Vota a favore anche il M5S che si era dichiarato contrario a simili accordi commerciali
L'europarlamento approva il trattato tossico Ue-Giappone
Non è soggetto alla ratifica dei parlamenti degli Stati membri dell'Unione europea. Tramite i tribunali arbitrali gli investitori possono citare in giudizio gli Stati bypassando i tribunali nazionali
Jefta favorisce i profitti delle multinazionali e calpesta i diritti dei cittadini

 
Con 474 voti favorevoli, 152 contrari e 40 astenuti, il JEFTA (Japan Europe Free Trade Agreement), l'accordo di liberalizzazione degli scambi tra Europa e Giappone è passato al Parlamento Europeo lo scorso 12 dicembre. Stando alla nota di presentazione dell'assise di Strasburgo l'accordo eliminerà quasi tutti i dazi doganali sulle merci esportate, per un totale di 1 miliardo di euro all'anno in favore delle imprese dell'Ue. Ne beneficieranno gli esportatori Ue di vino, formaggio, carni bovine e suine, pasta, cioccolato e biscotti per il taglio dei dazi, immediatamente o dopo un periodo di transizione, le piccole e medie imprese (PMI) che vedono così protetti 205 prodotti a indicazione geografica europea; il Giappone apre alla concorrenza europea il suo mercato degli appalti ferroviari e degli appalti pubblici nelle sue principali città e saranno liberalizzati anche il commercio elettronico, i trasporti marittimi internazionali e i servizi postali. A seguire l'europarlamento approvava con 535 voti a favore, 84 voti contrari e 45 astensioni anche l'accordo di partenariato strategico che estende la cooperazione a settori quali l'energia, l'istruzione, la ricerca e lo sviluppo, la lotta al cambiamento climatico e al terrorismo.
Il trattato era stato firmato lo scorso 17 luglio a Tokyo dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e dal premier giapponese Shinzo Abe a chiusura di una trattativa avviata nel 2013 e chiusa nel dicembre 2017, vedi il relativo articolo sul numero 30 de Il Bolscevico.
Il JEFTA è una copia del CETA, l'accordo analogo tra Ue e Canada, e del TTIP, l'intesa transatlantica il cui negoziato è stato bloccato da Trump perché lo vuole ancora più vantaggioso per gli Usa; è un trattato tossico, denunciava Stop Ttip Italia che ha seguito passo passo l'iter di una intesa che asseconda il volere delle grandi imprese transnazionali, gli interessi dei big dell’agricoltura industriale e della finanza. E che fa carta straccia delle regole a tutela di diritti, servizi, salute, lavoro e ambiente. A favore dell'accordo Ue-Giappone hanno votato anche i parlamentari del M5S, che pure si era dichiarato contrario a simili accordi commerciali e, come denunciavamo nel luglio scorso, il governo dei ducetti Salvini-Di Maio è contro il Ceta ma non dell'equivalente JEFTA, tanto per confermare un'altra delle loro posizioni opportunistiche.
Come il CETA non ha la clausola che avrebbe permesso alle imprese di fare causa agli Stati contro regole a loro sgradite, ma solo perché il negoziato sul tema non era ancora concluso e perché senza la cosiddetta clausola di protezione degli investimenti può essere sottratto all'approvazione dei parlamenti nazionali e essere messo velocemente in pratica. Tanto, spiegava la Commissione, le parti “hanno la ferma intenzione di concludere i negoziati sulla protezione degli investimenti il prima possibile, dato l'impegno condiviso a creare un ambiente stabile e sicuro per gli investimenti all'interno dell'Unione e in Giappone”. L'intesa, una volta raggiunta, costituirà materia di un accordo bilaterale separato”.
Il testo intanto prevede l’istituzione di una dozzina di comitati tecnici, i quali, denunciava Stop Ttip Italia, d’ora in poi, lontano dal controllo pubblico, prenderanno in esame regole e tutele in vigore nel nostro e negli altri paesi coinvolti, per indebolirle laddove frenassero gli scambi commerciali. Le multinazionali, gli investitori, tramite questi tribunali arbitrali i cui componenti sono definiti d'intesa tra le parti, possono citare in giudizio gli Stati bypassando i tribunali nazionali.
Denunciava ancora Stop Ttip Italia: “la leggerezza con cui vengono fatti calcoli a spanne su presunti benefici derivanti da un’azzeramento di regole, controlli e barriere tariffarie, senza vincolare i trattati come il JEFTA al rispetto del principio di precauzione, di tutte le convenzioni internazionali sull’ambiente, il clima e il lavoro”.
In altre parole, favorisce i profitti delle multinazionali e calpesta i diritti dei cittadini.

9 gennaio 2019