Mancata allerta
Terremoto nella Valle dell'Etna
Un migliaio gli sfollati, 28 feriti, crollate decine di case

 
Dopo due deboli scosse di terremoto del 23 dicembre alle 19:50 e alle 20:19 a Ragalna, in provincia di Catania, rispettivamente di magnitudo 2.0 e 2.5, e il 24 dicembre, a cominciare dalle 9:59, iniziava uno sciame sismico nell'area dell'Etna con un terremoto di magnitudo 2.7 a Castiglione di Sicilia per proseguire ininterrottamente per tutta la giornata con altre 38 scosse di terremoto nell'area dell'Etna in concomitanza con la sua eruzione Etna, la più forte delle quali si verificava alle 17:50 con una magnitudo di 4.3.
Lo sciame sismico proseguiva anche il 25 dicembre interessando una vasta area attorno al vulcano siciliano, con 21 scosse registrate dall'INGV tra le 5:03 e le 23:59, delle quali la più forte si verificava a Biancavilla (Catania) con una magnitudo di 3.4.
La notte del 26 dicembre, infine, si verificavano nella stessa zona altre 5 scosse a partire da 27 minuti dopo la mezzanotte, fino a quando, alle 3.19 un forte sisma di magnitudo 4.8, con epicentro tra Viagrande e Trecastagni, ha provocato il ferimento di 28 persone e notevoli danni materiali a numerosi immobili soprattutto nei comuni di Zafferana Etnea, Acireale, Aci Sant’Antonio, Aci Catena, Aci Bonaccorsi e Santa Venerina.
Alcune case nei centri storici dei comuni interessati dal sisma sono crollate e molte abitazioni hanno subito gravi lesioni, nelle strade molti lampioni sono stati divelti e ci sono state fughe di gas, e il numero degli sfollati è di circa mille persone, per i quali la Protezione civile e i comuni interessati hanno immediatamente provveduto a una sistemazione in alberghi e strutture ricettive.
Lo sciame sismico è poi proseguito, diminuendo di intensità, anche nella rimanente giornata del 26 dicembre e nei giorni successivi, fino ai primi giorni del 2019.
Eppure, nonostante oltre 70 scosse si siano ripetute senza sosta - a distanza per lo più di poche decine di minuti l'una dall'altra - nell'area dell'Etna a partire dalla mattina del 23 dicembre fino a tutta la giornata del 25 e che esse siano state puntualmente registrate e segnalate dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, nessuna delle autorità preposte, a cominciare dal governo centrale e siciliano, ha però segnalato alle popolazioni dei comuni che si trovano nell'area dell'Etna eventuali rischi sismici.
Tutta l'attenzione delle autorità si è concentrata sull'eruzione dell'Etna, tanto è vero che durante le fasi più intense dell'eruzione è stato chiuso l'aeroporto di Catania e numerosi voli sono stati dirottati verso altri aeroporti, ma nessuna allerta è stata data alle popolazioni per ciò che riguarda il rischio sismico, tanto che solo il 25 dicembre il livello di guardia è stato portato da verde a giallo.
È chiaro che se, fortunatamente, non ci sono stati morti a causa del terremoto, ciò è dipeso solo ed esclusivamente dal caso fortuito, essendo mancata da parte delle autorità qualsiasi tipo di allerta.

 

9 gennaio 2019