Relazione di Giovanni Scuderi alla 2ª Riunione plenaria del 5° Ufficio politico del PMLI tenutasi il 3 novembre 2018
Continuiamo ad applicare la linea organizzativa e propagandistica per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso

Qui di seguito pubblichiamo la parte centrale della Relazione del compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, presentata alla 2ª Riunione plenaria del 5° Ufficio politico del PMLI tenutasi il 3 novembre 2018.
 
Care compagne e compagni,
il nostro primo pensiero va ai morti, ai feriti, a coloro che hanno perso la casa e altri beni, agli sfollati per il maltempo senza precedenti che sta flagellando il nostro Paese. Le conseguenze di questo maltempo potevano essere di gran lunga inferiori se i governanti del capitalismo di ieri e di oggi avessero avuto a cura il territorio. Chiediamo al governo di risarcire al più presto i danneggiati e di prendere dei provvedimenti efficaci per riassestare il sistema idrogeologico e per combattere il cambiamento climatico.
Abbiamo cantato or ora l’Inno del PMLI “Il Sole Rosso” le cui parole scritte dal futuro Segretario generale del Partito, esprimono esattamente l’identità, l’ideologia, la natura proletaria rivoluzionaria, marxista-leninista e antirevisionista, la storia, la missione, la determinazione rivoluzionarie, l’atteggiamento verso le masse e i giovani, l’ottimismo rivoluzionario nel nostro amato Partito. Noi tutti abbiamo il dovere marxista-leninista di mantenere e difendere tale identità e postura non concedendo nulla ai detrattori del PMLI.
Noi oggi siamo qui riuniti perché il compagno Au Centone, simpatizzante attivo del PMLI, che svolge un ruolo importante di Partito, ha messo di fatto in discussione questa nostra identità e questo nostro modo di rapportarci al proletariato, alle masse e a coloro che si definiscono comunisti per chiedere il loro consenso, il loro appoggio e coinvolgimento per lottare assieme per conquistare l’Italia unita, rossa e socialista.
La riunione ci permette di chiarire fino in fondo il carattere, i contenuti e l’origine delle critiche scritte, impropriamente definite “osservazioni”, che il suddetto compagno ha mosso al Partito. I membri dell’UP di più recente nomina hanno una importante occasione per fare esperienza su come si trattano e si cerca di risolvere le contraddizioni in seno alle istanze centrali del Partito. Contraddizioni che inevitabilmente si svilupperanno quando l’attuale Segretario generale del Partito andrà a trovare i Maestri e le compagne e i compagni deceduti.
È questa la seconda volta che il 5° UP del PMLI si riunisce in seduta plenaria. La precedente riunione fu tenuta oltre sei anni fa, il 25 giugno 2012. Allora furono avanzate da un membro dell’Istanza sostanzialmente le stesse critiche di cui dobbiamo occuparci oggi. Critiche che mi sembrano manifestamente infondate perché non c’è un solo atto ufficiale, un solo documento delle istanze centrali e delle Commissioni centrali, un solo articolo de “Il Bolscevico” che le giustifichi.
Non trovo nulla di errato nella linea organizzativa e propagandista chiamata in causa. Ovviamente possiamo e dobbiamo migliorarla, come tutte le cose, in base all’esperienza e alle nuove situazioni, ma è una linea corretta, coerente con i deliberati del 5° Congresso nazionale del Partito, riaffermata dalla sesta Sessione plenaria del 5° CC e dagli interventi del compagno Erne Guidi e Monica Martenghi, che evidentemente sono sfuggiti al compagno Centone, nonché dai saluti delle istanze di base alla Commemorazione di Mao. È il frutto dell’esperienza di oltre 41 anni di duro e attento lavoro marxista-leninista, non considerando i dieci anni precedenti di preparazione del partito, ed è conforme al marxismo-leninismo-pensiero di Mao applicato alla situazione concreta del nostro Paese. Metterla in discussione vuol dire mettere in discussione la vita stessa del PMLI e il suo avvenire.
Il compagno Centone ci chiede esplicitamente di “esaminare il modo in cui ci rapportiamo alle masse e alla base comunista fuori dal PMLI”, perché “non teniamo sufficientemente conto del grado di coscienza dei nostri interlocutori e tendiamo ad allargare eccessivamente il campo del ‘nemico’. Egli è convinto che “è errata la nostra convinzione che gli unici veri comunisti in Italia siamo quelli che risultano nel nostro Partito”. Ed è anche convinto che “compagni fuori dal PMLI che sbagliano si possono trovare anche tra i quadri di altre organizzazioni”.
Le cose stanno effettivamente così? Non mi pare. Da sempre, e in misura crescente man mano che acquisiamo una maggiore esperienza e conoscenza, teniamo in conto, e non ci stanchiamo di dirlo e di scriverlo, il grado di coscienza delle masse e di coloro che si definiscono comunisti e ci rapportiamo ad essi in maniera rispettosa, dialettica e unitaria, pur non nascondendo le differenze e le contraddizioni, altrimenti la loro coscienza non si alzerebbe di un millimetro. Per il Partito il campo del “nemico” è più che chiaro, ed è stato puntualizzato quando abbiamo trattato il tema “Applichiamo gli insegnamenti di Mao sulle classi e il fronte unito”. Forse il compagno Centone vorrebbe questo campo più largo? Ci dica allora chiaramente chi dovremmo togliere dalla lista dei nostri nemici.
Secondo il compagno Centone è sbagliata la nostra convinzione che gli “unici veri comunisti” sono i membri del PMLI. A parte che noi consideriamo veri comunisti, cioè marxisti-leninisti, anche i simpatizzanti attivi del PMLI, non abbiamo proprio idea dove si trovano dei veri comunisti fuori dal PMLI. Se lo sa, ce lo dica. Ma se per lui “veri comunisti” sono coloro che si professano comunista, e militano in altri partiti, movimenti o gruppi, è completamente fuori strada perché, anche se noi gli riconosciamo tatticamente tale titolo, non si tratta di autentici comunisti, poiché non possiedono tutti gli elementi classici del comunista: non si riconoscono nell’esperienza storica del socialismo in Urss e in Cina e in tutti i cinque Maestri del proletariato internazionale e non seguono la via dell’Ottobre. In realtà sono dei riformisti, dei democratici borghesi che operano all’interno dell’attuale Costituzione italiana. È per questo che facciamo tanta fatica a conquistarli al PMLI e alla causa del socialismo. Non per nostre deficienze. Comunque dobbiamo continuare a sforzarci per chiarire loro le idee e di unirci ad essi e ai loro partiti, movimenti o gruppi per lottare assieme per risolvere i problemi delle masse e conquistare i comuni obiettivi unitari. Dobbiamo far leva sul fatto che essi si ritengono comunisti come noi e quindi spingerli e convincerli a studiare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la storia del movimento comunista internazionale e nazionale per essere coerenti con l’essere comunisti. E dobbiamo farlo usando la massima dialettica, come normalmente facciamo e come testimonia lo stesso compagno Centone quando il 31 maggio scorso, riferendosi a un suo articolo su Potere al popolo, ringrazia il Centro per aver “messo l’articolo su un maggiore piano di confronto dialettico con la base di Pap”.
Certo è che il nostro Partito è pienamente disponibile a confrontarsi dialetticamente con coloro che si professano comunisti, ed è pronto a riceverli nel PMLI anche se non condividono tutta la sua linea politica. Lo consente la Risoluzione della sesta Sessione plenaria del 5° CC in cui è stabilito che “può essere ammesso al PMLI anche chi non condivide qualche punto particolare della linea del Partito purché sia d’accordo con lo Statuto, il Programma generale e l’astensionismo elettorale tattico, strategico nel caso delle elezioni europee”.
Conquistare chi si ritiene e si onora di essere comunista è il nostro compito rivoluzionario, che deriva dall’essere il Partito del proletariato, della riscossa e della vittoria, o lo adempiamo noi o non lo adempie nessun altro. E tutto resta nel terreno riformista, parlamentarista e costituzionale.
Non crediamo però che tra i “compagni che sbagliano”, come dice il compagno Centone, ci possono essere anche dei quadri di altre organizzazioni, salvo che non siano segretari di circoli. A meno che il compagno Centone non ne conosca qualcuno suscettibile da essere conquistato dal PMLI. Sarà il benvenuto tra di noi. Non conta, o conta relativamente, da dove si parte ma dove si arriva. Non si nasce comunisti ma lo si diventa abbracciando e applicando il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e militando, o sostenendolo come simpatizzante attivo, nell’autentico partito comunista. Lo dimostra il fatto che nemmeno Marx ed Engels sono nati comunisti.
Il compagno Centone ammette che la posizione della sesta Sessione plenaria del 5° CC sull’atteggiamento da tenere nei confronti delle masse e dei sinceri comunisti non del PMLI è giusta, ma denuncia che essa non è applicata. Ma chi è che non l’applica? Gli unici che possono essere chiamati in causa sono il CC, l’UP, il Segretario generale, le Commissioni centrali, i Responsabili regionali, la Direzione de “Il Bolscevico”, i militanti e le istanze di base del Partito. Allo stato attuale della conoscenza non risulta al Centro che vi sia questa contraddizione. Ci dica allora il compagno Centone a chi si riferisce esattamente.
Il compagno Centone sostiene che “è centrale creare un vero fronte unito con i partiti con la bandiera rossa e la falce e martello”. Ma è esattamente un obiettivo che il Partito persegue da tempo. Come non ricordare l’appello pubblico in tal senso del Segretario generale del Partito in occasione della Commemorazione di Lenin a Cavriago del gennaio 2017 rilanciato, non a caso, alla Commemorazione di Mao del 9 settembre scorso? Tuttavia non dobbiamo sopravvalutare l’importanza del fronte delle bandiere rosse con la falce e martello perché la conquista dei sinceri comunisti e delle masse, lo sviluppo della lotta di classe non dipendono da esso.
D’altra parte, come dimostrano i fatti, se tale fronte unito non si è ancora potuto realizzare, salvo in certi casi a livello locale con uno o due dei partiti citati, non è colpa del PMLI ma dei partiti che si definiscono comunisti, i quali non solo ci evitano e non ci coinvolgono nelle iniziative unitarie promosse da loro o da altri, ma addirittura operano per isolarci ed emarginarci dalle organizzazioni di massa e dalle manifestazioni di massa.
La pratica dell’unità d’azione con altri partiti, del fronte unito, del lavoro di massa, delle larghe alleanze comprendente anche settori della “sinistra” borghese per combattere il fascismo, il razzismo e il governo in carica, il lavoro di massa sono una costante del PMLI, che si affina, si arricchisce e migliora in base all’esperienza che man mano acquisiamo nella lotta di classe. In ogni caso la flessibilità tattica del PMLI a questo proposito è fuori discussione, come dimostra la recente adesione dell’UP alla manifestazione nazionale “contro la barbarie” promossa dal “manifesto”, anche se ad oggi non è stata fatta.
Questa politica è di antica data, non una scoperta di recente. Per la memoria è utile ricordare qualche suo atto. Ad esempio: le lettere aperte degli anni ’70, fin da quando eravamo Organizzazione, ai partiti e ai gruppi che si definivano comunisti marxisti-leninisti che invitavamo a unirsi a noi per fondare assieme un unico Partito rivoluzionario marxista-leninista, gli appelli unitari alla base del PRC che diffondevamo alle manifestazioni nazionali annuali che quel partito svolgeva a Roma; i nostri sforzi, attraverso i compagni Emanuele Sala e Dario Granito, tesi a stabilire delle alleanze con i gruppi cattolici di sinistra allora più autorevoli e sulla cresta dell’onda, a parte la comunità dell’Isolotto di don Enzo Mazzi che ci è sempre stata ostile, quali i Beati costruttori di pace di Albino Bizzotto, di “Nigrizia” di Alex Zanotelli di Testimonianze di padre Balducci, del gruppo di don Enrico Chiavacci, con Pax Christi e successivamente con Dante Sala e con altri preti “di grido”.
Vanno anche ricordate le grandi battaglie unitarie che abbiamo fatto, le cui esperienze ci servono ancora oggi per spirarci ad esse e per migliorare il nostro lavoro di massa, di fronte unito e delle alleanze. Le citiamo così come vengono in mente, alla rinfusa, senza un ordine cronologico, con l’avvertenza che qualcuna sfuggirà. Cominciamo con il movimento per il Centro sociale e di servizi del quartiere 4 di Firenze diretto dalla compagno Monica Martenghi con a fianco Lucia Nerina Paoletti, e proseguiamo con: la Biblioteca popolare del quartiere 4 di Firenze, la Biblioteca popolare “Marco Marchi” di Firenze, il 1° Maggio in Piazza dell’Isolotto di Firenze, promosso e diretto indirettamente per lunghi anni fino allo scioglimento dal Comitato provinciale di Firenze con alla testa la compagna Claudia Del Decennale, il Comitato 6 Ottobre dei giovani di Firenze diretto dal compagno Simone Malesci, il Comitato dei giovani dell’Isolotto, Argingrosso, Le Torri, Legnaia e Soffiano diretto dal compagno M.F., il Comitato donne del quartiere 4 di Firenze, il Comitato di scienze politiche dell’Università di Firenze durante il movimento della “Pantera” diretto dal compagno Erne Guidi, Studenti di Giurisprudenza in lotta a Napoli promosso e diretto indirettamente dalla Cellula “Vesuvio Rosso” di quella città, il Coordinamento contro la guerra di Palermo e quello 25 Aprile a Palermo promossi e diretti indirettamente dalla locale Cellula del Partito, i Comitati per la difesa del diritto di sciopero e per la difesa della scala mobile diretti dal compagno Emanuele Sala, i Comitati per la difesa dell’articolo 18 e per l’acqua pubblica, la partecipazione nei movimenti contro la Tav, le Trivelle, il Tap, la partecipazione alle campagne su vari referendum, in particolare a quelle sulla controriforma costituzionale promossa prima da Berlusconi e successivamente da Renzi.
Più di recente abbiamo fatto un lavoro unitario per celebrare il Centenario della Rivoluzione d’Ottobre e il Bicentenario della nascita di Marx che hanno visto impegnate tutte le istanze intermedie e di base del Nord, del Centro e del Sud del Partito. Gli ultimi esempi di lavoro unitario sono quelli del Comitato antifascista di Scandicci, in cui le compagne e i compagni del luogo stanno dando l’anima, per la chiusura del covo di CasaPound, del Comitato per la celebrazione del Sessantotto a Rufina, il cui perno è stato l’Organizzazione locale del Partito diretta dal compagno Enrico Chiavacci, della partecipazione al movimento contro il Muos e per la chiusura della base di Sigonella in Sicilia che vede molto attiva la Cellula “Stalin” delle provincia di Catania diretta dal compagno Sesto Schembri, della alleanza di fatto con “il sindacato è un’altra cosa” per il congresso della CGIL, della pagina facebook “Rosso di sera”, in cui svolge un ruolo di primo piano l’Organizzazione Isola d’Ischia diretta dal compagno Gianni Vuoso.
Come si vede, non c’è battaglia nazionale e locale che non veda il PMLI praticare una politica unitaria e di grande apertura verso le masse e di chi, organizzatori o meno, sta a sinistra del PD. Una politica espressa con particolare forza, convinzione e determinazione dal CC che, nel suo documento emesso subito dopo la costituzione del nuovo governo, ha chiesto formalmente a tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali, religiose democratiche e antifasciste, a cominciare dai partiti con la bandiera rossa e la falce e martelli, di unirsi per buttare giù il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio.
Tutto ciò evidentemente non basta al compagno Centone. Ma cos’altro dovremmo fare? Non certo porci alla coda dei partiti falsi comunisti e di chi si ritiene comunista per avere udienza, essere ammessi e avere uno spazio negli ambienti dei riformisti, dei revisionisti, dei parlamentari e degli intossicati della Costituzione borghese e anticomunista. Mali di cui è afflitto anche il movimento-partito aclassista Potere al popolo che considera il mutualismo “la base, la spina dorsale” di se stesso.
Dobbiamo dire tranquillamente cosa pensiamo di tali partiti senza aver paura di inimicarci la loro base. Se diciamo delle verità, comprovate dai fatti, perché dovremmo temere di non essere capiti? Non è quello che ci hanno insegnato Marx ed Engels che hanno dedicato un intero capitolo del “Manifesto del Partito comunista” per smascherare i falsi gruppi comunisti dell’epoca? D’altra parte la critica ai partiti avversari è un metodo usato comunemente da tutti i partiti politici, nessun escluso. Perché solo noi dovremmo privarcene?
Il compagno Centone ritiene che “tralasciamo e sottovalutiamo che il PMLI non è riconosciuto come avanguardia del proletariato o unico partito comunista”. Ma quando mai? Non c’è niente che provi tale grave e offensiva affermazione. Il Partito ha ben chiaro l’importante problema del riconoscimento e lavora indefessamente, con scienza e fiducia per ottenerlo. L’ultimo atto ufficiale che lo comprova è la sesta Sessione plenaria del 5° CC del PMLI.
È vero che il PMLI non è ancora riconosciuto a livello di massa e dalla base dei partiti falsi comunisti come il partito del proletariato e l’unico partito comunista in Italia. Ma è per colpa del Partito o per la situazione che si è venuta a creare in Italia e nel mondo dopo la scomparsa di Mao e degli Stati socialisti? È per colpa del Partito o per il discredito che il PCI revisionista e i partiti nati da esso hanno causato al socialismo, al marxismo-leninismo e a Stalin? Evidentemente il compagno Centone non tiene in conto i 5 grossi ostacoli che rallentano e rendono difficoltoso lo sviluppo del PMLI, individuati al 4° Congresso nazionale del Partito nel dicembre del 1998.
I fatti dimostrano che il riconoscimento non dipende quindi esclusivamente dal partito, noi abbiamo solo la mezza chiave del problema, l’altra metà l’hanno il proletariato e le masse. Per congiungere le due parti occorre anche che le masse facciano esperienza, che siano disposte a liberarsi del capitalismo, che la lotta di classe faccia un salto di qualità rivoluzionaria.
Per il compagno Centone invece “ci mancano ancora l’autorevolezza, il prestigio e il riconoscimento per pretendere che le masse vengono a noi e che i sinceri comunisti in Italia aprono spontaneamente un confronto con noi in gran numero”. Ma si contraddice, poiché nel suo articolo comparso su “Il Bolscevico”, a proposito della prima Riunione plenaria del 5° UP, ha scritto: “Mi sembra innanzitutto che si sia trattato di una fondamentale riunione franca e disciplinata, nel solco del centralismo democratico, che ha (ri)dato prova del calibro delle compagne e dei compagni dell’Ufficio politico, nucleo della testa del Gigante Rosso, i quali sono così stati di esempio per tutti noi... La pratica concreta dimostra che solo il PMLI ha tutte le carte in regola per condurre una lotta ferma, decisa e rivoluzionaria... per l’Italia unita, rossa e socialista. Continuiamo a studiare, diffondere e applicare il discorso di Scuderi sugli insegnamenti di Mao sul partito e l’editoriale per il 35° Anniversario della fondazione del PMLI”.
Tale editoriale, tra l’altro, dice: “Purtroppo la voce del PMLI è ancora troppo debole, e perché è volutamente ignorata dai media della destra e della “sinistra” borghese, non riesce a farsi udire da tutti gli sfruttati e gli oppressi del Paese, dalle nuove generazioni e dagli intellettuali più sensibili ai problemi del proletariato e del cambiamento sociale. Ma ciò non ci deve scoraggiare, anzi dobbiamo decuplicare gli sforzi con maggior forza del passato per difendere il nostro messaggio anticapitalista rivoluzionari. Fiduciosi che prima o poi passerà di bocca in bocca fino a risvegliare le coscienze politiche e ad attivare dentro il PMLI o al suo fianco tutte le forze sociali, sindacali, culturali e religiose anticapitaliste.
Come una rondine non fa primavera, così un solo lancio della parola d’ordine Uniamoci contro il capitalismo per il socialismo non è in grado di smuovere la coscienza politica del proletariato, delle masse e dei giovani. Bisogna insistere, insistere, insistere sapendola bene spiegare, motivare e argomentare nei nostri luoghi di lavoro, di studio e di vita, nonché nelle organizzazioni di massa cui facciamo parte, specialmente in quelle apertamente anticapitaliste”.
Questo, compagno Centone, è il nostro vero problema, non quello da te esposto. Forse non ti rendi conto che hai scaricato sul Partito un tuo problema, quello di aver perso, o indebolito, la fiducia verso il PMLI, probabilmente a causa del bombardamento che subisci da parte di elementi anti-PMLI degli ambienti intellettuali e trotzkisti che frequenti, riportando addirittura le loro maldicenze, calunnie, falsità e attacchi all’interno del Partito.
Il PMLI è oggettivamente autorevole, anche se ancora non è riconosciuto dalle masse. Lo è per i temi che tratta, alcuni in esclusiva, e per il taglio di classe che dà ad essi, lo è per la produzione settimanale da 49 anni de “Il Bolscevico”, che non ha uguali nella storia del giornalismo italiano. Nessuno dei partiti italiani nominalmente comunisti ha un giornale simile, pur avendo risorse un milione di volte superiori a quelle del PMLI. Se il PMLI non fosse autorevole non avrebbe alcun eco internazionale. Invece i commoventi e attenti compagni del Partito Comunista (marxista leninista) di Panama rilanciano puntualmente ogni settimana “Il Bolscevico” e sempre più spesso pubblicano le posizioni più importanti del PMLI e del suo massimo dirigente. Addirittura il portavoce di detto Partito fratello, l’infaticabile compagno Quibian Gaytan, ha creato un sito intitolato Amigos del PMLI-Panama. Persino l’organo internazionale dei “maoisti”, che fin qui ha ignorato il PMLI, in questi giorni ha rilanciato i video del nostro Partito su Marx che abbiamo postato su Youtube.
Il compagno Centone per accreditare le sue tesi è ricorso a Lenin. Brutto segno, perché quando ci si avvale della critica all’interno del Partito delle citazioni dei Maestri vuol dire che si pensa di condurre una lotta tra le due linee. Col rischio di trasformare le critiche in contraddizioni antagonistiche, e si sa poi come va a finire, come dimostra anche l’esperienza del nostro Partito.
Il compagno Centone ha scritto: “Un episodio della vita politica di Lenin è, come sempre, illuminante e ci fornisce una lezione di dialettica. Le sue critiche a un rinnegato come Kautsky... furono spietate e durissime. Ben diversamente delle critiche verso Rosa Luxemburg, con la quale pure aveva avuto divergenze profondissime su questioni di natura fondamentale, che ben conosciamo, ma dopo la sua morte nella rivoluzione la lodasse come ‘un’aquila’ e invitava ‘i comunisti di tutto il mondo’ a studiare ‘tutti i suoi scritti’ – il corsivo è di Lenin, e chiaramente sta a sottolineare che intendeva anche i suoi scritti con analisi sbagliate e non marxiste... Non fingo di ignorare che successivamente la critica di Stalin nell’articolo sulla storia del bolscevismo fu molto più severa, ma tant’è, il giudizio di Lenin resta”.
Ma a quale dei due maestri dobbiamo credere? A tutti e due, i cui rispettivi giudizi sulla Luxemburg riflettono due situazioni diverse e due esigenze tattiche diverse della lotta ideologica contro i trotzkisti. Certo è che entrambi hanno criticato la Luxemburg. Lenin ha detto di studiare tutti i suoi scritti ma non ha detto di condividerli e di applicarli. Anche il nostro Partito li ha studiati ed è giunto alla conclusione che si tratta di una “semimenscevica”, come ha detto Stalin nel 1933, una spontaneista e trotzkista, che non a caso è un punto di riferimento dei falsi esponenti comunisti italiani, in particolare de “il manifesto”, e di atri paesi. Come non ricordare a proposito lo smascheramento da parte del compagno Mino Pasca della luxemburghiana Rina Gagliardi che nella trasmissione televisiva “Ottoemezzo” vomitava veleno contro Stalin e l’Urss di Stalin? Abbiamo comunque dimostrato che la linea della Luxemburg sul Partito, la rivoluzione proletaria, il socialismo e l’autodeterminazione delle nazioni non è compatibile col marxismo-leninismo-pensiero di Mao.
Che interesse può allora avere il compagno Centone nel riesumare questo personaggio non marxista-leninista?
Il richiamo strumentale a Lenin da parte del compagno Centone ci dà modo di ribadire che il rapporto del nostro Partito con i Maestri non è di tipo fideistico, dogmatico e opportunistico, ma di tipo dialettico e scientifico. Come ci hanno insegnato loro il “marxismo-leninismo è una guida per l’azione” . E questa guida va seguita tenendo conto della situazione concreta del proprio Paese. I principi, l’ideologia, la concezione del mondo, la strategia e la tattica, la concezione del Partito e del fronte unito del marxismo-leninismo-pensiero di Mao sono intangibili e non negoziabili, ma si possono avere opinioni diverse su giudizi dei Maestri su persone e avvenimenti. Perché anch’essi hanno fatto degli errori, che successivamente hanno corretto. Ad esempio Marx sulla Comune di Parigi, Engels su Bernstein, Lenin sulla rivoluzione mondiale imminente, su Plechanov, Kautsky, Trotzki e altri dirigenti del Partito e dello Stato sovietico, Stalin sulla rivoluzione cinese e su Krusciov, che considerava nel 1952 un “eminente comunista”, Mao su Krusciov, Li e Deng.
Questo significa che i giudizi dei Maestri, come quelli del nostro Partito, sono legati a situazioni specifiche, alle conoscenze e alle esperienze del momento determinato, giudizi che possono essere cambiati, mutando la situazione e acquisendo nuove conoscenze e nuove esperienze. In ogni caso bisogna sempre chiedersi il perché delle cose e ragionare con la propria testa in base al marxismo-leninismo-pensiero di Mao e alla situazione concreta in cui operiamo per valutare idee, posizioni, giudizi e fatti.
Il compagno Centone parla di “frustrazione e sofferenza” per “non riuscire ad incidere sulla lotta di classe”. Ma questo è solo il suo stato d’animo, non quello del Partito che procede con assoluta tranquillità sulla via dell’Ottobre, ben consapevole fin da quando ha mosso il suo primo passo che si sarebbe trattato di un lavoro preparatorio molto complesso prima di arrivare ad incidere sulla lotta di classe.
Questo genere di frustrazioni e sofferenze politiche, che possono portare al pessimismo e all’abbandono del Partito e della lotta di classe, si producono in chi fa delle analisi sbagliate sullo sviluppo del Partito e della lotta di classe, in chi ha fretta di avere risultati tangibili della propria opera politica, in chi si sente sconfitto e deluso e non crede più che sia possibile raggiungere la meta prefissata. Non in chi sa che la via della Rivoluzione d’Ottobre in Italia è tutta in salita, che si tratta di una Lunga marcia politica e organizzativa che bisogna affrontare col passo da montanaro per non sfiancarsi, avendo fiducia verso il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, il socialismo, il Partito, le masse e in noi stessi. Questo è l’atteggiamento e lo spirito rivoluzionario e marxista-leninista che bisogna avere e mantenere per tutta la nostra vita, come membri consapevoli, collaborativi, unitari e disciplinati del PMLI. Altrimenti veniamo travolti dai venti borghesi, fascisti e anticomunisti.
Il compagno Centone ci chiede di fare “un esame autocritico riguardo il modo in cui ci rapportiamo alle masse e alla base comunista fuori dal PMLI”. Ma come abbiamo visto non c’è materia, non abbiamo motivo per autocriticarci, anche perché i recenti importanti successi conquistati dai militanti e dai simpatizzanti attivi del Partito, ai quali rivolgiamo un caloroso applauso, nel Congresso della CGIL, nei Comitati antifascisti, specie in quello di Scandicci, nell’Anpi e persino nelle Commemorazioni di Lenin a Cavriago, nelle quali è più difficile raccogliere successi, confermano che è corretto il modo in cui ci rapportiamo alle masse e ai compagni non di Partito soggettivamente comunisti.
Chi deve invece fare autocritica è il compagno Centone per aver sbagliato analisi sulle contraddizioni esistenti nel Partito, per aver criticato il Partito mancandone i presupposti, per aver veicolato nel Partito delle critiche dei detrattori del PMLI, per aver tentato oggettivamente di deconcentrare il Partito dalla lotta al governo nero Salvini-Di Maio e dall’applicazione delle misure concrete per dare al Partito un corpo da Gigante Rosso, per essere caduto sotto l’influenza della borghesia.
Viva la critica e l’autocritica!
Continuiamo ad applicare la linea organizzativa e propagandistica per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso!
Avanti con forza e fiducia sulla via dell’Ottobre verso l’Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI, uniti sulla base del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e della linea del 5° Congresso nazionale del PMLI, concentrati sulla lotta al governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio e sull’applicazione delle indicazioni concrete della sesta Sessione plenaria del 5° CC del PMLI, migliorandoci, stringendoci in cordata aiutandoci l’un l’altro, vinceremo!

7 novembre 2018