Considerazioni sull'articolo de “Il Bolscevico” “Teniamo alta la bandiera del PMLI! Abbasso i traditori!”
I traditori danneggiano il PMLI nell'immediato, ma lo rafforzano in prospettiva

di Giordano – Paola (Cosenza)
Nell'articolo de ''Il Bolscevico'' n. 44 ''Teniamo alta la bandiera del PMLI! Abbasso i traditori!'' il PMLI dimostra ancora una volta di essere il rosso figlio della gloriosa classe operaia italiana!
In maniera sintetica viene trattato il problema del tradimento di alcuni dirigenti del Partito e della difficoltà di formarne dei nuovi.
Sono due problemi del tutto fisiologici legati alla lotta di classe la quale, generando il PMLI, genera anche le contraddizioni interne al Partito, inevitabili, tanto che in ultima analisi la storia degli autentici partiti comunisti è innanzitutto la storia delle contraddizioni interne ai medesimi e della lotta per la costruzione, l'allargamento e il consolidamento di un gruppo dirigente bolscevico formato sul modello dei Maestri, tenendo conto anche dell'inesorabile scorrere del tempo e del fatto che, come tutti gli uomini, anche i dirigenti del PMLI, purtroppo, non vivono in eterno.
Il PMLI in nessuno modo può evitare di affrontare questo tipo di problemi e contraddizioni, pensarlo sarebbe puro idealismo storico misto ad ingenuità.
La contraddizione poi è il concetto fondamentale della dialettica materialista e quindi del materialismo storico, la dialettica stessa non è altro che la scienza delle leggi generali del movimento, dello sviluppo della natura e del pensiero umano, che consentono il divenire materiale, naturale e storico, attraverso:
1. il passaggio della qualità in quantità (e viceversa),
2. la compenetrazione degli opposti,
3. la negazione della negazione, le tre leggi fondamentali della dialettica materialistica.
Sul piano sociale in una società divisa in classi, per effetto di ciò che si produce, come lo si fa e come lo si scambia, le contraddizioni sono di due tipi, quelle in seno al popolo (le quali vertono intorno a ciò che è giusto e ciò che non lo è) e quelle antagoniste (tra il nemico e noi) diretta espressione dell'inconciliabilità degli interessi di classe.
Nell'ambito della vita interna del Partito le prime si risolvono in base al principio ''unità-critica-unità'', tenendo presente che la cosa più importante è che il PMLI non cambi di colore e rimanga unito. Quelle con il nemico si risolvono sbarrando la strada ai nemici del proletariato annidati nel Partito.
Da questo punto di vista i dirigenti che crollano sono ''i morti e i dispersi'' della lotta di classe, i traditori che passano con il nemico sono i novelli Giuda al servizio del padrone, meglio perderli che trovarli, anche perché li attende la pattumiera della storia.
Per quanto riguarda la formazione di nuovi dirigenti il punto è che la scelta della militanza marxista-leninista non è semplice, richiede l'acquisizione di quegli elementi indicati da Mao nelle 10 citazioni sui marxisti-leninisti pubblicate su ''Il Bolscevico''.
I pionieri proletari rivoluzionari si trovano, essendo espressione del nuovo mondo che prende il posto di quello vecchio, a dover andare controcorrente rispetto alla mentalità e alla pratica sociale delle masse, le quali inevitabilmente sono sotto l'influenza della borghesia e lo saranno finché non saranno influenzate, direttamente o indirettamente, dal Partito del proletariato.
Inoltre il fuoco (anche quello delle ''pallottole di zucchero'') della classe dominante verso il Partito non viene mai meno, al Centro come alla base.
Ecco perché una serie di dirigenti del PMLI hanno lasciato negli anni il Partito, in maniera più o meno miserevole, risucchiati dalla borghesia, tanto è potente la lotta di classe anche sul piano ideologico, ed ecco perché è così laborioso e complesso forgiarne di nuovi.
Da un punto di vista quantitativo è certamente un peccato perdere dei dirigenti, ma questo determina un miglioramento qualitativo perché ''epurandosi un partito si rafforza'' e ''la prima condizione del comunismo è la rottura con gli opportunisti'' (Lenin), la qual cosa dimostra che il PMLI ha una testa rossa e forte e un esemplare gruppo dirigente, la cui unità rappresenta il bene più prezioso di questo ''miracolo politico'' della lotta di classe che è il PMLI medesimo.
La borghesia, come in passato, attaccherà in ogni modo il Partito anche in futuro, prima, durante e dopo la rivoluzione socialista, per questo, come ha detto Scuderi nel rapporto alla 4ª Sessione plenaria del 3° CC del PMLI: ''In questa situazione di assedio è facile che cadano i più deboli e che avvengano delle defezioni e anche gravi tradimenti''. Comunque tradendo il Partito oggi danneggiano il PMLI nell'immediato, ma appunto lo rafforzano in prospettiva.
Va detto poi, come mi ha insegnato il Partito, che la categoria più pericolosa dei traditori non è quella di coloro che crollano o scappano oggi (purché siano una minoranza ovviamente, altrimenti avrebbero distrutto tutto), ma quella di coloro che entrano e restano dentro il Partito, camuffati per decenni da marxisti-leninisti esemplari, i quali al momento opportuno usciranno poi allo scoperto per far cambiare colore al PMLI (i vari Trotzky, Kruscev, Deng e così via).
Prima della rivoluzione sta al Partito in base alla vigilanza rivoluzionaria sbarrare loro la strada. Dopo la rivoluzione sarà anche compito delle masse, prendendo a modello la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria cinese ideata e diretta da Mao, continuando così la rivoluzione nell'ambito della dittatura del proletariato.
La lotta tra le due linee e i tradimenti potranno sempre verificarsi nel partito del proletariato finché non si saranno estinte le classi stesse, nel comunismo, anche in Italia e non avrà dunque più ragione di esistere lo stesso PMLI.
Per acquisire nuovi quadri e dotare il Partito di un corpo da Gigante Rosso, indispensabile perché il PMLI possa svolgere fino in fondo il suo ruolo d'avanguardia per far acquisire alla classe operaia coscienza di essere classe per sé (e non solo in sé) e condurla alla conquista del potere politico, non bisogna guardare certamente nella direzione dei traditori o di coloro che sono crollati alle prime difficoltà, ma prendere a modello come dice Scuderi: ''chi da oltre 51 anni tira la carretta del Partito senza badare a sacrifici e a rinunce pur di dare un corpo da Gigante Rosso al PMLI, avendo un'incrollabile fiducia verso il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, il socialismo, il PMLI, le masse e in noi stessi”.
Evviva, evviva, evviva il rosso Partito del proletariato, della riscossa e del socialismo!
Abbasso i traditori di ieri, di oggi e di domani!
Avanti, con forza e fiducia sulla via dell'Ottobre verso l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
 
 
 
 

12 dicembre 2018