L'Onu vota per 10 volte contro il blocco economico, commerciale e finanziario degli Usa contro Cuba

 
Con 189 voti a favore e solo due contrari, i rappresentanti di Washington e di Tel Aviv, l'Assemblea generale dell'Onu ha approvato una risoluzione di condanna del blocco economico, commerciale e finanziario degli Usa contro Cuba nella sessione dell'1 novembre scorso. Un condanna chiara, anche se inefficace dato che la risoluzione ha solo un pur importante significato politico, giunto al termine di una serie di votazioni sugli emendamenti e sul testo finale che per 10 volte hanno segnato la sconfitta imperialista.
Da quasi sei decenni è in vigore l'odioso sistema di sanzioni unilaterali, il più esteso che sia mai stato applicato contro un paese che la Casa Bianca ha portato avanti sotto tutte le aministrazioni, sia democratiche che repubblicane, dai Bush a Clinton, da Obama a Trump che lo scorso novembre aveva dato ordine ai Dipartimenti del Commercio, del Tesoro e dello Stato per limitare ulteriormente limitato il diritto degli statunitensi di recarsi a Cuba e definito un nuovo elenco di 179 tra società, istituzioni e persone fisiche cubane con le quali erano vietate transazioni di ogni tipo.
Contro la politica delle sanzioni imperialiste a Cuba l'assemblea Onu già per 27 volte ha approvato risoluzioni che hanno evidenziato la natura aggressiva e illegale del blocco. Risoluzioni che sono passate con una sempre più larga maggioranza e il voto contrario della coppia imperialista-sionista di Washington e Tel Aviv.
Per evitare la pronosticata nuova risoluzione di condannava la delegazione statunitense all'Onu ha presentato otto emendamenti, sui quali ha chiesto il voto uno per uno, e ha cercato di prendere tempo per poter esercitare una maggiore pressione sui paesi votanti.
La discussioe in aula è iniziata il 31 ottobre con una sfilza di interventi che hanno condannato il blocco e proposto di adottare la risoluzione nel suo testo originale, senza alcun emendamento. Contro la politica statunitense si sono espressi in particolare i rappresentanti di Messico e Giamaica, colpiti di riflesso dalle sanzioni, Algeria, Bielorussia, Namibia,Venezuela e Vietnam.
All'apello della rappresentante Usa, Nikki Haley, di bocciare la risoluzione, definita “una perdita di tempo volta ad insultare gli Stati Uniti” rispondeva parzialmente il governo dell'Ucraina che votava gli emendamenti ma non contro il testo completo.

14 novembre 2018