Come l'Ungheria di Orban
L'Italia ha disertato il vertice Onu sull'immigrazione

 
Come il governo aveva già annunciato, l'Italia ha disertato la conferenza internazionale indetta dall’Onu a Marrakech nelle giornate del 10 e 11 dicembre per ratificare il Global Compact sull’immigrazione, e con tale posizione politica il nostro Paese si è allineato, tra gli altri, alla politica fascista dell'Ungheria di Orban, che in Europa più di tutti ha osteggiato la ratifica del trattato internazionale.
Il governo Conte per la verità, cercando quasi di giustificarsi di fronte all'opinione pubblica internazionale, ha precisato di voler disertare il vertice in quanto il trattato, secondo le testuali parole del ministro degli Esteri Moavero Milanesi usate in un question time alla camera lo scorso 21 novembre, “non sarà un atto giuridicamente vincolante”, facendo così comprendere ipocritamente che la diserzione a Marrakech sarebbe stata dettata soltanto dalla scarsa importanza del vertice e del trattato, ma la realtà è ben diversa.
Infatti qualche giorno più tardi, il 27 novembre, il ministro dell’Interno Salvini ha dichiarato di essere contrario al Global Compact in quanto metterebbe sullo stesso piano “i migranti cosiddetti economici e i rifugiati politici”, smascherando così il vero obiettivo del governo italiano: essere pregiudizialmente contrario alla ratifica del trattato per motivi esclusivamente politici.
In Europa, seguendo la politica di Orban, sono molti gli Stati retti da governi razzisti e xenofobi che hanno disertato la conferenza o non hanno ratificato il trattato, come l'Austria, la Bulgaria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, e fuori dall'Europa gli Stati Uniti di Trump, l'Australia e Israele, per cui ormai si può tranquillamente dire che il vertice di Marrakech è stata un'occasione persa per una gestione globale del fenomeno migratorio.
Eppure le disposizioni del Global Compact, su alcuni specifici punti, invitano i governi a fare addirittura di meno di quanto già previsto dal diritto europeo: nel 2016 fu adottata all’Onu, fortemente appoggiata dall'allora presidente americano Obama, la Dichiarazione di New York su migranti e rifugiati, che è una semplice dichiarazione di intenti sottoscritta da 193 Paesi, che prevede l’avvio entro il 2018 di un Global Compact, ossia della sottoscrizione di un trattato al fine di responsabilizzare i governi nella tutela minima di quanti - 258 milioni di persone secondo i dati delle Nazioni Unite - sono costretti a lasciare le proprie abitazioni.
I 23 articoli del Global Compact non impongono agli Stati sottoscrittori di accettare migranti o rifugiati, e si concentrano semmai sul rispetto dei diritti delle persone e sulla necessità di fornire una dignitosa accoglienza ai migranti, soprattutto alle donne e ai minori. Il trattato prevede anche un impegno comune degli Stati firmatari a fornire sostegno a quei Paesi che sono maggiormente interessati dai movimenti migratori, tra i quali ovviamente c'è anche l'Italia.
È chiaro che, seguendo l'esempio degli Stati Uniti di Trump e dell'Ungheria di Orban, l'Italia intende ripudiare anche tali minimi principi di accoglienza verso i migranti, rifiutandosi anche soltanto di riconoscere la realtà di un problema globale generato in gran parte dal sistema capitalista.
 

12 dicembre 2018