Gaza
Hamas reagisce al blitz di Israele
Dopo gli scontri concordata una tregua

 
Con una mano trattano su una possibile tregua nella guerra a Gaza con l'altra colpiscono con incursioni o bombardamenti nella striscia; i gruppi della resistenza palestinese reagivano al blitz sionista dell'11 novembre col lancio di razzi da Gaza ma dopo gli scontri si creavano le condizioni per la firma di una tregua definita nei negoziati indiretti tra il regime di Tel Aviv e Hamas, tenuti sotto la regia di Qatar e Egitto.
Un effetto dei negoziati era stato il consenso sionista all'ingresso dei finanziamenti stanziati dal Qatar a favore dell'amministrazione di Hamas a Gaza, una “concessione” attaccata dai partner di governo ancora più reazionari del boia Benyamin Netanyahu che aveva difeso la decisione definita come necessaria per “evitare una guerra”. Nelle stesse ore scattava il blitz.
Un commando sionista camuffato con abiti civili entrava nella Striscia di Gaza all’altezza di Khan Yunis; dopo aver ucciso un ufficiale delle brigate Izzedine al-Qassam, l'ala militare di Hamas, sarebbe stato intercettato dalle pattuglie palestinesi e solo l'intervento dei caccia gli ha permesso di uscire da Gaza. Negli scontri durati almeno due ore sono morti sette palestinesi e un ufficiale sionista.
Circa 200 fra razzi e colpi di mortaio palestinesi erano sparati verso le località di Sderot, Shar HaNeghev, Ofakim, quelle a portata di tiro oltre i reticolati della prigione di Gaza e dei quasi due milioni di palestinesi che vi sono rinchiusi.
Hamas, con un suo comunicato, rivendicava l’attacco in risposta ai sette combattenti uccisi. Tel Aviv faceva decollare i caccia che colpivano edifici su tutta la Striscia per uno dei maggiori bombardamenti degli ultimi anni.
Il pomeriggio del 14 novembre l'annuncio di una tregua segnava l'inversione di una tendenza che avrebbe portato a una nuova continua massiccia aggressione sionista su Gaza.
La stampa palestinese lanciava la notizia dell'accordo sul cessate il fuoco, confermata da Hamas che confermava lo stop al lancio di missili se anche Israele avesse cessato gli attacchi. Secondo il leader di Hamas Ismail Haniya ci potevano essere anche le condizioni per tornare a negoziare un cessate il fuoco di lungo periodo.
“Gli sforzi egiziani hanno ottenuto la tregua tra la resistenza e il nemico sionista. La resistenza la rispetterà fino a quando il nemico sionista la rispetterà”, sostenevano in un comunicato alcuni gruppi palestinesi. In un proprio comunicato le Brigate Abu Ali Mustafa, del Fplp, comunicavano che “le Brigate si attengono alla decisione unitaria relativa alla cessazione delle operazioni militari; ma avvertono che nel caso il 'cessate il fuoco' non venga rispettato le Brigate Abu Ali Mustafa sono pronte a rispondere nuovamente all’aggressione”.

28 novembre 2018