Storica sentenza di un tribunale della California
“Il glifosato è cancerogeno”

 
La Monsanto dovrà risarcire con 289 milioni di dollari un giardiniere di 46 anni, malato terminale che, nell’esercizio delle sue mansioni, ha utilizzato quotidianamente diserbante contenente glifosato, contraendo un linfoma non Hodgkins. La sentenza del tribunale, oltre al significativo ammontare comminato alla multinazionale, ora braccio destro della Bayer, ha un peso storico poiché è la prima che accerta cause e responsabilità degli effetti cancerogeni del Roundup, erbicida a base di glifosato sviluppato nei laboratori della Monsanto negli anni ’70 e usato in tutto il mondo nell’agricoltura industriale e nel giardinaggio privato.
Sul glifosato si è fondato lo sviluppo criminale della Monsanto che ha portato di fatto al suo monopolio globale agro industriale; tutto ciò consolidato dallo sviluppo delle sementi Ogm resistenti ai veleni, i “Roundup Ready”, introdotti dal 1996, che contengono batteri capaci di resistere all’erbicida, consentendo più semplici ed abbondanti diffusioni del prodotto senza danni per il raccolto. Di pari passo però, ecco giungere sui campi coltivati di tutto il mondo tonnellate di diserbante letale. Unendo a questo principio, la sterilità di certi semi che gli agricoltori sono “costretti” ad acquistare per ogni semina, ecco spiegati gli enormi profitti ottenuti sulla pelle dei lavoratori, dei consumatori e dell’ambiente.
La diffusione del glifosato è stata supportata direttamente dalla politica internazionale, a partire dagli USA, ben foraggiata ovunque dalla massiccia attività di lobby e dal marketing pubblicitario autorizzato. Oggi il novanta per cento degli agricoltori americani produttori di granoturco, soia, cotone e canola (una variante della colza per la produzione di olio), usano semi Ogm e inondano di Roundup i propri terreni. Si stima che ad oggi solo negli USA siano stati usati 1,8 milioni di tonnellate di glifosati, e anche il governo ne ha fatto largo uso, ad esempio per eradicare le coltivazioni di coca in Colombia con incursioni aeree. La Monsanto ha sempre assicurato la sicurezza del proprio prodotto per uomini e animali, e le agenzie governative Epa (protezione ambientale) negli Stati Uniti ed Efsa (autorità europea per la sicurezza alimentare) hanno sostanzialmente confermato la non tossicità del glifosato, basandosi però sui dati forniti dalla stessa multinazionale.
Un'indagine indipendente della International Agency for Research on Cancer del 2015 ha invece stabilito che la sostanza rappresenta un “probabile cancerogeno per l’uomo”. Nonostante ciò, non vi sono state restrizioni significative all’uso dei glifosati nel mondo, ad eccezione di alcuni divieti come quello olandese nell’uso domestico, in Sri Lanka e in El Salvador. Ecco dunque l’importanza della sentenza di San Francisco che decreta per la prima volta nella storia del glifosato, la sua connessione legale con il cancro nell’uomo. Inutile dire che esistono migliaia di casi analoghi in tutto il mondo che a questo punto hanno la stessa probabilità di essere portati in tribunale, in particolare in California dove si è registrato questo precedente.
Naturalmente questo caso in sé non è sinonimo del bando del glifosato dall’agricoltura e dall’utilizzo privato; basti ricordare il simile parallelismo delle sigarette il cui scontro fra organi giuridici e agenzie federali alla fine portò ad un nulla di fatto, nonostante alcune sentenze di condanna alle multinazionali del tabacco ed alla loro pubblicità ingannevole. Naturalmente qui siamo di fronte ad un qualcosa di più grave poiché per assimilare il glifosato dall’aria o dai prodotti agricoli, è sufficiente risiedere nelle aree “diserbate” o consumare involontariamente prodotti contaminati. Certo è che da oggi gli effetti cancerogeni dell’erbicida più utilizzato del mondo e del quale a più voci viene chiesto il bando, sono stati decretati anche dalla giustizia borghese. DI pari passo però, altrettanto certo è che la Bayer-Monsanto sarà senz’altro pronta a scatenare tutta la sua potenza di fuoco, economica, pubblicitaria e legale per mantenere inalterata la compiacenza criminale degli Stati, complici di questo continuo e prolungato attacco all’ambiente e alla salute pubblica.

16 gennaio 2019