Di Maio predica male e razzola peggio
Il malcostume M5S degli abusi condonati
Anche una consigliera pentastellata di Pomigliano tenta di condonare una villa insanabile

 
Dopo le note vicende che hanno visto protagonista il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio in relazione alla cosiddetta norma “salva-abusi” per Ischia inserita nel decreto “Genova”, unita ai ripetuti condoni dei quali ha usufruito la sua casa di residenza di Pomigliano d’Arco, ecco aprirsi una nuova vicenda che mostra inequivocabilmente lo stretto rapporto che intercorre tra il Movimento 5 Stelle e la ricerca di sanatorie edilizie.
Non era poco, per la purezza sempre declamata dai pentastellati che ormai si è rivelata essere un opportunistico bluff, quella palazzina nella quale risiede il vicepremier e per la quale il padre Antonio, geometra ed imprenditore edile, aveva chiesto ed ottenuto la regolarizzazione di ben 150 metri quadrati abusivi contro il pagamento di soli duemila euro; questione a dir poco imbarazzante come imbarazzanti furono i tentativi di giustificazione di Luigi Di Maio che in diretta Facebook asseriva come la domanda di condono fosse stata fatta nel 1985 (per una casa costruita nel 1966) poi accettata nel 2006, dal momento in cui successivi accertamenti hanno stabilito che i lavori abusivi sono stati diretti dallo stesso padre di Di Maio almeno fino al 1976, ed il progetto allegato e sempre controfirmato dal padre non corrispondeva comunque alla casa preesistente.
Stavolta invece è coinvolto il marito della consigliera 5 Stelle dello stesso comune di Pomigliano, Maria Busiello, a causa di una casa colonica trasformata abusivamente in villa residenziale, oggetto di tentativi di “regolarizzazione” inseguiti ad ogni costo.
Tutto nasce quando, prima del 2010 il padre della consigliera, Tommaso, chiede ed ottiene la realizzazione ex novo di un immobile rubricato come "casa colonica". In seguito la residenza viene passata al marito di sua figlia, il commercialista con incarichi in Comune e vicino al “centro-sinistra” Luigi Ricci, e l’immobile assume caratteristiche, abitabilità e pertinenze che non corrispondono all’iniziale autorizzazione; in pratica vengono realizzati un insieme di miglioramenti edili consoni ad una villa familiare.
Un abuso edilizio a tutti gli effetti dunque che in una intervista a “Repubblica”, la consigliera si affretta a negare sostenendo: “Noi non abbiamo mai chiesto nessuna sanatoria, faccia conto che la mia sia una casa di un contadino, siamo fuori mano, fuori paese. Poi mio padre l’ha passata a noi e la storia è complicata”. In modo altrettanto maldestro, nega anche che vi sia mai stata nessuna richiesta di condono al comune; tuttavia ancora una volta i fatti, oggettivi, smentiscono i pentastellati.
La famiglia Busiello – Ricci ha infatti inoltrato al Consiglio comunale di Pomigliano, lo stesso nel quale siede il fedelissimo del leader Di Maio, Dario De Falco chiamato al ministero per 100mila euro all’anno, una richiesta di “accertamento di conformità” che, come osserva la legge, corrisponde ad un vero e proprio condono per sanare costruzioni non coperte da permesso.
Ma il Comune, guidato ora dal sindaco Raffaele Russo di Forza Italia che stavolta si erge a paladino del rispetto edilizio (sic!), rilevando numerose difformità, anziché condonare, ha inviato il plico ai magistrati sul quale indaga la Procura della Repubblica di Nola.
Amministratori pentastellati dunque pronti a tutto per difendere i propri interessi; pronti anche a dar battaglia ad un impianto di compostaggio che fa parte di un sistema di gestione di rifiuti per il trattamento dell’umido che va in direzione opposta alla costruzione di inceneritori, sito nell’area Asi (Area di Sviluppo Industriale) di Pomigliano.
Le motivazioni di questa ulteriore “guerra” possono essere due, entrambe gravi: o è cambiata la linea 5 Stelle anche sugli inceneritori – e le recenti posizioni in materia del loro governo potrebbero confermarlo – oppure, vista la prossimità con la villa degli abusi della Busiello, l’impianto è causa di troppo disturbo?
Comunque sia, nella grottesca nebbia di quest’ultima vicenda, una cosa in generale è senz’altro chiara: il governo del “cambiamento” ha allargato solo il campo dei beneficiari dei privilegi inserendovi i dirigenti pentastellati, lasciando intoccati e anzi peggiorando tutti i veri problemi delle masse popolari e dell’ambiente.
 

28 novembre 2018