Roma
Occupazioni “coordinate” delle scuole contro il governo

La militarizzazione delle scuole voluta dal nero ministro degli interni Salvini, con la polizia nelle scuole, la videosorveglianza e la repressione delle proteste di piazza non ha intimidito gli studenti più attivi e avanzati. Lo provano i cortei, sit in, flash mob e occupazioni che da settembre stanno montando in ogni parte d'Italia. Le occupazioni, in particolare, hanno assunto nuove modalità proprio nella capitale. A Roma infatti sono sbocciate una serie di occupazioni coordinate, che non riguardano i problemi del singolo istituto, come accadeva spesso in passato, dove l'occupazione era destinata a rivendicare problemi di carattere immediato e locale (il risanamento dell'edificio, la mancanza dei generi di primaria necessità, per la didattica e per la vita degli studenti) ma si propongono oggi come apertamente politiche e antagoniste al governo fascista dei ducetti Di Maio – Salvini.
La mobilitazione è coordinata da un'assemblea cittadina, che riunisce quindici scuole e sta scrivendo un manifesto con le rivendicazioni degli studenti. A fare da apripista alle occupazioni, il liceo Mamiani con il simbolico striscione appeso all'entrata dell'istituto “Mai con Salvini”. Una posizione espressa anche da alcuni studenti del Mamiani intervistati da alcune testate giornalistiche nazionali, che si sono detti stanchi e nauseati dalle politiche antisociali e antipopolari dei governi degli ultimi anni e in particolare di questo governo con la sua deriva apertamente fascista e razzista, studenti che hanno preso le distanze dai partiti della “sinistra” parlamentare che ha fatto da apripista alle peggiori politiche di impoverimento delle masse, di precarizzazione del mondo del lavoro e di disfacimento del comparto scolastico.
L'occupazione non è andata giù alla preside dell'istituto Tiziana Sallusti, che ha chiamato la polizia di regime per mettere fine all'occupazione studentesca e minacciato di sospendere i promotori della protesta.
Ma lo sgombero da parte delle “forze dell'ordine”, che poi non è avvenuto, non avrebbe fermato la staffetta delle occupazioni che dal Liceo Mamiani dopo una settimana si è spostata al Liceo classico Virgilio. Anche qui il carattere antigovernativo della protesta si è fatto ampiamente sentire, sia dalla voce degli studenti sia dalle tematiche trattate nelle lezioni e negli incontri auto organizzati su temi quali i decreti fascisti sulla sicurezza e Pillon, la repressione nelle scuole e la violenza della polizia. La quale non si è fatta attendere e ha portato allo sgombero dopo una settimana di occupazione del Virgilio invocata anche in questo caso dal preside, e alla identificazione di circa una quarantina di studenti.
Questo comportamento dei presidi di regime trova una sponda autorevole nel presidente dell'Associazione Nazionale dei presidi del Lazio, Mario Rusconi, da molti anni in prima fila nella feroce repressione antistudentesca.
L'iniziativa della quindicina di scuole romane è un ottimo segnale, perché si articola in proteste organizzate e ben coordinate, dimostrando una maturazione delle coscienza di lotta delle masse studentesche, nella ricerca dell'unità d'azione e con un chiaro obbiettivo politico inquadrato oggi nella lotta contro il governo fascista Salvini-Di Maio. Un ulteriore sviluppo sul piano organizzativo potrebbe venire dalla nascita di un forte movimento studentesco, basato sulla democrazia diretta delle assemblee generali delle studentesse e degli studenti in ogni scuola e ateneo, assemblee dove confrontarsi sugli indirizzi politici, programmatici, organizzativi, i metodi e le iniziative di lotta in modo da raggiungere la massima intesa possibile. Le proposte, le piattaforme, le decisioni e i documenti delle assemblee generali di scuola ed ateneo potrebbero poi essere discusse e confrontate in assemblee regionali e nazionali così da arricchire l'esperienza romana delle occupazioni coordinate in tutta Italia, fino a proclamare lo stato di occupazione di tutte le scuole del paese.
I ragazzi del Mamiani, come quelli del Virgilio, e di tutte le scuole d'Italia sono, usando le loro parole, alla “ricerca di un sogno”, un sogno alimentato dalla loro voglia di cambiamento, per dire basta al malgoverno, alla distruzione della scuola pubblica, allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, al razzismo e al fascismo. Un sogno che a nostro dire può realizzarsi pienamente e stabilmente solo con la lotta di classe per la conquista del socialismo.
 
 

14 novembre 2018