In visita ufficiale allo Stato sionista-nazista per essere appoggiato nella sua corsa verso Palazzo Chigi
Il ducetto Salvini si schiera con Israele contro gli Hezbollah
Netanyahu: “Salvini è un grande amico di Israele”

 
Può un fascista, “amico” di gruppi antisemiti essere accolto con tutti gli onori, al di là del protocollo diplomatico, a Tel Aviv e anzi essere definito “un grande amico di Israele”? Sì, se si chiama Matteo Salvini, non dice una parola contro il massacro del popolo palestinese da parte dell'esercito di Tel Aviv e cerca appoggi nella sua corsa verso Palazzo Chigi. E viene ricevuto dal boia sionista Benjamin Netanyahu che cerca alleati di ferro, per affiancarli agli Usa di Trump, in un'Europa che a volte si permette di dargli qualche buffetto formale per l'assassinio quotidiano di palestinesi.
Alla vigilia della visita di Salvini, il quotidiano israeliano Haaretz sottolineava che il vicepremier italiano non avrebbe incontrato il Capo dello Stato Reuven Rivlin, ufficialmente perché già impegnato ma che in recenti dichiarazioni alla rete televisiva Cnn aveva sostenuto che un movimento neofascista non dovrebbe essere ben accetto in Israele. Rivlin non si era ovviamente riferito direttamente al ducetto italiano, ci aveva pensato il quotidiano a specificare: “Salvini dovrebbe essere persona non gradita in Israele”.
La prima visita da ministro dell’Interno e vicepremier di Salvini l'11 e il 12 dicembre, svolta come di consueto con piglio ducesco da capo di governo che si occupa di tutto, dai temi della difesa agli affari mentre quello ufficiale Conte è andato a fare il parafulmine alla Commissione Ue a Bruxelles, prevedeva l'incontro col ministro della pubblica sicurezza Gilad Erdan, una cena ufficiale organizzata dal ministro del turismo Yariv Levin e la chiusura con il premier Netanyahu in un incontro riservato. Iniziava invece con un volo sulla frontiera col Libano e offriva al ducetto italiano l'occasione per sparare subito a zero contro il movimento libanese di Hezbollah tornato a essere uno dei bersagli principali delle minacce belliciste dei sionisti perché forza di resistenza agli attacchi sionisti e alleato di Siria e Iran.
Lo scorso 4 dicembre i sionisti hanno dato notizia di un tunnel scoperto al confine con il territorio libanese e presentato come “il primo tunnel di attacco” costruito da Hezbollah. “In elicottero, pronto a sorvolare Israele e a visitare i tunnel costruiti dagli estremisti islamici nella zona Nord del Paese”, twittava Salvini in stile commenti da istituto Luce ai filmati propagandistici di Mussolni, senza però menzionare il movimento politico e militare sciita libanese Hezbollah, il “Partito di Dio”, nato nel giugno del 1982 come forza di resistenza all’invasione e occupazione sionista e guidato da Hasan Nasrallah. Troppo poco per appoggiare adeguatamente le minacce ripetute con sempre maggiore frequenza dal premier Netanyahu a Hezbollah di reagire ad un eventuale attacco con una forza mai usata in passato. L'omissione è corretta nel successivo messaggino: “Chi vuole la pace sostiene il diritto all’esistenza ed alla sicurezza di Israele. Sono appena stato ai confini nord col Libano, dove i terroristi islamici di Hezbollah scavano tunnel e armano missili per attaccare il baluardo della democrazia in questa regione”.
Per uno come Salvini che ha ripetutamente offeso governi e ministri di Malta, Tunisia e Francia non è un problema allargare il tiro a un partito di governo del Libano e attaccare un paese dove “c’è una missione militare dell'Onu, si chiama Unifil, da oltre 12 anni, e il comando è oggi sotto la guida italiana per la quarta volta” gli ricordava sommessamente una nota del ministero della Difesa italiano che esprimeva “preoccupazione” e “imbarazzo“ e chiariva che “non vogliamo alzare nessuna polemica ma tali dichiarazioni mettono in evidente difficoltà i nostri uomini impegnati proprio a Sud nella missione Unifil, lungo la blue line”. Si dissociava anche il collega ducetto Di Maio che calzava l'elmetto e sottolineava che la missione Unifil in Libano “è una delle missioni di pace più importanti che abbiamo nel mondo e soprattutto, come M5S, abbiamo sempre citato quella missione di pace come vero modello di missione super partes. Quello che si doveva dire sulla vicenda l’ha detto il ministero della Difesa. Io mando solo un grande abbraccio ai militari che sono lì. Gli dico di tenere duro e di andare avanti”.
Precisiamo che la missione Unifil è nata con la Risoluzione 425 adottata in data 19 marzo 1978 da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a seguito dell'invasione del Libano da parte di Israele. Ha formalmente un “ruolo super partes”, in realtà vigila sulle attività libanesi a protezione del confine per conto dei sionisti che in caso di una nuova aggressione al Libano non si fermeranno certo di fronte alle bandierine Onu. Come già successo con l'invasione del 1982 e l'aggressione del 2006 fermata dalla resistenza di Hezbollah.
“Siamo entrati nel merito della cooperazione economica e industriale fra i due paesi”, riferiva Salvini dopo il colloquio con Netanyahu che a sua volta gli ricordava che “l’Unifil deve impedire agli Hezbollah di compiere azioni aggressive contro Israele” e lo salutava come “un grande amico di Israele”.
 
 
 
 
 
 

19 dicembre 2018