Sesto S. Giovanni (Milano)
Presidio antifascista contro la concessione di Spazio Arte a CasaPound
In prima fila i partiti con le bandiere rosse e la falce e martello, tra cui quella del PMLI

Redazione di Milano
Nel pomeriggio di venerdì 18 gennaio si è svolto il presidio indetto dal Comitato Antifascista Sesto San Giovanni, per contrastare gli squadristi nazifascisti che sempre di più alzano la testa e agiscono quasi indisturbati, ben agevolati dalle istituzioni locali e dal governo centrale, le prime gli reggono il sacco concedendogli spazi ad uso gratuito, spacciando i loro foschi covi come associazioni non a scopo di lucro, il secondo istigando l’odio razziale, la xenofobia, l’omofobia, scrivendo leggi razziali, come il decreto legge (ormai approvato in parlamento) sui migranti e sulla sicurezza del ducetto Salvini.
La Sesto San Giovanni antifascista, è scesa in piazza per dire no alla decisione del Comune di Sesto la cui giunta è guidata dal forzista Roberto Di Stefano, di concedere un luogo pubblico, sito in via Maestri del lavoro e denominato Spazio Arte, per lo svolgimento del convegno di Casa Pound, che si è tenuto nella stessa serata, il quale ha visto l’aggregazione di tutte le destre, dalla Lega a Fratelli d’Italia a Forza Italia, a dimostrazione ulteriore dell’uguaglianza di ideali e “valori” che fanno di tutti questi partiti un’unica accozzaglia di fascisti.
Il presidio, che ha visto oltre un migliaio di partecipanti, si è svolto nella centralissima piazza della Resistenza dove si trova la sede del Comune di Sesto San Giovanni, luogo simbolo della città, Medaglia d’oro alla Resistenza dove si trova il monumento in memoria degli eroici caduti per la pace e la libertà. Tra i partiti presenti, soprattutto e in prima fila, i partiti con la bandiera rossa e la falce-martello tra i quali il PMLI, il PC e il PRC. Tra le bandiere rosse quelle sindacali di FIOM, FILLEA, e della Camera del Lavoro di Milano.
Sotto la bandiera del PMLI, militanti e simpatizzanti della Cellula “Mao” di Milano erano presenti portando ben alto il cartello riportante da un lato il manifesto “Mettere fuorilegge i gruppi nazifascisti, applicare la legge n. 645 del 20 giugno 1952” e dall’altro, “Fermare il razzismo e il fascismo” col fascio littorio sbarrato, “Buttiamo giù il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio” e nei “corpetti” le riproduzioni degli stessi manifesti; diffuse inoltre, centinaia di volantini riportanti il comunicato di adesione del Comitato lombardo.
Significativa la presenza dell’Associazione nazionale deportati (ANED) che ha esposto i cartelli neri con i nomi dei principali campi di concentramento e di stermino nazisti, dove vennero deportati 570 sestesi, la maggioranza dei quali operai prelevati dal complesso di fabbriche di Sesto San Giovanni-Milano quartiere Bicocca, nel 1944, dei quali ben 233 non fecero ritorno a casa. Tutti i loro nomi sono stati letti, seguiti ognuno dal nome della loro fabbrica. Apprezzato l’intervento del presidente della sezione ANED di Sesto San Giovanni-Monza, Giuseppe Valota.
Presente l’ANPI, i cui rappresentanti, con i loro interventi come la presidentessa della sezione di Sesto San Giovanni, Lina Calvi, ha voluto rimarcare l’importanza dell’antifascismo oggi per combattere i fascisti del terzo millennio; importante l’appello della presidente nazionale ANPI Carla Nespolo che sottolinea: ”Insieme ad altre 22 associazioni laiche, cattoliche e sindacali abbiamo chiesto lo scioglimento di queste formazioni nazifasciste, anche al precedente governo... Ora rilanciamo la stessa richiesta anche al nuovo esecutivo”.
La manifestazione si è conclusa con interventi dei rappresentanti delle altre organizzazioni e associazioni antifasciste, tra le quali la Rete della Conoscenza, e con musiche e canti della Resistenza e a questa ispirata.

23 gennaio 2019