Dagli anni pre-crisi a oggi il numero è aumentato del 182%
Oltre 5 milioni di poveri assoluti
Colpiti soprattutto i più giovani

Un "esercito di poveri" che "non sembra trovare risposte e le cui storie si connotano per un’allarmante cronicizzazione".
È l’immagine usata dalla Caritas per sintetizzare le drammatiche condizioni di vita che quotidianamente sono costretti ad affrontare oltre 5 milioni di poveri assoluti censiti nel “Rapporto 2018 sulla povertà e sulle politiche di contrasto” presentato il 16 ottobre scorso a Roma in occasione della giornata mondiale di lotta contro la povertà.
Nel nostro paese, si legge fra l'altro nel Rapporto, il numero dei "poveri assoluti" – gli individui che non possono spendere più di 554 euro in un piccolo comune del Sud, 817 in una grande città del Nord – "continua ad aumentare" e ha raggiunto il record di 5 milioni e 58 mila individui di cui: 1 milione 208 mila minorenni e 1 milione 112 mila tra i 18 e i 34 anni.
Segno evidente che la povertà aumenta con il diminuire dell’età e colpisce soprattutto i più giovani, oltre che i nuclei dove i "capofamiglia" hanno un basso tasso di istruzione.
"Dagli anni pre-crisi ad oggi – si legge ancora nel rapporto - il numero dei poveri assoluti è aumentato del 182%". A farne le spese sono soprattutto le famiglie monoreddito, i disoccupati e i pensionati al minimo e che il governo nero, fascista e razzista Salvini-Di Maio pensano di risolvere con il cosiddetto “reddito di cittadinanza” che, al pari del “reddito di inclusione” proposto dal precedente governo, sarebbe più corretto chiamare elemosina di povertà.
Al di là di quanto sostiene il ducetto Di Maio, secondo cui il "reddito di cittadinanza" è la soluzione contro la povertà perché considera la persona globalmente, non solo economicamente, la realtà è tutt'altro che rosea. Del resto basti pensare che il “Rei” istituito dai governi PD nella scorsa legislatura ammonta ad appena 206 euro mensili ed è stato elargito solo a una minima parte dei poveri assoluti censiti in Italia. Con l'aggravante di chiaro stampo razzista e fascista che il “RdC” dovrebbe escludere, secondo Di Maio tutti gli immigrati che risiedono, e lavorano o hanno lavorato, nel nostro paese da meno di 5 anni.
Non a caso in sede di presentazione del Rapporto, il direttore della Caratis, don Francesco Soddu, ha osservato che: "non basta dare un contributo economico per uscire dalla povertà, ma una considerazione maggiore degli attori in campo. Non è un problema delegabile a coloro che si interessano di poveri. Il rischio è la cronicizzazione del fenomeno".

28 novembre 2018