti anche in Piazza Montecitorio e davanti al MISE.
A Firenze migliaia di studenti e operai della logistica si sono mossi in corteo da Piazza San Marco per dire no alla campagna xenofoba e razzista alimentata dal governo e dal vicepremier fascio-leghista Salvini. (si veda articolo a parte)
Al grido di "Di Maio-Salvini, governo di assassini", "Salvini, razzista, sei il primo della lista" e "Firenze non si Lega", il corteo ha attraversato le vie del centro. In Piazza Ognissanti un fantoccio, raffigurante Matteo Salvini, è stato buttato in Arno, all'altezza del ponte Vespucci. Il manichino con il volto del ministro dell'Interno e la felpa con la scritta "Italia" è stato calato con un gommone, accompagnato da cori contro il caporione della Lega. Proprio nel luogo in cui, il 5 marzo scorso, è stato assassinato Idy Diene, un ambulante senegalese. Presenti al corteo anche i tre studenti denunciati per aver esposto nei giorni scorsi in piazza Duomo uno striscione con su scritto "Salvini assassino".
A Bologna si è svolto un corteo studentesco in zona universitaria, organizzato dal collettivo universitario Cua, contro il governo ma "anche contro le grandi aziende che controllano la nostra vita".
Al grido di "Chi non si schiera è complice" il primo "venerdì antirazzista" organizzato dal Cua è stato caratterizzato da un combattivo corteo che, dopo aver percorso le vie della zona universitaria è tornato al punto di concentramento in piazza Verdi. Al termine del corteo il Cua in un comunicato ha sottolineato come: "A seguito dell'assemblea antirazzista del 10 ottobre abbiamo deciso che era arrivato il tempo di portare i nostri corpi, la nostra voce e le nostre idee fuori dalle aule. Oggi siamo scesi in strada e abbiamo urlato il nostro odio verso Salvini, i suoi decreti infami e razzisti ma anche verso chi, come i 5 stelle è complice di questa barbarie e partecipa attivamente alla lotta ai poveri e ai diseredati, con promesse mancate e politiche indegne... Abbiamo intenzione di continuare a incontrarci, discutere e mobilitarci, crescere e sferrare attacchi sempre più forti!”.
Alla giornata "di sciopero e di opposizione alle manovre economiche e in ambito delle migrazioni da parte del governo" ha aderito anche il Social Log.
A Padova i protagonisti della giornata di lotta sono stati soprattutto i lavoratori della logistica, settore in cui lo sciopero ha toccato punte di adesione del 70% e addirittura del 100 per cento in alcune aziende dell'Interporto. Al loro fianco anche tanti lavoratori della scuola, trasporti e servizi.
“È stato uno sciopero con un forte connotato politico – si legge in una nota di Adl Cobas - Tra i punti contro cui manifestavamo c'erano le riforme chiamate decreto sicurezza, decreto dignità e la manovra del popolo con il reddito di cittadinanza”.
Iniziative di protesta anche a Castelnuovo Rangone , paese del modenese dove si è svolto un corteo di solidarietà con la lotta dei lavoratori del settore carni.

31 ottobre 2018