Con un emendamento al dl Urgenze sui concimi
Il M5S aiuta chi inquina
I medici per l'ambiente: La norma contenuta sul decreto Genova “aumenta la possibilità che vengano contaminati suoli, ecosistemi e catena alimentare, con inquinanti tossici”

 
I tradimenti dei vertici del Movimento 5 Stelle non si arrestano. Ormai cementificatori provetti in alcune grandi città italiane - su tutte Roma – e traditori del movimento No TAP salentino, pare abbiano dimenticato anche le grandi mobilitazioni contro l’inquinamento che in passato hanno visto tanti loro elettori attivi tra la popolazione di moltissime località italiane, organizzate in comitati.
 

I fanghi da smaltimento: uno storico businness targato Lega
Nello specifico, la legge speciale italiana sullo smaltimento dei fanghi, Decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 99, in attuazione della direttiva n. 86/278/CEE sulla “protezione dell’ambiente, in particolare del suolo, nell’utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura” non prevede limiti per contaminanti tipicamente industriali, e perciò più pericolosi, partendo dal presupposto che che la natura di dette sostanze possa derivare esclusivamente da scarichi “civili”.
Già nel 2017 però, a seguito di un caso in Toscana nel quale i fanghi risultarono saturi di idrocarburi, la Cassazione rilevò che “è impensabile che una regolamentazione ad hoc (...) possa ammettere un uso indiscriminato di sostanze nocive”, fissando conseguentemente il limite a 50 mg/Kg. L’obiettivo della sentenza era impedire sostanzialmente che ciò che rimane comunque “un rifiuto” possa essere impiegato nello spandimento su un terreno agricolo, pur avendo valori di contaminazione ben superiori ai limiti di tollerabilità per le aree industriali.
La Lega di Maroni, l’11 settembre 2017 trascinò la giunta regionale lombarda ad alzare parametri e limiti di concentrazione per idrocarburi e fenoli nei fanghi utilizzati come concimi in agricoltura, innalzando di ben 200 volte rispetto alle norme vigenti (da 50 mg/ Kg a 10.000 mg/Kg) quello relativo ai contenuti di idrocarburi.
Questa misura di grande favore agli smaltitori di fanghi presenti in Italia soprattutto in Veneto ed in Lombardia, capace di far diventare ogni terreno una discarica ad alto inquinamento, fu osteggiata nell’aprile del 2018 da alcuni sindaci del Lodigiano e del Pavese che chiesero ed ottennero l’annullamento della delibera della Regione Lombardia; nonostante ciò, a seguito delle proteste degli industriali ai quali venivano a mancare sostanziose fette di profitto qualora avessero rispettato le nuove regole, il 3 agosto 2018, la Regione ricorreva al Consiglio di Stato.
 

Altro colpo di mano del governo. L’art.41 del decreto Genova.
Il tema dei fanghi è talmente caro alla Lega che non ha perso tempo e ha voluto risolverlo direttamente a livello nazionale, in grande sinergia col Movimento di Di Maio. Nel decreto Urgenze (leggi Genova, ndr), hanno introdotto l’art. 41 che nulla ha a che vedere con il crollo del ponte Morandi – la priorità per la città pesantemente colpita dall’omicidio di Stato del 14 agosto scorso -, né con la pericolosa situazione idrogeologica genovese ed italiana che dovrebbe essere in testa ad ogni altra azione sull’ambiente.
In sostanza l’articolo aumenta a 1.000 milligrammi per chilo il limite attuale vigente (adesso 50) di concentrazione di idrocarburi nei fanghi utilizzabili come concimi in agricoltura, e un ulteriore emendamento della maggioranza gialloverde consente di ampliarli anche per diossine, furani, PCB, toluene, selenio, berillio, cromo e arsenico, dichiarando vergognosamente che la modifica servirà per “superare situazioni di criticità nella gestione dei fanghi da depurazione”.
Una norma di una gravità devastante, che consentirà dunque a chi tratta fanghi da smaltire di vendere il “prodotto” alle aziende agricole che lo riverseranno nei loro terreni, inquinandoli a norma di legge. Per fare un favore a queste aziende dunque, niente importa né alla Lega, e nemmeno ai Cinque Stelle, l’incremento esponenziale di prodotti coltivati su terreni contaminati, rendendoli nei fatti pericolose per gli animali e per l’uomo.
Si prende ad esempio il caso di Vincenzo Fornaro, un allevatore di Taranto che nel 2008 fu costretto ad abbattere mille capi tra pecore e vacche che comportarono la chiusura dell’azienda con 30 dipendenti perché c’era diossina nel latte e nei formaggi prodotti. Le indagini stabilirono che nell’erba da foraggio la concentrazione di diossina era di 10,1 nanogrammi e quella quantità, meno della metà di quello che oggi viene accettato per legge, era stata sufficiente a rendere i prodotti pericolosi per l’uomo.
 

I nuovi limiti non hanno altro scopo che autorizzare la presenza degli inquinanti
Le dichiarazioni del ministro Costa, generale di Brigata dell’arma dei Carabinieri ed “indipendente in area M5S” come si definisce, secondo il quale i nuovi limiti servono per indagare e scoprire dunque gli inquinatori, sono l’ennesimo tentativo del M5S di arrampicarsi sugli specchi; non serve un chimico per capire che l’innalzamento esponenziale dei limiti oltre i quali scatta l’obbligo di bonifica previsti anche per i PCB fuorilegge dal 1984 poiché considerati cancerogeni, così come per le altre sostanze incluse le diossine, è utile soltanto ad autorizzarne e ad incentivarne la presenza, e non ovviamente a ridurla.
 
L’articolo 41 è anche un condono agli inquinatori
Solo negli ultimi tre anni sono state sequestrate 15 aree agricole e tonnellate di fanghi tossici, e circa 50 persone sono state indagate o arrestate dalle procure in Lombardia, Veneto, Liguria e Toscana, il che fa capire la dimensione della questione e l’imponente giro d’affari che si nasconde dietro allo smaltimento dei fanghi.
L’articolo 2 del codice penale stabilisce il principio del “Favor rei”, e cioè se cambia la normativa si applica quella più favorevole all’imputato, anche nei processi in corso. Ecco dunque che l'asse Lega-M5S favorirà imprese imputate e singoli inquinatori, condonando le loro irregolarità se esse rientreranno nei nuovi limiti stabiliti. Dopo Berlusconi, ecco dunque Di Maio che si assume il ruolo di “ammazza processi”.
Da “Il blog delle Stelle” si legge: “L’ambiente prima di tutto è un mantra inderogabile per il MoVimento 5 Stelle”, ed ancora “Chi inquina paga Priorità alle bonifiche!”. Ma di cosa stiamo parlando? Insomma, da sedicenti ambientalisti a cementificatori, inquinatori e sostenitori di grandi dannose opere come il TAP; è questa l’indiscutibile giravolta dei vertici pentastellati sul tema dell’ambiente.
 
 
 

21 novembre 2018