Inchiesta della procura di Genova
Mercenari neonazisti italiani al servizio di Putin
Combattono in Donbass contro l'Ucraina. Osipova, amica di Salvini, nel giro dei mercenari neonazisti

 
È dal 2013 che la procura della Repubblica di Genova sta indagando sul fenomeno del reclutamento in Italia di mercenari neonazisti destinati a combattere in Donbass al soldo di potentati regionali riconducibili al governo russo, e lo scorso agosto sono stati spiccati, su richiesta dello stesso ufficio giudiziario, sei ordini di cattura a carico di altrettanti italiani e numerose perquisizioni a carico di altri sette indagati a piede libero, tutti gravitanti attorno alle organizzazioni di estrema destra Casa Pound e Forza Nuova.
Tra gli arrestati ci sono estremisti già molto noti come Antonio Cataldo, che nell’estate del 2011 era mercenario in Libia con altri due italiani, e Gabriele Carugati, figlio della segretaria della Lega a Cairate, in provincia di Varese, mentre Andrea Palmeri, noto neofascista di Lucca, è sfuggito all'ordine di cattura e probabilmente si trova nel Donbass insieme alla giovane fascista Irina Osipova, che, di origine russa e poi naturalizzata italiana, lo scorso anno fu candidata alle comunali di Roma nella lista di Fratelli d’Italia. La Osipova, che attualmente si trova nel Donbass ed è sospettata dalla procura di Genova di gestire, per conto del governo russo, i fondi destinati al reclutamento dei mercenari italiani e non solo, è stata a lungo vicina alla Lega di Salvini, che accompagnò nel suo primo viaggio in Russia e collabora con l’associazione Lombardia-Russia diretta dal giornalista Gian Luca Savoini, responsabile per la Lega dei rapporti con Mosca già dai tempi di Umberto Bossi.
Gli arresti sono avvenuti nelle province di Milano, Parma e Avellino, mentre gli indagati a piede libero e i latitanti sfuggiti alla cattura sono originari di varie parti d'Italia, soprattutto di quella settentrionale.
Tra gli indagati figurano poi ex appartenenti o simpatizzanti a formazioni fascistoidi - come CasaPound, Forza Nuova, Militia Christi, Stormfront e la sezione italiana del Ku Klux Klan - oltre a esponenti gruppi ultrà del calcio di estrema destra, un ex militare dell’esercito e alcuni simpatizzanti della Lega.
Per tutti l'accusa è di reclutamento o arruolamento con corrispettivo di lucro in organizzazioni militari o paramilitari, che svolgono la loro attività all’estero, oltre al reato di attività militare vera e propria, e la destinazione dei mercenari è l'area di conflitto del Donbass, dove i mercenari italiani vengono inquadrati nelle milizie filorusse e inviati a combattere contro l'esercito di Kiev nei territori che si sono proclamati indipendenti dall'Ucraina con l'appoggio di Putin.
Quanto all’inchiesta, essa ha accertato anche i legami tra alcuni degli indagati e la rete di Alexej Milchakov, l’estremista di destra di San Pietroburgo fondatore e comandante dell’unità paramilitare neonazista “Rusich” operante nel Donbass.

19 dicembre 2018