Manifestazione davanti al Miur
Studenti e insegnanti scioperano contro l'alternanza e il precariato
No all'aziendalizzazione, agli Invalsi e a ogni progetto di regionalizzazione dell'istruzione. Sì a nuove assunzioni per coprire le carenze di organico e a maggiori investimenti nella scuola pubblica

Nella giornata di venerdì 30 novembre studenti e insegnanti si sono ritrovati da ogni parte d'Italia a Roma, sotto il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (MIUR), mobilitati dalla la parola d'ordine, basta alternanza scuola/lavoro!
L'iniziativa di protesta lanciata con la compagna “Bastalternanza” nasce da un’assemblea di studenti romani, toscani, marchigiani, bolognesi e torinesi con lo scopo di dare vita a una campagna nazionale per l’abolizione integrale della Buona Scuola e dell’Alternanza scuola-lavoro.
Alle proteste ha aderito ufficialmente anche l'Unione sindacale di base (USB) che per l'occasione ha proclamato lo sciopero del comparto scolastico come sostegno alla lotta, mobilitando al fianco degli studenti, il corpo docente e il personale ATA, nelle rivendicazioni della stabilizzazione dei precari del settore e l'assunzione di un nuovo personale ora carente.
I manifestanti in piazza hanno denunciato politica del governo nero Salvini-Di Maio che nei fatti ha mantenuto in piedi l'assetto neofascista della “Buona scuola di Renzi e Giannini” e di tutte le controriforme che l'hanno preceduta. Non ha cancellato l'alternanza né intaccato minimamente l'impianto strutturale della legge, ma si è limitato a ridurne il numero di ore per far man bassa di soldi che nei progetti governativi non rientreranno nella scuola, ma andranno a finanziare il demagogico reddito di cittadinanza e riarmo bellicista dell'imperialismo italiano. E hanno criticato i miseri aumenti contrattuali previsti nella legge di bilancio e la mancata stabilizzazione degli insegnanti di terza fascia, ossia i supplenti, che nella realtà svolgono un ruolo di docenti a pieno titolo, senza ovviamente i diritti che spettano a questi ultimi, una situazione che si tira avanti da decenni per migliaia di insegnanti.
Un altro tema di forte denuncia dei manifestanti ha riguardato lo stato delle scuole, fatiscenti, assolutamente non idonee a garantire la sicurezza e i minimi standard di vivibilità alle masse studentesche e di chi ci lavora. Un problema che si è palesato in tutta la sua tragicità anche con la morte di un giovane studente in una scuola catanese, avvenuta per un arresto cardiaco proprio durante le proteste.
Una morte che si sarebbe potuta evitare se la scuola avesse avuto a disposizione il defibrillatore per i casi di emergenza. Anche la prima ambulanza giunta sul posto, ne era sprovvista, solo la seconda ambulanza giunta sul posto ha potuto assicurare le cure mediche al ragazzo anche se ormai era troppo tardi.
Alla notizia della sua morte giunta fino a Roma, un gruppo di studenti organizzatosi in corteo, dal presidio del MIUR ha tentato di dirigersi verso Montecitorio dove si stava svolgendo un altro presidio USB degli Ex LSU-ATA che reclamavano la stabilizzazione, ma è stato quasi subito blindato dalla polizia che in maniera provocatoria gli ha sbarrato la strada.
Dopo una lunga trattativa agli studenti ancora Infuriati per la morte del loro compagno è stato permesso di raggiungere Montecitorio dove gli studenti si sono uniti ai lavoratori.
La giornata di mobilitazione e la parola d'ordina dell'abolizione dell'alternanza scuola/lavoro e della “Buona scuola”, pone la lotta delle masse studentesche a un livello più alto rispetto alle parole d'ordine precedenti dove si chiedeva una semplice revisione dell'alternanza senza metterla in discussione dalle fondamenta. Importante poi è il sostegno alla protesta attraverso l'arma dello sciopero, dell'USB, così come la piattaforma rivendicativa elaborata dal sindacato largamente condivisibile: dall'abolizione dell'alternanza, e gli aumenti salariali, all'abolizione degli Invalsi, ecc.
Se nelle rivendicazioni immediate e nella forma di lotta il movimento e le organizzazioni che lo sostengono si dimostrano non altrettanto si può dire a proposito della determinazione nella lotta al governo stesso, che viene criticato solo parzialmente e in maniera molto cauta. Bisogna abbandonare ogni illusione verso questo nero governo. Pensare anche solo per un secondo che militarizza le scuole mentre continua l'opera nefasta dei governi che l'hanno preceduto con una politica che mortifica la scuola pubblica tagliando selvaggiamente i fondi a essa destinati.

5 dicembre 2018